Marco, Michela e Lucy
di
Miss Serena
genere
trans
Vorrei dedicare questo racconto a Marco, vero ispiratore di tutta la storia
Più mi guardavo allo specchio, e più mi chiedevo se credessi davvero in quello che stavo facendo, o se invece era solo l’ultimo rantolo di un rapporto oramai logoro.
Ero arrivato alla soglia dei cinquant’anni ancora in forma, non un filo di grasso, qualche capello bianco sì, ma che forse mi dava un qualcosa in più, oltre alla totale assenza di peli. Se all’inizio mi depilavo per poter fare la doccia più in fretta dopo l’allenamento in piscina coi ragazzi della pallanuoto, col tempo ero diventato praticamente glabro, tanto che la mia compagna Michela m’invidiava per non dover fare cerette o altro.
Lei era stata la luce in fondo al tunnel dopo un matrimonio nato male e finito peggio, la tipica donna piccolina ma tutto pepe, con uno smisurato amore per i tacchi alti, che spesso portava anche in casa.
Con Michela avevamo avuti diversi rapporti a tre e qualche scambio di coppia, ma era come se quelli fossero stati solo tentativi per mantenere una fiamma della passione, che inesorabilmente si stava spegnendo, e con lei anche la nostra storia d’amore. In realtà a me non piaceva vederla con un altro uomo, così come lei non mi voleva dividere con una sua simile, inoltre se lei era leggermente bisex, io rifiutavo ogni contatto col maschio del momento.
Quella sera aveva invitato Lucy, una sua collega trans tanto femminile che a volte non riuscivo a credere che sotto fosse un uomo. In teoria doveva essere una sorpresa, ma se c’è qualcosa in cui Michela è sempre stata scarsa era proprio nel fare improvvisate, fosse solo perché lasciava indizi da tutte le parti, quando non era proprio il “Piano per la serata” scritto su un post-it. Come se ciò non bastasse mi aveva quasi spinto sotto la doccia, dicendomi anche di fare con calma, che per la cena c’era ancora tempo avendo sbagliato i tempi di cottura.
Guardandomi allo specchio decisi di stare al suo gioco, avrei finto d’esser sorpreso della presenza di Lucy, non sapendo però come mi sarei comportato una volta arrivati sul letto, perché in fondo quella era davvero mezza donna e mezzo uomo.
Dal bagno passai alla camera giusto il tempo di mettere un ampio pantalone scuro, e una camicia bianca che lasciai aperta sapendo che l’avrei tenuta addosso ben poco, per andare in sala dove sedute sul divano m’aspettava quella strana coppia.
Quando Michela mi disse che la sua amica era passata per un’improvvisata, ebbi delle difficoltà per non riderle in faccia, ma poi dopo aver salutato Lucy con un paio di castissimi baci sulla guancia, m’andai a sedere alla destra della mia compagna che occupò la posizione centrale del divano.
La discussione che seguì fu a tratti imbarazzante, dato che era chiaro a tutti il perché si era lì, e quando la trans quasi a sorpresa baciò sulla bocca Michela, fu come stappare una bottiglia di champagne e dar via alle danze.
Quando mi ritrovai davanti la bocca di Lucy non ebbi nessun problema ad infilarci la lingua dentro, casomai non fu semplice tirarla fuori dato che lei aveva iniziato una sorta di braccio di ferro con la mia. Fu ugualmente semplice metterle una mano sulla coscia e risalire sino alle mutandine, ma non appena le mie dita sfiorarono i suoi genitali mi bloccai, come se dentro di me una vocina mi dicesse di non andare oltre.
Michela invece non aveva alcun problema a stare in mezzo, anzi per certi versi si divertì a giocare con noi prima di tirarci fuori le mazze, e lì per poco non mi scoppiò da ridere.
Il pene di Lucy era infatti poco più della metà del mio, ma più che altro sembrava “finto” e non perché non aveva un pelo pubico, come del resto io. Per certi aspetti era più simile a una donna con uno piccolo strap-on che una con un minimo di pene, ma, nonostante ciò, la mia compagna lo prese in bocca come fece poco dopo col mio, coprendolo di saliva prima di farlo scivolare fra le labbra.
A quel punto non mi rimase che togliermi quel poco che avevo indossato, subito seguito dalla trans che da nuda era una gran bel vedere, pene escluso, con due belle tette e un fisico da far invidia a molte donne.
