A me piacciono i ragazzi
di
Helel
genere
saffico
Quando Alessandra si presentò a me, si presentò come Alex. Le piace farsi chiamare Alex, la fa sentire più internazionale immagino.
Io ed Alex frequentiamo la stessa facoltà, la vedo quasi tutti i giorni. La conosco solo da un paio di settimane, ma l’ho notata da subito. E’ impossibile non notarla. E’ leggermente più bassa di me, capelli mossi, di un ramato scuro. Il suo corpo sembra morbidissimo: i fianchi pronunciati, le cosce piene, e quel seno. Quel seno così grande, che sfoggia ad ogni occasione. Veste sempre scollata e attillata, sempre in modo da dare nell’occhio. Oggi Alex indossa una gonna scozzese, e sopra una maglia nera, semplice e ovviamente scollatissima. E’ piena di lentiggini sul viso, lentiggini che scendono fino alle spalle che la maglia lascia intravedere, e arrivano fino al seno. Guardo me, il mio seno non abbastanza grande, il fisico asciutto, i capelli biondi così scialbi rispetto ai suoi. E mi ritrovo a fissarle nuovamente il seno, che sembra sodo e morbido allo stesso tempo. La docente spiega, ma non la seguo. Alex mi siede accanto, e io continuo a fissarle il seno, non riesco a farne a meno. Non mi piacciono le ragazze. Ho avuto sempre e solo uomini, con le ragazze non è mai successo niente. Ma quel seno è impossibile da non notare, da non fissare. Tutti i ragazzi guardano sempre Alex quando entra in aula, la guardano con malizia, ma per me è diverso, io sono una ragazza e mi piacciono i ragazzi. Me lo ripeto mentre la guardo, e lo faccio per troppo tempo, perché lei sembra notarlo. Alza lo sguardo e mi guarda, con quei grandi occhi nocciola. Mi guarda stupita, e io subito le sorrido timidamente e le dico piano: “Che palle questa lezione eh?”, e inizio a fissare il quaderno scarno di appunti. Lei mi guarda, in silenzio, e borbotta “Eh già”. Passano infiniti minuti, durante i quali fisso il quaderno, imbarazzata. Finalmente la docente annuncia un quarto d’ora di pausa, la classe si dilegua tra le macchinette del caffè e la terrazza per fumare una sigaretta. Alex si alza, lentamente, e si siede sul banco rivolta a me. Io rimango seduta, siamo nell’ultima fila, un paio di colleghi si avvicinano a parlare di un film, e ci coinvolgono nella conversazione. Alex scambia alcune battute di circostanza, mentre io annuisco e scrollo la bacheca di facebook. Ma poi alzo lo sguardo verso Alex, che è lì, che con il viso si rivolge ai nostri colleghi, ma con la mano si accarezza la gonna, in prossimità della sua vagina. Trasalisco, e continuo a guardarla. Mi mordo un labbro, confusa: ma cosa sta facendo? Nessuno sembra notarlo, probabilmente in prospettiva gli altri non vedono niente. Con la mano è poggiata lì, e con l’indice e il medio sembra disegnare dei piccoli cerchi proprio LI’. Come prima, non riesco a non guardarla. Dev’essere solo una mia impressione, non è possibile che si stia veramente sfiorando IN QUEL SENSO. Stringo forte le gambe, non so nemmeno perché, e penso al fatto che a me piacciono i ragazzi, ed è chiaro che ai ragazzi invece piacciono quelle come Alex. Alex si gira improvvisamente, e mi becca di nuovo a fissarla. Che imbarazzo, devo proprio smetterla. I nostri colleghi se ne vanno, lei si gira totalmente verso di me e mi guarda sorridendo.
« Ma lo sai » esordice, avvinando una mano « che hai veramente dei capelli bellissimi?»
E mi prende una ciocca tra le mani, e inizia a giocarci come fossero suoi.
