Il migliore dei mondi - Capitolo otttavo e ultimo
di
Castello
genere
comici
Capitolo ottavo
Giorno n. 6 – ore 06:00. Il vecchio rivoluzionario, unico sovversivo che i servizi segreti hanno segnalato in rosso ritenendo impossibile una sua conversione poiché palesemente pazzo, comincia il suo solito giro nei vicoli della cittadina. Ma trova inspiegabilmente tutte le porte chiuse. Alla fine però qualcuno degli ex sovversivi si confida e allora capisce quello che è avvenuto poche ore prima. Uno gli confida, sia pur con molta vergogna: “a me hanno offerto il culo di mia cugina: sono 20 anni che ci fantastico sopra....”. Un altro con gli occhi bassi gli dice: “a me hanno offerto i buchi di mia moglie gratis una volta al mese....sai è un'offerta buona....”. Un'altra convinta di aver ottenuto molto gli dice con la faccia radiosa: “a me hanno offerto di darmi un euro per ogni inculata e un euro e mezzo per ogni ingoio...che farò al quartiere delle troie.....non ho ben capito il perché di questa differenza di mezzo euro....forse le mie recensioni ..….ma in ogni caso in fondo all'anno capace che ci faccio tre o quattromila euro...” al che il vecchio rivoluzionario, suo malgrado risponde: “....ti ci vorranno di medicine per il tuo culetto....”.
In breve il vecchio rivoluzionario capisce che gli agenti segreti gli hanno fatto terra bruciata. Tutti gli aspiranti sovversivi e tutte le aspiranti sovversive sono stati comprati per un piatto di lenticchie o di misera prestazione sessuale. Tutte salvo una.
Giorno n. 6 – ore 12:00. Nella pubblica piazza della cittadina un'ex suorina subisce un pubblico processo sul genere della Santa Inquisizione. Ella è accusata di essere posseduta dal diavolo o, forse, addirittura, di essere la diavolessa in persona. Durante tutta la notte gli agenti segreti hanno provato in tutti i modi a convincerla ad abbandonare il progetto di sovversione; ci hanno provato con le buone, finanche offrendole un ruolo di primo piano nella gestione delle troie, ben remunerato e persino proponendole l'esenzione della messa a disposizione dei suoi buchi, vista la sua inspiegabile avversione a farsi inculare da tutti; ci hanno provato anche con le cattive mostrandole, attraverso violentissime sodomizzazioni, quale sarebbe stato il suo futuro in caso di persistenza dell'idea rivoluzionaria. Ma quella niente, unica fra i 3.500 sovversivi in pectore, sempre sulle sue posizioni a sostegno della rivolta. Allora il governo ha pensato di rigirare il caso a suo vantaggio offrendo in pasto all'opinione pubblica lo spettacolo del processo tipo Santa Inquisizione ma con il vero scopo di far passare un messaggio sublimale o forse, a dire la verità, anche per nulla sublimale: “ecco cosa capita a chi contrasta, inspiegabilmente, le sorti magnifiche e progressive della nostra società”.
Il processo naturalmente è un avvenimento mediatico fantasmagorico ma anche seguito dal vivo sopratutto dai cittadini maschi della cittadina. Ad interrogare la ex suorina c'è un vescovo compiacente con il governo e con fama di psicopatico esorcista assetato di sesso, accompagnato da due energumeni incappucciati che tengono per le braccia la malcapitata. La giuria è formata dai giudici rigorosamente maschi, scelti dal governo per la loro ubbidienza nonché, visto il caso trattato, anche per le loro malvagie perversioni sessuali.
Vescovo: “risponda l'imputata: si ritiene colpevole?”
Imputata: “siete voi i colpevoli. Tutti quanti. Siete colpevoli di aver creato una società di sfruttatori e sfruttati, di ricchi e poveri, dove la malvagità viene premiata, dove la cattiveria la fa da padrone, dove chi lavora viene irriso, dove il sesso è tutto fuorché amore, dove i rapporti fra i cittadini sono improntati solo all'egoismo, dove la donna è considerata solo oggetto con i buchi, dove... …..”
Vescovo: “Basta. Come osi accusare la sacra corte di giustizia e il suo procuratore, cioè io, persone integerrime e fedeli servitori del popolo”.
Imputata: “integerrimi? Siete solo dei viziosi psicopatici che avete in testa solo figa e buco del culo e per soddisfare le vostre insane voglie non esitate a sottomettere, a umiliare a rendere schiavi donne e uomini ….vergognatevi...”
