Sorpresa

di
genere
masturbazione

Puntuale come le altre mattine la sveglia suonò alle 7. Con grande fatica Eleonora si alzò dal letto, toccò prima con la punta e poi con tutto il piede il pavimento di marmo e quindi si diresse sbadigliando verso il bagno. Un breve sguardo allo specchio sulla strada verso il water, via le mutandine, e seduta a gambe leggermente aperte ascoltò il rumore della pipí che usciva dal suo corpo velocemente. Anche dopo che tale bisogno fu soddisfatto rimase qualche minuto seduta con la testa leggermente inclinata e lo sguardo fisso ad un asciugamano rosa con delle righine bianche. D'un tratto, con la coda dell'occhio,vide i led verdi della radio che segnavano già le 7,10. Si alzò lentamente e dopo essersi liberata della canottiera entrò nella doccia. Mentre si accarezzava il corpo con il sapone indugiò per un attimo tra le gambe e cominciò a stuzzicare il clitoride. Quasi subito cominciò ad avvertire un piacere irradiarsi dalla pancia per arrivare al petto ed al viso. Con due dita della mano sinistra spostò la pelle che proteggeva quel centro di piacere mentre con l'indice della destra iniziò a picchiettare sull'organetto ormai turgido. Improvvisamente però si bloccò. Quella mattina proprio non si poteva. Con il getto dell'acqua cercò di spegnere il fuoco che aveva accesso e quando sentí che lí sotto la situazione andava calmandosi lo rivolse verso il viso per svegliarsi del tutto. Uscita dalla doccia si asciugò velocemente e quindi tornò in camera da letto per scegliere cosa mettere. Prese dal cassetto le mutandine abbinate con il reggiseno che aveva comprato la settimana prima e che le erano piaciute per la velatura sul pube ed il materiale simile alla seta. Per quella giornata cosí importante decise di indossare una gonna stretta color panna ed una camicetta blu che per quanto abbottonata lasciava intravedere il suo bellissimo décolleté. Ai piedi indossò delle scarpe basse sicura del fatto che il suo 1.75 di altezza le permetteva di non sfigurare senza tacchi. Un filo di trucco, uno sguardo allo specchio ed uscí.

L'aria era piacevolmente fresca ma nel giro di qualche ora avrebbe fatto decisamente caldo. L'estate ormai era arrivata ed Eleonora sfoggiava già un'abbronzatura color miele che unita ai capelli chiari e gli occhi azzurri non la faceva certamente passare inosservata. Come tutte le mattine prese la metro e scese alla stazione di Barberini. Una volta risalita in superficie scese con passo deciso per via del tritone. Entrò nella pasticceria, ritirò i pasticcini ordinati il giorno prima e ne uscí sorridente diretta verso l'ufficio.

Tanti auguri! Appena varcata l'ingresso dello studio la ragazza alla reception la festeggiò. Grazie Luisa, rispose Eleonora con un sorriso ma senza fermarsi. Voltò per il corridoio di sinistra e via via che superava le stanze gli occupanti le facevano gli auguri. Eleonora ringraziava tutti senza fermarsi, era diretta verso la stanza del caffé per mettere i pasticcini nel frigo. Sapeva che ogni volta che qualcuno nello studio compiva gli anni veniva festeggiato nella pausa pranzo e cosí sarebbe stato anche per lei.

La mattinata passò proprio come tutte le altre. Telefonate, risposte ad email, una breve pausa per il caffè in cui le avevano fatto altri auguri. Erano ormai le 13. L'ufficio si sarebbe fermato per un'ora per consentire a tutti di mangiare qualcosa e parlare male dei colleghi. Eleonora sapeva che verso le 13,30 avrebbe potuto portare i pasticcini nella grande sala al centro dell'ufficio per farsi festeggiare. Decise quindi di scendere al bar sotto l'ufficio per un tramezzino e per ritirare le due bottiglie di prosecco con cui brindare.

