La Mirabolante Storia Del Mago G
di
Mostro
genere
comici
Questa storia comincia in un continente a caso del nostro pianeta, in una città a caso, un giorno a caso di un periodo a caso dell' anno. Focalizzate la vostra attenzione sull' ometto dall' aria furba che parla a ruota libera sullo schermo del vostro televisore, o di quello di vostra nonna, o di vostro zio, o dei vostri cugini, o dei vostri amici o vicini di casa. L'ometto non smette di parlare, sorride, spesso, i suoi occhi furbi vi fissano. Indossa un paio di occhiali da vista che di tanto in tanto sistema con indice e pollice della mano sinistra. "Guardate!" esclama: "Guardate, gentili telespettatori! Guardate che eleganza, qual mirabolante creazione dell' ingegno umano abbiam qui!" Agita le mani, i suoi occhi lampeggian come fossero fanali, mentre si spertica nel tesser le lodi di un piccolo oggetto di vetro. Quest'ultimo è adagiato su un cuscino ricamato, a sua volta posto su un tavolino di legno, al centro di una camera all' interno della quale si trovano un ampio divano, sul quale di tanto in tanto siede l'ometto, alcuni quadri appesi alle pareti ed una credenza sullo sfondo, a lato del divano e del tavolino. L'ometto torna ad aggiustar gli occhiali con le due dita, si siede sul divano, intreccia le mani, dopodiché si appresta a rispondere ad una chiamata da casa di una sua telespettatrice. "Buondì, gentile signora. Da dove chiama?" La persona che ha chiamato in diretta fa una domanda, l'ometto risponde: "Assolutamente! Questo talismano fa miracoli, mi è stato regalato da un mago che ho incontrato anni fa durante uno dei miei viaggi per il mondo, da allora non me ne son mai separato. Tuttavia voglio esser buono: questo magnifico oggetto sarà suo, se lo desidera. Ad un prezzo eccezionale!" La donna, da casa, chiede ulteriori informazioni. L'ometto sorride e risponde: "Vede, gentile signora, si tratta di un prodotto unico. Non esistono altri esemplari. Io stesso l'ho custodito per anni, ma le ripeto, se lo desidera glielo cederò, ad un prezzo eccezionale!" Dopo ulteriori richieste, l'ometto sorride e si alza in piedi. Solleva con due dita l'oggetto di vetro, in modo da mostrarlo a favor di obiettivo. "Questo talismano è prodigioso, glielo garantisco. Le porterà fortuna, molta. Può esser suo, ad un prezzo eccezionale, ripeto!" La donna domanda quale sia il prezzo, lui risponde. Un momento di esitazione, all' altro capo del filo. "Suvvia, garantisco che si tratta di un pezzo unico. Io ne sono entrato in possesso durante un mio viaggio, compiuto anni fa. Mi trovavo in una remota regione del continente asiatico, dove ho avuto modo di conoscere un vecchio saggio locale. Costui, rivelatosi un potente mago, mi ha fatto dono di questo talismano portafortuna. Ho avuto modo in prima persona di sperimentarne gli effetti benefici!" Qui sentirete, se presterete ulteriore attenzione ai racconti del furbo ometto che vi guarda dallo schermo del televisore, di tutto e di più sul conto dell' oggetto di vetro. Racconta, l'ometto, di gravi disgrazie toccategli in sorte, in passato, una brutta malattia, per la cui cura ha dovuto spender parecchi soldi, cifre tali che l'avevan, quasi, condotto sul lastrico. Tuttavia, come per magia, ecco intervenire il famoso talismano che lui aveva, da quando gli era stato regalato, l'accortezza di portar sempre con sé, in una tasca della sua giacca: un bel giorno, non sapendo cosa fare, entrò in tabaccheria e comprò un gratta e vinci. Non avendo il minimo sospetto di quanto sarebbe capitato da lì a breve, grattò. Udite, udite, si trovò nella condizione di aver vinto una somma enorme, di gran lunga superiore a quella spesa per le cure. Questa storia vien raccontata, con dovizia di particolari, alla donna che ha chiamato. Lei non sta più nella pelle, con tono quasi commosso annuncia: "Lo prendo. Voglio darle fiducia, mago G!" Eh, già, gentili lettori, avete appena scoperto l'identità, o meglio, il nome d'arte, del nostro. Il mago G, l'ometto dallo sguardo furbo, vestito in modo elegante e con quegli immancabili occhiali sempre in bella vista, è uno dei più abili televenditori sul mercato. Parlantina eloquente, modi di fare garbati, presenza magnetica, riesce ad imbonir chiunque. Vende ed ha venduto di tutto: quadri, orologi, gioielli, pellicole risalenti a suo dire all' epoca del cinema muto, ... Fosse per lui, venderebbe anche armi, ma, finora, non gliene è mai stata data occasione. Oggi, è stata la volta del talismano: un piccolo oggetto di vetro, quasi cristallo, con un' estremità fissata per mezzo di un anello d'acciaio ad una cordicella di cuoio. Una collana, un oggetto fatto per essere indossato, messo al collo, ma che lui dichiara di aver sempre portato in tasca. Una collana come quelle dei mercatini dell' usato, come quelle delle bancarelle al mare, ... Avete compreso, gentili lettori: una fregatura. Sì, è un brillante, forse di cristallo, sì, fa la sua figura, ma è pur sempre una fregatura. Proseguiamo, ad ogni modo. Concluso l'affare, il mago G si mette d'accordo con la cliente per spedizione e pagamento, dicendole di chiamarlo al termine della trasmissione. Poco dopo, con il sorriso più raggiante che si possa veder sul viso