IL seduttore

di
genere
voyeur

questo racconto fa parte di una raccolta di 12 racconti

Titolo; Il seduttore

Non era mai stato un tipo molto caldo con le donne
Michele Ferrugia; eppure adesso si leccava le ferite fisiche e psichiche all'ospedale, e dopo che un marito di una di queste donne lo aveva picchiato a sangue per gelosia.
Si proprio gelosia !
Perché malgrado si fosse nei primi anni ottanta e la rivoluzione sessuale era passata da tempo, e nel mondo erano successe molte cose, ciò che non passavano di moda in tutte le latitudini erano proprio i sentimenti o almeno in quel tempo.
Certo, c'erano modi e modi di manifestarli i sentimenti, e ogni popolo sembrava che li manifestasse diversamente uno da un altro; i Nordici per esempio, avendo passato quasi tutto durante il corso della loro lunga storia, ne avevano uno strano pudore a mostrarli, diversamente che i Latini; ma anche fra questi ultimi c'erano differenze nel manifestarli; quelli del nord per esempio avendo fuso il loro sangue con quello dei Celti, avevano appreso da questi ultimi la loro riservatezza nascosta, cosicché i loro discendenti Padani e Francesi, avevano una maniera diversa di manifestarla dai loro cugini dei sud.
Però a trarne le opportune conseguenze, si poteva constatare che più alto era il grado di sviluppo evolutivo di un popolo, e più pudore si aveva nel mostrare i sentimenti; mentre nello stesso tempo il mostrare le nudità fisiche, questo stesso popolo pudico nei sentimenti, non ne teneva in considerazione pur se in relazione al pudore; e se i Latini mostravano di avere il culto del pudore per il corpo e non quello per i sentimenti, per le razze più avanzate valeva il discorso opposto.
Ma succedeva poi davvero cosi o queste teorie erano sorpassate e restavano solo come luoghi comuni ?
E chi poteva mai dirlo come succedevano le cose in un mondo che era sempre in perenne evoluzione !
Alla fine però, qualcosa si riusciva ancora a percepirla poiché malgrado le apparenze e le mistificazioni, e i luoghi comuni, tutti i popoli del mondo si assomigliavano avendo come loro scopo ultimo: il senso di fuga dalla solitudine; perchè in fondo la vita si risolveva in questo dilemma al di là dei bisogni fisici o psichici: con l'eterna fuga dalla solitudine !
Cosicché la causa si confondeva con l'effetto conseguente e viceversa, perché o era la natura che approfittava da queste fughe dell'uomo per spingerlo all'unione e agli accoppiamenti conseguenti che preservavano la specie, o era lo stesso uomo che approfittava della sua fuga dalla solitudine per spingersi fino al punto di divertirsi e a godere con l'unione sessuale.
O che forse il destino dell'uomo, malgrado il libero arbitrio era stabilito da un fato occulto o dalla natura, prima che lo stesso uomo nascesse ?
Tutti questi strani dilemmi e facezie, Michele però non se li era poste mai in mente per tutta la sua pur breve vita; perché più che pensarla la vita egli l'aveva vissuta; e siccome una vita vissuta senza essere dosata e pensata, si dimostra di essere quasi sempre una vita inutile, quasi priva di un senso quasi come un vuoto a perdere, gli era successo che per sfuggirgli, egli invece era rimasto prigioniero dentro le sue maglie e i suoi ingranaggi maledetti.
Sul concreto non aveva fatto poi niente di particolarmente diverso da ciò che facevano gli altri; cosi come per istinto di nascondersi e confondersi dentro il branco e per sopravvivere, pure lui aveva studiato e si era laureato: poi aveva fatto il suo bravo concorso e l’aveva vinto, e poi aveva preso il suo posto presso l'ufficio del catasto nella città di Parma.
Essendo che era un uomo che pensava poco, non si era intristito poi tanto a lasciare la sua natia Vigata; cosi si era rassegnato a vivere lontano.
I primi tempi a dire il vero erano stati un po’ duri ma poi aveva preso in affitto una casa, e qualche anno dopo aveva conosciuto una ragazza del luogo e si era sposato.
Egli non si era preso mai la briga però di vedere cosa pensasse della vita la sua Anna, che ambizione nutrisse nell'animo, che sogni coltivasse con la mente, o che altro, niente proprio niente; perchè per lui sua moglie gli apparteneva e basta, cosi, come se fosse un'automobile.
Anna aveva da sempre lavorato, ma in seguito a due gravidanze aveva passato molto tempo in aspettativa per allevare i due figli maschi che aveva concepito.
In quando poi all'amore, gli era successo ciò che di solito succede a tutti; un grande ardore all'inizio e in evoluzione temporale, il fuoco che lentamente si spegneva per lasciare il posto all'affetto e via discorrendo, quasi da cliché.
I suoi rapporti amorosi cosi, da un anno all'altro cambiarono di frequenza e sempre in diminuzione; da ogni giorno passarono a tre volte la settimana; poi diminuirono ancora; solo due volte; ed infine solo una volta alla settimana, il sabato; e siccome la vita moderna non era più di quella che il Leopardi aveva descritto in quella famosa poesia del Sabato del villaggio, sua moglie sentendosi trascurata da quel lato, incominciò a provare un sordo rancore nei suoi confronti, fino al punto da arrivare per ripicca a negarsi.
I due coniugi essendo che erano entrambi molto pudici, non avevano mai approfondito certe tematiche che di solito le coppie moderne approfondiscono, non avevano instaurato un vero dialogo di coppia, ed entrambi riluttavano a parlare di temi che riguardassero la loro intimità.
E siccome lui non aveva avuto molta cultura in quel campo, e visto che era un tipo molto sereno, si accontentò di quel poco che sua moglie ogni tanto gli dava, pensando scioccamente che forse era meglio cosi; perchè inconsciamente nutriva la pia illusione che forse sua moglie aveva quasi raggiunto la pace dei sensi, e che presto prima o poi l'avrebbe raggiunta anche lui.
Ed invece non era proprio cosi; perchè se a lui bastava il lavoro, e l' hobby della caccia e la sua collezione di pacchetti di sigarette di tutto il mondo, sua moglie invece si staccò da lui di giorno in giorno, fino al punto da odiarlo; e non potendosi chiarire le idee, la loro convivenza continuò come una specie di commedia degli equivoci e dei fraintendimenti.
Tutto questo fino ad un mattino; perchè improvvisamente, e quasi a tradimento, la donna prese armi e bagagli e figli e lo abbandonò per andare a convivere con un altro uomo che nel frattempo aveva conosciuto all'insaputa di lui.
