Il dottor Cazzone, un vecchio collega
di
borsa rosss
genere
masturbazione
Certo che se l’avessi saputo non avrei detto un sì così entusiasta, anzi forse non mi sarei nemmeno presentata.
ok, siamo in ballo per cui non ci resta che ballare.
oggi è un venerdì speciale per me, un mio collega, un caro collega con il quale ho collaborato per un bel po’ di tempo se ne va in pensione e, come da tradizione ha organizzato una bicchierata di commiato. Tra un brindisi e l’altro mi ha invitato ad una festicciola un po’ più intima a casa sua. Mi sembrava una bella idea, i colleghi li conoscevo tutti, la moglie, una decina d’anni più giovane di lui è simpatica e un bravo medico al quale mi ero rivolta un paio d’anni fa per una consulenza e con la scusa avrei avuto modo di vedere la nuova casa che avevano finalmente finito di ristrutturare dopo quasi due anni di lavori.
Essendo vicino a casa nostra ho chiesto a Fabio di accompagnarmi in scooter e poi lui, anche se carinamente invitato, è ritornato a casa per stare con la piccola e anche perché pur conoscendo diversi colleghi invitati non gli sembrava necessario essere della partita. Per il rientro avevo deciso o un taxi oppure farmi accompagnare da qualcuno, tanto abito vicino.
Stavo facendo i complimenti alla padrona di casa per il fantastico gusto dell’arredo e la bellissima terrazza da far invidia a molti, e stavo ricevendo i complimenti per il mio outfit, vestitino in lino tabacco e sandali tacco 12 color tortora e il nuovo taglio con frangetta e in quel momento l’ho visto. Il dottor Cazzone!
Cioè ovviamente non si chiama Cazzone ma era il nome che io e le mie colleghe avevamo dato al porco che ci aveva tormentato per un paio d’anni ad inizio carriera. Lui era un dirigente vecchio stile che faceva battute pesanti a noi ragazzine dell’epoca e a volte allungava le mani; anche con me. Di queste sue bravate se ne vantava con gli amici maschi millantando di essersi scopato se non tutte le “fighette” dell’azienda quasi tutte. Ovviamente, parlando con le mie amiche avevamo scoperto che una buona percentuale era frutto di pura fantasia e, con il passar degli anni avevamo scoperto che anche i colleghi maschi sapevano che le sparava grosse. Insomma una persona poco gradevole che, in forza della sua posizione di rilievo, si prendeva delle libertà che non gli competevano.
Sempre burbero ed arcigno con tutto il genere femminile c’era da preoccuparsi quando ti chiamava nella sua stanza oppure a fine riunione ti diceva “signorina aspetti un attimo che dobbiamo vedere un paio di cose”. Io non sono stata troppo sfortunata perchè dopo un periodo di circa tre anni ero stata trasferita e non avevo avuto più niente a che fare con lui.
Ricordo un paio di episodi, una volta in ascensore ha messo la sua mano appena appoggiata sul sedere e dopo un attimo ha iniziato a palparmelo. Non è stato affatto eccitante come forse pensava ma semplicemente odioso. Un’altra volta dopo una riunione con dei colleghi di un’altra sede mi aveva invitato a pranzo ma al mio rifiuto mi aveva trattenuto per una decina di minuti nel suo ufficio e seduto di fronte a me parlando di cose inutili aveva iniziato, gesticolando, a toccarmi le ginocchia in modo da farlo sembrare involontario e poi sempre più frequentemente fino a poggiare la sua mano sulla gamba. Io me ne stavo ferma, forse in apnea con 1000 pensieri e con 1000 ipotetiche reazioni che avrei potuto avere ma in verità me ne stavo immobile.
Dopo poco, in silenzio, senza neppure aver la scusa del gesticolare involontario iniziò a salire con la mano lungo l’interno della coscia ed io non ebbi la forza di contrastare nemmeno stringendo le gambe. Ero, in quel momento, un’estranea che assisteva alla scena come se il corpo fosse di un’altra persona. Arrivò agli slip, con la punta delle dita mi accarezzò e scostò lo slip per entrare in contatto con le labbra. Non lo so se durò 5 o 50 secondi o forse 50 minuti ma stavo vivendo un’esperienza avulsa.
Fu un attimo preciso, un istante che ricordo benissimo che mi fece reagire, il momento in cui eddi la percezione che il corpo di quella sconosciuta che stavo osservando mi lanciò un debolissimo segnale di piacere. Mi stavo eccitando!
