La storia di Iole - 16

di
genere
incesti

Io, invece, ho trovato un giovane puledro che allieterà le notti in cui mio figlio sarà occupato a sbattere il suo cazzo nella pancia della sorellastra o nella pancia della ginecologa. Li accompagno a prendere possesso di una camera. Sto davanti, quello che mi sta subito dietro è Jerry; faccio ancheggiare il mio culetto sotto i suoi occhi. Arriviamo alla camera e li faccio entrare.
“Spero che sia di vostro gradimento. Domani, vi porterò a vedere una piccola cascina. È un pò rovinata. Basta farla ristrutturare e diventerà un ottimo rifugio. Vi lascio soli.”
Esco e prima di chiudere completamente la porta sento il figlio della Doc dire alla madre:
“Mamma, hai ragione, la madre del tuo amante è una bellissima donna. Non ho mai visto una donna bella come Iole. Conoscendola capisco benissimo la sofferenza di Brian. Anch’io al suo posto mi sarei dannato pur di entrare nel letto di Iole e possederla. Immagino la sua felicità quando è riuscito a chiavarsi sua madre.”
Resto con la mano sulla maniglia e mi fermo ad ascoltare ed a spiare attraverso la fessura della porta.
Jasmine si avvicina al figlio; lo abbraccia e posa le sue labbra su quelle del figlio, lo bacia.
“Ti piace la padrona di casa? La porteresti a letto? E’ più bella di tua madre?”
“Mamma, non ti offendere, ma Iole è di una bellezza unica. Si, mi piacerebbe molto entrare nel suo letto e chiavarla.”
Mi basta. Non mi serve ascoltare altro. Il puledro vuole montarmi. Non sa che anch’io desidero che mi cavalchi. Non mi resta che preparare il terreno affinché il suo sogno si realizzi. Torno nel salone e trovo Alicia. La informo di quanto è avvenuto in sua assenza.
“La doc è incinta ed è stato mio fratello ad ingravidarla? È venuta qui perché suo marito l’ha messa alla porta? Si è trascinata dietro anche suo figlio che a quanto mi dici se la fotte. Sapevo che prima o poi mio fratello ci avrebbe messo le corna. In fondo non mi dispiace avere un nipotino/a e non mi dispiace che la mamma di nostro nipote sarà la nostra ginecologa, anche se essere zia mi fa pensare di stare invecchiando. Di una cosa però non deve scordarsi. Non deve mai farmi mancare il suo cazzo. Può chiavarsi tutte le donne che vuole ma deve anche soddisfare le mie voglie. Ti giuro che se non lo fa glielo taglierò.”
È il momento di parlarle di Jerry.
“Alicia sai che il figlio di Jasmine è un bel ragazzo. Quando l’ho visto mi è venuto un languore allo stomaco e la mia passera ha cinguettato.”
“Mamma, hai appena saputo che tuo figlio ti farà mancare il suo cazzo e già hai trovato con chi sostituirlo?”
“Bambina mia, in primo luogo noi due non dobbiamo preoccuparci. Già ti ho detto che tuo fratello non si è stancato di frequentare i nostri due letti. Lui continuerà ad amarci come ha fatto fino ad oggi. L’unica novità è che la sua stalla si è arricchita di una nuova presenza. Vuol dire che la sua biga sarà trainata da tre cavalle. Per quanto mi riguarda non vedo perché dovrei rinunciare a sostituirlo nelle notti in cui sta nel tuo letto o si sta chiavando la nostra doc. Considerato che Jerry è bello quanto un guerriero greco ho deciso che sarà lui a sostituire tuo fratello nel mio letto nelle notti di vacanza e ti suggerisco di fare altrettanto.”
“Vuoi che mi faccia chiavare dal figlio di Jasmine? Veramente è cosi bello?”
“Alicia, non ti parlo come madre ma come donna, ti dico che è Marte il dio della guerra. Altro non ti dico.”
“Fammelo prima conoscere e poi ti saprò dire.”
