Pensando
di
Yuno
genere
sentimentali
Oggi è successo di nuovo, per sbaglio ho incrociato il tuo sguardo dopo tanto tempo. Siamo diventati estranei dopo quella breve avventura.
Ore 14:00. Sono alla fermata del bus, capotto, sciarpa, capelli scompigliati dal vento, nell'aria comincia a sentirsi l'odore della primavera, un raggio di sole mi riscalda e mi abbaglia facendomi accigliare.
Aspetto il mio autobus da sola, nel frattempo ascolto qualche canzone, la musica mi permette di vedere il mondo sotto una prospettiva diversa. Il cielo è leggermente nuvoloso, lo guardo, mi guardo intorno, scruto tutto con attenzione.
Eccolo, è arrivato, ci sei anche tu, non ti guardo, o meglio faccio finta di non guardarti, tu invece freddo come sempre non sembri essere minimamente interessato o forse sei talmente bravo da non farti scoprire. Hai sempre la solita aria sostenuta, distaccata, cosa pensi ogni volta, non lo capirò mai.
Salgo in autobus e prendo posto. Mi accomodo vicino al finestrino, durante il viaggio amo guardare il paesaggio.
Eccoti, altissimo, sbatti quasi la testa sul tetto, il colore dei tuoi capelli è inconfondibile. Prendi posto davanti a me, non stavamo così vicini da tempo ormai, i movimenti che fai per togliere il giubbotto blu mi permettono di sentire il tuo odore, inconfondibile.
Ti guardo, l'autista mette in moto e parte, ecco che parto anche io verso qualcosa di indefinito. Chiudo gli occhi e mentre la musica scorre mi assalgono i ricordi.
Grazie al tuo profumo vedo chiare le immagini. Ricordo bene la prima volta che ci siamo baciati, un bacio proibito, ardente come il fuoco, non avrei dovuto, ma tu ti sei avvicinato troppo, quella volta mi hai tentata, maligno serpente, perché lo hai fatto?
Le mie labbra sono rimaste ustionate da quella passione che ogni tanto ritorna.
Cullata dalle curve ricordo il modo in cui mi abbracciavi, come mi accarezzavi la schiena e senza che io me ne accorgessi infilavi la mano sotto la maglietta per toccare il mio seno.
Ricordo quando per la prima volta mi toccasti insinuando le tue dita nella mia intimità, grandi tanto da riempirmi.
Ricordo il tuo sesso grande, profumato, che amavo baciare e lavorare.
Ricordo il modo in cui mi tenevi i capelli, a volte mentre godevi li tiravi facendomi male, eri un animale.
Ricordo quelle volte in cui lo facevamo nel divano di casa tua, io nuda porgevo a te il mio fiore umido e tu ti fiondavi a raccogliere il mio nettare.
Ricordo il modo in cui mi facevi aspettare, stancare, perché volevi divertirti.
Questa musica, questo profumo... Apro leggermente gli occhi e intravedo la tua mano che si sfiora i capelli, li massaggi lentamente. Quella mano che spesso mi ha toccata. Richiudo gli occhi e rivedo quelle scene.
Ogni volta che schiudo gli occhi sei davanti a me e intravedo il tuo riflesso sul vetro, assorto nei tuoi pensieri, chissà se anche tu senti il mio profumo, chissà se anche tu stai pensando a quei momenti, chissà... chissà.
Ah eccoci arrivati, tu scendi alla prima fermata. Ti guardo mentre ti alzi, ma lo faccio sempre con discrezione.
Ti osservo dal finestrino e siamo di nuovo lontani, la passione scompare, non sento più il tuo odore, lo hai portato via con te.
Sei solo un ricordo, bello si, ma un ricordo passato. Poli opposti destinati a stare lontani, tutto qui.
Sguardi destinati a non incrociarsi mai, sguardi... sfuggenti, imbarazzanti e veloci, questo perché siamo curiosi.
Scendo anche io, l'autobus del paese dei sogni mi ha riportata alla realtà, metto i piedi per terra.
L'aria fresca accarezza le mie gote arrossate dal calore, gli occhi assonnati.
Passo dopo passo cammino verso casa.
