Greta schiava - 2 continua
di
LanA
genere
dominazione
Feci come aveva detto, lui si sfilò la cintura e si mise dietro di me.
"Ad ogni colpo, voglio che conti ad alta voce" disse.
Colpo? pensai. Non vorrà mica frustarmi con la cintura?
Non feci in tempo a finire quel pensiero che subito un colpo si abbatté sul mio culo.
Dalla sorpresa e dal dolore dimenticai di contare.
"Ti ho detto di contare!" gridò lui e subito mi colpì di nuovo
"Due!" gridai.
Sentivo le chiappe bruciare per quei due colpi così forti e mi lasciai sfuggire un lamento di dolore.
"Zitta e conta!" ordinò lui.
Mi colpì 20 volte in tutto, poi mi fece alzare e guardare il mio culo ad uno specchio.
Era tutto arrossato e mi bruciava ma non osai dire nulla.
"Sei stata punita perché hai fatto un errore. Pensi di esserti meritata la punizione?" chiese.
Dopo qualche attimo di silenzio risposi
"Sì, padrone".
Dopo mi fece togliere il reggiseno e si sedette di nuovo sul divano ad osservarmi.
Notò che avevo la figa rasata, fatta eccezione per una sottile linea verticale sul monte di venere.
"Dalla prossima volta devi essere rasata completamente, capito?".
"Sì, padrone".
Si alzò e prese a palparmi le tette con forza, strizzò i capezzoli tirandomi fuori un gemito di dolore misto a piacere, mi fece mettere le mani sopra la testa e allargare le gambe, poi mi ci ficcò una mano in mezzo e iniziò a sfregarmi la figa.
Non ci misi molto a bagnarmi completamente e ad iniziare ad ansimare.
Godevo a quel contatto con le sue mani grandi che mi stimolavano forte.
"Aspetta qui" disse.
Si assentò qualche minuto, quando tornò vidi che aveva qualcosa in mano, era una catena con un collare nero.
Si avvicinò e me lo mise al collo, poi disse
"Questo è il tuo collare da schiava, ogni volta che ci incontriamo dovrai sempre averlo indosso e appena mi vedi devi offrirmi la catena, capito?"
"Sì, padrone".
Poi prese in mano l'estremità della catena e disse
"Mettiti a quattro zampe".
Lo feci e lui iniziò a camminare tirandomi a sé.
"Ad ogni colpo, voglio che conti ad alta voce" disse.
Colpo? pensai. Non vorrà mica frustarmi con la cintura?
Non feci in tempo a finire quel pensiero che subito un colpo si abbatté sul mio culo.
Dalla sorpresa e dal dolore dimenticai di contare.
"Ti ho detto di contare!" gridò lui e subito mi colpì di nuovo
"Due!" gridai.
Sentivo le chiappe bruciare per quei due colpi così forti e mi lasciai sfuggire un lamento di dolore.
"Zitta e conta!" ordinò lui.
Mi colpì 20 volte in tutto, poi mi fece alzare e guardare il mio culo ad uno specchio.
Era tutto arrossato e mi bruciava ma non osai dire nulla.
"Sei stata punita perché hai fatto un errore. Pensi di esserti meritata la punizione?" chiese.
Dopo qualche attimo di silenzio risposi
"Sì, padrone".
Dopo mi fece togliere il reggiseno e si sedette di nuovo sul divano ad osservarmi.
Notò che avevo la figa rasata, fatta eccezione per una sottile linea verticale sul monte di venere.
"Dalla prossima volta devi essere rasata completamente, capito?".
"Sì, padrone".
Si alzò e prese a palparmi le tette con forza, strizzò i capezzoli tirandomi fuori un gemito di dolore misto a piacere, mi fece mettere le mani sopra la testa e allargare le gambe, poi mi ci ficcò una mano in mezzo e iniziò a sfregarmi la figa.
Non ci misi molto a bagnarmi completamente e ad iniziare ad ansimare.
Godevo a quel contatto con le sue mani grandi che mi stimolavano forte.
"Aspetta qui" disse.
Si assentò qualche minuto, quando tornò vidi che aveva qualcosa in mano, era una catena con un collare nero.
Si avvicinò e me lo mise al collo, poi disse
"Questo è il tuo collare da schiava, ogni volta che ci incontriamo dovrai sempre averlo indosso e appena mi vedi devi offrirmi la catena, capito?"
"Sì, padrone".
Poi prese in mano l'estremità della catena e disse
"Mettiti a quattro zampe".
Lo feci e lui iniziò a camminare tirandomi a sé.
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