Primo bacio tra due donne

di
genere
saffico

È solo da pochi minuti che ci parliamo, ma il mio affanno non si placa, non vuole e non può trovare pace.
Non è la corsa attraverso Milano che mi rompe il respiro: la metropolitana, poi il tram, la nostra città trafitta in diagonale, da parte a parte, come la freccia di un pervicace cupido attraverso un cuore che freme, una saetta che ferisce e cementa due cuori che bramano finalmente di incontrarsi, per trasformare in gesti e sguardi le emozioni coltivate in tanti scambi epistolari.
Non è questa la causa del mio respiro accelerato.
Il petto si gonfia e il seno si solleva.
Questo seno che a ogni respiro ostento sotto i tuoi occhi chiedendomi in anticipo se ti piacerà.
Se io ti piacerò.
Il respiro non si placa e il cuore batte più forte, si fa suono nelle mie tempie.
I nomi dei farmaci in grado di rallentare il cuore sfilano nella mia mente scivolando fuori dai miei pensieri: beta-bloccanti, calcio antagonisti, digitale, amiodarone, ivabradina, flecainide e propafenone...
No, non voglio che questo cuore rallenti, che le mie emozioni si spengano, che questa adrenalina si disperda.
Il respiro mi giunge a fior di labbra nel momento in cui ti vedo negli occhi e mi consegno al tuo sguardo.
La mia anima nuda di fronte a te, ancora prima del mio corpo.
Quel tuo sguardo che mi indaga e che mi studia, che cerca confronti e trova certezze.
Le tua labbra si muovono, ma non odo parole, assordata dal dialogo che avviene tra i nostri occhi, latori delle emozioni del mio cuore che batte e che cerca il tuo.
Mi avvicino a te, ammutolita, trasportata su ali di farfalla, in un sussurro in punta di piedi.
Sei tu, sei vera, sei di fronte a me.
Io ti vedo, i miei sensi ti percepiscono mentre, ormai vicine, sulle note di un antico rituale mai svelato, ma a tutte da sempre noto, le tue dita incontrano le mie: il secondo contatto.
Piccoli tremori sul tuo volto, contrazioni che non la mia vista, ma tutti gli altri miei sensi acuiti riescono a percepire, mi raccontano del linguaggio analogo del mio volto che di certo si svolge sotto le tue sensibili antenne.
Le nostre dita si sfiorano, le punte dei polpastrelli rafforzano un legame di vincoli amorosi, coltivato nell'attesa e nel desiderio crescente.
E quando le mie dita stringono le tue, sai già che desidero baciarti, incontrare il tuo respiro, scambiare il tuo fiato col mio, insufflarti il mio sentimento mentre la mia aria entra in te e il mio corpo accoglie la tua.
Un bisbiglio invisibile, un respiro senza suono, scandisce le parole che vorremmo scambiarci e che, imperiosamente, scolpiscono le nostre menti, martellano i nostri cervelli; intanto, ancora, i cuori si muovono all'impazzata.
Un altro piccolo passo e, ormai così vicine, il mio seno tocca il tuo.
Un piccolo moto di stupore, una conferma, e subito dopo, con più ardore, un passo più audace per sentire il tuo petto sul mio ridefinire i confini, rimodellare le nuove distanze tra i nostri corpi.
Il mio ventre avverte il tuo, allargo appena una gamba per sentire più deciso il tuo contatto.
Ora le dita si lasciano per cercare i nostri fianchi, lambire i nostri contorni.
La mia vita stretta si abbandona alle tue mani e le mie dita si propagano come inesorabili tentacoli per ricongiungersi sulla tua schiena e imprimere una delicata spinta perché il tuo corpo aderisca a me.
Sento i cuori battere insieme, il tuo calore tonificarmi il petto e il ventre; più sotto il contatto tra il mio pube sul tuo già scatena reazioni di liquido stupore.
Giardino di vialetti ordinati tra morbide aiuole dove il verde, sapientemente curato, si alterna ai giochi di forme e colori di una moltitudine di fiori in festa, è questo corollario, questa passerella che prepara il terreno al nostro primo bacio.