Vescovo: “Zitta demonio che non sei altro. Sei tu sotto processo e invece di difenderti dalle gravissime accuse, cosa evidentemente che ti è impossibile fare, pensi di ingannare chi segue questo processo con le tue assurde fantasie. Ma ora basta! Chiamo a deporre il signor XMM”
Il teste XMM era il capo del gruppo armato incaricato dal direttivo delle troie a prelevare le suorine del convento di clausura per raggiungere il numero target di donne tale da rendere valido il contratto stipulato con l'ingegnere, all'epoca super-miliardario.
Vescovo: “Teste XMM illustri alla giuria e al pubblico che ci segue cosa ha trovato quando è entrato nel convento di clausura; la prego di essere diretto, perchè siamo tutti adulti e non abbiamo tempo da perdere”.
Teste XMM: “beh siamo entrati di sorpresa avendo fatto saltare la porta di ingresso con la dinamite e una volta dentro abbiamo trovato alcune suorine, poche a dire la verità, a pregare con il rosario in mano; invece la maggior parte di loro era tutta intenta a leccarsi la figa e – penso – anche il culo; posso dire inoltre che c'erano più cetrioli nelle camerette delle suorine che nel negozio del fruttivendolo qui sotto”.
Vescovo: “Ecco cosa era quel convento!!! Era la sede del diavolo!!!! Cosa ha da dire l'imputata a questo proposito?”
Imputata: “E' anche se fosse vero che nel convento c'era amore saffico e autoerotismo con cetrioli quale è il problema e quale è il reato? Era tutto consensuale come sempre dovrebbe essere il sesso e non imposto con la violenza o con il ricatto come fate voi per i vostri perversi e malvagi desideri”.
Vescovo: “Questa è blasfemia!!! Voi suorine del convento di clausura avevate l'obbligo della castità e dell'obbedienza; e siete venute meno a questi sacri principi: vergogna!!! Ora chiedo agli assistenti incappucciati di mostrare alla giuria e al pubblico i buchi dell'imputata”.
A queste parole un'ondata di spettatori, per vedere meglio, si precipita ai piedi del palco ove si svolge il processo. Gli incappucciati che sono 150 kg ognuno contro i 48 kg della ex suorina non hanno difficoltà a prenderla di peso, strappandole i vestiti di dosso mettendola a pecorina e aprendole con le mani con violenza le chiappe.
Dalla platea e anche dalla giuria si alza un: “ohhhhhhhhh”.
Vescovo: “Ebbene tutti avranno visto in che modo l'imputata ha i buchi slargati, segno evidente di un uso esattamente opposto a quello previsto dalla regola dell'ordine conventuale; è evidente a tutti che ella è una viziosa indemoniata! cosa ha da dire l'imputata a questo proposito?”
Imputata: “dico che sono 4 giorni che mi avete obbligato a lavorare nel quartiere delle troie e in questi 4 giorni mi avete costretto a prendere una sessantina di cazzi nel culo e poiché mi sono capitati cazzi di giovani neri clandestini – certo meglio dei vostri cazzetti mezzi mosci – mi hanno un bel po' slargata.”
Vescovo: “Nessuno ti ha obbligata a fare nulla. Sei tu che, guidata dal demonio, per bramosia di denaro, hai firmato il contratto e poi hai dovuto adempiere alle obbligazioni ivi previste come è giusto che sia e come la nostra superiore civiltà stabilisce: i sacri impegni contrattuali si onorano sempre!!!”.
Imputata: “Ma è falso. Lo stesso teste XMM ha poco fa detto che ci ha prelevate noi suorine facendo saltare con la dinamite la porta di ingresso del convento!!!! La firma del contratto è stata estorta con la violenza più bruta immaginabile!!!”
Vescovo: “Basta!!! Si rimanga dentro il perimetro delle accuse senza divagare!!! Tengo a precisare alla giuria che il tema della validità del contratto non è oggetto del presente processo e comunque esso è stato ritenuto legittimo dalla giurisprudenza nazionale, europea e mondiale.”
Presidente della giuria: “la prego vescovo, si avvii a chiudere la requisitoria che non abbiamo molto tempo; noi membri della giuria abbiamo tutti degli appuntamenti al quartiere de “il meritato svago maschile” che poi sono cazzi vostri se li saltiamo”.
