Monella, per la prima volta

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genere
dominazione


Monella, per la prima volta

Quella sera ci eravamo sentiti come le altre volte e forse anche più delle altre volte. Mi bastarebbe sentire la sua voce per farmi sentire viva; come mai con nessun altro. Quella sera mi chiese di andare al lavoro vestita così come lui mi desiderava, cosi come lui avrebbe voluto che fossi. Accolsi quella richiesta con entisiasmo: mi piace come mi guarda e voglio essere come lui mi desidera.

Quando l'indomani arrivai al lavoro, mi chiesi chi mai potesse avere toccato le mie cose in mia assenza!

Ma poi lo vidi, e ho capito che era lui!

Non riuscivo a capacitarmi come avesse potuto arrivare fino a qui; fino alla mia scrivania.

Prima di me! Prima di tutti!

Sentivo l'emozione crescere in me e con essa quel senso di smarrimento che solo lui è capace di farmi provare. Mi guardavo attorno preoccupata che qualche collega arrivato prima di me potesse aver notato quella cosa, ma ero troppo eccitata all'idea di scoprire cosa contesse il suo dono per me. Resistetti pochissimo, giusto il tempo di compormi. Allontanandomi dalla mia scrivania, scoprì che si trattava di un biglietto rosso riposto in una busta e di un oggetto. Sentivo le sue parole prendere vita dentro di me come se fosse stato lui, qui, adesso, a dirmele. Come se i suoi desideri espressi su quel pezzetto di carta facessero già parte di me.

Ma... non feci quelli che mi chiedeva!

Mi sentivo soprafatta dai timori, dai miei impegni, da quello che stavo provando. Avevo paura che i miei colleghi potessero accorgersi che lo amassi. Che quello che mi avrebbe chiesto, mi avrebbe sconvolta a tal punto da non poter contenere il mio stato d'animo: che qualcuno potesse notare quello che avrei provato grazie a lui. Sapevo cosa fosse quell'oggetto, anche se non ne avevo mai visto uno prima. Riuscivo ad immaginare cosa volesse che facessi.

E' stato più forte di me: ho anteposto i miei dubbi, i miei limiti, al suo amore per me.

Ma ero comunque e ormai troppo eccitata al pensiero di lui: più tardi l'avrei soddisfatto!
Sapevo come avrei dovuto fare!

E cosi è stato: appena arrivata a casa gli mandai un video mostrandogli che i suoi desideri sono anche i miei e quanto io desideri le sue attenzioni. E così è stato! Abbiamo parlato a lungo, cercando di colmare quel vuoto che si era creato tra noi questa mattina E ho saputo stupirlo anche di più!

Ho raggiunto il paradiso: quello che lui mi fa provare ogni volta. Come se in quell'oggetto fosse veramente lui presente.

Adesso ho capito!

Il desiderio di stare con lui, cresce parimenti al bisogno di averlo. Più il desiderio di stare con lui cresce e più la sua assenza diventa insopportabile. Ai pochi momenti condivisi via messaggio o al telefono durante un giorno, si affiancano i radi momenti della settimana in cui posso vederlo e sentirmi veramente SUA.

E oggi è quel giorno!

Sappiamo entrambi che lo desideriamo più di ogni altra cosa. Ciò nonostante trova sempre le parole giuste per rendere anche l'attesa un passo necessario al nostro bisogno di desiderarci. Esattamente come accade per quel traguardo atteso da una vita che finalmente si realizza e che giustifica ogni sforzo fatto per raggiungerlo.

Mi chiede di vestirmi così come mi aveva detto per il giorno prima: gonna, mutandine e autoreggenti. E mi fa una richiesta nuova: vuole che porti con me l'oggetto, ma che devo indossarlo. Devo inserire quelle palline dentro di me, così come l'avevo immaginato io stessa il giorno prima e così come avevo fatto io per lui ieri sera; anche se non le ho mai portate in giro prima d'ora.

Ma voglio sentirle per tutto il tragitto che mi separa da lui: voglio sentirlo dentro di me!

E sono arrivata al posto concordato.
Ogni volta che lo vedo mi sento felice e oggi ancora di più.
Mi ha accolta con lo stesso sguardo di sempre e con quelle parole che voglio sentirmi dire!
E' tutto semplicemente perfetto, come sempre!
E so che da questa giornata uscirò più felice di sempre.

Appena entrati nella stanza, mi bacia con quella sua passione travolgente e mi ordina di appoggiare le mie mani sul bordo del letto e di divaricare le gambe tenendole sempre tese.
Sento che sono ormai in preda alle emozioni più profonde e sarei disposta a tutto pur di essere SUA, come lui mi desidera!

Sento che fa scivolare la mia gonna lentamente sopra le mie gambe: la sta portando su fino a liberare completamente il mio sedere e abbassando subito dopo le mie mutandine nere fino a scoprirlo del tutto. Il tutto senza dire una parola, se non di stare ferma così, senza girarmi e senza muovermi.

Le sue mani iniziano ad accarezzarmi, con quel movimento lento e delicato che solo lui riesce a farmela apprezzare in questo modo cosi intenso. Ogni tanto sento che mi sfiora tra le gambe, sentendo quel filo che fiorisce da ma, come per compiacersi della mia devozione per lui.

Ma io sento di appartenergli ormai!

Ad un tratto, un violento schiaffo colpisce la mia natica destra. Sento la sua mano calda su di me o non riesco a distinguere se è lei o se invece è il rossore che sicuramente mi avrà lasciato sulla pelle. E un altro schiaffo raggiunge adesso la natica sinistra. Mi tremano le gambe. Sento che i miei sensi si perdono. Vorrei alzarmi e girarmi ma non lo faccio e lui non me lo permetterebbe.

Ma io lo desidero!

Ad ogni colpo emetto un grido che scaturiva dal dolore ma anche dal piacere che sentivo provenire da dentro di me, ad ogni movimento del mio corpo; da quel corpo estraneo che ormai è parte di me, come lui sapeva. E più mi muovevo e più sentivo questa emozione contrastante cresce dentro di me. Anche perchè ogni colpo era accompagnato da una sua frase che avvolgeva tutto quanto arttorno a me:

"Sai quanto ti desidero!"
"Sai quello che voglio per te!"
"Tu sei MIA!"
"Sei MIA più di ogni altra cosa su questa terra!"
"Non deludermi!"
"Non deludermi più!"
"Puttana!"
"O mi costringerai..."
"...a dovertelo ricordare!"
"Ancora!"

Ero esausta, sentivo il sedere infuocato e solo adesso mi sono accorta della canzone che aveva scelto per questo momento: l'Ave Maria cantata da Celine Dion.

Mi sfila le mutandine. Mi fa sollevare e mi appoggia faccia al muro. Lui ancora dietro di me, con il mio corpo lievemente distanziato dalla parete e le gambe sempre divaricate. Si avvicina alla mia spalla, la bacia e lo sento sussurrare al mio orecchio:

"Con una mano, adesso, toccati!"
Io obidisco e sento che sono completamente bagnata!

Lo sento vicinissimo a me!
Sento il suo respiro caldo su di me!
E sento sussurrarmi quelle parole...
...le parole che avrei dovuto sentire ieri,
se solo l'avessi chiamato come mi aveva scritto di fare!

....
....
....
....
"Non fermarti!
"Voglio sentire che vieni!"

E adesso grido fuori tutto il mio piacere! Tutte quello che mi fa provare! In un unico grido di piacere che è solo SUO ormai!

Lui mi stringe a se e mi tiene forte. Mi sento stravolta, appagata, ma tanto confusa adesso, e se non mi avesse tenuta, credo che mi sarei lasciata andare per terra!

Voglio solo lui!

Mi gira e mi distende sul letto, supina. Io ho gli occhi chiusi adesso, felice! Lui mi bacia delicatamente il mio ventre e mi accarezza con quei sui gesti a cui mi ha ormai abituata.

Lo sento dolce e premuroso.

Sento che mi ama, come sempre, più di sempre!
E sento di amarlo, come sempre, piu di sempre!

E io sono SUA!

Percepisco che si solleva sopra di me e lo vedo spogliarsi: ha quel corpo maestoso e vigoroso che mi sembra un Dio mitologico.
Percepisco la sua mano calda tra le mie gambe, che mi accarezza e che... mi sfila quell'oggetto che sentivo essere una parte di me, ormai.

"Apri le gambe!"
"Tienila aperta"
"Mostramela!"

E lo sento entrare dentro di me!
Lo sento muoversi.
E questa volta è lui ad accarezzarmi!

Lo voglio!

Voglio dargli Tutto di Me!
Voglio sentirlo dentro di Me!
Voglio il suo piacere insieme al mio!

Lui è tutto quello che voglio!

Perché lo so ormai: sarò per sempre SUA!






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scritto il
2025-02-08
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