Scherzi di carnevale
di
Mexdue
genere
prime esperienze
Ho deciso di rivelare un segreto che mi tengo da poco meno di un 30ennio. Il ricordo di un’avventura che non ho mai dimenticato e che oggi riemerge portandomi a ricercare esperienze simili a quelle di allora.
Avevo poco più di 20anni. In quel periodo frequentavo Loredana, 30enne separata, affamata di cazzo ma soprattutto di situazioni trasgressive e per certi versi, depravate. Grazie a lei, avevo scoperto l’esistenza di club privè, parcheggi o luoghi adibiti ad incontri esclusivamente sessuali. Ospite tante volte nella sua casa, mi aveva, durante le svariate scopate, mi aveva mostrato la sua fornitissima videoteca porno, nonché la sua collezione di cazzi finti e vibratori d’ogni genere e dimensione, confidandomi che oltre ad usarli su se stessa, in alcune occasioni, li aveva usati con qualche amica con tendenze (come lei) bisessuali.
A volte, questi membri erano entrati a far parte dei nostri giochi di coppia. Spesso utilizzandoli su di lei per doppie penetrazioni o leccata di fica con paletto nel culo. Ma a volte, su di me perche lei amava stuzzicare il mio buchetto con dita o vibratori mentre mi spampinava. Cosa che ovviamente, a me non dispiaceva affatto. Una sera nel periodo di carnevale mi disse: “Domani sera andiamo ad una festa in maschera da alcuni miei amici, ma vorrei che tu ti vestissi da donna”. Essendo carnevale non ci vedevo nulla di strano, quindi accettai, assegnando a lei il compito di trovarmi gli indumenti adatti ……..io non avrei saputo ne dove ne cosa cercare e vista la mia stazza (1,87x85kg circa) non era neanche molto facile.
La sera successiva prima di andare alla festa, passai a casa sua per la mascherata. Devo ammettere che fu efficientissima. Sul suo letto c’erano autoreggenti nere, una mutandina a tanga e un abito anch’esso nero, un paio di sandali con tacco, che sicuramente gli aveva prestato qualche amica perche erano quasi della mia misura (porto il 44) mentre lei al massimo aveva un 38. Prima passo ai capelli (allora li avevo lunghi col codino, tipo Baggio). Gli basto scioglierli, coccolarli un po’ con la sua arriccia capelli elettrica, per ritrovarmi una chioma vaporosa e femminile. Poi passo al trucco. Non eccessivo, non volgare. Un po’ di matita sugli occhi e rossetto. Poi passammo alla vestizione. Indossare le calze fu facile, erano elastiche e mi arrivarono tranquillamente più su di meta coscia, si intravedevano i peli delle gambe schiacciati dal tessuto, ma poco male. In fin dei conti era solo un travestimento goliardico. I problemi si presentarono al momento di indossare il tanga. Era stretto ed il triangolo di stoffa anteriore era talmente limitato che sia le palle che meta cazzo (anche se a riposo) uscivano fuori dai bordi. Proposi di lasciare sotto i miei box, ma lei decise era meglio senza mutande che dei box (oltretutto bianchi) che avrebbero potuto vedersi (poi capii) dalla trasparenza del vestito. Quindi, venne il momento di indossare il vestito. Una specie di abitino elastico (a tubo) che a malapena copriva il bordo ricamato delle autoreggenti, chiuso sul davanti e con una scollatura da capogiro sul didietro, naturalmente ne finto seno, ne tantomeno il reggiseno. Poi salii sui tacchi ….. provai a fare qualche passo di prova, traballando arrivai fino allo specchio dell’armadio e ammetto che vidi un pezzo di fica da paura. Altissima, gambe lunghe e con un culetto all’in su (merito dei tacchi) veramente invitante. Unico problema, il vestito camminando, vista la sua elasticità, tendeva a salire superando anche l’orlo ricamato delle calze. Quelle calze, il pisello dondolante tra le gambe, l’aria fresca che mi saliva tra le cosce, quell’aspetto da gran fica …….. un’insieme di sensazioni che mi mettevano a disagio ma allo stesso tempo mi davano una certa eccitazione. Lei, indossava una tuta da meccanico con tanto di chiazze d’olio sopra, ma sotto (conoscendo le sue debolezze) sapevo che indossava il meglio della sua collezione di indumenti intimi. Conciati in quel modo partimmo per il luogo della festa anche se in macchina, fui costretto a togliere i sandali perche non riuscivo a guidare.
Per tutto il viaggio tentai di avere ulteriori informazioni in merito alla festa (chi erano gli amici che l’avevano organizzata, chi erano i partecipanti, che tipo di ambiente avremmo trovato, ecc.), ma lei, escluso l’indirizzo, volle tenere per se tutte le informazioni dicendomi che era una sorpresa.
Dopo circa mezz’ora. Era una villa isolata nella vegetazione. Dall’aspetto della villa, dal tipo di auto che erano già parcheggiate e dal numero, ebbi l’impressione che gli invitati erano molti e di alto ceto sociale.
Ci accolse, una bella donna di mezza età, poi ci raggiunse un lui sui 50anni ma di bell’aspetto (i padroni di casa) entrambi salutarono Lory, molto affettuosamente a dimostrazione che erano “molto” amici (poi seppi che più volte, lei li aveva incontrati per giochi sessuali). Erano vestiti “si fa per dire” come Adamo ed Eva (questi sono i nomi con cui, per ovvi motivi, li chiamerò per il resto del racconto). Eva, con una foglia di fico che gli copriva solo l’inguine tenuta su da un filetto interdentale che gli passava sui fianchi fin dietro e poi giù tra le natiche completamente nude, altre due foglie tenute allo stesso modo che a malapena gli coprivano i capezzoli mostrando un’abbondante seno. Adamo, allo stesso modo ma senza foglie sul seno, naturalmente. Quello mi bastò per capire che non ero finito in una festa noiosa e pudica.
Ci guidarono nella direzione da cui veniva il vocio, io ero distratto perche i miei occhi si erano piantati sul culo di Eva che camminando davanti a me, metteva bene in mostra. Appena raggiunta la sala non potei fare a meno di restare paralizzato da ciò che vidi. Due donne già seminude che ballavano tra di loro in mezzo alla sala. In realtà più che ballare, stavano offrendo un’eccitantissima pomiciata lesbo agli occhi dei presenti tutt’intorno; uomini e donne, che seduti sui divani e poltrone o in piedi si godevano lo spettacolo. Molti di loro erano in costume: sultano e odalisca, pirati, moschettieri, nazisti (parliamo sempre di maschere), veneziani del 600, preti e suore, infermiera e paziente, centurione e patrizia romana e non mancavano altri maschietti vestiti da donna …. ma a detta di Lory, meno attraenti di me. Insomma, ce n’era per tutti i gusti..
Adamo, ci invito a bere un drink. Idea stupenda, se non fosse stato per il fatto che il banco bar si trovava all’opposto della stanza in cui eravamo noi quindi, dovevamo attraversare la sala davanti a tutta quella gente. Loredana non si fece pregare ed io a malincuore li seguii, traballante sui miei tacchi, continuando ad abbassare la gonna che ad ogni passo saliva sempre più su. Durante la traversata infinita ebbi la sensazione che tutti guardassero me, un imbarazzo indescrivibile. Dopo il primo drink, mi feci forza e tentai di prendere un atteggiamento più disinvolto. Mentre le ragazze in centro, ormai nude e messe a 69, erano passate dalla pomiciata ad una vera lesbicata, notai che nei vari divani e/o angoli della stanza, coppie o gruppetti, cominciavano a darsi da fare tra pomiciate, succhiate di tette di fiche e di cazzi. La mia Lory, si era soffermata a parlare con Adamo ed Eva e con una donna molto attraente che stranamente indossava abiti normali (seppur succinti e provocanti). Io restai vicino al bar per un po’ a gustarmi il secondo drink guardando le lesbiche centrali che ora erano contorniate da altri uomini e donne che, con carezze e baci, si stavano unendo a loro per un gioco di gruppo. A dir il vero, mi stavo eccitando e la punta del mio cazzo che già si faceva sentire tra le cosce, cominciava a fare capolino da sotto la gonna.
