Papà ha capito i miei bisogni
di
Dark Lady
genere
incesti
Una notte mi sentivo particolarmente arrapata, mi masturbai più forte de solito. Ero seduta a terra e cominciai a sbattere la figa forte contro un tavolino che avevamo in soggiorno, fui così estrema che si ruppe.
Quando tornò mio padre mi chiese come avevo rotto quel tavolino, che pareva molto costoso. Io inventai una storia, ma vidi la sua grande delusione sul suo volto. Allora gli dissi che avevo bisogno di masturbarmi e che con la gamba del tavolo riuscivo a percepirla come un pene. Che ne sentivo bisogno.
Lui fu stranamente comprensivo, mi disse che è normale volere di più, ma che data la mia età non potevo andarmene in giro da sola di notte a cercare qualcuno che mi soddisfasse. Che dovevo essere più calma, che arriverà il ragazzo giusto. La verità è che nessun ragazzo mi dava soddisfazione, quindi avevo costante urgenza di masturbarmi.
Poi per giorni non parlammo più di quel tavolino. Una sera, mi stavo vestendo per uscire: un maglione bianco a collo alto che mostrava bene le mie tette, in quanto per scelta politica non metto il reggiseno. Quindi erano molto evidenti le areole. E sotto una minigonna. Chiesi a mio padre di venirmi a prendere dopo la serata, lui disse di sì un po’ sottotono e con la coda dell occhio cambio stanza.
La serata fu un fiasco, un ragazzino voleva scoparmi ma era così ridicolo da farmi pietà. Entro in macchina di mio padre insoddisfatta, mi lamento per circa 2 ore, le dico che devo essere onesta con lui, che questi ragazzini non fanno che stuzzicare ma non sanno far godere. Mio padre mi ascoltava con calma. Per tutto il tragitto guardava davanti a sé senza distogliere lo sguardo. Poi invece di fare il solito giro, andiamo in un altra zona in cui abbiamo la casa di campagna. Ferma l’auto, senza dirmi una parola mi guarda negli occhi e mi dice “Lo so, so quali sono i tuoi desideri. Ho letto il tuo diario, perché vedevo che stavi male. E ho capito”
E allora? Come ti sei permesso a leggere i miei scritti?
Non arrabbiarti Giulia, mi disse con tranquillità. Poi mi poggio la mano sulla spalla e io iniziai a bagnarmi.
“Forse dobbiamo andare da una terapeuta, una esperta” e perché? Dissi io. “Perché non puoi avere questi atteggiamenti verso di me. Sono tuo padre” “ma sei anche un uomo”… quando lo dissi lui mi guardò, questa volta indugiò con lo sguardo sulle mie tette. Gli dissi “cosa ne pensi del mio segno?” “Dai Giulia, cosa ne penso. Ma che domanda è!” “Dai, sii onesto” “ok, va bene, hai delle gran bei tettoni” e mentre lo diceva quasi d’istinto ne tasto una. Io ebbi un brivido. Lui ritrasse subito la mano. “Ti prego papà, non lo saprà nessuno lo sai. Lo sai che così sto meglio. Ne ho bisogno tanto, te lo sto chiedendo io. Voglio sentirmi una donna, voglio che mi fa sentire una donna.” Lo dissi con una voce tremante, quasi balbettante. Lui prese la mia mano e la bacio. Poi infiló la mano sotto la gonna e con due dita inizio a masturbarmi piano il clitoride. “Giulia, vedi cosa mi fai fare. Ti aiuterò così, ti faccio sfogare, ma non possiamo andare oltre lo capisci? Non è normale, non si può fare”
Io ansimavo forte, provavo così tanto piacere che piangevo. Lo desideravo da troppo, troppo tempo. “Ti prego papà, ti prego dammelo. Fammelo sentire. Anche solo un po’. Ne ho bisogno ti prego”
Lui continuava a masturbarmi sempre più forte, sentivo che aveva sempre meno controllo di sé perché il suo pene era diventato durissimo ed enorme vicino la mia coscia. “Lo sento, ti prego, mettimelo dentro forte”
Lui ficcò le dita in fondo, in modo forte e deciso, poi si tirò fuori il cazzo e me lo mise in faccia. Mi disse di succhiare, ed io lo succhiai così forte da prendermi le palle in gola. Lui aveva la mia testa tra le mani ora èle la spingeva contro il suo pene. Io non riuscivo più a resistere. La figa era un lago, mi stacco e gli dico “ne ho bisogno, ora” lui sentiva il mio corpo tremare, avere delle grosse scosse per il desiderio. Allora prese il suo cazzo grosso e ben eretto e me lo infilo dentro, cosi, senza aggiungere altro. Io ero in estasi. Lui continuò a sbattermi sempre più forte, sempre più forte “ti piace così eh?! Sei una troia! La mia amore è una bella troia bagnata che vuole tutto tutto il cazzo, gli piace grosso”….
