Celestino Cap, XI L'omosessualità
di
bepi0449
genere
gay
Celestino
Cap.: XI
L’omosessualità
Gli stallieri non avevano interrotto il suo riposare, dato che lui dormiva disteso e tranquillo nella sua posta, cullato dalla musica del ruminare mite delle vacche. Avevano ascoltato il suggerimento di Camillo di scuoterlo e destarlo solo per il pranzo; per cui gli operai non lo avevano disturbato, lasciandolo avvolto nella sua coperta di strame e poltiglia in compagnia della Fisa e degli altri ruminanti; ma … un colubro la pensava diversamente.
Un nugolo di rondini entrava ed usciva dalle aperture della stalla garrendo. Questi volatili volavano radenti i dorsi delle bestie, rimpicciolendo sempre di più i loro cerchi, soprattutto lambendo uno porzione di parete, sopra la quale, da un nido di fango essiccato pendeva, dondolante da un lato all’altro, la testa di un rettile. Rasentavano quella serpe colpendola, … ferendola con i becchi perché abbandonasse quella loro dimora. I stridori prolungati, concitati e frenetici abbinati ai frusci delle ali avevano provocato agitazione, irrequietezza tra gli animali accovacciati, tanto che uno dopo l’altro tutti si erano rialzati, nervosi e impauriti. Gli stallieri che erano rimasti per vegliare Il ragazzetto, preoccupati e allarmati dai trambusti e dal chiasso, prima liberarono il ragazzo conducendolo al sicuro e poi presero la biscia con un forcone per portarla nella sassaia, vicina allo stagno di acque sorgive, utilizzato dagli animali al rientro dal pascolo per abbeverarsi.
Camillo, attratto dal baccano proveniente dalle stalle, preso da sincera preoccupazione, con Alvise, che stava con lui in attesa di pranzare, corse per accertarsi di quello che accadeva.
“Che succede, ragazzi? – gridò lo studioso con le rondini ancora svolazzanti e trillanti rasenti i muri-.
“Ohhh gnente, sior bibliotecario. -rispose un bovaro- Ghè gera na bisxa so on gnaro de rondine. A gà d’aver magnà i ovi e quee gà scomisxà, prima a ciamar e dopo a urlar pì che mai; tanto che se gà spaventà anca ee vache. Seestin ho gavemo portà soea saea dea consxa. El sxè ancora tuto onto, perché non gavemo poduo lavarlo. Ghè gera masxa confusion, … ee bestie ee se movea da na parte all’altra, … ee daea peae. Ee gavea paura de ste benedeti osei che i gà impenio ea staea de i so gnari.”
“Andatelo a prendere e conducetelo allo stagno. È uno di noi, per cui è parte dell’ambiente; come voi, che a sera, dopo l’abbeveraggio e la cura delle stalle, vi andate a lavare; e poi è un ottimo metodo per rinforzarsi. Strofinatelo, mondatelo, sciacquatelo e, se serve, immergetelo completamente.”
L’acqua, sul punto in cui sarebbe entrato Celestino, scorreva placida sulle sabbie effervescenti delle sorgive, con un movimento irregolare di ondulazione per le rigogliose, lussureggianti, … lunghe alghe. Era continuamente sorvolata dallo stormo di volatili che dalla stalla usciva a rastrellare insetti. Non era molto profonda, ma con il caldo … era appropriata per un bagno; mentre un po’ più avanti il gorgoglio della sorgiva si faceva intenso, con note musicali incantevoli e distensive, adatto al sogno e al pisolo. L’acqua si portava via gli sguardi di Camillo e di Alvise; … e quei corpi discinti, riflettenti e riverberanti nello stagno, davano un’immagine bucolica di fine Ottocento.
“È bello, … ehhh … Alvise?”
“Sì, … enfffff!”
“Che pensi, ragazzo?”
“Ohh … gnente, professor!”
“Guarda come reagisce alle mani, … sussulta, trasalisce, … e … anche nell’acqua fredda.” Risero nell’osservare le reazioni del giovinetto.
… e l’apprendimento?”
“Bene … mi sta drio tanto, … e …”
“… e, … gli vuoi bene! … è così?”
“Sì!”
“Beh, … mentre lo lavano, desidero ricordarti alcuni doveri verso tutti noi. Il conte si è impegnato tantissimo con te, … ti ha fatto seguire, … studiare, … preparare, … impratichire, … fare esperienze per conoscere di più e meglio quelli che frequentano questa casa. Ha investito molte risorse e ti paga molto bene. Ora non compromettere il tuo lavoro con sentimenti che potrebbero danneggiarti. Io ho scorto nei tuoi occhi i bagliori del fuoco, dell’incipiente passione. Potresti incorrere nelle punizioni, … tu e anche lui. Non fargli del male. Deve ancora superare delle prove che già qualcuno diventa rosso di passione per lui!”