Mentre ero distratto a godermi il mucchio selvaggio, eccoti Lory che prendendomi per mano, mi invita a seguirla. Uscimmo dalla grande sala, salimmo una rampa di scale e lei (ovvio che già conosceva benissimo la casa) aprì una porta e ci ritrovammo in una camera da letto con luci soffuse. In piedi, sul bordo del letto, c’era Adamo che, perduta la foglia di fico, sta infilando il suo cazzo in bocca alla donna non in maschera, seduta sul bordo a gambe larghe e con la testa di Eva tra le sue gambe, in ginocchio davanti a lei. Ora il suo culo a pecorina era ancora più bello ed invitante di quando mi ancheggiava camminando davanti. Il filetto di stoffa che aveva tra le natiche non riusciva neanche a coprire il suo buchetto di culo e scendendo andava a scomparire tra le grandi labbra della sua fica. Lory, in un istante, si tolse la tuta che mascherava il suo corpo e, come avevo immaginato, mise in mostra il suo corpo stupendo coperto solo da un corpetto rosso da cui emergevano le sue stupende tette con i capezzoli già duri e rigidi ed un mini tanga rosso e nero che copriva a malapena la sua fica, mettendo comunque in evidenza le sue splendide chiappe. Mi rifilò un bacio con la lingua che frugava nella mia bocca mentre con una mano alzo la mia gonna sul davanti e prese in mano il mio cazzo che ormai pressava sul tessuto. Mi smanetto per qualche istante mentre io gli palpeggiavo il culo, poi si stacco dicendomi “andiamoci a divertire anche noi”. Andò dritta a succhiarsi il cazzo di Adamo condividendo con la donna baci e leccate. Io mi dedicai alla schiena della mia bella Eva, prima con carezze e poi con baci, spostando le carezze sulle sue natiche. Con la mano seguii il solco di esse soffermandomi sul buchino lievemente per poi scendere fino alle grandi labbra. Le mie dita s’intrufolarono in quella stupenda apertura, imbrattandosi subito di liquido vaginale che usciva a fiotti da quella fica eccitata. Mentre giocavo con la sua fica, con le labbra andai a cercare il suo collo. Lei gradendo il mio trattamento si stacco da quella che era la sua attività orale per baciarmi sulla bocca e solo allora capii che in realtà, non stava leccando una fica ma succhiando un cazzo eretto e nodoso di notevoli dimensioni. La donna in realtà era un tranz, un bellissimo tranz che tra l’altro aveva un cazzo da far invidia a chiunque.
Il suo bacio appassionato, durò qualche istante dopodiché torno a spampinare quel palo che comunque non aveva mai mollato con le mani. Tentai di tirarmi indietro, perché il mio intento era quello di andare a succhiare gli umori che uscivano dalla sua fica sbrodolante, ma lei non me lo permise. Stacco di nuovo la sua bocca dal cazzone per darmi un altro bacio, ma questa volta anziché venire lei con la bocca verso di me, mi prese da dietro la nuca e mi porto a se, cosi mi ritrovai a baciarla, con il cazzone del tranz che mi strusciava sulle guance. Poi, il bacio fini di nuovo, ma questa volta lei mantenne la presa dietro la mia nuca e continuando ad impugnare il cazzo del tranz lo diresse verso la mia bocca. Era che voleva condividere quel pompino con me. Lory a volte mi aveva chiesto di lubrificare i suoi vibratori con la mia bocca prima di piantarglieli in fica o nel culo, quindi pensai tra me e me: “che c’è di strano, è come leccare un vibratore” in’oltre, Eva mi piaceva moltissimo e l’avrei assecondata in tutto pur di scoparmela. Cominciare a leccarlo lentamente sulla punta, poi aprendo bene la bocca, me lo affondai in cola. Cazzo quanto era lungo e grosso. Cominciai a pompare, con la mano di Eva dietro la nuca che mi dava il ritmo giusto. Ogni tanto lo mettevo tutto in gola e poi mi fermavo continuando a leccarlo dall’interno con la lingua. Non era come leccare i vibratori di Lory, quel cazzo caldo e pulsante mi stava mettendo una strana eccitazione addosso. A volte lo sfilavo per condividerlo con Eva e mentre lei lo sbocchinava, io andavo a succhiargli la sacca delle palle, ma appena potevo me lo riprendevo in bocca per gustarmelo per bene. Durante queste godute di gola, Eva mi aveva sollevato la gonna fino alla vita e ora maneggiava con una mano il mio cazzo mentre con l’altra continuava a tenere quello del tranz. Travolto da queste nuove emozioni, non mi curai di Lory e Adamo che nel frattempo, avevano lasciato la loro postazione per mettersi dietro di noi. Me ne resi conto solo quando le mani di qualcuno (Lory o Adamo) cominciarono a palpeggiarmi le chiappe. Non mi girai neanche a controllare chi fosse, la cosa mi piaceva ed il piacere aumentò quando alle mani aggiunsero labbra e lingua. Baci che partendo dalla parte alta del mio fondoschiena, scesero attraverso il solco delle natiche fino a lambire il mio buchetto ormai sensibile e palpeggiante. Una lingua esperta mi stava umidificando e deflorando il culo. Intanto alla mano di Eva dietro la nuca, si era sostituita quella del tranz che ora mi faceva sbocchinare come solo le grandi troie sanno fare. Mi stavo godendo quelle molteplici sensazioni con mani e lingue che mi palpavano il luco in lungo e largo, certo che presto il tranz sarebbe esploso con il suo piacere nella mia bocca, quando d’improvviso sentii un dolore lancinante ed irresistibile provenire dal mio deretano. Con un balzo, mi tolsi da quella posizione sbraitando come un forsennato e vidi Adamo in ginocchio, con il suo cazzo tra le mani che mi guardava sbalordito. Lory, era con la testa nel culo di Eva, ma anche lei si blocco col mio urlo. Gli dissi: “ ma sei scemo” adamo con voce quasi spezzata rispose: “ scusami, non pensavo di farti male” ……..e di nuovo io: “MI farmi il culo per la prima volta e non pensi di farmi male?” …….e lui, guardando Lory, disse: “Loredana mi aveva detto che per te non era la prima volta”. A quel punto, mi venne un diavolo per capello. Capii che si erano accordati a mia insaputa per farmi la festa. Guardai Lory come a chiedermi chiarimenti, ma lei non ebbe neanche il coraggio di guardarmi negli occhi. Incazzato e dolorante, abbassai la gonna, recuperai i sandali e me ne andai lasciandoli li tutti e quattro imbambolati usando come saluto un bel ……Vaffanculo….
Il mio primo istinto fu quello di andarmene via dalla villa, ma poi, mi tornò in mente che i miei abiti maschili erano a casa di Loredana e non sarei di certo potuto tornare a casa mia (con i miei genitori) vestito in quel modo. Quindi, decisi di attendere che la puttana facesse i suoi comodi. Passando nella sala grande, mi diressi nuovamente verso le bottiglie del bar e pensai che un goccetto avrebbe attutito quel dolore al culo (che comunque si stava già attenuando). Attraversai la sala e mi riempii il bicchiere poi, sorseggiando, mi sedetti e ricomincia a guardarmi intorno. La sala non era più popolata come prima, probabilmente la casa era provvista di diverse camere da letto e quasi tutti dopo i preliminari avevano preferito rifugiarsi in stanze private. Non pensai che erano andati via perche comunque, il pavimento e i divani erano cosparsi di abiti. Era rimasta una coppia che parlottava animosamente (sembrava quasi che litigassero) mentre altre due coppie chiacchieravano tra loro. Una delle due coppie erano i due antichi romani, mentre l’altra aveva i costumi di Batman e Catwoman. In quello stato di rabbia, non mi resi conto che stavo fissando la patrizia romana (anche se in realtà, i miei pensieri erano ancora legati alla macchinazione di cui ero stato oggetto) e ad un certo punto, mi fece cenno di avvicinarmi. Mi guardai intorno per capire se ce l’aveva con me o con altri, ma non c’era nessuno quindi, su nuovo invito gestuale della patrizia, col mio bicchiere in mano, mi avvicinai andandomi a sedere vicino a lei. “Cosa fai li sola soletta” fu la sua frase. Io, quasi stizzito dal fatto che mi avessero preso per una donna, dissi:“sono un uomo, mascherato da donna, ma un uomo in tutti i sensi” ….lei, con un sorriso ammaliante e indicando le mie cosce disse: “su quello non avevamo dubbi …..si vede benissimo che sei un uomo”. D’istinto mi guardai anch’io tra le gambe e solo allora mi resi conto che la gonna, camminando, si era alzata di nuovo mettendo in mostra il mio cazzo non più rigido ma di apprezzabile lunghezza (quasi 20cm). Sorridendo cercai subito di coprirmi, ma lei mi bloccò dicendo: “sta’ tranquillo, qui nessuno ti denuncerà per atti osceni in luogo pubblico” e dicendo questo mi indico la coppia di fronte a noi. Solo allora mi resi conto che, la lei della coppia di super eroi, non stava facendo due chiacchiere seduta sulle ginocchia del compagno (come era sembrato a me a prima vista), ma era seduta e attraverso un’apertura del costume che aveva tra le cosce, si pompava il suo cazzo infilato nel culo e con la fica completamente aperta., mentre si intratteneva in dolce conversazione con l’altra coppia. A quel punto, sbigottito dalla scena, mi venne un’incontrollabile esclamazione “ cazzo ..... si sta’ impalando!!!”