L’Ospedale, la gavetta sessuale, schiava del mio Capo

di
genere
dominazione

Ciao a tutti, premetto che questa è una storia reale e che non è frutto di alcuna fantasia. Il mio nome resterà anonimo per ovvi motivi. Posso dire che per quanto mi sentì umiliata fu così eccitante vivere tutti quei momenti in cui venivo scopata a dovere nell’Ufficio, le leccate di fica fatte in modo così sublime e formidabile (ci sono altre cose piccanti, ma ciò verrà raccontato dopo); per finire, cosa che riusciva a farmi eccitare più di tutto, a darmi quell’energia da troia ninfomane, erano i colleghi che potevano entrare da un momento all’altro, forse qualcuno ha pure sentito e visto qualcosa, ma non ne sono sicura, anche se sarebbe molto eccitante.
Scritti i convenevoli, possiamo iniziare col mio racconto.

Era iniziato il mio percorso lavorativo presso il Policlinico Umberto I di Roma come bassa impiegata, l’ultima della fila, e ciò mi faceva sentire a pezzi, la mia autostima era ridotta un cumulo di macerie, e la rabbia, cresceva giorno dopo giorno, non volevo questa vita. Vinsi per pura fortuna questo concorso pubblico per entrare a quest’Ospedale perché costretta a lavorare per via delle spese della casa dove abito con mio marito che man mano stavano aumentando. Come ho detto, mi sentivo così arrabbiata per essere finita come l’ultima degli ultimi e vedere i miei colleghi tutti realizzati e più avanti di me. Nemmeno le scopate con mio marito funzionavano più di tanto per ammorbidire questo malessere che si era creato dentro di me. Nonostante ero (e sono, forse) innamorata di lui, e diciamo che un po’, in fin dei conti, “riusciva” a soddisfarmi sessualmente ma non potevo fare a meno di pensare a come risolvere il problema della mia inferiorità lavorativa.