Quando tornò mio padre mi chiese come avevo rotto quel tavolino, che pareva molto costoso. Io inventai una storia, ma vidi la sua grande delusione sul suo volto. Allora gli dissi che avevo bisogno di masturbarmi e che con la gamba del tavolo riuscivo a percepirla come un pene. Che ne sentivo bisogno.
Lui fu stranamente comprensivo, mi disse che è normale volere di più, ma che data la mia età non potevo andarmene in giro da sola di notte a cercare qualcuno che mi soddisfasse. Che dovevo essere più calma, che arriverà il ragazzo giusto. La verità è che nessun ragazzo mi dava soddisfazione, quindi avevo costante urgenza di masturbarmi.
Poi per giorni non parlammo più di quel tavolino. Una sera, mi stavo vestendo per uscire: un maglione bianco a collo alto che mostrava bene le mie tette, in quanto per scelta politica non metto il reggiseno. Quindi erano molto evidenti le areole. E sotto una minigonna. Chiesi a mio padre di venirmi a prendere dopo la serata, lui disse di sì un po’ sottotono e con la coda dell occhio cambio stanza.
La serata fu un fiasco, un ragazzino voleva scoparmi ma era così ridicolo da farmi pietà. Entro in macchina di mio padre insoddisfatta, mi lamento per circa 2 ore, le dico che devo essere onesta con lui, che questi ragazzini non fanno che stuzzicare ma non sanno far godere. Mio padre mi ascoltava con calma. Per tutto il tragitto guardava davanti a sé senza distogliere lo sguardo. Poi invece di fare il solito giro, andiamo in un altra zona in cui abbiamo la casa di campagna. Ferma l’auto, senza dirmi una parola mi guarda negli occhi e mi dice “Lo so, so quali sono i tuoi desideri. Ho letto il tuo diario, perché vedevo che stavi male. E ho capito”
E allora? Come ti sei permesso a leggere i miei scritti?
Non arrabbiarti Giulia, mi disse con tranquillità. Poi mi poggio la mano sulla spalla e io iniziai a bagnarmi.
“Forse dobbiamo andare da una terapeuta, una esperta” e perché? Dissi io. “Perché non puoi avere questi atteggiamenti verso di me. Sono tuo padre” “ma sei anche un uomo”… quando lo dissi lui mi guardò, questa volta indugiò con lo sguardo sulle mie tette. Gli dissi “cosa ne pensi del mio segno?” “Dai Giulia, cosa ne penso. Ma che domanda è!” “Dai, sii onesto” “ok, va bene, hai delle gran bei tettoni” e mentre lo diceva quasi d’istinto ne tasto una. Io ebbi un brivido. Lui ritrasse subito la mano. “Ti prego papà, non lo saprà nessuno lo sai. Lo sai che così sto meglio. Ne ho bisogno tanto, te lo sto chiedendo io. Voglio sentirmi una donna, voglio che mi fa sentire una donna.” Lo dissi con una voce tremante, quasi balbettante. Lui prese la mia mano e la bacio. Poi infiló la mano sotto la gonna e con due dita inizio a masturbarmi piano il clitoride. “Giulia, vedi cosa mi fai fare. Ti aiuterò così, ti faccio sfogare, ma non possiamo andare oltre lo capisci? Non è normale, non si può fare”
Io ansimavo forte, provavo così tanto piacere che piangevo. Lo desideravo da troppo, troppo tempo. “Ti prego papà, ti prego dammelo. Fammelo sentire. Anche solo un po’. Ne ho bisogno ti prego”
Lui continuava a masturbarmi sempre più forte, sentivo che aveva sempre meno controllo di sé perché il suo pene era diventato durissimo ed enorme vicino la mia coscia. “Lo sento, ti prego, mettimelo dentro forte”
Lui ficcò le dita in fondo, in modo forte e deciso, poi si tirò fuori il cazzo e me lo mise in faccia. Mi disse di succhiare, ed io lo succhiai così forte da prendermi le palle in gola. Lui aveva la mia testa tra le mani ora èle la spingeva contro il suo pene. Io non riuscivo più a resistere. La figa era un lago, mi stacco e gli dico “ne ho bisogno, ora” lui sentiva il mio corpo tremare, avere delle grosse scosse per il desiderio. Allora prese il suo cazzo grosso e ben eretto e me lo infilo dentro, cosi, senza aggiungere altro. Io ero in estasi. Lui continuò a sbattermi sempre più forte, sempre più forte “ti piace così eh?! Sei una troia! La mia amore è una bella troia bagnata che vuole tutto tutto il cazzo, gli piace grosso”….
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