di un uomo della sua età, si congeda dagli amati telespettatori, e parte la pubblicità. Al termine di quest'ultima, i consueti saluti, quindi i titoli di coda. La trasmissione è finita, per oggi. Il mago G si toglie la giacca, la posa sul divano e guarda il suo assistente, che ha appena spento la telecamera. Son nello studio, che altro non è che il salotto, a casa del televenditore. "È fatta, anche oggi è andata!" sorride il mago G, abbracciando l'assistente. "Quella stupida ha bevuto tutte le mie cucche come fossero Vangelo!" Sorride, anzi, ride. "Son grande! Grande!" Trattiene a stento un grido di gioia. Il suo assistente ha più o meno la sua età, è robusto, con il pizzetto ed i capelli mossi. Poco dopo, la cliente chiama per mandare al mago G gli estremi per la spedizione. Più tardi, solo, il nostro si rilassa a casa sua, con una tazza di tè. Sfoglia una rivista, di quelle vietate ai minori, con gli scatti delle donzelle in pose che lascian ben poco all' immaginazione. Già, il mago G ha questa, se vogliam chiamarla così, debolezza: è un sessuomane, un impenitente sessuomane, ed è anche un guardone. È stato più volte sorpreso a sbirciare nei camerini dei negozi d'abbigliamento, da uno di questi è stato anche cacciato dalla sicurezza. È un burlone, il mago G, un innocuo buontempone che si diverte a spiar le donne che si cambiano, che fa sconti sul prezzo delle varie menate da lui vendute in cambio di favori sessuali da parte delle clienti, appassionato lettore di riviste per adulti, ladro di biancheria intima femminile nei supermercati, ... Suvvia, so cosa potreste pensare: il mago G è un simpaticone, in fondo. Magari a volte tira su l'asticella oltre il consentito, ma non lo fa per cattiveria, è solo un burlone! Capita, talvolta, però, che anche un burlone finisca per star sull' anima a qualcuno. Quel qualcuno, in questo caso, per tutta una serie di strane congiunzioni astrali, altri non è se non lui, sua maestà il principe delle tenebre, il sovrano del mondo sotterraneo, Satana in persona! Metto le mani avanti: non so perché Satana sia disgustato dal comportamento personale del mago G. Lo considera, anche, un truffatore, sul piano professionale. Perché? Purtroppo non m'è dato saperlo, perché questa storia mi è stata raccontata, a mia volta la racconto a voi che avete la bontà di leggere, quindi quel che so è quanto scrivo. Morale della favola, Satana ha guardato, seduto nel salotto della sua dimora infernale, la trasmissione del mago G, nel più assoluto silenzio. Dopo aver spento il televisore, scuotendo la testa, si mette a girare in tondo per il salotto. Di tanto in tanto massaggia il mento barbuto, come se stesse pensando a qualcosa. All' improvviso, come d'incanto, ecco l'idea! Manda a chiamare una delle sue diavolesse preferite, una peperina chiamata Clotilde. Lei arriva, saluta il principe delle tenebre con un abbraccio, dopodiché si appresta a ricever tutte le istruzioni del caso. "Tilly!" esordisce Satana: "Quel cialtrone, quel truffatore, ha passato il segno. Non lo sopporto. Fingendomi una mosca ho seguito tutti i suoi spostamenti, mi son reso conto di quanto sia spregevole, perverso. Oggi ho guardato quella sua trasmissione, ho visto come s'è preso gioco di quella povera signora. Ho deciso: merita una lezione!" "Caro!" domanda Clotilde: "Cosa vuoi che faccia, allora?" "Dovrai far leva sui suoi più bassi istinti!" risponde Satana: "Tutti, guardandolo da casa, dovran rendersi conto di che essere abietto stiam parlando, di che volgare, astuto, ricattatore, ..." Si ferma. Clotilde lo guarda, gli occhi sbarrati: mentre si prodigava nell' elogiar verbalmente le qualità del televenditore, tale era stata la foga nel parlare, a Satana s'era per un momento mozzato il respiro. Schiarendosi la voce, il principe delle tenebre si ricompone. "Chiedo scusa, mi son lasciato andare!" Si dirige verso un mobile posto contro una parete, apre un cassetto, ne trae una bottiglia sigillata ed un bicchiere. Versa il contenuto della bottiglia nel bicchiere, dà un paio di sorsate ed un enorme sorriso gli si disegna sul viso marcato. "Acqua naturale, sempre un toccasana in queste circostanze!" esclama, soddisfatto. Clotilde gli è accanto. "Vuoi che lo provochi un po', se ho ben capito!" sorride. Satana la guarda, gli occhi che son diventati due fanali lampeggianti. "Esatto!" esclama: "Faremo leva sulle sue ossessioni erotiche. Lo rovineremo per sempre!" Clotilde annuisce, con un mezzo sorriso. Anche il principe delle tenebre sorride, ma questa volta il suo sorriso è una maschera orrenda, con i denti digrignati! La nostra cara Clotilde, Tilly per gli amici, si congeda dal principe delle tenebre e si appresta ad entrare in azione: schioccando le dita, si trasforma in una rossa appetitosa. Preparati i bagagli, raggiunge la città dove vive il televenditore. Lui la incontra, il giorno seguente, mentre lei sembra vagar senza meta per la strada, con una pesante valigia a rotelle che le scodinzola dietro ed una mappa tenuta stretta in una mano. Il mago G è tornato dalla spesa, che consiste, data la sua propensione alla parsimonia, in una confezione di funghi porcini surgelati ed un paio di lattine grandi di passata di pomodoro. Il