…. e la patrizia, col suo solito sorriso aggiunse “credo che questo sia il termine più appropriato” queste poche battute suscitarono una bella risata di gruppo che mi fece tornare il buon umore. Restai un po’ con loro a scherzare e far battute mentre la lei dell’altra coppia si continuava ad impalare, godendo oltre che per il cazzo in culo, anche dal fatto che noi la guardavamo con occhi famelici e vogliosi. Il mio cazzo si sveglio di nuovo emergendo con prepotenza da quel poco di tessuto che ancora lo copriva, ma di li a poco, subentro un altro problema. Cominciai a sentire l’esigenza di andare in bagno a svuotare la vescica, così chiesi ai miei nuovi amici se sapevano indicarmi il bagno, non ricordo chi dei 4, pensando forse che volevo andare a farmi una sega, mi disse che se volevo potevo masturbarmi davanti a loro senza problema, ma gli spiegai che era un’emergenza vescicale. La patrizia (che chiameremo Poppea, viste anche le dimensioni del suo seno) mi disse che mi avrebbe accompagnato perché anche lei aveva un’esigenza fisiologica. Alzandosi, si giro’ verso il trio e disse: “Scusate, noi donne andiamo a farci belle” la tipica frase che dicono le donne quando devono pisciare. Così ci allontanammo tenendoci per mano. Lei passo deciso e sicuro, io traballante come sempre e con la gonna che saliva sempre di più. Arrivati in bagno (anche se il mio desiderio di pisciare diventava incontrollabile) con galanteria lasciai il passo alla signora intenzionato a restar fuori fino a che non avesse finito. Lei tirandomi per mano entro portandomi dietro di se e dicendo che c’era posto per entrambi. Cosi dicendo, si posizionò vicino al bidet si tolse la tunica (che in realtà era un lungo abito bianco tenuto sul davanti da un’unica spilla) mettendo in mostra un corpo da capogiro. Reggiseno bianco che teneva su un paio di poppe enormi (probabilmente una quinta misura) sotto un paio di gambe lunghe e sode, mutandine di pizzo, anch’esse bianche. Le tolse, si sedette sul sanitario a gambe larghe girata in avanti, mettendo in mostra la sua fica completamente depilata. Poi mi invito ad utilizzare il WC che era al suo fianco a dimostrazione che si poteva fare la pipi insieme. Mi avvicinai, tirai sui fianchi la gonna, mettendo allo scoperto il mio cazzo che era ancora duro e prendendolo con una mano lo spinsi verso il basso, verso il centro del WC, il tutto sotto l’occhio attento della mia compagna di pisciata. Il suo sguardo mi inibiva, non riuscivo a lasciarmi andare, ma ad un certo punto, sentii e vidi il getto di pioggia dorata uscire dalle sue grandi labbra che le con due dita aveva divaricato. Questo per me fu sbloccante perché, subito dopo; dal mio cazzo usci un getto potentissimo che a malapena riuscivo ad indirizzare verso il water. Mentre ormai ero in preda di un’evacuazione senza freno, sentii lei che mi diceva: “wauuuuuuuuuu …………… quanta ne avevi, come hai fatto a resistere fin’ora?” Ripresomi dallo svuotamento vescicale ancora in atto, la guardai e vidi che aveva finito di pisciare ma con gli occhi incollati sul mio cazzo se la stava toccando o sciacquando visto che adesso erano aperti i getti d’acqua del bidè. Il mio getto stava terminando, ma il tipico sgrullamento (con lei a due passi) non mi sembrava appropriato. Così, pensando ad alta voce dissi “ora me lo lavo” e dicendo questo mi girai verso di lei per dirigermi al lavandino che era oltre la sua postazione. Lei, con mossa fulminea, me lo impugno e guardandomi disse “posso lavartelo io se vuoi” e dicendo questo mi tiro a se portandosi la punta del mio cazzo all’altezza della bocca. Mentre con una mano continuava a tenerlo bene in pugno, con l’altra (bagnata e più fredda) andò a palpeggiarmi la sacca dei coglioni. Questo mi provocò delle involontarie contrazioni muscolari e l’urina che avrei dovuto espellere con lo sgrullamento o con il lavaggio, inevitabilmente schizzo sul suo viso e sulla sua bocca semiaperta. Anziché scostarsi lei mi guardo e disse “porco, questa l’avevi lasciata per me”, e palpeggiando ancora le palle direzionando il cazzo verso la sua bocca aperta “fallo ancora, pisciami in bocca, maiale”. Purtroppo la accontentai solo con un paio di schizzi ancora che lei ingoio come fosse un nettare saporito (l’avessi saputo prima di pisciare, l’avrei affogata). Sentendo che il suo nettare afrodisiaco era terminato comincio a leccarmi e succhiarmi il cazzo con una bravura ed una foga mai provata, dandomi sensazioni di grande godimento. Mentre con una mano lo teneva ben saldo e a volte la usava per smanettarmi, l’altra passava dalla sua fica (che ora sicuramente si ditalinava) alle mie palle ed a volte con le dita andava oltre la sacca delle palle a cercare il mio buchino ormai non più dolorante ma di nuovo sensibile e pulsante. D’improvviso sento chiudere la porta alle mie spalle. Era il centurione che, era entrato silenziosamente e senza ostacoli, visto che nella foga di pisciare avevo dimenticato di chiudere la porta. Con espressione compiacente disse “ecco perche non tornavate ….. altro che farvi belle” vedendo la mia faccia sorpresa disse ancora “ visto che mia moglie ti sta’ spampinando, il minimo che possa fare è unirmi al gioco” e dicendo questo si avvicino a noi, mettendosi al mio fianco. Guardando dall’alto in basso la moglie che continuava a spampinarmi senza problemi, venne l’immancabile tastata al mio culo. Come biasimarlo, per facilitargli il lavoro di dita sul mio buchino di Poppea, avevo divaricato un po’ le gambe, appoggiando le mani contro il muro e visto che avevo ancora i tacchi il mio fondoschiena aveva un aspetto assolutamente irresistibile. Lo lasciai fare, la cosa non mi dispiaceva ….anzi, sapere che ero oggetto di desiderio di un altro uomo cominciava a darmi un certo piacere. La moglie staccando la sua bocca dal mio cazzo e rivolgendosi a lui disse “ tesoro, questo cazzo è stupendo …..vieni, leccalo anche tu”. Lui senza farsi pregare, si piegò in avanti e se lo infilo tutto in bocca, cominciando a succhiare come un ossesso, poi con la mano che aveva ancora sulla mia chiappa comincio a spingermi verso di lui, trasformando il pompino in una scopata in bocca. Dopo pochi istanti, si alzo e armeggiando sui suoi abiti da centurione, si tolse tutto quello che aveva indosso restando con i soli sandali. Aveva un cazzo a banana, rivolto verso l’alto, completamente eretto e scappellato. Niente di eccezionale ma strano e comunque un bel cazzo. Si avvicino di nuovo a noi, ora la moglie comincio ad alternare i due cazzi nella sua bocca mentre lui nuovamente con la sua mano sul mio culo, con l’unica differenza che ora le sue dita andavano nella parte più interna del solco fino a lambire e violare il mio buchetto che era ormai lubrificato, anche dall’opera di Poppea che spesso l’aveva massaggiato con la mano bagnata. Mentre Poppea si sollazzava i due cazzi, io ero attratto da quello del marito, avevo una voglia irresistibile di prenderglielo tra le mani e visto che lei quando aveva il mio in bocca, l’altro si limitava a tenerlo fermo nel suo pugno, approfittai di questo e lo impugnai. Lei me lo lascio completamente ed io cominciai a segarlo lentamente tentando di abbassarlo vista la sua anomala direzione, costatandone la notevole durezza. A lui questo piacque e le sue dito che già in parte aveva violato l’orifizio divento più penetrativo e si raddoppio. Ad ogni affondo delle sue dita corrispondeva un mio mugolio con affondo del mio cazzo nella gola di Poppea ed una stretta incontrollata del suo cazzo nelle mie mani. Non so se tutto questo fu interpretato come un invito ad andare oltre o se fu veramente un incondizionato invito trasmesso dal mio corpo. Stà di fatto che lui, si tolse da quella posizione mettendosi dietro di me. Sentii la punta del suo cazzo che strusciava in su e in giu il solco delle mie chiappe soffermandosi poi sul buco, una leggera pressione e poi di nuovo su e giù sul solco. Questa volta non avrei fatto nessuna resistenza, non solo, mi appoggia nuovamente con le mani sul muro inarcando il mio bacino all’indietro. Poppea, spampinava come una forsennata, ciò che stava accadendo eccitava anche lei. Con le dita della mano bagnata dai suoi umori vaginali andò nuovamente sotto i mie testicoli fino ad inumidirmi nuovamente il buco, mi allargò ancor di più le natiche con entrambe le mani e spostò la testa da un