Tornando alla vecchia pineta

di
genere
gay

Ricordo che da piccolo con i miei genitori andavamo alla pineta di Roma, quella di Castelfusano. Non che avessi scelta. Ti svegliavano presto e alle 8 eravamo già lì con tanto di vettovaglie al seguito. Per coloro che non conoscono il posto dirò semplicemente che è, o meglio era, il luogo dove gran parte dei romani cercavano refrigerio dalla calura cittadina e non avevano possibilità di andare in vacanza. E a quell’epoca non erano certamente pochi, anzi. Era questo il motivo per cui, se volevi accaparrarti spazi più grandi dovevi andare presto, molto presto. Non c’erano bagni pubblici per cui quando avevi una necessità fisiologica, dovevi per forza andare a cercarti posti più riparati. Sulla destra, da dove entravamo noi di solito, ricordo che c’era una fitta vegetazione fatta di pini altissimi ma anche di moltissime fratte e più ti addentravi e più erano fitte. Io avrò avuto 12 massimo 15 anni e come tutti i bambini di Roma per noi quella pineta è stato il luogo dove riuscivamo ad azzerare tutte le nostre forze fisiche. Correvamo dalla mattina al pomeriggio tardo fino a quando, distrutti, i miei mi chiamavano per tornare a casa. Pantaloncini, senza maglietta, ci divertivamo in interminabili partite di calcio, salti con la corda e tutto ciò che di solito fanno i piccoli agitati che eravamo. Ma tornando al racconto, mi ricordo che andando in cerca di un posto dove poter fare pipì, mi recavo nella zona che era ormai destinata, suo malgrado, a tale scopo. Entrando ogni volta eri assalito da una serie di odori sempre diversi ma anche sempre uguali. Lì la gente riversava, senza molto ritegno, tutto ciò che aveva necessità di evacuare. Fazzolettini di carta a terra erano il cartello che qualcuno lì aveva fatto i suoi bisogni solidi e sempre c’era chi, poco più avanti, avesse lasciato invece bisogni liquidi. Il luogo era molto ombreggiato e quindi l’umidità era alta ma era anche poco ventilato e questo faceva sì che i vari presenti lasciati, si mescolavano tra loro senza mai svanire del tutto. Per cui nel tempo, trovavi escrementi ormai vecchi e secchi vicino a altri freschi e magari qualcuno aveva fatto loro della pipì sopra. Il risultato, per le mie narici, era un odore inebriante. Mi trasmetteva un senso sì di sporcizia ma anche di eccitazione tanto che ogni volta cercavo di andare sempre più giù dove la vegetazione era più fitta. Mi abbassavo i pantaloncini e le mutandine e mi facevo sfiorare tutto il corpo dai rami e le foglie che inevitabilmente dovevo accarezzare. Era per me una sensazione bellissima. Stare tutto nudo in quel luogo così promiscuo e così pieno di forti odori, mi procurava un piacere immenso. Tutto ciò mi è tornato in mente qualche tempo fa e così ho deciso di tornarci per vedere cosa fosse cambiato e poter sentire ancora quell’odore che mi piaceva tanto. Arrivo e vedo che è tutto diverso. Hanno messo palizzate perché non è più consentito entrare con le auto e l’accesso è consentito solo passando da alcuni punti. Malgrado ciò decido di entrare ugualmente. E mi dirigo subito a vedere quello che resta del nostro campo di calcio e di quel ramo dove mio padre faceva passare le funi per fare una altalena. Incredibilmente c’erano tutti e due. Sorrisi ai vari ricordi che mi tornarono alla mente. Ma poi, subito dopo, mi dirigo verso il luogo motivo della mia visita. E lo trovo. Ancora lì. L’ingresso alle fratte era leggermente più nascosto dalla vegetazione, segno che non vi era più molto passaggio come allora. Mi faccio largo tra le piante e riesco ad entrare. Resto così, fermo ad annusare l’aria per capire se l’odore c’era ancora. Trovo qualche fazzoletto in terra segno di una recente evacuazione e cerco di sentirne l’odore. Non è più così forte come era prima ma riuscivo in ogni caso a distinguerlo. Era lui. Cacca e pipì si mescolavano ancora. E’ stato più forte di me e preso quasi da un raptus mi sono calato i calzoni come facevo da giovane e, camminando piuttosto maldestramente, mi sono inoltrato verso la zona più fitta di vegetazione facendomi sfiorare dai rami e dalle foglie. Ora come allora. Pur essendo leggermente diverso l’odore, ho ritrovato la sensazione di eccitazione che provavo allora. Non mi ero accorto però di non essere solo. A qualche metro da me c’erano due uomini, completamente nudi, che si stavano carezzando i rispettivi cazzi. Uno sui 35 anni e l’altro sui 60. Entrambi avevano una discreta dotazione e tutti