Lo “zio” Paolo
di
MarcodeMarco
genere
gay
Mi chiamo Marco, e quello che sto per raccontarvi sono fatti realmente accaduti un paio di anni fa.
All’epoca dei fatti avevo 19 anni e mi ero appena trasferito a Milano per iniziare l’università.
Ero un tipo magrolino, alto, biondo e con gli occhi chiari.. Il classico ragazzo con la “faccia d’angelo”.
Qualche giorno prima di iniziare l’università mi ritrovai invitato a cena a casa di un vecchio amico di famiglia, un collega di mio padre.
Ero molto timido, ed ero in imbarazzo ad andare a cena da quest’uomo che mi aveva sempre attratto. Paolo, un uomo sulla quarantina (abbondanti). Fisico prestante, tonico, capello brizzolato, leggero accenno di barba e una bella peluria che gli cresceva sul petto. Peluria che metteva sempre in evidenza portando camicie sbottonate.
“Marco! Finalmente! Quanto tempo cavoli! Ma sei praticamente diventato uomo!” Mi dice appena entrato in casa tirandomi per le spalle e stringendomi in un vigoroso abbraccio. Mi ritrovo bloccato nelle sue forti e muscolose braccia, con la faccia schiacciata sul suo petto. I suoi peli mi solleticavano la faccia e il suo odore mi fece andare fuori di testa. Il mio cazzo divento subito di pietra.
Mi staccai il prima possibile da lui e un po’ in imbarazzo lo risalutai al meglio che potevo.
Dopo questo primo momento di imbarazzo la serata filò liscia, tra bicchieri di vino e chiacchiere di circostanza.
Ci ritrovammo dopo cena, un po’ brilli (io lo ero un bel po più di un po’) sul divano. I discorsi iniziarono a farsi più seri. Paolo mi disse che si era lasciato con la sua fidanzata storica e che da qualche tempo aveva iniziato a distrarsi quanto più poteva.
“Sai, oramai non riesco più ad accontentarmi di qualche fighetta a caso... sono un uomo, un maschio a cui piace dominare e domare.. le donne voglio sempre cose così romantiche, il solito missionario... però ho scoperto con chi sfogarmi per bene” mentre mi diceva questo mi guardava in un modo strano, con un mezzo sorriso malandrino. Io avevo di nuovo il cazzo duro.
Tiro fuori il suo telefono e mi fece vedere Grindr, l’app per incontri gay. “Ho scoperto che come scopano i froci, nessuno mai! Sono eccessivi e amano essere scopati come delle cagne da sei maschio o come me”.
Iniziavo a sudare, avevo Il cuore a mille. Non potevo credere a quello che stava per succedere.
“Ma i migliori in assoluto, quelli che si fanno spaccare per bene, sono i twink, giovani ragazzi, magrolini, carini e indifesi proprio come te” . Finita questa frase mi tira per il collo e mi bacia intensamente. La sua lingua corre dentro di me e le sue mani mi stringono, mi tirano verso di lui. Ad un certo punto mi prende una mano e se la spinge sul pacco. È gonfio, pulsa di passione.
“Ho sempre saputo che sei gay. E non aspettavo altro che poter assaggiare il tuo culetto. Vuoi aiutare lo “zio” Paolo a distrarsi un po’? Non ti va di giocare con la sua mazza piccola troia?” Mi afferra per il ciuffo e mi spinge la testa contro il suo pacco cominciando un movimento di bacino, come per scoparmi la faccia.
In tutto questo io inizio a gemere, sento l’odore del suo cazzo, lo sento duro premere conto la mia faccia.
“Oddio Paolo, non so.. io... mmm.. vorrei, ma... io non ho mai...”
sento premere la mia faccia ancora più forte sul suo pacco “sei un verginello allora ? Mmmm.. bene, non c’è niente di meglio che sottomettere un fumetto vergine!” “Tu rilassati, ora ci pensa lo zio..”
di scatto mi tira su e inizia a baciarmi con passione. Con la mano sinistra mi spingeva la faccia contro la sua, mentre con la destra scendeva lungo la mia schiena, fino a infilarsi dentro le mutande. Senso spingere sul buchetto. Con il dito indice inizia a giocherellare con il mio buco.
“Sei stretto mmm.. cazzo, ora te lo lubrifico con la lingua”.
