Ecco il disserbante per le erbacce
di
Miki
genere
sentimentali
Ero lì sospesa in quel senza tempo, in quella gabbia bianca dalle strisce sottili ... vedevo in alto il cielo, ma non potevo raggiungerlo; in basso la terra, lontana, ma non potevo raggiungerla. Mi sentivo sospesa in un senza tempo e sola.
Ero come una divinità, vestita di bianco con strisce sottili, ma c'era solo etere, non respiravo, e speravo di tornare ad essere e a vivere.
I giorni passavano così, poi all'improvviso mi sono accorta che la porticina della gabbietta era socchiusa.
Tu l'avevi socchiusa, e non me ne ero accorta. Così, proprio dato che negavi la mia libertà, ho aperto la porta e sono volata via. Ho sentito di esistere e molte piume morbide e candide hanno accarezzato la mia schiena, uscendo. Mi hanno accarezzato e mi hanno fatto da gradini per scendere sulla terra. Sentivo l' aria sui capelli e sulla mia pelle. C'era solo etere là dentro, sogni e nuvole vuote.
Avevo contemplato tanto il tempo, lo spazio, la terra.
Mi chiedo se avevi davvero lasciato sempre la porta socchiusa, oppure se un giorno accorgendoti che volevo libertà mentale hai deciso di farlo.
Comunque sia ero stufa, lo sai?
Ero stufa della bambagia e delle costruzioni ideali che fanno comodo alla società. Io non voglio farmi ingabbiare da nessuno, dalle idee di nessuno, infatti la nostra debolezza e la nostra forza ha origine nella mente.
Comunque sia non avevo ali, ma solo quelle morbide piume.
E le ceneri che restano del nostro amore, spero che si spandano e cadano sulla terra, per poi nutrirla con le nuove piogge.
Ho gettato disserbante su tutte le erbacce che erano rimaste, che fosse di te, che fosse di noi, che fosse di quelle idee malsane.
Ero come una divinità, vestita di bianco con strisce sottili, ma c'era solo etere, non respiravo, e speravo di tornare ad essere e a vivere.
I giorni passavano così, poi all'improvviso mi sono accorta che la porticina della gabbietta era socchiusa.
Tu l'avevi socchiusa, e non me ne ero accorta. Così, proprio dato che negavi la mia libertà, ho aperto la porta e sono volata via. Ho sentito di esistere e molte piume morbide e candide hanno accarezzato la mia schiena, uscendo. Mi hanno accarezzato e mi hanno fatto da gradini per scendere sulla terra. Sentivo l' aria sui capelli e sulla mia pelle. C'era solo etere là dentro, sogni e nuvole vuote.
Avevo contemplato tanto il tempo, lo spazio, la terra.
Mi chiedo se avevi davvero lasciato sempre la porta socchiusa, oppure se un giorno accorgendoti che volevo libertà mentale hai deciso di farlo.
Comunque sia ero stufa, lo sai?
Ero stufa della bambagia e delle costruzioni ideali che fanno comodo alla società. Io non voglio farmi ingabbiare da nessuno, dalle idee di nessuno, infatti la nostra debolezza e la nostra forza ha origine nella mente.
Comunque sia non avevo ali, ma solo quelle morbide piume.
E le ceneri che restano del nostro amore, spero che si spandano e cadano sulla terra, per poi nutrirla con le nuove piogge.
Ho gettato disserbante su tutte le erbacce che erano rimaste, che fosse di te, che fosse di noi, che fosse di quelle idee malsane.
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