La prima volta non si scorda mai...
di
SegretoBSx85
genere
prime esperienze
Ultimamente mi è tornato alla mente un episodio che mi ha fatto riflettere, dopo una domanda di un collega anziano, vicino alla pensione, dopo una battuta che mi ha fatto, quasi per scherzo, quasi per gioco.
Mi ha guardato e commentato la mia bocca, dicendo che deve è davvero invitante, che sarebbe curioso di sentirla sul cazzo e scoparla, facendomi quasi andare di traverso il caffè mentre lo diceva, facendomi arrossire senza sapere cosa rispondere, mentre un flash mentale mi attraversava la mente, riportandomi ad un episodio della mia adolescenza, quando ero alle medie.
Tornando a casa, dopo la doccia nello spogliatoio, mi sono ritrovato a ripensare, come quasi un decennio prima, nello spogliatoio della palestra della scuola, essendo un ragazzino molto empatico e molto impacciato, in fase di sviluppo, leggermente robusto ma ancora privo di peli, con quello che è ancora un sedere a pesca ed una boccuccia a cuore, finivo di cambiarmi, in imbarazzo perchè mi dicevano che avevo le tettine, specialmente un compagno ripetente, decisamente più avanti di noi nello sviluppo.
Avevo le lacrime agli occhi che cercavo di trattenere, dopo essermi rifugiato in bagno per non scoppiare davanti agli altri ed essere preso ancora più in giro.
Ero in uno dei bagni, pensando di essere da solo per poter finire di cambiarmi, ancora con gli slip, forse un poco stretti per via della crescita che stava iniziando, che mi erano finiti fra le chiappe come un tanga e la canotta bagnata delle lacrime e con i calzini, a piedi scalzi, ritrovandomi il mio carnefice che si stava masturbando spalancando la porta del bagno, sorprendendomi quasi di spalle, mentre finivo di fare pipì, che dopo quel pianto silenzioso e soffocato, mi era scappata. Mi ero voltato con il viso, nel panico, mentre sentivo il suo sguardo sul sedere e mi sentivo nudo, oltre a vedere per la prima volta un cazzo in erezione che non era il mio, anche se nelle mie masturbazioni, non mi ero mai guardato molto, venendo nelle mutande il mattino o ritrovandomi sporco appena sveglio. Lo vedevo che si continuava a toccare e quel sorrisetto sadico, malizioso nel vedermi il culo, mentre ero appena chinato in avanti per tirare l'acqua, mi ha dato uno strano brivido, di paura e qualcosa di nuovo, che non capivo. > quelle parole mi risuonano vivide ancora oggi, mentre mi sono voltato subito, arrossendo, annaspando aria, coprendomi il sedere, sistemandomi gli slip, mentre mi sento esposto sotto quello sguardo e non posso fare a meno di fissare quel suo cazzo tanto più grosso del mio, con quella cappella che si scopre ed è lucida di liquido preseminale. Lo nota subito e ride, mi guarda la bocca e io cerco di non guardare, ma lui si mostra e muove ancora più piano la mano, mentre non posso fare a meno di tornare a fissarlo. > mi parla in quel modo, mi fa diventare ancora più rosso. > continua quella tortura mentre non so cosa fare, ma non smetto di guardarlo mentre si masturba piano davanti a me. Scuoto la testa ma le mani mi tremano e mi accorgo solo ora che ho smesso di sistemarmi lo slip, mentre lo fissavo, rinunciando nel provare a non ritrovarmelo tra le chiappe.
> una scarica elettrica quando lo dice ad alta voce, con un tono più deciso, più autoritario, spaventandomi all'idea che qualcuno possa sentirci ed aumentare ancora di più la mia umiliazione.
Allungo la mano tremando, in un misto di imbarazzo, panico e quella sensazione di non riuscire ad oppormi, di volerlo fare però, anche semplice curiosità, mentre inizio a sentire l'odore che emana, decisamente diverso, intenso.
Lo tocco timido, sentendolo duro, sentendo la sua reazione al mio tocco, mentre poggio appena un dito, come per sentire, ritraendomi, quasi spaventato a quel suo pulsare ed indurirsi ancora, temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.
