Anya
di
Rainy
genere
dominazione
Anya era una ragazzina acerba quando la incontrai per la prima volta. Passeggiava per la strada con quei vestitini a fiori che svolazzavano su gambe giovani e sottili. Non parlava benissimo italiano ma tutto il vicinato le voleva bene. Aveva dei magnetici occhi azzurri, cristallini come il mare, fili d'oro tra i capelli e un nasino all'insù. Era la mascotte tra noi "grandi" perché anche se non parlava di faceva capire benissimo.
Rivederla dopo anni e rendermi conto di quanto sia diventata bella mi fa tremare le gambe. È seduta alla solita panchina dove si fermava a giocare con le sue bambole e smanetta qualcosa al telefono. Ha le gambe nude, accavallate e porta i capelli sciolti sulle spalle. Sembra alta ma continua ad essere minuta. Le guardo le gambe che sembrano morbide e magre, un po' dorate dal sole. La gonna corta azzurra copre a malapena ciò che nasconde tra le cosce serrate. Chissà se è fidanzata, sposata, cosa fa nella vita.
Il suo sguardo lascia lo schermo e si posa su di me, siamo a pochi metri di lontananza ed io non ho fatto altro che fissarla con sguardo curioso per tutto il tempo.
"Le serve qualcosa?" La sua voce è dolce, bassa e gentile. Il suo italiano è perfetto.
"Ciao...non so se ti ricordi di me. Vivevo al terzo piano di questo condominio " le indico il palazzo fatiscente "sono Emiliano."
Il suo sguardo corrucciato si stira immediatamente lasciandomi spiazzato di fronte ad un sorriso che potrebbe fare da concorrenza a tutte quelle pubblicità ingannevoli. I suoi denti bianchi mi accecano.
"Oddio certo che mi ricordo di te! Mi portavi sul tuo scooter ogni tanto anche se la nonna non voleva!"
Mi avvicino capito finché lei non fa il segno di sedermi accanto a lei.
Parliamo e parliamo ancora ma il suo profumo di distrae come mi distraggono le cosce, la gonna troppo corta, i piedi fascisti da un paio di sandali con un tacco basso. Le unghie rosa tenue le adornano quei piedi perfettamente.
L'odore è quello del gelsomino e le labbra sono lucide, piene di gloss. Sono curioso e vorrei tanto assaggiare che se quel gloss ha il sapore della fragola o di qualche altro frutto che da piccola amava mangiare.
Ci rendiamo conto che un temporale estivo sta per avvicinarsi e che le nuvole minacciano di piovere da un momento all'altro.
"Ogni tanto torno a controllare che l'appartamento sia abbastanza in buone condizioni per metterlo in affitto quindi sono passato e ti ho vista...Hey senti ti va di salire così controllo che tutto vada bene?"
È così che la porto in casa.
È così che nell'ascensore traballante mi accorgo che non indossa reggiseno. Quel maglioncino sottile a maniche corte con i bottoni sul davanti mi mostrano due piccole pretuberanze. Anya non si nasconde e continua a sorridere fissando il vuoto finché il trillo dell'ascensore non ci indica l'arrivo al terzo piano.
La carta da parati è stata sostituita ma comunque non cambia la sensazione di lercio che mi provoca questo posto.
La faccio accomodare sul divano dopo aver sollevato il telo per proteggerlo dalla polvere. Mentre controllo in giro la vedo che ride mentre continua a scrivere. Sono curioso di sapere con chi parla, se segue degli sconosciuti dentro appartamento vuoti, se ha un uomo che la venera e se ama a sua volta questa persona.
La casa è in ottime condizioni così prendo il telo e lo butto sull'altro divano, mi siedo accanto a lei e aspetto che finisca di scrivere. Sbircio un nome: MATTEO. La cosa mi fa incazzare e eccitare.
"Sei fidanzata? Sposata? "
"No! Sono troppo giovane per sposarmi!". Ride come se la mia domanda fosse buffa.
"Quanti anni hai?"
"Diciannove ma tra qualche mese ne faccio venti. "
Io a vent'anni avevo già la fidanzata che sarebbe diventata mia moglie dopo un paio d'anni.
Mi racconta che lavora in un centro estetico, che ha due amiche speciali con cui divide l'appartamento al quinto piano, che sua nonna è morta lasciando l'immobile a lei, che non ha un fidanzato ma un amico che probabilmente vuole scoparla. Non usa termini così crudi ma nella mia testa immagino questo Matteo che si masturba sulle sue foto. Io lo farei.
