Storia di come sono diventata una puttana (Capitolo Primo)
di
MissMadness
genere
etero
I fatti qui raccontati si svolgono tra l'aprile 2022 e il gennaio 2023.
Eravamo andati presto a convivere, io 24, lui 29. E dopo soli quattro anni, crack. La fine. Lui mi aveva tradita, lo scoprii da alcuni messaggi che si era dimenticato di cancellare. Ma la traccia già evidente era quella del "gallina che non becca ha già beccato", ovvero.. non mi scopava più. E intendiamoci, oltre ad essere giovane, ho sempre avuto i miei pretendenti (anche mentre eravamo sposati, ma non avevo mai ceduto): un bel fisico, in forma e curato e buon gusto nel vestire. Prima di lui scopavo quasi tutti i giorni e ora, a meno di trent'anni, mi ritrovavo nel fiore della mia bellezza, insoddisfatta dall'uomo con cui stavo. Forse ero anche un po' sollevata che fosse finita. L'astinenza mi stava uccidendo.
Perciò da dicembre lui era fuori casa ed io, da quattro mesi sola, dovevo fare fronte a mille spese, tra cui l'affitto per intero, e le riparazioni della macchina. Facevo due lavori e tornavo a casa distrutta, avevo avuto l'occasione di uscire con un ragazzo, ma nulla di molto interessante. Ogni tanto utilizzavo qualche app di incontri. Un pomeriggio, un messaggio:
"Ciao, sono Massimo, ho una proposta che ti interesserà."
Di cosa si trattava? Qualche pervertito? Replicai per curiosità, e dopo alcune domande di rito, la sua risposta fu questa:
"Ti pagherò per fare sesso con me. Non voglio farlo con una che lo fa di mestiere ma con una ragazza qualsiasi. Non voglio fare lo sforzo di conquistarti o di convincerti, quindi te lo chiederò onestamente e senza fronzoli, solo una volta. Quanti soldi vorresti per un'ora?"
Pensai che stesse scherzando, una trovata per scrivere due porcate con cui eccitarsi. La conversazione continuò più o meno così:
"Quanto saresti disposto a pagare?"
"Non lo so. 300?"
"Non sono mica la Caritas."
"E quanto allora? Fai tu il prezzo."
Volli esagerare, conscia che si trattava di un semplice gioco:
"Il doppio, 600 euro."
"Va bene." Mandò un video di lui mentre teneva in mano i contanti. Aveva capelli brizzolati e una camicia azzurra, sguardo bello ma che trasmetteva anche un po' di inquietudine.
"Non stai dicendo davvero.. io.. non potrei mai.."
"Non preoccuparti, non lo saprà nessuno. Hotel ********, camera 403, stasera alle 23:30"
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, stava succedendo davvero? Avevo veramente detto di sì? Con quei soldi ci avrei pagato l'affitto e anche qualche vestito nuovo, ma poi... Non so.
Alla fine andai come in automatico, mi lavai, mi vestii e feci una chiamata alla mia migliore amica per dirle che avevo un appuntamento e avrei lasciato accesa la posizione su WhatsApp per le emergenze.
Cercavo di convincermi che fosse un semplice appuntamento. Persa in questi pensieri, mi trovai davanti all'hotel. Stavo per andare via, dandomi della stupida per aver seguito un'idea del genere, ma una volta girata mi sentii chiamare. Alla reception c'era un signore anziano:
"Desidera signorina?"
"Io... Ehm, veramente... Cercavo una stanza ma non so se c'è... Insomma se c'è la persona che mi sta aspettando." Cazzo, non riuscivo più a parlare.
"Numero della camera, prego?"
"403" dimmi che non c'è, sperai.
"Prego, il signore la sta aspettando. Quarto piano sulla destra."
Nella mia testa: lo sa? Mi ha guardata come se fossi una puttana? Salita in ascensore, feci un rapido check: calze scure, stivaletti, orecchini a cerchio, pelliccia nera, profumo. Sembro una puttana? (...vorrei sembrarlo?) E se lui è brutto? Non ti deve interessare, mi risposi. Non è un appuntamento.