Pazzesco, un segnale di piacere che il mio corpo mi lanciò ed io, risvegliata da quella situazione mi alzai di scatto, tirai giù la gonna e uscii dalla stanza.
Quel pomeriggio non tornai in ufficio e sulla via di casa mi fermai in un bar e chiusa in bagno mi tolsi gli slip e li buttai nella spazzatura. Erano irrimediabilemente zozzi e sporcati dalle mani di quello stronzo.
il dottor Cazzone ci aveva provato pure con me. Maledetto!
Passati gli anni più volte ci ho ripensato e ogni tanto mi veniva la curiosità di immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Sì, dopo un bel po’ di anni devo dire che quella situazione che al momento avevo odiato mi incuriosiva. Questa credo sia la maturità erotica che ho acquisito con il tempo.
Ed eccomi qua, nella bella casa del mio collega a festeggiare il suo meritato pensionamento e tra le persone c'è anche il dottor Cazzone. Adesso abita in Toscana e non passa praticamente mai da Trieste ma l’invito che aveva ricevuto lo aveva fatto salire in macchina e venire alla festa.
“Buonasera dottor Cazzone*, come va?” lo saluto con un calice di franciacorta in mano dedicandogli un gran sorriso. (*ovviamente non l’ho chiamato così ma con il suo vero nome!!!)
“Buonasera signorina….???”
“Ma come non si ricorda di me? Allora mi fa restar male, credevo di meritarmi un posticino tra i suoi ricordi…”
Ebbene si, dopo queste quattro battute mi sono subito resa conto che gli equilibri si sono spostati lui non è più il temuto dirigente e io non sono la giovane collega bensì io sono una donna con una certa posizione e lui un anziano pensionato che ha la vita e i ricordi alle spalle e poche avventure davanti a se! Forse le mie esperienze con la Borsa Rossa mi hanno forgiato e formato. Anzi ne sono sicura!
“Sicuramente una bella donna come lei me la ricordo ma il nome mi sfugge; lavora ancora in azienda?”
“si, si, da quando ero nel suo staff, e nella sua stanza il tempo è passato e ho fatto un po’ di strada…. Mi scusi ma devo salutare un amico….”
e lo lascio senza che abbia modo di rispondermi.
Durante la serata ogni tanto incrocio il suo sguardo in modo malizioso e lui contraccambia senza nascondere la sua eccitazione. Beh, forse non sarà una serata rovinata dalla sua presenza ma anzi potrebbe essere che mi diverto
Verso le undici la padrona di casa ci invita ad uscire in terrazza per un brindisi e alcuni colleghi iniziano a consegnare regali e scherzosi pacchi al fresco pensionato. Io, in piedi vicino al dottor Cazzone mi appoggio al suo braccio dicendogli frasi stupide sulla pensione, sul futuro e appoggio “inavvertitamente” il seno sul suo braccio sorridendo innocente.
l’ESCA è buttata!
mi allontano
tra una chiacchiera e l’altra con gli amici ogni tanto capito vicino al dottor Cazzone per un commento veloce, un sorriso o un contatto “fortuito” ;-)
Mi sto iniziando a divertire e mi sa che lo continuerò a fare….
Verso mezzanotte alcuni ospiti iniziano a salutare i padroni di casa, siamo rimasti in non più di una ventina e ovviamente il dottor Cazzone non mi toglie gli occhi di i dosso.
Mi avvicina, inizia a parlarsi addosso di quando era in Azienda, di come stia bene in pensione e mi chiede di dargli del tu; la mia risposta non tarda un attimo “dottor Cazzone, lei per me è stata una persona importantissima, mi scusi ma mi sento più a mio agio a mantenere il lei”
“Adesso purtroppo la devo salutare, c’è la mia amica che mi da un passaggio a casa….”
“Ma scherzi (lui è da tutta la sera che mi da il tu), ti accompagno io, lo faccio con piacere”
“Dottor Cazzone la sua fama la precede, non posso permettermi che ci vedano uscire insieme, sa com’è, poi la gente immagina, fantastica e parla”
“Ma no, davvero cosa vuoi che ti faccia, è solo un passaggio, devo andare via anch’io”
“Effettivamente mi piacerebbe stare un po’ a ricordare i vecchi tempi con lei; e se ci dessimo un appuntamento tra mezz’ora davanti l’Ariston? io abito li vicino, mi faccio accompagnare a casa, lei lascia la festa dopo una ventina di minuti e così possiamo stare un pochino in relax io e lei. che ne dice?”