Vescovo: “Mi rivolgo per una ultima volta all'imputata. Lo vorrei fare con estrema bontà nonostante le ingiurie che ella ha formulato ripetutamente a me, alla corte, alla nostra amata società e finanche al nostro dio. Ebbene, affinché io chieda alla corte la sua assoluzione è sufficiente che ora lei rinneghi la rivoluzione. E chiedo che lo faccia in modo sobrio e umile prostrandosi in ginocchio e riconoscendo che la nostra società è la migliore possibile e l'ordine sociale diseguale che la regola è giusto poiché ognuno ha il posto che si merita. Poi, visto che ci siamo, la dichiarazione deve essere fatta oltre che verbalmente, anche per scritto, poi con messaggio vocale e infine con una intervista, avendo cura di lacrimare e chiedere perdono per così tanta impudenza. Concludo dicendo che tutti i 3.500 rivoluzionari si sono ravveduti e manca solo lei, la qui presente imputata. Attendiamo con trepidazione un suo pentimento e poi potremo finalmente andare tutti a casa dalle nostre amate famiglie a pregare dio affinché ci conservi questa splendida società, oppure, come i signori giurati, a trascorre lieti momenti nel quartiere de “il meritato svago maschile”.
Imputata: “Mai e poi mai. Siete solo una banda di pervertiti. La vostra società fa schifo ed è la peggiore fra quelle possibili. Dio, ammesso che esista veramente, non è vostro o nostro ma è di tutti e voi, lo avete già tradito un milione di volte. Io sarò incarcerata ma altri mille o milioni di rivoluzionari seguiranno il mio esempio e non avrete scampo; maledetti parassiti sanguisughe!!”
Vescovo: “Purtroppo tutti avete potuto vedere che il diavolo si è impossessato dell'imputata. Forse addirittura l'imputata è il diavolo o – visti i buchi - la diavolessa. Detto per inciso, io pur essendo ecclesiastico, non ho mai capito bene quale possa essere il sesso del demonio. Io però propenderei per il sesso femminile vista la manifesta intrinseca bontà di noi maschi e quindi l'imputata potrebbe essere benissimo il demonio in persona. Ma non voglio divagare. Voglio formulare la richiesta di pena. Ebbene chiedo che l'imputata sia rinchiusa nuda in una gabbia e appesa in cima al campanile della cattedrale della cittadina per l'eternità; tutti dovranno vedere cosa succede a chi mette in dubbio la bontà della nostra amata e amorevole società; poi naturalmente, visto che è anche una bella figa e tanto ben di dio o – se vogliamo – tanto ben di demonio non va certo sprecato, tutti i cittadini maschi che lo desiderano potranno usare i buchi dell'imputata gratuitamente facendo scendere la gabbia con un congegno appositamente creato”.
Un mormorio si alza dalla platea del pubblico che tende ad avvicinarsi ancora di più al palco per vedere meglio la merce gratuitamente a disposizione.
Il presidente della giuria: “Il caso è talmente chiaro che non abbiamo bisogno di discutere. L'imputata è pluri colpevole. E' colpevole di aver ripetutamente ingiuriato questa corte. E' colpevole di aver disobbedito consapevolmente alle sacre leggi scritte e non scritte della nostra amatissima società. E' colpevole di manifestare la volontà di non adempiere al contratto da lei liberamente sottoscritto. E' colpevole di mettere in dubbio l'esistenza di dio che, sia chiaro, è nostro e non di tutti. Ma la colpevolezza più grave è quella di dichiarare pubblicamente che vorrebbe abbattere la nostra società con una rivoluzione: questo è orrore puro, malvagità assoluta, sintonia dovuta verso i potenti ridotta allo zero cosmico. Ella, per tutto ciò, dovrà essere pesantemente punita per l'eternità. Si accoglie quindi la richiesta del vescovo - pubblico ministero. L'imputata sia denudata e rinchiusa in una gabbia trasparente in modo che tutti possano vedere i suoi osceni buchi, strumenti di perversione del demonio. La gabbia sia appesa al campanile della cattedrale in modo tale che a tutti coloro che gli baleni l'idea e il desiderio di cambiare il mondo e – come dicono nei loro slogan - vorranno alzare lo sguardo dalla terra per conquistare il cielo della giustizia e dell'uguaglianza troveranno la gabbia; perché è lì che finiranno se vorranno ribellarsi al destino di sottomissione a loro riservato da dio e – sopratutto - dal potere senza tempo e senza luogo e cioè – per chi ancora, duro di comprendonio, non l'avesse capito - da noi. Ma ciò non sarà sufficiente: i buchi dell'imputata, palesi strumenti della malvagità del demonio, dovranno essere benedetti per l'eternità con il seme di dio che, per una costruzione teologica troppo complicata da spiegare alle menti semplici di chi ci ascolta, solo i maschi che sostengono e difendono questa società hanno nelle loro palle. Quindi, tradotto in linguaggio comprensibile: l'imputata è a disposizione gratuitamente e per l'eternità di tutti i maschi della cittadina che possono farsi spompinare con ingoio, possono incularla e scoparla liberamente riempiendola di sperma benedetto. Così è deciso e così sia per l'eternità. La seduta è tolta. E ora finalmente possiamo andare a trascorre lieti momenti nel quartiere de “il meritato svago maschile”.
