La vera storia di Katia (verginità perduta)
di
Occhi di Smeraldo
genere
prime esperienze
Aveva la pelle scura ed i capelli neri lunghi e crespi, ma soprattutto aveva due tette a cono che i suoi piccoli bikini coprivano a malapena. Camminava facendo ondeggiare sotto la massa di capelli corvini il suo culo rotondo con una innata e inconsapevole sensualità. Katia era la ragazza alla pari spagnola che i miei genitori ed i miei zii ospitarono nella casa affittata al mare per dare un’occhiata “ai ragazzi” ovvero una banda scalmanata di fratelli, sorelle e cugini.
Ci accompagnava al mare ed avendo una manciata di anni più di noi si premurava affinché nessuno facesse sciocchezze esagerate. Uscendo dall’acqua aveva sempre i capezzoli duri e perfettamente visibili sotto il costume ed io, che ero il più grande della compagnia, rimanevo turbato da quella visione così esplicita. Mi ero invaghito di quelle forme eccitanti come un qualunque adolescente arrapato. Scrutavo quei rigonfiamenti con una libidine che prepotentemente mi faceva gonfiare l’uccello. La maggior parte delle volte mi rituffavo in mare lasciando alla temperatura dell’acqua il compito di ridurre le mie erezioni, ma c’erano alcune volte in cui Katia si cospargeva di un olio abbronzante con meticolosa dovizia ogni parte del suo corpo, scivolando dalle natiche sode alle cosce abbronzate, senza tralasciare l’addome e le tette passando la mano sotto il tessuto e sfiorandosi i capezzoli sempre ritti. Quelle volte avevo il cazzo che si induriva caparbiamente ed allora correvo in cabina e mi segavo con foga adolescenziale pensando a quei capezzoli tesi, cercando di mantenerne vivida l’immagine fino a venire.
Mentre tornavamo a casa camminavo dietro di lei per poterle scrutare i glutei, trattenendo il respiro, mentre mi perdevo nel dettaglio della piega rotonda che facevano subito sopra le cosce. Certi giorni aveva delle magliette più lunghe che coprivano il costume, ma delle volte portava delle canottiere corte che lasciavano scoperta anche la parte bassa della schiena ed il suo ancheggiare mi estasiava.
Katia aveva un fisico mozzafiato, giovane e sodo, che mi eccitava assai di più delle mie compagne che, al suo confronto, erano delle bamboccette. In realtà si era appena iscritta all’università e portava ancora i segni dell’acne sulle guance, ma a me sembrava una diva del cinema.
Dopo pranzo lei si sdraiava spesso in giardino a prendere il sole: era una fanatica dell’abbronzatura e la sua pelle, già scura di base, diventava ogni giorno più nera. Quando non c’erano i miei genitori ed i ragazzi cazzeggiavano in casa davanti alla tv, lei si toglieva il sopra del costume e si spalmava l’olio sulle tette nude. Io la guardavo dalla finestra della mia camera e, in preda a tempeste ormonali, sognavo follie erotiche e mi masturbavo con meno frenesia che in cabina, poiché potevo godere della vista diretta delle tette nude e dei capezzoli piccoli e scuri. Ogni tanto si sedeva, ma la forma delle sue tette sode rimaneva quasi invariata. Poi si alzava e andava in cucina a prendere una coca ed io acceleravo il ritmo facendo scorrere lo sguardo prima sulle tette e poi sul culo incantevole.
All’epoca correvo, nuotavo, saltavo ovunque ed il mio corpo era cresciuto consolidandosi rendendomi un bel ragazzone muscoloso scosso da tante voglie, ma quasi completamente a digiuno in fatto di sesso: qualche toccatina con le mie compagne di scuola, due bacetti, ma nulla di consistente.
Katia era una dea ai miei occhi e mi scatenava voglie irrefrenabili. Quante seghe mi sono fatto guardandole ora le tette nude, ora il culo rotondo dalla finestra.
Un giorno mentre me lo stavo menando cercando di domare un’erezione irriducibile, Katia, tornando dalla cucina mi vide e capì.
Da quel giorno Katia si fece più attenta, ma non più pudica come verrebbe da pensare, bensì esibendosi di più, con movimenti più accentuati e più lenti, teatralmente calcolati, mostrandosi apposta mentre spostava il costume dal corpo facendo finta di sistemarselo o sfiorandomi le braccia o le gambe con la pelle nuda e abbronzata.
Avevo il cuore che batteva fortissimo e la notte sognavo di possederla incessantemente.
