In discoteca da Lucrezia
di
Th3w4y
genere
etero
La discoteca è affollata e oggi Lucrezia non ha voglia di stare in mezzo a quella bolgia, così al solito cenno Giada le prepara un gin tonic. Col drink in mano entra nel suo ufficio e, dopo aver richiuso la porta, per poco non soffoca con la sorsata che ha in bocca quando vede un uomo seduto sulla sua poltroncina
“Ma che fai qui!? Chi sei?!”
Il tipo con la testa riversa di lato è beatamente addormentato. Lucrezia avvicinandosi vede che dalla patta dei pantaloni aperta sborda il cazzo dell’uomo. ‘Ma vedi un po’, con tutti i posti che ci sono proprio nel mio ufficio è venuto a farlo, e poi si è pure addormentato’. La testa di Lucrezia inizia ad andare in cortocircuito mentre continua a fissare quel membro che nonostante sia floscio ha delle ragguardevoli dimensioni. Con poca decisione scuote l’uomo spingendolo un po’ su una spalla, ma lui continua a dormire. Un lampo nella mente, un sorriso tra le labbra e la mano di Lucrezia dalla spalla scende sul ventre di lui dove sta appoggiato quel gingillo. Lo sfiora con un dito e contemporaneamente s’inchina. Ora sente il profumo, un misto di profumo d’uomo e di donna, conferma l’ipotesi che aveva fatto all’inizio. Con gli occhi che brillano e con delicatezza lo impugna iniziando ad abbassare il prepuzio. Lo bacia e lo lecca alla base del glande sentendo che quel membro caldo inizia ad indurirsi. L’uomo ha ancora gli occhi chiusi mentre Lucrezia abilmente alterna masturbazione a leccate. Il cazzo ora svetta davanti a lei in tutta la sua maestosità e non può fare altro che metterlo in bocca e gustarlo mentre scivola sulla lingua, mentre il glande struscia all’interno delle sue guance. La mano libera s’infila sotto la gonna iniziando a spostare gli slip per sentire gli umori che la bagnano. Quell’arnese che le riempie la bocca è così grosso e la saliva le esce dai lati della bocca. Lucrezia è talmente indaffarata che non si è accorta che l’uomo si sta svegliando.
“Ehi! Ma tu non sei Luna!! Che cazzo fai!”
Lucrezia si stacca dall’uccello solo per il tempo strettamente necessario per rispondere “Che faccio io?! Sei nel mio ufficio con questo di fuori! Che faccio io!? Ora zitto e lasciami continuare!”.
L’uomo è sbigottito, ma quella bocca avida sta facendo un lavoro meraviglioso. Le prende la testa costringendola a farlo entrare di più nella bocca e contemporaneamente le dice
“Occhio, dovrebbe tornare Luna”
“Non me ne può fregare di meno, ora ci sono io”
Proprio in quell’istante la porta dell’ufficio si apre ed entra una ragazza, avrà si e no vent’anni.
“Andrea!!!”
La gallinella strilla, mentre lui la guarda continuando con la mano sulla testa di Lucrezia a ritmare il pompino che non s’interrompe nemmeno per un attimo. Allora lei si avvicina, spinge su una spalla Lucrezia e le dice
“Ohi!! Cazzo, ti fermi!? Questo l’ho beccato prima io stasera! Che fai!?”
Lucrezia si stacca e, tenendo sempre il cazzo bello stretto nella sua mano, le risponde
“Questo è il mio ufficio e mi sono trovata questo qui che dorme con la patta aperta. Per evitare si vergognasse della situazione ho provato a rimettergli l’uccello dentro i pantaloni ma si è indurito e non ci passava più. Quindi sto provvedendo”. Detto questo continua con ciò che stava facendo prima.
La ragazza torna a guardare Andrea e vedendo le sue espressioni di godimento e che ora con entrambe le mani tira la testa di Lucrezia verso di sé, come una bimba stringe i pugni e puntando i piedi esclama
“Andrea!!! Basta!”.
Lucrezia spazientita interviene suo malgrado perchè le tocca staccarsi ancora da quel meraviglio membro.
“Ora basta! Stai buona sennò prendi ed esci dal mio ufficio e dalla mia discoteca!”
La ragazza colpita dall’autorevolezza si mette in ginocchio accanto a loro, mentre Lucrezia si alza, si sfila gli slip e dando le spalle all’uomo ci si siede sopra. Con la mano lo tiene, muove il bacino ed in breve si fa penetrare.
La ragazza quasi piagnucola mentre Andrea geme tenendo i fianchi di quella donna che gli sta offrendo il suo corpo.
“Guarda Luna, guarda”
Luna, probabilmente brilla, alza la gonna e vede la fica che scende e sale sull’asta dura e intrisa di umori. Ciò non lascia indifferente Lucrezia, che inizia a dimenare la testa scossa da quell’orgasmo che avrebbe voluto ritardare ancora un po’ ma che improvviso arriva e la sconvolge. Il ritmo rallenta mentre il bacino ondeggia. La mano di Lucrezia prende la testa di Luna e la abbassa verso il suo ventre. Contemporaneamente sfila il cazzo di Andrea ed inizia a masturbarlo con foga. Luna ipnotizzata e impietrita resta a pochi centimetri dal glande. Andrea ora muove il bacino prossimo a venire sotto l’abile regia di Lucrezia che punta la cappella dell’uomo verso il visto della ragazza facendola imbrattare del liquido seminale. Sorride, gli accarezza lo scroto e poi gli fa uscire le ultime gocce. Si alza, lancia un pacchetto di fazzoletti alla ragazza per poi finire il gin tonic che era rimasto sulla scrivania e con un sorriso a mezza bocca godere del volto soddisfatto di lui.
