Celestino Cap.: XV proseguendo
di
bepi0449
genere
pulp
Cap.: XV
Proseguendo …
“Buongiorno signor Conte, … buongiorno signor Castaldo!”
“Buongiorno a voi, … Camillo, Clelia, … e buongiorno Celestino. Dormito bene?”
“Sì! Da ieri sera presto … ha sempre dormito come un ghiro; … e che … al risveglio …”
“Sì, Camillo …!”
“Come posso dirle, signor Conte: ci siamo trovati con le lenzuola umide e appiccicaticce. Ho già dato disposizione per il cambio.”
“Spero che ieri sera non abbiate esagerato con la cena.”
“No, signore: solo che prima di metterci a letto abbiamo preso una bibita preparata dalla signora Clelia, per aiutarci nel sonno. All’ora del gallo, io e il visagista, ci siamo svegliati a causa dell’agitarsi, del contorcersi, dello scalciare del ragazzo. Ohh Signore, nessun problema per noi e penso … neanche per lui, però sentirlo ansimare, uggiolare, gemere, negare, affermare, acconsentire e poi vedere dal suo ugello sprizzare le sue essenze, senza che lui o noi lo sfiorassimo, behhhh … lei che direbbe? … o avvertire le sue mani che te lo prendono, lo inducono a collocarsi fra le umide natiche o ad essere aspirato per essere amato fra le sue labbra, … mhhhhhhh … noi o meglio io e Clelia abbiamo appagato i nostri sensi umettandogli il culo e dissetandolo; … e, mi creda, signor Conte: ha fatto tutto questo senza svegliarsi. Era un’anguilla fra noi; stringeva e chiedeva di essere riempito, stuprato, rotto. È uno di noi, … solo che … è bellissimo e terribilmente … sensuale, provocante, concupiscente.”
“Diciamo che quello che mi avete riferito, mi consola e mi premia per la scelta e per il desiderare per la nostra Casa personale con elevata cultura, ma proveniente da quel mondo rurale, in cui non sono mai esistiti divieti, … poiché fra quei nuclei o famiglie la propensione all’incesto, alla pederastia, all’omosessualità, alla zoofilia sono sempre stati accettati come deterrenti alla natalità e quindi all’allargamento e alla dilatazione delle famiglie. Ora, nostro adorato Celestino, vienimi vicino o mi temi? Hai timore?”
“No!”
“Da come si sono espressi i tuoi maestri devo constatare che stai facendo notevoli progressi per iniziare l’attività, per la quale sei qui. Noto, inoltre, che Camillo, anche oggi, ti ha fatto indossare un completino, che …Complimenti a voi Clelia e Camillo per i risultati che sapete presentarmi … Avverto, passando con una mano fra le falde della sua camicetta una pelle che s’impaurisce, trema; ma quello che mi soddisfa di più è la sua apertura, … la sua accettazione a farsi tastare, accarezzare, toccare … non è da tutti. Guardami Celestino: mi permetti di accedere per percepire la temperatura del tuo rifugio segreto? … Hmhhhhhh?”
“Enhfffffff, … sììì!”
“Ohhh, … sei ancora più desiderabile, … più seducente quando mi guardi con quegli occhioni, … profondi, vividi, luminosi. Ohhhhhhh, … perché mi caschi addosso?”
“Signor Conte, l’ha palpato in un punto che lo fa squagliare, … sciogliere come burro sul fuoco. Lo sente come boccheggia affannosamente?”
“Per fortuna che indossa degli slip, … altrimenti l’uccello uscirebbe a prendere il sole e non sarebbe eccitante, come il non vederlo e, anche, molto fascianti.”
“Glieli ho fatti per questo evento, … per dar modo di allettare, … di sedurre, … di stregare e di spingere in alto offerte dettate dal desiderio di vedere aperto il pacco.”
“Geniale Camillo! … mi stai addosso ragazzino, quasi a … Non riesci a rialzarti?”
“Signor Conte, gli guardi l’intimo davanti e capirà il perché. Non serve abbassargli i pantaloncini da paggetto reale: separi le falde e vedrà.”
“Hmmmmhh, … e qui, nel culetto, Celestino, che cosa hai? Avverto un qualcosa di duro e peloso.”
“E’ un tappo lanoso. Me l’hanno messo loro, … ieri.”