«Uhm, grazie. Ma sono pieni di doppie punte, capirai»
Rimango quasi immobile, e lei continua a torturare quella ciocca. Mi sento arrossire.
«Ma và, sono bellissimi» e lascia cadere la ciocca sul viso, che finisce con il coprirmi gli occhi. Con la stessa mano, prende la stessa ciocca e me la sistema dietro l’orecchio, sfiorandomi il viso, che avvampa. Ma che mi sta prendendo, sul serio, a me piacciono i ragazzi!
La docente torna in aula e la lezione ricomincia. Alex si accomoda, e mi sorride, con uno sguardo quasi indagatore. La lezione va avanti, e all’improvviso, sento una mano dietro la schiena, una mano che mi accarezza la punta dei capelli dietro.
« Veramente bellissimi » mi dice Alex, avvicinandosi leggermente con il viso al mio orecchio, e continua a toccarmi la schiena.
Mi mordo ferocemente un labbro, e continuo a fissare dritta di fronte a me.
Dopo infiniti secondi, Alex porta il suo braccio sotto il banco, e mi mette una mano su un ginocchio.
Io rimango ferma, e stringo di nuovo le cosce. La sua mano inizia a salire lungo la coscia, lentamente. Con un piede, Alex si avvicina al mio, e lo sposta leggermente, per farmi aprire le gambe. Quella sua mano continua a salire, e inizio a respirare in modo più pesante. Lei anche guarda di fronte a sé, inclina un po’ la testa e mi sussurra: «Vuoi che mi fermi, Eva?».
A me piacciono i ragazzi, a me piacciono i ragazzi. Ma allora perché non le rispondo “Sì, fermati!”?.
La guardo negli occhi, senza dirle nulla. Lei sale ancora con la sua mano, intorno a noi non c’è nessuno che ci può vedere. Sale ancora e ogni centimetro è un sospiro più profondo da parte mia. E arriva lì, e mi sento così bagnata. Mi sfiora la fica da sopra. Lentamente, ma ripetutamente, così come faceva a se stessa durante la pausa. Mi sento che mi bagno sempre di più.
E poi mi dico “A me piacciono i ragazzi”, e mi irrigidisco. Le prendo quella mano, la sposto, e mi alzo frettolosamente. L’uscita è in fondo all’aula, a pochi passi da dove ero seduta, e esco velocemente. Attraverso rapidamente il corridoio ed entro nel bagno. Non c’è nessuno, mi avvicino al lavandino e mi sciacquo la faccia con dell’acqua fredda. Mi guardo allo specchio: ho le gote tutte rosse, i capelli elettrici, il trucco un po’ sbavato.
“Mi piacciono i ragazzi!” mi dico, guardandomi.
«Ah, sì? Sicura?» Alla porta, Alex mi guarda sorridendo, le labbra grandi, con un rossetto rosso perfettamente applicato, le braccia incrociate.
«Sicura, sì…» dico io, molto poco sicura.
Alex fa un passo verso di me, e io un passo indietro.
«Sicura sicura?» incalza lei, facendo un altro passo.
«Sì…» e un altro passo indietro
«Eva… sei proprio sicura?» E fa un altro passo.
Retrocedo ancora e mi trovo spalle al muro, lei a poco più di un metro da me.
«Sì…»
«E allora perché» e oramai è a pochi centimetri da me, e scioglie le braccia incrociate, me bloccare me alla parete «sembri così eccitata da me?»
«I-Io n-non… Cosa dici…»
Respiro affannosamente, Alex appoggia il suo corpo al mio, delicatamente. Il suo seno è contro il mio, lo sento spingermi sullo sterno, morbido e sodo. Lo guardo, ed istintivamente spingo leggermente il busto contro il suo, come per voler tastare la resistenza del suo seno.
«Eva, Eva… vuoi essere toccata, vero?»
«I-Io, n-no, I-io…»
«Posso baciarti, Eva?» mi sorride lei, a due centimetri dal mio orecchio.
