Spermoney
di
DORIS-NIGHT
genere
gay
L'asiatico mi fissava da qualche minuto, mi sentivo in imbarazzo lì in mezzo a tutti i miei amici, ma stava esercitando su di me una strana fascinazione, aveva i capelli lunghi, lisci e lucidi, che alle luci del pub mandavano bagliori bluastri.
Per fortuna i miei amici erano impegnati in un' animatissima diatriba mentre io ero completamente distratto da quel'insistente interesse del tipo, che aveva uno strano aspetto da maschio, ma con qualcosa di femminile: da femmina padrona, come quelle che piacciono a me.
Dopo lunghi istanti di occhiate furtive, ricambiai per un momento un suo sguardo diretto. Allora lui si alzò e mi fece un cenno con la testa indicando la direzione dei bagni.
Avevo il cuore in gola, ma riuscii ad alzarmi biascicando un semplice “Vado un momento in bagno”, fortunatamente accolto dalla più completa indifferenza.
Anche le gambe mi tremavano, ma seguii la rotta senza incertezze, tuttavia incapace di chiedermi cosa mi aspettassi.
Entrai con la sensazione di essere una lepre che sbaglia direzione e cade in una trappola. Nell'antibagno non c'era nessuno, ma, appena entrato, la porta di uno dei box si aprì e ne uscì l'asiatico. Io mi bloccai senza volerlo e il tipo, fatti due passi, mi fu davanti.
Ero paralizzato, quando con un braccio mi cinse la vita e con l'atra mano mi prese il mento e me lo tenne fermo, mentre le sue labbra premevano le mie e la sua lingua le forzava ad aprirsi a un bacio quasi feroce. La sua lingua cominciò ad imperversare nella mia bocca senza...che io riuscissi a resistere o, almeno, tentassi...
Adesso usciamo di qui, prima che ci becchino, ma io esco per primo e ti aspetto fuori, oltre l'angolo, a destra...d'accordo?
Si, va bene! - Fu più forte di me...il piacere di cadere in trappola!
Naturalmente feci tutto quello che avevo promesso e lo trovai che mi aspettava dove aveva detto. Io non avevo ancora diciassette anni, ma le donne mi piacevano ed erano state, fino a quel momento, l'unica ispirazione delle mie seghe e...anche delle loro, perchè in molte mi trovavano...diciamo “carino”.
Han- Keong e tu? - Si presentò
Risposi con il mio nome e lui mi prese sotto braccio e si accorse subito del mio tremore.
E' la prima volta?
La prima volta di cosa?
Credo di aver voluto... sentiglielo dire.
Che ti lasci andare alla lingua di un uomo!
Credo di essere diventato di tutti i colori e di aver taciuto voltando la testa e distogliendo il mio dal suo sguardo indagatore. Mi bloccò di nuovo e di nuovo mi mise la lingua in bocca. Mi divincolai, credo, e mi sottrassi al bacio profondo.
Non qui fuori...coc...con...
La gente che passa?
Si!
Allora lo vuoi fare!..fare la troia... Ti voglio guardare mentre ti fai una sega e poi ti fai toccare e...mi chiedi tutto il resto...Ti fa paura sentire questi discorsi?
Si...
...E sei tremendamente arrapato! - La sua mano mi sfiorò la patta e verificò la mia completa erezione. Sapeva come tenermi in pugno, mentre io lo guardavo e cominciavo a notare i suoi tratti fini, i suoi occhi mobilissimi e profondi come pozzi, le sue mani delicate, dalle lunghe dita, che già sentivo serpeggiare sul mio corpo e indagare le mie nudità.
Adesso lasciami andare avanti ed entrare in quel portone, aspetta un paio di minuti che salga nel mio appartamento e poi suona il campanello del numero dieci, terzo piano!
Va bene!
Ma non andò affatto bene, ebbi il tempo di riflettere e fui preda di mille tentennamenti, passarono più di due minuti, ma alla fine mi avviai e suonai “quel” campanello.
