In treno 2
di
semprecirioso
genere
prime esperienze
In treno 2
Sono molto imbarazzato, non ho ancora capito bene se il suo è solo un interesse culturale o, come spero io, di altro tipo. Mi faccio un giretto nella sala guardando la libreria, le foto, i soprammobili, la vista della finestra. Insomma quello che avreste fatto anche voi.
Torna, si accende una sigaretta, non me la offre ed allora gliela chiedo io. Ah, mi dice , pensavo non fumassi. Mi avvicino, me la accende. Si siede su una poltrona e mi indica l’altra poltrona più o meno di fronte a lei. Da un punto di vista dell’approccio avrei preferito sederci sul divano. Solo successivamente ho capito che voleva ricreare quella situazione del treno. Naturalmente accavalla le gambe e non si preoccupa troppo, anzi per niente, se la gonna sale un pochino. Mi chiede se ho la ragazza. Da un paio di mesi non la ho. Mi chiede se faccio sport. Si gioco a calcio. Mi chiede se alla fine della scuola, passerò le vacanze a casa o se ho organizzato qualche viaggetto. Forse non ho detto che tutto questo si è svolto in Riviera Ligure. Dico che rimarrò tutta l’estate a casa. In fondo vivo già in un posto di villeggiatura. E se mi capita faccio qualche lavoretto. Aiuto in un bar, aiuto un bagnino. Mi dice che allora se capiterà affitterà una sdraio ed un ombrellone dove lavoro. Dico che mi farà piacere. Lei: chissà come ti guardano le bagnanti mature! Mi pavoneggio e: no non mi guardano. Lei: non ci credo. Allora ti guardano le ragazze?
In effetti per me era molto più semplice conoscere le turiste ragazze. Specialmente quando lavoravo al bar. In quel periodo venivano molte famiglie tedesche. Loro parlavano un ottimo inglese. Noi un pessimo inglese, ma ci facevamo capire. E devo dire che anche della nostra età erano molto più indipendenti e mature. Ed esperte. L’estate precedente ai fatti che vi racconto, avevo fatto provvista di sesso che poteva durare per tutto l’inverno. Le ragazze del posto a 15/16 anni ancora non usavano darla. Se non con piccole eccezioni.
Lei: e con le ragazze straniere ti è capitato di fare sesso completo o solo petting? Io: sono molto libere e vogliono fare esperienze in vacanza.
Capisco che ci sta girando attorno. Io le rispondo, ma sono sempre attratto dalle sue gambe e dalla peluria che continuo a vedere sotto le calze.
Io:in effetti io preferirei conoscere meglio le signore che vengono ai bagni. Lei: vedi avevo ragione, ci sono le signore mature. Io: si ci sono ma non mi filano, forse sono troppo giovane. Lei: beh in effetti sei molto giovane. Ma forse non sei troppo giovane…Sai ricordo bene come mi hai guardato quella prima volta sul treno. Io penso che se un ragazzo, per quanto giovane, sa desiderarti come hai fatto tu, non è poi così giovane. Ricordo bene come eri eccitato. E ho visto che sei scappato. Cosa ti piaceva di me? Io lo so ma dimmelo.
Io: guardavo le gambe, mi hanno eccitato molto. E continuano ad eccitarmi.
Si alza e cammina verso la credenza e mi chiede se voglio un pò di liquore. Si riaccomoda sulla poltrona con annesso scosciamento. Mi offre il bicchiere.