Spinge il bacino contro il mio, mi sento avvampare.
E mi bacia il lobo dell’orecchio. Con la lingua scende sul collo, alternando leccate e baci. Io gemo fievolmente, spingendo il mio corpo contro il suo. Lei si stacca immediatamente, tira indietro il viso e mi guarda, di nuovo con quel dannato sorrisetto. Mi prende per mano, e mi trascina in uno dei bagni, chiude la porta dietro di sé e mi sbatte di nuovo al muro. A questo punto mi bacia, fortissimo. Mi conficca la lingua in gola, ed io assecondo con la mia il suo ritmo forsennato.
«Toccami il seno, so che lo vuoi» Mi dice tra un bacio e l’altro. Timidamente, avvicino una mano al suo grandissimo seno. E’ bellissimo. Sento il capezzolo duro, lo accarezzo e lei geme leggermente. Continuo a farlo, con l’altra mano mi avvicino all’altro seno e cerco di prenderlo tutto in mano, ma è troppo grande, non ci entra. Con una mano, si avvicina ai miei pantaloni. Li sbottona, e poggia due dita sulla mia fica, da sopra le mutandine.
«Sei così bagnata, Eva. Ti piace tanto eh…»
Sussulto imbarazzata ed eccitata, il suo modo di parlarmi mi fa sentire così donna.
«Dillo Eva»
«C-cosa?»
«Che vuoi che ti tocchi per bene»
Lo voglio così tanto. Così tanto. Voglio sentire le sue mani dentro di me.
«Dillo, oppure non lo faccio» e posiziona tutto il palmo sulla mia fica, muovendolo lentamente.
«Toccami Alex, ti prego» la imploro.
Alex mi sorride, e con un gesto repentino mi gira, in modo da farmi avere il viso verso il muro. Si posiziona per bene dietro di me, con la sua figa attaccata al mio culo. Mi passa il braccio intorno, mi abbassa i pantaloni e le mutadine quel tanto che basta per permettere alla sua mano di toccarmi. E mi tocca. Mi mette due dita dentro, le muove velocemente, e io inizio a gemere forte.
«Eva devi fare silenzio, non ci devono scoprire» mi sussurra all’orecchio, leccandolo.
Mi serro la bocca contro il mio avambraccio, e lei muove le dita più velocemente. Poi le sposta sul clitoride, e sono tutte bagnate di me. Con il palmo spinge sul monte di venere, e con quelle due dita inizia a sgrillettarmi ferocemente, fa dei piccoli cerchi velocissimi che mi fanno tremare e gemere sommessamente.
Non mi sono mai sentita così bagnata. Con la mano libera, Alex mi infila un dito dentro. Lo tira subito fuori, e lo avvicina alla mia bocca.
«Assaggiati»
La guardo per un secondo, e poi apro le labbra tremanti. Mi assaggio. Non lo avevo mai fatto. Mi piaccio. Lei mi fissa compiaciuta.
«Fa assaggiare anche me» e mi bacia subito dopo, con la lingua.
«Sei buona» dice subito dopo.
E impazzisco, perché lei continua a muoversi così bene sul mio clitoride.
«Ora dillo»
«C-cosa?»
«Che ti piace, piccola troietta. Che ti piace essere toccata così da una donna» e si spinge di più contro di me.
Tremo dal piacere, e lo dico:
«Mi piace Alex… Mi piace essere toccata così da una donna»
«Ancora.»
«Mi piace essere toccata da una donna, MI PIACE ESSERE TOCCATA DA UNA DONNA!»
Alex mi mette subito una mano davanti alla bocca, e io vengo, vengo e le mie urla di piacere vengono fermate dalla mano di Alex. Vengo intensamente, mentre lei continua a toccarmi, sento la mia eccitazione scendermi tra le cosce. Mi accascio sul muro, Alex mi accarezza, toglie la mano dalla mia fica e me le passa prima sulle mie labbra, e poi sulle sue.