Stiamo a parlare ancora e ancora, lei è così socievole e aperta, si fida di me che sono quasi uno sconosciuto.
Si ricorda dei miei genitori, di mia sorella maggiore che le faceva le treccine e le regalava le caramelle. Io la ricordo vagamente ma lei dice di avere chiaro in mente quel momento in cui cadde dalla bici ed io l'aiutai a metterle un cerotto sul gomito.
All'epoca ero spesso dai miei genitori e stavo sempre nel cortile con i miei vecchi compagni. Anya era un bel contorno in questo brutto posto.
" E tu invece?"
Sono distratto e la fisso per qualche secondo poi mi rendo conto che mi sta chiedendo la mia situazione sentimentale.
"Sono sposato. " Non voglio dirle nient'altro voglio solo che sia curiosa. Che mi faccia domande. Che si avvicini a me.
"E avete figli?"
"Si, una bambina. Si chiama Chiara."
"Siete felici?"
"Insomma. La vita è dura Anya. Dopo tanti anni è complicato mandare avanti una relazione...così vecchia"
"E non...dovreste scopare di più allora! Mia mia amica dice che il sesso salva ogni rapporto. " E scoppia a ridere ed io con lei. Non so dove voglia andare a parare ma la seguo. Faccio ciò che lei vuole.
"Fosse così facile. Forse alla vostra età è più semplice. Mia moglie...ecco lei...non è mai stata molto affettuosa"
"Ah, mi spiace" dopo uno sguardo pietoso si alza e va verso la finestra semi oscurata dalla tapparella abbassata a metà.
"Peccato che tu non faccia sesso. A me fa sentire sempre così bene ...così libera."
Mi spiazza
"E lo fai spesso?"
"Si. Lo faccio perché mi pagano anche. Ogni tanto faccio compagnia a qualche uomo che si sente solo...non sono una puttana eh! "
Anya è proprio una puttana ma solo che fa parte di una generazione di puttane vestite meglio. Cosa rispondo? La sua ammissione mi rende quasi nervoso.
"Pensavo lavorassi in un centro estetico."
"Anche! Ma sai adesso arrivare a fine mese è davvero difficile e se passo un po' di tempo con qualcuno, una cena, una coccola, mi aiutano a pagare le spese e i vizi. " Non chiedo dei vizi. Mi fanno schifo le droghe e se Anya fa uso di queste potrei perdere la testa.
Mi rendo conto che la mia ossessione del momento sta crescendo, diventando esageratamente enorme. La voglio tutta per me e la storia della puttana d'alto bordo deve finire.
"Certo...capisco. hai bisogno di soldi e sei bellissima per cui non è difficile che un uomo voglia viziarti." Sono stizzito.
"Esatto. Poi onestamente a me piace farmi viziare...in tutti i modi"
Non capisco niente, mi ritrovo la pancia di Anya a due centimetri dal naso e le sue mani sulle mie spalle.
"Emiliano sollevami la gonna!"
Lo faccio come ipnotizzato e la prima cosa che noto è che non indossa niente sotto la gonna azzurra. La sua figa è completamente rasata, liscia e rilascia un profumo di dolce e salato. Mi inebria.
Le sua mano sale lungo il collo e si ferma sulla nuca e in un attimo mi tira forte a se. Sbatto con il naso sotto al pancino e le mie labbra si poggiano sul pube caldo. L'odore sale con prepotenza nelle mie narici mandandomi il cervello in cortocircuito.
"Leccami" oramai ho inserito il pilota automatico e abbasso un po' il mento intrufolando la lunga tra la valli dolci e lisce della vulva. Sento immediatamente il sapore dolciastro sulla punta della lingua che piano scende in gola e come una droga psichedelia non capisco più niente. Lembisco ogni angolo anche se con scomodità non mi lamento. Sento il bocciolo gonfio e poco sporgente sulla lingua, i suoi umori che impregnano le mie papille gustativa e il suo respiro pesante. Non lascia la presa prepotente sulla nuca e il mio cazzo si ingrossa nei pantaloni stretti e scomodi. Non ho intenzione di lamentarmi.