Per lui fu come un fulmine a ciel sereno, ma tuttavia l'unica parola che seppe usare per giustificare quel gesto ignobile, fu la solita che di solito un uomo usa per offendere e umiliare una donna: " Puttana, sei solo una Puttana “: gli aveva gridato in faccia davanti all'amante che lo guardava stupito e spaventato.
E non aveva poi tutti i torti, ne tanto meno le ragioni, perchè nella vita le cose che devono succedere, succedono sempre lo stesso malgrado la volontà degli uomini, e forse gli avrebbe dovuto dire che puttana lo era stata da sempre e che tale era rimasta.
Ma sua moglie a quelle parolacce pensò bene di rispondergli cosi come aveva fatto quel geniale attore francese Yanny o come cavolo si chiamava quel tipo con quei basettoni, con Nanny Loy, che in quel film francese recitava la solita parte dell'Italiano retrogrado e geloso:
" stupido, stronzetto; sei solo uno stronzetto !!!
Insomma, era stato un processo molto naturale quello che era successo, era come un fiume che doveva sboccare in mare e basta.
Però lui ci perse la testa e la salute mentale; non essendo abituato a questo tipo di situazioni, sempre ammesso poi che uno si ci dovrebbe abituare e chissà poi perchè, e magari per assecondare un certo tipo di snobismo piccolo borghese o da intellettuale da strapazzo, non sapeva darsi pace per essere stato dapprima sedotto e poi abbandonato da quella donna.
A quel punto la sofferenza lo risvegliò dal suo torpore esistenziale e diventò un uomo diverso; uno di quelli che si pongono molte domande e cercano per tutta la vita di darsi risposte in merito all'universo femminile; ed in conseguenza logica, la natura femminile con il suo eterno mistero diventò in breve tempo la sua tragica ossessione.
Intanto al primo impatto con l'accaduto, si buscò il suo buono esaurimento nervoso; improvvisamente da un giorno all’altro perse la sua flemma, la sua pace mentale mentre i suoi nervi si eccitarono fino al punto da portarlo alle soglie della follia.
E pensare che era stato sempre un tipo sanguigno e portato alla calma bovina.
I Dottori fecero del loro meglio per tirarlo fuori da quel tunnel buio, ma invano; qualcosa si era rotto dentro di lui; era come se perdendo la fiducia verso le donne avesse perso la gioia di vivere e non gli importava più niente di nessuno, e di sé stesso.
Ma come si era potuto ridurre in tale stato ?
Se lo stavano chiedendo quelli che lo curavano, e siccome lui non aveva accennato a quella storia di adulterio e di abbandono, brancolavano come nel buio, poiché ad ogni causa corrisponde sempre un effetto, e conoscendo soltanto l’effetto era difficile venire a capo di questa faccenda.
In breve incominciò a distrarsi dal lavoro e fu rimbrottato dai superiori, uomini che malgrado fossero tutti governativi avevano stimato che la sua distrazione aveva superato ogni limite accettabile, fino a quando all'ennesimo rimbrotto credette di non farcela più a reggere quell'andazzo; e cosi si arrese e si licenziò.
A trentotto anni si ritrovò cosi, quasi in mezzo ad una strada; senza lavoro, senza la moglie e i figli, senza speranza e senza amici, ed in una città che se da prima gli era stata molto simpatica, ma che ora gli appariva molto ostile e forestiera, quasi complice di quella loro figlia ingrata che lo aveva tradito in quella maniera atroce.
Cosi un mattino di agosto dell'inizio degli anni ottanta, abbandonò tutto e se ne ritorno nella sua natia Vigata da dove i suoi vecchi genitori l'avevano richiamato per non lasciarlo perdere nel nulla.
L'impatto risultò molto piacevole; con il calore del focolare domestico, l'affetto dei genitori, il rispetto dei vecchi amici, la bellezza della città natia mai osservata in precedenza, la buona cucina, l'ozio, il dolce rilassamento, l'assenza di contatti con il genere femminile, in breve lo fecero riprendere.

Passò qualche anno.

Michele all'apparenza mostrava di aver dimenticato la moglie; i suoi per mezzo di amici, lo aiutarono a trovare un altro lavoro e a riprendere a vivere, o almeno a cercare di farlo, e lui da parte sua, seguendo il suo istinto scottato com'era dalla vita si rassegnò a vivere sotto tono; viveva in solitudine; casa e Chiesa, e basta.
Era come se stesse dentro un limbo che lo isolava dal mondo, e quasi fuggiva dai contatti femminili, tuttavia dentro di sé non pensava che a loro; il genere femminile per lui però diventò come materia esoterica, come uno studio dell'impossibile attraverso i simboli e le allegorie, e cosi senza volerlo riempì il suo vuoto esistenziale con questo genere di commerci e speculazioni psichici che si svolgevano dentro il suo cervello.
Si era ossessionato a scoprire la natura femminile solo perchè pensava che stavano lì le origini del suo fallimento; da quella donna che lo aveva ingannato; e per questo le tirava tutte in ballo le donne, e le studiava.
Per gelosia e per rabbia; era come se quello stupido lì dell'amante di sua gli avesse portato via qualcosa di sé, un pezzetto della sua carne o peggio; un pezzo della sua anima; gli aveva come rubato qualcosa di ancestrale, il suo desiderio che aveva provato per sua moglie, ed il suo possesso totale di quella donna; e questo dentro di lui gli bruciava molto.
Era come se ad un bambino che poppa nella mammella di sua madre, qualcuno lo avesse scostato bruscamente da quel succhiamento dolce.
La sognava, la immaginava mentre quell'uomo gli prendeva ciò che aveva appartenuto a lui, ed adesso gli rubava quel possesso; e non era poca cosa !
Arrivò al punto da piangere dentro un cinema che dava un film pornografico solo perchè immaginava che quell'attrice fosse sua moglie e quell'attore il suo amante; e cosi puntava l'attenzione sulle donne dalla mattina alla sera poiché non ne poteva fare a meno dato che sembrava che fosse posseduto da un demone malefico che gli trasfigurava la realtà.
Accadde che, avendo la donna una natura molto diversa dall'uomo, perché più felina e sfuggente, ma nello stesso tempo più passiva dentro il suo strano attivismo nascosto agli occhi dell'altro sesso, egli in breve tempo si confuse in tutte quelle buffe contraddizioni prettamente femminili e quei travagli misteriosi che si svolgono dentro i loro animi, ma che vengono a galla attraverso altre mille sfumature misteriose; e cosi entrò di nuovo in una fase di crisi e confusione totale.
Questa crisi per uno strano paradosso psichico, gli risveglio gli antichi dolori che si erano assopiti; e questi, eccitati dalla gran mole di libido accumulata che gli saliva su, fin dentro il cervello a causa della strana castità sacerdotale che si era imposto, in breve lo fece diventare come una sorta di maniaco erotomane.