Alle 13,30 Eleonora stava poggiando i vassoi sul grande tavolo rialzato della stanza in cui di solito si tenevano le riunioni settimanali. Rapidamente stavano arrivando tutti i colleghi e per ultimo entrò l'avvocato che dava il nome allo studio. Fu lui ad aprire la prima bottiglia e proporre un brindisi per la festeggiata.
'Trent'anni sono una tappa importante' cominciò l'avvocato Gualtieri. 'Tu sei una delle risorse fondamentali dello studio ed il nostro successo dipende anche dal tuo impegno'. Dette queste parole scattò un breve applauso e quindi tutti appoggiarono le labbra al bicchiere. Un attimo dopo l'avvocato riprese 'e per un compleanno cosí importante abbiamo pensato di regalarti un oggetto altrettanto importante ed utile'. Appena ebbe finito di dire questa frase, una delle segretarie porse ad Eleonora una grande scatola quadrata, avvolta da una carta argentata e fasciata da un fiocco rosso. Eleonora la prese tra le mani e soppesandola cercò tra sé e sé di capire cosa poteva contenere. Sinceramente non ne aveva idea. Velocemente sciolse il fiocco e quindi strappò la carta. L'aver superato questa prima barriera non serví però a farle capire di cosa si trattava. Tra le mani aveva infatti una scatola completamente nera chiusa da un lato da un piccolo nastro adesivo color oro.
Con le unghie incise la plastica e finalmente aprí la scatola. All'interno, costretto in una forma di polistirolo grigio scuro, un oggetto nero opaco che ad Eleonora sembrò un mouse. Per un attimo Eleonora ebbe paura che la sua espressione potesse tradire la delusione che stava provando. Un mouse. Le avevano regalato un mouse. A Patrizia due settimane prima avevano regalato un weekend a Ponza. Eleonora decise che non poteva rimanere cosí imbambolata e quindi mosse la mano per afferrare quell'oggetto. Estraendolo dal contenitore Eleonora si accorse che rispetto alla porzione visibile inizialmente aveva una forma molto più bizzarra ed allungata per essere un mouse. Era fatto di un materiale gradevole al tatto e, a dispetto di quello che aveva immaginato solo osservandolo, anche piú pesante.
Una volta che lo ebbe estratto completamente si accorse che era un oggetto di una fattura certamente elevata. Mentre Eleonora teneva con entrambe le mani il suo regalo e lo fissava con la speranza di capire cosa diavolo era, l'avvocato esclamò allegro 'Beh Eleonora che fa?!? Non lo accende?' Eleonora fu presa da un momento di panico perché non vedeva pulsanti o levette che potessero suggerire l'accensione. Da una parte, quella che le sembrava la base, l'oggetto era piuttosto largo e sembrava mostrare una qualche sorta di impugnatura. Da questa poi, seguendo un profilo arquato, diventava via via piú sottile per terminare in una parte arrotondata e lucida. A trarre dall'imbarazzo Eleonora ci pensò Chiara. 'Guarda si fa cosí', Chiara afferrò l'oggetto dalla base e lo strinse con un colpo secco. Nelle mani di Eleonora improvvisamente l'oggetto si animò e per tutta la sua lunghezza si crearono dei rilievi che le ricordarono immediatamente delle vene gonfiate dal fluire del sangue. Le sembrò che piano piano diventasse piú caldo e, senza capicitarsi di come fosse possibile, piú piacevole al tatto. Tutto l'oggetto poi vibrava e si contorceva lentamente.

'Beata te' disse quell'invidiosa della Donatella. 'Questo é il modello nuovo, il KX3000, e l' avvocato ha dovuto fare i salti mortali per procurarselo.

Eleonora aveva ritrovato il sorriso. Anche a lei avevano fatto un regalo di tutto rispetto.

'A questo punto deve provarlo!' disse l'avvocato rivolto verso gli altri colleghi. 'Si provalo!' disse qualcuno in fondo alla stanza.
Eleonora fu presa dal panico. Realizzato lo scopo dell'oggetto le sembrò che quella richiesta fosse folle. Darsi piacere nella doccia la mattina era un conto ma farlo davanti ai colleghi e l'avvocato no. Lo sguardo di tutti era su di lei e mentre sentiva l'oggetto contorcersi e vibrare nelle sue mani, avvertí che veniva sollevata e messa a sedere sul tavolo rialzato. Ora era lí seduta davanti a tutti e con un sottofondo di 'E-LEO-NO-RA E-LEO-NO-RA E-LEO-NO-RA' ritmato dal battito delle mani.

Eleonora allargo lentamente le gambe e piano piano i colleghi fecero silenzio. Comparvero le mutandine su cui si potevano intravedere il brilluccichio di alcune goccioline. Eleonora tirò sú la gonna in maniera tale da offrire quanto piú possibile una via di accesso al regalo dei colleghi. A questo punto tutti erano in silenzio e un paio di praticanti avevano già infilato le mani nelle tasche ad assecondare l'erezione che quello spettacolo provocava. Giuseppe dell'amministrazione invece aveva impugnato il cellulare e stava riprendendo la scena.

Eleonora puntò la parte di sezione piú piccola all'ingresso della sua fessura e senza muovere le mani lasciò che i movimenti automatici la stimolassero. Mentre il piacere aumentava cominciò a pensare che il suo regalo era migliore di quello di Patrizia.

Mentre lo teneva puntato contro le mutandine sentiva le venature lungo l'asta pulsare sotto le sue dita. I capezzoli cominciavano a reclamare delle attenzioni ma in bilico su quella scrivania non poteva utilizzare le mani se non per sorreggere quello strumento di piacere.
Ad un certo punto scostò il tessuto ormai zuppo delle mutandine per sentire meglio il contatto. Le labbra si schiusero immediatamente come a volerlo inghiottire. Eleonora lo spinse dentro sempre di piú fino a raggiungere un orgasmo che fu sottolineato da un grande applauso.

Fu così che Eleonora aprí gli occhi mentre la sveglia avvisava che erano le 7. Istintivamente si toccò tra le gambe e sentí che era fradicia. Anche il lenzuolo era bagnato. Concluse che era il caso di alzarsi e fare una doccia e cominciare i festeggiamenti per il suo compleanno.
scritto il
2018-07-17
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