Quello che più mi stupì era come Michela quasi giocasse col pisello di Lucy, nonostante fosse abituata a ben altri calibri iniziando dal mio, era come se gli dava più soddisfazione succhiare quello più piccolo di quello a cui era abituata.
Anche quando si trattò di scoparla sembrava godere più con la trans che con me, nonostante la sbattessi con più foga del solito. Anche il volume dei suoi gemiti era più alto con Lucy che con me, e quando le disse che le piaceva come la stava scopando, ebbi un attacco di gelosia mista a rabbia che mi fece spegnere in parte il cervello. Aspettai che si mettesse carponi per spostare Lucy da dietro di lei e prendere il suo posto; quindi, la penetrai con forza un paio di volte nella passera, prima di puntare dritto al suo buchetto, che violai come non avevo mai fatto.
Anche se Michela amava e non poco il sesso anale, la sentii soffrire per quella sodomizzazione così violenta, ma nonostante il dolore non disse nulla, anzi dopo qualche momento di silenzio, prese ad insultarmi non lesinando le parole.
“Sei solo un porco.” mi disse con disprezzo “Forse ti sei dimenticato come mi devi far godere ?”
“Zitta troia.” risposi con lo stesso tono “O preferisci il cazzo piccolo al mio ? Perché a volte non ti basta il mio e ce ne vuole un altro e anche grosso.”
“E a chi non piace il cazzo grosso.” disse Lucy mettendosi anche lei carponi al fianco di Michela “Non mi dire che il mio culo non t’attira, perché in quel caso dovreste darmi un vibratore.”
Non dissi nulla ma mi spostai in modo da trovarmi davanti il bel sedere della trans, ma con lei fu decisamente più delicato, anche se m’accorsi subito che il suo retto era tutto tranne che stretto.
Così mentre loro due si baciavano e toccavano a vicenda, io presi a sodomizzarle cercando di non fare preferenze, sino a quando non mi resi conto che stavo per venire.
“Chi vuole la mia sborra ?” dissi mettendomi in mezzo a loro.
Sia Lucy che Michela si girano velocemente, e non impiegarono molto per farmi venire fra le loro bocche, per poi quasi contendersi il mio seme.
Mi ritrovai così sdraiato al centro del letto, con quelle due che dopo avermi prosciugato i testicoli, continuavano a darsi un gran daffare a colpi di lingua. All’inizio non diedi alcuna importanza che entrambe erano partite dalla cappella, per scendere insieme sempre più in basso, sino a ritrovarsi in quel piccolo lembo di pelle che separa i genitali dall’ano.
“Dai girati e mettiti col culo per aria, così ci divertiamo di più.” mi disse Michela cogliendomi di sorpresa.
“Ma sei scema ! E quando mai mi sono messo a pecora ?” risposi d’istinto.
“Dai non fare il timido perché c’è lei, come se non sapesse che a tutti gli uomini piace farsi leccare il culo, e tu non sei diverso dagli altri, oppure preferisci che sia solo io a farlo ?”
Effettivamente spesso la mia compagna scendeva con la bocca ben sotto i testicoli, riuscendo a farmi rizzare l’asta in breve tempo, ma mai con me carponi che consideravo una posizione buona solo per le donne.
“Non è che hai paura che te lo metta nel culo ?” mi chiese Lucy vedendomi titubante “Anche perché, se lei usasse mai un dito per stimolarti non dovrebbe fare poi questa gran differenza col mio cazzo.”
Non sapendo più cosa controbattere mi misi come voleva Michela, che subito iniziò a leccarmi l’ano con Lucy, sfiorandomi ogni tanto il pene con le dita.
Sentivo il membro diventare sempre più duro, e lo divenne ancor di più quando una delle due m’infilò mezzo polpastrello nell’ano, facendo sì che ne sentissi la presenza, ma senza provare alcun dolore.
Fu Michela a prendere il gel che usavamo raramente e metterne un po’ sul mio buchetto, per far sì che il mezzo polpastrello ne diventasse uno intero, e col tempo tutto il dito. Era innegabile che stessi godendo, ma dentro di me lo consideravo solo un preambolo per quando avrei ripreso il mio ruolo di maschio, non immaginando il programma di quella strana coppia.
La mia compagna infatti scivolò fra le mie gambe per iniziare un lentissimo pompino, lasciando che fosse la trans ad occuparsi del mio ano sempre più elastico grazie al lubrificante che usava senza alcuna parsimonia.