In quella fa il suo ingresso nel salone il mio Brian. Si avvicina e bacia prima la sorella e poi me non trascurando di tastarmi le tette di cui è innamorato.
“Ho visto un auto parcheggiata. Di chi è?”
È Alicia a rispondergli.
“È della tua morosa. È venuta a chiedere asilo. Non è sola. Con lei c’è anche suo figlio.”
Brian diventa rosso e balbetta.
“Jasmine è qui? L’avete vista?”
Da consumata attrice lo redarguisco mostrandomi irata.
“Sì l’ho vista e mi ha anche detto. Sei un porco. L’hai ingravidata. Sapevi che suo marito l’ha cacciata? Quando mi avresti detto che sarei diventata nonna? Ora che sappiamo ti chiediamo, io e tua sorella, delle tue intenzioni verso noi due. Hai deciso di interrompere il rapporto che intrattieni con noi?”
“Mai. Voi due siete le donne che amerò per tutta la vita. Tu mamma sei quella che mi ha fatto conoscere i piaceri che un uomo ed una donna riescono a raggiungere amandosi e tu sorellina, so che sei gelosa, ma non devi minimamente preoccuparti, il tuo letto mi vedrà sempre occupare il posto al tuo fianco. Io ti amo. Ora lasciatemi raggiungere Jasmine.”
“Ti ho detto che c’è anche suo figlio? sai che è il suo amante?”
“Lo so. Mamma devi farlo stare in un’altra camera. Jasmine deve stare da sola. Deve avere la possibilità di ricevere me o suo figlio senza che le creiamo problemi. Vado di là e vi mando Jerry.”
È l’occasione che aspetto. Questa notte non dormirò sola. Dopo cinque minuti vedo il mio futuro stallone raggiungerci. Alicia, al vederlo, emette un gridolino di meraviglia. Mi sussurra.
“Dio, mamma, hai ragione; è Marte sceso dal monte Olimpo. Beata sua madre che lo ospita fra le sue cosce.”
“Da questa sera diventerà anche nostro; mi sa che dormirai da sola perché ho deciso che questa notte sarò sua ospite. Te lo presento.”
Alzo il tono della voce.
“Alicia, questo è il figlio di Jasmine. Per un po’ di tempo sarà nostro inquilino. Jerry, questa è mia figlia.”
Mia figlia si precipita a salutarlo. Lo fa strusciando il suo corpo su quello di Jerry. Poi si avvicina e mentre mi bacia sulla guancia in un filo di voce mi dice:
“A te la precedenza. Ti lascio sola con lui. Non lo consumare.”
Il tono della voce diventa normale.
“Mamma, Jerry, mi scuserete, ma sono stanca, vado a dormire. Buonanotte.”
Un minuto e sparisce dalla nostra vista. Sono sola con lui. Mi è davanti. Sta in silenzio. Lo guardo negli occhi. Lui arrossisce. Gli parlo.
“Mi dispiace che tu debba dormire da solo. Sei stanco?”
Un no molto flebile gli esce dalla bocca.
“Dai, vieni a sederti vicino a me. Parlami di te. Sei mio ospite, voglio conoscerti.”
Senza smettere di guardarmi negli occhi viene a sedersi sul divano. Noto che i suoi occhi si sono spostati a guardare le mie tette che sono parzialmente nascoste dalla camicetta; di contro guardo fra le sue gambe e vedo un grosso bitorzolo premere contro la stoffa dei pantaloni. È eccitato. È il momento buono.
“Sei un porcellino. Mi stai guardando le tette. Come stai immaginando che siano? L’amante di tua madre impazzisce ogni volta che le vede; ne è innamorato. Ti piacerebbe vederle?”
“Sì, signora. Vorrei tanto vederla nuda.”
“Mi chiamo Iole e non signora. Ti basterà vedermi nuda?”
“No, Iole, non mi basterà, voglio anche amarti.”
“È quello che volevo sentirti dire. Vieni andiamo nella mia stanza. Questa notte sarai ospite nel mio letto e ci ameremo fino a sfiancarci.”