tutto si trova all' interno della sua fidata borsa di tela, che regge con la mano sinistra. Con la destra fruga in tasca, fino a trovar le chiavi. Le prende, si appresta ad aprire il portone del suo palazzo, quando si accorge della nostra bella rossa. La guarda: è fatta esattamente come piace a lui, con i capelli rossi che le cadon sulle spalle, la pelle candida, gli occhi verdi e dall' espressione vivace. Il mago G si sofferma quindi sul corpo della nostra, ammirandone, dissimulando aggiustando di tanto in tanto, con il consueto gesto, gli occhiali, le morbide curve del suo corpo, abbracciate da un paio di pantaloni neri aderenti e da un maglione viola, con il girocollo. Ai piedi la nostra amata Tilly indossa un paio di corti stivali di pelle, con il tacco, che le si arrampicano fin poco sotto i polpacci, sulle gambe. La valigia, a giudicar da come la trascina dietro di sé, deve pesar parecchio, pensa il nostro. Lei lo guarda, due smeraldi gli si piantan negli occhi. "Cristo!" pensa lui, ma fingendo noncuranza si ricompone e saluta: "Buongiorno!" Lei sorride e ricambia. "Posso esserle d'aiuto?" Clotilde accenna un sorriso e risponde: "Volentieri. Mi son persa, credo!" Un nuovo sorriso convince una volta di più il mago G di trovarsi di fronte ad una possibile pre ..., perdonate, conquista. "Vedo che ha con sé una mappa, posso vederla?" Lei gliela porge. Il nostro, da quel candido e disinteressato individuo qual è, domanda: "Dove alloggia?" Lei nomina l'albergo, effettivamente è poco lontano da lì, ma il gran cuore del televenditore fa sì che si adoperi per negarlo. "È dall' altro lato della città!" esclama, l'espressione neutra. "Potrebbe accompagnarmi?" "Non guido, purtroppo!" sorride lui, ma questa volta non mente. Data la sua avarizia, un mezzo personale costerebbe troppo! "Se vuole, può salire da me. Mi stavo giusto accingendo ad andare a casa!" "Grazie!" dice lei, raggiante: "È bello incontrare una persona come lei, buona, in una città per me nuova. Può aiutarmi?" I suoi occhi cadon sulla pesante valigia a rotelle. "Prego, dia a me!" sorride il mago G, prendendo il bagaglio. "Boia, come pesa!" pensa fra sé e e sé, notando con dispiacere come la sua magrezza gli impedisca di trasportar la valigia senza brontolare e soffiare. "Tutto bene?" domanda Clotilde, seguendolo nell' ingresso. "Tutto bene!" mente il nostro. A fatica, impiegando molto più del dovuto, il mago G percorre il corridoio che conduce agli ascensori, seguito dalla rossa, che trama qualcosa, a giudicare dallo sguardo furbo che regala a voi, lettori onniscienti, celandolo agli occhi del suo nuovo amico. Il mago G chiama l'ascensore, dopodiché si sistema gli occhiali con le due dita: un vero uomo non dovrebbe mai mostrar le sue debolezze, pensa, mai farsi vedere affaticato, debole, soprattutto da una donna, soprattutto da una sventola del genere. L' ascensore arriva, vi entrano, il nostro pigia il bottone del piano. Durante il tragitto, il televenditore nota che il corpo di lei preme in maniera pericolosa contro la sua spalla. "Cristo!" pensa: "Si rende conto che mi sta facendo eccitare? Questa stupida rossa, cos'ha in mente?" Sente la morbidezza del seno accarezzargli il braccio, vorrebbe girarsi di scatto e palpare quella tetta provocatrice con la rapidità di un felino in caccia, ma l'ascensore si ferma: sono arrivati! Trascinando fra i mugugni la valigia fin davanti alla sua porta, il mago G sorride continuamente alla sua ospite. Clotilde ricambia, ma dentro di sé pregusta il momento in cui le risate del suo amico si tramuteranno in lacrime! Il mago G apre, dopodiché fa strada alla sua ospite all' interno dell' alloggio. La donna è un vero schianto, pensa nuovamente, guardandola mentre si gira a prender visivamente le misure del salotto. "Le piace?" esordisce, elargendo alla sua nuova amica uno degli smaglianti sorrisi con cui è solito far leva sull' ingenuità delle casalinghe di mezzo mondo, durante le sue dirette. "Vive solo? "Beh, sì, ma cosa vuole, il lavoro, ... Faccio televendite, sa? Tratto oggetti pregiati, due giorni fa ho venduto un magnifico portafortuna regalatomi da un mago asiatico incontrato in uno dei miei viaggi!" Qui attacca con la storia che già avete sentito. Al termine, Clotilde sorride. "Lo sapevo, ho incontrato davvero un uomo singolare!" dice, simulando entusiasmo. Lui sorride, ma è il sorriso di uno squalo, a ben vedere. "È più stupida di quel che credevo!" pensa: "Sarà facile fare in modo che cada ai miei piedi!" Clotilde domanda: "Posso fare una chiamata? Devo avvisare l'albergo che arriverò in ritardo. Dove posso accomodarmi? Non vorrei disturbare, ..." Lui le mostra la camera degli ospiti. Lei si chiude al suo interno, compone un numero sul cellulare: dall' altro lato, risponde il principe delle tenebre. "Allora?" domanda Satana: "Come sta andando?" "Tutto bene, è più stupido di quanto pensassi. Non ha smesso di spogliarmi con gli occhi, ha fin simulato noncuranza nonostante si vedesse da chilometri come non riuscisse a portar la mia valigia senza enorme fatica!" "Bene, molto, molto bene!" sorride Satana, i cui occhi mandan lampi come se fosse in corso un nubifragio. "Continua a provocarlo, dobbiam farlo