«Sei stata brava.»
Io ed Alex frequentiamo la stessa facoltà, la vedo quasi tutti i giorni. La conosco solo da un paio di settimane, ma l’ho notata da subito. E’ impossibile non notarla. E’ leggermente più bassa di me, capelli mossi, di un ramato scuro. Il suo corpo sembra morbidissimo: i fianchi pronunciati, le cosce piene, e quel seno. Quel seno così grande, che sfoggia ad ogni occasione. Veste sempre scollata e attillata, sempre in modo da dare nell’occhio. Oggi Alex indossa una gonna scozzese, e sopra una maglia nera, semplice e ovviamente scollatissima. E’ piena di lentiggini sul viso, lentiggini che scendono fino alle spalle che la maglia lascia intravedere, e arrivano fino al seno. Guardo me, il mio seno non abbastanza grande, il fisico asciutto, i capelli biondi così scialbi rispetto ai suoi. E mi ritrovo a fissarle nuovamente il seno, che sembra sodo e morbido allo stesso tempo. La docente spiega, ma non la seguo. Alex mi siede accanto, e io continuo a fissarle il seno, non riesco a farne a meno. Non mi piacciono le ragazze. Ho avuto sempre e solo uomini, con le ragazze non è mai successo niente. Ma quel seno è impossibile da non notare, da non fissare. Tutti i ragazzi guardano sempre Alex quando entra in aula, la guardano con malizia, ma per me è diverso, io sono una ragazza e mi piacciono i ragazzi. Me lo ripeto mentre la guardo, e lo faccio per troppo tempo, perché lei sembra notarlo. Alza lo sguardo e mi guarda, con quei grandi occhi nocciola. Mi guarda stupita, e io subito le sorrido timidamente e le dico piano: “Che palle questa lezione eh?”, e inizio a fissare il quaderno scarno di appunti. Lei mi guarda, in silenzio, e borbotta “Eh già”. Passano infiniti minuti, durante i quali fisso il quaderno, imbarazzata. Finalmente la docente annuncia un quarto d’ora di pausa, la classe si dilegua tra le macchinette del caffè e la terrazza per fumare una sigaretta. Alex si alza, lentamente, e si siede sul banco rivolta a me. Io rimango seduta, siamo nell’ultima fila, un paio di colleghi si avvicinano a parlare di un film, e ci coinvolgono nella conversazione. Alex scambia alcune battute di circostanza, mentre io annuisco e scrollo la bacheca di facebook. Ma poi alzo lo sguardo verso Alex, che è lì, che con il viso si rivolge ai nostri colleghi, ma con la mano si accarezza la gonna, in prossimità della sua vagina. Trasalisco, e continuo a guardarla. Mi mordo un labbro, confusa: ma cosa sta facendo? Nessuno sembra notarlo, probabilmente in prospettiva gli altri non vedono niente. Con la mano è poggiata lì, e con l’indice e il medio sembra disegnare dei piccoli cerchi proprio LI’. Come prima, non riesco a non guardarla. Dev’essere solo una mia impressione, non è possibile che si stia veramente sfiorando IN QUEL SENSO. Stringo forte le gambe, non so nemmeno perché, e penso al fatto che a me piacciono i ragazzi, ed è chiaro che ai ragazzi invece piacciono quelle come Alex. Alex si gira improvvisamente, e mi becca di nuovo a fissarla. Che imbarazzo, devo proprio smetterla. I nostri colleghi se ne vanno, lei si gira totalmente verso di me e mi guarda sorridendo.
« Ma lo sai » esordice, avvinando una mano « che hai veramente dei capelli bellissimi?»
E mi prende una ciocca tra le mani, e inizia a giocarci come fossero suoi.
«Uhm, grazie. Ma sono pieni di doppie punte, capirai»
Rimango quasi immobile, e lei continua a torturare quella ciocca. Mi sento arrossire.
