Mi stai guardando?
di
Sara M.
genere
esibizionismo
Ho sempre avuto una fantasia ricorrente, una di quelle che diventano un desiderio da voler realizzare a tutti i costi:
essere guardata.
La sola idea di essere circondata da uomini eccitati ed intenti a guardarmi mentre si masturbano per me, mi ha sempre fatta impazzire.
Capita raramente di trovare qualcuno con il quale poter condividere le proprie perversioni senza paura del giudizio, ma che anzi queste diventino benzina per una vita sessuale soddisfacente e senza tabù.
Il mio compagno ed io, abbiamo questa fortuna.
Ricordo di quella volta in cui gli raccontai proprio questo, ci fantasticammo entrambi e la cosa ci regalò una notte di sesso memorabile, quella sera.
Finché un giorno, rientrata dal lavoro, trovai sul letto una scatola rossa con un fiocco ed un biglietto allegato:
"Indossa solo questo, metti un cappotto. Sarò sotto casa alle 21.00 precise. Ho una sorpresa per te."
Mi piacciono le sorprese.
Aprì la scatola, che conteneva un completino di lingerie cosiddetta "ouverte".
Un reggiseno in pizzo color verde petrolio che lasciava scoperti i capezzoli, una mutandina coordinata con apertura anteriore e posteriore e delle calze nere autoreggenti sottili ed eleganti, di quelle con la cucitura dietro che percorre l'intera gamba.
Meraviglioso.
Lo provai immediatamente, ed era perfetto. Il colore, complementare al rosso dei miei capelli, e la fattezza: sembrava disegnato su misura per il mio corpo. Come sempre, aveva scelto bene. Non riuscivo a smettere di ammirarmi allo specchio, passavo le mani su quel tessuto e sulle mie forme fantasticando su quella che sarebbe stata la sua reazione e su ciò che potesse avere in mente.
Feci una doccia veloce, un trucco leggero con il mio solito eyeleiner nero, indossai completo e calze, un paio di tacchi in pelle con cinturino alla caviglia e misi il cappotto.
Salì in macchina, e lui era altrettanto elegante: camicia bianca inamidata, giacca e pantalone nero. Lo salutai con un casto bacio sulle labbra, nonostante vederlo vestito così mi avesse fatto venire voglia di montargli sopra lì in macchina in mezzo alla strada, ma venni ulteriormente sorpresa.
Tirò fuori dalla tasca una benda per gli occhi, e mi bendò.
"Non potrai vedere nulla fino a che non saremo arrivati. E non sbirciare."
Sentii un brivido salirmi lungo la schiena, la cosa si faceva sempre più interessante.
Mi stuzzicò per l'intero viaggio, accarezzandomi le gambe, spostandosi sotto il cappotto per giocare con le dita con la stoffa delle mie mutandine, senza mai toccarmi direttamente.
Lo sentii ridacchiare, mentre tentavo invana di portare la sua mano diretta fra le cosce e farmi toccare per davvero, ma lui non demorse.
Dopo quello che mi sembrò un tempo infinito, spense il motore.
Scese per venire ad aprire la mia portiera e farmi scendere con attenzione.
Un breve percorso e capii, dal cambio di temperatura, che entrammo in un qualche luogo a me sconosciuto.
Il silenzio rotto solo da una voce femminile che disse: "Prego, da questa parte".
Sentii una porta chiudersi dietro di noi e lo scatto di una serratura, poi si avvicinò a me sussurandomi all'orecchio: "Stasera realizzo uno dei tuoi desideri."
Mi tolse la benda.
Mi ritrovai in una stanza dai colori scuri illuminata da diverse candele sparse un po' ovunque, un letto tondo al centro, e le pareti occupate da quella che sembrava un'unica grande
finestra scura estesa su tutte e quattro le pareti per 3/4.
Mi tolse il cappotto, invitandomi ad accomodarmi sul letto.
Ero confusa, ma eccitata da morire. Cercavo di capire quale fosse l'effettiva sorpresa. Per quanto bello il contesto, nulla che non avessimo già fatto...
Poi, capii.
Quella non era una "finestra". O almeno, non una finestra convenzionale.
Mi raggiunse restando in piedi davanti a me, con un dito mi sollevò il mento avvicinando il suo viso al mio: "Fai vedere quello che sai fare. Siamo tutti tuoi.".
Quelle parole ebbero il potere di farmi tremare e bagnare immediatamente.
, pensai.