Lei: Ricordi sul treno? Sei entrato, ti sei seduto, non hai salutato. Mi hai dato una squadrata. Sei sceso con lo sguardo ai miei piedi. E poi sei risalito, polpacci, ginocchia, cosce. Poi ti sei come incantato. Ho sentito subito un fluido. Mi imbarazzavi. Mi sono guardata attorno per vedere se qualcuno si fosse interessato. Fortunatamente nessuno sembrava badare ad un ragazzino ed una zitella. Ma tu non smettevi di osservarmi. Ho pensato che avessi le calze smagliatissime, che le avessi sporche. Figurati che ho temuto mi fossero tornate le mestruazioni. O che la gonna fosse troppo sollevata scoprendo le cosce. No nessuna di queste cose. Guardavi le mie gambe solo perchè ti piacevano. Era da tanto che un uomo, ragazzo, non mi guardava così. Mi sono eccitata. Stavo seduta immobile per non rovinare quel momento. Sorseggia il liquore e si accende una paglia.
Io: ha, anzi se posso, hai descritto molto bene quel momento. In effetti mi ha fulminato. Lei: dai piccolo descrivimi bene cosa hai pensato. Se sarai bravo avrai un premio. Avevamo le gambe più o meno a questa stessa distanza.
Io: si, entrando ho visto l’unico posto libero innanzi a te. Mi sono seduto e zac. Fulminato. A me capitava spesso di osservare le donne attorno a me. Di immaginarle mentre camminano, salgono le scale. Naturalmente avevo delle preferenze su forme, età, particolari. E se ti dico tutta la verità mi darai un premio? Lei: si, ci daremo un premio.
Io: ok. Tu hai delle splendide gambe, toniche e lunghe, dritte e piene. Direi molto eccitanti, ma quello che mi ha intrigato, è che dalla trasparenza delle tue calze, stranamente chiare, vedevo quella peluria, che hai anche adesso. Di lì mi è partito l’embolo. Ho cercato di indovinare se fossero collant, autoreggenti, o con reggicalze. Ti ho immaginata senza gonna, con le gambe larghe, con quella splendida peluria che si trasformava in peli folti nel pube. Se sono troppo crudo dimmelo. Lei: no non sei troppo crudo, sei sincero e mi piaci. E poi?.
Io: nel frattempo mi ero eccitato, ma sicuramente non potevo toccarmelo. Lei: anche adesso sei eccitato vero? Lo vedo. Se lo desideri toccati. Mi tocco anche io.
Solleva un attimo la gamba superiore, ci mette la mano in mezzo e ripoggia bene la gamba sopra. Si stuzzica lentamente la patata. Io metto la mia mano sul pene, effettivamente già duro, e me lo massaggio. Lei soddisfatta: dai, ti prego, continua.
Io: insomma, immaginavo che tu ti spogliassi per me, e che avrei potuto carezzarti e sentire i tuo muscoli ed i tuoi .. peli. Taccio un attimo e lei allunga le gambe e si carezza senza vergogna la figa. Anche io scavallo le gambe e me lo tocco meglio. Lei: continua.
Io: continuavo a stringere le gambe tendendo i muscoli pelvici. Avevo una erezione anche dolorosa. Ho capito che dovevo fare qualche cosa. Non potevo saltarti addosso, evidentemente, ed allora improvvisamente mi sono alzato ed andato in bagno. Lei: si ti ho visto alzarti, ed ho immaginato dove stavi andando. Stando seduto avevi i pantaloni belli pieni, ma quando ti sei alzato la tua erezione è stata molto evidente. Continua piccolo.
Io: sono andato in bagno, che fortunatamente era libero. Sono entrato e mi sono abbassato i pantaloni e gli slip. Mi sono masturbato. Non so quanto ci ho messo ad avere un orgasmo. Penso pochi secondi, poi ho sbo.., sono venuto nel lavandino.
Lei: lo avevo immaginato. Ed anche sperato quando ho visto che ti alzavi. Sai, ho avuto anche io un silenziosissimo orgasmo immaginandoti.
Adesso lei si solleva bene bene la gonna sulle cosce e si infila la mano sotto lo slip. Si carezza bene bene la clito. Io la imito, apro la braga e me lo meno sotto lo slip. Più la guardo, più si masturba e più mi eccito. Mi sborr.. ho un orgasmo bagnandomi la mano. Ho gli occhi chiusi, ma sento che dopo un paio di singulti viene anche lei.
