La Confessione

di
genere
gay

Questo fatto è realmente accaduto, per ovvi motivi i nomi sono stati cambiati. Erano i primi anni '70 quando ancora Internet non era arrivata e i nostri sfoghi giovanili di diciottenni erano sui giornaletti Maghella, Cappuccetto Rotto ecc.
In quegli anni in estate fui invitato a fare da educatore ad un camposcuola della mia parrocchia. Dopo alcuni giorni di attività ci trasferimmo noi, i bambini ed i sacerdoti al mare, in una struttura, una volta adibita a colonia, di proprietà della Chiesa. Qui sono accaduti dei fatti che ora vi parlo.
I giorni trascorrevano nella normalità tra giochi e grida dei bambini, nel frattempo avevo fatto amicizia con un altro educatore , un bel ragazzo biondo che chiamerò Andrea.
Una notte molto afosa, quel periodo solo in camera, mi tolsi tutto e cercavo di addormentarmi, sentii bussare alla porta, feci in tempo a coprirmi con il lenzuolo, era Andrea che non riusciva anche lui a dormire e voleva scambiare qualche chiacchiera. Si sedette ai piedi del letto e cercammo di conoscerci meglio, sullo studio, la famiglia, ecc.
Guardandomi bene mi disse
“ma come, tu dormi nudo?”
“sai oggi con questo caldo”
“non ci credo tu hai gli slip?”
Rimasi di stucco quando allungò la mano sotto il lenzuolo per controllare se avevo le mutandine.
“che fai ?”
“ scccc – con un dito sotto il suo naso – lasciami fare “
Intanto con la scusa degli slip mi stava accarezzando dolcemente le palle e io, causa anche l'astinenza di quei giorni, stavo avendo già un erezione infatti gonfiavo il lenzuolo all’insú.
Andrea se ne accorse, chiuse il mio pene nella sua mano e inizio' a menarlo piacevolmente sempre più veloce;
ogni tanto si fermava per carezzare i testicoli e ricominciava con la velocità giusta… su e giù, su e giù ...aveva una mano delicatissima ... esperta
Io con gli occhi socchiusi mi passavo la lingua sulle labbra dal piacere
“Avvisami quando stai per venire, non vorrai sporcare le lenzuola”
“Sto per sborrare, sento che ci manca poco… vai veloce sì …sì … così.” Con mia sorpresa infilò la testa sotto le lenzuola e aumentò la velocità della mano come gli avevo suggerito.
“Eccomi … sto venendo … “ all'improvviso sentii le sue labbra afferrare la punta del mio pene senza smettere di andare su e giù con la mano. Sborrai come un fiume in piena, erano circa quattro o cinque giorni che non venivo, e Andrea senza scomporsi bevve tutto senza lasciare nemmeno una goccia, infatti il lenzuolo rimase pulito.
Mi stavo riprendendo lo sentii dire
“ wooow che buona … grazie per avermi lasciato fare … adesso cerchiamo di dormire”. E andò via.
Il giorno dopo pensavo e ripensavo a quello che era successo, avevo dei sensi di colpa, lo intravidi stava con la sua squadra di bambini, ci salutammo da lontano ma non si avvicinò.
La sera, alla stessa ora, lo vidi tornare nella mia stanza, feci finta di dormire, lui dopo avermi chiamato e non avendo avuto risposta si spogliò nudo anche lui, passò direttamente all'azione, questa volta andando direttamente e succhiare il mio seme dalla fonte, infatti sotto le lenzuola le sue labbra chiusero il mio glande in una morsa piacevole e la lingua faceva il resto, vedevo il movimento della testa che mandava le lenzuola su e giù, le mani giocavano con i miei testicoli, succhiava la mia testa del pene lambendola con la lingua sulla corona. Questo trattamento non mi fece durare a lungo, con un rantolo che riuscii a coprire se no mi avrebbero sentito dalle altre stanze sborrai, lui ingoiava ad ogni mia contrazione, continuò fino a quando non fui del tutto pulito.