“Ehhh … perché?”
“Non lo so, signor Padrone.”
“Nel momento di maggior acme del massaggio, ieri, signor Conte! Non se n’è neanche accorto, quando Clelia glielo ha infilato. Serve a dilatargli un po' l’anello, a renderlo più elastico, ad allenarlo ad accettare, a familiarizzare con un qualcosa che potrà entrare dall’esterno, in modo che non lo lacerino. Starebbe fermo un bel po', … senza considerare che potrebbe non essere più utilizzabile, se quel … personaggio, che presumo se lo aggiudicherà, … sa … Glielo sfileremo dopo per la pratica che deve proseguire e poi glielo rimetteremo, ma un po' più … generoso.”
“Beehhhhhhhh, … facciamo collazione!” e con un batter di mani, il nobile fece servire un bicchiere di latte tepido al ragazzo. “Vai a sederti al tuo posto, Celestino. Desidero osservarti, averti davanti, mentre assumi quello che il nostro responsabile di stalla ha raccolto e proseguirà, in questi giorni, a mungere a quel toro, che tu conosci. Quel nettare bovino lo prenderai sia al mattino che alla sera. Esso sarà uno dei tuoi alimenti giornalieri in questa maison per giovanetti come te.”
“Va bene Signore!”
“Servirà a darti, … a coprirti anche oralmente e analmente del profumo di sperma. Mi auguro domani di percepire da te la fragranza di moda in questa casa, … e ora bevi quello che ti è stato servito; assumerai dalla Clelia quello che ti proporrà. Ora, termina di mangiare e poi, … vai con loro.”
“Per il buon odore, … ho già provveduto con Michele. Nella stanza di Clelia c’è già il risultato del raccolto che i dipendenti dell’azienda hanno voluto offrire al ragazzo.”
Celestino non capiva, ma aveva compreso che ogni giorno, per lui, ci sarebbero state delle novità e … sempre eccitanti. Dopo la passeggiata nel parco, raggiunsero il massaggiatore che gli stava attendendo. Tutto era pronto per le pratiche a cui dovevano sottoporlo.
“Vieni avanti, svestiti e mettiti, come ieri, sul lettino. I liquidi dell’enteroclisma odierno sono già pronti. Devo solo sfilarti questa specie di pantaloncini. … quello che il padrone aveva incoraggiato inizia già a dare i suoi frutti. Il tuo solito, fresco profumo di adolescente si sta confondendo con quello dello sperma, del quale spesso vieni rivestito; comunque, per questo fine settimana, tutti quelli che ti avvicineranno, percepiranno la nuova tua essenza e sospireranno per averti. Posso dirti che anche noi, che siamo tuoi fratelli nel sesso, siamo attratti dalla tua silhouette, dal tuo bellissimo, incantevole, ben proporzionato culo e dal tuo concupiscente nuovo profumo. Signor bibliotecario, è possibile, per lei, mettersi semidisteso sui gomiti, in modo che questo furfante, malandrino, ladro di falli, possa posare le labbra, che ospiteranno -mostrando- questa pallina traforata, sul boschetto che riscalda e difende suo fratello minore?”
“Ohh … ben volentieri! È una sensazione stupenda avere il suo viso posato sul mio inguine, sentire il suo respiro, il suo calore, le conseguenze del suo sussultare, il suo mugolare bavoso e poi … behhh. Su, avanti Celestino, il mio lui aspetta il calore del tuo espiro, le tue bave e le carezze del tuo viso. Clelia … prosegui, … che questo ragazzino è teso per non conoscere le tue prossime azioni. Smuovi, … ruota, … tira, … fallo spingere come per defecare, … rispingilo dentro, … muovi a destra e a sinistra, … deve avvertire l’ingombro e il desiderio di averlo più in su o più addentro, … di percepirlo pesce o mostro che azzanna o si pasce della sua carne.”
“Celestino … non temere!”
“Sì, … ma”
“Per sfilartelo senza provocare dolore, lo devo smuovere, tirare, respingere dentro e attendere il tuo momento di spinta; devo rieducare il tuo ano a dilatarsi come vuole il tuo desiderio. Ora spingi come per cagare, trattieni il respiro e lascia che il tuo sfintere si dilati per far uscire il tappo. Ecco, … bravo; ancora uno sforzo …” Un plof e il tappo peloso rimase fra le dita della massaggiatrice
“Hennnfffff, … henfffffffffff! … Che fresco, … ma …” L’indice dell’operatrice girava attorno al forellino, tastandolo per sentirne la malleabilità, la trattabilità, l’elasticità; ora dentro … ora fuori entrava per dilatare e per emozionare.