Ed un bel giorno…
La vita riserva delle sorprese meravigliose come questa di cui ricordo l’immensa carica erotica, l’esaltazione sessuale che mi agitava fin nel profondo. Lo ricordo come se fosse ora e stesse succedendo adesso: Katia ha il sale del mare bianchissimo cristallizzato sui peletti della pelle. Mi avvicino e le lecco la spalla lasciando una striscia lucida e nera dell’abbronzatura selvaggia. Katia sorride ed io continuo facendo disegni astratti sulla sua pelle delle spalle e poi della schiena, tra l scapole e sulla vita.
Io sto solo giocando, ma Katia si sta eccitando: ondate di brividi le corrono lungo la schiena e le sollevano la peluria sul collo e sulle braccia. La voglia si è risvegliata e le cresce lentamente nel ventre cominciando a scioglierle un desiderio represso. La mia lingua scorre sulla nuca e scivola sulla schiena fino ai glutei compatti.
Le pelvi si contraggono ad un ritmo cadenzato mentre lei si sta bagnando dall’eccitazione.
Si gira e mi porge i capezzoli turgidi che le succhio piano e le lecco roteando la punta della lingua sulle areole gonfie. Lei sussulta piano e sospira mentre le prendo i seni tra le mani palpandoli piano. La sua mano scivola nei miei boxer ed afferra decisa il mio uccello manovrando con sicurezza l’erezione. A me non sembra vero che stia succedendo e, completamente inebetito, mi limito a farmi masturbare mentre le lecco i capezzoli che si erigono e diventano sempre più duri.
Katia mi prende il volto e comincia a baciarmi infilandomi la lingua nella bocca e succhiandomi avidamente la lingua: penso in quell’istante che non ho idea veramente di come sia baciare così, ma mi lascio guidare dall’istinto e dalla sua lingua calda. Sento la cappella scoppiare tra le dita di Katia che invece sa bene cosa fare e con l’altra mano mi prende e accompagna la mia nei suoi slip fradici. Poggia la mia mano sul pube ricciuto e mette la sua sulla mia per sospingerla più giù ed insegnarmi quello che non ho mai fatto in vita mia.
Si massaggia le labbra con le dita affiancate alle mie ed io sento il clitoride che si irrigidisce, mi spinge le dita a dischiudere la sua passera umida e calda e mi indirizza dentro infilando il mio ed il suo dito dentro quella che a me pare una fornace soffice e bagnata. Lei non smette di segarmi mentre mi guida a darle piacere con le mie dita incerte di adolescente. La sua lingua mi sconvolge saettandomi nella bocca ed io le carezzo le tette forse troppo delicatamente mentre lei con le mani sta masturbando me e lei contemporaneamente.
Io sono trasportato in un mondo nuovo alla scoperta del suo sesso che gronda copiosamente umori a me sconosciuti. La sua mano mi assiste mentre la penetro con il dito incerto e assaporo la lascivia della sua lingua.
Il cazzo sta facendo scintille nel palmo della sua mano abile mentre lei sti sta sditalinando con il mio dito insieme al suo. Percepisco la sua fica vibrare attorno alle dita e mi esalto sempre di più.
Il suo addome sussulta facendomi pulsare la cappella e battere le tempie.
Sono eccitatissimo e la mia consapevolezza di voler eiaculare è paradossalmente ostacolata dall’emozione soverchiante: godo sempre di più senza poter venire. Intanto sento un crescendo nel suo corpo, percepisco che il piacere la sta esaltando, ma non so esattamente cosa stia succedendo a Katia che geme forte mentre stringe le cosce sulla mia mano intrappolata nella sua fica allagata. Gode scuotendosi in un orgasmo crescente. L’unico pensiero certo è che voglio venire mentre lei continua a menarmi il cazzo con decisione e con l’altra mano spinge la mia sopra e dentro di lei. Mi distacco dalle sue labbra per respirare e gemere forte mentre scorro dentro di lei e lei scorre su di me, stringendomi più forte il cazzo in tumulto e accelerando il ritmo.
Il primo schizzo di sperma, potentissimo, si innalza nell’aria e le ricade denso e copioso sui capelli nerissimi. Come una esperta di artiglieria, Katia corregge il tiro e, continuando a masturbarmi, proietta le parabole degli schizzi successivi sul suo ventre che ancora si contrae scosso dall’orgasmo. Frastornato dai suoi baci e dalla sensazione della sua fica pulsante, ho l’impressione di sborrare un numero impressionante di volte quantità incredibili di sperma,
Con la mano grondante scivola dalla figa sulla pancia che è effettivamente completamente coperta di abbondanti schizzi e, mescolando i suoi umori col mio sperma, si spalma tutto sulle tette e sorride di piacere e di compiacimento per essere venuta ed aver fatto sbocciare tra le sue mani il mio virgulto.