Passano i giorni, le settimane, i mesi e purtroppo anche gli anni. Arriviamo al 2005, e un giorno, vedo un Alto Dirigente che si era insediato da pochi mesi nel mio Reparto dove lavoravo precedentemente, osservarmi con quello sguardo da porco, con chiare intenzioni, non ci fu alcuno scambio, anche perché la sua presenza, non era perpetua, erano i suoi primi mesi da Dirigente. Ero e sono una donna molto bella, in passato molti colleghi mi sono venuti dietro, rifiutandoli tutti, nessuno di loro mi ha mai attratto, anche per via di questa mia rabbia; per quanto riguarda lui, sembrava uno dei tanti, solamente che aveva un rango maggiore (un particolare non indifferente), e ciò mi fece svegliare qualcosa che da tempo era sepolta, la voglia di riprendere me stessa, scalare tutto e tutti, anche se non era il modo giusto, volevo trasgredire e farla pagare a chi stava avanti a me. E così, mi venne l’idea di cominciare ad approcciare questo Signore, a ricambiare le sue occhiate da porco che mi lanciava, piegando il mio culo sodo (messo in risalto grazie al completo di lavoro che mi misi per cominciare a sedurlo indirettamente) per raccogliere gli oggetti che cadevano dalle mani o dalla postazione quando c’era lui presente. Col tempo, partendo con delle mere conversazioni informali di lavoro, si instaurarono dialoghi molto amichevoli, quasi intimi. Fino a quando…mi fermò e m sussurrò: “Ma ciao… Come andiamo piccola? sei sempre in forma! Chissà cosa si nasconde sotto a quel vestito, ogni volta che ti vedo, impazzisco” e poi mi diede una pacca e poi una stretta sul culo… mi sentì umiliata a non rispondere, ma sorrisi per non dare nell’occhio. D’altro canto, mi piaceva farmi sottomettere da qualcuno più in alto di me, sapendo che magari, mi avrebbe dato qualcosa se mi fossi comportata come voleva lui, e di conseguenza, arrivavo a trasgredire le regole, che avevo accantonato con il mio voler essere porca a ogni costo per ottenere ciò che volevo.
Un giorno quando ero in bagno lì a lavoro, mi immaginai di essere scopata duro da lui, magari nel suo ufficio; successe che la mia fighetta cominciò pian pianino a bagnarsi per quanto mi eccitai, più sentivo il liquido, più mi eccitavo, ero in balia di qualcosa che non potevo più controllare, i miei freni inibitori che fino a quel momento avevano frenato le minchiate, erano spariti e arrivai a tirarmi su un ditalino da far scuotere l’anima, inserì le mie due dita e cominciai a sgrillettarmi senza un domani, e una volta arrivato ad un orgasmo da farmi girare la testa, sentì il bisogno di leccarle per essere completamente soddisfatta. Che ve lo dico a fare? Fu fantastico leccarle e poi rimetterle dentro la mia fica che ancora era molto bagnata.
Torniamo al dunque:
Sta per arrivare un concorso riservato agli interni, è un’occasione importante e non posso permettermi di perdere questa corsa, soprattutto per l’aumento dello stipendio. Mi dirigo dal Dirigente tal dei tali (che per la cronaca, diventò il mio Capo dopo il concorso) nel suo Ufficio e, amichevolmente, senza voler alludere a nulla (visto che è una cosa normalissima colloquiare con i propri Capi per avere delle promozioni), provo a convincerlo di raccomandarmi, sostenendo (tutto vero), di aver lavorato più degli altri. “Dopo tutte quelle ore, caro ***, non ti sembrerebbe il caso di darmi una promozione?” e Lui, in modo fermo dice: “Ma non c’è alcun problema, anzi non vedo alcun paletto a questa tua giusta ambizione, ma sai, a tutto c’è un costo, e mi dispiace dirtelo, ma il tuo duro lavoro, non basterà.”. Pensai a dove volesse arrivare ma riprovai dicendo: “Perché non dovrebbe bastare? Non sono forse io che resto di più degli altri colleghi? Anche quando non è richiesto.” E subito Lui: “Eh no cara, devi fare di più, non mi basta che tu faccia più degli altri, voglio che tu faccia qualcosa che non si dovrebbe fare” e io: “che cosa… dovrei fare?”, “beh per prima cosa, comincia ad abbassare un poco il vestito che indossi”, “lei sta scherzando” dissi con voce un po’ sorpresa(visto che si stava avverando tutto ciò che fino a quel momento era rimasta una fantasia) cominciò dal sopra del mio vestito; in più aggiunse “chiamami mio padrone, da ora fino a quando non ti dirò di smettere, sarai la mia schiava, hai capito troia che non sei altro? Lo so che ti tocchi quando pensi a me”. Mi sentì nuovamente umiliata come l’altra volta e in più titubante, perché sapevo che stavo mettendo le corna a mio marito senza che lui sapesse nulla (e ancora adesso non lo sa), una parte di me si sentiva in colpa ma l’altra parte no, contava più la mia vita che la sua, non volevo essere una reietta. E dopo aver accettato dicendo: “Va bene mio Padrone, farò tutto quello che vuoi, a patto che mi darai tutto ciò che voglio.” Chiuse la porta, le finestre e insonorizzò come poté l’Ufficio dove ci trovavamo.