“Mmhhhhhhhhhhhhf … mhhhhhhhhhh. Le ginocchia si distanziano. Clelia, la cannula nel culo. Salto ad ogni tuo tocco. Sento le tue dita che lo lubrificano. Il cuore mi sale alle tempie. Apri l’acqua, per favore. Lavami, riempimi, accarezzami la pancia. Masturbami lentamente!” Guaiti, muti uggiolii e bave che colavano verso il collo o si attaccavano sulla peluria di Camillo.
“Va meglio di ieri e sento una tua umidità diversa per consistenza e profumo, quasi trasparente, mi ci rivedo in te, ragazzo, quando presi i primi clisteri!” L’uomo che era donna, non informandolo della differenza, presa la cannula per il clisma e collegatala alla sonda della sacca appesa al trespolo, dopo averla unta di una sostanza oleosa rossa, iniziò a introdurgliela molto lentamente, in modo che nel suo percorso rilasciasse le sostanze che la ricoprivano. Il percorso segnato principiava a bruciare come se una polvere di peperoncino fosse stata sparsa sulle sue mucose intestinali. Sorpreso, confuso, impaurito.
“Che …” Liquidi tiepidi presero a scendere e a scorrere, mentre Camillo, tenendogli la testa schiacciata sui suoi testicoli, godeva delle sue calde salive. Muoveva il bacino, sculettava, come per allontanare il dolore-bruciore che un po' per volta aumentava, sino a divenire insopportabile. Era diverso, … diverso. Non era il dolore di ieri. Faceva male, bruciava, … bruciava, e … Si gonfiava, frignava, lacrimava nonostante le manipolazioni che la massaggiatrice gli elargiva. Emetteva ormai lunghi ed estenuanti mugolii. Dolore; crampi; bave e lacrime con il fuoco del peperoncino che gli dilaniava le viscere e con i liquidi che lo gonfiavano; si agitava e contraeva; uggiolava; le sue mani sbattevano il lettino, ma nonostante … quel bestiale clistere inconsciamente gli piaceva. Stremato, stanco, si abbandonò totalmente, perdendo, per qualche minuto, i sensi. Inarcatolo con il viso fra le ginocchia, confuso, lo aiutarono a scaricare su se stesso, come nel precedente. Con le loro mani gli stesero, su tutto il corpo, quella poltiglia che bruciava. Nuova esperienza verso la professione, che bramava. Lo lavarono subito per fargliene uno successivo con estratti che gli annullarono tutti i bruciori. Fattolo stendere su un altro lettino lo esaminarono per conoscere la sua nuova capacità di dilatazione. L’indice, ormai, entrava facilmente. Clelia utilizzò il suo dorso per un’opera d’arte informale e, divaricateli con delicatezza le gambe, invitò l’aiuto a velare con il suo latte l’orifizio anale. Lo accarezzava e tastava caviglie, polpacci, cosce, lombi, dorso e braccia per ritornare poi sui glutei e soffermarvisi. Pizzicava e stringeva le chiappe con vigore per poi passare sul davanti e massaggiarlo dai piedi al volto e, poi, per afferraglielo. Stava in attesa, osservava quelle mani, palpitava quando s’appressava all’ombelico e all’inguine, tremava, mentre quelle continuavano a strusciare o a strizzare, a vellicare e ungere con la crema che i dipendenti avevano fornito. Nuova azione, per favorire il lascito di dense, bianche essenze lattescenti, profumate di vita in fioritura sull’addome e questa volta spalmategli sino al loro completo assorbimento.
“Eccoci agli attimi finali odierni della preparazione del tuo fisico all’evento. Ecco, nostro caro, amato, erede, il nuovo gingillo che indosserai. Osservalo, veneralo e bacialo come fosse di calda, suadente, eccitante carne e poi, inarcandoti verso l’alto, offrigli la tua adorata palpitante apertura, lubrificata, or ora, con il nuovo versamento di sborra di Camillo. Ohhh ragazzina … ora profumi di quelle essenze della vita che il Conte ha auspicato e tanto caldeggiato!”