A questo punto Michele, inconsciamente e come per ripicca o convinzione, o congettura, un po’ per calcolo o tattica che fosse, o ed un altro per esperimento teorico, svalorizzò il valore umano delle donne, puntando la sua attenzione morbosa solo nei loro corpi fisici.
E siccome si era negli anni ottanta e la moda femminile era a quel tempo molto bella, con tutti quei colori e quell'edonismo che sprizzava da tutti i pori, egli si ubriacò di corpi femminili.
Ed il tormento mentale indirizzato in questa direzione, non essendo in alcun modo sedato dalla pratica sessuale in conseguenza di tutto questo insieme aumentò a dismisura.
A questo punto egli corse ai ripari ed incominciò ad essere più pedestre sforzandosi di cercare di nuovo un contatto con l'altro sesso.
Il guaio era che non ci aveva fatto molto caso a certe faccende; al fatto che oramai era vicino alla quarantina, e non viveva più al nord dove anche gli approcci amorosi erano molto più facili che in quel paesino piccolo del profondo sud.
All'improvviso si accorse di essere diventato una specie di pesce in barile: e forse peggio, poiché dovunque si girava vedeva donne sposate o fidanzate.
Erano davvero troppo poche le donne della sua età che erano rimaste nubili, mentre già le ragazzine che potevano essere le sue figlie sculettavano a braccetto dei loro fidanzatini esponendoli al pubblico come se fossero dei trofei conquistati.
Ma tutto questo per il momento non gli fece molta impressione, perchè anche lui un tempo era stato come loro; fidanzato prima e sposato poi; ciò che lo colpiva di più era il calcolo tipicamente femminile che quelle donne facevano investendo i loro sentimenti nei buoni partiti, ed avendo letto molti libri sul comportamento animale gli sembrava che quelle donne ne più e ne meno si comportavano come quelli, soltanto che alla baldanza fisica frapponevano il portafoglio degli uomini.
A differenza degli animali però, Il loro investimento emotivo e sessuale invece che sul capo branco, o sul maschio forte che gli permetteva di perpetuare la specie in maniera ottimale, ingravidandole prima e dandogli una cucciolata sana e forte poi, le femmine del genere umano invece più che al fisico guardavano negli uomini la posizione economica, mentre da giovani non andavano tanto per il sottile; strana genia era quella femminile: da giovani e quando erano molto belle, si ubriacavano d’amore e si fidanzavano e sposavano quasi con il primo arrivato, mentre più avanti negli anni per uno strano paradosso incominciavano a fare le schizzinose e a pretendere il meglio degli uomini.
E fino a qui non c'era niente di male, e lui poteva ancora arrivarci a comprendere; la questione invece si poneva solo su un altro piano; di quando o come uno come lui, fosse esso divorziato, scapolo, o vedovo, e voleva avere un contatto un po' più ravvicinato prima di sposarsi; ma ben presto e con orrore s'accorse che diventava quasi impossibile ottenerli questi tipi di contatti.
Ed era come se, uno che non si allineasse alla corrente, ne restava immediatamente fuori e veniva risospinto nella solitudine; quale poi fosse questa corrente non era poi difficile scoprirla: per allinearsi ad essa, Michele avrebbe dovuto dapprima sudare le sette camicie per trovare una donna libera della sua età, poi per il fatto che questa donna fosse nubile, e avendo lungamente sognato un uomo da sposare, diventava una donna di gusti più raffinati e particolari, tranne se lui non si accontentava di andare con una disperata.
Perchè questo tipo di donna adulta, con il passare degli anni invece di svalutarsi cosi come faceva da giovane dandosi non a cani e porci come succedeva al nord o quasi, e nemmeno al primo arrivato, ma ad un ragazzo normale e senza pretese infiammate com'era dal fuoco della passione giovanile.
Da donna nubile e matura invece, diventava o nevrotica e guardava tutti per riflesso condizionato ed istinto di femmina, con le lenti molto più selettive e ricercava il meglio fino alla mania.
E fino a qui ancora Michele ci poteva arrivare; perchè essendo un uomo di bell'aspetto, e con una laurea in tasca e un lavoro, poteva benissimo navigare in quelle acque agitate senza annegare.
Il guaio era però, che lui di mettere la testa a posto e sistemarsi di nuovo accasandosi con una di queste poche ragazze ancora nubili non ne aveva la minima intenzione; anche lui forse era diventato molto esigente.
E allora che doveva fare nell'attesa ?
Illudere e sedurre una ragazza del genere, e abbandonarla in seguito dopo avere gioito con lei ?
Si, pure questo in teoria si poteva concepire e attuare, ma solo in teoria; poiché metterlo in pratica diventava un affare molto problematico.
Perchè anche a volere sfruttare il potere maschile
dell'uomo, quello secondo il quale gli si fa credere di possedere o almeno di averlo, perchè gioca sempre in anticipo e anticipa le sue mosse, cosi come fanno i cacciatori con la preda, sarebbe servito a poco dato che intuiva che prima o poi la donna avrebbe preso il sopravvento su di lui, e l'avrebbe compromesso: perché alla fine erano sempre loro che decidevano pur se non lo davano ad intendere; perchè un uomo senza il consenso della donna, con questa non può mai concludere niente.
Certo ci stava tutto il contorno; le cerimonie, i falsi inganni, i riti, ma erano sempre quelle a decidere e a scegliere.
Lui pensava che qualche donna prima o poi, se lui si buttava l'avrebbe compromesso; perchè diversamente dall'uomo, le donne di Vigata non erano poi meno emancipate dei loro uomini, e poi sapevano scindere e distinguere il sesso dall'amore; e poi mica vivevano da sole come nei paesi più avanzati; stavano quasi tutti in famiglia e nella maggior parte dei casi traslocavano di casa solo quando si sposavano.
Cosi i mariti prendevano possesso delle mogli quasi rispettando alla lettera la cerimonia nuziale, allorché il padre consegna al genero la figlia in abito da sposa in Chiesa.
Al paese poi si conoscevano tutti e la maggior parte di loro era imparentata con altre famiglie del posto; ed essendo il matrimonio una roba tanto sacra che riusciva a cambiare la stessa esistenza delle persone, nessuno si azzardava a scherzare con il fuoco.
A quel punto egli pensò, che se si fosse preso gioco di una ragazza del luogo, prima o poi ne avrebbe pagato le
conseguenze; perchè la donna era come la Chiesa, e teneva un braccio secolare armato nei parenti più stretti e prima o poi, il padre o i fratelli, o il cognato o lo zio sarebbe venuto da lui a chiedere spiegazioni ed avere soddisfazione.
