La Baita del silenzio (Parte3)
di
ilMoro
genere
bisex
Carlo si svegliò tra i richiami sempre più insistenti di Simone, già pronto per la colazione, "ti aspetto in cucina, muoviti!" disse con aria scocciata.
Arrivato in cucina, un po' frastornato dalla sera prima, Carlo venne invaso dall'aroma di caffè che aleggiava nella stanza.
"Mi devi aiutare a fare il fosso per il falò della festa di stasera." esordì non appena Carlo entrò in cucina senza farlo ribattere gli versò del caffè nella tazzina davanti a lui. Carlo rispose con “Ah, ok…”, bevve il caffè in un solo sorso, sgranocchia qualche biscotto poi andò in camera a cambiarsi per il lavoro.
Usciti di casa si diressero in una specie di campo di fianco alla casa, da cui si vedeva anche la piscina e così come un lampo Carlo si ricordò tutto quello che era successo con quella ragazza, dentro di lui si accese un misto di sensazioni tra agitazione e vergogna per quello che aveva fatto. Simone prese due pale, una la passò Carlo e gli disse “aiutami a scavare che dopo dobbiamo andare a prendere la legna nel capanno”, Carlo si guardò attorno cercando il capanno con gli occhi ma non ne vide traccia. Simone tracciò un cerchio con la punta dell’attrezzo e iniziò a togliere zolle di terra, Carlo non avendo mai fatto niente di manuale si trovò in difficoltà così Simone un po’ incredulo da quello che vedeva si mise dietro di lui con una mano sulla pala e una sulla mano di Carlo cercando di fargli capire quali movimenti doveva fare, Carlo cercò di concentrarsi sulle sue parole ma sentiva solo il petto muscoloso contro la sua schiena e l’aria che usciva dalla bocca che gli solleticava l’orecchio, quando Simone si accorse che Carlo era confuso come prima, anche un po’ innervosito si avvicinò ancora di più e strinse ancora di più la presa, Carlo allora sussultò senti il cavallo gonfio dei pantaloni contro il suo sedere, sentì un calore che gli cosse il corpo così fece finta di avere capito tutto e iniziò a imitare tutto quello che vedeva fare a Simone. Quando il fosso raggiunse una profondità adatta Simone disse a Carlo di seguirlo, andarono un po’ lontano dalla casa fino a quando non raggiunsero una casetta vicino alla foresta “deve essere la baita di cui mi aveva parlato Laura” pensò Carlo, nel lato di fronte alla foresta c’era un piccolo capanno dove vi tenevano i tronchi di legno tagliati e secchi. Simone esortò Carlo a caricare una carriola tutta arrugginita di legno, quando si era formata una montagnetta di legno Simone disse a Carlo di riempire anche una cassetta di legno intanto che lui portava la carriola vicino al fosso e di seguirlo, quando Carlo arrivò vicino al fosso trovò Simone seduto su una panchina con un bicchiere di acqua in mano che lo guardava, Carlo lo guardò a sua volta e gli chiese perché lo guardava così Simone fece una mezza risata e disse che lo trovava goffo e lo invitò a sedersi di fianco a lui, gli passò un bicchiere d'acqua e continuò a fissarlo, dopo qualche secondo posò il bicchiere e prese una mano di Carlo tra le sue e iniziò a massaggiarla, Carlo lo guardò con la fronte aggrottata per poi chiudere gli occhi e appoggiarsi con la testa al muro.
Simone gli chiese se avesse dormito bene perché lo vedeva stanco, Carlo gli rispose che la sera prima aveva bevuto con sua sorella e le sue amiche e che aveva esagerato omettendo quello che aveva fatto con l’amica di sua cugina. Vide suo padre e suo zio uscire con dei tavoli che posizionavano non troppo lontano dal fosso a quel unto Simone si alzò di scatto come se si fosse ricordato quello che stavano facendo e iniziò a posizionare i trochi nel fosso, a lavoro finito era già quasi ora di mangiare.
Nel primo pomeriggi tutti iniziarono a prepararsi perché dopo qualche ora sarebbero arrivati altri parenti e amici di Laura.