Proseguendo …
“Buongiorno signor Conte, … buongiorno signor Castaldo!”
“Buongiorno a voi, … Camillo, Clelia, … e buongiorno Celestino. Dormito bene?”
“Sì! Da ieri sera presto … ha sempre dormito come un ghiro; … e che … al risveglio …”
“Sì, Camillo …!”
“Come posso dirle, signor Conte: ci siamo trovati con le lenzuola umide e appiccicaticce. Ho già dato disposizione per il cambio.”
“Spero che ieri sera non abbiate esagerato con la cena.”
“No, signore: solo che prima di metterci a letto abbiamo preso una bibita preparata dalla signora Clelia, per aiutarci nel sonno. All’ora del gallo, io e il visagista, ci siamo svegliati a causa dell’agitarsi, del contorcersi, dello scalciare del ragazzo. Ohh Signore, nessun problema per noi e penso … neanche per lui, però sentirlo ansimare, uggiolare, gemere, negare, affermare, acconsentire e poi vedere dal suo ugello sprizzare le sue essenze, senza che lui o noi lo sfiorassimo, behhhh … lei che direbbe? … o avvertire le sue mani che te lo prendono, lo inducono a collocarsi fra le umide natiche o ad essere aspirato per essere amato fra le sue labbra, … mhhhhhhh … noi o meglio io e Clelia abbiamo appagato i nostri sensi umettandogli il culo e dissetandolo; … e, mi creda, signor Conte: ha fatto tutto questo senza svegliarsi. Era un’anguilla fra noi; stringeva e chiedeva di essere riempito, stuprato, rotto. È uno di noi, … solo che … è bellissimo e terribilmente … sensuale, provocante, concupiscente.”
“Diciamo che quello che mi avete riferito, mi consola e mi premia per la scelta e per il desiderare per la nostra Casa personale con elevata cultura, ma proveniente da quel mondo rurale, in cui non sono mai esistiti divieti, … poiché fra quei nuclei o famiglie la propensione all’incesto, alla pederastia, all’omosessualità, alla zoofilia sono sempre stati accettati come deterrenti alla natalità e quindi all’allargamento e alla dilatazione delle famiglie. Ora, nostro adorato Celestino, vienimi vicino o mi temi? Hai timore?”
“No!”
“Da come si sono espressi i tuoi maestri devo constatare che stai facendo notevoli progressi per iniziare l’attività, per la quale sei qui. Noto, inoltre, che Camillo, anche oggi, ti ha fatto indossare un completino, che …Complimenti a voi Clelia e Camillo per i risultati che sapete presentarmi … Avverto, passando con una mano fra le falde della sua camicetta una pelle che s’impaurisce, trema; ma quello che mi soddisfa di più è la sua apertura, … la sua accettazione a farsi tastare, accarezzare, toccare … non è da tutti. Guardami Celestino: mi permetti di accedere per percepire la temperatura del tuo rifugio segreto? … Hmhhhhhh?”
“Enhfffffff, … sììì!”
“Ohhh, … sei ancora più desiderabile, … più seducente quando mi guardi con quegli occhioni, … profondi, vividi, luminosi. Ohhhhhhh, … perché mi caschi addosso?”
“Signor Conte, l’ha palpato in un punto che lo fa squagliare, … sciogliere come burro sul fuoco. Lo sente come boccheggia affannosamente?”
“Per fortuna che indossa degli slip, … altrimenti l’uccello uscirebbe a prendere il sole e non sarebbe eccitante, come il non vederlo e, anche, molto fascianti.”
“Glieli ho fatti per questo evento, … per dar modo di allettare, … di sedurre, … di stregare e di spingere in alto offerte dettate dal desiderio di vedere aperto il pacco.”
“Geniale Camillo! … mi stai addosso ragazzino, quasi a … Non riesci a rialzarti?”
“Signor Conte, gli guardi l’intimo davanti e capirà il perché. Non serve abbassargli i pantaloncini da paggetto reale: separi le falde e vedrà.”
“Hmmmmhh, … e qui, nel culetto, Celestino, che cosa hai? Avverto un qualcosa di duro e peloso.”
“E’ un tappo lanoso. Me l’hanno messo loro, … ieri.”
“Ehhh … perché?”
“Non lo so, signor Padrone.”