“El gà rason, profesor; ma … secherò de controarme de pì, perchè el me piase sto lavor. Xsà quanto beo che el xsè ciaparlo nel cueo o averlo in boca? … e lu, Camijo, lo sa. El me gà dito pì de qualche volta che mi so fatto par ciaparlo, … che so on naturae; ma coxsa poxso far, sxe quando che oo vedo, me se stringxe el cor: sembra …”
“Ho visto. Cerca di controllarti e niente coccole. Gliele potrai dare solo con il mio permesso e in biblioteca. Così nessuno potrà dirti nulla. … e ora … Guarda quei pesciolini: come spazzolano il fondo della sorgiva, i ciottoli e le alghe. Loro sono i guardiani di questo laghetto. Lo tengono sempre pulito, … non si dimenticano del lavoro; eppure anche loro amano. Guarda, con la dorsale, danno una bella spazzolata al fondo dalle foglie marcescenti. Sono spinarelli e sai come li chiamano gli studiosi della fauna ittica?”
“No.”
“Le cagnette dei fiumi, pochi le conoscono. Sono le regine docili, accorte, scaltre e guardinghe dell’acqua dolce. Controllano e puliscono il fondo dei fiumi e dove ci sono loro, vivono anche le carpe, i lucci, i pesce gatto, le anguille, le tinche. Ti sto facendo questo discorso per farti comprendere che se tu fai bene la tua missione in questa azienda, … lavoriamo e viviamo bene tutti; anch’io sono un omosessuale, come te; ma non mi dimentico di studiare e cercare nuovi strumenti di piacere da utilizzare nelle feste.”
“Lu professor, el gà da aiutarme!”
“Ti spalleggerò e cercherò di facilitare questo tuo sentimento, ma sempre sotto la mia supervisione. Non deludermi e non far punire anche lui.
Stanno sopraggiungendo. Sono contenti e … Su, diamogli il profumo di cui deve essere sempre vestito. Spompinalo e poi, dopo avermi consegnato la sua linfa, fatti aspirare per consegnarmi, indirizzando, tutto il tuo succo.”
Quel fisico purificato, lustro, latteo, reso ancora più pallido dalla frescura del bagno, palpitava, rabbrividiva, gemeva e ansimava sotto le attenzioni delicate, esperte, pudiche dell’amico. Ad Alvise non sembrava vero di poter stringere con le mani e con le labbra quel pistolino, … quel glande di carne viva, che emanava un calore e un profumo particolare. Non gli sembrava vero di avere tra le mani il fresco membro del suo amico da coccolare, venerare, bagnare, … mungere un’altra volta. Fece tanto dalle natiche al fiore nascosto, dai polpacci all’addome. Non gli interessava solo farlo sgorgare, ma anche farlo partecipare godendo del suo alveo orale; fargli comprendere che tutta la sua bocca, dalla lingua al palato, dall’ugola all’ ingresso dell’esofago, venerava … amava e voleva proseguire ad entusiasmarsi e innamorarsi di lui. Godette Alvise nel percepire che quel membro si muoveva, … si spingeva di sua iniziativa più a fondo in lui; … e mentre Celestino veniva colto dal piacere lancinante che risaliva dalle palle, sempre più su, lungo tutta l’asta sino alla punta, … in cima, lui, fresco e dolce allievo del novizio, stando fermo, strinse ghermendo di più i fianchi per tenerlo bloccato e spremergli l’uretra con brama aspirando tutto quello che da lei defluiva, finché non lo sentì moscio e snervato, versando poi nelle mani del maestro il frutto del suo operato.
“Ricambia la gentilezza e dammi il suo nettare! … e voi, stallieri, attendete mie istruzioni.”
“Ohhh, … ancora.” Le labbra accarezzavano, lisciavano, sfioravano, spandevano tiepido vapore, lusingavano il maturo, armonioso, gonfio, tumido, florido, forte membro di Alvise di accedere, di invadere l’umido alveo orale da loro protetto. … e quella lingua … solo per lui, … stuzzicava, stimolava, deliziava il suo gioiello; passava dalla aiuola, da cui si ergeva eretto, sfiorando le gonadi per aspirarle una per volta e stringerle amorevolmente tra lei e il palato, … o facendole rimbalzare, saltellare su di lei salivandole. Ohh, era il suo amico che dava segnali diversi, … segnali che lui aspettava, … emessi e indirizzati solo per una persona che si ama.
Celestino rispondeva con questi segni al batticuore, … all’emozione di Alvise per lui. Passava dalla sacca all’asta lisciando, levigando, ungendo … e poi con occhi lucidi, eccitati, umidi di lacrime emotive per la possibilità di avere l’asso di bastoni del suo scolaro fra le labbra, … aspirò e risucchiò la rossa, turgida prugna sino alla faringe. La scaldava, pressava, pestava per spremerla, in modo che irritata all’inverosimile … fosse spinta a donare alla lingua seviziatrice il contenuto delle sue gonadi.
Alvise, steso sul dorso, mugolava … ansimava, si inarcava dimenandosi o respingendo infruttuosamente per essere allo stremo delle resistenze; allontanava e desisteva; urlava e tremava; …
“Ohhhhhh, … onfffff, … nooooooo, … Celessssssssss … nooo … stoooooooooo … lasciaaaaaaaaaaaa!”
Dalle commissure labiali del novizio scivolavano sul pube dell’amico, appena ricoperto di ricci, abbondanti scie bianche.