Una volta dentro lo faccio accomodare sul letto e vado ad inserire un cd di musica da camera e poi ritorno da lui, gli do un bacio leccandogli le labbra con la lingua.
“Ora ti farò assistere ad uno spettacolo che non hai mai visto.”
Seguendo il ritmo della musica comincio a danzare da sola. Le mie movenze sono cariche di sensualità. Lui si agita e lancia grida di approvazione. Prendo a sbottonarmi la camicetta. Quando l’ultimo bottone viene sbottonato mi sfilo la camicetta e gliela lancio. Jerry la prende a volo e la porta alla bocca, la bacia. Continuo a danzare. Gli do le spalle. Porto le mani sulla schiena e sgancio i gancetti del reggiseno che faccio cadere ai miei piedi. Mi giro di scatto e gli do in visione le mie favolose poppe. Lui strabuzza gli occhi. Mi avvicino, gli prendo la testa fra le mani e l’attiro verso il mio seno, scuoto le spalle e le mammelle gli ballano davanti agli occhi. Gli schiaffeggio il viso sbattendogli le mie zizze sul volto. Per il giovane puledro sentirsi schiaffeggiare il viso da due favolose mammelle è il colmo. Porta le mani sui miei fianchi e mi blocca, mi attira contro di se. La sua bocca si impossessa di un mio capezzolo. Lo morde strappandomi un grido di dolore. Tenendolo fermo con i denti lo titilla con la punta della lingua. Al grido di dolore fa seguito un nitrito di piacere. Una sua mano abbandona i miei fianchi e si sposta sulla zizza libera. La palpa e la strizza. Le sue dita artigliano il capezzolo e lo torturano prima strizzandolo e poi torcendolo. Mi piace molto quello che mi sta facendo ma devo continuare il mio gioco. Riesco a divincolarmi. Mi porto a distanza di sicurezza. Riprendo a danzare e comincio ad abbassarmi la gonna. La faccio scivolare sul pavimento. Con movenze lente mi sfilo il perizoma. Sono completamente nuda. Ho solo il reggicalze, le calze e le scarpe. Mi avvicino alla poltrona e mi siedo, sollevo le gambe e le allargo poggiandole sui braccioli della poltrona. Espongo la mia passera al suo sguardo. I suoi occhi si riempiono di libidine.
“Non stare lì con quello sguardo da cane frustrato. Vieni a fare conoscenza con la mia micina. Lei ti aspetta. Vieni a baciarla, falle sentire il tocco della tua lingua. Leccamela.”
In un battibaleno si precipita fra le mie gambe e proietta la sua testa sulla mia figa. La sua bocca preme contro le mie grandi labbra, la sua lingua esce dalle sue labbra e si fa strada fra la folta foresta di ricci peli che proteggono la mia vagina. La punta della lingua fende le grandi labbra ed avanza verso lo squarcio aperto. Sul suo avanzare incontra le ali formate dalle piccole labbra; le blocca fra le sue labbra e le succhia. Mi strappa grida di piacere. Continua a leccare. Sento la punta della sua lingua insinuarsi come un serpente nell’orifizio vaginale. Con veloci toccate fatte con la punta della lingua esplora le pareti vaginali lappando le secrezioni che copiose mi riempiono la vagina. Il mio respiro diventa pesante. Il lavoro che la sua lingua sta operando sulla e dentro la mia vagina mi sta travolgendo il cervello. Mi agito sulla poltrona. Lui sposta la sua attenzione sul clitoride che, imperioso, si è liberato dal cappuccio che lo copriva e va incontro alla sua bocca. Jerry lo blocca fra le sue labbra e con la lingua lo titilla e lo lecca. Lo succhia. Da inizio ad un sconvolgente pompino che culmina in uno stravolgente orgasmo. Grido e vengo. Lui lappa il mio piacere ingoiandolo. Ho il corpo in preda a forti tremori che mi scuotono tutta. Sono ancora sotto l’effetto dell’orgasmo che il mio giovane