Non una parola, non un suono in questo assordante concerto di canzoni, dove il flauto contende all'arpa le note più struggenti per fare da cornice alle emozioni che, incontenibili, trafiggono i sensi per svelarsi in sguardi nuovi e nei sensuali profumi che sublimano dalle nostre pelli.
Gli occhi non hanno perso il contatto quando inclino il capo e socchiudo le labbra, invitandoti a baciarmi.
Ma lo sguardo inizia ad arrendersi nel momento in cui il mio naso sfiora il tuo, quando il tuo sospiro raggiunge la mia pelle e le mani si stringono sui nostri corpi per sentirci più prossime, per fonderci ed entrare in anticipo una nel corpo dell'altra, gioioso preludio per le nostre lingue in cerca di conoscenza.
Minimi movimenti del capo per sfiorare la punta del tuo naso con il mio, un primo bacio all'orientale, prima che le nostre labbra si schiudano del tutto per lasciare che il fiore incontri il suo gemello, sognato e agognato e ora accessibile.
Già le mie labbra si riuniscono e sporgono per toccare le tue. Piccoli spasmi, contrazioni involontarie che rispecchiano le tue identiche pulsioni.
I miei occhi abbandonano il senso della vista, ora inutile; si chiudono in sottili fessure e le mie labbra cercano le tue, le sfiorano, le incontrano, le riconoscono come se da sempre si conoscessero e solo ora si ritrovassero dopo un lungo viaggio attraverso i tempi e i continenti.
Annuso voracemente il tuo odore, quella miscela irripetibile fatta dal profumo che tu hai scelto per rappresentarti ai miei sensi e il sentore della tua pelle che, nitido, scandisce il desiderio e la tua offerta, le emozioni e le tempeste di ormoni che si racchiudono nel sottile strato umido che ti avvolge.
Mi impossesso della tua persona, dell'essenza che oggi tu offri a me, ai miei sensi inappagabili che sempre più di te vorrebbero e che mai si accontenteranno.
E ancora, come flebili segnali radio da un pianeta morente, come segnali da una pulsar dispersa nello spazio, le mie labbra ti cercano, si allungano e si ritraggono dalla tua bocca, in cerca e in attesa del tuo contatto.
Lascio la carezza col tuo naso, reclino ancora un poco il capo, come giglio vezzosamente accarezzato dalla prima brezza primaverile e le nostre labbra si avvicinano, ne sento il calore ancora prima del contatto.
Il tuo fiato umido sulla mia bocca, il mio sospiro al cospetto delle tue labbra, avverto la soffice rugosità delle tue ancelle sulle mie.
Piccoli baci in punta di piedi, mentre le mie dita si intrecciano sulla tua schiena e il mio corpo si piega come un giunco stretto nel tuo abbraccio che avvicina i nostri sensi, i nostri ventri, le nostre anime più intime.
Gli occhi chiusi, inebriata dal tuo profumo che mi culla e mi soggioga, rimaniamo a sfiorarci le labbra, in un movimento pendolare che racchiude in sé tutta la passione del mondo, l'amore tra due donne, l'attesa del ventre fecondo dell'umanità.
Timidi inviti, scosse di sentimento, le nostre labbra si parlano, si amano, mentre si accarezzano in una melodia di ineffabile candore.
E come fiori maturi che si arrendono a frutti ubertosi, i nostri petali si schiudono, con gentilezza e gradualità, coltivati dai nostri respiri, l'aria vitale che già si scambia, mescolando le nostre nature e riassumendole in un unico corpo.
La lingua affiora tra i calici, piccola appendice bagnata, emissaria di calore e sentimenti.
Quel muscolo che sussurrò “Ti amo”, ora si sporge timida dalle purpuree parentesi che così a lungo hanno già dialogato.
Tenue punta di umida morbidezza, ora lambisce i contorni della tua bocca descrivendone i confini.
La mia intima essenza, il mio fallo nascosto, si sporge e ti chiama, per entrare in te, chiedendoti il gentile permesso.
Piccolo pennino di saliva, la tua lingua decora la circonferenza delle mie labbra, scolpisce preghiere di poesia in cerca dell'incontro, della nostra duplice ricerca e penetrazione.
Disegno arabeschi di elegie sul tuo vestibolo, finché il mio piccolo fuoco incontra il tuo.