Mi chiedo ancora perché tutto questo, ci sono stati momenti in cui ti ho persino odiato!
"Va via dai miei pensieri, demone tentatore!"
Ore 14:00. Sono alla fermata del bus, capotto, sciarpa, capelli scompigliati dal vento, nell'aria comincia a sentirsi l'odore della primavera, un raggio di sole mi riscalda e mi abbaglia facendomi accigliare.
Aspetto il mio autobus da sola, nel frattempo ascolto qualche canzone, la musica mi permette di vedere il mondo sotto una prospettiva diversa. Il cielo è leggermente nuvoloso, lo guardo, mi guardo intorno, scruto tutto con attenzione.
Eccolo, è arrivato, ci sei anche tu, non ti guardo, o meglio faccio finta di non guardarti, tu invece freddo come sempre non sembri essere minimamente interessato o forse sei talmente bravo da non farti scoprire. Hai sempre la solita aria sostenuta, distaccata, cosa pensi ogni volta, non lo capirò mai.
Salgo in autobus e prendo posto. Mi accomodo vicino al finestrino, durante il viaggio amo guardare il paesaggio.
Eccoti, altissimo, sbatti quasi la testa sul tetto, il colore dei tuoi capelli è inconfondibile. Prendi posto davanti a me, non stavamo così vicini da tempo ormai, i movimenti che fai per togliere il giubbotto blu mi permettono di sentire il tuo odore, inconfondibile.
Ti guardo, l'autista mette in moto e parte, ecco che parto anche io verso qualcosa di indefinito. Chiudo gli occhi e mentre la musica scorre mi assalgono i ricordi.
Grazie al tuo profumo vedo chiare le immagini. Ricordo bene la prima volta che ci siamo baciati, un bacio proibito, ardente come il fuoco, non avrei dovuto, ma tu ti sei avvicinato troppo, quella volta mi hai tentata, maligno serpente, perché lo hai fatto?
Le mie labbra sono rimaste ustionate da quella passione che ogni tanto ritorna.
Cullata dalle curve ricordo il modo in cui mi abbracciavi, come mi accarezzavi la schiena e senza che io me ne accorgessi infilavi la mano sotto la maglietta per toccare il mio seno.
Ricordo quando per la prima volta mi toccasti insinuando le tue dita nella mia intimità, grandi tanto da riempirmi.
Ricordo il tuo sesso grande, profumato, che amavo baciare e lavorare.
Ricordo il modo in cui mi tenevi i capelli, a volte mentre godevi li tiravi facendomi male, eri un animale.
Ricordo quelle volte in cui lo facevamo nel divano di casa tua, io nuda porgevo a te il mio fiore umido e tu ti fiondavi a raccogliere il mio nettare.
Ricordo il modo in cui mi facevi aspettare, stancare, perché volevi divertirti.
Questa musica, questo profumo... Apro leggermente gli occhi e intravedo la tua mano che si sfiora i capelli, li massaggi lentamente. Quella mano che spesso mi ha toccata. Richiudo gli occhi e rivedo quelle scene.
Ogni volta che schiudo gli occhi sei davanti a me e intravedo il tuo riflesso sul vetro, assorto nei tuoi pensieri, chissà se anche tu senti il mio profumo, chissà se anche tu stai pensando a quei momenti, chissà... chissà.
Ah eccoci arrivati, tu scendi alla prima fermata. Ti guardo mentre ti alzi, ma lo faccio sempre con discrezione.
Ti osservo dal finestrino e siamo di nuovo lontani, la passione scompare, non sento più il tuo odore, lo hai portato via con te.
Sei solo un ricordo, bello si, ma un ricordo passato. Poli opposti destinati a stare lontani, tutto qui.
Sguardi destinati a non incrociarsi mai, sguardi... sfuggenti, imbarazzanti e veloci, questo perché siamo curiosi.
Scendo anche io, l'autobus del paese dei sogni mi ha riportata alla realtà, metto i piedi per terra.
L'aria fresca accarezza le mie gote arrossate dal calore, gli occhi assonnati.
Passo dopo passo cammino verso casa.
Mi chiedo ancora perché tutto questo, ci sono stati momenti in cui ti ho persino odiato!
"Va via dai miei pensieri, demone tentatore!"
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