lato per vedere meglio ciò che accadeva dietro di me. Sentii la sua punta appoggiarsi sul mio culo …… ero irrigidito, il dolore di prima mi aveva traumatizzato e gli chiesi di fare piano perche era la prima volta. Lui fece una leggera pressione, sentii il mio sfintere allargarsi per far entrare la cappella. Nessun dolore, poi ancora un po’, pochi centimetri, ora cominciavo a provare piacere. Era entrato quasi per meta, sembrava non voler andare avanti, ma io ora lo volevo sentire tutto dentro cosi, un colpo di reni all’indietro e me lo ficcai tutto nel culo. Non riuscii a trattenere un’esclamazione “cazzo …. che bello nel culo”. A queste parole, Poppea mi riprese il cazzo in bocca pompando come una forsennata e lui comincio a pomparmi nel culo. Ad ogni affondo sentivo sensazioni come piccole scariche elettriche che mi percorrevano tutto il corpo fino ad arrivare al cervello. Andò avanti cosi per non so quanto, ma le gambe ( per la goduria o chissà per quale motivo) cominciavano a tremarmi. Cosi ci fermammo per cercare un’altra posizione più comoda. Poppea non si fece pregare e subito si sdraio sul tappeto del bagno, allargando le gambe ed invogliandomi a fare il 69. Mi inginocchiai sulla sua faccia. Lui era li di fianco a me, che si smanettava attendendo che prendessimo posizione. Gli presi il cazzo con una mano e lo portai alla mia bocca. Sapeva del mio culo, ma non era sgradevole. Comincia a leccarlo e spampinarlo, nel frattempo Poppea mi leccava il buco del culo ormai sverginato, mentre il mio cazzo sballottava tra le sue tette enormi. Poi lasciai il cazzo per passare alla sua fica, palpitante, sbrodolante, saporita. Infilai la faccia tra le sue grandi labbra e cominciai a succhiare quel nettare divino. Lei si agitava e mugolava, sicuramente aveva già goduto mentre si godeva la mia inculata. Con le braccia gli tenevo allargate le gambe e le mani le usavo per allargagli la fica, poi passai al suo culetto che era talmente piccolo da sembrare inviolato, ma appena ci infilai una/due dita, mi resi conto dai suoi mugolii di piacere e dall’elasticità dell’anello, che di cazzi ce ne erano passati molti. Mentre mettevo in atto le mie capacità linguistiche su di lei, sento il marito che appoggia le sue mani sui miei fianchi. La Punta del suo uccello di nuovo sul buco. Questa volta senza esitazioni, di nuovo tutto dentro e di nuovo quelle scariche elettriche che mi facevano vibrare ad ogni affondo. Poppea continuava a succhiare alternativamente il mio cazzo le mie palle, quelle del marito ed il suo cazzo, quando lo faceva uscire dal mio culo per lubrificarlo nuovamente. Questo andò avanti per un po’ poi chiesi di prendere un’altra posizione. Ormai la mia troiaggine era incontrollabile, cosi come lo era la mia fantasia. Feci sdraiare il centurione in terra e mi sedetti sul suo cazzo. Questa volta ero io a dirigere il gioco e la cosa mi piaceva, anche se a volte lui, sostenendomi dalle chiappe, cominciava a stantuffarmi velocemente quasi a farmi impazzire. Poppea si era esclusa da quella posizione ma tenendosi a distanza ravvicinata ci guardava e si masturbava fica e tette. Io avevo il cazzo durissimo che sembrava sempre pronto alla sborrata, ma non so come fino a quel momento non era avvenuta. Feci cenno a Poppea di avvicinarsi mentre continuavo ad agitarmi con quel cazzo che mi esplorava il culo. Lei mi stampo un bacio in bocca e poi mi sussurrò “vuoi sborrarmi in bocca”, io gli risposi “no, prima voglio incularti”…. mi rifilò un altro bacio ispezionando con la sua lingua tutta la mia bocca. Poi, dandomi la schiena, si accovaccio sul mio cazzo puntandoselo sul culo. Se lo fece entrare tutto fino alle palle con leggeri mugolii, io avvolgendogli le braccia intorno mi aggrappai alle sue tette, palpando e stringendogli i capezzoli, Lei comincio un su e giù lento ma continuo, palpandomi con una mano le palle, e quelle del marito che ora era immobile ma sempre col cazzo ben piantato nel mio culo. Non so se fu la sua bravura, il suo culo stretto e palpitante, il cazzo del marito che me lo sentivo fino al cervello, sta’ di fatto che sentii che stavo per sborrare. Tra i vari mugolii di piacere, rivelai questa imminente esplosione, lei subito si tolse da sopra il mio cazzo andando ad abboccarlo. smanettava sempre più velocemente inoltre il marito aveva ricominciato a muoversi (seppur lentamente) dentro il mio culo. Sentivo muscoli e nervi tesi come corde di violino ed ora quelle contrazioni mi facevano sentire ancor di più il cazzo che avevo nel culo. Infine, esplosi nella sua bocca. Un’eruzione vulcanica, un’inondazione di sperma che neanche lei riusci a trattenere in bocca facendomelo colare sull’asta e sulle palle. Lei continuava a succhiare e ad ingoiare, io continuavo ad avere quei sussulti scomposti ed incontrollabili, sussulti che stavano mettendo a dura prova il mio resistentissimo gladiatore. Difatti lo sentii ansimare ed accelerare le battute. Feci appena in tempo a sfilarmi dal suo cazzo e mettendomi da un lato glielo presi tra le mani con l’intento di aiutarlo a sborrare con la bocca. Ma Poppea fu più veloce di me nell’abboccarlo, mi accontentai di smanettar glielo mentre lei ingurgitava tutto il suo sperma. Quando fini di sborrare, mi avvicinai con la bocca e poppea mi lasciò aiutarla a ripuliglielo con la lingua. Dopo di questo mi stampo un bacio in bocca e mi resi conto che buona parte della sborra del marito ( e probabilmente anche della mia) non era stata ingoiata. Con quel bacio me la passo in un a mescola di saliva e liquido biancastro. Un sapore aspro ma eccitante. Quella fu la prima e unica volta che assaggiai della sborra che non era la mia e probabilmente, se di li a poco non fosse scoppiata l’epidemia dell’AIDS, lo avrei fatto ancora, perche quel sapore di godimento maschile fu la ciliegina sulla torta che concluse quella splendida ed indimenticabile avventura sessuale.
Dopo esserci ripresi, mentre loro si ricomponevano, approfittai del luogo in cui eravamo per ripulirmi dai residui di sborra appiccicosa sulle mie palle e per rinfrescarmi il buchetto che ora cominciava a bruciarmi un po’. Quella splendida donna che era stata l’artefice della stupenda esperienza, mi si avvicino e dandomi l’ennesimo bacio appassionato, mi chiese se mi era piaciuto. Io risposi “infinitamente bello, però vorrei che restasse un nostro segreto” (finita l’eccitazione trasgressiva, i tabù e le inibizioni riprendevano il sopravvento). Loro annuirono con un sorriso ed uscirono dal bagno io continuai a sciacquarmi il culo ancora per qualche minuto, poi asciugatomi e dopo aver ripreso un aspetto presentabile uscii dirigendomi verso la grande sala.
Vidi Lory, su un divano che chiacchierava con alcuni ospiti, quando mi vide fece un sorriso a 52 denti e subito corse da me. Mi chiese se ero ancora arrabbiato con lei. Gli dissi di no, allora mi rifilo un languido bacio in bocca e riconobbi il sapore aspro della sborra mescolato a succo di fica. Anche lei se l’era goduta.
Restammo ancora un po’ a parlare con altri ospiti. Pian piano la sala tornava alla sua pienezza iniziale. Segno che tutti tornavano dalle grandi fatiche. Al ritorno in macchina, mi chiese cosa avevo fatto in tutto quel tempo. Io gli dissi che ero stato a scopare con una coppia, ma non ebbi il coraggio di rivelargli che con quella coppia, avevo fatto ciò che mi ero rifiutato di fare con lei e con i suoi amici. In macchina (forse per farsi ulteriormente perdonare), la mia insaziabile amante, comincio a carezzarmi, baciarmi e massaggiarmi il cazzo, che come al solito sbucava per meta dalla gonna. Approfittai dei suoi sensi di colpa per proporgli un incontro a tre con una sua amica (lesbica) che a me andava a sangue, lei accetto. Arrivati a casa ci buttammo sul letto per concludere la serata con una bella scopata, ma volle farmi tenere i vestiti femminili, sandali compresi, per tutta la scopata.
Oggi sono un uomo di quasi 50anni, passati per meta con una donna che, seppur bella, sensuale, intelligente, ottima moglie e madre dei miei figli, è esattamente l’opposto di Lory. Manca di fantasia trasgressiva, iniziativa e limitati gusti sessuali. Che in parole povere significa “noia coniugale”.
Io invece, ero e resto un depravato che si lascia trasportare dalle sensazioni senza limiti, forti e appaganti. E’ per questo che sto’ rincorrendo il sogno di rivivere quell’avventura o avventure nuove ma goduriose come quella. Chi è interessato ad approfondire il discorso può scrivermi a eros.alexander@yahoo.it , sono certo che anche solo lo scambio di idee può essere fruttifero. Tanti baci a tutti i lettori ……..dove più vi fanno godere.