> mi ordina quasi, con una voce roca, eccitata, che non riesco a dimenticare ed ignorare, muovendomi quasi come un automa, stringendolo come mi ha detto di fare.
> continua con quelle direttive che eseguo, senza oppormi, arrossendo e mordendomi il labbro, mentre lo sento caldo e durissimo nella mano, mentre inizio a masturbarlo piano, sporcandomi la mano con quelle gocce che dopo qualche movimento iniziano a spuntare dalla sua cappella, da quel buchetto, mentre lo sento pulsare e lo sento ansimare, mentre capisco che gli sta piacendo come lo sto segando.
> mi ritrovo ad eseguire ipnotizzato da quel suo cazzo duro nella mia mano, ora davanti ai miei occhi, mentre alzo lo sguardo verso di lui, che mi guarda in quel modo che mi mette i brividi lungo la schiena.
> le sue parole mi danno i brividi, mentre continuo a masturbarlo senza fermarmi, mentre mi rendo conto di aver sporto le natiche, di essermi inginocchiato in quella posizione ed aver assunto quella posizione, senza accorgermi, che avevo visto in qualche fumetto porno, ritrovato nella discarica della carta.
> mi incalza, con quel sorrisetto sadico, che mi fanno arrossire ancora, che mi fanno scuotere il capo, ma fisso quella cappella scoperta e quella goccia, con quel suo odore che mi riempie le narici, che mi stordisce, senza capire più nulla, eccitato e spaventato da quella situazione, con il terrore di essere scoperto e sorpreso mentre sto segando quel bullo.
> Mi urla quasi contro, mentre mi vede restio a farlo, ad avvicinarmi di più, spingendomi la nuca contro il cazzo, che mi sporca il viso, mentre mi ritrovo i suoi peli pubici contro la guancia, mentre ho sposto la bocca, le labbra, sentendolo scivolare contro la guancia e sporcarmi.
Mi vengono le lacrime agli occhi, ma non posso ritrarmi dalla sua presa ed allora mi arrendo e bacio la base, sentendo che allenta la presa e sospira di piacere nel sentire la mia bocca.
Continuo timidamente, bacio di più, sento quel suo odore misto a sudore a quello di quel liquido trasparente che mi sporca la guancia, tirando fuori appena la lingua, istintivamente, per sentire il sapore, sorpreso da non esserne schifato o nauseato.
Lascio scorrere sulle labbra, con la lingua su quella asta di carne calda e dura, che pulsa, fino ad arrivare alla punta, per sentirne il sapore, succhiando appena per sentirlo di più, incerto e sorpreso, quanto possa essere intenso scoprirlo e sentire quanto piacere posso ricevere nel farlo. Arrossisco e non riesco a guardarlo, a guardare quei suoi occhi, mentre sto lasciando scivolare per la prima volta nella mia bocca il suo cazzo, senza che me lo abbia chiesto, facendo quello che ho visto su quel fumetto erotico, muovendomi in risposta al suo bacino. Lo sento forzarmi sempre di più l'ingresso, con quella presa che mi stringe la testa ed i capelli sempre con più urgenza, sentendolo fino in gola, con i conati di vomito che mi colgono e quella saliva che inizia a farmi sbavare e sporcare la canotta.
> quelle parole, mentre cerco di non vomitare e soffocare con la saliva, mentre prova a spingermelo più a fondo, prima di ritrovarmi senza fiato con la sua asta in gola che vibra, tutta in fondo, con il naso contro i suoi peli pubici, che mi solleticano, mentre mi lacrimano gli occhi per lo sforzo e cerco di colpire i suoi fianchi nel panico.
> sento come gode della mia gola, prima di rifarmi prendere fiato, sbavando sul suo cazzo rosso in viso, prima di rificcarmelo in gola e ricominciare con foga, scopandomi la bocca mentre cerco di oppormi, a quella mancanza di fiato che va e viene, senza avere controllo, lasciandomi in sua balia, fino a quando non esplode nella mia bocca, nella mia gola, riversando quegli schizzi di sperma cosi copiosi e densi, che mi vanno di traverso, che ingoio in parte, sentendo quel sapore cosi intenso rispetto a quelle gocce trasparenti, che mi fanno tossire e sputacchiare nella turca, voltandomi, sentendo quel conato, più per la penetrazione profonda, che per un reale disgusto al sapore dello sperma, quasi cercando di nascondermi e non far capire che l'ho ingerito e che mi sia piaciuto, visto come sono venuto anche io negli slip.
