La casa al mare #1

di
genere
voyeur

Mi piaceva andare nella mia casa al mare in primavera, quando il sole non era ancora forte ma l'arrivo della bella stagione cominciava a farsi sentire. Mi chiudevo lì quando avevo delle scadenze importanti, sapevo di poter scrivere indisturbata perché il borgo era ancora tranquillo e guardare il mare mi dava serenità.

La mattina mi alzavo presto e andavo subito a fare una bella nuotata tonificante. Indossavo una muta da nuoto anziché il costume, perché l'acqua era ancora freddina e non volevo rischiare di sentirmi male mentre la zona era ancora disabitata. Il fresco del mattino però era un toccasana sia per il fisico che per la mente, mi liberavo dello stress e dei brutti pensieri per poi tuffarmi nel lavoro. La sera, invece, dopo cena mi concedevo ancora un calice di vino e una sigaretta in relax sul dondolo del mio porticato, in silenzio. Le onde del mare mi tenevano compagnia.

Una sera di fine maggio, avevo appena spento la sigaretta e stavo per rientrare e andare a dormire, quando un'auto si fermò davanti alla casa accanto. Di solito era disabitata fino alla stagione estiva quando veniva data in affitto ai turisti, quindi mi sembrò strano. Dall'auto scesero una coppia di ragazzi, sembravano poco più che ventenni. Lui biondino, alto, capelli corti e fisico asciutto. Lei rossiccia, capelli lunghi e mossi, snella ma formosa al punto giusto. Si diressero direttamente in spiaggia, ridendo forte e scambiandosi baci veloci mentre si spogliavano dei vestiti. Rimasero nudi e si tuffarono gridando e spruzzandosi acqua a vicenda. Poi si baciarono in un lungo abbraccio, lui la toccava, il suo desiderio era visibile. Mi sentii un po' in imbarazzo a spiarli, ma allo stesso tempo non riuscivo a smettere di guardarli.

Lei si abbassò per fargli un pompino. Vedevo il cazzo sparire nella sua bocca e lui chinare la testa indietro dal piacere finché non le chiese di alzarsi e si baciarono di nuovo. Lui la fece stendere sul bagnasciuga e li vidi scopare nella posizione del missionario. Li sentii ansimare, sì sì così, diceva lei. Sei bellissima, ti adoro, rispondeva lui. Mi facevano tenerezza per il modo romantico in cui si stavano divertendo. Ancora ancora, così dai così così, diceva lei alzando sempre di più la voce. E lui la seguiva nel suo piacere, ansimando forte, ti faccio godere amore mio, ti faccio godere dai, faceva lui aumentando le spinte. Più forte, sempre più forte, sempre più forte, oddio siii, siii, sto per venire non ti fermare, non ti fermare siii... Così, così così, dai dai dai, tutto dentro, prendilo tutto dentro che anche io sto per venire, le gridò lui. Finché si lasciarono andare entrambi in un grido liberatorio. Io ero rimasta sul dondolo del mio portico ad osservarli e non posso nascondere che mi ero anche eccitata e bagnata. Ero indecisa se rimanere lì a farmi un ditalino, rischiando che mi vedessero al loro rientro o tornare in casa.
Decisi di rientrare e dirigermi al piano di sopra, in camera da letto. Sarei stata più comoda, decisamente. Mi spogliai e feci per andare a chiudere le tende quando vidi che anche loro erano rientrati. Dalla mia finestra li vedevo nella loro cucina. Ancora nudi che si baciavano appassionatamente. Lui la fece sedere sul tavolo, le allargò le gambe e cominciò a leccarle la fica. Potevo vedere lei semisdraiata, i gomiti sul tavolo, delle tette perdettamente rotonde, che godeva; lui di spalle, la sua testa tra le gambe di lei, che si segava il cazzo di nuovo in erezione mentre leccava per bene la fica della sua ragazza. Prendimi, dai prendimi di nuovo, voglio il tuo cazzo, gridò lei ad un certo punto...

Allora lui si alzò, la fece appoggiare sul lavello della cucina e la prese da dietro stavolta. Il lavello era proprio sotto la finestra da cui li stavo, di nuovo, vedendo scopare. Adesso lo voglio nel culo, gli disse lei. Certo, amore mio, rispose il ragazzo.
Aaaahh, stupendo, hai un cazzo stupendo...Si si, fottimi, ti adoro quando mi fotti da dietro... Il romanticismo aveva lasciato spazio alla passione totale, dirompente. Così così così così, più forte, più forte, sbattimi ha ha haaa haaa, sbattimi ancora. Lui dapprima le teneva i fianchi, spingendo forte, poi spostò una mano su una spalla di lei per infilarglielo dentro meglio e spingeva, oh se spingeva...

Io nel frattempo ero in un lago, avevo troppa voglia di masturbarmi davanti a quella scena. Volevo godere anche io e tirai fuori dal cassetto il mio dildo doppio. Rimasi in piedi davanti alla finestra e lo inserii prima nel mio buco del culo e poi nella fica. Mi masturbai con lo stesso ritmo delle spinte di lui, così così, dai, così pensai ansimando...

Decisi di non venire finché non vedevo venire loro, non so quanto siano andati avanti...

Vidi lui accelerare le sue spinte e capii che era vicino all'orgasmo, sto per venire, disse poco dopo, infatti. Lei mugolava di piacere, ancora poche spinte forti e lui si lasciò andare in un sospiro liberatorio mentre anche io venni insieme a loro.

Mi sdraiai a letto ancora ansimante. Ero in un bagno di sudore come se fosse agosto. Mi addormentai subito e mi risvegliai al solito orario la mattina dopo. Guardai dalla finestra, l'auto non c'era più. Chissà chi erano quei ragazzi, se uno dei due fosse il figlio o la figlia dei proprietari della casa... Con questo interrogativo mi misi la muta e andai a nuotare. Poi mi rimisi a lavorare al computer, come sempre. Non pensai più a loro, chissà se li avrei mai più rivisti.
scritto il
2024-02-09
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