«Ma và, sono bellissimi» e lascia cadere la ciocca sul viso, che finisce con il coprirmi gli occhi. Con la stessa mano, prende la stessa ciocca e me la sistema dietro l’orecchio, sfiorandomi il viso, che avvampa. Ma che mi sta prendendo, sul serio, a me piacciono i ragazzi!
La docente torna in aula e la lezione ricomincia. Alex si accomoda, e mi sorride, con uno sguardo quasi indagatore. La lezione va avanti, e all’improvviso, sento una mano dietro la schiena, una mano che mi accarezza la punta dei capelli dietro.
« Veramente bellissimi » mi dice Alex, avvicinandosi leggermente con il viso al mio orecchio, e continua a toccarmi la schiena.
Mi mordo ferocemente un labbro, e continuo a fissare dritta di fronte a me.
Dopo infiniti secondi, Alex porta il suo braccio sotto il banco, e mi mette una mano su un ginocchio.
Io rimango ferma, e stringo di nuovo le cosce. La sua mano inizia a salire lungo la coscia, lentamente. Con un piede, Alex si avvicina al mio, e lo sposta leggermente, per farmi aprire le gambe. Quella sua mano continua a salire, e inizio a respirare in modo più pesante. Lei anche guarda di fronte a sé, inclina un po’ la testa e mi sussurra: «Vuoi che mi fermi, Eva?».
A me piacciono i ragazzi, a me piacciono i ragazzi. Ma allora perché non le rispondo “Sì, fermati!”?.
La guardo negli occhi, senza dirle nulla. Lei sale ancora con la sua mano, intorno a noi non c’è nessuno che ci può vedere. Sale ancora e ogni centimetro è un sospiro più profondo da parte mia. E arriva lì, e mi sento così bagnata. Mi sfiora la fica da sopra. Lentamente, ma ripetutamente, così come faceva a se stessa durante la pausa. Mi sento che mi bagno sempre di più.
E poi mi dico “A me piacciono i ragazzi”, e mi irrigidisco. Le prendo quella mano, la sposto, e mi alzo frettolosamente. L’uscita è in fondo all’aula, a pochi passi da dove ero seduta, e esco velocemente. Attraverso rapidamente il corridoio ed entro nel bagno. Non c’è nessuno, mi avvicino al lavandino e mi sciacquo la faccia con dell’acqua fredda. Mi guardo allo specchio: ho le gote tutte rosse, i capelli elettrici, il trucco un po’ sbavato.
“Mi piacciono i ragazzi!” mi dico, guardandomi.
«Ah, sì? Sicura?» Alla porta, Alex mi guarda sorridendo, le labbra grandi, con un rossetto rosso perfettamente applicato, le braccia incrociate.
«Sicura, sì…» dico io, molto poco sicura.
Alex fa un passo verso di me, e io un passo indietro.
«Sicura sicura?» incalza lei, facendo un altro passo.
«Sì…» e un altro passo indietro
«Eva… sei proprio sicura?» E fa un altro passo.
Retrocedo ancora e mi trovo spalle al muro, lei a poco più di un metro da me.
«Sì…»
«E allora perché» e oramai è a pochi centimetri da me, e scioglie le braccia incrociate, me bloccare me alla parete «sembri così eccitata da me?»
«I-Io n-non… Cosa dici…»
Respiro affannosamente, Alex appoggia il suo corpo al mio, delicatamente. Il suo seno è contro il mio, lo sento spingermi sullo sterno, morbido e sodo. Lo guardo, ed istintivamente spingo leggermente il busto contro il suo, come per voler tastare la resistenza del suo seno.
«Eva, Eva… vuoi essere toccata, vero?»
«I-Io, n-no, I-io…»
«Posso baciarti, Eva?» mi sorride lei, a due centimetri dal mio orecchio.
Spinge il bacino contro il mio, mi sento avvampare.
