Ho amato papà (l'epilogo)
di
Celeste
genere
incesti
Entrai in casa stanca e trafelata. Mi accorsi subito che papà stava chiavando Antonella, nella camera di lei. Mi avvicinai alla porta socchiusa e mi soffermai a guardare, carica di curiosità. Mia sorella era sdraiata sul suo letto a gambe aperte. Papà era disteso in mezzo alle sue cosce grassocce e agitava nervosamente le sue chiappe pelose. Mi eccitava guardare padre e figlia scopare. Anto gridava di piacere:
"Di più, di più. Lo voglio più dentro, più forte!"
La vecchia rete del lettino cigolava. Intravidi la faccia di mio padre, rossa per la fatica e per l'eccitazione. Cercava di donare tutte le sue forze per il piacere della figlia. Ero gelosa. In fondo ormai da mesi ero io la sua donna. Finalmente venne, con un grido quasi beluino.
" Ho fatto meglio di tuo marito, figlia cara?" le domandò.
" Io sono meglio di Luisella e della povera mamma? chiese lei.
Nessuno dei due rispose. Antonella si alzò per andare a lavarsi, tamponandosi la fica con le mutandine. Il babbo si pulì il cazzo con un fazzoletto.
Una settimana più tardi lo facemmo in tre. Mio padre me lo mise nel culo, per la prima volta, piansi e gridai come un'ossessa, di dolore e di piacere, mentre Antonella mi teneva stretta e mi baciava.
Parlavo a lungo con Antonella. Oltre che sorelle eravamo diventate, amiche, complici di una situazione molto scabrosa, quasi amanti. Lei era grassa, bassa di statura; io ero assai più attraente, ma papà ci desiderava tutte e due allo stesso modo. Ciò ci faceva sentire uguali. Anto mi rivelò che anche suo marito, Riccardo, da ragazzo, aveva praticato l'incesto con sua madre. Erano state proprio le confessioni del marito a farle desiderare di concedersi a nostro padre.
" Se ci avessi pensato prima, mi sarei fatta trombare da ragazzina" mi confessò.
Riccardo venne da noi qualche mese dopo. Si fermò solo per alcuni giorni ed io ne approfittai per riscuotere il credito che avevo con mia sorella.
Mi chiavò un giorno nella capanna. Aveva un bel cazzo, non grosso come quello del babbo, ma più rigido. Mi disse che la mia fica era alquanto accogliente; forse papà mi aveva allargata bene. In effetti ora potevano entraci tranquillamente insieme tre delle grosse dita di mio padre, a differenza di un anno prima.
" Il babbo mi ha sfondata completamente e ti ha anche fatto cornuto" gli risposi per vendicarmi.
" Lo so che chiava anche mia moglie. Ma io sono contento. Se le corna restano in famiglia va bene. "
" Prima che torni in Svizzera, possiamo fare una cosetta in quattro " proposi.
" Se è d'accordo tuo padre... "
Qualche tempo dopo emigrammo anche noi in Svizzera. Vivemmo per dieci anni in una casetta tutti insieme. Lavoravamo tutti e quattro, avevamo soldi e ci divertivamo da matti. Io e Anto abbiamo avuto due bambini, non sappiamo se da Riccardo o da papà. Mi sono sposata a quarant'anni.
"Di più, di più. Lo voglio più dentro, più forte!"
La vecchia rete del lettino cigolava. Intravidi la faccia di mio padre, rossa per la fatica e per l'eccitazione. Cercava di donare tutte le sue forze per il piacere della figlia. Ero gelosa. In fondo ormai da mesi ero io la sua donna. Finalmente venne, con un grido quasi beluino.
" Ho fatto meglio di tuo marito, figlia cara?" le domandò.
" Io sono meglio di Luisella e della povera mamma? chiese lei.
Nessuno dei due rispose. Antonella si alzò per andare a lavarsi, tamponandosi la fica con le mutandine. Il babbo si pulì il cazzo con un fazzoletto.
Una settimana più tardi lo facemmo in tre. Mio padre me lo mise nel culo, per la prima volta, piansi e gridai come un'ossessa, di dolore e di piacere, mentre Antonella mi teneva stretta e mi baciava.
Parlavo a lungo con Antonella. Oltre che sorelle eravamo diventate, amiche, complici di una situazione molto scabrosa, quasi amanti. Lei era grassa, bassa di statura; io ero assai più attraente, ma papà ci desiderava tutte e due allo stesso modo. Ciò ci faceva sentire uguali. Anto mi rivelò che anche suo marito, Riccardo, da ragazzo, aveva praticato l'incesto con sua madre. Erano state proprio le confessioni del marito a farle desiderare di concedersi a nostro padre.
" Se ci avessi pensato prima, mi sarei fatta trombare da ragazzina" mi confessò.
Riccardo venne da noi qualche mese dopo. Si fermò solo per alcuni giorni ed io ne approfittai per riscuotere il credito che avevo con mia sorella.
Mi chiavò un giorno nella capanna. Aveva un bel cazzo, non grosso come quello del babbo, ma più rigido. Mi disse che la mia fica era alquanto accogliente; forse papà mi aveva allargata bene. In effetti ora potevano entraci tranquillamente insieme tre delle grosse dita di mio padre, a differenza di un anno prima.
" Il babbo mi ha sfondata completamente e ti ha anche fatto cornuto" gli risposi per vendicarmi.
" Lo so che chiava anche mia moglie. Ma io sono contento. Se le corna restano in famiglia va bene. "
" Prima che torni in Svizzera, possiamo fare una cosetta in quattro " proposi.
" Se è d'accordo tuo padre... "
Qualche tempo dopo emigrammo anche noi in Svizzera. Vivemmo per dieci anni in una casetta tutti insieme. Lavoravamo tutti e quattro, avevamo soldi e ci divertivamo da matti. Io e Anto abbiamo avuto due bambini, non sappiamo se da Riccardo o da papà. Mi sono sposata a quarant'anni.
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