Deciso, mi divertirò un pochino!!! Non so fin dove arriverò ma certamente il vecchio dottor Cazzone questa sera avrà un bel ricordo da portarsi in Toscana
Dico a Rachele che carinamente mi ha dato un passaggio verso casa di lasciarmi sulla strada principale senza iniziare a girar per le viuzze piene di sensi unici e così sono più vicina al posto del mio randevu. Cinque minuti con il ticchettio dei miei sandali sull’asfalto estivo, un paio di ragazzini che stanno a pomiciare su una panchina, una manciata di ambigui personaggi che gravitano nella zona (famosa per incontri gay all’aria aperta) e poi vedo la macchina del dottor Cazzone, mi aveva detto “ho una Volvo chiara, ti aspetto”
Aprendo lo sportello del passeggero gli sorrido “è molto che aspetta?”
“Son qua da tre minuti, ma avrei aspettato anche tre giorni”
“che bella macchina, che dice andiamo a fare un giro, magari troviamo un posticino tranquillo”
dopo la curva a destra, al semaforo andiamo in salita, al prossimo incrocio dritto, ecc ecc ecco, ci siamo. È un piccolo parcheggio quasi in centro ma ti regala una bella vista sul golfo e ti regala una bella intimità
il dottor Cazzone sta già iniziando a mettere la sua manona sulle mie ginocchia. Il lupo perde il pelo…. ma questo è il mio gioco, non il suo
“dottor Cazzone che dice se ci mettiamo sul divanetto dietro, sembra comodo” non ho finito la frase che aveva già aperto il suo sportello e stava uscendo.
Adesso siamo entrambi seduti dietro, io seduta sul bordo del divanetto con la mia gonnellina larga appoggiata sul divanetto e un po’ tirata sulle cosce in modo che sia davvero poca la carne nascosta alla vista, Si, ho delle belle gambe e poi considerando che il mio occasionale compagno sarà sui 75 anni non ho sicuramente timore di sfigurare. Sono in modalità “miggnotta di classe”.
“dottor Cazzone quando da ragazzina mi aveva infilato la mano sotto la gonna mi aveva sconvolto e adesso possiamo finire il lavoro se le va ben”
“Ma…. ma…. ma certo, ma certamente Anna” balbetta eccitato, adesso si ricorda il mio nome oppure si era informato con qualche collega
“grazie” lo ringrazio
infilo la mano sotto la sua panciona, a slacciar la cintura mentre lui mi tocca le gambe.
SCIAF!!! una pacca sulle mani, sicuramente più rumorosa che dolorosa ma ottengo il risultato voluto. definisco chi conduce il gioco. Io!
“dottor Cazzone, lasci fare a me, non se ne pentirà. Mi creda” e lo dico baciandolo sulle labbra a stampo per fargli assaggiare il gusto del mio rossetto color pesca.
sfilati i pantaloni e i boxer mi trovo davanti il cazzo e lo scroto dell’anziano dottor Cazzone.
Non mi sembra meritato il suo nomignolo, immaginavo qualcosa di più dimensionato….
Con la mano prendo tutta la carne che riesco e inizio a stringere un po’ il cazzo e le palle che sono un mosce, tiro dolcemente verso il basso. Dolcemente ma tiro la mia mano con il suo contenuto verso il basso guardando il viso incuriosito del dottor Cazzone. il mio giochino lo sta eccitando. Il cazzo inizia a reagire. Alterno il tirare verso il basso con strette a volte vigorose della mano. Mi piace fare queste cose e anche a Fabio piacciono, probabilmente piacciono a tutti i maschietti ma non so se tutte le ragazze lo fanno o solo le ragazze un più cattivelle.