“Lascia Alvise, …-impose il bibliotecario- lasciati prosciugare! Quanta crema ci stai offrendo! I vostri corpi di giovani discinti al sole procurano commozione. Siete da baciare, coccolare, lisciare e … perché no, anche da stringere, … strizzare, … avvinghiare, … serrare, … arpionare. Provo gelosia per la vostra età: siete nella primavera della vita, … il periodo dei germogli, … dei fiori, … degli incontri, … dei baci, … dell’abbandonarsi e stringere, … del conoscersi e del scoprirsi, … della concupiscenza, … del desiderio, … del struggimento, … della sofferenza e della passione, … dell’attrazione e della seduzione. Siete dei papaveri, che aperte le corolle, bramano dei maggiolini. Non conoscete pudore, perché germinati in un ambiente di virtù e di generosità e neanche l’impudicizia, visto che vi piace e vi dà piacere ruzzolare, … rotolare, … razzolare e bagnarvi nel fango. L’insudiciarvi, il lordarvi vi dà appagamento, come i maialini che si rigirano e raspano nel fango. Siete dei capolavori della natura, dotati di innocenza … di pudicizia, … di sincerità e di devozione, … di venerazione e di affetto verso chi vi circonda e si prodiga a formarvi. Non impedirò il vostro sorriso e la vostra curiosità, che vi turbiate e vi infiammate a vicenda, perché è la vostra stagione.”
Camillo sorrise felice e pago a loro, perché sapeva che i semi, da cui erano germogliati, erano stati interrati in un terreno ricco di humus, soffice, non argilloso; in un terreno adatto a far spuntare rigogliose, forti, sane plantule. L’umidità dell’ambiente e il calore della stagione avrebbero fatto il resto; infatti egli notò da subito una germinazione da coltivare, … da alimentare, perché quei germogli, immersi nell’umidità e scaldati dal sole avrebbero orientato le radici verso il fondo, alla ricerca di sali e di zuccheri adatti alla loro crescita. Quei polloni stavano in un buon terreno e lui ne sarebbe stato il contadino. Sotto le sue attenzioni, le sue cure di sarchiatura e di rincalzatura si sarebbero irrobustiti, divenendo in breve tempo dei bellissimi, stupendi virgulti. Nessuno può fermare la primavera dei sensi, la si può guidare, orientare, alimentare; essa porta una violenza positiva con cui irrompe nelle nostre vite. Ecco il concetto di risveglio si lega a questa stagione, come un cuore che lentamente riprende a battere. Correre, sudare, sporcarsi, insozzarsi anche delle feci, raccogliere deiezioni di bovini per comporsi una posta è per un adolescente un gioco, … un divertimento. Per la prova avrebbe preso lui la responsabilità della sua formazione.
Celestino, soddisfatto e appagato del proprio impegno e prestazione, riversò nelle mani del Maestro una copiosa quantità di sperma.
“Sistemati su Alvise, petto con petto … pube con pube, … e infradiciati il basso ventre con gli umori del tuo amico con movimenti rotatori … in avanti e indietro, … come a volerti masturbare con l’aiuto del suo ventre. … Che hai?”
“Annhhhhh, … onffhhh, … stooo, … ummhhhh!”
“Stai eiaculando ancora? … stai godendo, … appagando i sensi nuovamente? … Ohh, beata gioventù … veloce e sempre pronta a riprendersi! Bene: lo sperma tuo si mescolerà con il suo e sarà di augurio, … di unione per voi; come questi vostri liquidi che trattengo miscelati nelle mani, … che serviranno a farti odorare di maschio. … Cosi nella postura che tieni: immergi il naso ed inspira con le narici, … in modo che anche loro e la tua faringe conosca il tepore, il sapore del vostro sperma. Sarà fastidioso … sgradevole perché brucerà un po’, ma è opportuno che principiate anche a rivestirvi dei vostri profumi. Nessuno se ne accorgerà, … lo sappiamo io e voi soltanto; per cui, dopo che avrai inspirato; con il rimanente che lascerò scivolare sul volto di Alvise, vi accarezzerete, … vi sfiorerete lisciandovi … leccandovi, cospargendo così le vostre essenze. Iniziate ad unirvi, … io vi benedico; ma vi ricordo e ammonisco a non perdere entusiasmo, spontaneità, dedizione e passione per il lavoro a cui siete stati destinati e vocati; vi invito a proseguire nell’applicazione scolastica e nell’apprendimento, poiché è solo con lo studio che una persona si rende libera. Ecco il perché la tua richiesta, Alvise, di frequentare Celestino è stata subito accolta. Il Conte desidera per la sua azienda collaboratori colti e preparati, sia per sostenere delle responsabilità sia per confrontarsi e dialogare con un linguaggio appropriato con i nostri illustri capitalisti. … e ora …
Stallieri, … versate sui lombi della recluta il contenuto dei vostri testicoli!”
Costoro, già eccitati e infiammati per la scena erotica che avevano dinanzi di due splendidi giovani discinti, stesi uno sull’altro, che si coccolavano, in cui uno distendeva sul volto dell’altro con l’aiuto del naso e delle guance la loro crema; che si massaggiavano con il corpo; che si sorridevano e contemplavano.