Certo, non si uccideva più per l'onore e per queste storie, ma poteva capitare che gli avrebbero fatto perdere la faccia o lo avrebbero perfino picchiato a sangue se gli andava male.
Ma poi era davvero cosi ?
E questo teorema valeva per tutte ?
O era lui stesso che si era creato questo complesso ?
Uno strano complesso che era scaturito del fatto che forse dalle donne per il momento lui cercava solo il sesso e non l'amore, e che questo era impossibile visto che la natura femminile è molto diversa di quella maschile, dal momento che la donna, prima che si dà ad un uomo deve provare per esso un certo trasporto ed una certa simpatia...
Certo, questi erano discorsi vecchi quando il mondo, ma sempre attuali ed in ogni latitudine del mondo, perché la natura umana funzionava cosi in questo campo.
Cosi Michele rinunciò a cercare approcci con le ragazze da marito !
Ma allora a chi avrebbe dovuto rivolgere la sua attenzione?
Alle donnine allegre di certo no, perchè c'era stato solo una volta con una di quelle ed era rimasto deluso nelle aspettative; e poi quelle oltre che farsi pagare, gli avrebbero fatto fretta e non avrebbero sedato la sua grande voglia, che con il passare del tempo era diventata gigantesca.
La sua smania sessuale aumentò di giorno in giorno insieme alla sua fantasia, e in breve lo ridussero a diventare quasi nevrastenico.
“ Mi devo dare da fare, cosi non si può andare avanti “, pensava lui a tutte le ore del giorno ; e siccome non aveva tanto tempo a disposizione, dette voce in giro a qualche amico del suo intendimento; e questi dopo un po’ gli procurò un incontro clandestino con una donna divorziata.
Concordarono l'incontro nei dettagli logistici ed un pomeriggio d'inverno finalmente, dopo tanto tempo e tanta attesa, egli ebbe finalmente la possibilità di sfogare i suoi ardori sessuali portando quella donna nel villino di famiglia che avevano nella zona dei lidi.
Quella donna dimostrò subito di saperci fare a letto, al punto da sembrare che fosse una professionista; ed infatti lo era !
In verità l'amore fu bello, ma il dovere sborsare centomila lire per il valore che aveva quella somma nei primi anni ottanta, gli fecero intendere che quella donna era ne più e ne meno che una prostituta di lusso, anche se non abituale o tradizionale.
Riuscì tuttavia ad andarci ancora un paio di volte, ma poi, deluso rinunciò a cercarla.
Un po' perchè quella donna gli disturbava il portafoglio, e un po' perchè essendo quella pur sempre una donna, gli risvegliava nuovi desideri difficili da assopire in quelle condizioni, e poi odiava fare all'amore con una donna che non partecipava fino in fondo: gli sembrava di compiere quasi un atto quasi contro natura nel dover vedere una donna che gli offriva il suo corpo, quasi che fosse un involucro di gomma o di una bambola.
Però questo lo sbloccò definitivamente dal suo torpore maniacale, pur se gli aveva istillato altre manie erotiche e curiosità; era come se un'altra personalità avesse preso il posto della vecchia.
Da quel giorno divenne un erotomane convinto e d'istinto: studiò tutte le mosse che doveva fare per diventare un seduttore; lesse molti libri di medicina, di sesso, di costume, e perfino il Kamasutra, per farsi un'idea del mistero che lo circondava.
Le letture lo rincuorarono molto, egli ne valutò la portata e la verosimiglianza che avevano con la realtà naturale e sociologica; poi quasi che fosse un ingegnere o un generale, si sforzò di elaborare dei piani tattici operativi che dovevano calzare con l'ambiente in cui viveva; e quando intuì che ne poteva trarre qualcosa da essi si buttò nella mischia; scese in campo cosi come fa un torero nell'arena.

Passò dell'altro tempo.

Egli continuava a lavorare e a vivere con i genitori e a pensare alle donne.
E finalmente si decise a mettere in pratica quelle conoscenze che aveva acquisito.
Si organizzò bene: per prima cosa si comprò molti vestiti alla moda, dei profumi, qualche crema, e poi cambiò il taglio dei capelli.
Si comportò come se fosse un Pavone; mutò il suo aspetto e s'accinse a catturare la femmina preda.
Dopo qualche tentativo andato a vuoto finalmente acchiappò qualcosa: la sua prima vittima fu una vedova caliente di qualche anno più grande di lui.
La conosceva da sempre almeno di vista; solo che adesso non era più giovane come lo era prima che lui fosse partito per il nord; ma l'aveva sempre intrigato quella donna lì.
La incontrò un pomeriggio dal tabaccaio e i loro sguardi s'incrociarono al punto da fare scintille, cosicché lui la catturò dapprima con gli sguardi; poi cercò di incontrarla in via Roma durante il passeggio serale o dei fine settimana per mangiarsela con gli occhi, perchè quella donna lì si era mostrata molto vulnerabile ai suoi sguardi ed aveva ricambiato in pieno.
Passò qualche giorno senza che lui potesse vederla.
Una domenica sera finalmente la incontrò di nuovo; sapeva che abitava nella parte alta della città e per questo motivo avrebbe ad una certa ora preso l'ultimo bus che l'avrebbe portata vicino casa sua.
La fermata del bus era come una specie di imbuto insomma; un passaggio obbligato !
Lei era alta e giunonica, aveva gli occhi neri e i capelli scuri pettinati all'indietro; e se non fosse che era ancora giovane sarebbe sembrata una specie di matrona moderna.
L'avvicinò al buio nella fermata dell'autobus e gli parlò per un po’; gli raccontò che era stato lontano e che era ritornato e che la conosceva da sempre.
Dopo un po’ che lei lo aveva ascoltato con fare curioso, incominciò ad interloquire con lui.
Come, e quando, e come e perché, lui s'accorse che la donna ci stava ?
Ma era semplice no ?
Da come gli ricambiava gli sguardi, e perchè quando lo vedeva in lontananza che si stava avvicinando verso di lei, si ravvivava i capelli, e da come muoveva gli occhi, o dal movimento delle sopracciglia, dai sorrisi maliziosi, da come si aggiustava furtivamente gli abiti, da come giocherellava con le chiavi di casa e tradiva il suo nervosismo; e per Dio, e mica era un fesso lui ?
Veniva dal continente, era stato sposato, e qualcosa lo aveva imparato anche lui delle donne.
Purtroppo tutte queste sensazioni gli si erano assopite con il matrimonio che lui aveva stimato che fosse felice e che doveva durare per tutta la vita.
Certo c'erano altri modi per constatare quando una donna ci stava, perchè, malgrado la natura guardinga che hanno innata, inconsciamente si tradiscono da sole quando lo vogliono; ma con quella disgraziata era bastato solo quel segnale che poi era anche un indizio importante: il colpetto che aveva dato ai capelli per aggiustarseli quando lui si era avvicinato a lei.