Come fedeli cronisti dell'avvenimento dobbiamo segnalare diverse cose che accaddero nella platea del pubblico.
La prima è che gli spettatori erano totalmente di sesso maschile e locali. In sostanza erano i mariti, fidanzati e amanti delle troie che lavoravano (o forse faremo meglio a dire che facevano le schiave sessuali) nel quartiere delle troie. Ad essi veniva negato dalle rispettive donne, causa nausea da cazzo, qualsivoglia rapporto sessuale e come si ricorderà avevano addirittura fatto anche un corteo per manifestare la propria insoddisfazione. Quindi erano tutti particolarmente interessati al fatto che avrebbero potuto inculare, scopare e farsi spompinare gratuitamente cosa – per altro – anche da una bella figa quale era chiaramente la ex suorina. La platea quindi aveva degli ondeggiamenti di eccitazione che nel momento della lettura della condanna avevano ridotto lo spazio fra loro e l'imputata che poteva essere quasi toccata.
Ma alle parole del Presidente della giuria che “... tutti i maschi della cittadina …. possono farsi spompinare con ingoio” l'imputata aveva digrignato i denti mimando con faccia da belva indemoniata dei morsi che tutti gli eccitati ometti, per un attimo, sentirono nei loro organi sessuali. In un battibaleno l'ondeggiamento della platea prese il verso contrario e tutti si allontanarono dalla ex suorina. Per inciso i fatti successivi attesteranno che nessun maschio della cittadina e anche fuori dalla cittadina ebbe il coraggio di farsi spompinare; la paura fu talmente tanta che nessuno ebbe il coraggio nemmeno di incularla o scoparla; si diceva infatti che il demonio probabilmente aveva i denti, oltre che in bocca, anche negli altri buchi e comunque nessuno volle verificare questa inverosimile circostanza.
Il secondo accadimento riguarda il tormento del vecchio rivoluzionario che aveva con grande fatica e passione creato la rete dei 3500 clandestini sovversivi. Egli con il morale sotto terra aveva visto in poche ore svanire come neve al sole la sua rete, i cui componenti erano stati comprati con un piatto di lenticchie. Di essa rimaneva solo la ex suorina ed egli, spettatore del processo, pianse amaramente e se fosse servito a qualcosa avrebbe persino dato la sua vita in cambio della libertà dell'imputata. Ma la cosa che più lo sconcertò fu l'indifferenza e la mansuetudine dei sottomessi cittadini della cittadina. Essi non solo non reagivano in nessun modo alle potenti invettive della ex suorina ma addirittura facevano la faccia bavosa di desiderio quando si prospettò l'ipotesi di usarla sessualmente. Poi siccome erano solo dei profittatori smidollati all'imputata, per tenerli a bada, bastò un digrigno di denti con accluso il sinistro rumore fatto dalla parte superiore della dentiera che batteva su quella inferiore.
Il vecchio rivoluzionario concluse – e sfidiamo altri a concludere in modo diverso – che per l'umanità non c'era più nessuna speranza. Il potere sopraffattore era riuscito ad ottenere la vittoria definitiva; in modo sofisticato e senza rilevante violenza aveva convinto tutti che quel mondo era il migliore possibile e sopratutto che le regole ingiuste e diseguali erano fatte nell'interesse di tutti. Non solo del sopraffattore ma anche del sopraffatto.
Il vecchio rivoluzionario – tuttavia – non si rassegnò.
Nella sua abitazione da tempo osservava il comportamento del suo gatto, chiamato “spartacus”. Il gatto, come tutti i gatti, perseguiva con tenacia il proprio interesse; non si convinceva alle contorte spiegazioni di chicchesia a fare cose diverse. Se riteneva di andare a dormire su una poltrona ci andava e basta. Se aveva fame cominciava a miagolare anche per ore indifferente ad ogni discorso.
Dunque, concluse il vecchio rivoluzionario, è più facile lavorare sui gatti che sugli umani per cambiare la società attraverso una rivolta. Da allora iniziò con dedizione l'addestramento.
E tutti lo considerarono completamente pazzo e gli affibbiarono il soprannome “il rivoluzionario dei gatti”. Ma agli attenti lettori che, indefessi, sono riusciti ad arrivare alla fine del racconto si porge una domanda: il vecchio rivoluzionario era il solo ad essere pazzo?
