Piacere a gocce

di
genere
gay

Intelligente e potente il Direttore di banca era un ragazzo di 30 anni che ne mostrava il doppio con spalle a gruccia, testa bassa, abiti classicisti sempre con una valigetta. Quasi calvo, ma esercitava un'autorità. Tutti i suoi dipendenti godevano di un buon stipendio, premi produzione, regali aziendali e promozioni. Non si vedeva lavorare, salutava al mattino, ma mai si concedeva un caffè perchè sempre di fretta desiderioso di fare qualcosa. Assumeva solo uomini, maschi di tutti i tipi introversi, estroversi e tipi estrosi. Era stato almeno una volta la sega di tutti i suoi collaboratori. Una o più, ogni notte ne riviveva le geste. Lo sbattevano, lo penetravano, glielo appoggiavano e glielo strusciavano. Tutti con il cazzo duro fra le mani gonfio.. pronto ora a scoppiare. Aah. Schizzare. Sborrare. Aah. Venire e godere fino all'ultimo secondo. Lo scopavano forte fino a farlo urlare come una checca isterica o come una suora sverginata ripetutamente da quel perverso e trattenuto del parroco. Lo facevano con un cazzo dritto e allagato di sborra dopo solo averglielo appoggiato. Ti basta sentirlo per sborrare così. Aspetta ora te lo metto tutto. Ti scopo per bene e mi dici come stai. Ah . Ah. Tienii. Aaah. Lo ammaliavano nei sogni. E lui si svegliava già eccitato, l'ano contratto e bagnato e il cazzo duro indebito pronto ad esplodere. Talvolta i collaboratori lo obbligavano ad assistere ad una scopata. Guarda perchè sei nervoso. Davanti ai suoi occhi uomini disinibiti si sorridevano, ammiccando si sfioravano le mani e dal contatto la stanza si faceva calda. I corpi si incontravano. Cagnetta te lo gonfio nel culo così lo vedi quanto mi viene duro. Lo vuoi o vuoi solo che ti sfondi lurida puttanella. Come nel sogno di ape che succhia una melograna, il Diretto di banca risultava frastornato e risvegliato nei suoi istinti animaleschi. Si tocca il culo e la sua voce interiore inizia a parlare lo so che ti piace li sporco maiale.. vieni vieni entra dentro senti come mi contraggo per te. Ma non ti arriva.. ti serve qualcosa di più grosso come un grosso cazzo pronto a fendere il tuo buco e a riempirti .Ah Ah. Godii. Sì sei venuto. Però non gli bastava. Quello che sentiva era un prurito, un prudore insaziabile, da spengere con acqua di sborra di cazzo all'amplesso finale. Il terzo cassetto del suo ufficio conteneva ogni sua fantasia quando in raptus di eccitazione estrema acquistava dildi delle più varie dimensioni. Il porno è un introito considerevole per la banca. Quella mattina non ci aveva pensato fin a quando non aveva incontrato in ascensore l'ultimo arrivato, un giurista con le massime ambizioni che desiderava solo sfondare. Ti sfondo io pensa il Direttore ponendosi un dubbio: ho più voglia di sfondare o di essere sfondato? Una finestra del suo computer collegata da cufffie era sempre aperta su webcam di un noto sito porno. Eccitato da gruppi di donne in webcam con dildi piantati dentro per ore a sua discrezione. Le sentiva gemere di quando in quando o chiudeva il collegamento. Dovevano godere. Le pungolava di metterselo in culo e loro con il tempo avevano aperto le case ad un giro di incontri di uomini e donne che passava per di-stressarsi porgendo amplessi e orgasmi in vari modi. Cazzi appesi ai muri per provocarsi piacere. Controllava e dirigeva le risorse immaginando sedie con cazzi su cui gli impiegati si sarebbero dovuti riposare. Aah. Magante del piacere. Un'amica che lavorava in uno studio doveva indossare tutto il giorno un vibratore che mandava impulsi e frequenze di orgasmi. Era potente e nessuno lo sapeva. In ufficio controllava l'attività dei collaboratori e per la prima volta convocò un obbligo di colloquio. Ne convocò due. Il giovane giurista e e un anziano collaboratore stretto del Direttore che lo aveva scoperto all'inizio della carriera una sera a chiusura in una strana situazione con una segretaria che aveva le gambe aperte sul tavolo, le guance rosse di eccitazione mentre gli passava un vibratore accesso in mezzo alla fica scuotendolo e muovendolo. Lo vuoi allora guarda come ti allaghi puttana. Lo vuoi tutto che sguiscia. Prendilo. Tieni anche dentro. Ti piace la penetrazione. Brava. Godi. Ah. Era rimasto male facendolo gay come lui, ma non lo aveva denunciato anzi gli si era avvicinato e gli aveva permesso di sverginarlo tutto arrapato dalla sensazione. Da quel momento lui supplicava una scopata alla settimana oppure al mese per punizione se aveva l'impressione che non si era bagnato tanto il culetto del leccapiedi. Anche due volte in una giornata se si era dimenticato di farsi fare un pompino e di farselo succhiare per bene. Il collaboratore rimaneva ammaliato dall'intesità ogni volta e si reputava come una brava moglie che accetta ogni tradimento perchè non può pensare di perdere tutto quell'ardore. Era disposto a tutto anche ad accompagnarlo e far vedere che la banca gradiva i suoi creditori nelle convention o negli inviti ufficiali. Li poteva partecipare e solo se gradiva la sua presenza lo avrebbe ricompensato altrimenti poteva masturbarsi duro mentre guardava o da solo desiderando un po di calore. Quando entrò quella mattina il giurista capì subito come poter sfruttare quell'occasione. Abbassò i pantaloni si piegò sulla scrivania e si fece scopare bene dal Direttore. Senza lubrificarlo glielo schiantò dentro. Glielo spinse forte perchè voleva già schizzare e fu un bene perchè riempiendosi di sborra tutto diventò più liscio. Anche il passivo godeva. Gemeva. Pregava di continuare, non voleva che si fermasse. Lo vuoi. Tieni. Ancora. 1,2,3, più forte lo vuoi tutto.. Ah ancora mi fai venire così te lo do di più. Zitto amore godi come sei troia. Un cazzo enorme che non pensava di abbassarsi. Lo prese in bocca per una decina di minuti. Gonfiare le guance e gli occhi di lacrime di gioia. Troia. Piccola puttana avevi sete. Prendilo. Sì il suo cazzo era gonfio, ma non riusciva a venire così. Il collaboratore anziano andava e veniva usciva e guardava di traverso. Cosa sarà successo mormorò l'ufficio. Vieni ordinò il Direttore. Con quella faccia lì stai attirando l'attenzione ora vieni qua che mi fai preoccupare. Era tutto sudato e puzzava. Era venuto sicuramente nelle mutande. Quel cazzo era fradicio peggio di una figa bagnata. Ora lo do anche a te sei contento così ti torna il sorriso maiale sporco ingordo. Piegati. Mettiti giu come una cane che te lo sfondo. Te lo do. Ti faccio squirtare dal culo. Oh come lo vuoi. Prendilo bravo. Ma perchè sempre così stretto. Bravo. Iniziato a sfondarlo il giurista aveva gli occhi sbarrati e lacrimanti. Il Direttore gli fece un cenno di avvinarsi lo baciò sulla bocca prese la saliva dalla sua e gli imboccò il cazzo. Il Direttore era bravissimo a spompinare.. Aah. Su e giù dolce saliva, lingua succhiaa. Non posso più. Non sborrare gli disse strizzadogli le palle. Ora mi inculi e dopo che me lo hai tappato per bene mi vieni dentro così forte e duro che devo schizzare anche io nel culetto del mio amato. Servirono tre colpi e due spinte per schizzare. Sfilatosi e libero il Direttore pensò che quel culo aveva sempre voglia di lui e lo amava così sborrò anche lui.
scritto il
2025-01-25
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