“Nel momento di maggior acme del massaggio, ieri, signor Conte! Non se n’è neanche accorto, quando Clelia glielo ha infilato. Serve a dilatargli un po' l’anello, a renderlo più elastico, ad allenarlo ad accettare, a familiarizzare con un qualcosa che potrà entrare dall’esterno, in modo che non lo lacerino. Starebbe fermo un bel po', … senza considerare che potrebbe non essere più utilizzabile, se quel … personaggio, che presumo se lo aggiudicherà, … sa … Glielo sfileremo dopo per la pratica che deve proseguire e poi glielo rimetteremo, ma un po' più … generoso.”
“Beehhhhhhhh, … facciamo collazione!” e con un batter di mani, il nobile fece servire un bicchiere di latte tepido al ragazzo. “Vai a sederti al tuo posto, Celestino. Desidero osservarti, averti davanti, mentre assumi quello che il nostro responsabile di stalla ha raccolto e proseguirà, in questi giorni, a mungere a quel toro, che tu conosci. Quel nettare bovino lo prenderai sia al mattino che alla sera. Esso sarà uno dei tuoi alimenti giornalieri in questa maison per giovanetti come te.”
“Va bene Signore!”
“Servirà a darti, … a coprirti anche oralmente e analmente del profumo di sperma. Mi auguro domani di percepire da te la fragranza di moda in questa casa, … e ora bevi quello che ti è stato servito; assumerai dalla Clelia quello che ti proporrà. Ora, termina di mangiare e poi, … vai con loro.”
“Per il buon odore, … ho già provveduto con Michele. Nella stanza di Clelia c’è già il risultato del raccolto che i dipendenti dell’azienda hanno voluto offrire al ragazzo.”
Celestino non capiva, ma aveva compreso che ogni giorno, per lui, ci sarebbero state delle novità e … sempre eccitanti. Dopo la passeggiata nel parco, raggiunsero il massaggiatore che gli stava attendendo. Tutto era pronto per le pratiche a cui dovevano sottoporlo.
“Vieni avanti, svestiti e mettiti, come ieri, sul lettino. I liquidi dell’enteroclisma odierno sono già pronti. Devo solo sfilarti questa specie di pantaloncini. … quello che il padrone aveva incoraggiato inizia già a dare i suoi frutti. Il tuo solito, fresco profumo di adolescente si sta confondendo con quello dello sperma, del quale spesso vieni rivestito; comunque, per questo fine settimana, tutti quelli che ti avvicineranno, percepiranno la nuova tua essenza e sospireranno per averti. Posso dirti che anche noi, che siamo tuoi fratelli nel sesso, siamo attratti dalla tua silhouette, dal tuo bellissimo, incantevole, ben proporzionato culo e dal tuo concupiscente nuovo profumo. Signor bibliotecario, è possibile, per lei, mettersi semidisteso sui gomiti, in modo che questo furfante, malandrino, ladro di falli, possa posare le labbra, che ospiteranno -mostrando- questa pallina traforata, sul boschetto che riscalda e difende suo fratello minore?”
“Ohh … ben volentieri! È una sensazione stupenda avere il suo viso posato sul mio inguine, sentire il suo respiro, il suo calore, le conseguenze del suo sussultare, il suo mugolare bavoso e poi … behhh. Su, avanti Celestino, il mio lui aspetta il calore del tuo espiro, le tue bave e le carezze del tuo viso. Clelia … prosegui, … che questo ragazzino è teso per non conoscere le tue prossime azioni. Smuovi, … ruota, … tira, … fallo spingere come per defecare, … rispingilo dentro, … muovi a destra e a sinistra, … deve avvertire l’ingombro e il desiderio di averlo più in su o più addentro, … di percepirlo pesce o mostro che azzanna o si pasce della sua carne.”
“Celestino … non temere!”
“Sì, … ma”
“Per sfilartelo senza provocare dolore, lo devo smuovere, tirare, respingere dentro e attendere il tuo momento di spinta; devo rieducare il tuo ano a dilatarsi come vuole il tuo desiderio. Ora spingi come per cagare, trattieni il respiro e lascia che il tuo sfintere si dilati per far uscire il tappo. Ecco, … bravo; ancora uno sforzo …” Un plof e il tappo peloso rimase fra le dita della massaggiatrice
“Hennnfffff, … henfffffffffff! … Che fresco, … ma …” L’indice dell’operatrice girava attorno al forellino, tastandolo per sentirne la malleabilità, la trattabilità, l’elasticità; ora dentro … ora fuori entrava per dilatare e per emozionare.