Adesso il cazzo è barzotto, non duro e non so nemmeno se a questa età diventerà duro ma almeno ha una consistenza e la dimensione è migliorata. Decido di dare un piccolo premio al dottor Cazzone e gli prendo la mano destra e me la metto tra le gambe appena un po’ allargate, non voglio ancora spalancare le gambe, ho voglia solo che mi tocchi un po’ il ciuffetto dicendogli “dottor Cazzone la prego mi accarezzi un pochino la fighetta” sapendo che lui chiamava così noi ragazze
Sentendo questa frase detta come se fosse lui a farmi un regalo e un po’ volgare il suo cazzo passa di livello, adesso è floscio ma consistente, lo prendo in mano e lo stringo forte per fargli un po’ di male, quel male che credo piaccia ai maschi. Pianto le unghie sull’asta del suo pisellone un po’ di volte mentre lui con la mano cerca di allargarmi le gambe. Lo lascio fare e adesso mi sta toccando in modo troppo frenetico, credo sia da un bel po’ di tempo che non si da da fare. Decido di stopparlo e per farlo mi tolgo gli slip per offrirgli una completa e comoda vista tra le mie gambe. Il dottor Cazzone sta ansimando e il suo cazzo adesso è duro. Duro e lungo, non grossissimo, anzi direi sottile ma decisamente lungo.
“dottor Cazzone lasci fare a me, vedrà che ci divertiremo” e dicendo queste parole inizio a toccarmi la patatina e a segarlo lentamente tenendo nella mano lo slip. Gioco con il tessuto del perizoma che sul davanti è in velo tra la mano e il cazzo. Ogni tanto mi lascio andare a mugugni di piacere, e altre volte faccio finta per farlo eccitare un po’ di più. Alterno la sega con strizzate di palle che adesso son ben turgide, sto regalando una ventata di ritrovata gioventù al vecchio collega che una volta era il terrore di tutte noi ragazze. Non lo so ancora perchè lo sto facendo, in fin dei conti avrei potuto mandarlo affanculo a inizio serata e le cose sarebbero state giuste così, invece mi sto masturbando davanti a lui con il suo cazzo in mano! E la cosa mi piace un sacco
Il suo respiro è profondo, il cazzo pulsa, sta per venire. Con una mano gli stringo le palle e con l’altra accelero il su e giù per l’asta, il dottor Cazzone sta per ruggire e viene con un fiotto di sperma che gli va a finire sulla camicia e la grossa pancia. Continuo a segarlo e a stringere le palle e lui continua a sporcarsi con il suo liquido. Io ho solo la mano un po’ sporca, glie la metto davanti le labbra socchiuse per il fiatone e poi la infilo in bocca. Fa resistenza e sposta il viso. “dottor Cazzone, adesso lei deve leccarsi tutto quello che è venuto fuori dal suo cazzo. l’unica cosa che può fare è decidere se farlo da solo o se vuole sia io ad imboccarla”. Il suo sgurardo non è più eccitato e bramoso ma sembra solo confuso dicendo “Anna, ma io non l’ho mai fatto…”
“non si preoccupi dottor Cazzone, non è velenoso, anzi è pure buono” e dicendolo lecco un po’ lo slip che si era sporcato e poi mi sporgo sopra di lui gli apro la bocca e gli faccio filare un po’ di saliva con il suo sperma. Quando chiude la bocca inizio a pulirgli il cazzo con le mani e questa volta non sposta il viso. Poi ancora e poi ancora. Dopo un paio di volte inizia ad apprezzare e adesso tira fuori la lingua per leccarmi le dita. Lo sapevo che anche ai maschietti piace il sapore dello sperma!!!
Finita la pulizia gli infilo lo slip nella giacca come fosse una pochette, e penso che questo è il secondo slip che perdo per il dottor Cazzone.
Scendendo dalla macchina per passare sul sedile davanti dico al dottor Cazzone di restare nudo, solo con camicia e giacca ma senza pantaloni e boxer. Non lo so perchè ma mi è venuta voglia di dirlo e lui, anche se un po’ confuso, obbedisce.
Arrivati di nuovo all’Ariston prima di scendere gli strizzo per l’ultima volta le palle e dal cazzo esce un po’ di sperma che mi sporca la mano e gli dico “e di questo dottor Cazzone cosa facciamo?” lui per tutta risposta tira fuori la lingua.
HI HI HI HI mi sa che nelle sue prossime seghe avrò un posticino da protagonista e non sarà sprecata nemmeno una goccia di sperma.
Quattro passi e sono a casa, vado in bagno a prepararmi e mi infilo nel letto con una gran voglia di scoparmi mio marito. L’espereinza nella Volvo del dottor Cazzone mi ha fatto venire voglia, mi avvicino a Fabio e inizio a strusciarmi e toccargli il pisello fantasticando che da li a breve lo avrei sentito dentro ma Fabio non ci pensa nemmeno, sta dormendo e mi boffonchia qualcosa sulla cena della bimba e si gira.
Oggi non si scopa!!! E ne ho una gran voglia!