La donna si lasciò sedurre solo perchè era lei che lo voleva, e non lui che l'aveva conquistata; e poi lui veniva da fuori, e questo bastava per abbattere qualche muro di incomprensione e d'incomunicabilità.
Perché anche le donne del suo paese, cosi come tutte le donne del mondo, amavano flirtare o farsi corteggiare dai forestieri; ed è noto che dentro il cuore di ogni donna ci sta sempre l'immagine del principe azzurro con il cavallo bianco nelle vesti dello straniero che viene a toglierle dalla noia per portarsele in lidi lontani.
E non che fossero delle provinciali, anzi; erano molto più avanti con l'idea che si facevano dalla vita, di quella vita stessa noiosa che a volte si trascinavano tutti i giorni; e poi c’era dell’altro: il dover vedere sempre le stesse facce per tutta la vita, per loro che sono curiose fin dalla nascita doveva essere proprio un tormento; ed era per questo che nascevano i miti dei divi della canzone e del cinema; quei bellimbusti di attori e cantanti che suscitavano da sempre il sogno per quel fascino inavvicinabile che si portavano addosso:
perché la natura femminile è più vulnerabile ai sogni e alla sensualità.
Cosicché Michele, senza che lo sapesse o lo immaginasse, suscitava il desiderio di molte delle donne del suo paese; un po' perchè aveva cosi come si dice, un po' di quell'aria del continente, e un po' perchè a forza di vivere lontano camminava leggero sulla terra che non gli era appartenuta: aveva preso quando stava lontano questo vezzo, e ora se l' ho portava addosso per abitudine anche nel paese che gli apparteneva.
Sembrava un forestiero ovunque andasse; alto, bianco, e con una lunga e numerosa teoria di occhiali da sole che inforcava in tutte le stagioni dell'anno e ovunque andasse, sembrava che non appartenesse a nessun luogo.
Quella vedovaccia arrapata più di lui, lo invitò a casa sua con la solita scusa del caffè quella sera stessa, e se lo sbranò per bene per una notte intera.
Si sollazzarono perbene entrambi e per tutta la notte, perchè ne avevano di bisogno per davvero; dopo si sentirono rivivere un'altra volta dopo quella specie di lunga traversata del deserto.
Ma non durò a lungo,
La cattiva sorte continuava a perseguitarlo; e magari fosse continuato per un po’ questa relazione; certo, la donna poteva affezionarsi a lui o addirittura innamorarsi e sarebbero stati dolori poi a lasciarla.
Ma non era destino; perchè già il mattino seguente a quell’incontro galante egli ebbe una brutta sorpresa...
Un'amica di sua madre che abitava in quel palazzo della vedova, vedendolo uscire molto presto, immaginò tutto e prima che lui ritornasse a casa già aveva avvertito sua madre; e l'avvertì pure una sua lontana cugina che abitava pure lei in quel condominio, ma pure se non
l'aveva notato perchè dormiva, era stata informata anche lei da quella ficcanaso.
E siccome sua madre era un po' gelosa del figlio, e perché detestava quella vecchia baldracca che al paese era molto chiacchierata, informò il figlio con un tono di rimprovero e gli spifferò tutto.
Michele avvertì immediatamente un motto di vergogna indefinita; non tanto per ciò che aveva fatto, perchè non aveva fatto niente di male ed erano stati entrambi adulti e consenzienti, ma delle chiacchiere che erano girate sul suo conto, e cosi in fretta; “ e che era ?
Meditò tristemente, mi tengono tutti d' occhio questi primitivi ?
Ma dove siamo ?
Nel paese delle colpe forse ? “
Ad ogni modo abbozzò una giustificazione e la cosa morì lì.
Però avvertiva una strana e misteriosa vergogna per un motivo che non trovava e per qualcosa che non sapeva e che non riusciva a percepire se non invadendo i sentieri dei soliti luoghi comuni; cosi, simile a quello che prova uno che si è sbronzato la notte prima e ha fatto baldoria, ma che al risveglio non ricorda più niente pendendosi però di aver compiuto chissà quale misfatto.
Cosi si convinse di vivere in un paese che assomigliava ad una caserma; un luogo tutto pieno di regole da rispettare, regole morali e di comportamento, perchè tanto a quelle civiche, politiche o sociali non gli badava nessuno e il paese cosi come anche la Nazione, se ne stava anche per questa ragione andando in malora e nella decadenza.
Tuttavia ora percepiva dentro di sé, del fatto che non poteva fare a meno di avere una donna a disposizione, anche se non voleva rubare l'amore a nessuno; ma essendo che lo avevano infamato in quel modo che non meritava, erano gli altri invece che gli rubavano a lui l'amore e il passatempo con quelle chiacchiere e pettegolezzi da comari; perchè pensava: apparteneva forse a qualcuno quella vedova ?
Non aveva il diritto di fare ciò che voleva ?
E lo stesso valeva per lui; doveva forse rendere a qualcuno di ciò che faceva ?
No di certo; e allora perchè tutta questa cattiveria ?
Il piacere poi, è forse una colpa da punire ?
Cosi diventò cattivo pure lui; accarezzò una vaga idea di andarsene di nuovo lontano e per sempre e scordare tutto, ma non trovò la forza e ne il coraggio di farlo.
Decise cosi di organizzare la sua vita con quel poco che gli passava il convento: il lavoro, lo stipendio, la casa, qualche disco da ascoltare alla radio, la televisione e il cinema, e ogni tanto anche il teatro; e poi ancora gli amici che frequentava; qualche passeggiata al centro, qualche mangiata con gli amici al ristorante; l' automobile che cambiava ogni tanto; e ancora molto, molto altro ancora, che poi era sempre poco, e non gli bastava di certo...
Michele si annoiava a morte perchè gli mancava tanto la compagnia femminile !
Ma se per o invidia, o senso di confondersi nel branco cosi come facevano tutti, non era arrivato ancora al punto da invidiare le altre coppie che stavano bene insieme, era solo perchè anche lui era stato sposato e sapeva quando era tormentoso il mènage familiare; e non era mica soltanto ciò che le coppie facevano trasparire fuori dalle mura domestiche.
Perché quello è solo finzione.
Finzione anche quello cosi come era finzione molto altro della vita e del comportamento umano; perchè gli uomini pur senza che se n'accorgevano erano solo dei volgari o scaltri attori consumati.
Di questo almeno lui ne era convinto; perchè una volta nel centro di Parma aveva assistito ad un attore di strada che seguiva di nascosto i passanti e li imitava nel modo di camminare e nei tic, fra le risate del pubblico.