(continua)
Sono molto imbarazzato, non ho ancora capito bene se il suo è solo un interesse culturale o, come spero io, di altro tipo. Mi faccio un giretto nella sala guardando la libreria, le foto, i soprammobili, la vista della finestra. Insomma quello che avreste fatto anche voi.
Torna, si accende una sigaretta, non me la offre ed allora gliela chiedo io. Ah, mi dice , pensavo non fumassi. Mi avvicino, me la accende. Si siede su una poltrona e mi indica l’altra poltrona più o meno di fronte a lei. Da un punto di vista dell’approccio avrei preferito sederci sul divano. Solo successivamente ho capito che voleva ricreare quella situazione del treno. Naturalmente accavalla le gambe e non si preoccupa troppo, anzi per niente, se la gonna sale un pochino. Mi chiede se ho la ragazza. Da un paio di mesi non la ho. Mi chiede se faccio sport. Si gioco a calcio. Mi chiede se alla fine della scuola, passerò le vacanze a casa o se ho organizzato qualche viaggetto. Forse non ho detto che tutto questo si è svolto in Riviera Ligure. Dico che rimarrò tutta l’estate a casa. In fondo vivo già in un posto di villeggiatura. E se mi capita faccio qualche lavoretto. Aiuto in un bar, aiuto un bagnino. Mi dice che allora se capiterà affitterà una sdraio ed un ombrellone dove lavoro. Dico che mi farà piacere. Lei: chissà come ti guardano le bagnanti mature! Mi pavoneggio e: no non mi guardano. Lei: non ci credo. Allora ti guardano le ragazze?
In effetti per me era molto più semplice conoscere le turiste ragazze. Specialmente quando lavoravo al bar. In quel periodo venivano molte famiglie tedesche. Loro parlavano un ottimo inglese. Noi un pessimo inglese, ma ci facevamo capire. E devo dire che anche della nostra età erano molto più indipendenti e mature. Ed esperte. L’estate precedente ai fatti che vi racconto, avevo fatto provvista di sesso che poteva durare per tutto l’inverno. Le ragazze del posto a 15/16 anni ancora non usavano darla. Se non con piccole eccezioni.
Lei: e con le ragazze straniere ti è capitato di fare sesso completo o solo petting? Io: sono molto libere e vogliono fare esperienze in vacanza.
Capisco che ci sta girando attorno. Io le rispondo, ma sono sempre attratto dalle sue gambe e dalla peluria che continuo a vedere sotto le calze.
Io:in effetti io preferirei conoscere meglio le signore che vengono ai bagni. Lei: vedi avevo ragione, ci sono le signore mature. Io: si ci sono ma non mi filano, forse sono troppo giovane. Lei: beh in effetti sei molto giovane. Ma forse non sei troppo giovane…Sai ricordo bene come mi hai guardato quella prima volta sul treno. Io penso che se un ragazzo, per quanto giovane, sa desiderarti come hai fatto tu, non è poi così giovane. Ricordo bene come eri eccitato. E ho visto che sei scappato. Cosa ti piaceva di me? Io lo so ma dimmelo.
Io: guardavo le gambe, mi hanno eccitato molto. E continuano ad eccitarmi.
Si alza e cammina verso la credenza e mi chiede se voglio un pò di liquore. Si riaccomoda sulla poltrona con annesso scosciamento. Mi offre il bicchiere.
Lei: Ricordi sul treno? Sei entrato, ti sei seduto, non hai salutato. Mi hai dato una squadrata. Sei sceso con lo sguardo ai miei piedi. E poi sei risalito, polpacci, ginocchia, cosce. Poi ti sei come incantato. Ho sentito subito un fluido. Mi imbarazzavi. Mi sono guardata attorno per vedere se qualcuno si fosse interessato. Fortunatamente nessuno sembrava badare ad un ragazzino ed una zitella. Ma tu non smettevi di osservarmi. Ho pensato che avessi le calze smagliatissime, che le avessi sporche. Figurati che ho temuto mi fossero tornate le mestruazioni. O che la gonna fosse troppo sollevata scoprendo le cosce. No nessuna di queste cose. Guardavi le mie gambe solo perchè ti piacevano. Era da tanto che un uomo, ragazzo, non mi guardava così. Mi sono eccitata. Stavo seduta immobile per non rovinare quel momento. Sorseggia il liquore e si accende una paglia.
