Il figlio della colpa.
di
Joice
genere
incesti
Quando conobbi Abram pensai che fosse l'uomo della mai vita. Egiziano, bello, bello, bello e buono, aveva tutti i pregi di questo mondo, gestiva una impresa di esportazione prodotti agricoli. Anche lui restò colpito dalla mia bellezza, mi portò nella sede della sua azienda, dove aveva anche il suo appartamento e gli offrii subito la figa, mi feci sborrare dentro quattro volte, era inesauribile sessualmente. In questo modo ero convinta di averlo accalappiato, per tre mesi ci siamo frequentati giornalmente ed ogni volta mi faceva morire, scopava che avere il suo cazzo dentro dava la sensazione di spaccarti la figa. Conobbe un'altra vittima e mi abbandonò letteralmente, non solo ma mi fu vietato, tramite i suoi guardaspalle di non avvicinarlo mai. Mi diede 5000 dollari per il nascituro e finì proprio li la storia con Abram.
Mi chiusi in me stessa in attesa della nascita del piccolo che sicuramente lo avrei chiamato Abram, come se lo volessi clonare, pensavo che fosse la reincarnazione di suo padre. Venne il giorno della nascita di Abram, come mi aspettavo, bello dalla nascita, tutto suo padre una carnagione scura, lineamenti bellissimi. Mi ha tanto aiutato mia madre nella crescita di Abram, io oltre ad ammirarlo verificavo che crescesse armoniosamente in tutte le sue parti.
Come cresceva Abram riuscimmo ad essere indipendenti, vivevamo in un appartamentino in affitto e tra la sua scuola ed il mio lavoro avevamo trovato una sintonia eccezionale.
Si verificò una crescita anormale in poco tempo del pene di Abram, abbastanza preoccupata lo portai dal pediatra che quando verificò il motivo della visita mi disse chiaramente "Ho visitato dei ragazzi col problema opposto ed i genitori erano veramente preoccupati, cara signora stia tranquilla questa è tutta salute, se ne accorgerà presto"
Sollevata dal referto tornammo a casa, eravamo solo noi due raramente veniva mamma a casa, quando le dissi che eravamo autonomi forse la prese male e non venne quasi più, ci sentivamo telefonicamente. Non dovendo rendere conto a nessuno in casa poteva succedere che girassi nuda anche perché Abram in casa era poco incline all'uso dei vestiti anche d'inverno. Più tempo passava e più in Abram vedevo su padre di cui non riuscivo proprio a dimenticarmi, lui era stato l'unico uomo della mia mia vita, con lui sessualmente passai tre mesi godibili anche nel respiro e forse nella mia mente si avvicinava sempre di più il pensiero di..... Dormivano nell'unico letto che avevamo il matrimoniale e non è che ci ponessimo il problema del pigiama. Le erezioni di Abram in modo particolare la mattina prima del risveglio suscitavano in me stati d'animo indescrivibili. Chissà cosa avrei dato per infilarmi nella figa quel portento, ma era mio figlio. Una sofferenza psicologica angosciosa. Pensavo di non resistere molto, pensavo che prima o dopo si sarebbe verificato l'incesto, non volevo, mi imponevo di non farlo. Nella mia testa il combattimento era continuo - Provaci piacerà anche a lui--- non ci provare, vergognati madre snaturata-. Nel lungo periodo di astinenza ero abituata alla masturbazione, riuscivo a godere abbastanza presto, ero diventata proprio esperta però la masturbazione è diversa dal ricordo che avevo delle magnifiche scopate col papà di Abram, la figa era piena di quel mastodontico cazzo. Una notte con un temporale estivo veramente eccezionale, lampi accecanti che filtravano dalle tapparelle abbassate, boati di tuoni che facevano tremare tutto automaticamente ci stringemmo. In quel momento non vedemmo più lampi, non sentimmo più tuoni ma un intensissimo calore dei nostri corpi nudi. Ci guardammo intensamente negli occhi, lo invitai a salire sul mio corpo, non so se volutamente ma il suo cazzo entro dentro la mia bagnatissima figa facendomi sentire le stesse emozioni che provai col padre. Lo bloccai "Non ti muovere tesoro, non respirare , non parlare". Pur stando fermi sentii gli schizzi della sborra ed ebbi un orgasmo da morire. Il silenzio ci avvolse. Mi sentivo bagnata dappertutto. "Mamma guarda" Sangue dappertutto. Ciclo mestruale bentornato, fu la salvezza perché quella scopata era avvenuta senza alcuna protezione. Uno sguardo dal cielo. Facemmo la doccia fummo costretti a buttare anche il materasso ma nulla rispetto a quello che avevamo avuto in cambio. Non mi recai al lavoro quel giorno, era un modo come un altro per festeggiare, dovevo indossare mutandine e assorbenti ma le nostre nudità ci gratificavano. Comincia a prendere la pillola e per noi iniziò una nuova vita. Non eravamo mamma e figlio, io lo chiamavo Abram lui mi chiamava Stella, eravamo una coppia la differenza di età ce lo consentiva, eravamo due ragazzi. Nel mio destino il nome Abram fu l'unico abilitato a penetrarmi. (continua)
Mi chiusi in me stessa in attesa della nascita del piccolo che sicuramente lo avrei chiamato Abram, come se lo volessi clonare, pensavo che fosse la reincarnazione di suo padre. Venne il giorno della nascita di Abram, come mi aspettavo, bello dalla nascita, tutto suo padre una carnagione scura, lineamenti bellissimi. Mi ha tanto aiutato mia madre nella crescita di Abram, io oltre ad ammirarlo verificavo che crescesse armoniosamente in tutte le sue parti.