E stava recitando forse più la vittima, e in maniera naturale e inconsapevole, che l' attore stesso che almeno lo faceva di propria volontà.
Intanto, trascurando volutamente le donne paradossalmente se ne sentiva sempre più attratto; stava diventando una specie di ossessione la sua; e poi molte donne ogni volta che lo vedevano se lo mangiavano con gli occhi, e qualcuna pure, anche quando stava in compagnia del marito.
A quel punto egli entrò dritto, dritto senza che se n'accorgesse, come dentro un tunnel di dolce follia; di una follia strana e misteriosa che se da un lato toglie, dall'altro porta l'uomo a scoprire le segrete conoscenze e i misteri delle donne, quelli che ognuno crede che siano insondabili all'apparenza.
Percepì in breve tempo o si illuse di percepirlo, il segreto più profondo dell'animo femminile, il loro sogno, la loro follia, il loro scopo nella vita e per essa; il loro desiderio nascosto, ma che ai suoi occhi trapelava, eccome se trapelava; o forse era lui stesso che lo stuzzicava per farlo uscire allo scoperto.
Si illuse di aver svelato a sé stesso l'eterno Arcano misterioso del complesso rapporto fra le donne e gli uomini, anche se nella parzialità del suo tema, che poi non era altro che quello di scoprire i loro desideri voluttuosi; ma solo quando si estrinsecano all'origine, perchè come vanno poi a finire questo lo sapevano tutti in fondo, e cioè… A letto !
Studiò in profondità le sfumature della natura femminile e le sottigliezze poiché in fondo era poi vero che tutte questi dettagli caratteriali umane esistevano in tutte le nature femminili, sia che fossero di donne sposate o no, che fossero giovani o vecchie, belle o brutte; era solo una questione di misura e grandezza ma c'era in tutte, perchè era un fenomeno innato e nessuno poteva distruggerlo.
Michele arrivò a questa dolce conclusione, dopo che era riuscito a verificarlo sul campo attraverso il suo magnetismo animale; e seguendo la sua tecnica seducente tutta particolare.
Agiva come in trance, e catturava le sue prede anche se qualcuna gli sfuggiva, e se non fosse stato che il magnetismo animale esisteva per davvero, e che certi poteri restano innati negli uomini anche se assopiti
dall'evoluzione della specie: e poteva anche succedere che se raccontava queste storie ai profani, qualcuno avrebbe detto che lui fosse diventato Mago, o che fosse in possesso di poteri magici.
Perchè ora lui si lasciava guidare dai suoi istinti; percepiva a fiuto la debolezza e il desiderio naturale ed istintivo delle donne, le guardava con uno sguardo strano e indescrivibile, le mollava, ci ritornava di nuovo, e quando la mela era cotta se la mangiava.
Sul concreto seminava ciò che gli altri non vedevano; migliaia di ciò che gli scienziati definiscono con il nome di feromoni; essi spinti dalla sua volontà, volavano dal suo essere e si andavano a depositare in quello della preda; ed erano dolci sensazioni di voluttà animale trasmessa attraverso gli sguardi; come se fosse lui stesso una radio e la donna una ricevente !
Scoprì, o lo mise in risalto facendolo emergere, uno dei tanti poteri umani che l'uomo si portava innato in maniera ancestrale, anche se in fase silente; fece come risvegliare vulcani assopiti in letargo, e tutto questo evidenziò che: l'uomo in origine, li usava per davvero questi strani poteri psichici, e che con l'evoluzione della specie, e con la civiltà che avanzava li aveva come accantonati e dimenticati.
Ma esistevano sempre, e niente era più eccitante per lui che mettere in pratica queste antiche tecniche; lo scovare la preda, dargli la caccia e individuare i suoi punti deboli, fino a farla cedere.
Cosi sperimentò nella sua mente sensazioni subliminali di antico cacciatore del gentil sesso; adorava la fase primaria della conquista, e prima che la donna gli cedesse, perchè quello lì era uno dei tanti fattori, ma dentro a tutto un'insieme di mosse e contro mosse..
Fu vera gloria ?
Chissà; pero lui ci azzeccò in pieno ed in breve divenne
l'amante nascosto di molte donne sposate; sembrava che le avesse incantate tutte.
Nutriva l'illusione che ne potesse sedurre in gran numero, quasi tutte quelle che avrebbe voluto se non fosse che al paese c'erano molti occhi indiscreti che lo controllavano.
Donne che fino a quel giorno si erano mantenute oneste, e tali sarebbero rimaste, se un Demonio come lui non fosse ritornato al paese.
O si erano frenate magari, o si erano limitate nei movimenti e nell'azione solo perché non avevano avuto
o trovato l'occasione giusta per estrinsecare le loro voluttà mai assopite, o perchè non avevano incontrato qualcuno che li stanasse da quella condizione forzata; ed erano donne che, come se ipnotizzate, subivano il suo fascino occulto e se ne sentivano fortemente attratte.
Lui da parte sua, aveva l'impressione che il suo metodo di seduzione funzionasse con tutti; perchè era un metodo occulto, scoperto chissà come e quando, e forse innato in lui.
Funzionava cosi: si sceglieva una preda dopo che
l' aveva incontrata in qualsiasi parte; la fissava in un certo modo come quando si fa con qualcuno che si conosce e che non si vede da molto tempo; trasaliva e allarmava la malcapitata che immediatamente si incuriosiva a sua volta.
A questo punto la mollava con gli occhi, lasciando intravedere un motto di delusione, e la malcapitata per riflesso inconscio quasi, quasi ci restava male; un po' perchè oltretutto era pur sempre un bell'uomo che inconsciamente l' attraeva e se ne sentiva attratta, e un po' perchè si convinceva di averlo conosciuto anche lei; ma dove ?
E quando ?
Nel passato forse ?
E chi era ?
E per donne che passavano la vita quasi sempre facendo le stesse cose, non era poi poca cosa, una piccola emozione ogni tanto.
Ma lui a quel punto gli voltava le spalle lasciandole deluse, ma aizzando e stuzzicando il loro lato civettuolo e seducente; cosi ora erano loro che gli davano la caccia con gli sguardi, e i ruoli si ribaltavano immediatamente, come se la donna fosse lui.
Poi quando quelle si stancavano lui riprendeva la caccia; dapprima le fissava per qualche secondo e gli sorrideva come a volergli ridare la speranza, e poi scendeva con lo sguardo squadrandola dalla testa ai piedi e attardandosi sul sesso e sugli occhi, e gli comunicava qualcosa, una sensazione, un sogno, un desiderio, e poi ritornava sui suoi passi come se niente era successo.