Mi slaccia i jeans e mi rigira a pancia in sotto. Mi schiaccia una mano sulla testa e mi sussurra “ti farò gioire dal piacere come una vera cagnetta”. Si fionda sul mio buchetto con la lingua. Il piacere mi sconvolge. Inizia a leccarmi e a penetrami con la lingua. Dopo una decina di minuti abbondanti passati a leccare il mio buco del culo e a ciucciarmi le palle, mi prende, mi rigira, e contemporaneamente inizia a spompinarmi e sditalinarmi. Io gemo come un matto e mi contorcio sotto il suo comando. Con la lingua gioca con la mia cappella per poi ingoiare tutto il mio cazzo, fino a soffocare. Prima solo con l’indice. Poi con il medio insieme, mi sditalina aumentando sempre di più il ritmo.
“Quanto ti piace cagna?” “Chi è il crocieri più sottomesso, eh?”
Sfila le dita dal mio buco e me le ficca in bocca. Le Lecco per bene.
Mi salta sopra a cavalcioni e con i pantaloni abbassati mi inizia a schiaffeggiare in faccia con la sua enorme mazza pulsante. Aveva un principio di colatura di sperma lungo il suo cazzone. Mi prese per i capelli e mi spinse con forza in gola il suo cazzone. Soffocai, tossí e cercai di oppormi, ma lui continuava a spingere e spingere. Iniziò a scoparmi la bocca, insultandomi e tirandomi per i capelli.
Con l’altra mano mi segava e io ero sul l’orlo di sborrare per quanto ero eccitato.
Dopo un lungo e potente deepthroat si stacca da me. Io ero lì, inerme e ansimante, lungo sul divano, con i capelli tutti scompigliati e molta saliva che mi colava dalla bocca.
Lui mi guarda dritto negli occhi, mi bacia, mi afferra per il collo e mi tira su. Un altro bacio e mi fa “ora girati e piegati.. ti faccio diventare una troia completa adesso”.
Mi spinge sul divano a pancia in sotto, mi tira su il culo, ci sputa sopra e senza mezze parole inizia a penetrarmi.
Inizialmente piano, quando finalmente fu tutto dentro inizio ad accelerare, fino ad arrivare ad un ritmo quasi distruttivo. Io soffrivo tantissimo, avevo il culo in fiamme. I capelli mi facevano male perché lui continuava a tirarmela. Mi insultava e mi faceva sentire una vera troia, una cagna da usare. Ma tutto questo mi piaceva, cazzo se mi piaceva.
Lo sentivo stringermi, sentivo i suoi peli farmi il solletico... avevo il suo piede appoggiato vicinissimo alla mia faccia. Non riuscii a resistere e inizia a leccarlo e a succhiarli le dita.
Più gli leccavo i piedi più lui si eccitava e mi insultava.
Dalla pecorina passiamo a uno seduto sopra l’altro.
Continua a scoparmi duro e a tirarmi i capelli, ma questa volta siamo faccia a faccia. Sento il suo sguardo su di me. Ogni tanto mi lecca e tra un insulto e un altro mi sputa in bocca.
Insieme al suo cazzo mi infila in culo l’indice della mano destra. Urlo dal dolore “ti piace vacca, eh? Lo zio ti sfonda per bene.. cazzo quanto sei troia mmm... cazzo si, mmmm...”
dopo un po’ mi prende e mi lancia di schiena sul divano, mi sale a cavalcioni su petto e tenendomi per la testa con una mano, e con l’altra segandosi, mi urla “ti riempo la faccia di sborra cagna!”
Poco dopo una abbondante scarica di calda sborra mi inonda la faccia. La sento colare sul mio collo e sul petto.
Lui ne raccoglie un po’ con le dita e me la infila in bocca dicendomi “lecca, troia”.
Sto godendo come un matto e inizio a segarmi. Lui mi blocca, si piega e mi inizia a spompinare per bene.. guardandomi mi dice “voglio la tua sborra in gola”. Dopo un intenso pompino/sega inizio a sentire un brivido lungo la schiena.
Con un urlo finisco per sborrargli in gola.
Paolo si avvicina a me, e baciandomi mi riempie la bocca con il mio stesso sperma.
Fini per passare la nottata da lui. Scopammo altre tre volte quella sera. Tornai a casa mia la mattina dopo, con il culo dolorante ma soddisfatto come una cagna.