Fine
broberto_75@libero.it
Giorno n. 6 – ore 06:00. Il vecchio rivoluzionario, unico sovversivo che i servizi segreti hanno segnalato in rosso ritenendo impossibile una sua conversione poiché palesemente pazzo, comincia il suo solito giro nei vicoli della cittadina. Ma trova inspiegabilmente tutte le porte chiuse. Alla fine però qualcuno degli ex sovversivi si confida e allora capisce quello che è avvenuto poche ore prima. Uno gli confida, sia pur con molta vergogna: “a me hanno offerto il culo di mia cugina: sono 20 anni che ci fantastico sopra....”. Un altro con gli occhi bassi gli dice: “a me hanno offerto i buchi di mia moglie gratis una volta al mese....sai è un'offerta buona....”. Un'altra convinta di aver ottenuto molto gli dice con la faccia radiosa: “a me hanno offerto di darmi un euro per ogni inculata e un euro e mezzo per ogni ingoio...che farò al quartiere delle troie.....non ho ben capito il perché di questa differenza di mezzo euro....forse le mie recensioni ..….ma in ogni caso in fondo all'anno capace che ci faccio tre o quattromila euro...” al che il vecchio rivoluzionario, suo malgrado risponde: “....ti ci vorranno di medicine per il tuo culetto....”.
In breve il vecchio rivoluzionario capisce che gli agenti segreti gli hanno fatto terra bruciata. Tutti gli aspiranti sovversivi e tutte le aspiranti sovversive sono stati comprati per un piatto di lenticchie o di misera prestazione sessuale. Tutte salvo una.
Giorno n. 6 – ore 12:00. Nella pubblica piazza della cittadina un'ex suorina subisce un pubblico processo sul genere della Santa Inquisizione. Ella è accusata di essere posseduta dal diavolo o, forse, addirittura, di essere la diavolessa in persona. Durante tutta la notte gli agenti segreti hanno provato in tutti i modi a convincerla ad abbandonare il progetto di sovversione; ci hanno provato con le buone, finanche offrendole un ruolo di primo piano nella gestione delle troie, ben remunerato e persino proponendole l'esenzione della messa a disposizione dei suoi buchi, vista la sua inspiegabile avversione a farsi inculare da tutti; ci hanno provato anche con le cattive mostrandole, attraverso violentissime sodomizzazioni, quale sarebbe stato il suo futuro in caso di persistenza dell'idea rivoluzionaria. Ma quella niente, unica fra i 3.500 sovversivi in pectore, sempre sulle sue posizioni a sostegno della rivolta. Allora il governo ha pensato di rigirare il caso a suo vantaggio offrendo in pasto all'opinione pubblica lo spettacolo del processo tipo Santa Inquisizione ma con il vero scopo di far passare un messaggio sublimale o forse, a dire la verità, anche per nulla sublimale: “ecco cosa capita a chi contrasta, inspiegabilmente, le sorti magnifiche e progressive della nostra società”.
Il processo naturalmente è un avvenimento mediatico fantasmagorico ma anche seguito dal vivo sopratutto dai cittadini maschi della cittadina. Ad interrogare la ex suorina c'è un vescovo compiacente con il governo e con fama di psicopatico esorcista assetato di sesso, accompagnato da due energumeni incappucciati che tengono per le braccia la malcapitata. La giuria è formata dai giudici rigorosamente maschi, scelti dal governo per la loro ubbidienza nonché, visto il caso trattato, anche per le loro malvagie perversioni sessuali.
Vescovo: “risponda l'imputata: si ritiene colpevole?”
Imputata: “siete voi i colpevoli. Tutti quanti. Siete colpevoli di aver creato una società di sfruttatori e sfruttati, di ricchi e poveri, dove la malvagità viene premiata, dove la cattiveria la fa da padrone, dove chi lavora viene irriso, dove il sesso è tutto fuorché amore, dove i rapporti fra i cittadini sono improntati solo all'egoismo, dove la donna è considerata solo oggetto con i buchi, dove... …..”
Vescovo: “Basta. Come osi accusare la sacra corte di giustizia e il suo procuratore, cioè io, persone integerrime e fedeli servitori del popolo”.
Imputata: “integerrimi? Siete solo dei viziosi psicopatici che avete in testa solo figa e buco del culo e per soddisfare le vostre insane voglie non esitate a sottomettere, a umiliare a rendere schiavi donne e uomini ….vergognatevi...”