Quando Lucy sostituì le dita col suo piccolo pene non dissi nulla, anche perché la differenza di dimensioni era insignificante, ma ebbi lo stesso l’istinto di scappare, ultimo rimasuglio della mia identità di maschio puro e duro. Fu però la bocca di Michela che stringendosi intorno alla mia cappella m’impedì ogni movimento, e col senno di poi fu una gran fortuna perché poco dopo iniziai a godere ancora di più.
Lucy, infatti, aveva tutto tranne che fretta, anzi il suo incedere era piuttosto lento anche se piuttosto cadenzato, quasi fosse un’esperta di come sodomizzare un uomo alla sua prima esperienza da passivo.
Di fatto gemevo ad ogni suo affondo, quasi pregando Michela di prendersi lo stesso tempo della sua amica per non farmi venire troppo presto.
La musica non cambio neanche quando la mia compagna mi fece sdraiare di schiena, se non per il fatto che mi ritrovai il suo sesso davanti alla faccia, ma preso com’ero dal mio piacere lo degnai di ben poche attenzioni. In compenso la sua bocca divenne quasi vorace, con le labbra che scorrevano sempre più velocemente lungo la mia asta, mentre la lingua si dedicava solo alla cappella, girandoci intorno in una girandola senza fine.
Le venni in bocca senza quasi rendermene conto, riempendole di nuovo il palato col mio seme, che mandò giù in perfetto silenzio, neanche avesse paura di rompere quel momento così magico.
“Che ne dite di far godere anche me.” disse Lucy mettendosi carponi sul letto “Come se Michela non sapesse che non vengo senza qualcosa nel culo.”
“Tranquilla a te penso io.” le risposi prendendo dal cassetto dei giochi un vibratore di medie dimensioni, che unsi per bene prima di metterglielo nel retto.
Come aveva fatto con me prima, Michela si prese cura a suo modo del pene della trans, che in mezzo a noi due impiegò ben poco ad avere il suo meritato orgasmo.
Passammo poi del tempo sdraiati sul letto a parlare di noi, e dei nostri piccoli tabù, anche se da quella sera io ne avevo uno in meno.
Ogni tanto Lucy torna a farci visita, ed inevitabilmente finiamo sempre a letto, ma molto più liberi della prima volta.
Anche perché Michela ha comprato un bello strap-on, col quale si diverte ogni tanto a farmi diventare la sua puttanella.
Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visualizzazioni.
Umberto & friends, ma non avete di meglio da fare ?
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Più mi guardavo allo specchio, e più mi chiedevo se credessi davvero in quello che stavo facendo, o se invece era solo l’ultimo rantolo di un rapporto oramai logoro.
Ero arrivato alla soglia dei cinquant’anni ancora in forma, non un filo di grasso, qualche capello bianco sì, ma che forse mi dava un qualcosa in più, oltre alla totale assenza di peli. Se all’inizio mi depilavo per poter fare la doccia più in fretta dopo l’allenamento in piscina coi ragazzi della pallanuoto, col tempo ero diventato praticamente glabro, tanto che la mia compagna Michela m’invidiava per non dover fare cerette o altro.
Lei era stata la luce in fondo al tunnel dopo un matrimonio nato male e finito peggio, la tipica donna piccolina ma tutto pepe, con uno smisurato amore per i tacchi alti, che spesso portava anche in casa.
Con Michela avevamo avuti diversi rapporti a tre e qualche scambio di coppia, ma era come se quelli fossero stati solo tentativi per mantenere una fiamma della passione, che inesorabilmente si stava spegnendo, e con lei anche la nostra storia d’amore. In realtà a me non piaceva vederla con un altro uomo, così come lei non mi voleva dividere con una sua simile, inoltre se lei era leggermente bisex, io rifiutavo ogni contatto col maschio del momento.
Quella sera aveva invitato Lucy, una sua collega trans tanto femminile che a volte non riuscivo a credere che sotto fosse un uomo. In teoria doveva essere una sorpresa, ma se c’è qualcosa in cui Michela è sempre stata scarsa era proprio nel fare improvvisate, fosse solo perché lasciava indizi da tutte le parti, quando non era proprio il “Piano per la serata” scritto su un post-it. Come se ciò non bastasse mi aveva quasi spinto sotto la doccia, dicendomi anche di fare con calma, che per la cena c’era ancora tempo avendo sbagliato i tempi di cottura.
Guardandomi allo specchio decisi di stare al suo gioco, avrei finto d’esser sorpreso della presenza di Lucy, non sapendo però come mi sarei comportato una volta arrivati sul letto, perché in fondo quella era davvero mezza donna e mezzo uomo.
