L' emigrante parte sesta

di
genere
etero

Per curiosità, domande o magari consigli, (sono sempre ben accetti) potete scrivermi a pegy6969@gmail.com.
Ormai i social facevano parte della vita quotidiana.
Mi sono confrontato con questa realtà in tarda età, se si pensa che ai giorni nostri ogni sedicenne è presente su diverse piattaforme.
Ho comprato il mio primo computer alla veneranda età di 30 anni, lo guardavo con rispetto quasi religioso, dopo un po' capii che mi sarebbe stato molto utile per la mia passione: " la fica".
Mi iscrissi a tutti i siti di incontri che trovai, ed ebbi qualche buon risultato, una sveltina in un garage, un pompino in macchina.
Ma l'approccio diretto è sempre stato il mio preferito, il famoso linguaggio universale
( mano morta), la cosa cambiò in una calda sera d'estate, conobbi una ragazza su uno di questi siti, lei viveva in italia.
Io ormai mi ero stabilito da un paio di anni, in quel paese che adesso chiamo casa.
Si chiamava Angela, lei era divorziata, di mestiere faceva la personal trainer, mi disse che aveva il diploma ISEF ma a fare l'insegnante non si guadagnava abbastanza.
Iniziammo a parlare del più e del meno, mi chiese delle foto gliele mandai, lei mi inviò un paio di scatti fatti dalla camera del computer, un mezzobusto, avrei preferito vedere come era fatta, ma pensai "meglio andarci piano", gli feci i complimenti per il bel sorriso.
Lei: "ti piace?"
Io: "si, sei veramente una bella ragazza"
Lei: "grazie"
Io: "peccato che siamo lontani"
Lei:"perché "
Io:" Le tue foto in canotta mi fanno volare con l'immaginazione."
Lei:"Cosa intendi ?"
Io: "Non vorrei essere spregiudicato."
Lei: :Dimmi!"
Io:"Mi piacerebbe essere lì adesso."
Lei:"Perché?"
Io: "Mi immagino già la scena."
Lei:"Quale?"
Io:" Tu davanti al computer, io dietro di te, che ti accarezzo l'interno del braccio fino all'ascella."
Lei:" Le canotte ti fanno questo effetto ?"
Io: " Scosterei i capelli dalle spalle per poterti baciare sul collo, per poi arrivare dietro l'orecchio."
Lei:"La cosa si fa interessante."
Io:" Nel frattempo, le mie mani ti accarezzano i fianchi, l' addome, poi inizio a sussurrarti nell' orecchio: voglio toccarti, sentire il calore del tuo corpo."
Lei:" Si, e poi."
Io:" Prendo un capezzolo con due dita e lo strofino, ecco ora è duro, lo lecco, mentre la mia mano che era poggiata sul tuo ginocchio sale."
Lei:"Continua."
Io:" Sento il calore del tuo corpo sulla mia mano. Tiro su la gonna e la vedo, la mia mano tra le tue cosce."
Lei: "Si, continua."
Io:" Sposto le mutandine, ti sussurro
all'orecchio 'guarda' e inizio a masturbarti."
Lei:"Si, continua, continua così".
È fu così che il linguaggio universale si è evoluto.
Quella fu la prima volta che scrissi un racconto erotico, in seguito ne ho scritti altri, ma solo con lo scopo di portarmi a letto qualche ragazza.
Solo dopo diversi anni mi sono reso conto che mi piaceva farlo.
Ma torniamo alla nostra storia.
Il mio stratagemma funzionò, infatti Angela mi venne a far visita il mese dopo.
Andai a prenderla all'aeroporto, la riconobbi subito, non era molto alta, forse 1 metro e 60, ma prosperosa e soda. Pensai "Merito della palestra."
Indossava una maglietta bianca, minigonna di jeans e stivali da cowboy.
Lei aveva così tanta voglia di scopare, che ci fermammo nella prima area di sosta per fare una sveltina.
Io avevo preparato una cenetta a casa e avevo già aperto un paio di bottiglie di vino.
La serata passava in maniera piacevole. Eravamo sul divano , le sue gambe distese sulle mie.
Lei mi chiese :"posso usare il computer?:
Io:"Si,certo.
Lei:"Hai Skype?, Avevo promesso a mia sorella una videochiamata al mio arrivo"
Lei si siede di fronte al computer e inizia la videochiamata.
Io "Ero lì che la guardavo, mi torna alla memoria la nostra ultima chiacchierata."
Mi siedo di fronte a lei a terra, gambe conserte, prendo i suoi piedi tra le mani. Erano piccoli, affusolati, portava un 35 di scarpe.
Dopo l'intera giornata in viaggio con quei stivali, avevano un odore pungente, ma la cosa non mi disturbava.
Li avvicinai al viso, lei di istinto li ritrasse. Io mi avvicinai e li baciai, lei si lasciò andare e li poggiò sulle mie gambe.
La minigonna lasciava intravedere le mutandine.
Mi stavo eccitando.
Con la mia mano, con tocco leggero, inizio ad accarezzarle le cosce e nel frattempo le allargavo.
Lei mi guarda, io le do un bacio sulla coscia, il mio sguardo fisso tra le sue gambe, lei lo nota e allarga le gambe quanto basta per farsi ammirare.
La fica non era completamente rasata, un ciuffo di peli neri spiccava nel bianco candido di quelle mutandine di pizzo.
Lei fa scorrere la sedia e si avvicina al tavolo, mentre continua a parlare in modo disinvolto co la sorella.
Io di fronte a quello spettacolo, non riesco a resistere.
Appoggio l'indice su quel ciuffetto di peli e inizio a roteare il dito, mentre le bacio le cosce.
Lei rimane immobile, non riesce più a parlare, annuisce alla sorella, anche se non sente più quello che dice.
Alzo la gonna fino alla vita, mentre le mordicchio l'interno della coscia.
Mi rendo conto che essere guardata dalla sorella mentre la tocco la eccita, dalle sue mutandine, che sono fradice.
Con una mano se le sfila.
Faccio scivolare l'indice e il medio tra le labbra della vagina , lei si sporge in avanti per farsi penetrare, poi con una mano mi spinge la testa tra le sue gambe.
Io inizio a leccarla, la sorella continuava a parlare, lei la guardava, ma vedeva solo le labbra muoversi, si mordicchiava le labbra, per evitare che i suoi sospiri la potessero tradire, l'orgasmo fu intenso e appagante.
Mi diede un bacio e disse : "domani ci riproviamo con mia madre."
di
scritto il
2024-12-12
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