Vescovo: “Zitta demonio che non sei altro. Sei tu sotto processo e invece di difenderti dalle gravissime accuse, cosa evidentemente che ti è impossibile fare, pensi di ingannare chi segue questo processo con le tue assurde fantasie. Ma ora basta! Chiamo a deporre il signor XMM”
Il teste XMM era il capo del gruppo armato incaricato dal direttivo delle troie a prelevare le suorine del convento di clausura per raggiungere il numero target di donne tale da rendere valido il contratto stipulato con l'ingegnere, all'epoca super-miliardario.
Vescovo: “Teste XMM illustri alla giuria e al pubblico che ci segue cosa ha trovato quando è entrato nel convento di clausura; la prego di essere diretto, perchè siamo tutti adulti e non abbiamo tempo da perdere”.
Teste XMM: “beh siamo entrati di sorpresa avendo fatto saltare la porta di ingresso con la dinamite e una volta dentro abbiamo trovato alcune suorine, poche a dire la verità, a pregare con il rosario in mano; invece la maggior parte di loro era tutta intenta a leccarsi la figa e – penso – anche il culo; posso dire inoltre che c'erano più cetrioli nelle camerette delle suorine che nel negozio del fruttivendolo qui sotto”.
Vescovo: “Ecco cosa era quel convento!!! Era la sede del diavolo!!!! Cosa ha da dire l'imputata a questo proposito?”
Imputata: “E' anche se fosse vero che nel convento c'era amore saffico e autoerotismo con cetrioli quale è il problema e quale è il reato? Era tutto consensuale come sempre dovrebbe essere il sesso e non imposto con la violenza o con il ricatto come fate voi per i vostri perversi e malvagi desideri”.
Vescovo: “Questa è blasfemia!!! Voi suorine del convento di clausura avevate l'obbligo della castità e dell'obbedienza; e siete venute meno a questi sacri principi: vergogna!!! Ora chiedo agli assistenti incappucciati di mostrare alla giuria e al pubblico i buchi dell'imputata”.
A queste parole un'ondata di spettatori, per vedere meglio, si precipita ai piedi del palco ove si svolge il processo. Gli incappucciati che sono 150 kg ognuno contro i 48 kg della ex suorina non hanno difficoltà a prenderla di peso, strappandole i vestiti di dosso mettendola a pecorina e aprendole con le mani con violenza le chiappe.
Dalla platea e anche dalla giuria si alza un: “ohhhhhhhhh”.
Vescovo: “Ebbene tutti avranno visto in che modo l'imputata ha i buchi slargati, segno evidente di un uso esattamente opposto a quello previsto dalla regola dell'ordine conventuale; è evidente a tutti che ella è una viziosa indemoniata! cosa ha da dire l'imputata a questo proposito?”
Imputata: “dico che sono 4 giorni che mi avete obbligato a lavorare nel quartiere delle troie e in questi 4 giorni mi avete costretto a prendere una sessantina di cazzi nel culo e poiché mi sono capitati cazzi di giovani neri clandestini – certo meglio dei vostri cazzetti mezzi mosci – mi hanno un bel po' slargata.”
Vescovo: “Nessuno ti ha obbligata a fare nulla. Sei tu che, guidata dal demonio, per bramosia di denaro, hai firmato il contratto e poi hai dovuto adempiere alle obbligazioni ivi previste come è giusto che sia e come la nostra superiore civiltà stabilisce: i sacri impegni contrattuali si onorano sempre!!!”.
Imputata: “Ma è falso. Lo stesso teste XMM ha poco fa detto che ci ha prelevate noi suorine facendo saltare con la dinamite la porta di ingresso del convento!!!! La firma del contratto è stata estorta con la violenza più bruta immaginabile!!!”
Vescovo: “Basta!!! Si rimanga dentro il perimetro delle accuse senza divagare!!! Tengo a precisare alla giuria che il tema della validità del contratto non è oggetto del presente processo e comunque esso è stato ritenuto legittimo dalla giurisprudenza nazionale, europea e mondiale.”
Presidente della giuria: “la prego vescovo, si avvii a chiudere la requisitoria che non abbiamo molto tempo; noi membri della giuria abbiamo tutti degli appuntamenti al quartiere de “il meritato svago maschile” che poi sono cazzi vostri se li saltiamo”.
