Segretaria sottomessa - 11

di
genere
dominazione

Sono seduta davanti un calice di vino e davanti a Laura. Il tavolo è all'aperto, il locale semi deserto. Il telefono sta registrando.
"Dimmi qualcosa" esordisce lei dopo una manciata di secondi di silenzio.
Sospiro.
"Cosa vuoi sapere?"
Ride nervosa. "Beh, tantissime cose"
"Chiedimi allora, puoi farmi tutte le domande che vuoi"
Laura beve un sorso di vino. "Va bene" continua "allora vorrei sapere perchè vieni al lavoro senza intimo"
"Perchè è eccitante"
"E perchè avevi quel...coso, quello che ho visto quando hai raccolto la spillatrice"
"Perchè anche quello è eccitante"
"Queste non sono spiegazioni" dice quasi scocciata. Sa che c'è qualcosa di più.
Silenzio. Laura ha ragione.
"Ok. Perchè mi ha ordinato di farlo, mi eccita farlo, quindi lo faccio"
"Chi?"
"Antonio"
"Antonio?"
"Si, Antonio"
"Ma il nostro capo?"
"Sì il nostro capo".
Laura ha gli occhi sgranati.
"... e il mio padrone" aggiungo.
Silenzio.
Laura beve un altro lungo sorso di vino.
"Il tuo padrone" ripete le mie parole.
"Esatto"
Finisce il calice e fa cenno per averne un altro.
"E ti piace?"
"Molto"
"Non riesco a crederti"
Accenno a una risata "Perchè non mi credi?"
"E perchè mi fai vedere le tue tette da due giorni?" dice eludendo la mia domanda.
"Perchè me lo ha ordinato lui" rispondo "e perche mi eccita"
"Mostrarti nuda?"
"Si. E farmi toccare da te. E leccare da te"
Ride nervosa.
"Non è vero" dice quasi tra sè "non è vero"
"Perchè non mi credi?"
"Come è possibile? Lui potrebbe essere tuo padre e tu sei la sua schiava sessuale?"
"Non sono la sua schiava"
"Ah no?"
"No"
"E cosa sei?"
"Beh io sono.. sono la sua puttana"
Laura scoppia a ridere.
"Ah scusa" dice sarcastica "In effetti fa molta differenza".
"E perchè lo farei se non fosse per questo motivo?"
"Non lo so.. forse perchè sei un po' una troietta"
"E che cosa ho detto di diverso io?"
Silenzio
"Quindi ti piace essere una puttana?"
Silenzio
Sospiro
"Si Laura. Mi eccita tantissimo"
Lei fa fatica a credermi, è evidente.
“E cosa ci guadagni?”
“Nulla. Cioè non mi paga, non è cambiato niente dal punto di vista del lavoro. Mi chiede solo di fare cose diverse in orario lavorativo.”
“Tipo?”
Il suo sguardo è diffidente e curioso. Oserei dire con un’ombra di eccitazione.
“Beh tipo che..” mi rendo conto che è difficile dirlo ad alta voce a lei. “Tipo che gli succhio il cazzo”
“….e?” Sa che c’è dell’altro, non è stupida.
“E usa la mia figa”
“Ti scopa?”
“Mi fa scopare”
“Da chi?”
Ora non è solo una mia impressione, la sua voce si incrina per l’eccitazione.
“Da Enrico. Da dei clienti. Da lui.”
Laura tace. Si capisce che vorrebbe fare domande ma è inibita. Allora continuò io.
“Ok va bene” E inizio da capo. “Tutto è iniziato quando un giorno, a fine giornata, mi ha chiamata nel suo ufficio.”
È così inizio a raccontare. E le dico tutto. Dalla prima volta in cui il padrone mi ha ordinato di venire senza intimo, il pompino fatto ai clienti, della scopata premio di Enrico, di quando ha venduto la mia bocca, del plug, dell’ordine di mostrarsi a lei, dei tre clienti dell’altro giorno. Le dico tutto, come un fiume in piena, le racconto quanto sono capace di essere una puttana. Di quanto mi piace, di quanto mi fa godere essere una troia.