Avevo poco più di 20anni. In quel periodo frequentavo Loredana, 30enne separata, affamata di cazzo ma soprattutto di situazioni trasgressive e per certi versi, depravate. Grazie a lei, avevo scoperto l’esistenza di club privè, parcheggi o luoghi adibiti ad incontri esclusivamente sessuali. Ospite tante volte nella sua casa, mi aveva, durante le svariate scopate, mi aveva mostrato la sua fornitissima videoteca porno, nonché la sua collezione di cazzi finti e vibratori d’ogni genere e dimensione, confidandomi che oltre ad usarli su se stessa, in alcune occasioni, li aveva usati con qualche amica con tendenze (come lei) bisessuali.
A volte, questi membri erano entrati a far parte dei nostri giochi di coppia. Spesso utilizzandoli su di lei per doppie penetrazioni o leccata di fica con paletto nel culo. Ma a volte, su di me perche lei amava stuzzicare il mio buchetto con dita o vibratori mentre mi spampinava. Cosa che ovviamente, a me non dispiaceva affatto. Una sera nel periodo di carnevale mi disse: “Domani sera andiamo ad una festa in maschera da alcuni miei amici, ma vorrei che tu ti vestissi da donna”. Essendo carnevale non ci vedevo nulla di strano, quindi accettai, assegnando a lei il compito di trovarmi gli indumenti adatti ……..io non avrei saputo ne dove ne cosa cercare e vista la mia stazza (1,87x85kg circa) non era neanche molto facile.
La sera successiva prima di andare alla festa, passai a casa sua per la mascherata. Devo ammettere che fu efficientissima. Sul suo letto c’erano autoreggenti nere, una mutandina a tanga e un abito anch’esso nero, un paio di sandali con tacco, che sicuramente gli aveva prestato qualche amica perche erano quasi della mia misura (porto il 44) mentre lei al massimo aveva un 38. Prima passo ai capelli (allora li avevo lunghi col codino, tipo Baggio). Gli basto scioglierli, coccolarli un po’ con la sua arriccia capelli elettrica, per ritrovarmi una chioma vaporosa e femminile. Poi passo al trucco. Non eccessivo, non volgare. Un po’ di matita sugli occhi e rossetto. Poi passammo alla vestizione. Indossare le calze fu facile, erano elastiche e mi arrivarono tranquillamente più su di meta coscia, si intravedevano i peli delle gambe schiacciati dal tessuto, ma poco male. In fin dei conti era solo un travestimento goliardico. I problemi si presentarono al momento di indossare il tanga. Era stretto ed il triangolo di stoffa anteriore era talmente limitato che sia le palle che meta cazzo (anche se a riposo) uscivano fuori dai bordi. Proposi di lasciare sotto i miei box, ma lei decise era meglio senza mutande che dei box (oltretutto bianchi) che avrebbero potuto vedersi (poi capii) dalla trasparenza del vestito. Quindi, venne il momento di indossare il vestito. Una specie di abitino elastico (a tubo) che a malapena copriva il bordo ricamato delle autoreggenti, chiuso sul davanti e con una scollatura da capogiro sul didietro, naturalmente ne finto seno, ne tantomeno il reggiseno. Poi salii sui tacchi ….. provai a fare qualche passo di prova, traballando arrivai fino allo specchio dell’armadio e ammetto che vidi un pezzo di fica da paura. Altissima, gambe lunghe e con un culetto all’in su (merito dei tacchi) veramente invitante. Unico problema, il vestito camminando, vista la sua elasticità, tendeva a salire superando anche l’orlo ricamato delle calze. Quelle calze, il pisello dondolante tra le gambe, l’aria fresca che mi saliva tra le cosce, quell’aspetto da gran fica …….. un’insieme di sensazioni che mi mettevano a disagio ma allo stesso tempo mi davano una certa eccitazione. Lei, indossava una tuta da meccanico con tanto di chiazze d’olio sopra, ma sotto (conoscendo le sue debolezze) sapevo che indossava il meglio della sua collezione di indumenti intimi. Conciati in quel modo partimmo per il luogo della festa anche se in macchina, fui costretto a togliere i sandali perche non riuscivo a guidare.
Per tutto il viaggio tentai di avere ulteriori informazioni in merito alla festa (chi erano gli amici che l’avevano organizzata, chi erano i partecipanti, che tipo di ambiente avremmo trovato, ecc.), ma lei, escluso l’indirizzo, volle tenere per se tutte le informazioni dicendomi che era una sorpresa.
Dopo circa mezz’ora. Era una villa isolata nella vegetazione. Dall’aspetto della villa, dal tipo di auto che erano già parcheggiate e dal numero, ebbi l’impressione che gli invitati erano molti e di alto ceto sociale.
Ci accolse, una bella donna di mezza età, poi ci raggiunse un lui sui 50anni ma di bell’aspetto (i padroni di casa) entrambi salutarono Lory, molto affettuosamente a dimostrazione che erano “molto” amici (poi seppi che più volte, lei li aveva incontrati per giochi sessuali). Erano vestiti “si fa per dire” come Adamo ed Eva (questi sono i nomi con cui, per ovvi motivi, li chiamerò per il resto del racconto). Eva, con una foglia di fico che gli copriva solo l’inguine tenuta su da un filetto interdentale che gli passava sui fianchi fin dietro e poi giù tra le natiche completamente nude, altre due foglie tenute allo stesso modo che a malapena gli coprivano i capezzoli mostrando un’abbondante seno. Adamo, allo stesso modo ma senza foglie sul seno, naturalmente. Quello mi bastò per capire che non ero finito in una festa noiosa e pudica.
Ci guidarono nella direzione da cui veniva il vocio, io ero distratto perche i miei occhi si erano piantati sul culo di Eva che camminando davanti a me, metteva bene in mostra. Appena raggiunta la sala non potei fare a meno di restare paralizzato da ciò che vidi. Due donne già seminude che ballavano tra di loro in mezzo alla sala. In realtà più che ballare, stavano offrendo un’eccitantissima pomiciata lesbo agli occhi dei presenti tutt’intorno; uomini e donne, che seduti sui divani e poltrone o in piedi si godevano lo spettacolo. Molti di loro erano in costume: sultano e odalisca, pirati, moschettieri, nazisti (parliamo sempre di maschere), veneziani del 600, preti e suore, infermiera e paziente, centurione e patrizia romana e non mancavano altri maschietti vestiti da donna …. ma a detta di Lory, meno attraenti di me. Insomma, ce n’era per tutti i gusti..
Adamo, ci invito a bere un drink. Idea stupenda, se non fosse stato per il fatto che il banco bar si trovava all’opposto della stanza in cui eravamo noi quindi, dovevamo attraversare la sala davanti a tutta quella gente. Loredana non si fece pregare ed io a malincuore li seguii, traballante sui miei tacchi, continuando ad abbassare la gonna che ad ogni passo saliva sempre più su. Durante la traversata infinita ebbi la sensazione che tutti guardassero me, un imbarazzo indescrivibile. Dopo il primo drink, mi feci forza e tentai di prendere un atteggiamento più disinvolto. Mentre le ragazze in centro, ormai nude e messe a 69, erano passate dalla pomiciata ad una vera lesbicata, notai che nei vari divani e/o angoli della stanza, coppie o gruppetti, cominciavano a darsi da fare tra pomiciate, succhiate di tette di fiche e di cazzi. La mia Lory, si era soffermata a parlare con Adamo ed Eva e con una donna molto attraente che stranamente indossava abiti normali (seppur succinti e provocanti). Io restai vicino al bar per un po’ a gustarmi il secondo drink guardando le lesbiche centrali che ora erano contorniate da altri uomini e donne che, con carezze e baci, si stavano unendo a loro per un gioco di gruppo. A dir il vero, mi stavo eccitando e la punta del mio cazzo che già si faceva sentire tra le cosce, cominciava a fare capolino da sotto la gonna.