Arrivata di fronte alla porta bussai. Ci mise un po' ad aprire ma alla fine arrivò. Un uomo di circa 45-50 anni, abbastanza alto e con la barba, un po' di pancia ma ben vestito (probabilmente ricco, vista la sua immediata generosità) e profumato.
"Ciao Vanessa, grazie di essere venuta, sei bellissima.. Siediti qui, arrivo subito."
Sul comodino, poggiate sotto la lampada, c'erano delle banconote. Tornò dal bagno, portandomi un bicchiere d'acqua. "Quelli sono per te" disse indicando i soldi "so che sei tesa perché non l'hai mai fatto, ma ti assicuro che faremo tutto per bene. E se hai cambiato idea sei libera di andare." Improvvisamente sentii un grande peso cadermi di dosso. E anche una grande vergogna salire alle guance. Nessuno mi costringeva. Stavo dando volutamente il mio corpo per soldi. Dissi solo:
"No.. Sono pronta."
Ci accordammo su cosa avremmo fatto (mi faceva impressione sentire cose come "a 90" o "cazzo in bocca" da uno sconosciuto, riferite a me), e una volta finito, sapevo che era arrivato il momento.
Mi prese lentamente la mano e se la mise sulla patta dei pantaloni. Sentivo già un rigonfiamento. Gli sbottonai la camicia liberando un ampio petto un po' peloso. Lasciai che entrasse con la mano nella mia maglietta e accarezzasse i miei seni e i capezzoli, che dal freddo e dall'emozione si erano induriti. Continuai ad accarezzare la forma del suo membro che si faceva sempre può grossa e dura. Quando capii che era pronto, gli slacciai la cintura e tirai fuori il suo cazzo, dritto e venoso.
Mi fece alzare e spogliare quasi nuda di fronte a lui, non ci furono coccole o richieste gentili, solo uno "Spogliati." imperativo. Rimasi solo con gli stivali, le calze e il top, volevo fare un po' di show quindi, una volta combattuto l'imbarazzo, cominciai ad accarezzarmi le tette, i fianchi e la pancia, per poi girarmi e mostrargli il mio bel culo. "Ti piace?" chiesi maliziosa. Lui, seduto sulla poltrona, si segava guardandomi fisso. Mi fece un cenno di venire lì, e aprì la gambe per farmi spazio. Lentamente mi inginocchiai, e mi sembrò quasi un momento sacro, il mio battesimo solenne come puttana, china di fronte al cazzo di uno sconosciuto che mi pagava.
"Apri la bocca" la aprii, vidi il suo cazzo avvicinarsi alle mie labbra e sentii la sua punta, calda e liscia, che si insinuava tra la lingua e il mio palato. Guardavo il suo pube ricoperto di peli che si avvicinava e si allontanava, mentre lo succhiavo e sentivo il suo sapore. Lo spinsi bene in fondo, anche se ero disabituata quindi ebbi un piccolo conato di vomito. Provai a staccarmi per chiedere scusa ma lui con forza mi tappò di nuovo la bocca. Rimasi lì un bel po' prima che decidesse di liberarmi, poi continuai a succhiarlo con dedizione e a passargli la lingua tutt'intorno mentre lui mi teneva per i capelli.
Quando mi tirò per la mano mi alzai e mi buttò sul letto. Si avvicinó a me, mi aprì le gambe con forza e diede qualche energica leccata alla mia figa. Ebbi un brivido, non ero preparata. Sentivo finalmente una lingua diversa, e anche molto esperta. Mi ficcò due dita dentro con un po' di fatica, ma alla fine riuscì a farle scivolare dentro e fuori. Mi scappò un piccolo gemito ed ebbi vergogna, ma questo lo eccitò ancora di più. Si mise dritto tra le mie gambe con il suo cazzo pronto a sfondarmi, e senza preavviso me lo infilò dentro con forza. Urlai di dolore, non ero pronta, non riuscivo a chiedergli di fermarsi, pensavo di non averne il diritto perché mi pagava; lui mi mise una mano sulla bocca e continuò, io avevo dolore ma piano piano mi lasciai andare e si trasformò in piacere e così andai avanti, avvinghiando le mie gambe intorno al suo corpo. "Un po' di dolore puoi sopportarlo" mi disse. "Quando avrò finito di scoparti così, per allargarti un po', mi farai vedere cosa sai fare tu, cara Vanessa." Voleva che stessi sopra.