Anya mi immobilizza la testa prendendola tra entrambe le mani e comincia a strusciarsi sulla mia lingua. I suoi respiri diventano sospiri e gemiti, ansima aumentando il ritmo ed io non faccio altro che stare con la lingua fuori come un cane e la patta dei pantaloni che sta per esplodere. Sento il cazzo che lascia tanto liquido preseminale bagnandomi le mutande. Poso le mani sul retro delle sue ginocchia e salgo fino alle natiche perfette e toniche. "Chi...ti...ha...dato...il... permesso... di... toccarmi?"
Mi immobilizzo eccitato.
Rimango fermo con le mani sulle mie gambe e la figa di Anya che mi sgocciola sul mento.
"Emiliano sei una merda di uomo. Guardati, sei un depravato che si fa scopare la bocca da una ragazzina mentre a casa hai una mogliettina che ti aspetta." Questo suo modo poco elegante e poco da lei mi fanno eccitare ancora di più, rischio di venire tra le mutande senza toccarmi come un ragazzetto!
"Adesso apri la bocca!" Lei si sposta, alza una gamba e appoggia un piede sul mio ginocchio e finalmente la vedo tutta aperta per me. È rosa, lucida e piccolina. Un bocciolo di rosa, perfetto.
Con una mano si aggredisce il clitoride e con l'altra si infila il medio dentro. Io rimando a bocca aperta come dice, senza muovermi di un millimetro e bastano pochi colpi che un getto bollente mi colpisce in pieno viso sgocciolando sulla lingua ancora fuori. Un altro e poi un altro mi bagnano completamente e mi rendo conto degli urletti sconnessi di Anya mentre viene sulla mia faccia e sui miei pantaloni. Anche la camicia è bagnata e il divano non è da meno. Dopo più di un paio di getti Anya si ferma, si ricompone. Poggia la sua mano bagnata sul retro della mia camicia asciugandosela e all'improvviso uno schiocco forte fende l'aria. Mi assesta schiaffo in pieno viso facendomi girare la faccia dall'altra parte. Il mio cazzo non regge ed esplode trattenuto dalle mutande strette e dal pantalone rigiro. Sussulto finché l'orgasmo non scema lentamente.
"Sei un vero pervertito del cazzo. Per questa volta è gratis ma la prossima settimana ti voglio qui con un bel gruzzoletto e ti farò bere tutto squirt prima di farmi inculare. Ok puttana?"
Non reagisco ma annuisco. La piccola Anya mi ha dominato ed io acconsento da sottomesso quale mi ha reso. Sento solo sbattere la porta prima di accasciarmi sul divano e sorridere come un pervertito del cazzo.
Rivederla dopo anni e rendermi conto di quanto sia diventata bella mi fa tremare le gambe. È seduta alla solita panchina dove si fermava a giocare con le sue bambole e smanetta qualcosa al telefono. Ha le gambe nude, accavallate e porta i capelli sciolti sulle spalle. Sembra alta ma continua ad essere minuta. Le guardo le gambe che sembrano morbide e magre, un po' dorate dal sole. La gonna corta azzurra copre a malapena ciò che nasconde tra le cosce serrate. Chissà se è fidanzata, sposata, cosa fa nella vita.
Il suo sguardo lascia lo schermo e si posa su di me, siamo a pochi metri di lontananza ed io non ho fatto altro che fissarla con sguardo curioso per tutto il tempo.
"Le serve qualcosa?" La sua voce è dolce, bassa e gentile. Il suo italiano è perfetto.
"Ciao...non so se ti ricordi di me. Vivevo al terzo piano di questo condominio " le indico il palazzo fatiscente "sono Emiliano."
Il suo sguardo corrucciato si stira immediatamente lasciandomi spiazzato di fronte ad un sorriso che potrebbe fare da concorrenza a tutte quelle pubblicità ingannevoli. I suoi denti bianchi mi accecano.
"Oddio certo che mi ricordo di te! Mi portavi sul tuo scooter ogni tanto anche se la nonna non voleva!"
Mi avvicino capito finché lei non fa il segno di sedermi accanto a lei.
Parliamo e parliamo ancora ma il suo profumo di distrae come mi distraggono le cosce, la gonna troppo corta, i piedi fascisti da un paio di sandali con un tacco basso. Le unghie rosa tenue le adornano quei piedi perfettamente.
L'odore è quello del gelsomino e le labbra sono lucide, piene di gloss. Sono curioso e vorrei tanto assaggiare che se quel gloss ha il sapore della fragola o di qualche altro frutto che da piccola amava mangiare.