Vescovo: “Mi rivolgo per una ultima volta all'imputata. Lo vorrei fare con estrema bontà nonostante le ingiurie che ella ha formulato ripetutamente a me, alla corte, alla nostra amata società e finanche al nostro dio. Ebbene, affinché io chieda alla corte la sua assoluzione è sufficiente che ora lei rinneghi la rivoluzione. E chiedo che lo faccia in modo sobrio e umile prostrandosi in ginocchio e riconoscendo che la nostra società è la migliore possibile e l'ordine sociale diseguale che la regola è giusto poiché ognuno ha il posto che si merita. Poi, visto che ci siamo, la dichiarazione deve essere fatta oltre che verbalmente, anche per scritto, poi con messaggio vocale e infine con una intervista, avendo cura di lacrimare e chiedere perdono per così tanta impudenza. Concludo dicendo che tutti i 3.500 rivoluzionari si sono ravveduti e manca solo lei, la qui presente imputata. Attendiamo con trepidazione un suo pentimento e poi potremo finalmente andare tutti a casa dalle nostre amate famiglie a pregare dio affinché ci conservi questa splendida società, oppure, come i signori giurati, a trascorre lieti momenti nel quartiere de “il meritato svago maschile”.
Imputata: “Mai e poi mai. Siete solo una banda di pervertiti. La vostra società fa schifo ed è la peggiore fra quelle possibili. Dio, ammesso che esista veramente, non è vostro o nostro ma è di tutti e voi, lo avete già tradito un milione di volte. Io sarò incarcerata ma altri mille o milioni di rivoluzionari seguiranno il mio esempio e non avrete scampo; maledetti parassiti sanguisughe!!”
Vescovo: “Purtroppo tutti avete potuto vedere che il diavolo si è impossessato dell'imputata. Forse addirittura l'imputata è il diavolo o – visti i buchi - la diavolessa. Detto per inciso, io pur essendo ecclesiastico, non ho mai capito bene quale possa essere il sesso del demonio. Io però propenderei per il sesso femminile vista la manifesta intrinseca bontà di noi maschi e quindi l'imputata potrebbe essere benissimo il demonio in persona. Ma non voglio divagare. Voglio formulare la richiesta di pena. Ebbene chiedo che l'imputata sia rinchiusa nuda in una gabbia e appesa in cima al campanile della cattedrale della cittadina per l'eternità; tutti dovranno vedere cosa succede a chi mette in dubbio la bontà della nostra amata e amorevole società; poi naturalmente, visto che è anche una bella figa e tanto ben di dio o – se vogliamo – tanto ben di demonio non va certo sprecato, tutti i cittadini maschi che lo desiderano potranno usare i buchi dell'imputata gratuitamente facendo scendere la gabbia con un congegno appositamente creato”.
Un mormorio si alza dalla platea del pubblico che tende ad avvicinarsi ancora di più al palco per vedere meglio la merce gratuitamente a disposizione.
Il presidente della giuria: “Il caso è talmente chiaro che non abbiamo bisogno di discutere. L'imputata è pluri colpevole. E' colpevole di aver ripetutamente ingiuriato questa corte. E' colpevole di aver disobbedito consapevolmente alle sacre leggi scritte e non scritte della nostra amatissima società. E' colpevole di manifestare la volontà di non adempiere al contratto da lei liberamente sottoscritto. E' colpevole di mettere in dubbio l'esistenza di dio che, sia chiaro, è nostro e non di tutti. Ma la colpevolezza più grave è quella di dichiarare pubblicamente che vorrebbe abbattere la nostra società con una rivoluzione: questo è orrore puro, malvagità assoluta, sintonia dovuta verso i potenti ridotta allo zero cosmico. Ella, per tutto ciò, dovrà essere pesantemente punita per l'eternità. Si accoglie quindi la richiesta del vescovo - pubblico ministero. L'imputata sia denudata e rinchiusa in una gabbia trasparente in modo che tutti possano vedere i suoi osceni buchi, strumenti di perversione del demonio. La gabbia sia appesa al campanile della cattedrale in modo tale che a tutti coloro che gli baleni l'idea e il desiderio di cambiare il mondo e – come dicono nei loro slogan - vorranno alzare lo sguardo dalla terra per conquistare il cielo della giustizia e dell'uguaglianza troveranno la gabbia; perché è lì che finiranno se vorranno ribellarsi al destino di sottomissione a loro riservato da dio e – sopratutto - dal potere senza tempo e senza luogo e cioè – per chi ancora, duro di comprendonio, non l'avesse capito - da noi. Ma ciò non sarà sufficiente: i buchi dell'imputata, palesi strumenti della malvagità del demonio, dovranno essere benedetti per l'eternità con il seme di dio che, per una costruzione teologica troppo complicata da spiegare alle menti semplici di chi ci ascolta, solo i maschi che sostengono e difendono questa società hanno nelle loro palle. Quindi, tradotto in linguaggio comprensibile: l'imputata è a disposizione gratuitamente e per l'eternità di tutti i maschi della cittadina che possono farsi spompinare con ingoio, possono incularla e scoparla liberamente riempiendola di sperma benedetto. Così è deciso e così sia per l'eternità. La seduta è tolta. E ora finalmente possiamo andare a trascorre lieti momenti nel quartiere de “il meritato svago maschile”.