Ah, che bella che è la primavera della vita… con i primi turbamenti e struggimenti, i voli inconfessabili della fantasia, le lusinghe di gioie sublimi e godimenti estatici di un Eros che si fa ansia, e al contempo paura, di conoscere ed esplorare … che condivide per legare, … unire.
Le mani sapienti del bibliotecario sparpagliavano il frutto delle ghiandole sessuali dei garzoni oltre che sui lombi anche tra le natiche, lambendo l’area perineale e la stella ivi celata, del nuovo postulante al culto di Priapo.
“Se il vostro ha segnato le parti anatomiche che uniscono due persone, il volto e il pene, rispettivamente segni dell’anima e del fisico; quello degli stallieri ha marcato i vostri sederi, appetiti … bramati da tutti i nostri clienti; il mio serve ad indicare l’area che palpita, che sopporta, che spasima, che tace, che spinge ad aiutare, a condividere, a sorridere, ad amare. Ecco che il mio vi sia di unguento prezioso e propizio per voi, per chi amate, per chi incontrerete. Eccolo, … estendetelo dal collo all’ombelico e sentitene il profumo. Io sono un passivo: mi piace riceverlo e ne godo tantissimo e Celestino mi assomiglia, ma se dovessi incontrare un mio simile, amarlo come sta nascendo in voi simile rapporto, … beh … sarei con codesta persona anche attivo, perché l’amore esclude questi limiti; … come a voi delizia riceverlo, ma il dare è parte del rapporto d’amore.
Nei miei studi sulla natura ho osservato che l’omosessualità esiste come contraccettivo alla crescita di una specie. Essa si manifesta come passiva nella componente maschile, mentre sarà attiva in quella femminile. Questo non significa che due passivi o attivi non possano amarsi, poiché il cuore … l’amore comanda, trasformando un passivo in attivo solo per il compagno e l’attivo in passivo solo per la consorte. Nell’omosessualità non esiste, pertanto, la componente etero. L’uomo passivo, se non è obbligato … forzato … costretto, sceglie il membro, … Priapo; la femmina invece preferisce la vagina, … Saffo. Questo lo noteremo domani con la prova.”
Il bibliotecario e studioso stava sempre più entrando nella ruolo del maestro, … del precettore, di quella persona che forma un allievo sotto l’aspetto culturale.
“Maestro, … el conxseto, come lege naturae … preservatiivo insito nea natura … oo gho capio; ma in ea ghe xsè altre forme … altre manifestaxsion erotiche, come l’incxsesto.” Alvise aveva parlato come il giovane più addentro nelle tematiche sessuali.
“Delle altre manifestazioni ne parlerò al momento opportuno; ora mi interessa che voi siate messi all’erta sui pericoli che la vostra professione comporta, come l’invidia. Le persone, anche colte, ma non felici e realizzate; quando incontrano giovani come voi, allegri, soddisfatti, belli, pieni di sogni e brama di vivere, vengono prese dall’invidia, uno dei sette vizi capitali. … Per l'invidioso, la vostra felicità … il vostro benessere psicofisico è fonte di personale frustrazione; per cui egli sminuirà sempre i vostri successi li attribuendoli alla fortuna, al caso sostenendo che sono frutto di ingiustizia e non delle vostre capacità e del vostro impegno. L’invidia conduce alla calunnia; ecco il pericolo per voi. Le persone insoddisfatte vi invidiano, per cui parlar male, inventarsi menzogne, insinuazioni, riportare presunte dicerie … per loro è un linguaggio normale; … e in questo ambiente se ne inventano tante, che portano, per non perdere il cliente, a punirvi per falsità considerate verità. È quello che questi signori vogliono: vedervi puniti. Osservare, guardare, controllare i vostri fisici arrossati o infangati, umiliati sino a farvi piangere ed urlare è per loro soddisfazione e appagamento; e magari, dopo le botte e l’umiliazione, chiedono di potervi fottere come la menzogna da loro architettata richiede. Per cui state attenti, siate espansivi, allegri, genuini, attenti ai desideri, … professionali; ma non date mai l’amicizia, perché potrebbero avvalersi dei vostri sentimenti per inventarsi frottole che comportano punizioni per voi e in pubblico.”
“Ghò capio, alora, che dovemo vardarsxe dal mostrar el nostro afeto e de non dar tanta confidensxa a sti porxsei che vien qua. Xsercherò de far come el gà dito, lu, maestro; de far ben, … de esxer sempre contento e dopo tuto el me piasxe ciaparlo … e anca tanto, come a Celestino. Ooh oo gho dito in talian! Sior Camio, lu gà da vardame sempre, perché noaltri ghe voemo ben, el gà da difenderme e se el vede coocosxa che non va, el sxerche che no vegna fato queo che qei porsxei ii voe … e come gavemo o podemo ringraxiarla par ii sxo avisi; dopo magnà, mi da na parte e Celestino daea altra.”
“No, dopo pranzo voglio che osserviate come due etero mi inculano, mi sbattono, spinti dall’istinto animale, come questi due inservienti. Perché la maggior parte delle persone che frequentano questa maison sono etero e quando vedono e conoscono un passivo, diventano bestie brutte, incontrollabili, violente. Questo sarà il regalo che mi farete: farmi contento procurando con la vostra condotta più lavoro all’azienda.”
