Che piedi

di
genere
feticismo

Sono una domestica rumena, pulisco in molte case, ma in una vive un uomo speciale per me e vi racconto perché… Io ho 56 anni, sono una donna single, grossa e tonica, capelli corti mori e corti, un po’ mascolina per via dei muscoli. Lui, Francesco, 39 anni, romano, alto 1.75, moro e occhi neri, mediterraneo, ben fisicato con gambe belle toniche. Si fa chiamare Checco, è sposato con una donna molto timida e sfuggente, distratta dal suo lavoro, sta spesso a casa in smart working, a differenza di lui che c’è una volta sì e due no. Ho sempre provato una grandissima attrazione per Checco, un po’ per la sua bellezza un po’ per il suo carattere simpatico e divertente, un po’ perché seducente e malizioso. Quando la signora non c’è o è distratta in camera a lavorare, lui con me è molto scherzoso, mi fa anche complimenti, spesso fa il galletto, il piccione si dice a Roma. Per questo ho sempre sperato mi sbattesse al muro o che mi baciasse, alla minima mossa mi lancerei verso di lui che in realtà nonostante tutto è spesso rimasto al posto suo, forse per la presenza della moglie, fino a qualche giorno fa. Martedì scorso arrivai a casa loro per le 9 di mattina, la signora già lavorava in camera mentre Checco era in cucina a fare colazione, tanto che mi offrì un espresso e mi disse sarebbe andato a fare la doccia. Iniziai a pulire salone e cucina al piano di sotto, avendo casa loro due piani. La signora stava su in camera, Checco sempre su ma in bagno. Dopo un po’ sento lui scendere dalle scale, me lo trovai davanti in canotta nera, con un pantalone della tuta lungo grigio e in calzini bianchi. Mi venne voglia di spogliarlo lì sulle scale, di sbatterlo al muro, di mettermi a pecora e farmi montare, il rischio di essere visti dalla moglie mi eccitava da morire. Mi ricomposi, sarebbe stata una pazzia e continuai a pulire il salone. Checco camminò fino in cucina senza accorgersi fosse bagnato il pavimento. Gli dissi di stare attento a non scivolare e ne approfittai per dirgli di togliersi i calzini per non bagnarsi i calzini. Lui distrattamente si accorse di camminare su un pavimento ancora un po’ bagnato, mi chiese scusa, si sfilò i calzini e li lasciò sopra un mobiletto. Finalmente ammirai i suoi piedi stupendi, virili, belli scuri, curati, tozzi, piante larghe, dita allineate con due alluci belli invitanti che spiccavano rispetto alle altre dita. Risalì un attimo su e ne approfittai per annusare i calzini, ero molto eccitata, sotto al mio vestitino ero infuocata. Checco tornò dopo 10 minuti e mi richiese scusa, gli risposi che doveva stare attento a non scivolare perché il pavimento era ancora un po’ umido. Lui neanche a farlo apposta, avvicinandosi verso di me per passarmi uno strofinaccio, quasi scivolò verso di me. Lui evitò di cadere e si tenne a un mio braccio iniziando a ridere per l’imbarazzo. Scherzai subito con lui dicendogli di stare attento, che non si reggeva in piedi. Lui ricomponendosi, scivolò di nuovo per un istante riuscendo a mantenere l’equilibrio, io con una mano gli tenni un braccio, provocandolo dicendogli se non fosse una scusa per ballare il valzer con me. Lui sorrise e mi disse che lo avessi beccato, prendendomi una mano con la sua, intrecciando le sue dita alle mie, iniziando a inscenare un passo di danza. Quel breve contatto inaspettato mi fece effetto, tanto che forse lui si se ne accorse. Ci staccammo, mi disse di battergli il cinque con entrambe le mani, dicendomi che fossi una ballerina nata. Dopo poco andò sul divano, si sdraiò, poggiando i piedoni sopra un tavolino davanti. La visione di quelle piante, rivolte verso di me, mi spinse a cercare un modo per avvicinarmi a lui. Mi avvicinai poco dopo spolverando intorno a lui, gli chiesi di alzare un attimo i piedi dal tavolino per pulirlo, lui alzò le gambe e mi puntò i piedi contro, dicendomi se volessi pulirgli anche quelli. Smisi di pulire e lo guardai perplessa, lui mi disse imbarazzato che stesse scherzando e io sorridendo premetti le mie mani sui suoi piedi, spingendoli e dicendogli che la avrebbe pagata. Lui in romanesco mi disse di stare ferma, che gli facevo solletico e iniziai a solleticargli le piante dei piedi. Lui riuscì a svincolarsi, si alzò e con le mani iniziò a spingermi prendendo le mie mani cercando di portarmi verso il muro. Io non opposi molta resistenza e mi feci portare fino al muro, le mani incrociate alle sue, guardandolo con sfida. Restammo qualche momento così, poi dissi a Checco di fermarci, che poteva vederci la moglie. Mi rispose che non stavano facendo nulla di male se non giocare alla lotta. Al che mi sfilai le ciabatte e con i miei piedi nudi schiacciai i suoi, strusciandoli ai suoi. Lui guardò i nostri piedi che si toccavano e subito dopo mi guardò malizioso, dandomi un bacio veloce ma molto sentito. Mi disse di seguirlo e mi portò nello sgabuzzino che usavo per cambiarmi, iniziammo a baciarci e a leccarci con passione e ci spogliammo rimanendo completamente nudi. Mi sedetti e iniziai a leccargli entrambi i piedi, lui nel frattempo ansimava e mi premeva i piedi sulla faccia alternando le gambe. Dopo poco mi fece alzare in piedi e iniziò a penetrarmi, io misi le mie gambe incrociate al suo corpo e iniziammo a sbatterci. Iniziai a emettere urletti di piacere ma per non farci sentire dalla moglie, mi tappò la bocca infilandomi una mano in bocca che iniziai a ciucciare. Dopo un po’ lui mi fece stendere per terra, si sedette sopra di me e iniziò a cavalcarmi, prendendomi le mani per dettare meglio il ritmo. Dopo qualche minuto mi diede un ultimo bacio, le nostre lingue erano bagnate e impazzite e mi venne dentro. Ci baciammo ardentemente, leccandoci ogni tanto le guance, il collo, il naso etc e ci rivestimmo per evitare di essere visti. Dopo un’ora tornò da me, mi abbracciò da dietro premendo il pene contro di me, promettendomi di rifare tutto la prossima volta.
scritto il
2025-03-15
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