“Mmhhhhhhhhhhhhf … mhhhhhhhhhh. Le ginocchia si distanziano. Clelia, la cannula nel culo. Salto ad ogni tuo tocco. Sento le tue dita che lo lubrificano. Il cuore mi sale alle tempie. Apri l’acqua, per favore. Lavami, riempimi, accarezzami la pancia. Masturbami lentamente!” Guaiti, muti uggiolii e bave che colavano verso il collo o si attaccavano sulla peluria di Camillo.
“Va meglio di ieri e sento una tua umidità diversa per consistenza e profumo, quasi trasparente, mi ci rivedo in te, ragazzo, quando presi i primi clisteri!” L’uomo che era donna, non informandolo della differenza, presa la cannula per il clisma e collegatala alla sonda della sacca appesa al trespolo, dopo averla unta di una sostanza oleosa rossa, iniziò a introdurgliela molto lentamente, in modo che nel suo percorso rilasciasse le sostanze che la ricoprivano. Il percorso segnato principiava a bruciare come se una polvere di peperoncino fosse stata sparsa sulle sue mucose intestinali. Sorpreso, confuso, impaurito.
“Che …” Liquidi tiepidi presero a scendere e a scorrere, mentre Camillo, tenendogli la testa schiacciata sui suoi testicoli, godeva delle sue calde salive. Muoveva il bacino, sculettava, come per allontanare il dolore-bruciore che un po' per volta aumentava, sino a divenire insopportabile. Era diverso, … diverso. Non era il dolore di ieri. Faceva male, bruciava, … bruciava, e … Si gonfiava, frignava, lacrimava nonostante le manipolazioni che la massaggiatrice gli elargiva. Emetteva ormai lunghi ed estenuanti mugolii. Dolore; crampi; bave e lacrime con il fuoco del peperoncino che gli dilaniava le viscere e con i liquidi che lo gonfiavano; si agitava e contraeva; uggiolava; le sue mani sbattevano il lettino, ma nonostante … quel bestiale clistere inconsciamente gli piaceva. Stremato, stanco, si abbandonò totalmente, perdendo, per qualche minuto, i sensi. Inarcatolo con il viso fra le ginocchia, confuso, lo aiutarono a scaricare su se stesso, come nel precedente. Con le loro mani gli stesero, su tutto il corpo, quella poltiglia che bruciava. Nuova esperienza verso la professione, che bramava. Lo lavarono subito per fargliene uno successivo con estratti che gli annullarono tutti i bruciori. Fattolo stendere su un altro lettino lo esaminarono per conoscere la sua nuova capacità di dilatazione. L’indice, ormai, entrava facilmente. Clelia utilizzò il suo dorso per un’opera d’arte informale e, divaricateli con delicatezza le gambe, invitò l’aiuto a velare con il suo latte l’orifizio anale. Lo accarezzava e tastava caviglie, polpacci, cosce, lombi, dorso e braccia per ritornare poi sui glutei e soffermarvisi. Pizzicava e stringeva le chiappe con vigore per poi passare sul davanti e massaggiarlo dai piedi al volto e, poi, per afferraglielo. Stava in attesa, osservava quelle mani, palpitava quando s’appressava all’ombelico e all’inguine, tremava, mentre quelle continuavano a strusciare o a strizzare, a vellicare e ungere con la crema che i dipendenti avevano fornito. Nuova azione, per favorire il lascito di dense, bianche essenze lattescenti, profumate di vita in fioritura sull’addome e questa volta spalmategli sino al loro completo assorbimento.
“Eccoci agli attimi finali odierni della preparazione del tuo fisico all’evento. Ecco, nostro caro, amato, erede, il nuovo gingillo che indosserai. Osservalo, veneralo e bacialo come fosse di calda, suadente, eccitante carne e poi, inarcandoti verso l’alto, offrigli la tua adorata palpitante apertura, lubrificata, or ora, con il nuovo versamento di sborra di Camillo. Ohhh ragazzina … ora profumi di quelle essenze della vita che il Conte ha auspicato e tanto caldeggiato!”
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