Un cazzo tira l'altro

di
genere
dominazione

Mi sono messo d'impegno e ho cominciato a rigare dritto o almeno così mi pareva trovandomi un lavoro onesto come cameriere in un ristorante. Ero maldestro e combinavo tanti pasticci ma nessuno mai mi rimproverava. A fine mese alla fine del turno nel momento di ricevere la paga eravamo rimasti solo noi due il padrone ed io. Mi stava spogliando con gli occhi e subito mi ha spogliato sul serio e per quella sera sono diventato per la prima volta una delle sue pietanze preferite. Il giorno dopo ero ancora a culo rotto e camminavo a gambe larghe. Tutto lo staff sapeva cosa mi era successo per il buon motivo che era successo e continuava a succedere a ciascuno di loro. Da allora in poi ogni sera dopo la chiusura il capo eleggeva il suo pollastrello del giorno e lo tratteneva con dei pretesti intanto che gli altri andavano via. Molto spesso ero io il predestinato. Era un maschio vigoroso e sfoderava uno spadone da orbi con il quale mi massacrava e mi rifaceva i connotati distruggendomi il culo come solo un rullo compressore avrebbe saputo fare. Adorava il mio sedere e solo per questo motivo mi promosse vice chef suscitando l'invidia degli altri che decisero di vendicarsi in gruppo e non mi lasciarono in pace fino a quando non ho dato il culo a tutti una notte che mi hanno incantonato per strada e stuprato di bruto in serie. Uno dopo l'altro si sono presi il gusto di entrare e uscire dal mio ano trafficandolo come se fosse il binario di una stazione della metropolitana nelle ore di punta. Mi hanno sepolto di sputi e urinato e vomitato addosso tutto il loro disprezzo. Morivo dalla vergogna e decisi di cambiare mestiere e rimettermi in cammino sulla strada della mia vita derelitta di poche speranze se non quelle di finire nei guai. Ho cambiato città più volte ma in ogni luogo in cui mi spostavo mi andavano tutte storte con uomini che si innamoravano del mio culo l'ultimo dei quali è stato un agente di commercio che riforniva i sexy shop di mezza Italia. Gli facevo da autista. La sera ci fermavamo in qualche hotel di quelli da pochi soldi dove dalle stanze vicine si spandevano solo gemiti e guaiti continui, per goderci quello che lui chiamava il nostro meritato riposo. Mi faceva vestire da femmina e mi usava la vagina, poi dormivamo e il giorno successivo ricominciava la stessa storia. Non ne potevo più. Non vedevo nessuna luce all'orizzonte fino a quando sono stato adescato e sequestrato da un conte di antica nobiltà che mi ha portato nel suo castello avito con l'unica mansione di spogliarlo la sera e rivestirlo al mattino non senza trascurare di baciare e adorare il suo uccello che si ergeva di botto e mi asfaltava come solo avrebbe saputo fare un fabbro martellando l'incudine. Sono fuggito e ho trovato un altro che faceva il macellaio e che mi macellava veramente e poi un distinto signore dalle strane abitudini che mi teneva in sega fino allo sfinimento e continuare a farlo anche dopo l'orgasmo per godersi lo sforzo il disagio e il dolore a cui mi sottoponeva. E poi tanti altri che nemmeno vi racconto cosa mi costringevano a fare. Li accontentavo tutti fino a quando non sono diventato il prediletto di uno scrittore di romanzi erotici. Gli servivo da cavia per collaudare situazioni sempre nuove e per dargli ispirazione. Mi trattava con dolcezza e ci siamo affiatati al punto che mi ha voluto sposare e sono diventato suo di buona voglia, usato ma anche rispettato, felice di corrispondergli e di lasciarmi trascinare come suo troio in tutte le situazioni che aveva in mente per alimentare la sua fantasia senza inibizioni e senza limiti e i suoi esperimenti di sesso che gli servivano da ispirazione. Stiamo insieme da molti anni mi ha battezzato Lucio e mi ripete continuamente che sono la luce dei suoi occhi e il fuoco che lo riscalda e che lo spinge a intingere il suo bellissimo cazzo nel calamaio della mia mongolfiera che è diventata il suo grande mondo e il suo mappamondo da fecondare sempre. Sono felice. Le sue mutande piene di genitali in fermento sono diventate l'unico e ultimo approdo dopo tante peripezie nel mare agitato e in tempesta della mia sessualità. Ho sempre e solo voglia di sfiorarlo, di baciarlo, di leccarlo e di tirarlo fuori e di succhiarlo e di donarmi alla sua verga in tiro che mi ricambia sempre di doni sparati a mitraglia.
scritto il
2024-12-30
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