Alessandra sul terrazzo
di
MiaP
genere
saffico
Circa quattro mesi fa arrivarono i nuovi vicini di casa nella villetta accanto. Vedendoli arrivare pensai che fossero una coppia di mezz’età con una figlia sui 20 anni, ma le presentazioni di rito con mio marito ci fecero scoprire che Giuseppe e Silvia non avevano figli. La giovane che avevo visto era la loro ragazza alla pari, Alessandra.
I nostri nuovi vicini erano piuttosto riservati ed erano spesso fuori casa, perciò non diventammo mai amici: ci salutavamo solo quando ci s’incontrava per caso, tanto per far vedere che ci si accorgeva della loro presenza. Rapidamente diventarono parte del paesaggio.
Un giorno d’estate appena iniziata, due mesi dopo il loro arrivo, vidi Alessandra che prendeva il sole sul terrazzo sul retro. Alessandra era molto carina, con i capelli biondo scuro, alta e con una bellissima figura, proprio come una ragazza della sua età. Non ci vedevo nulla di strano, perciò mi cosparsi di crema solare, mi sdraiai nel mio nuovo lettino, ed iniziai la stagione dell’abbronzatura. Era la prima bella giornata di sole dell’anno. I nostri due terrazzi sul retro sono completamente privati e nascosti alla vista di chiunque, tranne che uno dall’altro. Infatti gli alberi ed il giardino sono fatti in modo che pur schermando bene i terrazzi dall’esterno, sarebbe costoso e forse inutile costruire un riparo per proteggersi dalla vista dall’altro terrazzo. E così, io vedevo lei, lei vedeva me, ma il resto del mondo non esisteva.
Quando mi alzai per andare a preparare la cena, lei era già andata via.
L’indomani andai a fare shopping. Il giorno dopo pioveva. Il giorno successivo ritornarono il sole ed il caldo, perciò mi infilai nel mio microbikini che tenevo ormai solo per prendere il sole in terrazzo, dove nessuno poteva vedermi. Infatti era qualcosa praticamente impossibile da indossare in pubblico: aveva due minuscoli triangoli che coprivano i capezzoli, senza sostenere le tette, ed il triangolo in basso era poco più grande. Dovevo depilarmi sotto quasi completamente per indossarlo senza sembrare una scimmia, e di solito quando lo facevo mi depilavo del tutto, già che c’ero. L’avevo comprato per corrispondenza dal famoso sito web australiano di vendita di minibikini, un giorno che volevo fare una sorpresa a mio marito (e la sorpresa era riuscita, eccome!). La stoffa era studiata in modo che diventasse completamente trasparente una volta bagnato. E pensare che ci sono ragazze che li indossano in spiaggia!
Alessandra era lì come al solito a prendere il sole, e leggeva una rivista. La salutai con la mano, e lei mi rispose. Mi sentii un po’ fuori posto svestita in quel modo, ma pensai che con una ragazza alla pari non dovevo farmi problemi. Mi spalmai la crema solare e mi distesi ad arrostire al sole. Un’ora dopo guardai verso di lei. Era ancora lì, ma era sdraiata sulla pancia, sempre leggendo la rivista. Mi sembrò di vedere qualcosa di strano, perciò guardai meglio. Si era slacciata il reggiseno. C’era ancora qualcosa che non riuscivo a capire, per cui alzai la testa per vedere meglio. Poi guardai ancora, ormai paonazza per l’imbarazzo! Si stava toccando! Non c’era dubbio! Potevo vedere chiaramente lo spacco tra le sue gambe, e vedevo chiaramente un movimento veloce sotto il costume.
Corsi in casa e mi rifugiai in cucina, mi sedetti e provai a recuperare la calma. Ero accaldata, paonazza ed ansimavo. I capezzoli erano ritti come delle antenne di due centimetri, e potevo sentire il clitoride che premeva sul bikini. Era la cosa più sconcia che avessi mai visto! Si masturbava là fuori all’aperto, sul terrazzo al sole! Mio Dio! L’immagine restò con me per il resto della giornata. Quando mio marito rientrò in casa lo assalii con violenza, lo spogliai e lo distesi sul tappeto del salotto. Era nudo, ed io lo cavalcavo come una folle senza neanche avergli dato il tempo di salutarci. Lo inzuppai tutto con i miei liquidi.
Più tardi mi chiese cosa mi aveva preso, e gli dissi solo che avevo visto qualcosa di molto eccitante durante la giornata. Non chiese nient’altro, ma sembrava piuttosto soddisfatto, visto il sorriso con cui andò a dormire.
Il giorno dopo, nonostante fosse una bellissima giornata, rimasi in casa. Il ricordo di quello che era successo ed un sacco di fantasie correlate mi fecero rimanere eccitata e bagnata per tutto il giorno. Anche dopo essermi masturbata tre volte, scopai di brutto Alex appena entrò in casa.