Da quel giorno le seghe me le ha fatte sempre lei per tutta l’estate. La sua mano abbronzata si appropriava della mia asta dura e me la strapazzava eccitandosi nel masturbare il mio giovane cazzo sempre duro mentre l’altra mano condivideva con la mia le delizie della sua figa perennemente bagnata sin dal primo bacio o la prima strizzata di tette. Era bravissima nel farci venire all’unisono.
Katia, Katia …
Ci accompagnava al mare ed avendo una manciata di anni più di noi si premurava affinché nessuno facesse sciocchezze esagerate. Uscendo dall’acqua aveva sempre i capezzoli duri e perfettamente visibili sotto il costume ed io, che ero il più grande della compagnia, rimanevo turbato da quella visione così esplicita. Mi ero invaghito di quelle forme eccitanti come un qualunque adolescente arrapato. Scrutavo quei rigonfiamenti con una libidine che prepotentemente mi faceva gonfiare l’uccello. La maggior parte delle volte mi rituffavo in mare lasciando alla temperatura dell’acqua il compito di ridurre le mie erezioni, ma c’erano alcune volte in cui Katia si cospargeva di un olio abbronzante con meticolosa dovizia ogni parte del suo corpo, scivolando dalle natiche sode alle cosce abbronzate, senza tralasciare l’addome e le tette passando la mano sotto il tessuto e sfiorandosi i capezzoli sempre ritti. Quelle volte avevo il cazzo che si induriva caparbiamente ed allora correvo in cabina e mi segavo con foga adolescenziale pensando a quei capezzoli tesi, cercando di mantenerne vivida l’immagine fino a venire.
Mentre tornavamo a casa camminavo dietro di lei per poterle scrutare i glutei, trattenendo il respiro, mentre mi perdevo nel dettaglio della piega rotonda che facevano subito sopra le cosce. Certi giorni aveva delle magliette più lunghe che coprivano il costume, ma delle volte portava delle canottiere corte che lasciavano scoperta anche la parte bassa della schiena ed il suo ancheggiare mi estasiava.
Katia aveva un fisico mozzafiato, giovane e sodo, che mi eccitava assai di più delle mie compagne che, al suo confronto, erano delle bamboccette. In realtà si era appena iscritta all’università e portava ancora i segni dell’acne sulle guance, ma a me sembrava una diva del cinema.
Dopo pranzo lei si sdraiava spesso in giardino a prendere il sole: era una fanatica dell’abbronzatura e la sua pelle, già scura di base, diventava ogni giorno più nera. Quando non c’erano i miei genitori ed i ragazzi cazzeggiavano in casa davanti alla tv, lei si toglieva il sopra del costume e si spalmava l’olio sulle tette nude. Io la guardavo dalla finestra della mia camera e, in preda a tempeste ormonali, sognavo follie erotiche e mi masturbavo con meno frenesia che in cabina, poiché potevo godere della vista diretta delle tette nude e dei capezzoli piccoli e scuri. Ogni tanto si sedeva, ma la forma delle sue tette sode rimaneva quasi invariata. Poi si alzava e andava in cucina a prendere una coca ed io acceleravo il ritmo facendo scorrere lo sguardo prima sulle tette e poi sul culo incantevole.
All’epoca correvo, nuotavo, saltavo ovunque ed il mio corpo era cresciuto consolidandosi rendendomi un bel ragazzone muscoloso scosso da tante voglie, ma quasi completamente a digiuno in fatto di sesso: qualche toccatina con le mie compagne di scuola, due bacetti, ma nulla di consistente.
Katia era una dea ai miei occhi e mi scatenava voglie irrefrenabili. Quante seghe mi sono fatto guardandole ora le tette nude, ora il culo rotondo dalla finestra.
Un giorno mentre me lo stavo menando cercando di domare un’erezione irriducibile, Katia, tornando dalla cucina mi vide e capì.
Da quel giorno Katia si fece più attenta, ma non più pudica come verrebbe da pensare, bensì esibendosi di più, con movimenti più accentuati e più lenti, teatralmente calcolati, mostrandosi apposta mentre spostava il costume dal corpo facendo finta di sistemarselo o sfiorandomi le braccia o le gambe con la pelle nuda e abbronzata.
Avevo il cuore che batteva fortissimo e la notte sognavo di possederla incessantemente.
Ed un bel giorno…
La vita riserva delle sorprese meravigliose come questa di cui ricordo l’immensa carica erotica, l’esaltazione sessuale che mi agitava fin nel profondo. Lo ricordo come se fosse ora e stesse succedendo adesso: Katia ha il sale del mare bianchissimo cristallizzato sui peletti della pelle. Mi avvicino e le lecco la spalla lasciando una striscia lucida e nera dell’abbronzatura selvaggia. Katia sorride ed io continuo facendo disegni astratti sulla sua pelle delle spalle e poi della schiena, tra l scapole e sulla vita.