Dal bagno passai alla camera giusto il tempo di mettere un ampio pantalone scuro, e una camicia bianca che lasciai aperta sapendo che l’avrei tenuta addosso ben poco, per andare in sala dove sedute sul divano m’aspettava quella strana coppia.
Quando Michela mi disse che la sua amica era passata per un’improvvisata, ebbi delle difficoltà per non riderle in faccia, ma poi dopo aver salutato Lucy con un paio di castissimi baci sulla guancia, m’andai a sedere alla destra della mia compagna che occupò la posizione centrale del divano.
La discussione che seguì fu a tratti imbarazzante, dato che era chiaro a tutti il perché si era lì, e quando la trans quasi a sorpresa baciò sulla bocca Michela, fu come stappare una bottiglia di champagne e dar via alle danze.
Quando mi ritrovai davanti la bocca di Lucy non ebbi nessun problema ad infilarci la lingua dentro, casomai non fu semplice tirarla fuori dato che lei aveva iniziato una sorta di braccio di ferro con la mia. Fu ugualmente semplice metterle una mano sulla coscia e risalire sino alle mutandine, ma non appena le mie dita sfiorarono i suoi genitali mi bloccai, come se dentro di me una vocina mi dicesse di non andare oltre.
Michela invece non aveva alcun problema a stare in mezzo, anzi per certi versi si divertì a giocare con noi prima di tirarci fuori le mazze, e lì per poco non mi scoppiò da ridere.
Il pene di Lucy era infatti poco più della metà del mio, ma più che altro sembrava “finto” e non perché non aveva un pelo pubico, come del resto io. Per certi aspetti era più simile a una donna con uno piccolo strap-on che una con un minimo di pene, ma, nonostante ciò, la mia compagna lo prese in bocca come fece poco dopo col mio, coprendolo di saliva prima di farlo scivolare fra le labbra.
A quel punto non mi rimase che togliermi quel poco che avevo indossato, subito seguito dalla trans che da nuda era una gran bel vedere, pene escluso, con due belle tette e un fisico da far invidia a molte donne.
Quello che più mi stupì era come Michela quasi giocasse col pisello di Lucy, nonostante fosse abituata a ben altri calibri iniziando dal mio, era come se gli dava più soddisfazione succhiare quello più piccolo di quello a cui era abituata.
Anche quando si trattò di scoparla sembrava godere più con la trans che con me, nonostante la sbattessi con più foga del solito. Anche il volume dei suoi gemiti era più alto con Lucy che con me, e quando le disse che le piaceva come la stava scopando, ebbi un attacco di gelosia mista a rabbia che mi fece spegnere in parte il cervello. Aspettai che si mettesse carponi per spostare Lucy da dietro di lei e prendere il suo posto; quindi, la penetrai con forza un paio di volte nella passera, prima di puntare dritto al suo buchetto, che violai come non avevo mai fatto.
Anche se Michela amava e non poco il sesso anale, la sentii soffrire per quella sodomizzazione così violenta, ma nonostante il dolore non disse nulla, anzi dopo qualche momento di silenzio, prese ad insultarmi non lesinando le parole.
“Sei solo un porco.” mi disse con disprezzo “Forse ti sei dimenticato come mi devi far godere ?”
“Zitta troia.” risposi con lo stesso tono “O preferisci il cazzo piccolo al mio ? Perché a volte non ti basta il mio e ce ne vuole un altro e anche grosso.”
“E a chi non piace il cazzo grosso.” disse Lucy mettendosi anche lei carponi al fianco di Michela “Non mi dire che il mio culo non t’attira, perché in quel caso dovreste darmi un vibratore.”
Non dissi nulla ma mi spostai in modo da trovarmi davanti il bel sedere della trans, ma con lei fu decisamente più delicato, anche se m’accorsi subito che il suo retto era tutto tranne che stretto.
Così mentre loro due si baciavano e toccavano a vicenda, io presi a sodomizzarle cercando di non fare preferenze, sino a quando non mi resi conto che stavo per venire.
“Chi vuole la mia sborra ?” dissi mettendomi in mezzo a loro.
Sia Lucy che Michela si girano velocemente, e non impiegarono molto per farmi venire fra le loro bocche, per poi quasi contendersi il mio seme.
Mi ritrovai così sdraiato al centro del letto, con quelle due che dopo avermi prosciugato i testicoli, continuavano a darsi un gran daffare a colpi di lingua. All’inizio non diedi alcuna importanza che entrambe erano partite dalla cappella, per scendere insieme sempre più in basso, sino a ritrovarsi in quel piccolo lembo di pelle che separa i genitali dall’ano.