Come cresceva Abram riuscimmo ad essere indipendenti, vivevamo in un appartamentino in affitto e tra la sua scuola ed il mio lavoro avevamo trovato una sintonia eccezionale.
Si verificò una crescita anormale in poco tempo del pene di Abram, abbastanza preoccupata lo portai dal pediatra che quando verificò il motivo della visita mi disse chiaramente "Ho visitato dei ragazzi col problema opposto ed i genitori erano veramente preoccupati, cara signora stia tranquilla questa è tutta salute, se ne accorgerà presto"
Sollevata dal referto tornammo a casa, eravamo solo noi due raramente veniva mamma a casa, quando le dissi che eravamo autonomi forse la prese male e non venne quasi più, ci sentivamo telefonicamente. Non dovendo rendere conto a nessuno in casa poteva succedere che girassi nuda anche perché Abram in casa era poco incline all'uso dei vestiti anche d'inverno. Più tempo passava e più in Abram vedevo su padre di cui non riuscivo proprio a dimenticarmi, lui era stato l'unico uomo della mia mia vita, con lui sessualmente passai tre mesi godibili anche nel respiro e forse nella mia mente si avvicinava sempre di più il pensiero di..... Dormivano nell'unico letto che avevamo il matrimoniale e non è che ci ponessimo il problema del pigiama. Le erezioni di Abram in modo particolare la mattina prima del risveglio suscitavano in me stati d'animo indescrivibili. Chissà cosa avrei dato per infilarmi nella figa quel portento, ma era mio figlio. Una sofferenza psicologica angosciosa. Pensavo di non resistere molto, pensavo che prima o dopo si sarebbe verificato l'incesto, non volevo, mi imponevo di non farlo. Nella mia testa il combattimento era continuo - Provaci piacerà anche a lui--- non ci provare, vergognati madre snaturata-. Nel lungo periodo di astinenza ero abituata alla masturbazione, riuscivo a godere abbastanza presto, ero diventata proprio esperta però la masturbazione è diversa dal ricordo che avevo delle magnifiche scopate col papà di Abram, la figa era piena di quel mastodontico cazzo. Una notte con un temporale estivo veramente eccezionale, lampi accecanti che filtravano dalle tapparelle abbassate, boati di tuoni che facevano tremare tutto automaticamente ci stringemmo. In quel momento non vedemmo più lampi, non sentimmo più tuoni ma un intensissimo calore dei nostri corpi nudi. Ci guardammo intensamente negli occhi, lo invitai a salire sul mio corpo, non so se volutamente ma il suo cazzo entro dentro la mia bagnatissima figa facendomi sentire le stesse emozioni che provai col padre. Lo bloccai "Non ti muovere tesoro, non respirare , non parlare". Pur stando fermi sentii gli schizzi della sborra ed ebbi un orgasmo da morire. Il silenzio ci avvolse. Mi sentivo bagnata dappertutto. "Mamma guarda" Sangue dappertutto. Ciclo mestruale bentornato, fu la salvezza perché quella scopata era avvenuta senza alcuna protezione. Uno sguardo dal cielo. Facemmo la doccia fummo costretti a buttare anche il materasso ma nulla rispetto a quello che avevamo avuto in cambio. Non mi recai al lavoro quel giorno, era un modo come un altro per festeggiare, dovevo indossare mutandine e assorbenti ma le nostre nudità ci gratificavano. Comincia a prendere la pillola e per noi iniziò una nuova vita. Non eravamo mamma e figlio, io lo chiamavo Abram lui mi chiamava Stella, eravamo una coppia la differenza di età ce lo consentiva, eravamo due ragazzi. Nel mio destino il nome Abram fu l'unico abilitato a penetrarmi. (continua)
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