Come era arrivato sparì.
Io ero turbato di questa cosa che succedeva nella notte da quasi una settimana, i sensi di colpa aumentavano, non sapevo come comportarmi. Ormai avevo un pensiero fisso, aspettavo con ansia, l’ora in cui arrivava faceva il suo piacevolissimo servizio e scompariva, decisi di confessarmi.
Incontrai don Mario, un sacerdote dall'aspetto ancora giovanile con i primi accenni di capelli brizzolati, e gli chiesi se poteva confessarmi urgentemente.
“Cosa hai fatto per avere questa fretta?”
“Don Mario, ho dei sensi di colpa e vorrei un consiglio”
“Va bene, ma non adesso vieni dopo il rientro dalle attività, ci vediamo in cappella”.
Finite le nostre attività andai nella chiesetta e don Mario ancora non c'era, lo vidi arrivare dopo un po'
“Scusami se ti ho fatto aspettare, mi sono fatto una doccia ed eccomi qui, allora si la confessione, mettiti in ginocchio ”.
Dopo le solite formule di rito mi disse
“Allora qual'è questo grave peccato che hai commesso?”
“Padre da circa una settimana mi sta accadendo un cosa strana, e non so come comportarmi”
“Continua “
“Non so come dirlo, ma ho peccato”
“cosa hai fatto? Ricordati che siamo in confessione e tutto rimarrà qui“
“Padre ho avuto dei rapporti intimi con un ragazzo … da circa una settimana, un ragazzo più giovane di me viene nella mia stanza e senza nemmeno parlare si approfitta di me e va via”
“Questo è grave, approfitta di te in che senso? “
Mentre dicevo queste cose sentivo un respiro più profondo dall'altra parte del confessionale
“ Viene mi succhia e poi come arrivato va via”
“ e tui lo hai lasciato fare?”
“All'inizio ho cercato di resistere … ma ... ma è molto bravo”
“E tu hai goduto, questo è grave, ma racconta, ha giocato prima con i tuoi co.....?”
“Si padre me li ha accarezzati a lungo”
“E poi ti ha succhiato il glande andando avanti e indietro con la lingua?”
“Si padre esattamente così … “
Sentii bisbigliare qualcosa “Traditore …. !!! ”
“Padre ce la con me … ?“
“No continua … da quanto dura questa storia? “ con la voce sempre pìù roca
“Da circa una settimana”
“Traditore !!! da una settimana …”
“Padre non so più come comportarmi, non so... a volte vorrei ringraziarlo ...”
“Cosa ? Non è che ti è venuto in mente di ricambiare i favori?”
“Ultimamente ci ho anche pensato a lungo, mi vedevo al suo posto è ho avuto anche un erezione, ma mi sono fermato, non saprei nemmeno da dove cominciare ...”
“Solo un erezione o ti sei toccato?”
“..... mi sono masturbato ….”
sentivo degli strani rumori e il respiro affannato
“Se per questo ho un rimedio, ma come ti dicevo rimane nel segreto della confessione, possiamo aiutarci a vicenda !!! ”
“un rimedio? ”
“se vuoi ringraziarlo ti insegnerò a farlo, tu darai sollievo a me !!! fai ciò che ti dico e non te ne pentirai”
“Va bene”
“Sicuro?”
“Vieni da questa parte e rimani in ginocchio”
quando andai dalla parte dove era il sacerdote vidi una scena che non mi sarei aspettato: don Mario seduto con la tonaca alzata ed aperta con cazzo di almeno 20 cm. con una grossa testa a fungo e due palle pendenti che toccavano il cuscino del sedile.