Mi sa che domani programmerò un’uscita con la mia borsa rossa che da troppo tempo se ne sta mischiata alle altre borse.
ok, siamo in ballo per cui non ci resta che ballare.
oggi è un venerdì speciale per me, un mio collega, un caro collega con il quale ho collaborato per un bel po’ di tempo se ne va in pensione e, come da tradizione ha organizzato una bicchierata di commiato. Tra un brindisi e l’altro mi ha invitato ad una festicciola un po’ più intima a casa sua. Mi sembrava una bella idea, i colleghi li conoscevo tutti, la moglie, una decina d’anni più giovane di lui è simpatica e un bravo medico al quale mi ero rivolta un paio d’anni fa per una consulenza e con la scusa avrei avuto modo di vedere la nuova casa che avevano finalmente finito di ristrutturare dopo quasi due anni di lavori.
Essendo vicino a casa nostra ho chiesto a Fabio di accompagnarmi in scooter e poi lui, anche se carinamente invitato, è ritornato a casa per stare con la piccola e anche perché pur conoscendo diversi colleghi invitati non gli sembrava necessario essere della partita. Per il rientro avevo deciso o un taxi oppure farmi accompagnare da qualcuno, tanto abito vicino.
Stavo facendo i complimenti alla padrona di casa per il fantastico gusto dell’arredo e la bellissima terrazza da far invidia a molti, e stavo ricevendo i complimenti per il mio outfit, vestitino in lino tabacco e sandali tacco 12 color tortora e il nuovo taglio con frangetta e in quel momento l’ho visto. Il dottor Cazzone!
Cioè ovviamente non si chiama Cazzone ma era il nome che io e le mie colleghe avevamo dato al porco che ci aveva tormentato per un paio d’anni ad inizio carriera. Lui era un dirigente vecchio stile che faceva battute pesanti a noi ragazzine dell’epoca e a volte allungava le mani; anche con me. Di queste sue bravate se ne vantava con gli amici maschi millantando di essersi scopato se non tutte le “fighette” dell’azienda quasi tutte. Ovviamente, parlando con le mie amiche avevamo scoperto che una buona percentuale era frutto di pura fantasia e, con il passar degli anni avevamo scoperto che anche i colleghi maschi sapevano che le sparava grosse. Insomma una persona poco gradevole che, in forza della sua posizione di rilievo, si prendeva delle libertà che non gli competevano.
Sempre burbero ed arcigno con tutto il genere femminile c’era da preoccuparsi quando ti chiamava nella sua stanza oppure a fine riunione ti diceva “signorina aspetti un attimo che dobbiamo vedere un paio di cose”. Io non sono stata troppo sfortunata perchè dopo un periodo di circa tre anni ero stata trasferita e non avevo avuto più niente a che fare con lui.
Ricordo un paio di episodi, una volta in ascensore ha messo la sua mano appena appoggiata sul sedere e dopo un attimo ha iniziato a palparmelo. Non è stato affatto eccitante come forse pensava ma semplicemente odioso. Un’altra volta dopo una riunione con dei colleghi di un’altra sede mi aveva invitato a pranzo ma al mio rifiuto mi aveva trattenuto per una decina di minuti nel suo ufficio e seduto di fronte a me parlando di cose inutili aveva iniziato, gesticolando, a toccarmi le ginocchia in modo da farlo sembrare involontario e poi sempre più frequentemente fino a poggiare la sua mano sulla gamba. Io me ne stavo ferma, forse in apnea con 1000 pensieri e con 1000 ipotetiche reazioni che avrei potuto avere ma in verità me ne stavo immobile.
Dopo poco, in silenzio, senza neppure aver la scusa del gesticolare involontario iniziò a salire con la mano lungo l’interno della coscia ed io non ebbi la forza di contrastare nemmeno stringendo le gambe. Ero, in quel momento, un’estranea che assisteva alla scena come se il corpo fosse di un’altra persona. Arrivò agli slip, con la punta delle dita mi accarezzò e scostò lo slip per entrare in contatto con le labbra. Non lo so se durò 5 o 50 secondi o forse 50 minuti ma stavo vivendo un’esperienza avulsa.
Fu un attimo preciso, un istante che ricordo benissimo che mi fece reagire, il momento in cui eddi la percezione che il corpo di quella sconosciuta che stavo osservando mi lanciò un debolissimo segnale di piacere. Mi stavo eccitando!