Sento la sua mano che mi palpa il sedere, che mi infila e sposta lo slip, per vedermi il culo meglio, sento come mi cerca l'ano, che stringo spaventato, prima di sentirlo che lo scorre duro e bagnato di saliva e sperma fra le natiche, quasi provando a forzare l'ingresso.
Il rumore di passi lontani lo ferma, lo spaventa, mentre si sente la voce della bidella che chiama i nostri nomi, mentre sta per entrare negli spogliatoi e lui scappa nell'altro bagno, rispondendo che è in bagno.
La porta si chiude, lui sparisce nel bagno accanto e sono solo e rispondo in imbarazzo che non mi sono sentito bene, che ho mal di pancia e che arrivo anche io.
Mi chiede se va tutto bene e prova ad entrare nel bagno, ma sono riuscito a chiudere e dico che è tutto okay, che arrivo e che quel mio compagno mi ha aiutato a non sporcarmi, che è colpa mia se è in ritardo anche lui.
Sento che mi ha creduto, confermata la mia versione dal bullo, che poi dice alla bidella che va, visto che c'è lei, può andare da solo, cosa che lei non può lasciarlo andare, lo accompagna e mi dice che mi viene a ricontrollare e riprendere per andare in infermeria, dandomi quindi il tempo di sciacquarmi la bocca ed il viso, sporco di sperma, rivestitrmi e fingermi doloronte, con quella sensazione di quel suo cazzo fra le natiche, così vicino a violare il mio ano vergine che continua a stringersi, in quel misto di paura ed eccitazione, che mi tormenta ancora, mentre ripenso a quei momenti, vedendo per un attimo negli occhi del mio collega maturo quella stessa luce, vista mentre ero in ginocchio, con quel cazzo sulle labbra.
Un brivido, quell'imbarazzo, quel rossore che torna dopo anni e quella voglia che non sia una battuta, quella voglia che torna, quasi dimenticata, che porta altri ricordi, altre prime volte che pensavo di aver scordato, di aver dimenticato...
Mi ha guardato e commentato la mia bocca, dicendo che deve è davvero invitante, che sarebbe curioso di sentirla sul cazzo e scoparla, facendomi quasi andare di traverso il caffè mentre lo diceva, facendomi arrossire senza sapere cosa rispondere, mentre un flash mentale mi attraversava la mente, riportandomi ad un episodio della mia adolescenza, quando ero alle medie.
Tornando a casa, dopo la doccia nello spogliatoio, mi sono ritrovato a ripensare, come quasi un decennio prima, nello spogliatoio della palestra della scuola, essendo un ragazzino molto empatico e molto impacciato, in fase di sviluppo, leggermente robusto ma ancora privo di peli, con quello che è ancora un sedere a pesca ed una boccuccia a cuore, finivo di cambiarmi, in imbarazzo perchè mi dicevano che avevo le tettine, specialmente un compagno ripetente, decisamente più avanti di noi nello sviluppo.
Avevo le lacrime agli occhi che cercavo di trattenere, dopo essermi rifugiato in bagno per non scoppiare davanti agli altri ed essere preso ancora più in giro.
