Le confidenze di Sara. La fine dei giochi. (9)

di
genere
saffico


Trovarsi ad un bivio non è mai facile, soprattutto per chi come me, non sa decidersi. La mia scelta era tra Giorgio o Giacomo ma sapete già la risposta. È stata una storia tossica, trasgressiva e complicata ma alla fine ne sono uscita… più o meno…

… Marika sta trattenendo il mio bicchiere, vedo le goccioline di condensa colare lungo il freddo vetro, oltre il ghiaccio, liquido alcolico, lime e menta.
-Sara! Hey… terra chiama Sara rispondete…-
Quando torno in me Marika mi fissa.
-Non puoi fare così. Lo so, stai passando un brutto periodo, chi non deve essere nominato ti ha lasciata ma…- alzo un dito ammonendo la mia amica indiscreta.
-Non ne voglio parlare, godiamoci la serata!-sbiascico.
-Annegando nell'alcol?-faccio finta di non aver sentito.
Siamo ad una festa, una delle tante in città, i locali nei weekend ne danno molte e noi ne siamo a caccia. Divertimento, libertà, un motto. Ultimamente questo motto sta prendendo una piega diversa, da quando io e chi non deve essere nominato ci siamo lasciati. Marika in questi ultimi weekend di sballo è diventata una suora, paragonabile a mia madre quando brontola o rimprovera. Io invece, ho solo voglia di divertirmi dopo una estenuante settimana lavorativa, ne ho il diritto no?! Sono assorta nei miei pensieri fissando assente la pista da ballo, la folla è tale da non riconoscere i corpi figuriamoci le facce! Ma una, una la riconosco eccome! Carol! Scivolo con lo sguardo su tutta la sua figura: dai capelli riccioluti castano chiaro ai lineamenti paffuti del viso, dagli occhi assorti fino ai seni nella scollatura del vestito lilla.
"Quel colore le sta proprio male!" penso ma questo pensiero viene presto scacciato da altro. La trovo bella, fluida nei movimenti, lontana dalla vecchia ragazza conosciuta e catalogata come goffa.
-Marika, Marika… guarda chi c’è?- indico la nostra amica in comune.
-Però quel colore le sta proprio male!- sbotta. – L'ho pensato anche io ma… tu non la trovi diversa?-
-Si dice…- e qui quando la mia amica indiscreta inizia la frase con il : “ si dice “ sappiate che tale diceria l'abbia messa lei in giro. -abbia sposato un fotografo e sia cambiata totalmente…- continua la pettegola, tiro un sospiro e torno a guardarla.
Balla bene, si muove lentamente ancheggiando, va a ritmo, assorta, sensuale, la trovo erotica.
Qualcosa mi frulla nella mente, non dovrei farlo, non dovrei dar voce ai miei pensieri.
Dopo cinque minuti sono con due mojito in mezzo alla pista.
-Carol, hey Carol… se balli troppo poi hai bisogno di bere!- non è una frase ad effetto, lo so, ma è l'unica che mi è venuta in mente. Carol mi guarda per un po’.
-Sara?-
-Si-
- Da quanto tempo, come stai?- mi appare entusiasta.
- Me la cavo, e tu? Ti trovo… in forma…-
Gli offro il mojito.
-Spero ti piacciono ancora…-
-Scherzi? Ci vado pazza!-
Sorrido non sapendo cosa dire, facciamo un brindisi e beviamo. Mi ritrovo a fissare le sue labbra, si aprono, sottili delineate dalla matita e dal rossetto rosa, sono concentrata su di esse e evito tutto il suo parlare di avvenimenti importanti della sua vita, non me ne frega nulla la mia testa sta elaborando altro.
-Cosa ne dici se andiamo a casa mia?- sbotto dal nulla, lei rimane basita lo noto dalla piccola ruga che si crea nello spazio tra le sopracciglia.
-Scusami sono stata inopportuna…- dico.
-No, vengo volentieri.- La risposta mi sorprende, non nego l'evidenza.
Passo a prendere la mia roba e quella di lei, prima di uscire noto Marika da lontano sbracciarsi, la evito e esco.
Prendiamo un taxi, non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue gambe, le allarga e le chiude lentamente mentre continua con il suo bla bla bla… come se me ne fregasse qualcosa.
-Sono la musa di un’artista, un noto fotografo- dice.
La tortura ha fine, pago la corsa e scendiamo. Il palazzo è silenzioso e noi facciamo il meno rumore possibile per non disturbare la quiete. Ho voglia di lei, più la guardo e più ne ho voglia. Le sue labbra, i suoi seni, immagino come fosse bello potergli sfilare l'abito nell’ascensore e guardarla nuda. Il bip e l'apertura delle porte mi distolgono, entriamo. Pigio il piano e la guardo, non resisto più, mi avvicino.
-Ricordi com’è baciare una ragazza?- senza darle modo di reagire la spingo contro la parete con una gamba tra le sue e la mia bocca sulla sua, le mie labbra si muovono morbide le schiudo lentamente la mia lingua si insinua nella sua bocca.
Il suo sapore mi avvolge e invade, le mani scendono frenetiche sul corpo, -mi vuoi? Dimmelo su…- la invito. Si lascia pregare ma alla fine cede. Mi vuole. Ho così voglia del suo corpo tanto da osare spogliarla nell'ascensore ma, appena le porte si aprono, mi stacco da lei. Percorriamo la minima distanza fino alla porta d'ingresso, la mia mano è malferma, ho bevuto troppo!