Pazzesco, un segnale di piacere che il mio corpo mi lanciò ed io, risvegliata da quella situazione mi alzai di scatto, tirai giù la gonna e uscii dalla stanza.
Quel pomeriggio non tornai in ufficio e sulla via di casa mi fermai in un bar e chiusa in bagno mi tolsi gli slip e li buttai nella spazzatura. Erano irrimediabilemente zozzi e sporcati dalle mani di quello stronzo.
il dottor Cazzone ci aveva provato pure con me. Maledetto!
Passati gli anni più volte ci ho ripensato e ogni tanto mi veniva la curiosità di immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Sì, dopo un bel po’ di anni devo dire che quella situazione che al momento avevo odiato mi incuriosiva. Questa credo sia la maturità erotica che ho acquisito con il tempo.
Ed eccomi qua, nella bella casa del mio collega a festeggiare il suo meritato pensionamento e tra le persone c'è anche il dottor Cazzone. Adesso abita in Toscana e non passa praticamente mai da Trieste ma l’invito che aveva ricevuto lo aveva fatto salire in macchina e venire alla festa.
“Buonasera dottor Cazzone*, come va?” lo saluto con un calice di franciacorta in mano dedicandogli un gran sorriso. (*ovviamente non l’ho chiamato così ma con il suo vero nome!!!)
“Buonasera signorina….???”
“Ma come non si ricorda di me? Allora mi fa restar male, credevo di meritarmi un posticino tra i suoi ricordi…”
Ebbene si, dopo queste quattro battute mi sono subito resa conto che gli equilibri si sono spostati lui non è più il temuto dirigente e io non sono la giovane collega bensì io sono una donna con una certa posizione e lui un anziano pensionato che ha la vita e i ricordi alle spalle e poche avventure davanti a se! Forse le mie esperienze con la Borsa Rossa mi hanno forgiato e formato. Anzi ne sono sicura!
“Sicuramente una bella donna come lei me la ricordo ma il nome mi sfugge; lavora ancora in azienda?”
“si, si, da quando ero nel suo staff, e nella sua stanza il tempo è passato e ho fatto un po’ di strada…. Mi scusi ma devo salutare un amico….”
e lo lascio senza che abbia modo di rispondermi.
Durante la serata ogni tanto incrocio il suo sguardo in modo malizioso e lui contraccambia senza nascondere la sua eccitazione. Beh, forse non sarà una serata rovinata dalla sua presenza ma anzi potrebbe essere che mi diverto
Verso le undici la padrona di casa ci invita ad uscire in terrazza per un brindisi e alcuni colleghi iniziano a consegnare regali e scherzosi pacchi al fresco pensionato. Io, in piedi vicino al dottor Cazzone mi appoggio al suo braccio dicendogli frasi stupide sulla pensione, sul futuro e appoggio “inavvertitamente” il seno sul suo braccio sorridendo innocente.
l’ESCA è buttata!
mi allontano
tra una chiacchiera e l’altra con gli amici ogni tanto capito vicino al dottor Cazzone per un commento veloce, un sorriso o un contatto “fortuito” ;-)
Mi sto iniziando a divertire e mi sa che lo continuerò a fare….
Verso mezzanotte alcuni ospiti iniziano a salutare i padroni di casa, siamo rimasti in non più di una ventina e ovviamente il dottor Cazzone non mi toglie gli occhi di i dosso.
Mi avvicina, inizia a parlarsi addosso di quando era in Azienda, di come stia bene in pensione e mi chiede di dargli del tu; la mia risposta non tarda un attimo “dottor Cazzone, lei per me è stata una persona importantissima, mi scusi ma mi sento più a mio agio a mantenere il lei”
“Adesso purtroppo la devo salutare, c’è la mia amica che mi da un passaggio a casa….”
“Ma scherzi (lui è da tutta la sera che mi da il tu), ti accompagno io, lo faccio con piacere”
“Dottor Cazzone la sua fama la precede, non posso permettermi che ci vedano uscire insieme, sa com’è, poi la gente immagina, fantastica e parla”
“Ma no, davvero cosa vuoi che ti faccia, è solo un passaggio, devo andare via anch’io”
“Effettivamente mi piacerebbe stare un po’ a ricordare i vecchi tempi con lei; e se ci dessimo un appuntamento tra mezz’ora davanti l’Ariston? io abito li vicino, mi faccio accompagnare a casa, lei lascia la festa dopo una ventina di minuti e così possiamo stare un pochino in relax io e lei. che ne dice?”
Deciso, mi divertirò un pochino!!! Non so fin dove arriverò ma certamente il vecchio dottor Cazzone questa sera avrà un bel ricordo da portarsi in Toscana
Dico a Rachele che carinamente mi ha dato un passaggio verso casa di lasciarmi sulla strada principale senza iniziare a girar per le viuzze piene di sensi unici e così sono più vicina al posto del mio randevu. Cinque minuti con il ticchettio dei miei sandali sull’asfalto estivo, un paio di ragazzini che stanno a pomiciare su una panchina, una manciata di ambigui personaggi che gravitano nella zona (famosa per incontri gay all’aria aperta) e poi vedo la macchina del dottor Cazzone, mi aveva detto “ho una Volvo chiara, ti aspetto”
Aprendo lo sportello del passeggero gli sorrido “è molto che aspetta?”
“Son qua da tre minuti, ma avrei aspettato anche tre giorni”
“che bella macchina, che dice andiamo a fare un giro, magari troviamo un posticino tranquillo”
dopo la curva a destra, al semaforo andiamo in salita, al prossimo incrocio dritto, ecc ecc ecco, ci siamo. È un piccolo parcheggio quasi in centro ma ti regala una bella vista sul golfo e ti regala una bella intimità
il dottor Cazzone sta già iniziando a mettere la sua manona sulle mie ginocchia. Il lupo perde il pelo…. ma questo è il mio gioco, non il suo
“dottor Cazzone che dice se ci mettiamo sul divanetto dietro, sembra comodo” non ho finito la frase che aveva già aperto il suo sportello e stava uscendo.
Adesso siamo entrambi seduti dietro, io seduta sul bordo del divanetto con la mia gonnellina larga appoggiata sul divanetto e un po’ tirata sulle cosce in modo che sia davvero poca la carne nascosta alla vista, Si, ho delle belle gambe e poi considerando che il mio occasionale compagno sarà sui 75 anni non ho sicuramente timore di sfigurare. Sono in modalità “miggnotta di classe”.
“dottor Cazzone quando da ragazzina mi aveva infilato la mano sotto la gonna mi aveva sconvolto e adesso possiamo finire il lavoro se le va ben”
“Ma…. ma…. ma certo, ma certamente Anna” balbetta eccitato, adesso si ricorda il mio nome oppure si era informato con qualche collega
“grazie” lo ringrazio
infilo la mano sotto la sua panciona, a slacciar la cintura mentre lui mi tocca le gambe.
SCIAF!!! una pacca sulle mani, sicuramente più rumorosa che dolorosa ma ottengo il risultato voluto. definisco chi conduce il gioco. Io!
“dottor Cazzone, lasci fare a me, non se ne pentirà. Mi creda” e lo dico baciandolo sulle labbra a stampo per fargli assaggiare il gusto del mio rossetto color pesca.
sfilati i pantaloni e i boxer mi trovo davanti il cazzo e lo scroto dell’anziano dottor Cazzone.
Non mi sembra meritato il suo nomignolo, immaginavo qualcosa di più dimensionato….
Con la mano prendo tutta la carne che riesco e inizio a stringere un po’ il cazzo e le palle che sono un mosce, tiro dolcemente verso il basso. Dolcemente ma tiro la mia mano con il suo contenuto verso il basso guardando il viso incuriosito del dottor Cazzone. il mio giochino lo sta eccitando. Il cazzo inizia a reagire. Alterno il tirare verso il basso con strette a volte vigorose della mano. Mi piace fare queste cose e anche a Fabio piacciono, probabilmente piacciono a tutti i maschietti ma non so se tutte le ragazze lo fanno o solo le ragazze un più cattivelle.
Adesso il cazzo è barzotto, non duro e non so nemmeno se a questa età diventerà duro ma almeno ha una consistenza e la dimensione è migliorata. Decido di dare un piccolo premio al dottor Cazzone e gli prendo la mano destra e me la metto tra le gambe appena un po’ allargate, non voglio ancora spalancare le gambe, ho voglia solo che mi tocchi un po’ il ciuffetto dicendogli “dottor Cazzone la prego mi accarezzi un pochino la fighetta” sapendo che lui chiamava così noi ragazze
Sentendo questa frase detta come se fosse lui a farmi un regalo e un po’ volgare il suo cazzo passa di livello, adesso è floscio ma consistente, lo prendo in mano e lo stringo forte per fargli un po’ di male, quel male che credo piaccia ai maschi. Pianto le unghie sull’asta del suo pisellone un po’ di volte mentre lui con la mano cerca di allargarmi le gambe. Lo lascio fare e adesso mi sta toccando in modo troppo frenetico, credo sia da un bel po’ di tempo che non si da da fare. Decido di stopparlo e per farlo mi tolgo gli slip per offrirgli una completa e comoda vista tra le mie gambe. Il dottor Cazzone sta ansimando e il suo cazzo adesso è duro. Duro e lungo, non grossissimo, anzi direi sottile ma decisamente lungo.
“dottor Cazzone lasci fare a me, vedrà che ci divertiremo” e dicendo queste parole inizio a toccarmi la patatina e a segarlo lentamente tenendo nella mano lo slip. Gioco con il tessuto del perizoma che sul davanti è in velo tra la mano e il cazzo. Ogni tanto mi lascio andare a mugugni di piacere, e altre volte faccio finta per farlo eccitare un po’ di più. Alterno la sega con strizzate di palle che adesso son ben turgide, sto regalando una ventata di ritrovata gioventù al vecchio collega che una volta era il terrore di tutte noi ragazze. Non lo so ancora perchè lo sto facendo, in fin dei conti avrei potuto mandarlo affanculo a inizio serata e le cose sarebbero state giuste così, invece mi sto masturbando davanti a lui con il suo cazzo in mano! E la cosa mi piace un sacco
Il suo respiro è profondo, il cazzo pulsa, sta per venire. Con una mano gli stringo le palle e con l’altra accelero il su e giù per l’asta, il dottor Cazzone sta per ruggire e viene con un fiotto di sperma che gli va a finire sulla camicia e la grossa pancia. Continuo a segarlo e a stringere le palle e lui continua a sporcarsi con il suo liquido. Io ho solo la mano un po’ sporca, glie la metto davanti le labbra socchiuse per il fiatone e poi la infilo in bocca. Fa resistenza e sposta il viso. “dottor Cazzone, adesso lei deve leccarsi tutto quello che è venuto fuori dal suo cazzo. l’unica cosa che può fare è decidere se farlo da solo o se vuole sia io ad imboccarla”. Il suo sgurardo non è più eccitato e bramoso ma sembra solo confuso dicendo “Anna, ma io non l’ho mai fatto…”
“non si preoccupi dottor Cazzone, non è velenoso, anzi è pure buono” e dicendolo lecco un po’ lo slip che si era sporcato e poi mi sporgo sopra di lui gli apro la bocca e gli faccio filare un po’ di saliva con il suo sperma. Quando chiude la bocca inizio a pulirgli il cazzo con le mani e questa volta non sposta il viso. Poi ancora e poi ancora. Dopo un paio di volte inizia ad apprezzare e adesso tira fuori la lingua per leccarmi le dita. Lo sapevo che anche ai maschietti piace il sapore dello sperma!!!
Finita la pulizia gli infilo lo slip nella giacca come fosse una pochette, e penso che questo è il secondo slip che perdo per il dottor Cazzone.
Scendendo dalla macchina per passare sul sedile davanti dico al dottor Cazzone di restare nudo, solo con camicia e giacca ma senza pantaloni e boxer. Non lo so perchè ma mi è venuta voglia di dirlo e lui, anche se un po’ confuso, obbedisce.
Arrivati di nuovo all’Ariston prima di scendere gli strizzo per l’ultima volta le palle e dal cazzo esce un po’ di sperma che mi sporca la mano e gli dico “e di questo dottor Cazzone cosa facciamo?” lui per tutta risposta tira fuori la lingua.
HI HI HI HI mi sa che nelle sue prossime seghe avrò un posticino da protagonista e non sarà sprecata nemmeno una goccia di sperma.
Quattro passi e sono a casa, vado in bagno a prepararmi e mi infilo nel letto con una gran voglia di scoparmi mio marito. L’espereinza nella Volvo del dottor Cazzone mi ha fatto venire voglia, mi avvicino a Fabio e inizio a strusciarmi e toccargli il pisello fantasticando che da li a breve lo avrei sentito dentro ma Fabio non ci pensa nemmeno, sta dormendo e mi boffonchia qualcosa sulla cena della bimba e si gira.
Oggi non si scopa!!! E ne ho una gran voglia!
Mi sa che domani programmerò un’uscita con la mia borsa rossa che da troppo tempo se ne sta mischiata alle altre borse.
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