Dietro quelle "finestre" c'era chi poteva guardarci. Loro vedevano noi, noi non potevamo vedere loro.
Si sedette sul bordo del letto, togliendo la giacca, guardandomi con un sorrisetto quasi sfidante.
Risposi con lo stesso sorriso, ed il sopracciglio sollevato che mi contraddistingue da sempre.
"Si gioca, allora.", dissi.
Iniziai a camminare lungo il perimetro della stanza, soffermandomi di tanto in tanto in un punto, muovendomi come in una danza lenta, mentre lasciavo scivolare le mie mani sul corpo.
.
Più ci pensavo, più sentivo crescere la mia voglia di dare spettacolo.
Mi voltai verso di lui, camminando nella sua direzione.
Notai con piacere il rigonfiamento nei suoi pantaloni, del quale avevo un gran desiderio di approfittarmi.
Iniziai lentamente a sbottonargli la camicia, lasciandolo a torso nudo.
Passai alle scarpe, slacciandole e togliendole assieme ai calzini.
Mi soffermai un attimo a guardarlo, prima di farmi più spazio fra le sue gambe, portandolo a sdraiarsi. Una visione meravigliosa.
Mi misi a cavalcioni, sentendolo gonfio e duro sotto di me, iniziai ad accarezzargli il petto con la punta delle dita, disegnando linee invisibili fino alla pancia.
Mi piegai in avanti per regargli un bacio, e lasciare colare un rivolo di saliva dalla mia alla sua bocca.
Guardai verso le vetrate, sorridendo...
Scivolai con il sedere fino al suo viso, dandogli modo di avere la mia fighetta calda a pochi centimetri dalla bocca.
Portai le mie dita alla labbra, per succhiarle ed inumidirle, ed iniziare a masturbarmi lentamente. Giocai con il clitoride, compiendo delicati movimenti circolari. Lo osservavo guardarmi con occhi pieni di desiderio, famelici.
"Tiralo fuori, amore mio. Inizia a masturbarti".
Il suono della sua zip abbassata, poi la sua mano cominciò a muoversi.
Infilai un dito, poi due, e cominciai a scoparmi con più intenzione, godendo e ansimando, il suo fiato fra le gambe, proprio lì dove doveva essere...
Sfilai le dita per lasciarle ripulire a lui e dargli un antipasto del mio sapore, poi cambiai posizione dandogli la schiena.
Volevo mi guardassero succhiargli il cazzo mentre mi faceva godere con la bocca.
La sua cappella era lucida e così invitante che non riuscì a resistere e lo presi subito in bocca, iniziando a succhiare e giocare alternando profondità e velocità. Ansimavo forte mentre lo riempivo di saliva e lui mi scopava con la bocca, prima concentrandosi sul clitoride poi penetrandomi con la lingua, portandomi così in pochi minuti al primo, potente, orgasmo.
Mi girai per leccare dal suo viso i miei umori e risputarglieli in bocca.
"Ne voglio uno", dissi.
"Uno di cosa?"
"Uno di loro".
Vidi cambiare il suo sguardo, che diventò immediatamente più profondo ed animalesco.
"Chiediglielo."
"Hanno sentito... Magari qualcuno ci raggiunge." sussurai io mentre la mia mano iniziava a masturbarlo con delicatezza.
Dopo qualche minuto, sentimmo la porta aprisi.
Entrò un ragazzo, un po' anonimo ma dalle dimensioni notevoli.
Fece per dire qualcosa ma lo fermai:
"Non devi parlare. Sei solo il mio giocattolo adesso.".
Lo presi per mano portandolo vicino al bordo del letto.
"Continua a toccarti" dissi rivolta allo sconosciuto.
Slacciai i pantaloni del mio compagno, lasciandolo finalmente nudo e libero.
Mi misi in ginocchio sul materasso, ed afferai entrambi dal cazzo per portarli verso di me. Cominciai a succhiarlo ad entrambi, senza smettere di guardare il mio uomo negli occhi: erano durissimi, in estasi, pieni di saliva, il mio trucco colato ed un tripudio di versi gutturali.
"Quanti sono, di là?"
"Siamo 10", rispose a fatica il ragazzo.
"E vi stavate masturbando tutti?"
"Cazzo, sì..."
Quella risposta mi accese più di quanto già non fossi.
Mi misi a carponi.
"Adesso scopami, amore mio. Adesso devi proprio scoparmi. Faglielo vedere"
Sentii la sua mano afferrarmi dalla coda mentre con l'altra mi teneva salda per un fianco, e finalmente mi riempii.
Sono molto stretta,io, ma ero talmente fradicia da non fare nessuna fatica ad accoglierlo tutto e subito, fino in fondo.
Il tizio guardava la scena, ed aveva aumentato notevolmente il ritmo della sua mano.
Ma volevo di più, volevo riempita anche la bocca, e dovevo approfittarne.
Lo afferrai dalla coscia per portarlo a piegarsi sul letto e tornai a succhiarglielo con ancora più fame.
In risposta a questa mossa, i colpi si fecero più duri e veloci, e il mio pompino più profondo.
Lo sentii in gola, e al suono del conato il mio compagno spinse ancora più a fondo la mia testa sul cazzo del ragazzo.
Non potevo respirare.
Battei un paio di colpetti con la mano sulla sua coscia e mi liberai da quella presa, facendo colare saliva ovunque.
Entrambi avevano il cazzo pulsante, pronti a schizzare.
Fu allora che decisi fosse giunto il momento di raccogliere finalmente i frutti del mio lavoro.
Mi inginocchiai sul pavimento, pronta.
"Sborrate per me. Su di me".
A quelle parole, entrambi cominciarono a masturbarsi con foga, le loro cappelle toccavano le mie guance e poco dopo...
Finirono entrambi sul mio viso.
Avevo appena realizzato una delle mie fantasie più recondite.
Ero lì in ginocchio, super sexy nella mia lingerie sporca di sperma e saliva, regina della scena.
In quel momento, le finestre oscurate vennero illuminate e rese visibili dall'interno per qualche secondo.
I vetri sporchi, pieni, un paio di uomini finirono proprio in quel momento.
Era una scena così grottesca e perversa da farmi venire voglia di ricominciare tutto da capo.
Il ragazzo uscii, rimanemmo solo noi due.
"Sei meravigliosa", mi sussurrò lui con un filo di voce.
"Facciamoci un bagno e torniamo a casa", aggiunse.
Tornammo a casa, parlando in auto durante il viaggio di tutto ciò che era appena successo.
Tornammo a casa e scopammo ancora, ma con dolcezza.
Realizzai la mia fantasia. Con la consapevolezza che ne avrei realizzate tante altre.
essere guardata.
La sola idea di essere circondata da uomini eccitati ed intenti a guardarmi mentre si masturbano per me, mi ha sempre fatta impazzire.
Capita raramente di trovare qualcuno con il quale poter condividere le proprie perversioni senza paura del giudizio, ma che anzi queste diventino benzina per una vita sessuale soddisfacente e senza tabù.
Il mio compagno ed io, abbiamo questa fortuna.
Ricordo di quella volta in cui gli raccontai proprio questo, ci fantasticammo entrambi e la cosa ci regalò una notte di sesso memorabile, quella sera.
Finché un giorno, rientrata dal lavoro, trovai sul letto una scatola rossa con un fiocco ed un biglietto allegato:
"Indossa solo questo, metti un cappotto. Sarò sotto casa alle 21.00 precise. Ho una sorpresa per te."
Mi piacciono le sorprese.
Aprì la scatola, che conteneva un completino di lingerie cosiddetta "ouverte".
Un reggiseno in pizzo color verde petrolio che lasciava scoperti i capezzoli, una mutandina coordinata con apertura anteriore e posteriore e delle calze nere autoreggenti sottili ed eleganti, di quelle con la cucitura dietro che percorre l'intera gamba.
Meraviglioso.
Lo provai immediatamente, ed era perfetto. Il colore, complementare al rosso dei miei capelli, e la fattezza: sembrava disegnato su misura per il mio corpo. Come sempre, aveva scelto bene. Non riuscivo a smettere di ammirarmi allo specchio, passavo le mani su quel tessuto e sulle mie forme fantasticando su quella che sarebbe stata la sua reazione e su ciò che potesse avere in mente.
Feci una doccia veloce, un trucco leggero con il mio solito eyeleiner nero, indossai completo e calze, un paio di tacchi in pelle con cinturino alla caviglia e misi il cappotto.
Salì in macchina, e lui era altrettanto elegante: camicia bianca inamidata, giacca e pantalone nero. Lo salutai con un casto bacio sulle labbra, nonostante vederlo vestito così mi avesse fatto venire voglia di montargli sopra lì in macchina in mezzo alla strada, ma venni ulteriormente sorpresa.
Tirò fuori dalla tasca una benda per gli occhi, e mi bendò.
"Non potrai vedere nulla fino a che non saremo arrivati. E non sbirciare."
Sentii un brivido salirmi lungo la schiena, la cosa si faceva sempre più interessante.
Mi stuzzicò per l'intero viaggio, accarezzandomi le gambe, spostandosi sotto il cappotto per giocare con le dita con la stoffa delle mie mutandine, senza mai toccarmi direttamente.
Lo sentii ridacchiare, mentre tentavo invana di portare la sua mano diretta fra le cosce e farmi toccare per davvero, ma lui non demorse.
Dopo quello che mi sembrò un tempo infinito, spense il motore.
Scese per venire ad aprire la mia portiera e farmi scendere con attenzione.
Un breve percorso e capii, dal cambio di temperatura, che entrammo in un qualche luogo a me sconosciuto.
Il silenzio rotto solo da una voce femminile che disse: "Prego, da questa parte".
Sentii una porta chiudersi dietro di noi e lo scatto di una serratura, poi si avvicinò a me sussurandomi all'orecchio: "Stasera realizzo uno dei tuoi desideri."
Mi tolse la benda.
Mi ritrovai in una stanza dai colori scuri illuminata da diverse candele sparse un po' ovunque, un letto tondo al centro, e le pareti occupate da quella che sembrava un'unica grande
finestra scura estesa su tutte e quattro le pareti per 3/4.
Mi tolse il cappotto, invitandomi ad accomodarmi sul letto.
Ero confusa, ma eccitata da morire. Cercavo di capire quale fosse l'effettiva sorpresa. Per quanto bello il contesto, nulla che non avessimo già fatto...
Poi, capii.
Quella non era una "finestra". O almeno, non una finestra convenzionale.
Mi raggiunse restando in piedi davanti a me, con un dito mi sollevò il mento avvicinando il suo viso al mio: "Fai vedere quello che sai fare. Siamo tutti tuoi.".
Quelle parole ebbero il potere di farmi tremare e bagnare immediatamente.
, pensai.
Dietro quelle "finestre" c'era chi poteva guardarci. Loro vedevano noi, noi non potevamo vedere loro.
Si sedette sul bordo del letto, togliendo la giacca, guardandomi con un sorrisetto quasi sfidante.
Risposi con lo stesso sorriso, ed il sopracciglio sollevato che mi contraddistingue da sempre.
"Si gioca, allora.", dissi.
Iniziai a camminare lungo il perimetro della stanza, soffermandomi di tanto in tanto in un punto, muovendomi come in una danza lenta, mentre lasciavo scivolare le mie mani sul corpo.
.
Più ci pensavo, più sentivo crescere la mia voglia di dare spettacolo.
Mi voltai verso di lui, camminando nella sua direzione.
Notai con piacere il rigonfiamento nei suoi pantaloni, del quale avevo un gran desiderio di approfittarmi.
Iniziai lentamente a sbottonargli la camicia, lasciandolo a torso nudo.
Passai alle scarpe, slacciandole e togliendole assieme ai calzini.
Mi soffermai un attimo a guardarlo, prima di farmi più spazio fra le sue gambe, portandolo a sdraiarsi. Una visione meravigliosa.
Mi misi a cavalcioni, sentendolo gonfio e duro sotto di me, iniziai ad accarezzargli il petto con la punta delle dita, disegnando linee invisibili fino alla pancia.
Mi piegai in avanti per regargli un bacio, e lasciare colare un rivolo di saliva dalla mia alla sua bocca.
Guardai verso le vetrate, sorridendo...
Scivolai con il sedere fino al suo viso, dandogli modo di avere la mia fighetta calda a pochi centimetri dalla bocca.
Portai le mie dita alla labbra, per succhiarle ed inumidirle, ed iniziare a masturbarmi lentamente. Giocai con il clitoride, compiendo delicati movimenti circolari. Lo osservavo guardarmi con occhi pieni di desiderio, famelici.
"Tiralo fuori, amore mio. Inizia a masturbarti".
Il suono della sua zip abbassata, poi la sua mano cominciò a muoversi.
Infilai un dito, poi due, e cominciai a scoparmi con più intenzione, godendo e ansimando, il suo fiato fra le gambe, proprio lì dove doveva essere...
Sfilai le dita per lasciarle ripulire a lui e dargli un antipasto del mio sapore, poi cambiai posizione dandogli la schiena.
Volevo mi guardassero succhiargli il cazzo mentre mi faceva godere con la bocca.
La sua cappella era lucida e così invitante che non riuscì a resistere e lo presi subito in bocca, iniziando a succhiare e giocare alternando profondità e velocità. Ansimavo forte mentre lo riempivo di saliva e lui mi scopava con la bocca, prima concentrandosi sul clitoride poi penetrandomi con la lingua, portandomi così in pochi minuti al primo, potente, orgasmo.
Mi girai per leccare dal suo viso i miei umori e risputarglieli in bocca.
"Ne voglio uno", dissi.
"Uno di cosa?"
"Uno di loro".
Vidi cambiare il suo sguardo, che diventò immediatamente più profondo ed animalesco.
"Chiediglielo."
"Hanno sentito... Magari qualcuno ci raggiunge." sussurai io mentre la mia mano iniziava a masturbarlo con delicatezza.
Dopo qualche minuto, sentimmo la porta aprisi.
Entrò un ragazzo, un po' anonimo ma dalle dimensioni notevoli.
Fece per dire qualcosa ma lo fermai:
"Non devi parlare. Sei solo il mio giocattolo adesso.".
Lo presi per mano portandolo vicino al bordo del letto.
"Continua a toccarti" dissi rivolta allo sconosciuto.
Slacciai i pantaloni del mio compagno, lasciandolo finalmente nudo e libero.
Mi misi in ginocchio sul materasso, ed afferai entrambi dal cazzo per portarli verso di me. Cominciai a succhiarlo ad entrambi, senza smettere di guardare il mio uomo negli occhi: erano durissimi, in estasi, pieni di saliva, il mio trucco colato ed un tripudio di versi gutturali.
"Quanti sono, di là?"
"Siamo 10", rispose a fatica il ragazzo.
"E vi stavate masturbando tutti?"
"Cazzo, sì..."
Quella risposta mi accese più di quanto già non fossi.
Mi misi a carponi.
"Adesso scopami, amore mio. Adesso devi proprio scoparmi. Faglielo vedere"
Sentii la sua mano afferrarmi dalla coda mentre con l'altra mi teneva salda per un fianco, e finalmente mi riempii.
Sono molto stretta,io, ma ero talmente fradicia da non fare nessuna fatica ad accoglierlo tutto e subito, fino in fondo.
Il tizio guardava la scena, ed aveva aumentato notevolmente il ritmo della sua mano.
Ma volevo di più, volevo riempita anche la bocca, e dovevo approfittarne.
Lo afferrai dalla coscia per portarlo a piegarsi sul letto e tornai a succhiarglielo con ancora più fame.
In risposta a questa mossa, i colpi si fecero più duri e veloci, e il mio pompino più profondo.
Lo sentii in gola, e al suono del conato il mio compagno spinse ancora più a fondo la mia testa sul cazzo del ragazzo.
Non potevo respirare.
Battei un paio di colpetti con la mano sulla sua coscia e mi liberai da quella presa, facendo colare saliva ovunque.
Entrambi avevano il cazzo pulsante, pronti a schizzare.
Fu allora che decisi fosse giunto il momento di raccogliere finalmente i frutti del mio lavoro.
Mi inginocchiai sul pavimento, pronta.
"Sborrate per me. Su di me".
A quelle parole, entrambi cominciarono a masturbarsi con foga, le loro cappelle toccavano le mie guance e poco dopo...
Finirono entrambi sul mio viso.
Avevo appena realizzato una delle mie fantasie più recondite.
Ero lì in ginocchio, super sexy nella mia lingerie sporca di sperma e saliva, regina della scena.
In quel momento, le finestre oscurate vennero illuminate e rese visibili dall'interno per qualche secondo.
I vetri sporchi, pieni, un paio di uomini finirono proprio in quel momento.
Era una scena così grottesca e perversa da farmi venire voglia di ricominciare tutto da capo.
Il ragazzo uscii, rimanemmo solo noi due.
"Sei meravigliosa", mi sussurrò lui con un filo di voce.
"Facciamoci un bagno e torniamo a casa", aggiunse.
Tornammo a casa, parlando in auto durante il viaggio di tutto ciò che era appena successo.
Tornammo a casa e scopammo ancora, ma con dolcezza.
Realizzai la mia fantasia. Con la consapevolezza che ne avrei realizzate tante altre.
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