E mi bacia il lobo dell’orecchio. Con la lingua scende sul collo, alternando leccate e baci. Io gemo fievolmente, spingendo il mio corpo contro il suo. Lei si stacca immediatamente, tira indietro il viso e mi guarda, di nuovo con quel dannato sorrisetto. Mi prende per mano, e mi trascina in uno dei bagni, chiude la porta dietro di sé e mi sbatte di nuovo al muro. A questo punto mi bacia, fortissimo. Mi conficca la lingua in gola, ed io assecondo con la mia il suo ritmo forsennato.
«Toccami il seno, so che lo vuoi» Mi dice tra un bacio e l’altro. Timidamente, avvicino una mano al suo grandissimo seno. E’ bellissimo. Sento il capezzolo duro, lo accarezzo e lei geme leggermente. Continuo a farlo, con l’altra mano mi avvicino all’altro seno e cerco di prenderlo tutto in mano, ma è troppo grande, non ci entra. Con una mano, si avvicina ai miei pantaloni. Li sbottona, e poggia due dita sulla mia fica, da sopra le mutandine.
«Sei così bagnata, Eva. Ti piace tanto eh…»
Sussulto imbarazzata ed eccitata, il suo modo di parlarmi mi fa sentire così donna.
«Dillo Eva»
«C-cosa?»
«Che vuoi che ti tocchi per bene»
Lo voglio così tanto. Così tanto. Voglio sentire le sue mani dentro di me.
«Dillo, oppure non lo faccio» e posiziona tutto il palmo sulla mia fica, muovendolo lentamente.
«Toccami Alex, ti prego» la imploro.
Alex mi sorride, e con un gesto repentino mi gira, in modo da farmi avere il viso verso il muro. Si posiziona per bene dietro di me, con la sua figa attaccata al mio culo. Mi passa il braccio intorno, mi abbassa i pantaloni e le mutadine quel tanto che basta per permettere alla sua mano di toccarmi. E mi tocca. Mi mette due dita dentro, le muove velocemente, e io inizio a gemere forte.
«Eva devi fare silenzio, non ci devono scoprire» mi sussurra all’orecchio, leccandolo.
Mi serro la bocca contro il mio avambraccio, e lei muove le dita più velocemente. Poi le sposta sul clitoride, e sono tutte bagnate di me. Con il palmo spinge sul monte di venere, e con quelle due dita inizia a sgrillettarmi ferocemente, fa dei piccoli cerchi velocissimi che mi fanno tremare e gemere sommessamente.
Non mi sono mai sentita così bagnata. Con la mano libera, Alex mi infila un dito dentro. Lo tira subito fuori, e lo avvicina alla mia bocca.
«Assaggiati»
La guardo per un secondo, e poi apro le labbra tremanti. Mi assaggio. Non lo avevo mai fatto. Mi piaccio. Lei mi fissa compiaciuta.
«Fa assaggiare anche me» e mi bacia subito dopo, con la lingua.
«Sei buona» dice subito dopo.
E impazzisco, perché lei continua a muoversi così bene sul mio clitoride.
«Ora dillo»
«C-cosa?»
«Che ti piace, piccola troietta. Che ti piace essere toccata così da una donna» e si spinge di più contro di me.
Tremo dal piacere, e lo dico:
«Mi piace Alex… Mi piace essere toccata così da una donna»
«Ancora.»
«Mi piace essere toccata da una donna, MI PIACE ESSERE TOCCATA DA UNA DONNA!»
Alex mi mette subito una mano davanti alla bocca, e io vengo, vengo e le mie urla di piacere vengono fermate dalla mano di Alex. Vengo intensamente, mentre lei continua a toccarmi, sento la mia eccitazione scendermi tra le cosce. Mi accascio sul muro, Alex mi accarezza, toglie la mano dalla mia fica e me le passa prima sulle mie labbra, e poi sulle sue.
«Sei stata brava.»
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