“Ma che fai qui!? Chi sei?!”
Il tipo con la testa riversa di lato è beatamente addormentato. Lucrezia avvicinandosi vede che dalla patta dei pantaloni aperta sborda il cazzo dell’uomo. ‘Ma vedi un po’, con tutti i posti che ci sono proprio nel mio ufficio è venuto a farlo, e poi si è pure addormentato’. La testa di Lucrezia inizia ad andare in cortocircuito mentre continua a fissare quel membro che nonostante sia floscio ha delle ragguardevoli dimensioni. Con poca decisione scuote l’uomo spingendolo un po’ su una spalla, ma lui continua a dormire. Un lampo nella mente, un sorriso tra le labbra e la mano di Lucrezia dalla spalla scende sul ventre di lui dove sta appoggiato quel gingillo. Lo sfiora con un dito e contemporaneamente s’inchina. Ora sente il profumo, un misto di profumo d’uomo e di donna, conferma l’ipotesi che aveva fatto all’inizio. Con gli occhi che brillano e con delicatezza lo impugna iniziando ad abbassare il prepuzio. Lo bacia e lo lecca alla base del glande sentendo che quel membro caldo inizia ad indurirsi. L’uomo ha ancora gli occhi chiusi mentre Lucrezia abilmente alterna masturbazione a leccate. Il cazzo ora svetta davanti a lei in tutta la sua maestosità e non può fare altro che metterlo in bocca e gustarlo mentre scivola sulla lingua, mentre il glande struscia all’interno delle sue guance. La mano libera s’infila sotto la gonna iniziando a spostare gli slip per sentire gli umori che la bagnano. Quell’arnese che le riempie la bocca è così grosso e la saliva le esce dai lati della bocca. Lucrezia è talmente indaffarata che non si è accorta che l’uomo si sta svegliando.
“Ehi! Ma tu non sei Luna!! Che cazzo fai!”
Lucrezia si stacca dall’uccello solo per il tempo strettamente necessario per rispondere “Che faccio io?! Sei nel mio ufficio con questo di fuori! Che faccio io!? Ora zitto e lasciami continuare!”.
L’uomo è sbigottito, ma quella bocca avida sta facendo un lavoro meraviglioso. Le prende la testa costringendola a farlo entrare di più nella bocca e contemporaneamente le dice
“Occhio, dovrebbe tornare Luna”
“Non me ne può fregare di meno, ora ci sono io”
Proprio in quell’istante la porta dell’ufficio si apre ed entra una ragazza, avrà si e no vent’anni.
“Andrea!!!”
La gallinella strilla, mentre lui la guarda continuando con la mano sulla testa di Lucrezia a ritmare il pompino che non s’interrompe nemmeno per un attimo. Allora lei si avvicina, spinge su una spalla Lucrezia e le dice
“Ohi!! Cazzo, ti fermi!? Questo l’ho beccato prima io stasera! Che fai!?”
Lucrezia si stacca e, tenendo sempre il cazzo bello stretto nella sua mano, le risponde
“Questo è il mio ufficio e mi sono trovata questo qui che dorme con la patta aperta. Per evitare si vergognasse della situazione ho provato a rimettergli l’uccello dentro i pantaloni ma si è indurito e non ci passava più. Quindi sto provvedendo”. Detto questo continua con ciò che stava facendo prima.
La ragazza torna a guardare Andrea e vedendo le sue espressioni di godimento e che ora con entrambe le mani tira la testa di Lucrezia verso di sé, come una bimba stringe i pugni e puntando i piedi esclama
“Andrea!!! Basta!”.
Lucrezia spazientita interviene suo malgrado perchè le tocca staccarsi ancora da quel meraviglio membro.
“Ora basta! Stai buona sennò prendi ed esci dal mio ufficio e dalla mia discoteca!”
La ragazza colpita dall’autorevolezza si mette in ginocchio accanto a loro, mentre Lucrezia si alza, si sfila gli slip e dando le spalle all’uomo ci si siede sopra. Con la mano lo tiene, muove il bacino ed in breve si fa penetrare.
La ragazza quasi piagnucola mentre Andrea geme tenendo i fianchi di quella donna che gli sta offrendo il suo corpo.
“Guarda Luna, guarda”
Luna, probabilmente brilla, alza la gonna e vede la fica che scende e sale sull’asta dura e intrisa di umori. Ciò non lascia indifferente Lucrezia, che inizia a dimenare la testa scossa da quell’orgasmo che avrebbe voluto ritardare ancora un po’ ma che improvviso arriva e la sconvolge. Il ritmo rallenta mentre il bacino ondeggia. La mano di Lucrezia prende la testa di Luna e la abbassa verso il suo ventre. Contemporaneamente sfila il cazzo di Andrea ed inizia a masturbarlo con foga. Luna ipnotizzata e impietrita resta a pochi centimetri dal glande. Andrea ora muove il bacino prossimo a venire sotto l’abile regia di Lucrezia che punta la cappella dell’uomo verso il visto della ragazza facendola imbrattare del liquido seminale. Sorride, gli accarezza lo scroto e poi gli fa uscire le ultime gocce. Si alza, lancia un pacchetto di fazzoletti alla ragazza per poi finire il gin tonic che era rimasto sulla scrivania e con un sorriso a mezza bocca godere del volto soddisfatto di lui.
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