Cap.: XI
L’omosessualità
Gli stallieri non avevano interrotto il suo riposare, dato che lui dormiva disteso e tranquillo nella sua posta, cullato dalla musica del ruminare mite delle vacche. Avevano ascoltato il suggerimento di Camillo di scuoterlo e destarlo solo per il pranzo; per cui gli operai non lo avevano disturbato, lasciandolo avvolto nella sua coperta di strame e poltiglia in compagnia della Fisa e degli altri ruminanti; ma … un colubro la pensava diversamente.
Un nugolo di rondini entrava ed usciva dalle aperture della stalla garrendo. Questi volatili volavano radenti i dorsi delle bestie, rimpicciolendo sempre di più i loro cerchi, soprattutto lambendo uno porzione di parete, sopra la quale, da un nido di fango essiccato pendeva, dondolante da un lato all’altro, la testa di un rettile. Rasentavano quella serpe colpendola, … ferendola con i becchi perché abbandonasse quella loro dimora. I stridori prolungati, concitati e frenetici abbinati ai frusci delle ali avevano provocato agitazione, irrequietezza tra gli animali accovacciati, tanto che uno dopo l’altro tutti si erano rialzati, nervosi e impauriti. Gli stallieri che erano rimasti per vegliare Il ragazzetto, preoccupati e allarmati dai trambusti e dal chiasso, prima liberarono il ragazzo conducendolo al sicuro e poi presero la biscia con un forcone per portarla nella sassaia, vicina allo stagno di acque sorgive, utilizzato dagli animali al rientro dal pascolo per abbeverarsi.
Camillo, attratto dal baccano proveniente dalle stalle, preso da sincera preoccupazione, con Alvise, che stava con lui in attesa di pranzare, corse per accertarsi di quello che accadeva.
“Che succede, ragazzi? – gridò lo studioso con le rondini ancora svolazzanti e trillanti rasenti i muri-.
“Ohhh gnente, sior bibliotecario. -rispose un bovaro- Ghè gera na bisxa so on gnaro de rondine. A gà d’aver magnà i ovi e quee gà scomisxà, prima a ciamar e dopo a urlar pì che mai; tanto che se gà spaventà anca ee vache. Seestin ho gavemo portà soea saea dea consxa. El sxè ancora tuto onto, perché non gavemo poduo lavarlo. Ghè gera masxa confusion, … ee bestie ee se movea da na parte all’altra, … ee daea peae. Ee gavea paura de ste benedeti osei che i gà impenio ea staea de i so gnari.”
“Andatelo a prendere e conducetelo allo stagno. È uno di noi, per cui è parte dell’ambiente; come voi, che a sera, dopo l’abbeveraggio e la cura delle stalle, vi andate a lavare; e poi è un ottimo metodo per rinforzarsi. Strofinatelo, mondatelo, sciacquatelo e, se serve, immergetelo completamente.”
L’acqua, sul punto in cui sarebbe entrato Celestino, scorreva placida sulle sabbie effervescenti delle sorgive, con un movimento irregolare di ondulazione per le rigogliose, lussureggianti, … lunghe alghe. Era continuamente sorvolata dallo stormo di volatili che dalla stalla usciva a rastrellare insetti. Non era molto profonda, ma con il caldo … era appropriata per un bagno; mentre un po’ più avanti il gorgoglio della sorgiva si faceva intenso, con note musicali incantevoli e distensive, adatto al sogno e al pisolo. L’acqua si portava via gli sguardi di Camillo e di Alvise; … e quei corpi discinti, riflettenti e riverberanti nello stagno, davano un’immagine bucolica di fine Ottocento.
“È bello, … ehhh … Alvise?”
“Sì, … enfffff!”
“Che pensi, ragazzo?”
“Ohh … gnente, professor!”
“Guarda come reagisce alle mani, … sussulta, trasalisce, … e … anche nell’acqua fredda.” Risero nell’osservare le reazioni del giovinetto.
… e l’apprendimento?”
“Bene … mi sta drio tanto, … e …”
“… e, … gli vuoi bene! … è così?”
“Sì!”
“Beh, … mentre lo lavano, desidero ricordarti alcuni doveri verso tutti noi. Il conte si è impegnato tantissimo con te, … ti ha fatto seguire, … studiare, … preparare, … impratichire, … fare esperienze per conoscere di più e meglio quelli che frequentano questa casa. Ha investito molte risorse e ti paga molto bene. Ora non compromettere il tuo lavoro con sentimenti che potrebbero danneggiarti. Io ho scorto nei tuoi occhi i bagliori del fuoco, dell’incipiente passione. Potresti incorrere nelle punizioni, … tu e anche lui. Non fargli del male. Deve ancora superare delle prove che già qualcuno diventa rosso di passione per lui!”