Mentre ero distratto a godermi il mucchio selvaggio, eccoti Lory che prendendomi per mano, mi invita a seguirla. Uscimmo dalla grande sala, salimmo una rampa di scale e lei (ovvio che già conosceva benissimo la casa) aprì una porta e ci ritrovammo in una camera da letto con luci soffuse. In piedi, sul bordo del letto, c’era Adamo che, perduta la foglia di fico, sta infilando il suo cazzo in bocca alla donna non in maschera, seduta sul bordo a gambe larghe e con la testa di Eva tra le sue gambe, in ginocchio davanti a lei. Ora il suo culo a pecorina era ancora più bello ed invitante di quando mi ancheggiava camminando davanti. Il filetto di stoffa che aveva tra le natiche non riusciva neanche a coprire il suo buchetto di culo e scendendo andava a scomparire tra le grandi labbra della sua fica. Lory, in un istante, si tolse la tuta che mascherava il suo corpo e, come avevo immaginato, mise in mostra il suo corpo stupendo coperto solo da un corpetto rosso da cui emergevano le sue stupende tette con i capezzoli già duri e rigidi ed un mini tanga rosso e nero che copriva a malapena la sua fica, mettendo comunque in evidenza le sue splendide chiappe. Mi rifilò un bacio con la lingua che frugava nella mia bocca mentre con una mano alzo la mia gonna sul davanti e prese in mano il mio cazzo che ormai pressava sul tessuto. Mi smanetto per qualche istante mentre io gli palpeggiavo il culo, poi si stacco dicendomi “andiamoci a divertire anche noi”. Andò dritta a succhiarsi il cazzo di Adamo condividendo con la donna baci e leccate. Io mi dedicai alla schiena della mia bella Eva, prima con carezze e poi con baci, spostando le carezze sulle sue natiche. Con la mano seguii il solco di esse soffermandomi sul buchino lievemente per poi scendere fino alle grandi labbra. Le mie dita s’intrufolarono in quella stupenda apertura, imbrattandosi subito di liquido vaginale che usciva a fiotti da quella fica eccitata. Mentre giocavo con la sua fica, con le labbra andai a cercare il suo collo. Lei gradendo il mio trattamento si stacco da quella che era la sua attività orale per baciarmi sulla bocca e solo allora capii che in realtà, non stava leccando una fica ma succhiando un cazzo eretto e nodoso di notevoli dimensioni. La donna in realtà era un tranz, un bellissimo tranz che tra l’altro aveva un cazzo da far invidia a chiunque.
Il suo bacio appassionato, durò qualche istante dopodiché torno a spampinare quel palo che comunque non aveva mai mollato con le mani. Tentai di tirarmi indietro, perché il mio intento era quello di andare a succhiare gli umori che uscivano dalla sua fica sbrodolante, ma lei non me lo permise. Stacco di nuovo la sua bocca dal cazzone per darmi un altro bacio, ma questa volta anziché venire lei con la bocca verso di me, mi prese da dietro la nuca e mi porto a se, cosi mi ritrovai a baciarla, con il cazzone del tranz che mi strusciava sulle guance. Poi, il bacio fini di nuovo, ma questa volta lei mantenne la presa dietro la mia nuca e continuando ad impugnare il cazzo del tranz lo diresse verso la mia bocca. Era che voleva condividere quel pompino con me. Lory a volte mi aveva chiesto di lubrificare i suoi vibratori con la mia bocca prima di piantarglieli in fica o nel culo, quindi pensai tra me e me: “che c’è di strano, è come leccare un vibratore” in’oltre, Eva mi piaceva moltissimo e l’avrei assecondata in tutto pur di scoparmela. Cominciare a leccarlo lentamente sulla punta, poi aprendo bene la bocca, me lo affondai in cola. Cazzo quanto era lungo e grosso. Cominciai a pompare, con la mano di Eva dietro la nuca che mi dava il ritmo giusto. Ogni tanto lo mettevo tutto in gola e poi mi fermavo continuando a leccarlo dall’interno con la lingua. Non era come leccare i vibratori di Lory, quel cazzo caldo e pulsante mi stava mettendo una strana eccitazione addosso. A volte lo sfilavo per condividerlo con Eva e mentre lei lo sbocchinava, io andavo a succhiargli la sacca delle palle, ma appena potevo me lo riprendevo in bocca per gustarmelo per bene. Durante queste godute di gola, Eva mi aveva sollevato la gonna fino alla vita e ora maneggiava con una mano il mio cazzo mentre con l’altra continuava a tenere quello del tranz. Travolto da queste nuove emozioni, non mi curai di Lory e Adamo che nel frattempo, avevano lasciato la loro postazione per mettersi dietro di noi. Me ne resi conto solo quando le mani di qualcuno (Lory o Adamo) cominciarono a palpeggiarmi le chiappe. Non mi girai neanche a controllare chi fosse, la cosa mi piaceva ed il piacere aumentò quando alle mani aggiunsero labbra e lingua. Baci che partendo dalla parte alta del mio fondoschiena, scesero attraverso il solco delle natiche fino a lambire il mio buchetto ormai sensibile e palpeggiante. Una lingua esperta mi stava umidificando e deflorando il culo. Intanto alla mano di Eva dietro la nuca, si era sostituita quella del tranz che ora mi faceva sbocchinare come solo le grandi troie sanno fare. Mi stavo godendo quelle molteplici sensazioni con mani e lingue che mi palpavano il luco in lungo e largo, certo che presto il tranz sarebbe esploso con il suo piacere nella mia bocca, quando d’improvviso sentii un dolore lancinante ed irresistibile provenire dal mio deretano. Con un balzo, mi tolsi da quella posizione sbraitando come un forsennato e vidi Adamo in ginocchio, con il suo cazzo tra le mani che mi guardava sbalordito. Lory, era con la testa nel culo di Eva, ma anche lei si blocco col mio urlo. Gli dissi: “ ma sei scemo” adamo con voce quasi spezzata rispose: “ scusami, non pensavo di farti male” ……..e di nuovo io: “MI farmi il culo per la prima volta e non pensi di farmi male?” …….e lui, guardando Lory, disse: “Loredana mi aveva detto che per te non era la prima volta”. A quel punto, mi venne un diavolo per capello. Capii che si erano accordati a mia insaputa per farmi la festa. Guardai Lory come a chiedermi chiarimenti, ma lei non ebbe neanche il coraggio di guardarmi negli occhi. Incazzato e dolorante, abbassai la gonna, recuperai i sandali e me ne andai lasciandoli li tutti e quattro imbambolati usando come saluto un bel ……Vaffanculo….
Il mio primo istinto fu quello di andarmene via dalla villa, ma poi, mi tornò in mente che i miei abiti maschili erano a casa di Loredana e non sarei di certo potuto tornare a casa mia (con i miei genitori) vestito in quel modo. Quindi, decisi di attendere che la puttana facesse i suoi comodi. Passando nella sala grande, mi diressi nuovamente verso le bottiglie del bar e pensai che un goccetto avrebbe attutito quel dolore al culo (che comunque si stava già attenuando). Attraversai la sala e mi riempii il bicchiere poi, sorseggiando, mi sedetti e ricomincia a guardarmi intorno. La sala non era più popolata come prima, probabilmente la casa era provvista di diverse camere da letto e quasi tutti dopo i preliminari avevano preferito rifugiarsi in stanze private. Non pensai che erano andati via perche comunque, il pavimento e i divani erano cosparsi di abiti. Era rimasta una coppia che parlottava animosamente (sembrava quasi che litigassero) mentre altre due coppie chiacchieravano tra loro. Una delle due coppie erano i due antichi romani, mentre l’altra aveva i costumi di Batman e Catwoman. In quello stato di rabbia, non mi resi conto che stavo fissando la patrizia romana (anche se in realtà, i miei pensieri erano ancora legati alla macchinazione di cui ero stato oggetto) e ad un certo punto, mi fece cenno di avvicinarmi. Mi guardai intorno per capire se ce l’aveva con me o con altri, ma non c’era nessuno quindi, su nuovo invito gestuale della patrizia, col mio bicchiere in mano, mi avvicinai andandomi a sedere vicino a lei. “Cosa fai li sola soletta” fu la sua frase. Io, quasi stizzito dal fatto che mi avessero preso per una donna, dissi:“sono un uomo, mascherato da donna, ma un uomo in tutti i sensi” ….lei, con un sorriso ammaliante e indicando le mie cosce disse: “su quello non avevamo dubbi …..si vede benissimo che sei un uomo”. D’istinto mi guardai anch’io tra le gambe e solo allora mi resi conto che la gonna, camminando, si era alzata di nuovo mettendo in mostra il mio cazzo non più rigido ma di apprezzabile lunghezza (quasi 20cm). Sorridendo cercai subito di coprirmi, ma lei mi bloccò dicendo: “sta’ tranquillo, qui nessuno ti denuncerà per atti osceni in luogo pubblico” e dicendo questo mi indico la coppia di fronte a noi. Solo allora mi resi conto che, la lei della coppia di super eroi, non stava facendo due chiacchiere seduta sulle ginocchia del compagno (come era sembrato a me a prima vista), ma era seduta e attraverso un’apertura del costume che aveva tra le cosce, si pompava il suo cazzo infilato nel culo e con la fica completamente aperta., mentre si intratteneva in dolce conversazione con l’altra coppia. A quel punto, sbigottito dalla scena, mi venne un’incontrollabile esclamazione “ cazzo ..... si sta’ impalando!!!”