impazzire, quel brutto maiale!" Clotilde mette giù la chiamata, dopodiché si appresta a disfar la valigia. In realtà il bagaglio è meno pesante di quanto potreste pensare, ma la nostra astuta diavolessa ha avuto l'accortezza di scegliere una valigia con una rotella rotta, in modo che al trasporto sembri più difficile da portare, e più piena di roba. Con cura la nostra Tilly mette tutti i vestiti, uno più stuzzicante dell' altro, nell' armadio posto contro la parete, di fronte al letto, dopodiché, dopo essersi ravvivata la chioma di fuoco, torna dal nostro simpatico televenditore, che si è lanciato in una delle sue fantastiche creazioni culinarie, in cucina. In realtà, gentili lettori, avrete ben compreso che il nostro è mediocre fin come cuoco, tant'è vero che quando Tilly arriva in cucina, trova, davanti a quello che il padrone di casa ha deciso essere il suo posto, un piatto di tagliatelle in bianco ai funghi porcini, i famosi funghi porcini surgelati comprati dal mago G non molto prima del loro incontro. Lui, che ha avuto l'accortezza di riservar per sé la porzione più generosa, si siede in modo tale da aver l'ospite alla sua sinistra. "In albergo han detto che se non arrivo entro questo pomeriggio, la mia prenotazione salterà. Lei non può accompagnarmi, ..." esordisce Clotilde, con aria mesta. "Non guido, gliel'ho detto!" dice lui, mentre mangia di gusto. "Come farò ad arrivar lì per quell'ora? L'albergo è dal lato opposto della città!" Lui sistema gli occhiali, con il consueto gesto, elargendo un nuovo sorriso come quelli di cui è capace. "Può fermarsi qui, anche per tutta la durata della sua permanenza in città, se vuole. Sarà mia ospite. Cosa ne pensa?" "Lei è così buono!" sorride Clotilde, cingendogli un braccio. "Va bene, accetto. Sarò una coinquilina degna di questo nome!" Il nostro, sentendo le morbide mani di lei accarezzargli il braccio, quasi si dimentica di essere un padrone di casa che ha cucinato per la sua ospite, e, per istinto, le mette una mano su una coscia. Lei si ferma, lo guarda, guarda la mano, torna a guardarlo. "Oh, mi scusi!" dissimula lui, scostando la mano. Tilly sorride, fra sé e sé. "Sei un povero ebete!" pensa: "Basta solleticarti quel tanto che serve a farti perder del tutto la bussola, eh?" "Come si chiama?" domanda il mago G, finendo il suo piatto. "Mi chiamo Tilly!" sorride lei. "Tilly! È un bel nome, sa?" fa lui, ricambiando il sorriso. "Io mi chiamo in un modo che non mi piace!" continua lui, poco dopo: "Motivo per cui può chiamarmi G!" "Che roba strana!" sorride Tilly: "Perché le fa così ribrezzo il suo nome?" "Perché non mi piace, non son stato io a sceglierlo, quindi preferisco esser chiamato G!" Si rende conto di essere apparso improvvisamente scorbutico, così dissimula e sorridendo dice: "Preferirei che mi chiamasse G!" Di fronte al suo tono fattosi come per magia mieloso, Clotilde non può che celare un sorriso, quindi risponde: "Vada per G, allora!" "Ha voglia se usciamo a bere un caffè? Così, per festeggiare la convivenza!" Lei sorride ed annuisce. In quel momento, sentono un rumore, provenire dal balcone della cucina. "Vado io!" tuona il mago G, assumendo il ruolo del cavaliere senza macchia e senza paura. Apre la portafinestra, ma davanti a sé, con le zampe posate sulla ringhiera, vede un passero, che lo guarda a sua volta. "Tilly!" si sente chiamare la nostra bella rossa: "Sono io, son venuto qui per controllar che tutto vada per il verso giusto!" Può sentire il principe delle tenebre grazie alle capacità di interpretare i versi degli animali che tutti gli abitanti del mondo sotterraneo, gentili lettori, possiedono. "Lo ridurrò uno straccio, non temere!" risponde lei, tramite ultrasuoni. Il passero guarda ancora una volta il televenditore, fa un cip! che Tilly interpreta come: "Brutto maiale!", dopodiché vola via. "Brutta bestiaccia!" brontola il mago G: "La prossima volta che verrà qui, troverà un boccone avvelenato!" Si volta verso la sua ospite. "Non faccia caso alle mie parole, ma sa, non sopporto questi uccellacci, chissà quali malattie han dentro i loro corpi, non voglio pensarci!" Fa una smorfia. "Vogliamo andare, allora? Il caffè ci aspetta, Tilly!" esordisce subito dopo, tornando a sorridere. Escono. La porta in un locale nelle vicinanze della stazione, dall' aria dimessa, ma capirete, gentili lettori, il mago G ama far tanti soldi in fretta, ma, come vi ho già detto, ama altrettanto spender poco e raramente, quindi porta la sua ospite dove gli fan sempre credito, in quanto amico di vecchia data del padrone. Clotilde, che ha mangiato non senza fatica il piatto di tagliatelle scotte e con poco sale, beve il caffè, che si rivela all' altezza delle aspettative, ossia non di buona qualità. "Che porcheria!" pensa, trattenendo una smorfia. Il mago G invece beve la sua tazzina con gusto, mangia anche il cioccolatino fondente portato a parte, su un piattino, che invece, onde evitare ulteriori sorprese, Tilly ha evitato. "Le piace qui?" domanda il televenditore, pulendosi la bocca con un tovagliolo. "Sì, è bello!" risponde con voce piatta Tilly. Il mago G, dopo aver avuto cura di prender qualche altro tovagliolo che ha lestamente infilato in tasca, in caso