“El gà rason, profesor; ma … secherò de controarme de pì, perchè el me piase sto lavor. Xsà quanto beo che el xsè ciaparlo nel cueo o averlo in boca? … e lu, Camijo, lo sa. El me gà dito pì de qualche volta che mi so fatto par ciaparlo, … che so on naturae; ma coxsa poxso far, sxe quando che oo vedo, me se stringxe el cor: sembra …”
“Ho visto. Cerca di controllarti e niente coccole. Gliele potrai dare solo con il mio permesso e in biblioteca. Così nessuno potrà dirti nulla. … e ora … Guarda quei pesciolini: come spazzolano il fondo della sorgiva, i ciottoli e le alghe. Loro sono i guardiani di questo laghetto. Lo tengono sempre pulito, … non si dimenticano del lavoro; eppure anche loro amano. Guarda, con la dorsale, danno una bella spazzolata al fondo dalle foglie marcescenti. Sono spinarelli e sai come li chiamano gli studiosi della fauna ittica?”
“No.”
“Le cagnette dei fiumi, pochi le conoscono. Sono le regine docili, accorte, scaltre e guardinghe dell’acqua dolce. Controllano e puliscono il fondo dei fiumi e dove ci sono loro, vivono anche le carpe, i lucci, i pesce gatto, le anguille, le tinche. Ti sto facendo questo discorso per farti comprendere che se tu fai bene la tua missione in questa azienda, … lavoriamo e viviamo bene tutti; anch’io sono un omosessuale, come te; ma non mi dimentico di studiare e cercare nuovi strumenti di piacere da utilizzare nelle feste.”
“Lu professor, el gà da aiutarme!”
“Ti spalleggerò e cercherò di facilitare questo tuo sentimento, ma sempre sotto la mia supervisione. Non deludermi e non far punire anche lui.
Stanno sopraggiungendo. Sono contenti e … Su, diamogli il profumo di cui deve essere sempre vestito. Spompinalo e poi, dopo avermi consegnato la sua linfa, fatti aspirare per consegnarmi, indirizzando, tutto il tuo succo.”
Quel fisico purificato, lustro, latteo, reso ancora più pallido dalla frescura del bagno, palpitava, rabbrividiva, gemeva e ansimava sotto le attenzioni delicate, esperte, pudiche dell’amico. Ad Alvise non sembrava vero di poter stringere con le mani e con le labbra quel pistolino, … quel glande di carne viva, che emanava un calore e un profumo particolare. Non gli sembrava vero di avere tra le mani il fresco membro del suo amico da coccolare, venerare, bagnare, … mungere un’altra volta. Fece tanto dalle natiche al fiore nascosto, dai polpacci all’addome. Non gli interessava solo farlo sgorgare, ma anche farlo partecipare godendo del suo alveo orale; fargli comprendere che tutta la sua bocca, dalla lingua al palato, dall’ugola all’ ingresso dell’esofago, venerava … amava e voleva proseguire ad entusiasmarsi e innamorarsi di lui. Godette Alvise nel percepire che quel membro si muoveva, … si spingeva di sua iniziativa più a fondo in lui; … e mentre Celestino veniva colto dal piacere lancinante che risaliva dalle palle, sempre più su, lungo tutta l’asta sino alla punta, … in cima, lui, fresco e dolce allievo del novizio, stando fermo, strinse ghermendo di più i fianchi per tenerlo bloccato e spremergli l’uretra con brama aspirando tutto quello che da lei defluiva, finché non lo sentì moscio e snervato, versando poi nelle mani del maestro il frutto del suo operato.
“Ricambia la gentilezza e dammi il suo nettare! … e voi, stallieri, attendete mie istruzioni.”
“Ohhh, … ancora.” Le labbra accarezzavano, lisciavano, sfioravano, spandevano tiepido vapore, lusingavano il maturo, armonioso, gonfio, tumido, florido, forte membro di Alvise di accedere, di invadere l’umido alveo orale da loro protetto. … e quella lingua … solo per lui, … stuzzicava, stimolava, deliziava il suo gioiello; passava dalla aiuola, da cui si ergeva eretto, sfiorando le gonadi per aspirarle una per volta e stringerle amorevolmente tra lei e il palato, … o facendole rimbalzare, saltellare su di lei salivandole. Ohh, era il suo amico che dava segnali diversi, … segnali che lui aspettava, … emessi e indirizzati solo per una persona che si ama.
Celestino rispondeva con questi segni al batticuore, … all’emozione di Alvise per lui. Passava dalla sacca all’asta lisciando, levigando, ungendo … e poi con occhi lucidi, eccitati, umidi di lacrime emotive per la possibilità di avere l’asso di bastoni del suo scolaro fra le labbra, … aspirò e risucchiò la rossa, turgida prugna sino alla faringe. La scaldava, pressava, pestava per spremerla, in modo che irritata all’inverosimile … fosse spinta a donare alla lingua seviziatrice il contenuto delle sue gonadi.
Alvise, steso sul dorso, mugolava … ansimava, si inarcava dimenandosi o respingendo infruttuosamente per essere allo stremo delle resistenze; allontanava e desisteva; urlava e tremava; …
“Ohhhhhh, … onfffff, … nooooooo, … Celessssssssss … nooo … stoooooooooo … lasciaaaaaaaaaaaa!”
Dalle commissure labiali del novizio scivolavano sul pube dell’amico, appena ricoperto di ricci, abbondanti scie bianche.