Ero in uno dei bagni, pensando di essere da solo per poter finire di cambiarmi, ancora con gli slip, forse un poco stretti per via della crescita che stava iniziando, che mi erano finiti fra le chiappe come un tanga e la canotta bagnata delle lacrime e con i calzini, a piedi scalzi, ritrovandomi il mio carnefice che si stava masturbando spalancando la porta del bagno, sorprendendomi quasi di spalle, mentre finivo di fare pipì, che dopo quel pianto silenzioso e soffocato, mi era scappata. Mi ero voltato con il viso, nel panico, mentre sentivo il suo sguardo sul sedere e mi sentivo nudo, oltre a vedere per la prima volta un cazzo in erezione che non era il mio, anche se nelle mie masturbazioni, non mi ero mai guardato molto, venendo nelle mutande il mattino o ritrovandomi sporco appena sveglio. Lo vedevo che si continuava a toccare e quel sorrisetto sadico, malizioso nel vedermi il culo, mentre ero appena chinato in avanti per tirare l'acqua, mi ha dato uno strano brivido, di paura e qualcosa di nuovo, che non capivo. > quelle parole mi risuonano vivide ancora oggi, mentre mi sono voltato subito, arrossendo, annaspando aria, coprendomi il sedere, sistemandomi gli slip, mentre mi sento esposto sotto quello sguardo e non posso fare a meno di fissare quel suo cazzo tanto più grosso del mio, con quella cappella che si scopre ed è lucida di liquido preseminale. Lo nota subito e ride, mi guarda la bocca e io cerco di non guardare, ma lui si mostra e muove ancora più piano la mano, mentre non posso fare a meno di tornare a fissarlo. > mi parla in quel modo, mi fa diventare ancora più rosso. > continua quella tortura mentre non so cosa fare, ma non smetto di guardarlo mentre si masturba piano davanti a me. Scuoto la testa ma le mani mi tremano e mi accorgo solo ora che ho smesso di sistemarmi lo slip, mentre lo fissavo, rinunciando nel provare a non ritrovarmelo tra le chiappe.
> una scarica elettrica quando lo dice ad alta voce, con un tono più deciso, più autoritario, spaventandomi all'idea che qualcuno possa sentirci ed aumentare ancora di più la mia umiliazione.
Allungo la mano tremando, in un misto di imbarazzo, panico e quella sensazione di non riuscire ad oppormi, di volerlo fare però, anche semplice curiosità, mentre inizio a sentire l'odore che emana, decisamente diverso, intenso.
Lo tocco timido, sentendolo duro, sentendo la sua reazione al mio tocco, mentre poggio appena un dito, come per sentire, ritraendomi, quasi spaventato a quel suo pulsare ed indurirsi ancora, temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.
> mi ordina quasi, con una voce roca, eccitata, che non riesco a dimenticare ed ignorare, muovendomi quasi come un automa, stringendolo come mi ha detto di fare.
> continua con quelle direttive che eseguo, senza oppormi, arrossendo e mordendomi il labbro, mentre lo sento caldo e durissimo nella mano, mentre inizio a masturbarlo piano, sporcandomi la mano con quelle gocce che dopo qualche movimento iniziano a spuntare dalla sua cappella, da quel buchetto, mentre lo sento pulsare e lo sento ansimare, mentre capisco che gli sta piacendo come lo sto segando.
> mi ritrovo ad eseguire ipnotizzato da quel suo cazzo duro nella mia mano, ora davanti ai miei occhi, mentre alzo lo sguardo verso di lui, che mi guarda in quel modo che mi mette i brividi lungo la schiena.
> le sue parole mi danno i brividi, mentre continuo a masturbarlo senza fermarmi, mentre mi rendo conto di aver sporto le natiche, di essermi inginocchiato in quella posizione ed aver assunto quella posizione, senza accorgermi, che avevo visto in qualche fumetto porno, ritrovato nella discarica della carta.
> mi incalza, con quel sorrisetto sadico, che mi fanno arrossire ancora, che mi fanno scuotere il capo, ma fisso quella cappella scoperta e quella goccia, con quel suo odore che mi riempie le narici, che mi stordisce, senza capire più nulla, eccitato e spaventato da quella situazione, con il terrore di essere scoperto e sorpreso mentre sto segando quel bullo.
> Mi urla quasi contro, mentre mi vede restio a farlo, ad avvicinarmi di più, spingendomi la nuca contro il cazzo, che mi sporca il viso, mentre mi ritrovo i suoi peli pubici contro la guancia, mentre ho sposto la bocca, le labbra, sentendolo scivolare contro la guancia e sporcarmi.
Mi vengono le lacrime agli occhi, ma non posso ritrarmi dalla sua presa ed allora mi arrendo e bacio la base, sentendo che allenta la presa e sospira di piacere nel sentire la mia bocca.
Continuo timidamente, bacio di più, sento quel suo odore misto a sudore a quello di quel liquido trasparente che mi sporca la guancia, tirando fuori appena la lingua, istintivamente, per sentire il sapore, sorpreso da non esserne schifato o nauseato.