All’arrivo degli altri ospiti era tutto già pronto, accesero le casse con la musica così Laura con i suoi amici iniziarono a ballare, Carlo parlava un po' con qualche parente poi con alcuni amici di Laura ma niente di che, si sentiva a disagio. Dopo poco gli si avvicinò Simone chiedendogli se voleva aiutarlo ad accendere il falò, ci misero un po’ ma dopo che si accese Simone si accordò con Carlo a fare a turno perché il fuoco non si spegnesse e di aggiungere legna quando serviva, iniziarono a riunirsi alcune persone attorno al fuoco fino a quando la mamma di Laura portò fuori una torta enorme seguita dai complimenti degli ospiti, prima che tutti potessero mangiarla iniziò la serie di foto con Laura davanti la torta.
Dopo qualche ora gli ospiti iniziarono ad andare via, gli ultimi ad andare via fu il gruppo di amici di Laura, rimassero solamente le amiche di Laura della sera prima, cogliendo un attimo di tranquillità Carlo si avvicinò alla ragazza della sera prima si scambiarono qualche parola ma non parlarono mai (se non con qualche battutina velata) quello che era successo il giorno prima, Carlo dopo tirò un sospiro di sollievo.
Quando anche le amiche andarono via portandosi con loro anche Laura rimasero solo Carlo, sua zia (che finiva di mettere in ordine) e Simone, quando la zia stanca prima di andare a dormire di raccomandò con suo figlio e Carlo di spegnere il falò.
I due si misero seduti davanti al fuoco, Simone si accese una sigaretta e iniziò di nuovo a guardare Carlo, Carlo gli chiese perché lo guardava ancora e lui con una voce un po’ sbiascicata gli rispose che non lo sapeva Carlo gli chiese se avesse bevuto allora Simone gli rispose che aveva bevuto qualche bicchiere, iniziarono a parlare e a ridere prima per le batture di uno e poi per le battute di un altro, poi Simone dopo una battuta di Carlo iniziò a ridere a crepapelle e per non sbilanciarsi appoggiò una mano sulla coscia di Carlo quando smise di ridere riguardò Carlo e gli disse “sei molto divertente! E ti sei fatto anche carino, capisco perché la tua ragazza ti vuole” Carlo fece un sorriso lusingato e in un attimo fu travolto da un bacio sulle labbra si staccò da Simone che gli guardò intensamente le labbra per poi dargliene un altro avvolgendogli la mano attorno al collo, Carlo gli lasciò fare dato che non gli dispiaceva, iniziò a mettergli la lingua in bocca e con dolcezza iniziarono a baciarsi, Carlo sentendo la complicità di Simone iniziò a passare la mano sulla coscia che poi si trasferì sul suo pacco, che sentì iniziarsi a gonfiare proprio come il suo e così fece anche lui, riuscì a sbottonare solo qualche bottone del pantalone abbassò fino a quanto poteva i boxer scoprendo la cappella coperta per metà dal prepuzio, Carlo iniziò prima a massaggiare l’esterno per poi toccare la punta e iniziare a sfregarci piano il pollice sopra, Simone intanto strusciava la mano sopra i pantaloni quando Simone si fermò e disse di smetterla ora che erano in tempo per fermarsi, Carlo ci rimase un po’ male per quella risposta dopo poco Simone si alzò (si vedeva ancora il pena barzotto dai pantaloni) disse a Carlo di ricordarsi di spegnere il fuoco e se ne andò a dormire, Carlo ancora eccitato si abbassò i pantaloni e iniziò a masturbarsi, pensando che pochi minuti prima c’era la mano di Simone sopra il suo cazzo, divisi solo dai vestiti, iniziò a pensare a quando lo vide sotto lo doccia al suo culo sodo e ai suoi peli, ai suoi muscoli possenti che immaginava avvinghiati attorno al suo corpo, dopo qualche minuto senza interrompere il movimento che si faceva sempre più veloce e deciso iniziò a schizzare nel falò, quasi una cascata di sborra (dato che non veniva da giorni) si riversò sui tizzoni ardenti che iniziarono a sfrigolare, Carlo si alzò in piedi, scrollò le ultime gocce rimaste e e lo rimise nelle mutande, prese un secchio d’acqua e spense il fuoco causando una colonna di fumo, andò nella camera e vide Simone dormire, si avvicinò e cercò stringergli di nuovo il cazzo ma prima di riuscirci ritrasse la mano, si cambiò e si mise a dormire, ripensando a tutto quello che gli era successo dimenticandosi perfino della ragazza del giorno prima.