stallone si alza e flette il suo corpo sul mio. Avverto il glande del suo cazzo premere contro la mia vagina. Comincia a spingere. Lo fa con delicatezza. La fenditura che divide le grandi labbra si allarga permettendo al glande di penetrarmi avanzando verso l’interno della mia vagina. Quando la mia foresta di peli si intreccia con la sua la spinta ha termine. Il cazzo di Jerry è per intero nella mia pancia. Ha un modo tutto suo di chiavarmi. Sembra un coniglio. Tre, quattro veloci affondi e poi si ferma. Continua in questo modo per diversi minuti, è il suo modo di controllare il piacere che lo pervade. Per me è una novità. Però mi piace essere chiavata nel modo in cui lo sta facendo. Glielo faccio capire lanciando continui nitriti di piacere. Arriva il primo orgasmo. Grido e le mie dita gli graffiano la schiena. Lui continua imperterrito a stantuffare il suo cazzo nella mia vagina che secerne una tale quantità di umori da sembrare una cascata. Ed ecco il secondo orgasmo. Jerry continua a chiavarmi, non si ferma più. Il dentro/fuori è aumentato di velocità. Sento il suo respiro farsi pesante. I suoi occhi sono puntati verso il soffitto. Anche per lui è arrivato il momento. Un grugnito mi dice che sta godendo. Sento il caldo del suo seme inondarmi la vagina. Un primo schizzo di sperma e poi un secondo ed ancora un terzo ed infine un quarto vanno ad infrangersi contro il mio utero. quando il suo cannone smette di sparare bordate di sperma si lascia andare stendendo il suo corpo sul mio. Lo abbraccio stringendolo con forza contro il mio petto. Un minuto dopo lo sento russare. Si è addormentato. Non lo scaccio, mi piace sentire il suo corpo sul mio. Gli accarezzo la testa. È stato bravo, ha saputo prendermi. È raro trovare un uomo che pensa anche a dare piacere alla sua partner. Io sono stata fortunata. Ne ho trovati due: mio figlio ed il figlio della ginecologa. Mi piacerebbe che entrambi fossero nel mio letto a prendersi cura del mio corpo. La fantasia mi vede stretta fra i loro due giovani corpi. Dio, mi sto eccitando al solo pensarlo. In quella, senza bussare, fa il suo ingresso mio figlio: il mio toro da monta.
“Scusa, mamma credevo fossi sola.”
Si volta per uscire.
“Fermati. Dove vai. Vieni a sederti. Stai qui con me. Devo chiederti una cosa.”
Si siede sul letto e lancia uno sguardo al mio compagno di letto.
“Ti sei fatta chiavare da Jerry? È stato bravo?”
“Abbassa la voce. Non parliamo di lui. Sai quando sono perversa? Poco fa stavo fantasticando sulla possibilità di avervi entrambi nel letto. Mi sono vista in mezzo a voi due: uno davanti ed un altro dietro e con i vostri cazzi piantati nel mio corpo. Se te lo chiedo ti darebbe fastidio chiavarmi insieme a Jerry.”
Brian mi guarda con occhi come dire mamma è impazzita.
“Sai quello che stai chiedendo. Tu vuoi avere una doppia penetrazione. Questo significa che uno di noi due dovrebbe mettertelo nel culo mentre l’altro te lo infila nel ventre. È questo che vuoi?”
“Si. Voglio che voi due insieme mi trapaniate fino a farmi svenire.”
“Conoscendoti credo proprio che saremmo io e Jerry ad uscirne malconci. La proposta mi alletta. Ci sto a condizione che ha sverginarti il culo sia io.”
“A me sta bene. Ora vai dalla tua amante e fatti dare del gel che lei usa per lubrificare le vagine e poi torna qui. A proposito quando mi farai il culo indossa il preservativo. Lo troverai nell’armadietto del bagno.”

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute è puramente casuale.
scritto il
2012-03-13
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