Sabato e Domenica eravamo occupati. Lunedì non ce la facevo più ad aspettare. Uscii sul terrazzo presto, mi spalmai la crema, mi misi gli occhiali da sole ed iniziai a leggere un libro, in attesa. Uscì verso le due con un micro bikini simile al mio, forse più piccolo. Le areole dei suoi seni uscivano dal top, da che erano larghe, e non si era depilata del tutto: dei peli scuri uscivano appena ai lati della mutandine, anche se erano stati chiaramente accorciati. Accorciati ma non tagliati del tutto. Ci salutammo con la mano, ed io cercavo di leggere.
Per un po’ rimase distesa sulla schiena, sfogliando la rivista, mentre ogni tanto si passava le dita leggerissime sulla pancia, sul collo, sui fianchi, ed ovunque ci fosse della pelle nuda. Poi si girò e si slacciò il reggiseno. Per un po’ rimase immobile, ma poi vidi che un braccio che s’infilava lentamente sotto il suo corpo. Dopo un altro po’ di tempo si iniziarono a vedere i movimenti sotto la stoffa delle sue mutandine. Lo stava facendo ancora!
La scena era così eccitante che quasi esplosi! I miei capezzoli erano diventati enormi, le tette si erano gonfiate, il clitoride era tutto infiammato, ed ansimavo. La guardai per un po’, mentre il liquido mi bagnava le mutandine e scendeva giù, fino al sedere.
Poi si girò! Era lì, senza reggiseno, distesa sul lettino, con una mano che vagava sulle tette e pizzicava i capezzoli eretti, e l’altra dentro le mutandine, con le dita che si muovevano velocissime. Cercai di calmarmi, e riuscii a smettere di ansimare. Ma non ce la facevo più! Corsi in casa, e non riuscii neanche ad arrivare in bagno, in camera da letto, in salotto. Appena dentro la porta mi buttai a terra con la gambe spalancate, tutte e due le mani nella figa, e mi sditalinai con una mano mentre l’altra vagava sul corpo, sulle tette ed ogni tanto si infilava dentro. Ebbi un orgasmo fortissimo, ma non riuscivo a fermarmi! Venni ancora altre due volte di seguito, per la prima volta in vita mia, ed ogni volta l’orgasmo era più forte ed ero più bagnata. Vedevo nella mente ogni piccolo movimento delle sue dita, i peletti corti che uscivano dai lati, i tremiti del su bacino e della sua pancia, le gocce di sudore che scendevano sulle sue tette. I suoi gemiti, tutta la sua immagine erano solo per me, per farmi impazzire di desiderio. A malapena riuscii a rimettermi in ordine per la cena. Scopai Alex di nuovo appena arrivò a casa. Pensai che era vero che il sesso al di fuori del matrimonio fa bene al matrimonio. Non avevo mai avuto così tanta voglia di scopare e di farmi scopare da mio marito!
Martedì, Mercoledì e Giovedì piovve. Venerdì iniziò nuvoloso, ma presto si schiarì ed uscì il sole. Appena possibile uscii, come al solito, già ansimando leggermente per l’emozione dell’attesa. Come al solito, uscì alle due. Era già senza top, con le tette nude! Mi salutò con la mano, ed io risposi, cercando di essere sciolta. Ero già con la figa completamente fradicia quando finì di spalmarsi la crema solare. “Muoviti, toccati!” urlai nella mia mente, impaziente di vederla agire. Era una pazzia, lo sapevo, ma non potevo resistere. Volevo vedere quella ragazzina godere davanti a me disperatamente. Guardavo la sua mano libera, quella che non teneva la rivista, vagare sul suo corpo seminudo. Ogni volta che si avvicinava al pube tremavo il cuore accelerava ed ansimavo più forte.
Poi appoggiò la mano piatta sulla pancia, con le dita che si infilavano sotto il costume. “Sììì!” urlai in silenzio. “No!” urlai due secondi dopo, quando ritirò le dita. La sua mano vagò ancora per qualche minuto, e poi le dita si infilarono sotto di nuovo, stavolta un po’ più giù.
Il mio sguardo era incollato al suo pube coperto dal costume: vedevo i piccoli movimenti circolari delle sue dita. Non mi accorsi di quando posò la rivista, non mi accorsi di quando iniziò a toccarsi le tette. Staccai gli occhi dalla sua figa solo quando la mano che usava per masturbarsi si fermò, uscì dal costume e puntò verso di me con il dito teso. Feci un balzo dallo spavento! Gli occhiali da sole! Avevo addosso gli occhiali da sole! Non poteva vedere che la stavo guardando! Mi rilassai con un sospiro.