Ma aveva seminato qualcosa; e solo le sue prede avrebbero potuto descrivere cosa; ma a lui questi dettagli non gli interessavano; gli bastava constatare che la prossima volta che incontrava quella donna fosse lei a provocarlo; ed allora significava la cosa aveva funzionato; perchè il lisciamento dei capelli, il guardare il proprio aspetto anche se si era in ordine, l'agitare gli occhi, era segno per lui che l'incanto aveva funzionato.
Perchè tutte le donne amano essere considerate dagli uomini, e lui riusciva a dimostrare che ci teneva molto a loro.
A quel punto era come se si conoscessero da sempre; esistevano solo loro e il mondo non contava più per loro; gli si avvicinava quando ne aveva l'opportunità e gli parlava; però stava molto attento a cosa diceva, perchè non voleva deludere con le sue parole le aspettative
dell'altra.
Trovava le parole imprevedibili, e questo perchè intuiva che in questa seconda fase della seduzione, la faccenda diventava molto complessa e delicata; dal momento che se la donna, o perchè incantata da lui o no, o perchè incuriosita, diventava lo stesso molto difficile
all' approccio verbale; perchè gli sguardi evocavano desideri e sensazioni, mentre le parole invece evocano solo immagini plastiche della cruda realtà, tranne se uno non riesce ad esprimersi in un modo tale da continuare a stordire la femmina e farla sognare con la materia plastica che le sue parole riuscivano ad evocare.
Altrimenti l'incantesimo si rompeva, e con esso la prima parte della seduzione sarebbe svaporata al vento.
Egli faceva in modo da mostrarsi forte nella scherma mentale e verbale pur lasciando trasparire un senso di tenerezza, perchè non voleva forzare la mano in un senso o nell'altro, e siccome le donne per natura sono inquiete ed ambigue oltre che curiose, rimanevano stordite da questi scenari inconsueti e senza volerlo gli davano corda per vedere infine dove lui volesse andare a parare.
Però ebbe fortuna e gli andò bene questa specie di esame; cosicché dopo qualche parola, fingeva di provare il disagio degli altri che guardavano come a volergli andare incontro e sedare le loro paure, e gli lasciava il suo numero di telefono; ed a quel punto era lei che organizzava tutto.
In un mondo dove l’uomo era riuscito a salire da tempo sulla luna a lui gli toccava di usare questi metodi antiquati; ma ne addossava la colpa all’ambiente poiché se si fosse trovato in altri luoghi tutto sarebbe stato molto più facile.
Naturalmente non funzionava con tutte, ma lui sapeva uscire in tempo dal gioco quando lo intuiva a fiuto, e cosi evitava di fare brutte figure; ma anche quella fuga per lui faceva parte del gioco; e cosi non si vergognava o meravigliava.
Con il passare del tempo però, aveva l'impressione di essere spiato da nemici invisibili, e per essere più tranquillo di non creare scompigli nelle famiglie e rovinare matrimoni felici, egli fece credere a tutti di essere Cartomante.
Quindi quando si doveva recare agli appuntamenti amorosi, con l'amante di turno, si portava appresso un mazzo di Tarocchi: cosicché se il marito lo avesse sorpreso in casa poteva benissimo dichiarare di essere un Mago, e che l' aveva chiamato sua moglie per un consulto a domicilio; per lavoro insomma; il perchè ?
E che era ?
Forse che i Tarocchi ora, si devono o si possono fare in compagnia di tutti e non a quattrocchi e nella massima riservatezza ?
Il guaio era però, che drogato dal successo, ci aveva provato con una mezza dozzina di donne, ed ora non sapeva chi accontentare per prima.
Aveva risolto la sua vita il Casanova di Vigata, e forse più che al grande seduttore assomigliava di più al suo corregionale antico, il Conte di Cagliostro; perchè le sue donne pur dandosi a lui restavano con i mariti, e non avevano trasporti sentimentali.
A questo punto però, la sua fama che era sottilmente quella del donnaiolo che agiva in clandestinità, si tramutò in quella di cartomante e la gente lo guardava in un certo modo quando lo incontrava per strada.
E quale altro metodo poteva usare se non quello dei Tarocchi ?
Poteva forse affittare un appartamentino per gli incontri clandestini ?
E quale donna avrebbe accettato di varcare la soglia di quella casa, con tutti quegli occhi indiscreti che c'erano in giro dalla mattina alla sera ?
Vigata non era Parigi !
Durò per sei mesi questo dolce carosello amoroso, poi qualcosa incominciò a trapelare al paese; un po' perchè lui ci aveva preso gusto e chiedeva una prestazione dietro l'altra a rotazione alle sue donne che teneva in contemporanea, quasi che fosse un Sultano, e un po' perchè nei posti piccoli i segreti sono difficili da conservare quando per noia o abitudine, certa gente non si sa fare i fatti propri.
O forse che qualcuna delle sue donne si era forse confidata con un’amica del cuore e quest’ultima lo aveva raccontato ad altre donne o a suo marito; o forse perché qualcun’altra delle sue amanti clandestine si era andata a confessare da un Prete; e chi poteva dirlo cos’era successo ?
Una cosa sola era certa: che lui stava giocando con il fuoco…
Fu sorpreso per tre volte da mariti che erano stati avvertiti da qualcuno, ma gli andò bene; poiché quelle baldracche avevano pensato a tutte le evenienze e chiudevano la porta di casa dall’interno mentre lui lasciava sul tavolo il mazzo dei Tarocchi scoperti, e cosi quando avevano sentito il rumore delle chiavi che tentavano invano di aprire quelle porte, loro avevano saltato fuori dal letto, si erano rivestiti in fretta e si andavano a sedere vicino a quelle carte maledette.
E pur nella rabbia inesplosa i cornuti accettarono la versione dei Tarocchi facendo buon viso a cattivo gioco; ma il quarto marito però non abboccò all'inganno, un po’ perché aveva una natura molto pignola e sospettosa, ed un po’ perché era molto geloso, ed un po’ perché trovò sua moglie troppo nervosa; e poi il letto matrimoniale che di solito era sempre ben messo adesso era sottosopra; e poi c'erano un paio di mutandine sopra una sedia che dovevano trovarsi in un altro posto.
Tutto questo gli era bastato per avere la certezza che sua moglie l'aveva tradito; non potendosi trattenere la rabbia che aveva, gli e le aveva date di Santa ragione con le mani e con un bastone mandandolo dritto all'ospedale, poiché il cornuto credeva che lui l’aveva stregata a sua moglie e non che lei fosse consenziente.
Tuttavia a parte le botte alle quali dovette soggiacere, egli rimase con l'amaro in bocca per il fatto che non si era potuto sperimentare a lungo tempo in quel carosello sessuale.