dovesse servire, entra per pagare. Qui, come fatto altre volte, finge di aver dimenticato il portafogli, dando la colpa della sua carenza di memoria al troppo lavoro. Il padrone risponde che non importa, che lui lì è sempre benvenuto, che pagherà un' altra volta, ..., morale della favola, il nostro ancora una volta ha evitato le responsabilità della gente a modo. Prendendo Tilly sottobraccio, in modo audace, pensa lui, rivelandosi un arrogante che non chiede neanche per favore, pensa lei, la conduce in un giro turistico della città, del centro storico, dei principali monumenti, ma guardandosi bene dall' entrare ovunque serva pagare! Finito il giro, il mago G si occupa della cena, portando la sua ospite in una pizzeria d'asporto di sua conoscenza, dove le offerte son sempre vantaggiose, tornando a casa con due pizze, una focaccia dolce alla Nutella e due porzioni di patatine fritte, il tutto per una cifra tutto sommato modica. Mangiano di gusto, anche Clotilde, questa volta, perché la roba, effettivamente, è buona. Il televenditore mangia tutto senza colpo ferire, fa sparire pizza e patatine bevendo un paio di bicchieri d'acqua e nient'altro. Lei, invece, con la scusa di assaporare la pizza ed il resto delle bontà comprate, si trastulla con le patatine, le gusta prendendole con la punta delle dita, mordendole in modo sensuale ed assai non poco allusivo. Il mago G nota tutto questo, dissimula, come di consueto, con il gesto degli occhiali, ma se poteste vedere, gentili lettori, il pericoloso rigonfiamento dei suoi pantaloni esattamente lì dove pensate, sareste dell' idea che abbia accusato, almeno un po', il colpo. È il momento della focaccia dolce alla Nutella. Tilly mangia la sua metà nel modo più sensuale possibile, quando parte della Nutella cade sulla tovaglia lecca il tutto con noncuranza, simulata noncuranza, mandando in visibilio il sessuomane, che quasi vorrebbe masturbarsi lì davanti a lei, ma si limita a finir la sua metà di focaccia sistemando gli occhiali. Poco dopo, è il momento di andare a dormire, almeno, per Tilly. Si reca in bagno, il bagno per gli ospiti, perché sì, il nostro ha due bagni nel suo enorme alloggio, e si appresta a cambiarsi. All' interno del locale finge di non notare il foro nel muro, davanti a lei, celato fra due asciugamani appesi, che altro non è se non una piccola lente, che tramite un complicato sistema di piccole tubature inframuri arriva fin dalla cucina, dove tramite un' altra lente che permette di visionare immagini ingrandite il nostro gusta tutto quanto, mentre sorseggia la sua tazza di tè serale. "Che gnocca!" pensa, portando una mano lì dove pensate: "Che pezzo di gnocca, quella stupida rossa! Chissà, magari crede che io sia immune al suo fascino, magari lo fa fin apposta, non è da escludere. A tempo debito, avrà quel che merita!" Gusta tutto lo spettacolo, soffermandosi sulla visione della biancheria in pizzo, caldamente raccomandata a Tilly dal principe delle tenebre, dopo aver appurato, durante uno dei suoi pedinamenti sottoforma di mosca, che il pizzo sia uno dei materiali preferiti dal mago G. "Sì, posa quel reggiseno. Dai, bella, fammi veder le tette. Dai, voglio vederti nuda, come sei venuta al mondo. Dai, fallo per me!" Finisce la tazza di tè. Intanto, con suo sommo rammarico, è finito anche lo spettacolo, lei ha indossato il pigiama di seta, altro materiale che lo eccita da morire. Tilly esce dal bagno, entra nella camera per gli ospiti, entra nel letto e si addormenta, o almeno, così crede lui, che non molto tempo dopo, aperta con tutte le cure del caso la porta, entra nella camera, con gli ormoni a duemila o forse più. Cerca fra la biancheria intima, che lei ha posato su una sedia, le mutandine in pizzo, che le ha visto togliersi prima. Le prende, le annusa. "Che superfemmina che sei, Tilly!" pensa, prima di uscire, dopo aver richiuso la porta. Lei, sorridendo, si alza, si dirige verso la porta e chiude a chiave, dopodiché torna a letto, dove questa volta può dormire. La mattina seguente Tilly si alza, si reca in bagno, dove si prepara di tutto punto, torna in camera, si veste in modo più provocante possibile dopodiché bussa alla porta della camera del padrone di casa. Non giungon segnali di vita. Bussa nuovamente, sente bofonchiare un: "Chi è?" "Son Tilly! Se non ti dispiace, G, vorrei far colazione fuori, oggi. È una così bella giornata!" Lui si toglie le mutandine dal viso, che son state il motivo del suo parlar non in modo chiaro, si stira dopodiché si alza e va ad aprire. Poco dopo, un tonfo, sordo, amici lettori. Il nostro aveva con sé un bicchiere, che ogni sera porta in camera per prender le medicine che gli ha prescritto il medico, che in teoria, ma non in pratica, avrebbero il compito di abbassare il suo livello ormonale e permettergli di condurre un' esistenza normale, che quando ha potuto vedere la nostra Tilly gli è caduto di mano ed è finito, rompendosi in mille pezzi, a terra. La pericolosa rossa ha indossato per l'occasione una minigonna che le arriva sì e no a coprir le natiche, un paio di sandali neri lucidi con i tacchi a spillo, una maglietta che le accentua la morbidezza e l'abbondanza del seno, con una profonda scollatura, ed una