Quando si staccò da me, mi riprese la testa: "Ora puliscilo" e di nuovo lo succhiai. Poi si stese sul letto aspettando che mi mettessi sopra di lui. Allora cominciai a cavalcarlo rimbalzandoci sopra. Su e giù, su e giù, lui giocava con le mie tette, che seguivano il ritmo. Cercai di stringere la mia figa il più possibile intorno al cazzo mentre lo cavalcavo. Le sue mani, che teneva avvinghiate al mio culo, mi tirarono così tanti sonori schiaffoni sulle natiche che ad un certo punto le sentii avvampare di calore, e guardando nello specchio ci vidi 5 dita rosse stampate sopra.
Non mi sembrava vero. Mi stavo eccitando sul serio. All'inizio cercai di mantenere il controllo ma poi mentre salivo e scendevo sulla sua asta, andando sempre più veloce, e più veloce ancora, e ancora più forte, il mio piacere esplose e mi lasciai andare in un rumoroso orgasmo. Venni sul suo cazzo, bagnandolo ancora di più, e sentendolo dentro sempre più duro e dritto.
"Adesso girati, prima che vengo anch'io. Ti scoperò un po' a 90 e poi ti verrò nella bocca"
Mi girò di spalle e mi piegò finché la mia faccia non finì quasi tutta nel cuscino. Prima di penetrarmi, ne approfittò per darmi un altro forte schiaffone sul culo ed ebbi un brivido lungo tutta la schiena, che si intensificò anche di più quando lo sentii entrare dentro di me. Con un colpo secco lo fece sparire nella mia figa e sentii le sue palle sbattere contro di me. Ancora un altro colpo. E un altro. E un altro. E poi veloce. Più veloce. Forte, avanti e indietro, dentro e fuori, dentro e fuori, schiaffi, graffi "Godi, puttana. Ti ho trasformato in una puttana!" E me lo sentivo al 100%. Cominciai a toccarmi, disegnando cerchi intorno al clitoride, seguendo il ritmo del mio cliente. Venni ancora. Ansimando come una cagna. Dopo questa, non reggeva più. Sfilò il suo cazzo, ormai enorme e rosso fuoco, dalla mia figa, prendendomi per i capelli me lo fece prendere in bocca e, dopo qualche momento, lo sentii pulsare forte sulla mia lingua, ansimare e vi0lentarmi la gola e d'improvviso il suo nettare salato mi invase. Era tanto, mi aveva riempito la bocca. Per gratitudine verso il mio "battezzatore" decisi di ingoiarlo, e per la prima volta mi guardò in maniera dolce mentre bevevo tutto il suo latte. Il suo sapore era dentro di me. Finì di scaricarsi, poi cadde sul divano con un tonfo. Si asciugò il sudore dalla fronte con un asciugamano, che poi usò anche per pulirsi. Ne passò uno anche a me.
In quel momento mi sentii diversa. Avevo fatto sesso, mi era piaciuto e mi era anche stato pagato. Ma avevo perso la mia "innocenza" e mi ero venduta. Questo non era il mio ragazzo, né il mio scopamico. Era un cliente, e a breve se ne sarebbe andato via, lasciandomi lì senza un abbraccio o un bacio.
"Se vuoi rimanere, la stanza è comunque pagata fino a domattina. Io devo tornare a casa. È stato bello vedere questa trasformazione. Sei una puttana perfetta e diligente!"
Non sapevo se prenderlo come un complimento o vergognarmene un po'.
"Grazie.." risposi "ma prima di andare, toglimi una curiosità.. Come mai hai voluto proprio me? Ci sono tante donne che lo fanno e sono anche più esperte."
"Primo, perché sei una bella ragazza. E secondo perché sono stato con troppe donne a pagamento nella mia vita, e ormai ho perso anche quel brivido. Mi piace vedere questo imbarazzo e questa paura negli occhi di chi sto per scoparmi. Le escort sono già troppo navigate e sanno fingere troppo bene."
"Grazie allora, buonanotte" gli diedi un bacio.
"Grazie a te, Vanessa. Buonanotte e.. se vorrai, ti farò delle ottime recensioni."
Fu così che iniziò la mia nuova vita da puttana.
Eravamo andati presto a convivere, io 24, lui 29. E dopo soli quattro anni, crack. La fine. Lui mi aveva tradita, lo scoprii da alcuni messaggi che si era dimenticato di cancellare. Ma la traccia già evidente era quella del "gallina che non becca ha già beccato", ovvero.. non mi scopava più. E intendiamoci, oltre ad essere giovane, ho sempre avuto i miei pretendenti (anche mentre eravamo sposati, ma non avevo mai ceduto): un bel fisico, in forma e curato e buon gusto nel vestire. Prima di lui scopavo quasi tutti i giorni e ora, a meno di trent'anni, mi ritrovavo nel fiore della mia bellezza, insoddisfatta dall'uomo con cui stavo. Forse ero anche un po' sollevata che fosse finita. L'astinenza mi stava uccidendo.
Perciò da dicembre lui era fuori casa ed io, da quattro mesi sola, dovevo fare fronte a mille spese, tra cui l'affitto per intero, e le riparazioni della macchina. Facevo due lavori e tornavo a casa distrutta, avevo avuto l'occasione di uscire con un ragazzo, ma nulla di molto interessante. Ogni tanto utilizzavo qualche app di incontri. Un pomeriggio, un messaggio:
"Ciao, sono Massimo, ho una proposta che ti interesserà."
Di cosa si trattava? Qualche pervertito? Replicai per curiosità, e dopo alcune domande di rito, la sua risposta fu questa:
"Ti pagherò per fare sesso con me. Non voglio farlo con una che lo fa di mestiere ma con una ragazza qualsiasi. Non voglio fare lo sforzo di conquistarti o di convincerti, quindi te lo chiederò onestamente e senza fronzoli, solo una volta. Quanti soldi vorresti per un'ora?"
Pensai che stesse scherzando, una trovata per scrivere due porcate con cui eccitarsi. La conversazione continuò più o meno così:
"Quanto saresti disposto a pagare?"
"Non lo so. 300?"
"Non sono mica la Caritas."
"E quanto allora? Fai tu il prezzo."
Volli esagerare, conscia che si trattava di un semplice gioco:
"Il doppio, 600 euro."
"Va bene." Mandò un video di lui mentre teneva in mano i contanti. Aveva capelli brizzolati e una camicia azzurra, sguardo bello ma che trasmetteva anche un po' di inquietudine.
"Non stai dicendo davvero.. io.. non potrei mai.."
"Non preoccuparti, non lo saprà nessuno. Hotel ********, camera 403, stasera alle 23:30"
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, stava succedendo davvero? Avevo veramente detto di sì? Con quei soldi ci avrei pagato l'affitto e anche qualche vestito nuovo, ma poi... Non so.
Alla fine andai come in automatico, mi lavai, mi vestii e feci una chiamata alla mia migliore amica per dirle che avevo un appuntamento e avrei lasciato accesa la posizione su WhatsApp per le emergenze.
Cercavo di convincermi che fosse un semplice appuntamento. Persa in questi pensieri, mi trovai davanti all'hotel. Stavo per andare via, dandomi della stupida per aver seguito un'idea del genere, ma una volta girata mi sentii chiamare. Alla reception c'era un signore anziano:
"Desidera signorina?"
"Io... Ehm, veramente... Cercavo una stanza ma non so se c'è... Insomma se c'è la persona che mi sta aspettando." Cazzo, non riuscivo più a parlare.
"Numero della camera, prego?"
"403" dimmi che non c'è, sperai.
"Prego, il signore la sta aspettando. Quarto piano sulla destra."
Nella mia testa: lo sa? Mi ha guardata come se fossi una puttana? Salita in ascensore, feci un rapido check: calze scure, stivaletti, orecchini a cerchio, pelliccia nera, profumo. Sembro una puttana? (...vorrei sembrarlo?) E se lui è brutto? Non ti deve interessare, mi risposi. Non è un appuntamento.
Arrivata di fronte alla porta bussai. Ci mise un po' ad aprire ma alla fine arrivò. Un uomo di circa 45-50 anni, abbastanza alto e con la barba, un po' di pancia ma ben vestito (probabilmente ricco, vista la sua immediata generosità) e profumato.
"Ciao Vanessa, grazie di essere venuta, sei bellissima.. Siediti qui, arrivo subito."
Sul comodino, poggiate sotto la lampada, c'erano delle banconote. Tornò dal bagno, portandomi un bicchiere d'acqua. "Quelli sono per te" disse indicando i soldi "so che sei tesa perché non l'hai mai fatto, ma ti assicuro che faremo tutto per bene. E se hai cambiato idea sei libera di andare." Improvvisamente sentii un grande peso cadermi di dosso. E anche una grande vergogna salire alle guance. Nessuno mi costringeva. Stavo dando volutamente il mio corpo per soldi. Dissi solo:
"No.. Sono pronta."
Ci accordammo su cosa avremmo fatto (mi faceva impressione sentire cose come "a 90" o "cazzo in bocca" da uno sconosciuto, riferite a me), e una volta finito, sapevo che era arrivato il momento.
Mi prese lentamente la mano e se la mise sulla patta dei pantaloni. Sentivo già un rigonfiamento. Gli sbottonai la camicia liberando un ampio petto un po' peloso. Lasciai che entrasse con la mano nella mia maglietta e accarezzasse i miei seni e i capezzoli, che dal freddo e dall'emozione si erano induriti. Continuai ad accarezzare la forma del suo membro che si faceva sempre può grossa e dura. Quando capii che era pronto, gli slacciai la cintura e tirai fuori il suo cazzo, dritto e venoso.
Mi fece alzare e spogliare quasi nuda di fronte a lui, non ci furono coccole o richieste gentili, solo uno "Spogliati." imperativo. Rimasi solo con gli stivali, le calze e il top, volevo fare un po' di show quindi, una volta combattuto l'imbarazzo, cominciai ad accarezzarmi le tette, i fianchi e la pancia, per poi girarmi e mostrargli il mio bel culo. "Ti piace?" chiesi maliziosa. Lui, seduto sulla poltrona, si segava guardandomi fisso. Mi fece un cenno di venire lì, e aprì la gambe per farmi spazio. Lentamente mi inginocchiai, e mi sembrò quasi un momento sacro, il mio battesimo solenne come puttana, china di fronte al cazzo di uno sconosciuto che mi pagava.
"Apri la bocca" la aprii, vidi il suo cazzo avvicinarsi alle mie labbra e sentii la sua punta, calda e liscia, che si insinuava tra la lingua e il mio palato. Guardavo il suo pube ricoperto di peli che si avvicinava e si allontanava, mentre lo succhiavo e sentivo il suo sapore. Lo spinsi bene in fondo, anche se ero disabituata quindi ebbi un piccolo conato di vomito. Provai a staccarmi per chiedere scusa ma lui con forza mi tappò di nuovo la bocca. Rimasi lì un bel po' prima che decidesse di liberarmi, poi continuai a succhiarlo con dedizione e a passargli la lingua tutt'intorno mentre lui mi teneva per i capelli.
Quando mi tirò per la mano mi alzai e mi buttò sul letto. Si avvicinó a me, mi aprì le gambe con forza e diede qualche energica leccata alla mia figa. Ebbi un brivido, non ero preparata. Sentivo finalmente una lingua diversa, e anche molto esperta. Mi ficcò due dita dentro con un po' di fatica, ma alla fine riuscì a farle scivolare dentro e fuori. Mi scappò un piccolo gemito ed ebbi vergogna, ma questo lo eccitò ancora di più. Si mise dritto tra le mie gambe con il suo cazzo pronto a sfondarmi, e senza preavviso me lo infilò dentro con forza. Urlai di dolore, non ero pronta, non riuscivo a chiedergli di fermarsi, pensavo di non averne il diritto perché mi pagava; lui mi mise una mano sulla bocca e continuò, io avevo dolore ma piano piano mi lasciai andare e si trasformò in piacere e così andai avanti, avvinghiando le mie gambe intorno al suo corpo. "Un po' di dolore puoi sopportarlo" mi disse. "Quando avrò finito di scoparti così, per allargarti un po', mi farai vedere cosa sai fare tu, cara Vanessa." Voleva che stessi sopra.
Quando si staccò da me, mi riprese la testa: "Ora puliscilo" e di nuovo lo succhiai. Poi si stese sul letto aspettando che mi mettessi sopra di lui. Allora cominciai a cavalcarlo rimbalzandoci sopra. Su e giù, su e giù, lui giocava con le mie tette, che seguivano il ritmo. Cercai di stringere la mia figa il più possibile intorno al cazzo mentre lo cavalcavo. Le sue mani, che teneva avvinghiate al mio culo, mi tirarono così tanti sonori schiaffoni sulle natiche che ad un certo punto le sentii avvampare di calore, e guardando nello specchio ci vidi 5 dita rosse stampate sopra.
Non mi sembrava vero. Mi stavo eccitando sul serio. All'inizio cercai di mantenere il controllo ma poi mentre salivo e scendevo sulla sua asta, andando sempre più veloce, e più veloce ancora, e ancora più forte, il mio piacere esplose e mi lasciai andare in un rumoroso orgasmo. Venni sul suo cazzo, bagnandolo ancora di più, e sentendolo dentro sempre più duro e dritto.
"Adesso girati, prima che vengo anch'io. Ti scoperò un po' a 90 e poi ti verrò nella bocca"
Mi girò di spalle e mi piegò finché la mia faccia non finì quasi tutta nel cuscino. Prima di penetrarmi, ne approfittò per darmi un altro forte schiaffone sul culo ed ebbi un brivido lungo tutta la schiena, che si intensificò anche di più quando lo sentii entrare dentro di me. Con un colpo secco lo fece sparire nella mia figa e sentii le sue palle sbattere contro di me. Ancora un altro colpo. E un altro. E un altro. E poi veloce. Più veloce. Forte, avanti e indietro, dentro e fuori, dentro e fuori, schiaffi, graffi "Godi, puttana. Ti ho trasformato in una puttana!" E me lo sentivo al 100%. Cominciai a toccarmi, disegnando cerchi intorno al clitoride, seguendo il ritmo del mio cliente. Venni ancora. Ansimando come una cagna. Dopo questa, non reggeva più. Sfilò il suo cazzo, ormai enorme e rosso fuoco, dalla mia figa, prendendomi per i capelli me lo fece prendere in bocca e, dopo qualche momento, lo sentii pulsare forte sulla mia lingua, ansimare e vi0lentarmi la gola e d'improvviso il suo nettare salato mi invase. Era tanto, mi aveva riempito la bocca. Per gratitudine verso il mio "battezzatore" decisi di ingoiarlo, e per la prima volta mi guardò in maniera dolce mentre bevevo tutto il suo latte. Il suo sapore era dentro di me. Finì di scaricarsi, poi cadde sul divano con un tonfo. Si asciugò il sudore dalla fronte con un asciugamano, che poi usò anche per pulirsi. Ne passò uno anche a me.
In quel momento mi sentii diversa. Avevo fatto sesso, mi era piaciuto e mi era anche stato pagato. Ma avevo perso la mia "innocenza" e mi ero venduta. Questo non era il mio ragazzo, né il mio scopamico. Era un cliente, e a breve se ne sarebbe andato via, lasciandomi lì senza un abbraccio o un bacio.
"Se vuoi rimanere, la stanza è comunque pagata fino a domattina. Io devo tornare a casa. È stato bello vedere questa trasformazione. Sei una puttana perfetta e diligente!"
Non sapevo se prenderlo come un complimento o vergognarmene un po'.
"Grazie.." risposi "ma prima di andare, toglimi una curiosità.. Come mai hai voluto proprio me? Ci sono tante donne che lo fanno e sono anche più esperte."
"Primo, perché sei una bella ragazza. E secondo perché sono stato con troppe donne a pagamento nella mia vita, e ormai ho perso anche quel brivido. Mi piace vedere questo imbarazzo e questa paura negli occhi di chi sto per scoparmi. Le escort sono già troppo navigate e sanno fingere troppo bene."
"Grazie allora, buonanotte" gli diedi un bacio.
"Grazie a te, Vanessa. Buonanotte e.. se vorrai, ti farò delle ottime recensioni."
Fu così che iniziò la mia nuova vita da puttana.
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Commenti dei lettori al racconto erotico