O forse era meglio che era finita cosi, poiché di sicuro a lungo andare passando da una donna all'altra si sarebbe perso in sé stesso.
Perchè l'amore o il sesso fa sempre certi scherzi crudeli quando ne sono molto inflazionati nel numero o nella quantità e qualità.
Prima o poi correndo dietro a quelle donne, di certo si sarebbe beccato un grosso esaurimento nervoso causato da intossicazione del genere femminile; ma un intossicazione psichica che per certi versi è sempre molto più crudele di quella fisica.
E questo perchè lui ne aveva fatto grande abuso di donne e di sesso, mentre si sa che in questi casi le donne si devono prendere una alla volta e con molte cautele; ma ormai la frittata era fatta.
Di tutta questa storia però, soltanto una cosa aveva imparato: che il sesso che le donne consumano con i mariti, è per una strana sacralità, molto inferiore nella qualità e quantità di quelle che le stesse consumano con gli amanti.
O forse che le donne a letto e per la loro natura relativamente passiva lasciano fare sempre agli uomini; lasciano che sono sempre loro a giostrare il gioco, e sono questi ultimi che si devono dare da fare con le loro fantasie: certo, ogni donna è diversa dall'altra e non tutte accettano certe cose, ma nell'insieme Michele aveva dimostrato di saperci fare molto bene a letto con loro.
Ma il sesso tuttavia non lo aveva ripagato ne tanto meno lo aveva scansato dai pericoli dei quali era andato a cercarsi: perchè esso senza l'amore vale molto poco; o forse no; e chi può mai dirlo o dimostrarlo visto che gli uomini non riescono mai a comprendere la natura femminile e viceversa ?
O forse che le cose succedono in una certa maniera, perchè devono succedere cosi e basta, e cercare di comprenderle è sempre impossibile.
Ma in fondo era finita proprio male; o forse il destino gli aveva fatto un brutto scherzo e l'aveva tradito in quella maniera malvagia.
E chi mai può conoscere da prima il proprio destino ?
Epilogo finale
Michele ora si stava leccando le ferite subite; ferite fisiche e morali, perchè si vergognava molto di tutta quella messinscena che aveva messo in piedi con i Tarocchi.
Al paese intanto ne parlavano tutti di lui, e molti ne ridevano della sua capacità di aver messo le corna a tanti uomini; e se continuava di questo passo la paranoia di certi mariti, li avrebbe forse spinto a sospettare della propria moglie anche se costei gli era stata fedele, e forse sarebbe avvenuto un contagio di massa.
Tuttavia lui non se la sentiva di affrontare gli altri tre mariti che gli avevano risparmiato le botte, solo perchè avevano abboccato al trucco dei Tarocchi; e questi tre mariti lui se li sognava di notte e avvertiva uno strano terrore per loro.
Ora non sapeva più che fare !
Ma a quel punto fu rintracciato, o per meglio dire, gli venne in aiuto la persona che lui mai si sarebbe aspettato che lo facesse: sua moglie !
Successe un po’ prima che lo dimettessero dall'ospedale; gli telefonò sua moglie da Parma e lo invitò a salire su al nord, perchè tanto lei gli confidò che lo avrebbe perdonato.
Ne avevano parlato perfino i giornali nazionali di questa storia di novello Casanova di provincia, e lei dapprima era rimasta molto stupita dell'ex marito, e poi aveva sorriso.
" Ma che stai dicendo, gli rispose lui allibito; adesso sei tu che devi perdonarmi ?
Spiegati bene perchè io non ci capisco più niente di questa storia; vuoi forse che pareggiamo il conto ed amici come prima ?
E continuò: ed io, ti devo forse perdonare per ciò che hai fatto ? “
La moglie gli ribatte che si, lo aveva fatto anche per lui, per risvegliarlo dal suo torpore; perchè anche lei aveva intravisto quel lato oscuro della sua personalità, anche se inconsciamente lo teneva nascosto; ed era felice del fatto che anche lei aveva contribuito a fare in modo che uscisse fuori.
“ Non ci capisco più niente, borbottò lui; tu sapevi ? “
“ Ma certo che lo sapevo amore, gli rispose sorridendo; ma non avevi mai sentito dire che le donne ne sanno una di più del Diavolo ?
E poi che cosa vorresti fare ?
Rimproverarmi forse ?
Dopo quello che hai fatto tu ?
Ti metteresti a livello di quel disgraziato che ti ha picchiato ? Suvvia, mi faresti solo ridere; e sai perchè ?
Sarebbe come se il toro darebbe del cornuto all'asino..”
Scoppiarono a ridere di gusto a quel punto, e lui si decise a ritornare nell'ovile che aveva lasciato.
Perchè intuì che i veri tradimenti sono di tipo morale o ideologico, mentre quelli fisici sono solo delle debolezze umane; che il tradimento o il perdono, o tutto nella vita parte dal cervello e non da una stanga che deve riempire un buco; anche quello conta nella vita, questo si, ma deve essere fatto attraverso il filtro dell'unione amorosa, altrimenti diventa tutto volgare e passeggero, oltre che umiliante e ridicolo.
E lui che stava all'ospedale con le ossa spezzate questo lo aveva sperimentato in prima persona; ma ad ogni modo era molto confuso e non ci capiva più niente lui.
Doveva accettare il suo invito ?
L’amava ancora ?
Ma poi esisteva per davvero l’amore cosi come lo intendevano i poeti o certi letterati ?
E l’unione fra l’uomo e la donna, non era forse solo una sfida alla solitudine in principio e un’accettazione sovrumana in seguito ?
E chi ci capiva più niente pensava tristemente Michele.
Prima di chiudere il telefono la moglie gli fece una strana domanda: " sai perché i matrimoni falliscono mio caro ?
Non l'hai ancora scoperto, bel Casanova da
strapazzo ? “
“ No so, balbettò lui; la noia forse, o l'incompatibilità dei caratteri.”
La donna rise ancora, e poi rispose: " ma no, caro mio non ci hai azzeccato per niente; perchè vedi, i matrimoni falliscono perchè si dorme sempre insieme e si diventa come fratello e sorella; i letti separati occorrono credimi, i letti separati..."
E scoppiarono a ridere di nuovo...
“ E pensare che fra meno di vent'anni saremo nell'anno 2000; gli ribatte lui con una punta di tristezza, ripensando a tutta questa storia; ed intanto io devo morire dalla vergogna oltre che dover subire tutti questi dolori fisici.”
Il giorno dopo Michele partì quasi di nascosto dal suo paese, e non volle ritornarci più; ma lì si parla ancora di lui ogni tanto.
Fine della storia.
pa.accetto ogni tipo di critica o elogio, ma vi prego di farli
scritto il
2013-04-14
4 . 7 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.