Arrivato in cucina, un po' frastornato dalla sera prima, Carlo venne invaso dall'aroma di caffè che aleggiava nella stanza.
"Mi devi aiutare a fare il fosso per il falò della festa di stasera." esordì non appena Carlo entrò in cucina senza farlo ribattere gli versò del caffè nella tazzina davanti a lui. Carlo rispose con “Ah, ok…”, bevve il caffè in un solo sorso, sgranocchia qualche biscotto poi andò in camera a cambiarsi per il lavoro.
Usciti di casa si diressero in una specie di campo di fianco alla casa, da cui si vedeva anche la piscina e così come un lampo Carlo si ricordò tutto quello che era successo con quella ragazza, dentro di lui si accese un misto di sensazioni tra agitazione e vergogna per quello che aveva fatto. Simone prese due pale, una la passò Carlo e gli disse “aiutami a scavare che dopo dobbiamo andare a prendere la legna nel capanno”, Carlo si guardò attorno cercando il capanno con gli occhi ma non ne vide traccia. Simone tracciò un cerchio con la punta dell’attrezzo e iniziò a togliere zolle di terra, Carlo non avendo mai fatto niente di manuale si trovò in difficoltà così Simone un po’ incredulo da quello che vedeva si mise dietro di lui con una mano sulla pala e una sulla mano di Carlo cercando di fargli capire quali movimenti doveva fare, Carlo cercò di concentrarsi sulle sue parole ma sentiva solo il petto muscoloso contro la sua schiena e l’aria che usciva dalla bocca che gli solleticava l’orecchio, quando Simone si accorse che Carlo era confuso come prima, anche un po’ innervosito si avvicinò ancora di più e strinse ancora di più la presa, Carlo allora sussultò senti il cavallo gonfio dei pantaloni contro il suo sedere, sentì un calore che gli cosse il corpo così fece finta di avere capito tutto e iniziò a imitare tutto quello che vedeva fare a Simone. Quando il fosso raggiunse una profondità adatta Simone disse a Carlo di seguirlo, andarono un po’ lontano dalla casa fino a quando non raggiunsero una casetta vicino alla foresta “deve essere la baita di cui mi aveva parlato Laura” pensò Carlo, nel lato di fronte alla foresta c’era un piccolo capanno dove vi tenevano i tronchi di legno tagliati e secchi. Simone esortò Carlo a caricare una carriola tutta arrugginita di legno, quando si era formata una montagnetta di legno Simone disse a Carlo di riempire anche una cassetta di legno intanto che lui portava la carriola vicino al fosso e di seguirlo, quando Carlo arrivò vicino al fosso trovò Simone seduto su una panchina con un bicchiere di acqua in mano che lo guardava, Carlo lo guardò a sua volta e gli chiese perché lo guardava così Simone fece una mezza risata e disse che lo trovava goffo e lo invitò a sedersi di fianco a lui, gli passò un bicchiere d'acqua e continuò a fissarlo, dopo qualche secondo posò il bicchiere e prese una mano di Carlo tra le sue e iniziò a massaggiarla, Carlo lo guardò con la fronte aggrottata per poi chiudere gli occhi e appoggiarsi con la testa al muro.
Simone gli chiese se avesse dormito bene perché lo vedeva stanco, Carlo gli rispose che la sera prima aveva bevuto con sua sorella e le sue amiche e che aveva esagerato omettendo quello che aveva fatto con l’amica di sua cugina. Vide suo padre e suo zio uscire con dei tavoli che posizionavano non troppo lontano dal fosso a quel unto Simone si alzò di scatto come se si fosse ricordato quello che stavano facendo e iniziò a posizionare i trochi nel fosso, a lavoro finito era già quasi ora di mangiare.
Nel primo pomeriggi tutti iniziarono a prepararsi perché dopo qualche ora sarebbero arrivati altri parenti e amici di Laura.