Per smorzare la tensione che stavo provando per via del momento, lo presi per le spalle e cominciai a limonarlo, mettendo la lingua dentro la sua bocca; inevitabilmente lo fece impazzire, rispondendomi di conseguenza in modo ancor più spinto. Inizialmente, lo feci per non pensare, ma poi divenne qualcosa di voluto e continuai a farlo con intensità, non ci fermammo fino a quando non mi prese, mi stese sul tavolo, alzo il vestito da sotto e cominciò a giocare con la mia figa già in calore. “Oh ma tu guarda che abbiamo qua, Signora ***, lei non vedeva proprio l’ora eh, ora vedrà cosa intendevo quando dicevo che mi fa impazzire.”, e io per incitarlo dicevo “no ti preg..” e lui immediatamente inserì due dita e cominciò a sgrillettarmi con un ritmo perfetto baciandomi allo stesso tempo… “ahh…ahh…ahhhh.. così… continui mio padrone...” Sentì il mio corpo che manifestava la volontà totale di sottomettersi a lui, non voleva altro corpo a contatto se non il suo, voleva assaporare tutto fino in fondo. Smise di colpo e cominciò a baciarmi sempre più sotto, fino ad arrivare alle gambe. Cominciò a baciarmi la gamba sinistra all’altezza della mia fighetta presa al massimo del godimento, vogliosa e impaziente di ricevere il suo cazzo. E arrivò quando affondo la lingua dentro… “ahh, ahhhhh ahhh… ahhhhhh, continua ***, continua... porco schifoso, continua, fottimi con tua lingua.” Sbarrai gli occhi quando con tutta l’energia che ebbe, cominciò a succhiarla senza un domani e a fare dei giri dentro la mia amichetta con la sua lingua morbida e calda dal piacere che stava provando e, il tempo sembrava non finire mai e una parte di me non voleva che finisse mai, perché stavo vivendo un sacco di sensazioni che non avevo mai vissuto. Quando finì, si tolse la cinta e si calò i pantaloni. Pensando che volesse arrivare a ficcarmelo tutto, invece, mi chiese di scendere dal tavolo, inginocchiarmi da brava schiava troia che ero, e leccargli l’ano. In un primo momento rifiutai, sia perché non me la sentì di affondare le mie labbra dentro al suo culo sia perché mi aspettavo che arrivasse lì sotto. Ma lui mi ricordò… “Se non fai quello che ti dico, te ne andrai via da qua senza nulla”, “avanti puttana, affonda la tua faccia!”, e con vemenza, mi prese la testa… cercai di divincolarmi più che potevo, ma più lo facevo, più lui si eccitava; “eh no, obbedisci puttanella”. Alla fine cedetti, chiusi gli occhi e cominciai a leccarlo dolcemente. Sentivo lui che fremeva di piacere, e questo, cominciò ad eccitarmi tanto da aumentare la velocità. Più andavo bene, più lui godeva; e la mia figa? Stava straripando per quanto mi stavo inebriando, così tanto che mi cominciai a sgrillettare da sola nel mentre lo leccavo. Una volta che finimmo con questo preliminare, gli dissi: “mio padrone, fammi tutto quello che vuoi”, non gli parve vero di sentire queste parole. Quando toccò il turno dell’amico che volevo incontrare, il suo cazzo che volevo assaggiare, che si era indurito in una maniera allucinante (da qua in poi, mi lasciai completamente andare, fece tutto lui). Mi fece alzare, baciandomi e succhiandomi le tette ancora in vista, facendomi indurire i capezzoli più di prima. Cominciai a fargli una sega, avendo poi le mani molto delicate, immaginate il godimento che avrà avuto il porco. Mi abbassò, mi tenne i capelli, mise il suo pene dentro la mia bocca e la scopò senza pietà, mi faceva riprendere fiato per poco e poi subito dentro, me lo teneva dentro per dieci secondi… e poi fuori “brava cagnetta, così… continua a soddisfarmi” nel mentre che mi palpava il seno; non mancò anche una leccata intensa alla sua cappella e alle sue palle che non ne volevano più sapere di trattenersi ma, dovevano, perché non era ancora il momento giusto.
Ero completamente in mano sua, il mio corpo e la mia mente appartenevano solo e soltanto a lui. Finito ciò, mi rimise sul tavolo, mi fece piegare a novanta e cominciò a strofinare il suo cazzo sulle labbra della mia amichetta, l’eccitazione era alle stelle, cominciavo a mordermi le labbra, era grosso (anche più di quello di mio marito) e non vedevo l’ora di riceverlo dentro ed essere sfondata fino all’esaurimento. “Ahhh si.. siii… ahhhh.. non fermarti ti preg… ahhh ahhh..” e lui: “Vero che sei la mia puttana? La mia schiava?” (nel frattempo che mi sfondava), “Si, sono la tua puttana e la tua schiav.. ahh.. ahhhh…” Era una bestia, non si fermava, alternava i ritmi in modo perfetto. Oltre che Dirigente Medico, sarà stato un pornoattore per quel che è stata la sua performance. In quel momento il mio cervello era in subbuglio per tutto quello che stava provando. Decido di terminare il tutto incitandolo a sfondarmi il culo, e così fece. “Tu non sei solo la mia schiava, sei la mia troia a cui non si può dire di no” disse nel mentre mi infilava il suo cazzo durissimo dentro il mio ano. All’inizio fece male, ma poi fu solo piacere puro che non avevo mai provato. Dopo un po’, “Sto per venire troietta, preparati”, e io con voce bassa: “ahhh si, voglio tutto il tuo sperma, dammelo tutto”, e poco dopo, sentì dentro di me un’ondata di sborra entrare, era calda e così piacevole. Un momento così soddisfacente in tutta la mia vita, ero come rinata, ero un’altra persona, senza più un limite. Alla fine limoniamo un’altra volta, più dolcemente, entrambi desideravamo un po’ di calma dopo la porcaggine che avevamo fatto. Ci rivestimmo, spero che nessuno ci vide, anche se percepì qualcuno che ci osservava, ma non ci feci caso, era solo una sensazione, poi se è successo, posso dire che è stato ancora più eccitante essere sbattuta sul tavolo con qualcuno che guardava.

Fatto sta, che gli incontri con lui, ci furono ancora e ancora (dove in uno di questi, mi sborrò dentro la mia bocca, fu come sentire il paradiso dentro al mio corpo, non avevo mai provato ad ingoiare, fu una cosa nuova e fantastica), riuscì a passare il concorso e lo stipendio crebbe come volevo. Ero al settimo cielo. Col tempo fummo costretti ad allentare la presa per evitare scandalo, anche se penso che qualcuno potrebbe aver capito. Ma non importa, ho ottenuto quello che volevo, mi sono fatta sfondare la fica da qualcuno che contava e ho scavalcato chi volevo scavalcare. Mi ritengo soddisfatta di essere in cima e di vedere gli altri che invidiavo, in basso.
scritto il
2024-08-22
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