“Dai girati e mettiti col culo per aria, così ci divertiamo di più.” mi disse Michela cogliendomi di sorpresa.
“Ma sei scema ! E quando mai mi sono messo a pecora ?” risposi d’istinto.
“Dai non fare il timido perché c’è lei, come se non sapesse che a tutti gli uomini piace farsi leccare il culo, e tu non sei diverso dagli altri, oppure preferisci che sia solo io a farlo ?”
Effettivamente spesso la mia compagna scendeva con la bocca ben sotto i testicoli, riuscendo a farmi rizzare l’asta in breve tempo, ma mai con me carponi che consideravo una posizione buona solo per le donne.
“Non è che hai paura che te lo metta nel culo ?” mi chiese Lucy vedendomi titubante “Anche perché, se lei usasse mai un dito per stimolarti non dovrebbe fare poi questa gran differenza col mio cazzo.”
Non sapendo più cosa controbattere mi misi come voleva Michela, che subito iniziò a leccarmi l’ano con Lucy, sfiorandomi ogni tanto il pene con le dita.
Sentivo il membro diventare sempre più duro, e lo divenne ancor di più quando una delle due m’infilò mezzo polpastrello nell’ano, facendo sì che ne sentissi la presenza, ma senza provare alcun dolore.
Fu Michela a prendere il gel che usavamo raramente e metterne un po’ sul mio buchetto, per far sì che il mezzo polpastrello ne diventasse uno intero, e col tempo tutto il dito. Era innegabile che stessi godendo, ma dentro di me lo consideravo solo un preambolo per quando avrei ripreso il mio ruolo di maschio, non immaginando il programma di quella strana coppia.
La mia compagna infatti scivolò fra le mie gambe per iniziare un lentissimo pompino, lasciando che fosse la trans ad occuparsi del mio ano sempre più elastico grazie al lubrificante che usava senza alcuna parsimonia.
Quando Lucy sostituì le dita col suo piccolo pene non dissi nulla, anche perché la differenza di dimensioni era insignificante, ma ebbi lo stesso l’istinto di scappare, ultimo rimasuglio della mia identità di maschio puro e duro. Fu però la bocca di Michela che stringendosi intorno alla mia cappella m’impedì ogni movimento, e col senno di poi fu una gran fortuna perché poco dopo iniziai a godere ancora di più.
Lucy, infatti, aveva tutto tranne che fretta, anzi il suo incedere era piuttosto lento anche se piuttosto cadenzato, quasi fosse un’esperta di come sodomizzare un uomo alla sua prima esperienza da passivo.
Di fatto gemevo ad ogni suo affondo, quasi pregando Michela di prendersi lo stesso tempo della sua amica per non farmi venire troppo presto.
La musica non cambio neanche quando la mia compagna mi fece sdraiare di schiena, se non per il fatto che mi ritrovai il suo sesso davanti alla faccia, ma preso com’ero dal mio piacere lo degnai di ben poche attenzioni. In compenso la sua bocca divenne quasi vorace, con le labbra che scorrevano sempre più velocemente lungo la mia asta, mentre la lingua si dedicava solo alla cappella, girandoci intorno in una girandola senza fine.
Le venni in bocca senza quasi rendermene conto, riempendole di nuovo il palato col mio seme, che mandò giù in perfetto silenzio, neanche avesse paura di rompere quel momento così magico.
“Che ne dite di far godere anche me.” disse Lucy mettendosi carponi sul letto “Come se Michela non sapesse che non vengo senza qualcosa nel culo.”
“Tranquilla a te penso io.” le risposi prendendo dal cassetto dei giochi un vibratore di medie dimensioni, che unsi per bene prima di metterglielo nel retto.
Come aveva fatto con me prima, Michela si prese cura a suo modo del pene della trans, che in mezzo a noi due impiegò ben poco ad avere il suo meritato orgasmo.
Passammo poi del tempo sdraiati sul letto a parlare di noi, e dei nostri piccoli tabù, anche se da quella sera io ne avevo uno in meno.
Ogni tanto Lucy torna a farci visita, ed inevitabilmente finiamo sempre a letto, ma molto più liberi della prima volta.
Anche perché Michela ha comprato un bello strap-on, col quale si diverte ogni tanto a farmi diventare la sua puttanella.
Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visualizzazioni.
Umberto & friends, ma non avete di meglio da fare ?
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