“Lascia Alvise, …-impose il bibliotecario- lasciati prosciugare! Quanta crema ci stai offrendo! I vostri corpi di giovani discinti al sole procurano commozione. Siete da baciare, coccolare, lisciare e … perché no, anche da stringere, … strizzare, … avvinghiare, … serrare, … arpionare. Provo gelosia per la vostra età: siete nella primavera della vita, … il periodo dei germogli, … dei fiori, … degli incontri, … dei baci, … dell’abbandonarsi e stringere, … del conoscersi e del scoprirsi, … della concupiscenza, … del desiderio, … del struggimento, … della sofferenza e della passione, … dell’attrazione e della seduzione. Siete dei papaveri, che aperte le corolle, bramano dei maggiolini. Non conoscete pudore, perché germinati in un ambiente di virtù e di generosità e neanche l’impudicizia, visto che vi piace e vi dà piacere ruzzolare, … rotolare, … razzolare e bagnarvi nel fango. L’insudiciarvi, il lordarvi vi dà appagamento, come i maialini che si rigirano e raspano nel fango. Siete dei capolavori della natura, dotati di innocenza … di pudicizia, … di sincerità e di devozione, … di venerazione e di affetto verso chi vi circonda e si prodiga a formarvi. Non impedirò il vostro sorriso e la vostra curiosità, che vi turbiate e vi infiammate a vicenda, perché è la vostra stagione.”
Camillo sorrise felice e pago a loro, perché sapeva che i semi, da cui erano germogliati, erano stati interrati in un terreno ricco di humus, soffice, non argilloso; in un terreno adatto a far spuntare rigogliose, forti, sane plantule. L’umidità dell’ambiente e il calore della stagione avrebbero fatto il resto; infatti egli notò da subito una germinazione da coltivare, … da alimentare, perché quei germogli, immersi nell’umidità e scaldati dal sole avrebbero orientato le radici verso il fondo, alla ricerca di sali e di zuccheri adatti alla loro crescita. Quei polloni stavano in un buon terreno e lui ne sarebbe stato il contadino. Sotto le sue attenzioni, le sue cure di sarchiatura e di rincalzatura si sarebbero irrobustiti, divenendo in breve tempo dei bellissimi, stupendi virgulti. Nessuno può fermare la primavera dei sensi, la si può guidare, orientare, alimentare; essa porta una violenza positiva con cui irrompe nelle nostre vite. Ecco il concetto di risveglio si lega a questa stagione, come un cuore che lentamente riprende a battere. Correre, sudare, sporcarsi, insozzarsi anche delle feci, raccogliere deiezioni di bovini per comporsi una posta è per un adolescente un gioco, … un divertimento. Per la prova avrebbe preso lui la responsabilità della sua formazione.
Celestino, soddisfatto e appagato del proprio impegno e prestazione, riversò nelle mani del Maestro una copiosa quantità di sperma.
“Sistemati su Alvise, petto con petto … pube con pube, … e infradiciati il basso ventre con gli umori del tuo amico con movimenti rotatori … in avanti e indietro, … come a volerti masturbare con l’aiuto del suo ventre. … Che hai?”
“Annhhhhh, … onffhhh, … stooo, … ummhhhh!”
“Stai eiaculando ancora? … stai godendo, … appagando i sensi nuovamente? … Ohh, beata gioventù … veloce e sempre pronta a riprendersi! Bene: lo sperma tuo si mescolerà con il suo e sarà di augurio, … di unione per voi; come questi vostri liquidi che trattengo miscelati nelle mani, … che serviranno a farti odorare di maschio. … Cosi nella postura che tieni: immergi il naso ed inspira con le narici, … in modo che anche loro e la tua faringe conosca il tepore, il sapore del vostro sperma. Sarà fastidioso … sgradevole perché brucerà un po’, ma è opportuno che principiate anche a rivestirvi dei vostri profumi. Nessuno se ne accorgerà, … lo sappiamo io e voi soltanto; per cui, dopo che avrai inspirato; con il rimanente che lascerò scivolare sul volto di Alvise, vi accarezzerete, … vi sfiorerete lisciandovi … leccandovi, cospargendo così le vostre essenze. Iniziate ad unirvi, … io vi benedico; ma vi ricordo e ammonisco a non perdere entusiasmo, spontaneità, dedizione e passione per il lavoro a cui siete stati destinati e vocati; vi invito a proseguire nell’applicazione scolastica e nell’apprendimento, poiché è solo con lo studio che una persona si rende libera. Ecco il perché la tua richiesta, Alvise, di frequentare Celestino è stata subito accolta. Il Conte desidera per la sua azienda collaboratori colti e preparati, sia per sostenere delle responsabilità sia per confrontarsi e dialogare con un linguaggio appropriato con i nostri illustri capitalisti. … e ora …
Stallieri, … versate sui lombi della recluta il contenuto dei vostri testicoli!”
Costoro, già eccitati e infiammati per la scena erotica che avevano dinanzi di due splendidi giovani discinti, stesi uno sull’altro, che si coccolavano, in cui uno distendeva sul volto dell’altro con l’aiuto del naso e delle guance la loro crema; che si massaggiavano con il corpo; che si sorridevano e contemplavano.