Come fedeli cronisti dell'avvenimento dobbiamo segnalare diverse cose che accaddero nella platea del pubblico.
La prima è che gli spettatori erano totalmente di sesso maschile e locali. In sostanza erano i mariti, fidanzati e amanti delle troie che lavoravano (o forse faremo meglio a dire che facevano le schiave sessuali) nel quartiere delle troie. Ad essi veniva negato dalle rispettive donne, causa nausea da cazzo, qualsivoglia rapporto sessuale e come si ricorderà avevano addirittura fatto anche un corteo per manifestare la propria insoddisfazione. Quindi erano tutti particolarmente interessati al fatto che avrebbero potuto inculare, scopare e farsi spompinare gratuitamente cosa – per altro – anche da una bella figa quale era chiaramente la ex suorina. La platea quindi aveva degli ondeggiamenti di eccitazione che nel momento della lettura della condanna avevano ridotto lo spazio fra loro e l'imputata che poteva essere quasi toccata.
Ma alle parole del Presidente della giuria che “... tutti i maschi della cittadina …. possono farsi spompinare con ingoio” l'imputata aveva digrignato i denti mimando con faccia da belva indemoniata dei morsi che tutti gli eccitati ometti, per un attimo, sentirono nei loro organi sessuali. In un battibaleno l'ondeggiamento della platea prese il verso contrario e tutti si allontanarono dalla ex suorina. Per inciso i fatti successivi attesteranno che nessun maschio della cittadina e anche fuori dalla cittadina ebbe il coraggio di farsi spompinare; la paura fu talmente tanta che nessuno ebbe il coraggio nemmeno di incularla o scoparla; si diceva infatti che il demonio probabilmente aveva i denti, oltre che in bocca, anche negli altri buchi e comunque nessuno volle verificare questa inverosimile circostanza.
Il secondo accadimento riguarda il tormento del vecchio rivoluzionario che aveva con grande fatica e passione creato la rete dei 3500 clandestini sovversivi. Egli con il morale sotto terra aveva visto in poche ore svanire come neve al sole la sua rete, i cui componenti erano stati comprati con un piatto di lenticchie. Di essa rimaneva solo la ex suorina ed egli, spettatore del processo, pianse amaramente e se fosse servito a qualcosa avrebbe persino dato la sua vita in cambio della libertà dell'imputata. Ma la cosa che più lo sconcertò fu l'indifferenza e la mansuetudine dei sottomessi cittadini della cittadina. Essi non solo non reagivano in nessun modo alle potenti invettive della ex suorina ma addirittura facevano la faccia bavosa di desiderio quando si prospettò l'ipotesi di usarla sessualmente. Poi siccome erano solo dei profittatori smidollati all'imputata, per tenerli a bada, bastò un digrigno di denti con accluso il sinistro rumore fatto dalla parte superiore della dentiera che batteva su quella inferiore.
Il vecchio rivoluzionario concluse – e sfidiamo altri a concludere in modo diverso – che per l'umanità non c'era più nessuna speranza. Il potere sopraffattore era riuscito ad ottenere la vittoria definitiva; in modo sofisticato e senza rilevante violenza aveva convinto tutti che quel mondo era il migliore possibile e sopratutto che le regole ingiuste e diseguali erano fatte nell'interesse di tutti. Non solo del sopraffattore ma anche del sopraffatto.
Il vecchio rivoluzionario – tuttavia – non si rassegnò.
Nella sua abitazione da tempo osservava il comportamento del suo gatto, chiamato “spartacus”. Il gatto, come tutti i gatti, perseguiva con tenacia il proprio interesse; non si convinceva alle contorte spiegazioni di chicchesia a fare cose diverse. Se riteneva di andare a dormire su una poltrona ci andava e basta. Se aveva fame cominciava a miagolare anche per ore indifferente ad ogni discorso.
Dunque, concluse il vecchio rivoluzionario, è più facile lavorare sui gatti che sugli umani per cambiare la società attraverso una rivolta. Da allora iniziò con dedizione l'addestramento.
E tutti lo considerarono completamente pazzo e gli affibbiarono il soprannome “il rivoluzionario dei gatti”. Ma agli attenti lettori che, indefessi, sono riusciti ad arrivare alla fine del racconto si porge una domanda: il vecchio rivoluzionario era il solo ad essere pazzo?
Fine
broberto_75@libero.it
2
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il migliore dei mondi - Capitolo settimo
Commenti dei lettori al racconto erotico