Folgorante rivelazione, le due appendici si innescano, si baciano, lambendosi e corteggiandosi.
Viscida presenza di ignota saliva, ci scambiamo i nostri succhi vitali, ma la passione travolge l'attesa e le mie mani affondano nel tuo sedere per stringerti ancora di più a me.
La mia vulva si sagoma sulla tua e, posseduta da un ignoto demone, spalanco le labbra per affondare la mia presenza nel vuoto della tua bocca.
Avverto la tua lingua esplorare la mia bocca, cercarmi e rincontrarmi mentre stringo le guance intorno alla tua ambasciatrice.
Una fiamma serpeggia intorno alla rossa fiamma del tuo sentimento, i miei gemiti si spengono nella tua gola, soffocati nel tuo corpo mentre sento una mano inoltrarsi tra le mie cosce.
La lotta divampa nelle nostre bocche, un inseguimento gentile si alterna alla danza cruenta.
Poi morbidezza, un dolce scivolare di mucose lisce, la tua saliva unita alla mia, il tuo sapore alla ricerca del mio, le parole non dette che scolpiscono la nostra passione.
Respiro profondo, continuo il bacio, consegnandomi alla tua bocca e raccogliendo la tua resa nella mia. Un lento vortice mescola i nostri sentimenti, riconferma il piacere dopo la lunga attesa.
Attimi che si dilatano, e intanto le nostre lingue si cingono, duellano, saettano e si riconciliano in questo abbraccio lento e antico come i rami a spirali di galassie lontane.
Le nostre mani impazienti ci esplorano nei corpi, si spingono sotto i vestiti, vincono lacci e strettoie, e, sempre a occhi chiusi, la mia lingua si scioglie nella tua, le nostre essenze liquefatte si fondono in un'unica prosa d'amore.
L'oceano nella tua bocca lenisce il fuoco della mia serpe rossa e io accolgo il tuo calore nell'immensità del mio respiro.
Passano le stagioni e le ere, cadono le foglie e si innalzano le montagne: noi restiamo lì nelle braccia una dell'altra, a narrarci canzoni ineffabili con il lento moto delle nostre lingue, nei segreti scrigni delle nostre bocche, a scambiarci i sospiri, a contare i nostri gemiti.
Dita impietose fanno strage dei corpi, frugano nelle sensazioni più occulte.
Le mani sui nostri seni sfidando camice e magliette, le dita in cerca tra le cosce, a scardinare i desideri più sconci, senza scalfire il lento fluire delle nostre favelle in un inseguimento senza fine, l'abbraccio ondoso del mare in liquide maree e struggenti sensazioni che coniugano il liscio al bagnato.
Morbida tenerezza è la tua lingua intorno alla mia: un girotondo di sensazioni prende forma dal contatto prolungato delle nostre appendici vocali, liscia consistenza in vischiose volute di abbracci fuori dal tempo.
Il mio respiro nel tuo, senza fine.
Sono futili i pensieri che mi distolgono da questo incontro.
La tua lingua insieme alla mia.
Una rincorsa mano nella mano nell'eternità delle nostre vite.
Questo momento interminabile, con te.
Le mie labbra sigillate alle tue, i nostri coralli si narrano di terre lontane.
Un abbraccio senza tempo è il nostro bacio.
L'altalena delle nostre ondate amorose, scandite dall'incerto movimento che ci avvolge.
Spengo il sospiro nel tuo, mentre, lentamente, la mia lingua prende commiato dalla tua, e mi sembra di non aver più respirato da quando i nostri morbidi molluschi si sono toccati per la prima volta.
Mi ritrovo a singhiozzare, sostenuta dal tuo abbraccio amoroso.
I tuoi piccoli baci raccolgono le mie stille dalle guance e mi consegno nelle tue provvide braccia.
Raccogli il mio corpo che, per intero, si è donato alla tua passione, e mi porti in braccio fino al tuo letto.
Mi adagi con cura; ancora il mio pianto sussulta e mi ricopri della coltre del tuo amore.
Mi avvolgi per farmi tutta tua e io abbandono il mio corpo dentro al tuo.
Piccolo tenero amore tra donne, il corpo dell'una intorno a quello dell'altra.
Gusci di affetto come il ventre materno della terra.
di
scritto il
2025-01-06
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