Ci rendiamo conto che un temporale estivo sta per avvicinarsi e che le nuvole minacciano di piovere da un momento all'altro.
"Ogni tanto torno a controllare che l'appartamento sia abbastanza in buone condizioni per metterlo in affitto quindi sono passato e ti ho vista...Hey senti ti va di salire così controllo che tutto vada bene?"
È così che la porto in casa.
È così che nell'ascensore traballante mi accorgo che non indossa reggiseno. Quel maglioncino sottile a maniche corte con i bottoni sul davanti mi mostrano due piccole pretuberanze. Anya non si nasconde e continua a sorridere fissando il vuoto finché il trillo dell'ascensore non ci indica l'arrivo al terzo piano.
La carta da parati è stata sostituita ma comunque non cambia la sensazione di lercio che mi provoca questo posto.
La faccio accomodare sul divano dopo aver sollevato il telo per proteggerlo dalla polvere. Mentre controllo in giro la vedo che ride mentre continua a scrivere. Sono curioso di sapere con chi parla, se segue degli sconosciuti dentro appartamento vuoti, se ha un uomo che la venera e se ama a sua volta questa persona.
La casa è in ottime condizioni così prendo il telo e lo butto sull'altro divano, mi siedo accanto a lei e aspetto che finisca di scrivere. Sbircio un nome: MATTEO. La cosa mi fa incazzare e eccitare.
"Sei fidanzata? Sposata? "
"No! Sono troppo giovane per sposarmi!". Ride come se la mia domanda fosse buffa.
"Quanti anni hai?"
"Diciannove ma tra qualche mese ne faccio venti. "
Io a vent'anni avevo già la fidanzata che sarebbe diventata mia moglie dopo un paio d'anni.
Mi racconta che lavora in un centro estetico, che ha due amiche speciali con cui divide l'appartamento al quinto piano, che sua nonna è morta lasciando l'immobile a lei, che non ha un fidanzato ma un amico che probabilmente vuole scoparla. Non usa termini così crudi ma nella mia testa immagino questo Matteo che si masturba sulle sue foto. Io lo farei.
Stiamo a parlare ancora e ancora, lei è così socievole e aperta, si fida di me che sono quasi uno sconosciuto.
Si ricorda dei miei genitori, di mia sorella maggiore che le faceva le treccine e le regalava le caramelle. Io la ricordo vagamente ma lei dice di avere chiaro in mente quel momento in cui cadde dalla bici ed io l'aiutai a metterle un cerotto sul gomito.
All'epoca ero spesso dai miei genitori e stavo sempre nel cortile con i miei vecchi compagni. Anya era un bel contorno in questo brutto posto.
" E tu invece?"
Sono distratto e la fisso per qualche secondo poi mi rendo conto che mi sta chiedendo la mia situazione sentimentale.
"Sono sposato. " Non voglio dirle nient'altro voglio solo che sia curiosa. Che mi faccia domande. Che si avvicini a me.
"E avete figli?"
"Si, una bambina. Si chiama Chiara."
"Siete felici?"
"Insomma. La vita è dura Anya. Dopo tanti anni è complicato mandare avanti una relazione...così vecchia"
"E non...dovreste scopare di più allora! Mia mia amica dice che il sesso salva ogni rapporto. " E scoppia a ridere ed io con lei. Non so dove voglia andare a parare ma la seguo. Faccio ciò che lei vuole.
"Fosse così facile. Forse alla vostra età è più semplice. Mia moglie...ecco lei...non è mai stata molto affettuosa"
"Ah, mi spiace" dopo uno sguardo pietoso si alza e va verso la finestra semi oscurata dalla tapparella abbassata a metà.
"Peccato che tu non faccia sesso. A me fa sentire sempre così bene ...così libera."
Mi spiazza
"E lo fai spesso?"
"Si. Lo faccio perché mi pagano anche. Ogni tanto faccio compagnia a qualche uomo che si sente solo...non sono una puttana eh! "
Anya è proprio una puttana ma solo che fa parte di una generazione di puttane vestite meglio. Cosa rispondo? La sua ammissione mi rende quasi nervoso.
"Pensavo lavorassi in un centro estetico."
"Anche! Ma sai adesso arrivare a fine mese è davvero difficile e se passo un po' di tempo con qualcuno, una cena, una coccola, mi aiutano a pagare le spese e i vizi. " Non chiedo dei vizi. Mi fanno schifo le droghe e se Anya fa uso di queste potrei perdere la testa.