fascia che le tiene indietro la chioma infuocata. "Dato che fa caldo, oggi, ..." esordisce lei, stringendosi nelle spalle. "Son troppo esposta, così?" chiede subito dopo, con aria interrogativa. "No, cara, vai bene!" risponde il mago G, prontamente. Lo spettacolo che segue, gentili lettori, è qualcosa che da solo varrebbe il prezzo del biglietto: immaginate di passeggiar per le strade ancora semideserte di una città da qualche parte nel mondo, durante una bella mattinata soleggiata e tiepida, quando vi imbattete in una coppia che cammina tenendosi a braccetto. Focalizzate la vostra attenzione sui due individui che compongono la coppia: lei più giovane, con il corpo pericolosamente esposto, una minigonna molto mini e ben poco gonna, due sandali con dei tacchi che dir vertiginosi è stare ancora bassi, una maglietta attillatissima che evidenzia due tette come meloni, morbide e sode, una pelle candida, una chioma rossa fiammante tenuta indietro da una fascia per capelli, due occhioni verdi e due bellissime labbra sciolte in un altrettanto bel sorriso; lui più vecchio, con gli occhiali da vista che ogni tanto sistema con pollice ed indice della mano sinistra, vestito con un paio di pantaloni di tela ed una camicia con le maniche corte. Lui magrolino, lei soda. Il giro turistico mattutino è una fonte costante d'eccitazione per il nostro televenditore, che a fatica riesce a tenere il membro nelle mutande, è il caso di dirlo, e le mani al loro posto. Tilly si struscia continuamente su di lui, ora per un motivo, ora per un altro, è scivolata e si aggrappa a lui sbattendogli le tette contro il corpo, si è chinata a raccogliere una moneta cadutale quando ha pagato a lui ed a sé stessa la colazione, scoprendo una porzione sufficientemente grande del suo bellissimo e candido didietro da far accelerare il battito cardiaco del nostro oltre il consentito, ... Per farla breve, per il mago G è stata una mattinata da ricordare. Gli ha anche dato un bacio, forse più umido del normale, su una guancia, per ringraziarlo una volta di più della sua, a detta di lei caldissima, ospitalità. Tornano a casa per pranzo, il mago G ha preparato questa volta risotto, troppo cotto, ai funghi porcini, surgelati, chiaramente, e dopo il pasto ha preparato per sé e per la sua ospite il tè. Più tardi, è tempo di registrare una nuova puntata, come di consueto in diretta, del programma più seguito dai telespettatori in tarda età di tutto il paese, ovvero la televendita del mago G, l'unico ed inimitabile. Come di consueto, anche oggi arriva, puntuale, il suo fidato assistente, che saluta rispettosamente Tilly, che per l'occasione ha sostituito l'ardito guardaroba mattutino con una vestaglia di seta che copre il suo corpo in biancheria, quella stessa seta tanto amata dal televenditore. Lei si siede sul divano in salotto, sorride al suo amico, che ricambia il sorriso sistemando l'immancabile giacca sulle sue spalle. "Si va in scena!" sorride, inforcando gli occhiali e sfoderando il suo consueto sorriso. Quel giorno, udite, udite, il suo amico barista, complice nelle truffe ai danni di ignari telespettatori, direte voi, ma io mi astengo dai giudizi, gli ha procurato nientemeno che due tele di provenienza fiamminga, che a detta del mago G provengono da una collezione, che si riteneva andata perduta, appartenuta ad un conte morto suicida svariati anni prima. Le tele, spiega il mago G, sarebbero databili attorno al XVII secolo. "Gentili telespettatori, oggi abbiamo un vero affare. Un vero affare!" esordisce il televenditore, sistemando gli occhiali. "Per voi, recuperate per puro caso, appartenute ad un conte morto suicida, ormai anni fa, due tele, autentiche, di provenienza fiamminga, datate XVII secolo. Avete capito, gentili telespettatori? Oggi vi propongo un autentico affare!" In realtà, le tele son due falsi, molto ben fatti, ma due falsi, e non provengono da nessuna collezione appartenuta ad un conte morto suicida, ma son state realizzate su commissione dello stesso mago G da un amico del suo amico barista. Cosa non si fa in nome di un sentimento puro come l'amicizia, gentili lettori! "Pubblico da casa, non buttate al vento l'occasione che vi sto dando. Ripeto, due tele fiamminghe del XVII secolo, autentiche, posson diventar vostre, se chiamerete entro il primo stacco pubblicitario, ne avrete una omaggio. Omaggio, capite?" Tilly, che ha ottenuto il permesso di assistere alla puntata, ha avuto l'accortezza, mentre il suo amico parlava, di imporre le mani davanti a sé, per un breve momento, ma sufficiente a permetterle di controllare la mente di un' altra persona. In questo modo, tutto quello che il mago G pensa viene reso pubblico, come se fosse lui stesso a parlare, come se fosse un ventriloquo. Tilly accavalla le gambe, scoprendo più pelle del dovuto, ma fingendo noncuranza, incrociando le mani contro un ginocchio, ma ecco che il gesto ha sortito l'effetto sperato. "Che gambe, madonna!" "Cos'è stato?" domanda l'assistente, che poco dopo esclama: "Sei stato te?" "No!" risponde il mago G, mentendo, ma in realtà aveva pensato quella frase, poco prima. "Su, pubblico da casa, amici ed amiche che mi seguite da casa, fate in fretta, chiamate! Per voi due