“Ti piace ? Ne avevi visti mai prima di così grossi? Ricordati che hai promesso, non puoi tirarti indietro ... ora ti insegno come ricambiare quel traditore che non viene da me da una settimana … E' tutto tuo giocaci come faceva lui con te”
“Come viene da lei … Ma non so come fare”
“Questo e un'altro discorso … Gioca con le palle dai, stringili”
Afferrai le palle di don Mario erano dure e pesanti, le accarezzai mi piaceva tenerli in mano,
“Ora apri la bocca …. vedi di succhiare la cappella si sta già bagnando , ricorda che è una settimana che non sborro”
Usai prima la lingua per assaporare quel liquido, salato, trasparente che cominciava a filare dalla cappella, poi con fatica riuscii ad farla entrare in bocca cominciando a succhiare muovendo la lingua sulla sua corona come faceva Andrea a me. Don Mario con il respiro sempre più corto mi afferrò per la nuca e mi costrinse a muovere la testa avanti e indietro, imparai subito a muovermi , quel vai e vieni mi faceva impazzire, pensavo "Ecco perchè torna tutte le notti a succhiare è così bello …“ sentivo la cappella gonfiarsi ad ogni passaggio, vedevo don Mario muoversi scompostamente:
“Attenzione al mio seme non deve essere sprecato nemmeno una goccia perchè è sacro ... ho ho così succhiaaaaaa ….. “ Sentii le sue contrazioni partire dalle sue palle che accarezzavo, degli schizzi potenti di sostanza collosa, calda e salata mi colpirono la parte dietro della bocca finendomi direttamente in gola, non finivano mai come abbondanza e frequenza , ingoiai ogni getto, i primi schizzi non erano molto gradevoli ma con il passare del tempo divennero più piacevoli e densi tanto da leccarmi le labbra dai residui e avrei voluto ancora sborra.
“Bravo … come prima volta , avrai modo di migliorare o di fare in un altro modo”
e io con ancora la bocca impastata dall'abbondante sborrata “come in altro modo?”
“woooow sei stato bravo … attenzione ce n’è ancora un po’ leccalo !”
Mi gettai con la lingua per raccogliere quella delizia rimasta imbrigliata tra i peli.
“Bravo ora vai non farti vedere da nessuno”
“Padre non abbiamo ancora finito, volevo il consiglio , l'assoluzione … “
“Tranquillo vai, ne riparliamo dopo cena, ti ho detto che c’è un'altra modo e te lo voglio insegnare”.
La giornata trascorse tranquilla, ma pensavo e ripensavo al bocchino che avevo fatto a don Mario e mi eccitavo, avevo voglia di farlo ad Andrea e speravo che quella notte si facesse vedere.
Finita la cena, come promesso, don Mario mi chiamo' in disparte
“come va'? Sei disposto a continuare?”
“certo don Mario”
“bravo, lo speravo. Ascoltami bene , ti aspetto dopo mezzanotte nella stanza vicino alla direzione, tu entra, ti spogli, assolutamente nudo, e mi aspetti in ginocchio sul banchetto per la confessione e lascia fare a me, questa e' la chiave. Mi raccomando non perderla”.
Io ero stupito da tale richiesta, ma forse colto dall'eccitazione del momento accettai
“Va bene don Mario ma non capisco “
“Non te ne pentirai. …”
A mezzanotte i corridoi erano vuoti, c'era un silenzio strano quella sera, questo aumentava la mia eccitazione mentre mi recavo, come detto da don Mario, nella stanzetta. La porta non aveva maniglia ma solo il buco della serratura. Girai la chiave, la porta si aprì, mi accorsi subito che non c'era luce, ma la stanza veniva rischiarata dalle luci del giardino che filtravano attraverso le tapparelle. In fondo vi era una porta chiusa, c’era l'inginocchiatoio e un letto singolo. La mia agitazione aumentò quando iniziai a spogliarmi. Sentivo un contrasto tra calore del mio corpo e la frescura della stanza che mi arrivava addosso, sul petto, le gambe la schiena.
Tutto nudo mi inginocchiai. Passarono alcuni minuti quando la porta si aprì, era don Mario.