Lascio scorrere sulle labbra, con la lingua su quella asta di carne calda e dura, che pulsa, fino ad arrivare alla punta, per sentirne il sapore, succhiando appena per sentirlo di più, incerto e sorpreso, quanto possa essere intenso scoprirlo e sentire quanto piacere posso ricevere nel farlo. Arrossisco e non riesco a guardarlo, a guardare quei suoi occhi, mentre sto lasciando scivolare per la prima volta nella mia bocca il suo cazzo, senza che me lo abbia chiesto, facendo quello che ho visto su quel fumetto erotico, muovendomi in risposta al suo bacino. Lo sento forzarmi sempre di più l'ingresso, con quella presa che mi stringe la testa ed i capelli sempre con più urgenza, sentendolo fino in gola, con i conati di vomito che mi colgono e quella saliva che inizia a farmi sbavare e sporcare la canotta.
> quelle parole, mentre cerco di non vomitare e soffocare con la saliva, mentre prova a spingermelo più a fondo, prima di ritrovarmi senza fiato con la sua asta in gola che vibra, tutta in fondo, con il naso contro i suoi peli pubici, che mi solleticano, mentre mi lacrimano gli occhi per lo sforzo e cerco di colpire i suoi fianchi nel panico.
> sento come gode della mia gola, prima di rifarmi prendere fiato, sbavando sul suo cazzo rosso in viso, prima di rificcarmelo in gola e ricominciare con foga, scopandomi la bocca mentre cerco di oppormi, a quella mancanza di fiato che va e viene, senza avere controllo, lasciandomi in sua balia, fino a quando non esplode nella mia bocca, nella mia gola, riversando quegli schizzi di sperma cosi copiosi e densi, che mi vanno di traverso, che ingoio in parte, sentendo quel sapore cosi intenso rispetto a quelle gocce trasparenti, che mi fanno tossire e sputacchiare nella turca, voltandomi, sentendo quel conato, più per la penetrazione profonda, che per un reale disgusto al sapore dello sperma, quasi cercando di nascondermi e non far capire che l'ho ingerito e che mi sia piaciuto, visto come sono venuto anche io negli slip.
Sento la sua mano che mi palpa il sedere, che mi infila e sposta lo slip, per vedermi il culo meglio, sento come mi cerca l'ano, che stringo spaventato, prima di sentirlo che lo scorre duro e bagnato di saliva e sperma fra le natiche, quasi provando a forzare l'ingresso.
Il rumore di passi lontani lo ferma, lo spaventa, mentre si sente la voce della bidella che chiama i nostri nomi, mentre sta per entrare negli spogliatoi e lui scappa nell'altro bagno, rispondendo che è in bagno.
La porta si chiude, lui sparisce nel bagno accanto e sono solo e rispondo in imbarazzo che non mi sono sentito bene, che ho mal di pancia e che arrivo anche io.
Mi chiede se va tutto bene e prova ad entrare nel bagno, ma sono riuscito a chiudere e dico che è tutto okay, che arrivo e che quel mio compagno mi ha aiutato a non sporcarmi, che è colpa mia se è in ritardo anche lui.
Sento che mi ha creduto, confermata la mia versione dal bullo, che poi dice alla bidella che va, visto che c'è lei, può andare da solo, cosa che lei non può lasciarlo andare, lo accompagna e mi dice che mi viene a ricontrollare e riprendere per andare in infermeria, dandomi quindi il tempo di sciacquarmi la bocca ed il viso, sporco di sperma, rivestitrmi e fingermi doloronte, con quella sensazione di quel suo cazzo fra le natiche, così vicino a violare il mio ano vergine che continua a stringersi, in quel misto di paura ed eccitazione, che mi tormenta ancora, mentre ripenso a quei momenti, vedendo per un attimo negli occhi del mio collega maturo quella stessa luce, vista mentre ero in ginocchio, con quel cazzo sulle labbra.
Un brivido, quell'imbarazzo, quel rossore che torna dopo anni e quella voglia che non sia una battuta, quella voglia che torna, quasi dimenticata, che porta altri ricordi, altre prime volte che pensavo di aver scordato, di aver dimenticato...
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