Alex
di
Alex Silverwings
genere
trans
Il suo sguardo famelico e compiaciuto mi squadrava da capo a piedi mentre lui scompostamente abbandonato sulla poltrona, in boxer, canottiera e calzini, si massaggiava il gonfiore evidente.
È un tipo da boxer, mi ritrovai a pensare.
Io ero in piedi davanti a lui, quasi in posa, busto ritto, gambe leggermente divaricate in equilibrio su sandali neri con zeppa e tacco a spillo. Calze a rete nere saldamente agganciate ad un reggicalze nero in pizzo che la camicia da notte di satin nera con spalline sottili non riusciva a coprire totalmente, cosa che invece faceva col perizoma di pizzo, sempre nero, che avevo indossato non senza qualche difficoltà per ingabbiare il mio ciondolino che ora sentivo pulsare per l’eccitazione.
Sì, ero eccitato. Lo sono sempre quando incontro uomini che mi vogliono come una bambolina sexy per soddisfare le loro voglie, le loro fantasie, le loro frustrazioni.
Giorgio è un cinquantenne sovrappeso, stempiato, alto, con la faccia grossa e le labbra carnose; due occhi piccoli e penetranti dietro occhiali da vista con montatura classica. È un dirigente, o almeno così dice, sposato e con figli. Ci siamo conosciuti in chat; scambi di tenerezze, porcate, foto e poi la decisione di incontrarsi.
“Mi piace come ti sei truccata” dice continuando a massaggiarsi lussuriosamente il gonfiore dei boxer. Non aveva avuto particolari richieste per come mi dovessi agghindare, ha lasciato fare a me consapevole che dopo tanti scambi di fantasie ormai conoscevo i suoi gusti, ma su una cosa era stato intransigente: “Fatti una bocca da pompinara.”
Così avevo fatto, contorno bocca più largo del normale con matita rosso mattone scuro e labbra rosso intenso. I miei occhi azzurri contornati di nero e resi più penetranti da un attento mix di nero sfumato e grigio chiaro. Una parrucca nera corta lunghezza spalle completava il tutto.
“Avvicinati” dice in tono suadente, smettendo allo stesso tempo di massaggiarsi e mettendosi seduto composto sulla poltrona. Faccio un paio di passi sui tacchi vertiginosi che picchiettano il pavimento e mi ritrovo davanti a lui che appoggia le mani sulle mie cosce retate e comincia ad accarezzarle guardando in su verso i miei occhi truccatissimi. Io gli appoggio istintivamente le mani sulle spalle, lo guardo sensualmente e gemo dischiudendo leggermente la bocca da pompinara che tanto ha desiderato.
“Sei proprio una bella bambolina, Alex” continua lui, facendo salire le mani lungo le gambe, infilandole sotto la camicia da notte e spostandole sulle mie natiche che comincia a massaggiare e a divaricare con movimenti lenti e circolari.
“Sono la tua bambolina” rispondo io continuando a gemere e muovendo il mio sedere assecondando i movimenti delle sue mani.
“E cosa fa per me la mia bambolina?” dice con un tono quasi infantile che stona nettamente con la sua figura imponente.
Le mie mani salgono dalle spalle alla sua testa, accarezzando dolcemente i pochi capelli che ha, stuzzicandogli le orecchie e solleticandogli il collo.
Mi esce un gemito più forte degli altri: “Tutto quello che vuoi.”
È un tipo da boxer, mi ritrovai a pensare.
Io ero in piedi davanti a lui, quasi in posa, busto ritto, gambe leggermente divaricate in equilibrio su sandali neri con zeppa e tacco a spillo. Calze a rete nere saldamente agganciate ad un reggicalze nero in pizzo che la camicia da notte di satin nera con spalline sottili non riusciva a coprire totalmente, cosa che invece faceva col perizoma di pizzo, sempre nero, che avevo indossato non senza qualche difficoltà per ingabbiare il mio ciondolino che ora sentivo pulsare per l’eccitazione.
Sì, ero eccitato. Lo sono sempre quando incontro uomini che mi vogliono come una bambolina sexy per soddisfare le loro voglie, le loro fantasie, le loro frustrazioni.
Giorgio è un cinquantenne sovrappeso, stempiato, alto, con la faccia grossa e le labbra carnose; due occhi piccoli e penetranti dietro occhiali da vista con montatura classica. È un dirigente, o almeno così dice, sposato e con figli. Ci siamo conosciuti in chat; scambi di tenerezze, porcate, foto e poi la decisione di incontrarsi.
“Mi piace come ti sei truccata” dice continuando a massaggiarsi lussuriosamente il gonfiore dei boxer. Non aveva avuto particolari richieste per come mi dovessi agghindare, ha lasciato fare a me consapevole che dopo tanti scambi di fantasie ormai conoscevo i suoi gusti, ma su una cosa era stato intransigente: “Fatti una bocca da pompinara.”
Così avevo fatto, contorno bocca più largo del normale con matita rosso mattone scuro e labbra rosso intenso. I miei occhi azzurri contornati di nero e resi più penetranti da un attento mix di nero sfumato e grigio chiaro. Una parrucca nera corta lunghezza spalle completava il tutto.
“Avvicinati” dice in tono suadente, smettendo allo stesso tempo di massaggiarsi e mettendosi seduto composto sulla poltrona. Faccio un paio di passi sui tacchi vertiginosi che picchiettano il pavimento e mi ritrovo davanti a lui che appoggia le mani sulle mie cosce retate e comincia ad accarezzarle guardando in su verso i miei occhi truccatissimi. Io gli appoggio istintivamente le mani sulle spalle, lo guardo sensualmente e gemo dischiudendo leggermente la bocca da pompinara che tanto ha desiderato.
“Sei proprio una bella bambolina, Alex” continua lui, facendo salire le mani lungo le gambe, infilandole sotto la camicia da notte e spostandole sulle mie natiche che comincia a massaggiare e a divaricare con movimenti lenti e circolari.
“Sono la tua bambolina” rispondo io continuando a gemere e muovendo il mio sedere assecondando i movimenti delle sue mani.
“E cosa fa per me la mia bambolina?” dice con un tono quasi infantile che stona nettamente con la sua figura imponente.
Le mie mani salgono dalle spalle alla sua testa, accarezzando dolcemente i pochi capelli che ha, stuzzicandogli le orecchie e solleticandogli il collo.
Mi esce un gemito più forte degli altri: “Tutto quello che vuoi.”
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