Lei mi ascolta. Mi lascia parlare. È attenta. Non perde una parola.
“E perché me lo stai raccontando?”
È una domanda giusta penso. Non me lo sono mai chiesta davvero.
“Perché me lo hai chiesto”
“Potevi mentirmi”
“Ok è vero” sospiro “perché, come ti ho detto, mi sono ritrovata eccitata mentre mi toccavi e mentre mi leccavi. E non ho voluto mentirti. Sei la prima persona con cui condivido questa cosa. E penso che tu possa capirla.”
Continua a guardarmi.
“Non so se riesco a crederti”
“Immagino sia difficile in effetti” penso se farle vedere o meno il video di quella mattina. Sono pronta a farle davvero vedere quanto il padrone è capace di umiliarmi? Per cercare una risposta, sento come è la mia figa. Che ovviamente è fradicia.
“Va bene” dico tra me e me “ti faccio vedere una cosa. È di questa mattina. Ma lo guardi con le cuffie.”
Le passo il telefono e glielo mostro.
Lei è concentrata e si mordicchia nervosamente le labbra. Non fa una piega il suo viso mentre mi guarda godere e dire che sono una puttana.
Il video termina, mi ripassa il telefono.
“Ora mi credi?”
“Si”
“E cosa ne pensi?”
“Non lo so” si guarda intorno. Vuole aggiungere qualcosa ma non è certa. La incalzo.
“Cosa hai provato?”
Lei mi guarda. “Vorrei vederti godere così dal vivo” confessa. “Vale, quando ti ho leccato i capezzoli l’altro giorno e tu te ne sei scappata via, sono dovuta andare in bagno a masturbarmi. Così come oggi, quando ti ho toccata. Io… io…” indugia ma poi riprende decisa “tu mi ecciti. E questa storia intera mi ha eccitata. Non voglio svegliarmi domani e far finta di dimenticare tutto per tornare a com'era prima. Io ho bisogno che… non lo so, ho bisogno di questo” e indica noi due che parliamo. Poi si alza e si siede non di fronte ma accanto a me. “Ho bisogno di queste” e mi sfiora il seno con le dita d'una mano, da sopra il vestito. “Ho bisogno di questa” la sua mano accarezza la mia coscia e risale fino a sotto la gonna per toccarmi la figa con il pollice.
Io la guardo negli occhi mentre mi tocca leggera. Sono indecisa su cosa fare. Il mio istinto vorrebbe toccarla a mia volta. Ma risuona nella mia testa l'ordine di non scopare con lei.

"Non posso toccarti" le dico languida.
"Te lo ha ordinato?" mi risponde con una scintilla negli occhi
"Esatto"
"E io posso toccarti?"
"No"
"Leccarti?"
"Vorresti leccarmi?" le dico provocatoria
"Tu vorresti che io ti leccassi?"
Non le rispondo. Le sorrido e accenno una risata. Il suo pollice mi sta ancora massaggiando la clitoride. Non aumenta il ritmo, ma non lo ha tolto.
"Mi stai ancora toccando" le faccio notare "dovresti smetterla" dico in maniera molto poco convinta
"Va bene" dice lei. Invece infila il medio dentro la mia figa bagnatissima. Lo muove decisa. Io mugolo di piacere guardandola negli occhi. Continua per qualche secondo e poi toglie la mano da sotto la gonna. "Va bene" ripete sospirando.

Paghiamo e facciamo per andare via.
"Grazie per avermi raccontato tutto"
"Grazie a te per avermi ascoltata".
Ci guardiamo negli occhi.
"Qual è il prossimo ordine che devi seguire?" chiede lei.
"Ancora non lo so. A parte mostrarmi a te domani"
Si mordicchia il labbro. Forse sta pensando che non vede l'ora.
"Continuerai a raccontarmi cosa fai?"
"A te piacerebbe?"
"Si, molto"
"Allora si"

Ci abbracciamo per salutarci e faccio per andare via.
"Sai" dice Laura prima di andare "ti penserò quando più tardi, a casa, mi toccherò"
Ora sono io a mordermi le labbra. "Spero un giorno di poterti vedere mentre lo fai" le rispondo.
Prima di andare, mi avvicino al suo orecchio e le sussurro "se potessi masturbarmi stasera, anche io lo farei pensando a te"

Sono in metro, sto rientrando a casa. Apro whatsapp e mando la registrazione al mio padrone, come mi aveva chiesto.
Lui risponde subito "Brava troia. Stasera la ascolto"
"Grazie signore"
"Hai fatto qualcosa? Avere scopato?"
"No signore"
"Ti voglio credere. Sei bagnata?"
"Sì signore, come sempre"
"Immaginavo. Domani vieni con il plug. Stasera non toccarti mi raccomando"
"Sì signore, certamente"

Chiudo whatsapp.
Lo riapro.
Cerco di scrivere a Valentina ma non so cosa. Scrivo e cancello mille grazie diversi, mille auguri diversi, ma non riesco a trovare quello giusto da scriverle. Al che decido di farlo, d'altra parte non sto disobbedendo ad un ordine.
Mi guardo attorno, la prima persona più vicina è abbastanza lontana per rischiare. Mi scopro le tette e faccio una foto. Gliela invio. "Ancora grazie. So che gradirai".
Risponde quasi subito. E' una sua foto, dal busto in su, con il viso preso solo nella metà delle labbra. E' in canottiera, non si vedono le tette nude ma solo i capezzoli che fanno capolinea, ancora mezzi nascosti. Se possibile, mi bagno ancora di più.
Un messaggio l'accompagna: "Un giorno ricambierò. Buona serata piccola troia"
scritto il
2023-05-01
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