Ogni volta che posso vado a trovare Paolo.. a farmi sodomizzare un po’. A gustarmi la sua lunga, grassa mazza.
All’epoca dei fatti avevo 19 anni e mi ero appena trasferito a Milano per iniziare l’università.
Ero un tipo magrolino, alto, biondo e con gli occhi chiari.. Il classico ragazzo con la “faccia d’angelo”.
Qualche giorno prima di iniziare l’università mi ritrovai invitato a cena a casa di un vecchio amico di famiglia, un collega di mio padre.
Ero molto timido, ed ero in imbarazzo ad andare a cena da quest’uomo che mi aveva sempre attratto. Paolo, un uomo sulla quarantina (abbondanti). Fisico prestante, tonico, capello brizzolato, leggero accenno di barba e una bella peluria che gli cresceva sul petto. Peluria che metteva sempre in evidenza portando camicie sbottonate.
“Marco! Finalmente! Quanto tempo cavoli! Ma sei praticamente diventato uomo!” Mi dice appena entrato in casa tirandomi per le spalle e stringendomi in un vigoroso abbraccio. Mi ritrovo bloccato nelle sue forti e muscolose braccia, con la faccia schiacciata sul suo petto. I suoi peli mi solleticavano la faccia e il suo odore mi fece andare fuori di testa. Il mio cazzo divento subito di pietra.
Mi staccai il prima possibile da lui e un po’ in imbarazzo lo risalutai al meglio che potevo.
Dopo questo primo momento di imbarazzo la serata filò liscia, tra bicchieri di vino e chiacchiere di circostanza.
Ci ritrovammo dopo cena, un po’ brilli (io lo ero un bel po più di un po’) sul divano. I discorsi iniziarono a farsi più seri. Paolo mi disse che si era lasciato con la sua fidanzata storica e che da qualche tempo aveva iniziato a distrarsi quanto più poteva.
“Sai, oramai non riesco più ad accontentarmi di qualche fighetta a caso... sono un uomo, un maschio a cui piace dominare e domare.. le donne voglio sempre cose così romantiche, il solito missionario... però ho scoperto con chi sfogarmi per bene” mentre mi diceva questo mi guardava in un modo strano, con un mezzo sorriso malandrino. Io avevo di nuovo il cazzo duro.
Tiro fuori il suo telefono e mi fece vedere Grindr, l’app per incontri gay. “Ho scoperto che come scopano i froci, nessuno mai! Sono eccessivi e amano essere scopati come delle cagne da sei maschio o come me”.
Iniziavo a sudare, avevo Il cuore a mille. Non potevo credere a quello che stava per succedere.
“Ma i migliori in assoluto, quelli che si fanno spaccare per bene, sono i twink, giovani ragazzi, magrolini, carini e indifesi proprio come te” . Finita questa frase mi tira per il collo e mi bacia intensamente. La sua lingua corre dentro di me e le sue mani mi stringono, mi tirano verso di lui. Ad un certo punto mi prende una mano e se la spinge sul pacco. È gonfio, pulsa di passione.
“Ho sempre saputo che sei gay. E non aspettavo altro che poter assaggiare il tuo culetto. Vuoi aiutare lo “zio” Paolo a distrarsi un po’? Non ti va di giocare con la sua mazza piccola troia?” Mi afferra per il ciuffo e mi spinge la testa contro il suo pacco cominciando un movimento di bacino, come per scoparmi la faccia.
In tutto questo io inizio a gemere, sento l’odore del suo cazzo, lo sento duro premere conto la mia faccia.
“Oddio Paolo, non so.. io... mmm.. vorrei, ma... io non ho mai...”
sento premere la mia faccia ancora più forte sul suo pacco “sei un verginello allora ? Mmmm.. bene, non c’è niente di meglio che sottomettere un fumetto vergine!” “Tu rilassati, ora ci pensa lo zio..”
di scatto mi tira su e inizia a baciarmi con passione. Con la mano sinistra mi spingeva la faccia contro la sua, mentre con la destra scendeva lungo la mia schiena, fino a infilarsi dentro le mutande. Senso spingere sul buchetto. Con il dito indice inizia a giocherellare con il mio buco.
“Sei stretto mmm.. cazzo, ora te lo lubrifico con la lingua”.
Mi slaccia i jeans e mi rigira a pancia in sotto. Mi schiaccia una mano sulla testa e mi sussurra “ti farò gioire dal piacere come una vera cagnetta”. Si fionda sul mio buchetto con la lingua. Il piacere mi sconvolge. Inizia a leccarmi e a penetrami con la lingua. Dopo una decina di minuti abbondanti passati a leccare il mio buco del culo e a ciucciarmi le palle, mi prende, mi rigira, e contemporaneamente inizia a spompinarmi e sditalinarmi. Io gemo come un matto e mi contorcio sotto il suo comando. Con la lingua gioca con la mia cappella per poi ingoiare tutto il mio cazzo, fino a soffocare. Prima solo con l’indice. Poi con il medio insieme, mi sditalina aumentando sempre di più il ritmo.
“Quanto ti piace cagna?” “Chi è il crocieri più sottomesso, eh?”
Sfila le dita dal mio buco e me le ficca in bocca. Le Lecco per bene.
Mi salta sopra a cavalcioni e con i pantaloni abbassati mi inizia a schiaffeggiare in faccia con la sua enorme mazza pulsante. Aveva un principio di colatura di sperma lungo il suo cazzone. Mi prese per i capelli e mi spinse con forza in gola il suo cazzone. Soffocai, tossí e cercai di oppormi, ma lui continuava a spingere e spingere. Iniziò a scoparmi la bocca, insultandomi e tirandomi per i capelli.
Con l’altra mano mi segava e io ero sul l’orlo di sborrare per quanto ero eccitato.
Dopo un lungo e potente deepthroat si stacca da me. Io ero lì, inerme e ansimante, lungo sul divano, con i capelli tutti scompigliati e molta saliva che mi colava dalla bocca.
Lui mi guarda dritto negli occhi, mi bacia, mi afferra per il collo e mi tira su. Un altro bacio e mi fa “ora girati e piegati.. ti faccio diventare una troia completa adesso”.
Mi spinge sul divano a pancia in sotto, mi tira su il culo, ci sputa sopra e senza mezze parole inizia a penetrarmi.
Inizialmente piano, quando finalmente fu tutto dentro inizio ad accelerare, fino ad arrivare ad un ritmo quasi distruttivo. Io soffrivo tantissimo, avevo il culo in fiamme. I capelli mi facevano male perché lui continuava a tirarmela. Mi insultava e mi faceva sentire una vera troia, una cagna da usare. Ma tutto questo mi piaceva, cazzo se mi piaceva.
Lo sentivo stringermi, sentivo i suoi peli farmi il solletico... avevo il suo piede appoggiato vicinissimo alla mia faccia. Non riuscii a resistere e inizia a leccarlo e a succhiarli le dita.
Più gli leccavo i piedi più lui si eccitava e mi insultava.
Dalla pecorina passiamo a uno seduto sopra l’altro.
Continua a scoparmi duro e a tirarmi i capelli, ma questa volta siamo faccia a faccia. Sento il suo sguardo su di me. Ogni tanto mi lecca e tra un insulto e un altro mi sputa in bocca.
Insieme al suo cazzo mi infila in culo l’indice della mano destra. Urlo dal dolore “ti piace vacca, eh? Lo zio ti sfonda per bene.. cazzo quanto sei troia mmm... cazzo si, mmmm...”
dopo un po’ mi prende e mi lancia di schiena sul divano, mi sale a cavalcioni su petto e tenendomi per la testa con una mano, e con l’altra segandosi, mi urla “ti riempo la faccia di sborra cagna!”
Poco dopo una abbondante scarica di calda sborra mi inonda la faccia. La sento colare sul mio collo e sul petto.
Lui ne raccoglie un po’ con le dita e me la infila in bocca dicendomi “lecca, troia”.
Sto godendo come un matto e inizio a segarmi. Lui mi blocca, si piega e mi inizia a spompinare per bene.. guardandomi mi dice “voglio la tua sborra in gola”. Dopo un intenso pompino/sega inizio a sentire un brivido lungo la schiena.
Con un urlo finisco per sborrargli in gola.
Paolo si avvicina a me, e baciandomi mi riempie la bocca con il mio stesso sperma.
Fini per passare la nottata da lui. Scopammo altre tre volte quella sera. Tornai a casa mia la mattina dopo, con il culo dolorante ma soddisfatto come una cagna.
Ogni volta che posso vado a trovare Paolo.. a farmi sodomizzare un po’. A gustarmi la sua lunga, grassa mazza.
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Commenti dei lettori al racconto erotico