fantastiche tele fiamminghe del XVII secolo, originali, appartenute ad un conte, pensate, morto suicida anni fa, a causa di debiti di gioco!" Una prima chiamata. "Salve!" dice il mago G: "In cosa posso aiutarla? Chiama per le tele?" "Sì!" risponde una voce che Tilly riconosce esser quella del principe delle tenebre. Il cliente domanda il prezzo delle tele, il mago G lo comunica, ripetendo che qualora l'affare andasse in porto entro il primo stacco pubblicitario, una tela sarebbe in regalo. "Va bene!" dichiara il cliente, dall' altro lato del filo. "Perfetto!" esclama il televenditore. "Avete visto, gentili telespettatori? Vi siete lasciati sfuggire un' occasione unica, ripeto, unica. Le tele vanno al gentile signore che ha chiamato poco fa!" Il cliente chiama, comunica gli estremi per la spedizione, il mago G quelli per il pagamento. Intuendo che possa esserci sotto qualcosa, Tilly procede con il piano concordato. "Dai, che è fatta. Un altro idiota ha abboccato all' amo!" "Cosa fai?" domanda, preoccupato, l'assistente. "Non ho detto niente, eh!" dice il mago G. "Soldi facili anche questa volta!" "Un momento!" esclama il televenditore: "Chi mi legge nel pensiero? Cosa ho appena sentito?" Si tappa la bocca: no, pensa. Un momento dopo riceve una seconda chiamata. "È impazzito, per caso?" È la voce del padrone dell' emittente televisiva che trasmette il programma del mago G. "Vuol per caso far crollare gli ascolti?" "Perché? Cosa è capitato?" "Capita che quando la puntata sarà mandata in onda in differita, se la sentiran dire queste menate, che io non so cosa riguardino, oltretutto, nessuno vorrà guardarla!" "Gli ascolti crolleranno, ha capito?" prosegue, furibondo, il padrone della rete. "Mi permetto di dirle che tutto andrà per il meglio!" "Lo spero, per lei!" La chiamata termina. L'assistente comunica che dati gli inconvenienti, forse sarebbe il caso di lasciar perdere e terminar le riprese. Un momento dopo, un: "Porca puttana, devo guadagnare. Voglio far soldi, non star dietro le menate di quel coglione di direttore televisivo!" scuote la quiete. "Cosa fa?" tuona poco dopo la voce del padrone dell' emittente, che ha chiamato nuovamente. "Ecco, non so, deve credermi!" "Smetta subito, faccia terminar le riprese. Subito, ha capito?" Poco dopo, mette giù. Le riprese vengon sospese. Durante la pubblicità eran stati dati gli estremi per l'affare. Ora il mago G è furibondo. "Cristo, lei si contenga, smetta di accavallar le gambe, mi toglie la concentrazione, per Dio!" "Mi dai del lei?" domanda, fingendo stupore, Tilly. "Al diavolo, non capisco neanche più cosa dico!" Lui nasconde il viso fra le mani. "Tutto bene? Vuoi che vada a prender dell' acqua?" "Voglio scoparti, ecco cosa voglio. Solo che te non lo capisci, continui a provocarmi con quei tuoi vestiti da troia!" Nuovo pensiero, diciamo, ad alta voce. "Cosa? Come ti permetti? Tilly si allontana, sdegnata. "Ti voglio!" esordisce lui, di colpo. "Mi sei piaciuta dal primo momento che ti ho vista, Tilly. Devi esser mia, devi!" Si muove verso di lei, ma prima che possa metterle le mani addosso il suo assistente si frappone fra preda e predatore. Eviterò di spiegar più dettagliatamente chi sia chi, ma voi avrete già intuito, gentili lettori. "Togliti di mezzo!" urla il mago G all' assistente: "Togliti o sarà peggio per te!" "Non ti permetterò di farle del male!" Eh, sì, poiché a volte il mondo è strano, anche i truffatori possono avere istinti da cavalieri d'altri tempi, a volte! L'assistente continua a far scudo a Tilly, ma in realtà non fa scudo a nessuno, perché lei è agilmente scivolata via, alle spalle del mago G. L'assistente, stupito, la guarda, facendo così voltare il suo socio, o complice, come volete voi. "Sei lì, eh?" dice il mago G, furibondo ed eccitato al tempo stesso. "Fermo!" urla l'altro, placcandolo prima che possa fare un passo verso la donna. Il mago G riesce però a liberarsi, sferra un pugno in pieno viso all' assistente, che rovina al suolo. "Sei mia!" urla il televenditore, imbirrito, correndo dietro Tilly che si fionda nella camera degli ospiti. "Non puoi sfuggirmi, sgualdrina!" urla il mago G gettandosi su di lei, ma troppo in ritardo per andare a segno ed in tempo per finir dritto nell' armadio rimasto aperto, rovinando a terra fra grucce ed abiti appesi. Lei recupera in fretta e furia la valigia e schiocca le dita. Un momento dopo, lui si rialza, con suo enorme stupore lei non c'è più! In compenso arriva l'assistente, che davanti a lui dichiara: "Dirò che mi hai malmenato, non voglio più aver niente a che fare con te. Se proverai a metterti in contatto con me, verrai prontamente denunciato!" Lo sgomento mago G resta solo nel suo alloggio. Quella sera, il direttore dell' emittente lo chiama, comunicando che anche in seguito alla telefonata ricevuta dal suo assistente il loro rapporto di lavoro è da considerarsi terminato. Sospirando, il nostro ormai ex - televenditore si appresta a porre fine alla sua ignobile e truffaldina vita, gettandosi dalla finestra della camera per gli ospiti, quando, miracolo, in nome dell' Onnipotente, ecco cosa farà: concluderà comunque la vendita, poiché l'affare è andato in porto, delle tele! Con il ricavato andrà