Mi rendo conto che la mia ossessione del momento sta crescendo, diventando esageratamente enorme. La voglio tutta per me e la storia della puttana d'alto bordo deve finire.
"Certo...capisco. hai bisogno di soldi e sei bellissima per cui non è difficile che un uomo voglia viziarti." Sono stizzito.
"Esatto. Poi onestamente a me piace farmi viziare...in tutti i modi"
Non capisco niente, mi ritrovo la pancia di Anya a due centimetri dal naso e le sue mani sulle mie spalle.
"Emiliano sollevami la gonna!"
Lo faccio come ipnotizzato e la prima cosa che noto è che non indossa niente sotto la gonna azzurra. La sua figa è completamente rasata, liscia e rilascia un profumo di dolce e salato. Mi inebria.
Le sua mano sale lungo il collo e si ferma sulla nuca e in un attimo mi tira forte a se. Sbatto con il naso sotto al pancino e le mie labbra si poggiano sul pube caldo. L'odore sale con prepotenza nelle mie narici mandandomi il cervello in cortocircuito.
"Leccami" oramai ho inserito il pilota automatico e abbasso un po' il mento intrufolando la lunga tra la valli dolci e lisce della vulva. Sento immediatamente il sapore dolciastro sulla punta della lingua che piano scende in gola e come una droga psichedelia non capisco più niente. Lembisco ogni angolo anche se con scomodità non mi lamento. Sento il bocciolo gonfio e poco sporgente sulla lingua, i suoi umori che impregnano le mie papille gustativa e il suo respiro pesante. Non lascia la presa prepotente sulla nuca e il mio cazzo si ingrossa nei pantaloni stretti e scomodi. Non ho intenzione di lamentarmi.
Anya mi immobilizza la testa prendendola tra entrambe le mani e comincia a strusciarsi sulla mia lingua. I suoi respiri diventano sospiri e gemiti, ansima aumentando il ritmo ed io non faccio altro che stare con la lingua fuori come un cane e la patta dei pantaloni che sta per esplodere. Sento il cazzo che lascia tanto liquido preseminale bagnandomi le mutande. Poso le mani sul retro delle sue ginocchia e salgo fino alle natiche perfette e toniche. "Chi...ti...ha...dato...il... permesso... di... toccarmi?"
Mi immobilizzo eccitato.
Rimango fermo con le mani sulle mie gambe e la figa di Anya che mi sgocciola sul mento.
"Emiliano sei una merda di uomo. Guardati, sei un depravato che si fa scopare la bocca da una ragazzina mentre a casa hai una mogliettina che ti aspetta." Questo suo modo poco elegante e poco da lei mi fanno eccitare ancora di più, rischio di venire tra le mutande senza toccarmi come un ragazzetto!
"Adesso apri la bocca!" Lei si sposta, alza una gamba e appoggia un piede sul mio ginocchio e finalmente la vedo tutta aperta per me. È rosa, lucida e piccolina. Un bocciolo di rosa, perfetto.
Con una mano si aggredisce il clitoride e con l'altra si infila il medio dentro. Io rimando a bocca aperta come dice, senza muovermi di un millimetro e bastano pochi colpi che un getto bollente mi colpisce in pieno viso sgocciolando sulla lingua ancora fuori. Un altro e poi un altro mi bagnano completamente e mi rendo conto degli urletti sconnessi di Anya mentre viene sulla mia faccia e sui miei pantaloni. Anche la camicia è bagnata e il divano non è da meno. Dopo più di un paio di getti Anya si ferma, si ricompone. Poggia la sua mano bagnata sul retro della mia camicia asciugandosela e all'improvviso uno schiocco forte fende l'aria. Mi assesta schiaffo in pieno viso facendomi girare la faccia dall'altra parte. Il mio cazzo non regge ed esplode trattenuto dalle mutande strette e dal pantalone rigiro. Sussulto finché l'orgasmo non scema lentamente.
"Sei un vero pervertito del cazzo. Per questa volta è gratis ma la prossima settimana ti voglio qui con un bel gruzzoletto e ti farò bere tutto squirt prima di farmi inculare. Ok puttana?"
Non reagisco ma annuisco. La piccola Anya mi ha dominato ed io acconsento da sottomesso quale mi ha reso. Sento solo sbattere la porta prima di accasciarmi sul divano e sorridere come un pervertito del cazzo.
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