…. e la patrizia, col suo solito sorriso aggiunse “credo che questo sia il termine più appropriato” queste poche battute suscitarono una bella risata di gruppo che mi fece tornare il buon umore. Restai un po’ con loro a scherzare e far battute mentre la lei dell’altra coppia si continuava ad impalare, godendo oltre che per il cazzo in culo, anche dal fatto che noi la guardavamo con occhi famelici e vogliosi. Il mio cazzo si sveglio di nuovo emergendo con prepotenza da quel poco di tessuto che ancora lo copriva, ma di li a poco, subentro un altro problema. Cominciai a sentire l’esigenza di andare in bagno a svuotare la vescica, così chiesi ai miei nuovi amici se sapevano indicarmi il bagno, non ricordo chi dei 4, pensando forse che volevo andare a farmi una sega, mi disse che se volevo potevo masturbarmi davanti a loro senza problema, ma gli spiegai che era un’emergenza vescicale. La patrizia (che chiameremo Poppea, viste anche le dimensioni del suo seno) mi disse che mi avrebbe accompagnato perché anche lei aveva un’esigenza fisiologica. Alzandosi, si giro’ verso il trio e disse: “Scusate, noi donne andiamo a farci belle” la tipica frase che dicono le donne quando devono pisciare. Così ci allontanammo tenendoci per mano. Lei passo deciso e sicuro, io traballante come sempre e con la gonna che saliva sempre di più. Arrivati in bagno (anche se il mio desiderio di pisciare diventava incontrollabile) con galanteria lasciai il passo alla signora intenzionato a restar fuori fino a che non avesse finito. Lei tirandomi per mano entro portandomi dietro di se e dicendo che c’era posto per entrambi. Cosi dicendo, si posizionò vicino al bidet si tolse la tunica (che in realtà era un lungo abito bianco tenuto sul davanti da un’unica spilla) mettendo in mostra un corpo da capogiro. Reggiseno bianco che teneva su un paio di poppe enormi (probabilmente una quinta misura) sotto un paio di gambe lunghe e sode, mutandine di pizzo, anch’esse bianche. Le tolse, si sedette sul sanitario a gambe larghe girata in avanti, mettendo in mostra la sua fica completamente depilata. Poi mi invito ad utilizzare il WC che era al suo fianco a dimostrazione che si poteva fare la pipi insieme. Mi avvicinai, tirai sui fianchi la gonna, mettendo allo scoperto il mio cazzo che era ancora duro e prendendolo con una mano lo spinsi verso il basso, verso il centro del WC, il tutto sotto l’occhio attento della mia compagna di pisciata. Il suo sguardo mi inibiva, non riuscivo a lasciarmi andare, ma ad un certo punto, sentii e vidi il getto di pioggia dorata uscire dalle sue grandi labbra che le con due dita aveva divaricato. Questo per me fu sbloccante perché, subito dopo; dal mio cazzo usci un getto potentissimo che a malapena riuscivo ad indirizzare verso il water. Mentre ormai ero in preda di un’evacuazione senza freno, sentii lei che mi diceva: “wauuuuuuuuuu …………… quanta ne avevi, come hai fatto a resistere fin’ora?” Ripresomi dallo svuotamento vescicale ancora in atto, la guardai e vidi che aveva finito di pisciare ma con gli occhi incollati sul mio cazzo se la stava toccando o sciacquando visto che adesso erano aperti i getti d’acqua del bidè. Il mio getto stava terminando, ma il tipico sgrullamento (con lei a due passi) non mi sembrava appropriato. Così, pensando ad alta voce dissi “ora me lo lavo” e dicendo questo mi girai verso di lei per dirigermi al lavandino che era oltre la sua postazione. Lei, con mossa fulminea, me lo impugno e guardandomi disse “posso lavartelo io se vuoi” e dicendo questo mi tiro a se portandosi la punta del mio cazzo all’altezza della bocca. Mentre con una mano continuava a tenerlo bene in pugno, con l’altra (bagnata e più fredda) andò a palpeggiarmi la sacca dei coglioni. Questo mi provocò delle involontarie contrazioni muscolari e l’urina che avrei dovuto espellere con lo sgrullamento o con il lavaggio, inevitabilmente schizzo sul suo viso e sulla sua bocca semiaperta. Anziché scostarsi lei mi guardo e disse “porco, questa l’avevi lasciata per me”, e palpeggiando ancora le palle direzionando il cazzo verso la sua bocca aperta “fallo ancora, pisciami in bocca, maiale”. Purtroppo la accontentai solo con un paio di schizzi ancora che lei ingoio come fosse un nettare saporito (l’avessi saputo prima di pisciare, l’avrei affogata). Sentendo che il suo nettare afrodisiaco era terminato comincio a leccarmi e succhiarmi il cazzo con una bravura ed una foga mai provata, dandomi sensazioni di grande godimento. Mentre con una mano lo teneva ben saldo e a volte la usava per smanettarmi, l’altra passava dalla sua fica (che ora sicuramente si ditalinava) alle mie palle ed a volte con le dita andava oltre la sacca delle palle a cercare il mio buchino ormai non più dolorante ma di nuovo sensibile e pulsante. D’improvviso sento chiudere la porta alle mie spalle. Era il centurione che, era entrato silenziosamente e senza ostacoli, visto che nella foga di pisciare avevo dimenticato di chiudere la porta. Con espressione compiacente disse “ecco perche non tornavate ….. altro che farvi belle” vedendo la mia faccia sorpresa disse ancora “ visto che mia moglie ti sta’ spampinando, il minimo che possa fare è unirmi al gioco” e dicendo questo si avvicino a noi, mettendosi al mio fianco. Guardando dall’alto in basso la moglie che continuava a spampinarmi senza problemi, venne l’immancabile tastata al mio culo. Come biasimarlo, per facilitargli il lavoro di dita sul mio buchino di Poppea, avevo divaricato un po’ le gambe, appoggiando le mani contro il muro e visto che avevo ancora i tacchi il mio fondoschiena aveva un aspetto assolutamente irresistibile. Lo lasciai fare, la cosa non mi dispiaceva ….anzi, sapere che ero oggetto di desiderio di un altro uomo cominciava a darmi un certo piacere. La moglie staccando la sua bocca dal mio cazzo e rivolgendosi a lui disse “ tesoro, questo cazzo è stupendo …..vieni, leccalo anche tu”. Lui senza farsi pregare, si piegò in avanti e se lo infilo tutto in bocca, cominciando a succhiare come un ossesso, poi con la mano che aveva ancora sulla mia chiappa comincio a spingermi verso di lui, trasformando il pompino in una scopata in bocca. Dopo pochi istanti, si alzo e armeggiando sui suoi abiti da centurione, si tolse tutto quello che aveva indosso restando con i soli sandali. Aveva un cazzo a banana, rivolto verso l’alto, completamente eretto e scappellato. Niente di eccezionale ma strano e comunque un bel cazzo. Si avvicino di nuovo a noi, ora la moglie comincio ad alternare i due cazzi nella sua bocca mentre lui nuovamente con la sua mano sul mio culo, con l’unica differenza che ora le sue dita andavano nella parte più interna del solco fino a lambire e violare il mio buchetto che era ormai lubrificato, anche dall’opera di Poppea che spesso l’aveva massaggiato con la mano bagnata. Mentre Poppea si sollazzava i due cazzi, io ero attratto da quello del marito, avevo una voglia irresistibile di prenderglielo tra le mani e visto che lei quando aveva il mio in bocca, l’altro si limitava a tenerlo fermo nel suo pugno, approfittai di questo e lo impugnai. Lei me lo lascio completamente ed io cominciai a segarlo lentamente tentando di abbassarlo vista la sua anomala direzione, costatandone la notevole durezza. A lui questo piacque e le sue dito che già in parte aveva violato l’orifizio divento più penetrativo e si raddoppio. Ad ogni affondo delle sue dita corrispondeva un mio mugolio con affondo del mio cazzo nella gola di Poppea ed una stretta incontrollata del suo cazzo nelle mie mani. Non so se tutto questo fu interpretato come un invito ad andare oltre o se fu veramente un incondizionato invito trasmesso dal mio corpo. Stà di fatto che lui, si tolse da quella posizione mettendosi dietro di me. Sentii la punta del suo cazzo che strusciava in su e in giu il solco delle mie chiappe soffermandosi poi sul buco, una leggera pressione e poi di nuovo su e giù sul solco. Questa volta non avrei fatto nessuna resistenza, non solo, mi appoggia nuovamente con le mani sul muro inarcando il mio bacino all’indietro. Poppea, spampinava come una forsennata, ciò che stava accadendo eccitava anche lei. Con le dita della mano bagnata dai suoi umori vaginali andò nuovamente sotto i mie testicoli fino ad inumidirmi nuovamente il buco, mi allargò ancor di più le natiche con entrambe le mani e spostò la testa da un lato per vedere meglio ciò che accadeva