Io: ha, anzi se posso, hai descritto molto bene quel momento. In effetti mi ha fulminato. Lei: dai piccolo descrivimi bene cosa hai pensato. Se sarai bravo avrai un premio. Avevamo le gambe più o meno a questa stessa distanza.
Io: si, entrando ho visto l’unico posto libero innanzi a te. Mi sono seduto e zac. Fulminato. A me capitava spesso di osservare le donne attorno a me. Di immaginarle mentre camminano, salgono le scale. Naturalmente avevo delle preferenze su forme, età, particolari. E se ti dico tutta la verità mi darai un premio? Lei: si, ci daremo un premio.
Io: ok. Tu hai delle splendide gambe, toniche e lunghe, dritte e piene. Direi molto eccitanti, ma quello che mi ha intrigato, è che dalla trasparenza delle tue calze, stranamente chiare, vedevo quella peluria, che hai anche adesso. Di lì mi è partito l’embolo. Ho cercato di indovinare se fossero collant, autoreggenti, o con reggicalze. Ti ho immaginata senza gonna, con le gambe larghe, con quella splendida peluria che si trasformava in peli folti nel pube. Se sono troppo crudo dimmelo. Lei: no non sei troppo crudo, sei sincero e mi piaci. E poi?.
Io: nel frattempo mi ero eccitato, ma sicuramente non potevo toccarmelo. Lei: anche adesso sei eccitato vero? Lo vedo. Se lo desideri toccati. Mi tocco anche io.
Solleva un attimo la gamba superiore, ci mette la mano in mezzo e ripoggia bene la gamba sopra. Si stuzzica lentamente la patata. Io metto la mia mano sul pene, effettivamente già duro, e me lo massaggio. Lei soddisfatta: dai, ti prego, continua.
Io: insomma, immaginavo che tu ti spogliassi per me, e che avrei potuto carezzarti e sentire i tuo muscoli ed i tuoi .. peli. Taccio un attimo e lei allunga le gambe e si carezza senza vergogna la figa. Anche io scavallo le gambe e me lo tocco meglio. Lei: continua.
Io: continuavo a stringere le gambe tendendo i muscoli pelvici. Avevo una erezione anche dolorosa. Ho capito che dovevo fare qualche cosa. Non potevo saltarti addosso, evidentemente, ed allora improvvisamente mi sono alzato ed andato in bagno. Lei: si ti ho visto alzarti, ed ho immaginato dove stavi andando. Stando seduto avevi i pantaloni belli pieni, ma quando ti sei alzato la tua erezione è stata molto evidente. Continua piccolo.
Io: sono andato in bagno, che fortunatamente era libero. Sono entrato e mi sono abbassato i pantaloni e gli slip. Mi sono masturbato. Non so quanto ci ho messo ad avere un orgasmo. Penso pochi secondi, poi ho sbo.., sono venuto nel lavandino.
Lei: lo avevo immaginato. Ed anche sperato quando ho visto che ti alzavi. Sai, ho avuto anche io un silenziosissimo orgasmo immaginandoti.
Adesso lei si solleva bene bene la gonna sulle cosce e si infila la mano sotto lo slip. Si carezza bene bene la clito. Io la imito, apro la braga e me lo meno sotto lo slip. Più la guardo, più si masturba e più mi eccito. Mi sborr.. ho un orgasmo bagnandomi la mano. Ho gli occhi chiusi, ma sento che dopo un paio di singulti viene anche lei.
(continua)
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