e tre eravamo con il cazzo di fuori. Per nulla turbati dalla mia involontaria presenza mi hanno fatto cenno di avvicinarmi a loro. Non so perché l’ho fatto ma mi sono mosso nella loro direzione tenendomi i calzoni. Non avevo mai avuto incontri gay prima ma l’atmosfera del luogo, mi aveva fatto abbandonare ogni inibizione e, da consumato frequentatore del posto, mi univo ai due. Quello più grande ha immediatamente allungato la mano libera impugnando anche il mio cazzo e poi abbassandosi ci ha fatto avvicinare tra noi ed ha messo la sua lingua sui nostri membri. Le due cappelle si toccavano e potevo sentire bene il calore sia della cappella del giovane che della bocca esperta. Non era male quel gioco ed iniziava a piacermi parecchio. Prese il cazzo giovane tutto nella sua bocca mentre aveva riservato a me una lenta sega. Poi dopo qualche minuto cambiò facendomi sentire la sua bocca, ed era bravo. Scorreva lentamente la lingua lungo il glande, poi tornava sulla cappella ed infine ingoiava tutto il cazzo e faceva questo senza tralasciare di masturbare il giovane. Era veramente bravo nelle sue manovre. Poco dopo si alza e mi prende la testa. Voleva che ricambiassi il favore. Ma io non l’avevo mai fatto. Ormai i sensi mi avevano catturato e mostrando una esperienza che non avevo mi accucciai. Avvicinai le labbra al giovane ed iniziai dapprima a baciarlo e poi lentamente a leccarlo. Sapeva di buono e sentivo tra le labbra il sapore del liquido pre sperma. Non aveva un sapore particolare e quindi non mi ha disgustato. Sempre più convinto del mio ruolo, ho allargato la bocca e ingoiato il cazzo iniziando un lento di su e giù. L’anziano intanto mi prese la mano muovendola al posto mio. Ah benedetta esperienza mi ero completamente dimenticato che stringevo anche un altro cazzo e non stavo muovendo la mano. Per farmi perdonare da lui ho lasciato il primo cazzo e girato la bocca verso il secondo, facendo attenzione però di continuare a segarlo. La cosa mi stava piacendo sempre di più e così mi impegnai ad essere bravo e far godere i due. Poi invitai il giovane a prendere il mio posto. Lui si abbassò e prese in bocca il cazzo del più grande e in mano il mio e poi cambiò anche lui. Fino a quel punto avevamo giocato tutti alla pari ma nessuno aveva goduto pensai. Fu allora che il vecchio mi piegò a novanta gradi e posizionò la mia testa all’altezza del cazzo giovane e lui, dietro di me, iniziò a leccarmi il culetto con particolare attenzione al buchino. Lui non sapeva che ero vergine dietro per cui fui costretto a dirglielo. Usa accortezza perché è la prima volta per me. Lo avevo capito rispose lui con tutta la certezza e tranquillità del mondo. Avevo il cuore in subbuglio perché volevo ricevere quel servizio ma non volevo sentire dolore. Però non dissi nulla e lasciai che facesse tutto lui mentre avevo ripreso a succhiare il giovane cazzo. Mi bagnò per bene l’ano e poi iniziò ad infilarci prima un dito e poco dopo due. D’un tratto ho sentito la sua cappella sul mio forellino cercare di farsi strada. Sentivo che era entrato di un poco ed io non avevo avvertito alcun dolore. Poi prese a spingere con più forza fino a procurarsi lo spazio necessario. Alla fine entrò tutto senza che io sentissi alcun dolore ma anzi iniziavo a sentire solo un gran piacere. Ingoiavo il cazzo del ragazzo tutto in bocca sotto le spinte del cazzo anziano nel culo mentre quest’ultimo prese a segarmi da dietro aumentando il suo movimento sempre di più. Una sensazione bellissima che non avevo mai provato e che mi riempiva tutto. In questo modo non fu difficile arrivare all’orgasmo per tutti ed avvenne quasi in contemporanea. Prima l’anziano, subito dopo io ed infine il giovane riversò dentro la mia bocca una buona dose di sperma, denso e dolciastro. Per nulla fastidioso. Ti è piaciuto, mi chiese il giovane. Molto risposi. Vuoi rifarlo? Mi chiese. Dovresti aspettare un poco, risposi, vedendo il suo cazzo che ormai si stava ammosciando. Il vecchio intanto ci stava salutando e andò via passando da un’altra parte. Ma non con me, rispose, ma con loro. Mi sono girato e dietro di me vidi che nel frattempo si erano avvicinati altri due giovani ed io tutto preso dalla mia eccitazione non li avevo sentiti arrivare. Ma decisi comunque di rimanere lì, in quel posto afrodisiaco e fantastico, ancora qualche minuto.

P.S. per commenti attendo mail a: mas1908@libero.it
scritto il
2022-02-20
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