dietro di me. Sentii la sua punta appoggiarsi sul mio culo …… ero irrigidito, il dolore di prima mi aveva traumatizzato e gli chiesi di fare piano perche era la prima volta. Lui fece una leggera pressione, sentii il mio sfintere allargarsi per far entrare la cappella. Nessun dolore, poi ancora un po’, pochi centimetri, ora cominciavo a provare piacere. Era entrato quasi per meta, sembrava non voler andare avanti, ma io ora lo volevo sentire tutto dentro cosi, un colpo di reni all’indietro e me lo ficcai tutto nel culo. Non riuscii a trattenere un’esclamazione “cazzo …. che bello nel culo”. A queste parole, Poppea mi riprese il cazzo in bocca pompando come una forsennata e lui comincio a pomparmi nel culo. Ad ogni affondo sentivo sensazioni come piccole scariche elettriche che mi percorrevano tutto il corpo fino ad arrivare al cervello. Andò avanti cosi per non so quanto, ma le gambe ( per la goduria o chissà per quale motivo) cominciavano a tremarmi. Cosi ci fermammo per cercare un’altra posizione più comoda. Poppea non si fece pregare e subito si sdraio sul tappeto del bagno, allargando le gambe ed invogliandomi a fare il 69. Mi inginocchiai sulla sua faccia. Lui era li di fianco a me, che si smanettava attendendo che prendessimo posizione. Gli presi il cazzo con una mano e lo portai alla mia bocca. Sapeva del mio culo, ma non era sgradevole. Comincia a leccarlo e spampinarlo, nel frattempo Poppea mi leccava il buco del culo ormai sverginato, mentre il mio cazzo sballottava tra le sue tette enormi. Poi lasciai il cazzo per passare alla sua fica, palpitante, sbrodolante, saporita. Infilai la faccia tra le sue grandi labbra e cominciai a succhiare quel nettare divino. Lei si agitava e mugolava, sicuramente aveva già goduto mentre si godeva la mia inculata. Con le braccia gli tenevo allargate le gambe e le mani le usavo per allargagli la fica, poi passai al suo culetto che era talmente piccolo da sembrare inviolato, ma appena ci infilai una/due dita, mi resi conto dai suoi mugolii di piacere e dall’elasticità dell’anello, che di cazzi ce ne erano passati molti. Mentre mettevo in atto le mie capacità linguistiche su di lei, sento il marito che appoggia le sue mani sui miei fianchi. La Punta del suo uccello di nuovo sul buco. Questa volta senza esitazioni, di nuovo tutto dentro e di nuovo quelle scariche elettriche che mi facevano vibrare ad ogni affondo. Poppea continuava a succhiare alternativamente il mio cazzo le mie palle, quelle del marito ed il suo cazzo, quando lo faceva uscire dal mio culo per lubrificarlo nuovamente. Questo andò avanti per un po’ poi chiesi di prendere un’altra posizione. Ormai la mia troiaggine era incontrollabile, cosi come lo era la mia fantasia. Feci sdraiare il centurione in terra e mi sedetti sul suo cazzo. Questa volta ero io a dirigere il gioco e la cosa mi piaceva, anche se a volte lui, sostenendomi dalle chiappe, cominciava a stantuffarmi velocemente quasi a farmi impazzire. Poppea si era esclusa da quella posizione ma tenendosi a distanza ravvicinata ci guardava e si masturbava fica e tette. Io avevo il cazzo durissimo che sembrava sempre pronto alla sborrata, ma non so come fino a quel momento non era avvenuta. Feci cenno a Poppea di avvicinarsi mentre continuavo ad agitarmi con quel cazzo che mi esplorava il culo. Lei mi stampo un bacio in bocca e poi mi sussurrò “vuoi sborrarmi in bocca”, io gli risposi “no, prima voglio incularti”…. mi rifilò un altro bacio ispezionando con la sua lingua tutta la mia bocca. Poi, dandomi la schiena, si accovaccio sul mio cazzo puntandoselo sul culo. Se lo fece entrare tutto fino alle palle con leggeri mugolii, io avvolgendogli le braccia intorno mi aggrappai alle sue tette, palpando e stringendogli i capezzoli, Lei comincio un su e giù lento ma continuo, palpandomi con una mano le palle, e quelle del marito che ora era immobile ma sempre col cazzo ben piantato nel mio culo. Non so se fu la sua bravura, il suo culo stretto e palpitante, il cazzo del marito che me lo sentivo fino al cervello, sta’ di fatto che sentii che stavo per sborrare. Tra i vari mugolii di piacere, rivelai questa imminente esplosione, lei subito si tolse da sopra il mio cazzo andando ad abboccarlo. smanettava sempre più velocemente inoltre il marito aveva ricominciato a muoversi (seppur lentamente) dentro il mio culo. Sentivo muscoli e nervi tesi come corde di violino ed ora quelle contrazioni mi facevano sentire ancor di più il cazzo che avevo nel culo. Infine, esplosi nella sua bocca. Un’eruzione vulcanica, un’inondazione di sperma che neanche lei riusci a trattenere in bocca facendomelo colare sull’asta e sulle palle. Lei continuava a succhiare e ad ingoiare, io continuavo ad avere quei sussulti scomposti ed incontrollabili, sussulti che stavano mettendo a dura prova il mio resistentissimo gladiatore. Difatti lo sentii ansimare ed accelerare le battute. Feci appena in tempo a sfilarmi dal suo cazzo e mettendomi da un lato glielo presi tra le mani con l’intento di aiutarlo a sborrare con la bocca. Ma Poppea fu più veloce di me nell’abboccarlo, mi accontentai di smanettar glielo mentre lei ingurgitava tutto il suo sperma. Quando fini di sborrare, mi avvicinai con la bocca e poppea mi lasciò aiutarla a ripuliglielo con la lingua. Dopo di questo mi stampo un bacio in bocca e mi resi conto che buona parte della sborra del marito ( e probabilmente anche della mia) non era stata ingoiata. Con quel bacio me la passo in un a mescola di saliva e liquido biancastro. Un sapore aspro ma eccitante. Quella fu la prima e unica volta che assaggiai della sborra che non era la mia e probabilmente, se di li a poco non fosse scoppiata l’epidemia dell’AIDS, lo avrei fatto ancora, perche quel sapore di godimento maschile fu la ciliegina sulla torta che concluse quella splendida ed indimenticabile avventura sessuale.
Dopo esserci ripresi, mentre loro si ricomponevano, approfittai del luogo in cui eravamo per ripulirmi dai residui di sborra appiccicosa sulle mie palle e per rinfrescarmi il buchetto che ora cominciava a bruciarmi un po’. Quella splendida donna che era stata l’artefice della stupenda esperienza, mi si avvicino e dandomi l’ennesimo bacio appassionato, mi chiese se mi era piaciuto. Io risposi “infinitamente bello, però vorrei che restasse un nostro segreto” (finita l’eccitazione trasgressiva, i tabù e le inibizioni riprendevano il sopravvento). Loro annuirono con un sorriso ed uscirono dal bagno io continuai a sciacquarmi il culo ancora per qualche minuto, poi asciugatomi e dopo aver ripreso un aspetto presentabile uscii dirigendomi verso la grande sala.
Vidi Lory, su un divano che chiacchierava con alcuni ospiti, quando mi vide fece un sorriso a 52 denti e subito corse da me. Mi chiese se ero ancora arrabbiato con lei. Gli dissi di no, allora mi rifilo un languido bacio in bocca e riconobbi il sapore aspro della sborra mescolato a succo di fica. Anche lei se l’era goduta.
Restammo ancora un po’ a parlare con altri ospiti. Pian piano la sala tornava alla sua pienezza iniziale. Segno che tutti tornavano dalle grandi fatiche. Al ritorno in macchina, mi chiese cosa avevo fatto in tutto quel tempo. Io gli dissi che ero stato a scopare con una coppia, ma non ebbi il coraggio di rivelargli che con quella coppia, avevo fatto ciò che mi ero rifiutato di fare con lei e con i suoi amici. In macchina (forse per farsi ulteriormente perdonare), la mia insaziabile amante, comincio a carezzarmi, baciarmi e massaggiarmi il cazzo, che come al solito sbucava per meta dalla gonna. Approfittai dei suoi sensi di colpa per proporgli un incontro a tre con una sua amica (lesbica) che a me andava a sangue, lei accetto. Arrivati a casa ci buttammo sul letto per concludere la serata con una bella scopata, ma volle farmi tenere i vestiti femminili, sandali compresi, per tutta la scopata.
Oggi sono un uomo di quasi 50anni, passati per meta con una donna che, seppur bella, sensuale, intelligente, ottima moglie e madre dei miei figli, è esattamente l’opposto di Lory. Manca di fantasia trasgressiva, iniziativa e limitati gusti sessuali. Che in parole povere significa “noia coniugale”.
Io invece, ero e resto un depravato che si lascia trasportare dalle sensazioni senza limiti, forti e appaganti. E’ per questo che sto’ rincorrendo il sogno di rivivere quell’avventura o avventure nuove ma goduriose come quella. Chi è interessato ad approfondire il discorso può scrivermi a eros.alexander@yahoo.it , sono certo che anche solo lo scambio di idee può essere fruttifero. Tanti baci a tutti i lettori ……..dove più vi fanno godere.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico