L’inizio del viaggio
di
Marco19yo
genere
gay
Sono un ragazzo gay di 19 anni molto effeminato. Quest’estate dovevo raggiungere gli amici in Puglia ma ho deciso di fermarmi a salutare nonna che vive in un paesino.
Raggiungo il paesino in treno, uno zio è venuto a prendermi e mi ha accompagnato da nonna.
Alla sera mi passa a prendere Giuseppe, un mio amico che parte da Parma per raggiungere gli altri in Puglia.
Passo così la giornata con nonna, aspettando Giuseppe.
Quest’ultimo arriva molto tardi a causa del traffico, decidiamo così di passare la notte a casa di nonna e partire la mattina dopo.
Casa di nonna è piccola, nonna dorme in camera, io e Giuseppe ci sistemiamo sul divano.
Nonna va a letto, io e Giuseppe mettiamo pantaloncini e maglietta e ci mettiamo sul divano posizionandoci testa contro piedi.
Giuseppe sa benissimo, anche perché è difficile nasconderlo soprattutto a lui che mi conosce dall’asilo della mia omosessualità ma ad oggi non era successo nulla.
Chiudiamo gli occhi, domani il viaggio sarà lungo.
Dopo 10 minuti circa, la mano di Giuseppe mi tocca la coscia. Lì per lì non ci faccio caso ma subito dopo, le sue dita passano sotto i pantaloncini e sotto i boxer, toccandomi la cappella.
“Beppe” gli dico.
“Shhhh stai zitto e lasciami fare” mi sussurra.
Beppe mi sta accarezzando il cazzo facendolo crescere nelle sue mani.
“Com’è bello” mi dice.
Lo seguo mettendo le mani sotto i suoi pantaloncini. Il suo cazzo venoso è bello in tiro.
“Wow senti cosa c’è qui” gli dico.
Iniziamo a segarci, il divano letto scricchiola un po’
“Shhhh” gli dico. Beppe sta ansimando fortissimo.
Il suo uccello è al limite, lo sento che sta per scoppiare tra le mie mani.
Scendo dal divano letto, mi inginocchio ed inizio a prenderglielo in bocca. Giuseppe viene subito colandomi tutto lo sperma in bocca.
Ingoio.
“Minchia Beppe, avevi voglia” gli dico.
Mi ha lasciato con il cazzo in tiro, il sapore del suo sperma e la voglia di cazzo tutta notte. La mattina seguente siamo partiti
Continua
Raggiungo il paesino in treno, uno zio è venuto a prendermi e mi ha accompagnato da nonna.
Alla sera mi passa a prendere Giuseppe, un mio amico che parte da Parma per raggiungere gli altri in Puglia.
Passo così la giornata con nonna, aspettando Giuseppe.
Quest’ultimo arriva molto tardi a causa del traffico, decidiamo così di passare la notte a casa di nonna e partire la mattina dopo.
Casa di nonna è piccola, nonna dorme in camera, io e Giuseppe ci sistemiamo sul divano.
Nonna va a letto, io e Giuseppe mettiamo pantaloncini e maglietta e ci mettiamo sul divano posizionandoci testa contro piedi.
Giuseppe sa benissimo, anche perché è difficile nasconderlo soprattutto a lui che mi conosce dall’asilo della mia omosessualità ma ad oggi non era successo nulla.
Chiudiamo gli occhi, domani il viaggio sarà lungo.
Dopo 10 minuti circa, la mano di Giuseppe mi tocca la coscia. Lì per lì non ci faccio caso ma subito dopo, le sue dita passano sotto i pantaloncini e sotto i boxer, toccandomi la cappella.
“Beppe” gli dico.
“Shhhh stai zitto e lasciami fare” mi sussurra.
Beppe mi sta accarezzando il cazzo facendolo crescere nelle sue mani.
“Com’è bello” mi dice.
Lo seguo mettendo le mani sotto i suoi pantaloncini. Il suo cazzo venoso è bello in tiro.
“Wow senti cosa c’è qui” gli dico.
Iniziamo a segarci, il divano letto scricchiola un po’
“Shhhh” gli dico. Beppe sta ansimando fortissimo.
Il suo uccello è al limite, lo sento che sta per scoppiare tra le mie mani.
Scendo dal divano letto, mi inginocchio ed inizio a prenderglielo in bocca. Giuseppe viene subito colandomi tutto lo sperma in bocca.
Ingoio.
“Minchia Beppe, avevi voglia” gli dico.
Mi ha lasciato con il cazzo in tiro, il sapore del suo sperma e la voglia di cazzo tutta notte. La mattina seguente siamo partiti
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