Appena entriamo mi chiudo la porta dietro le spalle e il resto del mondo è fuori. Ora siamo solo io e lei nel mio appartamento e, sposata o non sposata, io la voglio per me questa notte. I miei occhi, azzurri, sono fissi nei suoi, gli sfilo la giacca e poi muovo le mani sul corpo per cercare la chiusura del suo vestito, vestito che dopo pochi secondi vola via con la giacca. Le curve dei suoi seni sono morbide, rotonde, il suo ventre poco pronunciato e sui suoi fianchi l'evidente segno del tanga. Afferro il suo viso e la bacio, ha un sapore particolare che non so decifrare, mi eccita e tormenta allo stesso modo, mi fa essere furente, felina. La bacio con passione, mescolo il mio sapore al suo. Le mani scendono sui seni, strappo il reggiseno e lo butto a terra, lei mi lascia fare e, questo, mi rende ancor più selvaggia. Sento l'impellente bisogno di toccarla, di afferrare i seni e pizzicarli, di strofinare i capezzoli, di morderli e leccarli, sento i suoi sospiri, i suoi mugolii i suoi “ti prego". Non pregarmi, non hai ancora visto nulla. La porto in camera, la faccio stendere sul letto. Mi spoglio, lentamente , tolgo con minuziosa precisione e lentezza ogni piccolo pezzo di stoffa. Vedo il suo desiderio riflesso nei miei occhi.
-Adesso sai cosa voglio fare?- salgo sul letto braccando la mia preda.
- Voglio scoparmi il tuo bel faccino da troietta!-
La guardo, Il suo respiro sa di menta, lime e rum.
La spingo giù, scivolando sul suo corpo.
-Il tuo viso mi fa impazzire!-
Mi abbasso lentamente lei guarda me e poi la mia figa.
-Ti piace?-
-Si-
-Me la vuoi leccare? –
-Si-
-Io voglio scoparti la faccia!-
Le labbra carnose si schiudono e mostro le piccole labbra rosa, il clitoride gonfio e il buchetto che stilla umori appiccicosi. La guardo dall'alto verso il basso, sorrido e mi siedo sul suo viso soffocandola. Mi muovo con cadenza, la marchio. Ondeggio avanti e indietro, su e giù. La scopo.
Godo lentamente, sento il piacere invadere la testa e il corpo, sento ogni fremito, ogni piccola sensazione di ecstasy. Senza trattenermi, urlo, inarco la schiena. L'orgasmo arriva. La mia figa spruzza umori a lungo, schizzo ovunque senza ritegno bagnando ogni cosa.
Carol è rossa, il viso contratto, lucida di umori. Senza dire nulla prendo a leccare la sua faccia, raccogliendo lo sporco del mio orgasmo, scivolando lenta giù, leccando e mordendo i capezzoli e baciando i centimetri di pelle che mi dividono dalla sua fonte.
-È il tuo momento di godere… -
Affondo il viso tra le sue cosce, lecco le grandi labbra che si schiudono a mo di farfalla mettendo a nudo il clitoride e la carne morbida e rosea. Passo la lingua lungo tutta la fessura risalendo sul clitoride dove mi concentro. Lo lecco, lo succhio e mordicchio. Si contorce sotto si me, affondo le dita nella tenera carne vado a fondo, le spingo. È bagnata, vogliosa.
-Fammi vedere quanto sei troia! Urla … dimmi che vuoi godere!-
-Sii voglio godere!-
-Di più non ti sento!-
-Voglio godere sono la tua troia!-
-Si cazzo!-
Le mie dita affondano sempre di più con ritmo, dentro e fuori mentre la lingua lecca e succhia il clitoride gonfio.
Trema sotto di me, il suo corpo si tende, sta per esplodere nel piacere intenso. La guardo negli occhi mentre viene, persa bevendo il suo succo.
Rimane a dormire da me, ci abbracciamo durante la notte. Non so cosa dirà al marito, se davvero ne ha uno, i suoi discorsi non li ho proprio seguiti, mi addormento con questi pensieri.
La mattina successiva mi sveglio con una suoneria sconosciuta. Mi sollevo, la testa duole. – Dannati mojito!- Mi volto e al mio fianco Carol dorme beata. Accenno un sorriso e seguo il suono raggiungendo il soggiorno dove la notte prima ha lasciato la borsa. Lo so non dovrei farlo, ma si sa la curiosità è donna! La sorpresa non può essere descritta, non riesco a farvela arrivare ma è tale da farmi scivolare il cellulare dalle mani. Possibile per una semplice chiamata? Bhe non è la chiamata in se, ma la foto destabilizza! si la foto di chi sta chiamando Carola. Il mio ex: chi non deve essere nominato!” amore è scritto. Ma non può essere, lei è sposata! Almeno che… no! il suo gemello, mai conosciuto, è il marito di Carol.
Si dice il vero: il mondo è piccolo! Lascio il cellulare squillare e torno a letto, frastornata per la nuova scoperta. Ho delle idee, malsane, mi stendo al suo fianco e carezzo le curve del corpo, Il chiaro della mattina filtra tra le persiane illuminando il viso. La guardo, è bella mi piace. Rimango a fissarla fin quando apre gli occhi…
Alla fine la vita ti mette sempre davanti delle scelte, devi solo essere abbastanza sveglio per scegliere la strada giusta. E io questa volta l'ho presa passando oltre…

Fine

di
scritto il
2023-03-28
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