all' estero, dove ricomincerà tutto da capo, continuando ad approfittare della buonafede altrui! Che idea geniale, solo a lui sarebbe potuta venire in mente! Il giorno dopo provvede alla spedizione delle tele, dopo altri due giorni riceve sulla sua carta di credito il pagamento. È felice come una pasqua, così felice da non aver fatto caso alla misteriosa sparizione dei vestiti lasciati in camera da Tilly al momento della sua scomparsa. Inutile dire, cari lettori, che la diavolessa, tornata nel mondo sotterraneo, con un pronto schiocco di dita ha provveduto a far tornare tutti gli abiti al loro posto, ovvero nei suoi armadi personali. La sera del ricevuto pagamento, per tirarsi su il nostro buon mago G va a bere il consueto caffè dall' amico barista, questa volta, sotto lo sguardo in parte stupito del personale, paga. Sia chiaro, solo questa consumazione, non le precedenti, però paga! Uscito dal locale, va a cena fuori per la prima volta dopo cinque anni, prende antipasto, primo, secondo, contorno, dolce, caffè e digestivo! Sazio e contento, si avvia alla cassa, pronto a strisciar la carta di credito. Immaginerete il suo stupore quando, al momento di controllare il saldo, poiché lo fa ogni volta che spende, a suo modo di vedere, più del dovuto, si accorge dell' assenza della somma ricevuta in pagamento per le due tele. Pensando ad un errore, si ripropone di andare il giorno seguente in banca per delucidazioni. Quella mattina, però, mentre si appresta ad uscire, suonano alla porta. Va ad aprire, sbarrando gli occhi quando vede davanti all' uscio due agenti di polizia. Si presentano e chiedono se possa seguirli in questura. Il perché, cari lettori, è presto svelato: il principe delle tenebre, ricevute le tele, ha provveduto a recapitarle, con una magia, in questura, con un biglietto anonimo che spiega come si tratti in realtà di falsi, perfetti, ma non di opere autentiche. Si suggerisce di indagare la figura del mago G, il famoso televenditore, che glieli ha venduti spacciandoli per veri. Una perizia ha dimostrato che si tratti, effettivamente, di falsi. Prelevato per tempo, il nostro viene subissato di domande, in questura, non avendo dato risposte ritenute convincenti viene trattenuto. Come potrete intuire, verrà allestito un processo a carico del mago G. Una mosca ha seguito il fermo e la traduzione del nostro in carcere, una mosca che tornata in un luogo per lei sicuro ha mutato forma, assumendo le sembianze di Satana in persona! La figura distinta, con i capelli tirati indietro con la brillantina, le orecchie appuntite, la barba folta ed i lineamenti marcati, passeggia in un bel salotto pieno di mobili antichi, con un soffice ed ampio divano davanti al quale si staglia un televisore di ultima generazione, con un enorme schermo a cristalli liquidi. Sul divano siede una bella figura femminile, con lunghi e setosi capelli neri, le orecchie, anche loro, appuntite, le mani con lunghe unghie smaltate, un abito nero aderente a coprire le curve abbronzate. Particolarità, il suo occhio destro è marrone, quello sinistro invece è azzurro. "Tilly!" esordisce il principe delle tenebre, posando una mano sulla spalla della diavolessa: "Hai fatto un ottimo lavoro. Io ho pensato al resto, ho provveduto a spedire quel simpatico briccone in vacanza a spese del suo paese per un po', perché non ha alcun modo di spuntarla, al processo. Ti ringrazio per esser stata la mia fedele compagna di vendetta!" Lei sorride. "Caro!" dice, con voce suadente: "Mi piace quando mi tocchi così. Mi piace, è una carezza infuocata!" Lui sorride, di rimando. Si reca verso il mobile che conoscerete, cari lettori, ne trae la solita bottiglia, due bicchieri, però, questa volta. "Detto, fatto!" dice poco dopo, schioccando le dita dalle unghie appuntite. Come per magia, dalla bottiglia, nei due bicchieri, non vien fuori acqua naturale, ma vin bianco spumante della miglior qualità. Porge un bicchiere a Clotilde, dopodiché brindano. "Sai?" domanda Satana: "Mi domandavo, non è che potresti farmi veder meglio come avevi creato la rossa che ha contribuito a spedire il balordo al fresco? È vero che sono arrivato, quel giorno, sul balcone, ma è stato un momento, non mi ricordo come fosse fatta!" Clotilde sorride, si alza in piedi davanti a lui, schiocca le dita, e come per incanto, gli occhi del principe delle tenebre si posano su una bellissima rossa dagli occhi verdi e dalle forme piene e bianche. Lui la prende per mano e dice: "Ho comprato un nuovo materasso, ad acqua. Dicon che sia una cannonata, cosa ne pensi se lo testiamo?" "Mi sembra una buona idea!" risponde lei, seguendolo oltre una porta che si apre su un lato della camera. A questo punto, lasciando la coppia alla sua opera di valutazione del materasso ad acqua, posso affermare, gentili lettori, che da questa storia abbiamo tratto almeno tre importanti insegnamenti: primo, non fidarsi dei televenditori; secondo, mai accogliere in casa nostra degli sconosciuti, neanche se son delle Tilly dai capelli rosso fuoco; terzo, ma non ultimo, dati gli accadimenti narrati, l'espressione "buon diavolo" non sembra così campata in aria come potremmo pensare!
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