Quando aprì la porta era completamente nudo e mi attirò in un bacio...peccaminoso e meraviglioso.
Cominciai a carezzarne le zone intime e mi chinai spontaneamente a baciargli il sesso.
Si, per prima cosa ti fai venire in bocca...è questo che vuoi, che vuoi sopra ogni cosa? Sentire e gustare il sapore dello sperma...della sborra, del seme di maschio?
Si...sssi!
Ero ancora vestito, e me lo stavo facendo ficcare in gola...la mia gola come un utero...la mia bocca come una vagina. Il suo pube perfettamante depilato, un po' sudato, già profumato di liquidi prostatici..il suo pene e il il sacchetto dei testicoli parimenti offerti alla mia lingua e premuti sul mio naso in un continuo offrirsi alla mia saliva, al mio respiro.
Farmi invadere dagli odori e dai sapori della pelle inumidita dalla mia lingua affamata del suo sesso, del suo sperma.
Scivolare nella sensazione pervasiva dell'abbandono al sesso più sfrenato, del darsi alla possessione più completa. Il suo pene che mi schiaffeggia, il suo scroto succhiato e leccato con colpetti di lingua ed il languore che attende e cede alla penetrazione dalle sue dita sfrenate in una carezza sempre più profonda, sempre più invadente. Via i pantaloni, via le mutande... Il suo cazzo che si sfila dal mio risucchio e viene frenetico al richiamo delle mie viscere.
Il mio ano lo ingoia affamato, come la mia bocca, e comincia a succhiarlo come una vagina infoiata e ingorda, pantaloni e mutande che ancora mi impastoiano le gambe.
Che liberazione! Sentire finalmente il suo membro virile che mi colpisce il buco, lo apre. Lo invade in un infinito scorrere dentro e poi impazzare con colpi decisi e poi con lunghe oscillazioni, al fondo della penetrazione.
Il primo dolore è già godimento e la posizione passiva della pecora, della giumenta, della “vacca” si spalanca all'irrefrenabile orgasmo, la sua mano di velluto raccoglie il mio sperma e viene a farsi leccare imperiosa dalla mia lingua schiava e mi imbratta la faccia, il petto, i capezzoli, staziati da dita divenute feroci.
Per fortuna i miei amici erano impegnati in un' animatissima diatriba mentre io ero completamente distratto da quel'insistente interesse del tipo, che aveva uno strano aspetto da maschio, ma con qualcosa di femminile: da femmina padrona, come quelle che piacciono a me.
Dopo lunghi istanti di occhiate furtive, ricambiai per un momento un suo sguardo diretto. Allora lui si alzò e mi fece un cenno con la testa indicando la direzione dei bagni.
Avevo il cuore in gola, ma riuscii ad alzarmi biascicando un semplice “Vado un momento in bagno”, fortunatamente accolto dalla più completa indifferenza.
Anche le gambe mi tremavano, ma seguii la rotta senza incertezze, tuttavia incapace di chiedermi cosa mi aspettassi.
Entrai con la sensazione di essere una lepre che sbaglia direzione e cade in una trappola. Nell'antibagno non c'era nessuno, ma, appena entrato, la porta di uno dei box si aprì e ne uscì l'asiatico. Io mi bloccai senza volerlo e il tipo, fatti due passi, mi fu davanti.
Ero paralizzato, quando con un braccio mi cinse la vita e con l'atra mano mi prese il mento e me lo tenne fermo, mentre le sue labbra premevano le mie e la sua lingua le forzava ad aprirsi a un bacio quasi feroce. La sua lingua cominciò ad imperversare nella mia bocca senza...che io riuscissi a resistere o, almeno, tentassi...
Adesso usciamo di qui, prima che ci becchino, ma io esco per primo e ti aspetto fuori, oltre l'angolo, a destra...d'accordo?
Si, va bene! - Fu più forte di me...il piacere di cadere in trappola!
Naturalmente feci tutto quello che avevo promesso e lo trovai che mi aspettava dove aveva detto. Io non avevo ancora diciassette anni, ma le donne mi piacevano ed erano state, fino a quel momento, l'unica ispirazione delle mie seghe e...anche delle loro, perchè in molte mi trovavano...diciamo “carino”.
Han- Keong e tu? - Si presentò
Risposi con il mio nome e lui mi prese sotto braccio e si accorse subito del mio tremore.
E' la prima volta?
La prima volta di cosa?
Credo di aver voluto... sentiglielo dire.
Che ti lasci andare alla lingua di un uomo!
Credo di essere diventato di tutti i colori e di aver taciuto voltando la testa e distogliendo il mio dal suo sguardo indagatore. Mi bloccò di nuovo e di nuovo mi mise la lingua in bocca. Mi divincolai, credo, e mi sottrassi al bacio profondo.
Non qui fuori...coc...con...
La gente che passa?
Si!
Allora lo vuoi fare!..fare la troia... Ti voglio guardare mentre ti fai una sega e poi ti fai toccare e...mi chiedi tutto il resto...Ti fa paura sentire questi discorsi?
Si...
...E sei tremendamente arrapato! - La sua mano mi sfiorò la patta e verificò la mia completa erezione. Sapeva come tenermi in pugno, mentre io lo guardavo e cominciavo a notare i suoi tratti fini, i suoi occhi mobilissimi e profondi come pozzi, le sue mani delicate, dalle lunghe dita, che già sentivo serpeggiare sul mio corpo e indagare le mie nudità.
Adesso lasciami andare avanti ed entrare in quel portone, aspetta un paio di minuti che salga nel mio appartamento e poi suona il campanello del numero dieci, terzo piano!
Va bene!
Ma non andò affatto bene, ebbi il tempo di riflettere e fui preda di mille tentennamenti, passarono più di due minuti, ma alla fine mi avviai e suonai “quel” campanello.
Quando aprì la porta era completamente nudo e mi attirò in un bacio...peccaminoso e meraviglioso.
Cominciai a carezzarne le zone intime e mi chinai spontaneamente a baciargli il sesso.
Si, per prima cosa ti fai venire in bocca...è questo che vuoi, che vuoi sopra ogni cosa? Sentire e gustare il sapore dello sperma...della sborra, del seme di maschio?
Si...sssi!
Ero ancora vestito, e me lo stavo facendo ficcare in gola...la mia gola come un utero...la mia bocca come una vagina. Il suo pube perfettamante depilato, un po' sudato, già profumato di liquidi prostatici..il suo pene e il il sacchetto dei testicoli parimenti offerti alla mia lingua e premuti sul mio naso in un continuo offrirsi alla mia saliva, al mio respiro.
Farmi invadere dagli odori e dai sapori della pelle inumidita dalla mia lingua affamata del suo sesso, del suo sperma.
Scivolare nella sensazione pervasiva dell'abbandono al sesso più sfrenato, del darsi alla possessione più completa. Il suo pene che mi schiaffeggia, il suo scroto succhiato e leccato con colpetti di lingua ed il languore che attende e cede alla penetrazione dalle sue dita sfrenate in una carezza sempre più profonda, sempre più invadente. Via i pantaloni, via le mutande... Il suo cazzo che si sfila dal mio risucchio e viene frenetico al richiamo delle mie viscere.
Il mio ano lo ingoia affamato, come la mia bocca, e comincia a succhiarlo come una vagina infoiata e ingorda, pantaloni e mutande che ancora mi impastoiano le gambe.
Che liberazione! Sentire finalmente il suo membro virile che mi colpisce il buco, lo apre. Lo invade in un infinito scorrere dentro e poi impazzare con colpi decisi e poi con lunghe oscillazioni, al fondo della penetrazione.
Il primo dolore è già godimento e la posizione passiva della pecora, della giumenta, della “vacca” si spalanca all'irrefrenabile orgasmo, la sua mano di velluto raccoglie il mio sperma e viene a farsi leccare imperiosa dalla mia lingua schiava e mi imbratta la faccia, il petto, i capezzoli, staziati da dita divenute feroci.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico