Doccia bagnata
di
1994_
genere
etero
Suona il campanello, è lui. In quel momento ero completamente incazzata, come al solito aveva difeso i suoi e non me. D’altronde, ci avevo fatto l’abitudine ma aveva esagerato. Suona il campanello, era venuto a cercarmi per farsi perdonare, tipico di Giovanni. Ad ogni sbaglio corrispondeva un’ammissione di colpa commisurata alla grandezza della cazzata che aveva fatto. Sempre così. Ma questa volta era diverso, mi ero stancata delle sue scuse e delle sue sorprese. Aprì la porta. “Allerta meteo” ma lui era andato a correre lo stesso, spinto dai rimorsi, forse. E si presentò ai miei occhi bagnato dalla testa ai piedi... era sceso giù il diluvio universale, forse anche per colpa sua visto che a correre non ci andava mai. Ancora con il broncio, andai subito a prendergli un asciugamano e il phon, mi chiese se potesse farsi la doccia e annuii. Non era la pioggia e neanche il sudore a fargli sentire il bisogno di lavarsi, era tutt’altro. Il tempo di girarmi per porgergli il bagnoschiuma che era già completamente nudo, pronto a tuffarsi sotto la doccia. E l’acqua inizio a scorrere sul suo corpo, dai pettorali possenti fino a giungere alla parte più a sud, quella con cui solitamente prendeva le decisioni. Ormai completamente bagnato, presa la spugna, iniziò a passarla dolcemente su ogni cm di pelle e io rimasi lì immobile a fissarlo. Acqua che scorre, scorre e scorre e poi puff... anch’io mi sentii completamente bagnata, come se qualcosa avesse iniziato a bagnare anche me, ma solo dopo fu colpa del doccino e del suo corpo maldestro. Con un sorriso quasi soddisfatto stampato sul viso, mi invitò ad entrare. E ci ritrovammo insieme, completamente nudi sotto quella doccia dove ero solita pensare a chiunque, tranne che a lui. Prese ad insaponarmi tutta, senza distogliere lo sguardo dai miei occhi. Degli occhi che erano in grado di crepare persino i muri, trasudavano voglia di dimenticare tutto e lasciarci andare ai nostri desideri autentici. Mentre le sue mani stringevano forte il mio sedere per stringermi a lui, decisi di scendere a salutare la sua parte ansimante di un mio bacio.
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