“Azz !!! … che culo rotondo” rimasi sorpreso da questa espressione “non ti muovere fammelo vedere bene” sussurrava, allungo la mano accarezzandolo “che meraviglia morbido al punto giusto, mi sta facendo impazzire, impara come si fà” le sue mani toccavano e allargavano le mie natiche mettendo la mia asola esposta, all'improvviso sentii la lingua che la lambiva a volte premeva come a voler entrare, questo mi dava dei brividi di piacere.
“Vieni, mettiti in ginocchio sul letto, piegati e appoggiati sui gomiti e lasciami fare, ti farò godere intensamente ...”
Mi misi sul letto come mi aveva detto, lo vidi togliersi la tonaca con il cazzo svettante, prese da un comodino un contenitore in ceramica e si avvicinò
“Questo è un unguento di erbe fatto dai frati cappuccini, è molto piacevole” ne prese una buona dose e lo spalmò tra le mie chiappe insistendo sull'ano e un po sulla sua testa del suo cazzo.
“Sei pronto ti sto per dilatare per bene lo sfintere, così potrai accontentare il tuo amico ed altri”.
Salì in piedi sul letto e si mise piegato sulle gambe. Il suo cazzo grosso e durissimo si appoggiò tra le natiche dall'alto e con una spinta potente, aiutato dall'abbondante unguento, la sua cappella a fungo si fece strada dentro di me, il mio buco non oppose molta resistenza mi sembrava di essere stato lacerato. Don Mario con il respiro affannoso mi allargava le natiche. Dopo in po' di tempo disse “Adesso lo farò entrare tutto e vedrai come ti piacerà” infatti con una sola spinta lo affondò tanto da sentire le sue palle sul mio culo, iniziando il movimento di dentro e fuori tenendomi per i fianchi costringendomi a subire quell'inculata.
All'inizio fu un supplizio ma con il trascorrere del tempo il dolore si trasformò in piacere, sentivo il mio retto che si allargava ad ogni affondo tanto da sembrare di risucchiare all'interno la cappella
“Oh oh si don Mario … che bello che bello … come lo sento bene, più dentro ... spinga spinga”
incoraggiato don Mario andava sempre più veloce, il cazzo scivolava facilmente dentro di me. Nella posizione in cui era mi afferrava i capezzoli sussurrandomi
“che bello … che culo che hai … dai godi … ti piace eh, tieni tieni ...” dando spinte più forti e più profonde.
Continuò così per oltre una decina di minuti, io volevo il suo cazzo sempre più in fondo e veloce chiedendolo a voce alta, sentivo qualcosa di indescrivibile, tanto che all'improvviso un piacere profondo, intenso, nel mio retto mi fece quasi svenire con tante contrazioni del mio ano intorno a quell'asta che continuava a pompare senza tregua, raggiunsi l'orgasmo spruzzando sperma dappertutto.
Don Mario dopo avermi assestato alcune affondi velocissimi e profondi spinse il suo cazzo dentro di me più che poteva, sentii la sua cappella gonfiarsi e liberò almeno una decina di contrazioni sparandomi una interminabile dose di seme bollente nel mio retto
“Hoooo Hooo !!! tieni prendilo tutto, ti voglio ingravidare, troia … “ fu qualcosa di indescrivibile, non mi sarei mai aspettato di godere così tanto.
Ritrasse il suo cazzo dal mio ano e un getto di seme caldo fuoriuscì bagnandomi le palle mi aveva riempito ben bene. Don Mario venne dalla mia parte e avvicinò il cazzo alla mia bocca dicendo “succhia pulisci per bene il seme rimasto” non me lo feci ripetere e mi lanciai al servizio.
Da quel giorno cercavo con insistenza di incontrare don Mario e lui, quasi ogni sera, veniva nella mia stanza per esigere dei lavoretti molto caldi. Una volta mi sorprese mentre facevo un bocchino ad Andrea e volle … questa è un'altra storia.
scritto il
2022-08-31
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