L'abbraccio di Cassio

di
genere
zoofilia

Ciao D. sono Desdemona ci siamo incontrati al “pigiama party” di Samy. Bassina, occhi verdi, lunghi capelli rossi, fisico asciutto… dai “la bambolina nordica” ricordi?! ne avevamo parlato l’altra sera e volevo finire di raccontarti per bene la storia con Cassio se ti va.

Quel giorno d’Agosto pioveva a dirotto davanti al Singita, Avevo appena finito una litigata assurda con Marco con cui uscivo da due anni, il quale a quanto pare scopava regolarmente con alcune delle nostre compagne di corso, così “tanto per gioco” a detta sua. Li seduta sul ciglio della strada, sola al buio, con le lacrime che si mischiavano alla pioggia sul viso, sembravo una bambolina di pezza, abbandonata come un vecchio giocattolo rotto. la pioggia continuava a colpirmi bagnandomi i capelli e il mio corpo minuto tremava per il freddo, ma non mi importava, mi sentivo svuotata e per qualche motivo quella pioggia era piu un piacere che un fastidio.
Indossavo una canotta bianca completamente zuppa che lasciava poco all’immaginazione e dato il caldo della giornata passata in spiaggia portavo solo quella, accompagnata da dei shorts che ormai erano incollati al mio corpo, avevo tolto anche il costume ore prima per stare piu comoda e lo avevo messo nello zainetto insieme al cellulare che per colpa della discussione si era scaricato. Risultato, erano quasi le tre del mattino, fradicia sotto la pioggia, mezza nuda e a una decina di chilometri da casa senza poter chiamare nessuno, “fanculo” pensai.
Non c’era un’anima a Fregene solo io e la pioggia, mi stavo per alzare quando ad un tratto mi resi conto che di fianco a me vi era una grossa, anzi dovrei dire gigantesca sagoma nera, mi gelò il sangue, mi superava in altezza di un palmo e rimasi impietrita mentre mi guardava con quegli enormi occhi. Per un’attimo pensai fosse un’orso, non sapevo che fare, ripresi a respirare solo quando smise di fissarmi posando la pesante testa sulle mie gambe. eravamo fradici eppure sentivo distintamente il suo calore che mi scaldava l’addome, mi faceva stare bene, so che può sembrare stupido ma la cosa per un momento mi sembro surreale, era come se avesse capito che ero in difficoltà e volesse starmi vicino. Lo accarezzai chiedendogli se anche lui avesse avuto una giornata storta, certo, non che mi aspettassi una risposta sia ben chiaro, ma lui alzò l’enorme testa e dopo un lungo sguardo di scatto mi leccò la bocca, fu talmente inaspettato che senti la sua lunga lingua scivolarmi tra le labbra sfiorandomi la lingua, in quel momento mi diede un po’ fastidio ma almeno mi fece sorridere.

“a sei uno che non perde tempo, appena ne conosci una subito gli infili la lingua in bocca, sei come tutti gli altri è?”

Mi alzai, presi il mio zainetto e feci due passi, lui non si mosse da dov’era rimanendo a guardarmi.

“è stato bello conoscerti, ma devo scappare, magari la prossima beviamo qualcosa insieme, ci si becca in giro..”

Mi voltai salutandolo, neanche fosse un tipo conosciuto al pub a cui lasciare il numero ed iniziai ad incamminarmi verso casa. mentre passeggiavo mi resi conto che nel complesso avevo smesso di pensare ai casini della mia vita, “cavolo devo limonarmi un cane piu spesso” risi di gusto al pensiero di un possibile spot pubblicitario per un antidepressivo. Dopo un paio di minuti all’altezza del Riva senti una voce provenire dal parcheggio.

“a bella n’do te ne vai sotto l’acqua”

Ecco, i soliti coglioni delle tre del mattino, erano in macchina parcheggiati nel piccolo spiazzo, feci finta di nulla e prosegui consapevole che non sarebbe bastato ignorarli, e infatti me li ritrovai di fianco, finestrino abbassato e musica da coattoni.

“che t’hanno lasciato a piedi sorellì, se sali te ce portamo noi a casetta tua cosi te famo compagnia”

Continuai a far finta d nulla ma i due fecero qualche metro piu avanti e scesero dalla macchina mettendosi difronte a me.

“signorì nun è educato ignorà la gente”
“oh scusa non volevo, è che avevo attivo il filtro coglioni e non ti ho sentito”

L’altro scoppio a ridere mentre lui non la prese benissimo, come al solito la mia boccaccia non era d’aiuto in queste situazioni. ero nervosa, premetto come già sai praticavo TDS da anni e non avrei avuto problemi a difendermi ma ero comunque la meta di lui e avrei preferito evitare. Fatto sta che mi spinse di forza contro il muro e la botta mi fece un male cane alla spalla, stavo per reagire quando, un ringhio profondo, terrificante che sembrava uscito dalle profondità della terra mi percorse la schiena, era ancora lui. fu in quel momento che mi resi davvero conto di quanto fosse grande, al mio fianco arrivava quasi al petto, paragonato a me che faccio un metro e mezzo scarso era un cazzo di gigante di quasi un metro. i due si gelarono e lentamente indietreggiavano mentre lui si frapponeva tra me e i miei aggressori.

“è meglio se vi levate dalle palle, il mio cane non è in giornata”

Non feci in tempo a finire che erano scomparsi. Lui si volto verso di me strusciandosi col muso su di me

“il mio bel cavaliere nero che viene a salvarmi il culo è?”

provai ad accarezzarlo per ringraziarlo ma mi resi conto che la spalla mi faceva davvero male. Ricominciai a camminare tenendomi il braccio dolorante e mi resi conto che lui restava fermo seduto a guardarmi.

“che fai resti li?”

Si alzò di scatto e mi si piazzò a fianco, cominciammo a camminare per il lungo mare fino a casa, fu davvero una bella passeggiata in effetti, e lui restò tutto il tempo al mio fianco, di tanto in tanto si poggiava a me spingendomi, rischiando in più occasioni di farmi cadere data la sua mole. Arrivati al cancello lo accarezzai, gli diedi un bacio sul muso e salutandolo feci per entrare, rimasi ferma per qualche secondo, non riuscivo a distaccarmi da lui, qualcosa mi richiamava verso di lui. sapevo che i miei avrebbero fatto il delirio se avessi portato un cane a casa, pensa per un gigante del genere, avrebbero buttato fuori anche me. Mi feci forza e chiusi il cancello entrando in casa senza voltarmi. Feci piano, andai in bagno per togliermi di dosso quella roba bagnata e fermandomi davanti la finestra da dove il temporale non dava cenni di cessare, i miei pensieri tornarono immediatamente a lui che probabilmente sarebbe restato sotto l’acqua per il resto della notte. Cercavo di non pensarci ma ormai era il tarlo della serata, quando a un certo punto misi a fuoco, cazzo I miei non erano in casa, rammentai che erano tornati a Roma per lavoro e che sarebbero tornati solo nel weekend. Il mio corpo si mosse da solo, mi ritrovai in strada cercandolo ed era ancora li seduto in attesa che mi decidessi a tornare da lui, lo guardai e dopo essermi accovacciata dissi

“lo sai che questa la pagherò cara vero?”

lui di tutta risposta poggiò il testone sulla mia spalla. E nulla, gira che ti rigira eravamo in casa, appena sotto la veranda come ci si poteva aspettare si sgrullò di dosso l’acqua bagnando tutto

“ecco perfetto, almeno non eravamo dentro è già un inizio. Ascolta so che è inutile chiederlo ma ti prego non fare un casino”

Rimase per un attimo a fissarmi piegando la testa da un lato “niente niente mi capisce?!” pensai. una volta dentro andai diretta in bagno seguita come un’ombra dal mio accompagnatore, lo feci entrare nella doccia per evitare che continuasse a inzuppare la casa, poi mi tolsi subito quei vestiti e misi al volo un accappatoio.

“è ora di darci una pulita, non credi?”

non fece una piega, iniziai a bagnarlo con un po di acqua calda, pensando che avrebbe cominciato a fare il diavolo a quattro, ma invece resto li, fermo, che osservava i miei movimenti, quasi a non volermi far sforzare il braccio dolente. incominciai ad insaponarlo dalla testa e continuai sulla schiena, aveva un pelo davvero lungo, continuai passando le mani sulla pancia.

“oh cazzo?”

Si “oh cazzo” e che cazzo, sussultai accorgendomi che tra le sue zampe si ergeva un membro inaspettatamente considerevole, certo che considerando la sua stazza dovevo immaginarlo ma rimasi comunque allibita nel vederlo completamente eretto, si vede che doveva apprezzare il trattamento di bellezza che gli stavo riservando pensai. Fini di sciacquarlo e mi allontanai per prendere un asciugamano inaspettatamente stette immobile ad attendermi, gli diedi un’asciugata e dopo averlo asciugato con il mio asciugacapelli posso dirti che raddoppiò di stazza. Aveva un pelo gonfio e morbido che lo rendeva ancor piu grande all’occhio, persino la testa era contornata da quella che sembrava una vera e propria criniera. non riuscì a trattenermi e lo abbracciai perdendomi in quella morbidezza, lui fece un passo avanti che mi spinse inevitabilmente a terra con l’accappatoio aperto tenuto solo a mezzo braccio, ero ricoperta dal suo pelo e lo sentivo su di me.

“piano, sei un’elefante”

continuai ad abbracciarlo accarezzandogli il testone e senti la sua lingua leccarmi il collo, per un attimo il mio cervello fece crash, un brivido e come l’impressione che fosse un’uomo a baciarmi, mentre scendeva sui miei piccoli seni in un attimo sentì i miei capezzoli già ritti per il freddo farsi più sensibili, il mio ventre iniziare a sciogliersi sotto quel calore e le gambe tremarmi. Rinsavì e impanicata lo scansai cercando di rialzarmi piu in fretta possibile, mentre lui semplicemente si accucciò li a fianco guardandomi.

“hey hey dongiovanni, non puoi certo approfittarti di una ragazza in questo modo, che fai mi salti addosso senza neanche invitarmi a cena?

Cercai di prenderla a ridere mentre lui non accennò un fiato e In effetti mi sentì un’idiota ad aspettarmi una risposta, mi voltai verso la vasca e apri l’acqua, poi usci dal bagno e mi diressi in cucina per prepararmi una tisana calda, e mentre ero li, la reazione del mio corpo al suo contatto mi fece riflettere, mi ero eccitata perché un cane mi stava leccando? Non capivo, era una sensazione incomprensibile che non avevo mai provato e cercando di razionalizzarla mi dissi che probabilmente la storia con Marco mi aveva incasinato di brutto e la mia testa cercava solo un po di calore “umano”, semplicemente dovevo smetterla di farmi tutte quelle seghe mentali, staccare il cervello e farmi una dormita per metabolizzarla. Tornai quindi verso il corridoio, il mio inquilino intanto era ancora li, immobile sul tappeto del bagno, tirai fuori dallo zainetto il mio costume e lo gettai a terra vicino la sacca della lavanderia, poi presi il cellulare e lo misi in carica nella mia camera per poi tornare in bagno. La vasca era perfetta e tolto l’accappatoio entrai subito in acqua, dopo quella giornata era tutto cio che volevo, o quasi. Un po' di musica distensiva riempiva la stanza, sentivo il mio corpo abbandonarsi completamente tra la bianca schiuma che galleggiava nell’acqua colorata dai Sali, spostai il capo per guardare il mio compagno di avventure che nel frattempo giocava con i panni sporchi vicino al cesto.

“tu non ce l’hai un nome? Niente guinzaglio, niente targhetta, sei uno spirito libero è?! Che ne dici di Cassio”

Si volse verso di me con quella che poco dopo focalizzai fosse della mia biancheria, posata sul muso, e si avvicinò alla vasca, era davvero carino e riusciva a mettermi il sorriso anche solo guardarlo.

“queste le prendo io brutto maniaco”

Incrociammo i nostri sguardi per tutto il tempo io sdraiata nella vasca e lui posato sul bordo che si faceva coccolare, mi sentivo leggera priva di pensieri lontano da tutto, era semplicemente perfetto. Dopo una ventina di minuti decisi di alzarmi, Cassio mi fece spazio, mi asciugai e andai verso il letto dove collassai definitivamente. Faceva ancora fresco, non era dicembre ma la temperatura era decisamente calata, ma di alzarmi per mettere qualcosa a dosso non se ne parlava ed ero rannicchiata sul letto, Cassio prima accucciato sul pavimento salì sulle coperte facendo traballare il letto, per poi sdraiarsi vicino a me. Non mi piaceva l’idea di un animale dentro il mio letto, ma sentivo il profumo del mio bagnoschiuma sul suo pelo e l’idea di aver un corpo caldo contro il mio anche se solo di un cane non mi dispiaceva, perciò lo lasciai fare

“va bene, solo per stasera”

Cercando di dormire mi posai contro di lui stringendolo in cerca di un po' di tepore, la mia testa era completamente immersa sul suo petto, il suono del suo cuore mi cullava attraverso il pelo che circondava il mio viso e senza che me ne accorgessi mi trovai nuda intrecciata con le gambe al suo corpo, ero cosi piccola vicino a lui che il suo abbraccio mi faceva sentire protetta. Era passato un po', cercavo di dormire ma era inutile quella sensazione era tornata a stuzzicarmi la mente, sentivo quella voglia montarmi dentro, incontrollabile tanto che le mie dita iniziarono a seguire il mio piacere, ero su un altro pianeta avevo smesso di pensare, sentivo solo il mio fiore schiudersi lasciando scorrere la dolce rugiada della mia lussuria. Cassio inizio a leccarmi la guancia con un’inaspettata dolcezza, mi torno in mente quel marciapiede, e senza esitazione lo baciai, Il naso freddo e poi la sua lingua contro la mia, la sentivo entrare e riempirmi la bocca, poi lo senti, mentre le dita scivolavano dentro di me, senti il suo arnese pulsare contro il mio culo, pensai “cazzo sto facendo?” ma ero partita, il cervello non mi connetteva o per lo meno aveva perso qual si voglia forma di controllo, sfilai le dita dalla mia fessura e ancora grondanti dei miei umori lo afferrai, era duro come il marmo e pulsava con forza nella mia mano, lo percorsi fino in fondo dove trovai un piccolo rigonfiamento che li per li pensai fossero i testicoli. Non pensavo più a nulla volevo solo sentire dentro di me quel calore, lo posai contro le mie grandi labbra ormai fradice e stringendo le mie gambe a lui lo accolsi dentro di me. Lo sentivo scivolare centimetro dopo centimetro, la mia piccola fighetta gli lasciava spazio mentre le mie dita lo aiutavano a farsi largo dentro di me, ero completamente piena di lui e ancor prima che arrivassi alla sua fine senti la punta bussare alla porta del mio ventre, mi muovevo lenta controllando i nostri movimenti evitando che affondasse facendomi del male e mentre continuavo a sfiorarmi con lui dentro di me, un’orgasmo mi colse, dolce e intenso, mi strinsi forte a lui per poi lasciarmi andare, fu stupendo. Rimasi cosi per un po', sdraiata con il corpo ancora tremante e incredula per cio che avevo fatto. vidi Cassio alzarsi gironzolare un paio di volte scodinzolando e riavvicinarsi a me, accostò il muso tra le mie gambe annusando il mio profumo

“che fai?”

Una lappata ed il mio corpo si inarcò di scatto, iniziò a leccare tra la mie gambe tutto il mio piacere, tentai anche di frenarlo perché ancora dovevo riprendermi ma la sua lingua ruvida contro la mia intimità mi faceva perdere ogni forza, goloso continuava a spingersi sempre più infondo e più leccava, più godevo, ero un lago dove tuffarsi a suo piacimento e sembrava ne fosse pienamente consapevole. Non riuscivo più a connettere, la testa girava e sentivo che stava per colpirmi un nuovo orgasmo, quando si mosse salendo nuovamente su di me, infoiata misi due cuscini sotto la mia schiena per sollevarmi volevo sentirlo dentro, spalancai la mie gambe e lo accolsi. Per un momento il suo cazzo si posò sul mio ventre arrivandomi all’altezza dello stomaco, com’era possibile? mi resi subito conto che le sue dimensioni erano aumentate sia in lunghezza che in circonferenza, per non parlare del nodo che si era gonfiato ulteriormente, il pensiero di quel membro dalla forma anomala totalmente dentro di me mi turbò, provai a spostarmi ma prima che potessi fare qualsiasi cosa senti le sue grosse zampe puntarsi sul mio petto inchiodandomi al letto. Mi guardava dall’alto, immobile, tenendomi ferma, imponendo su di me il suo peso. sentivo il suo respiro e In quel momento capii di appartenergli, ero sua e sua soltanto, la sua cagna e lui l’alpha che stava per scoparla. Non feci resistenza, iniziò a sbattere la punta prima sulle gambe poi sul monte di venere e dopo un paio di colpi a vuoto mi tolse il fiato, non riuscii neanche a gridare tant’era il dolore, era completamente dentro di me, sentivo il nodo aprirmi in due, comincio a martellarmi, frenetico con tutta la sua forza, ad ogni affondo ero sempre più persa in quel vortice sentivo le palle sbattermi sul culo e l’asta percuotermi violentemente la cervice che gli donava sempre più spazio. Mi accorsi dei fiotti caldi con cui continuava a riempirmi e sentivo vicini i brividi di un altro orgasmo, era irreale mi sentivo totalmente assoggettata da lui, non capivo più nulla, avevo persino l’impressione che in quel avanti e dietro si ingrossasse dentro di me, stavo impazzendo ed esplosi prepotentemente in un piacere che fece contrarre ogni fibra del mio corpo. Cassio come un treno non accennava a rallentare la sua presa sul mio piccolo corpo che svaniva sotto di lui, ogni suo affondo era un delirio, sentivo scorrere i miei umori lungo la schiena sino ai cuscini ormai zuppi e i spasmi della mia vagina aprire la strada a Cassio fin dentro il mio utero, che sembrava volesse pian piano accoglierlo in tutta la sua imponenza. alzai le gambe intorno a lui in preda alle convulsioni e in quel preciso momento, con una stoccata che mi alzò di peso si spinse ancor più a fondo e si fermò. era dentro, completamente dentro, ero esausta priva di forze, la stanza non smetteva di girare e tremavo persa in un piacere infinito che non cessava. In un momento di lucidità senti qualcosa gonfiarsi dentro di me, guardai tra le mie gambe e vidi che il nodo era sparito, incastonato saldo nella mia gemma legandoci in un unico corpo. Per un attimo mi prese il panico ma quando Il mio amante si accucciò su di me e un fiume ardente iniziò a riversarsi nel mio ventre tutto sciamò. ero piena di lui, sentivo distintamente ogni getto del suo sperma, e gemevo grazie a quel tappo che aderendo completamente alle pareti della mia vagina ne impediva la fuga. eravamo una cosa sola ed era assurdo perché mai prima di quel momento mi ero sentita cosi completa e appagata, volevo restasse dentro di me per sempre. Ci spostammo di fianco dove tutto era cominciato e restando abbracciata a lui, senza che me ne accorgessi mi addormentai in un sonno profondo.

Il mattino seguente, quando aprì gli occhi il letto era vuoto, “che fosse stato un sogno?” il mio corpo dolorante rispose subito ai miei dubbi, alzandomi sentì colare ancora un po' del suo sperma tra le mie gambe, che mi riportò immediatamente a poche ore prima. Sotto il getto dell’acqua calda nella doccia sentivo il mio corpo leggero, stavo davvero bene, e sorridendo pensai che era tanto che non mi svegliavo cosi di buon umore, lo sai come sono “prima delle dieci odio tutti!”. Comunque dopo essermi lavata ed asciugata mi misi una vestaglia addosso e scesi a vedere dov’era finito Cassio immaginando che avesse devastato la casa, e invece era tutto in ordine solo lo scorrevole che dava sul giardino era aperto, probabilmente lo avevo dimenticato accostato la sera prima. Era sdraiato di fianco alla piscina che si godeva il sole, si accorse subito della mia presenza e scatto verso di me, infilando il suo testone sotto la mia vestaglia.

“buongiorno mio bel principe, vuoi le coccole? Ok ma prima facciamo colazione”

E niente, passammo il resto della giornata in piscina, a prendere il sole e coccolarci, il giorno seguente ci misi un po' a convincere i miei ma alla fine eccoci qui. ora sai come ci siamo incontrati io e Cassio, ci sono altre centinaia di storie che ci riguardano ma adoro ricordare la nostra prima volta. Lui è il mio cavaliere dal manto nero e lo amerò per sempre.
scritto il
2020-09-06
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