Ah, che bella che è la primavera della vita… con i primi turbamenti e struggimenti, i voli inconfessabili della fantasia, le lusinghe di gioie sublimi e godimenti estatici di un Eros che si fa ansia, e al contempo paura, di conoscere ed esplorare … che condivide per legare, … unire.
Le mani sapienti del bibliotecario sparpagliavano il frutto delle ghiandole sessuali dei garzoni oltre che sui lombi anche tra le natiche, lambendo l’area perineale e la stella ivi celata, del nuovo postulante al culto di Priapo.
“Se il vostro ha segnato le parti anatomiche che uniscono due persone, il volto e il pene, rispettivamente segni dell’anima e del fisico; quello degli stallieri ha marcato i vostri sederi, appetiti … bramati da tutti i nostri clienti; il mio serve ad indicare l’area che palpita, che sopporta, che spasima, che tace, che spinge ad aiutare, a condividere, a sorridere, ad amare. Ecco che il mio vi sia di unguento prezioso e propizio per voi, per chi amate, per chi incontrerete. Eccolo, … estendetelo dal collo all’ombelico e sentitene il profumo. Io sono un passivo: mi piace riceverlo e ne godo tantissimo e Celestino mi assomiglia, ma se dovessi incontrare un mio simile, amarlo come sta nascendo in voi simile rapporto, … beh … sarei con codesta persona anche attivo, perché l’amore esclude questi limiti; … come a voi delizia riceverlo, ma il dare è parte del rapporto d’amore.
Nei miei studi sulla natura ho osservato che l’omosessualità esiste come contraccettivo alla crescita di una specie. Essa si manifesta come passiva nella componente maschile, mentre sarà attiva in quella femminile. Questo non significa che due passivi o attivi non possano amarsi, poiché il cuore … l’amore comanda, trasformando un passivo in attivo solo per il compagno e l’attivo in passivo solo per la consorte. Nell’omosessualità non esiste, pertanto, la componente etero. L’uomo passivo, se non è obbligato … forzato … costretto, sceglie il membro, … Priapo; la femmina invece preferisce la vagina, … Saffo. Questo lo noteremo domani con la prova.”
Il bibliotecario e studioso stava sempre più entrando nella ruolo del maestro, … del precettore, di quella persona che forma un allievo sotto l’aspetto culturale.
“Maestro, … el conxseto, come lege naturae … preservatiivo insito nea natura … oo gho capio; ma in ea ghe xsè altre forme … altre manifestaxsion erotiche, come l’incxsesto.” Alvise aveva parlato come il giovane più addentro nelle tematiche sessuali.
“Delle altre manifestazioni ne parlerò al momento opportuno; ora mi interessa che voi siate messi all’erta sui pericoli che la vostra professione comporta, come l’invidia. Le persone, anche colte, ma non felici e realizzate; quando incontrano giovani come voi, allegri, soddisfatti, belli, pieni di sogni e brama di vivere, vengono prese dall’invidia, uno dei sette vizi capitali. … Per l'invidioso, la vostra felicità … il vostro benessere psicofisico è fonte di personale frustrazione; per cui egli sminuirà sempre i vostri successi li attribuendoli alla fortuna, al caso sostenendo che sono frutto di ingiustizia e non delle vostre capacità e del vostro impegno. L’invidia conduce alla calunnia; ecco il pericolo per voi. Le persone insoddisfatte vi invidiano, per cui parlar male, inventarsi menzogne, insinuazioni, riportare presunte dicerie … per loro è un linguaggio normale; … e in questo ambiente se ne inventano tante, che portano, per non perdere il cliente, a punirvi per falsità considerate verità. È quello che questi signori vogliono: vedervi puniti. Osservare, guardare, controllare i vostri fisici arrossati o infangati, umiliati sino a farvi piangere ed urlare è per loro soddisfazione e appagamento; e magari, dopo le botte e l’umiliazione, chiedono di potervi fottere come la menzogna da loro architettata richiede. Per cui state attenti, siate espansivi, allegri, genuini, attenti ai desideri, … professionali; ma non date mai l’amicizia, perché potrebbero avvalersi dei vostri sentimenti per inventarsi frottole che comportano punizioni per voi e in pubblico.”
“Ghò capio, alora, che dovemo vardarsxe dal mostrar el nostro afeto e de non dar tanta confidensxa a sti porxsei che vien qua. Xsercherò de far come el gà dito, lu, maestro; de far ben, … de esxer sempre contento e dopo tuto el me piasxe ciaparlo … e anca tanto, come a Celestino. Ooh oo gho dito in talian! Sior Camio, lu gà da vardame sempre, perché noaltri ghe voemo ben, el gà da difenderme e se el vede coocosxa che non va, el sxerche che no vegna fato queo che qei porsxei ii voe … e come gavemo o podemo ringraxiarla par ii sxo avisi; dopo magnà, mi da na parte e Celestino daea altra.”
“No, dopo pranzo voglio che osserviate come due etero mi inculano, mi sbattono, spinti dall’istinto animale, come questi due inservienti. Perché la maggior parte delle persone che frequentano questa maison sono etero e quando vedono e conoscono un passivo, diventano bestie brutte, incontrollabili, violente. Questo sarà il regalo che mi farete: farmi contento procurando con la vostra condotta più lavoro all’azienda.”
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