Il professorino "indiana Jones" al collegio femminile. Inculate , lesbicate e sesso a volontà.

di
genere
etero

Cominciò proprio bene il mio ingresso in quell’antico collegio femminile romano, per ragazze di buona famiglia, in cui era stato assunto come insegnante, ed incaricato anche di educazione fisica, visto che oltre alla laurea ero stato anche atleta nazionale.
Sulle scale, era pomeriggio, incontrai una donna che puliva, da sotto ne vidi il bel culo e le cosce carnose, e di viso non era affatto mal, ma gli guardai più le tette.
Ah, lei è il nuovo professore, a quest’ora non c’è nessuno, ma se mi hanno dato appuntamento alle 14,30?
Si ma forse domani, controlli bene, oggi il collegio è chiuso. E mo che faccio? Ma si, un bel ragazzo come lei sa sempre come fare, ora telefono al Direttore, e gli dico che lei è qui con me.
Intanto si scollava un po, vedeva che mi piaceva, una 45enne forse un po formosetta e ben messa, e anche se io ne avevo 26, a me piaceva.
Il Direttore si scusò per l’errore, in effetti avevano scritto la data sbagliata, mi disse che se potevo aspettare sarebbe tornato verso le 17, va bene, aspetto.
La signora delle pulizie, che mi aveva detto di chiamarsi Svetlana, una ucraina del Don, mi sorrideva, mi disse che le avrei fatte impazzire tutti, e si mostrava molto contenta che io l’apprezzassi.
Ingannammo l’attesa, facendoci una bella scopata, praticamente per simpatia reciproca, e fui molto contento, e lei era addirittura euforica, le sbavavano dietro molti maturi, ma farsi un bel maschio italiano e giovane, era una cosa che non sperava.
Donna formosa qual’era, me la godetti per bene fra quelle tettone sode, il culo e le cosce, mentre lei, capito il tipo, dopo avermi eccitato di bocca, si fece montare un paio di volte, aveva voglia di cazzo energico e giovanile.
Ci ricomponemmo poco prima che arrivasse il direttore, brava persona all’antica, che mi accolse bene, avevano bisogno un po di svecchiare, le ragazze che lo frequentavano si annoiavano e cominciavano a ritirarsi, e oltre a me era stata assunta anche una psicologa, giovane laureata, e un nerd informatico, uno che stava sempre con gli occhi sullo schermo.
Io insegnavo sia storia e geografia, sia educazione fisica, per cui mi fu dato il soprannome di “Indiana Jones” , la psicologa, Ornella P. , fu soprannominata “supercalifragilistic” e il NERD, Alfredo. D. veniva chiamato semplicemente NERD.
Si creò un bel clima, le ragazze erano contente e ci credo, le vecchie insegnanti erano proprio stantie ed arretrate, ma cercavano di adeguarsi ai nuovi colleghi, il Direttore sapeva che le famiglie erano contente.
Approfittando del bel parco del collegio, organizzai corse, attività nei boschetti, e camminate , in cui si insegnava anche, mentre Ornella faceva il suo e le stimolava, e Alfredo insegnava sempre nuovi modi per stare in rete, imparare e divertirsi.
Il Direttore era stato chiaro, dovevo lasciar perdere le ragazze allieve, anche se loro me l’avrebbero messa in faccia, poi tutto il resto libera caccia. Vi confesso che mi era difficile non farmi tentare dalle ragazze, ma ero stato educato al sesso da donne mature, e quindi riuscivo a contenermi.
Ornella era fidanzata, rimanevano le vecchie insegnanti, 50/60enni,
Svetlana, che ogni volta che poteva, si faceva scopare, oramai mi dava anche il culo, ma non ci eravamo mia baciati in bocca.
Capitò che una delle altre insegnanti di lettere che avevano alloggio nel collegio, mi manifestasse simpatia, tanto che presi a guardarla, era una 50enne con belle cosce e culo, alta, e poco seno, ma un bel viso anche se severo. Aveva un marito, ma sembrava che avessero scelto di vivere ognuno per se. Avendo un lavoro in comune, ci fermammo nella sua stanza, ed eravamo molto vicini. Ne sentivo il profumo, piacevole, e per quanto lei apparisse seria, vedevo che non era chiusa a me anzi. Cominciò a fare qualche battuta sul fatto che le ragazze impazzivano per me, e magari io manco mi guardavo attorno, capii, mentre era proprio a fianco, la baciai sulle labbra, non esitò un attimo e ricambiò.
Finimmo sul divano, e mi fece godere subito di bocca, voleva recuperare un po di astinenza, e poi la montai con forza, cercava proprio quello, a me veniva facile. Ebbe più orgasmi, poi si ricompose, mi ringraziò, mi disse di tenere il segreto.

E due, pensavo. Le altre insegnanti, tranne una, erano un po troppo fuori dal gioco sessuale, mi incuriosiva una bassina 50enne, che sembrava non avere interesse per i maschi, e spesso riceveva ragazze nella sua camera. Non era male, anche se bassina, e la Svetlana mi disse che lei sentiva mugolii quando era chiusa in camera con le ragazze, anche più di una.
Era vero, ci appostammo per vedere il via vai di ragazze dalla sua camera, erano sempre le stesse, uscivano con l’aria un po stranita.
Cercai di parlare con due ragazze che avevo visto assieme entrare da lei, non si fecero pregare a dire che loro si divertivano un po, fra donne.
Mi fate vedere come fate? Le due non esitarono a baciarsi in bocca fra di loro, strusciare le fighe una contro l’altra a cosce aperte, erano lesbiche esperte, anche se avevano solo 18 anni.
Dai disse una di loro, ci vieni con noi dalla Prof? Ma chi glielo chiede? - Noi, a noi non dirà di no.
In effetti fu proprio la prof che mi chiamò al telefono fissando un appuntamento per il pomeriggio, fuori dal collegio.
Cazzo si erano organizzate bene, un bel posticino dove potevano scatenarsi.
Nella prima mezzora mi fecero assistere allo spettacolino, si divertivano a lesbicare, a coppia o in trio, ma ogni tanto mi toccavano, poi vollero una bella dose di cazzo, che non gli feci mancare, cominciando dalla più giovane 18enne, e poi con la loro amica prof, e l’altra ragazza, una che lo volle subito in culo, molto navigata.
Riuscii a dosare le forze, e mi limitai a 2 sborrate, ma molto lunghe nella durata.
Certo che la figa delle ragazze è caldissima, ma non era male neanche la prof 50enne, che preferiva apparentemente la figa, ma quando lo ebbe in bocca, culo e figa, se lo godette con 3 o 4 orgasmi urlati.
Confesso che ne uscii che non volli più sesso per giorni, fu la Svetlana che mi sfotteva, a farmi ricominciare.
Ormai avevo un harem, e quando la psicologa, Ornella, mi affrontò, mi chiamò califfo, ma era un po incazzata.
Ma per cosa? Faccio tutto molto riservato e sono tutte maggiorenni.
Eh, ma una psicologa sa come prenderti.
A lei piacevo, e capiva che con l’esuberanza si sesso che avevo, nulla mi avrebbe fermato.
Ma fu un’altra storia, radicalmente diversa da questa.
Mi chiedo se avessi esagerato io, o se fosse stato l’ambiente.
Nulla del genere, l’occasione fa l’uomo ( e la donna ) puttaniere, per cui capitai semplicemente dove il mio cazzo era apprezzato.
Il resto ve lo racconto a parte.

scritto il
2024-11-12
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