Io sto solo giocando, ma Katia si sta eccitando: ondate di brividi le corrono lungo la schiena e le sollevano la peluria sul collo e sulle braccia. La voglia si è risvegliata e le cresce lentamente nel ventre cominciando a scioglierle un desiderio represso. La mia lingua scorre sulla nuca e scivola sulla schiena fino ai glutei compatti.
Le pelvi si contraggono ad un ritmo cadenzato mentre lei si sta bagnando dall’eccitazione.
Si gira e mi porge i capezzoli turgidi che le succhio piano e le lecco roteando la punta della lingua sulle areole gonfie. Lei sussulta piano e sospira mentre le prendo i seni tra le mani palpandoli piano. La sua mano scivola nei miei boxer ed afferra decisa il mio uccello manovrando con sicurezza l’erezione. A me non sembra vero che stia succedendo e, completamente inebetito, mi limito a farmi masturbare mentre le lecco i capezzoli che si erigono e diventano sempre più duri.
Katia mi prende il volto e comincia a baciarmi infilandomi la lingua nella bocca e succhiandomi avidamente la lingua: penso in quell’istante che non ho idea veramente di come sia baciare così, ma mi lascio guidare dall’istinto e dalla sua lingua calda. Sento la cappella scoppiare tra le dita di Katia che invece sa bene cosa fare e con l’altra mano mi prende e accompagna la mia nei suoi slip fradici. Poggia la mia mano sul pube ricciuto e mette la sua sulla mia per sospingerla più giù ed insegnarmi quello che non ho mai fatto in vita mia.
Si massaggia le labbra con le dita affiancate alle mie ed io sento il clitoride che si irrigidisce, mi spinge le dita a dischiudere la sua passera umida e calda e mi indirizza dentro infilando il mio ed il suo dito dentro quella che a me pare una fornace soffice e bagnata. Lei non smette di segarmi mentre mi guida a darle piacere con le mie dita incerte di adolescente. La sua lingua mi sconvolge saettandomi nella bocca ed io le carezzo le tette forse troppo delicatamente mentre lei con le mani sta masturbando me e lei contemporaneamente.
Io sono trasportato in un mondo nuovo alla scoperta del suo sesso che gronda copiosamente umori a me sconosciuti. La sua mano mi assiste mentre la penetro con il dito incerto e assaporo la lascivia della sua lingua.
Il cazzo sta facendo scintille nel palmo della sua mano abile mentre lei sti sta sditalinando con il mio dito insieme al suo. Percepisco la sua fica vibrare attorno alle dita e mi esalto sempre di più.
Il suo addome sussulta facendomi pulsare la cappella e battere le tempie.
Sono eccitatissimo e la mia consapevolezza di voler eiaculare è paradossalmente ostacolata dall’emozione soverchiante: godo sempre di più senza poter venire. Intanto sento un crescendo nel suo corpo, percepisco che il piacere la sta esaltando, ma non so esattamente cosa stia succedendo a Katia che geme forte mentre stringe le cosce sulla mia mano intrappolata nella sua fica allagata. Gode scuotendosi in un orgasmo crescente. L’unico pensiero certo è che voglio venire mentre lei continua a menarmi il cazzo con decisione e con l’altra mano spinge la mia sopra e dentro di lei. Mi distacco dalle sue labbra per respirare e gemere forte mentre scorro dentro di lei e lei scorre su di me, stringendomi più forte il cazzo in tumulto e accelerando il ritmo.
Il primo schizzo di sperma, potentissimo, si innalza nell’aria e le ricade denso e copioso sui capelli nerissimi. Come una esperta di artiglieria, Katia corregge il tiro e, continuando a masturbarmi, proietta le parabole degli schizzi successivi sul suo ventre che ancora si contrae scosso dall’orgasmo. Frastornato dai suoi baci e dalla sensazione della sua fica pulsante, ho l’impressione di sborrare un numero impressionante di volte quantità incredibili di sperma,
Con la mano grondante scivola dalla figa sulla pancia che è effettivamente completamente coperta di abbondanti schizzi e, mescolando i suoi umori col mio sperma, si spalma tutto sulle tette e sorride di piacere e di compiacimento per essere venuta ed aver fatto sbocciare tra le sue mani il mio virgulto.
Da quel giorno le seghe me le ha fatte sempre lei per tutta l’estate. La sua mano abbronzata si appropriava della mia asta dura e me la strapazzava eccitandosi nel masturbare il mio giovane cazzo sempre duro mentre l’altra mano condivideva con la mia le delizie della sua figa perennemente bagnata sin dal primo bacio o la prima strizzata di tette. Era bravissima nel farci venire all’unisono.
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