All’arrivo degli altri ospiti era tutto già pronto, accesero le casse con la musica così Laura con i suoi amici iniziarono a ballare, Carlo parlava un po' con qualche parente poi con alcuni amici di Laura ma niente di che, si sentiva a disagio. Dopo poco gli si avvicinò Simone chiedendogli se voleva aiutarlo ad accendere il falò, ci misero un po’ ma dopo che si accese Simone si accordò con Carlo a fare a turno perché il fuoco non si spegnesse e di aggiungere legna quando serviva, iniziarono a riunirsi alcune persone attorno al fuoco fino a quando la mamma di Laura portò fuori una torta enorme seguita dai complimenti degli ospiti, prima che tutti potessero mangiarla iniziò la serie di foto con Laura davanti la torta.
Dopo qualche ora gli ospiti iniziarono ad andare via, gli ultimi ad andare via fu il gruppo di amici di Laura, rimassero solamente le amiche di Laura della sera prima, cogliendo un attimo di tranquillità Carlo si avvicinò alla ragazza della sera prima si scambiarono qualche parola ma non parlarono mai (se non con qualche battutina velata) quello che era successo il giorno prima, Carlo dopo tirò un sospiro di sollievo.
Quando anche le amiche andarono via portandosi con loro anche Laura rimasero solo Carlo, sua zia (che finiva di mettere in ordine) e Simone, quando la zia stanca prima di andare a dormire di raccomandò con suo figlio e Carlo di spegnere il falò.
I due si misero seduti davanti al fuoco, Simone si accese una sigaretta e iniziò di nuovo a guardare Carlo, Carlo gli chiese perché lo guardava ancora e lui con una voce un po’ sbiascicata gli rispose che non lo sapeva Carlo gli chiese se avesse bevuto allora Simone gli rispose che aveva bevuto qualche bicchiere, iniziarono a parlare e a ridere prima per le batture di uno e poi per le battute di un altro, poi Simone dopo una battuta di Carlo iniziò a ridere a crepapelle e per non sbilanciarsi appoggiò una mano sulla coscia di Carlo quando smise di ridere riguardò Carlo e gli disse “sei molto divertente! E ti sei fatto anche carino, capisco perché la tua ragazza ti vuole” Carlo fece un sorriso lusingato e in un attimo fu travolto da un bacio sulle labbra si staccò da Simone che gli guardò intensamente le labbra per poi dargliene un altro avvolgendogli la mano attorno al collo, Carlo gli lasciò fare dato che non gli dispiaceva, iniziò a mettergli la lingua in bocca e con dolcezza iniziarono a baciarsi, Carlo sentendo la complicità di Simone iniziò a passare la mano sulla coscia che poi si trasferì sul suo pacco, che sentì iniziarsi a gonfiare proprio come il suo e così fece anche lui, riuscì a sbottonare solo qualche bottone del pantalone abbassò fino a quanto poteva i boxer scoprendo la cappella coperta per metà dal prepuzio, Carlo iniziò prima a massaggiare l’esterno per poi toccare la punta e iniziare a sfregarci piano il pollice sopra, Simone intanto strusciava la mano sopra i pantaloni quando Simone si fermò e disse di smetterla ora che erano in tempo per fermarsi, Carlo ci rimase un po’ male per quella risposta dopo poco Simone si alzò (si vedeva ancora il pena barzotto dai pantaloni) disse a Carlo di ricordarsi di spegnere il fuoco e se ne andò a dormire, Carlo ancora eccitato si abbassò i pantaloni e iniziò a masturbarsi, pensando che pochi minuti prima c’era la mano di Simone sopra il suo cazzo, divisi solo dai vestiti, iniziò a pensare a quando lo vide sotto lo doccia al suo culo sodo e ai suoi peli, ai suoi muscoli possenti che immaginava avvinghiati attorno al suo corpo, dopo qualche minuto senza interrompere il movimento che si faceva sempre più veloce e deciso iniziò a schizzare nel falò, quasi una cascata di sborra (dato che non veniva da giorni) si riversò sui tizzoni ardenti che iniziarono a sfrigolare, Carlo si alzò in piedi, scrollò le ultime gocce rimaste e e lo rimise nelle mutande, prese un secchio d’acqua e spense il fuoco causando una colonna di fumo, andò nella camera e vide Simone dormire, si avvicinò e cercò stringergli di nuovo il cazzo ma prima di riuscirci ritrasse la mano, si cambiò e si mise a dormire, ripensando a tutto quello che gli era successo dimenticandosi perfino della ragazza del giorno prima.
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