Però Alessandra stava ancora chiamando la mia attenzione con la mano. Feci finta di notarlo solo allora, mi tolsi gli occhiali e la guardai negli occhi. Mi sorrise, e fece un movimento strano. Restai immobile, e allora si irrigidì, indicò verso di me con il dito, e ripeté il movimento. Voleva che mi togliessi il top! Rimasi ancora a guardarla immobile, ed allora lei si infilò le mani di nuovo dentro le mutande sditalinandosi, mentre io avevo ripreso ad ansimare. Poi si fermò, e ripeté il movimento. Quando io rimasi ancora immobile, si alzò e fece per andarsene. Stava per lasciarmi così, eccitata come una vacca, senza aver goduto!
Persi la testa del tutto e mi tolsi il top. Il sole colpiva i capezzoli eretti come non mai, la brezza mi dava i brividi. Mi eccitai ancora di più, se ancora era possibile. Si distese di nuovo e cominciò di nuovo a masturbarsi velocissima, più veloce di prima. Il bacino si muoveva su e giù, ormai le dita sollevavano le mutandine del tutto e si vedeva chiaramente la figa con i peletti tagliati corti, la pancia era contratta e la testa si muoveva a destra e sinistra. Si vedeva che voleva godere, ma qualcosa la frenava.
Con la mano liberà puntò il dito verso di me, e poi la infilò nelle mutande. I suoi occhi erano incollati sulla mia figa, appena coperta dal costumino. Ripetè il gesto. Mio Dio! Voleva che facessi lo stesso! Non potevo! Ripeté il gesto. Io ero paralizzata, non riuscivo a decidermi. Allora lei si fermò ancora, con il viso trasformato in una maschera di estasi e di agonia. Con grande sforzo tolse la mano e si alzò seduta, come per andarsene.
Senza capire quello che stavo facendo, senza pensarci, la mia mano destra si mosse e si appoggiò sulla pancia, appena sotto l’ombelico. Alessandra si fermò, guardandomi intensamente. I miei occhi e la mia attenzione erano divisi tra la sua mano e la mia, che iniziò un moto circolare che pian piann scendeva verso la figa tutta depilata. Alessandra si distese di nuovo. La mia mano cominciò ad infilare le dita nello spacco della figa, fradicia e sudata. Alessandra si morse le labbra e lanciò la testa all’indietro. Le mie dita trovarono quello che cercavano ed iniziarono un movimento circolare, sempre più veloce. Ero felice e sorridevo, ansimando e sentendomi una vacca. La mano di Alessandra iniziò ancora la sua danza, velocissima. Il suo bacino si agitava nell’aria, e pompava in avanti come se stesse chiavando un cazzo immobile. Stava godendo fortissimo, e vidi che quella troietta fece uscire un piccolo getto dei suoi succhi. Oppure era pipì? Quella puttana godeva così tanto che faceva pipì! La schiena mi si inarcò, la testa andò da una parte all’altra, le gambe mi tremarono. Stavo godendo, finalmente mi scaricavo. Ma la mia mano non si fermò, e venni altre due volte, come l’altro giorno sul pavimento di casa. Persi quasi la coscienza, restai sorda per un po’. Quando mi rialzai Alessandra non c’era più. Entrai in casa ancora senza top, e restai inebetita sul letto un’ora, prima di farmi una doccia. Poi preparai la cena. Alex arrivò tardi, ma non me ne accorsi quasi.
Lunedì lo facemmo ancora. Fu ancora più forte! Preparai la cena in ritardo. Anche se Alex lo notò, non disse nulla. Era calmo e pensieroso.
Martedì mi sorprese. Mentre iniziavamo a scioglierci masturbandoci assieme, si alzò e si tolse le mutandine. Era nuda! Osservai la sua figa con i peletti perfettamente regolati e cortissimi, che lasciavano intravedere tutto. Ma il clitoride! Ce l’aveva grosso come un dito, sporgente come un cazzetto. Alessandra sembrava che volesse che io guardassi proprio quello, mentre se lo prendeva tra due dita scappellandoselo: che visione oscena, che eccitazione! La lingua mi uscì involontariamente dalla bocca, come per cercare di leccarlo. Era riuscita a farmi perdere il controllo ancora di più! Poi Alessandra mi fece cenno che dovevo anch’io togliermi le mutandine. Guardai le mie mani che agivano come al comando di un’altra, con gli occhi spalancati, mentre mi denudavo e lasciavo vedere ad Alessandra la mia figa depilata, con un clitoride più piccolo del suo, ma che usciva ben eretto tra le labbra. Intanto lei era lì in piedi con le dita che andavano su e giù sul suo clitoride, scappellandolo e facendolo diventare ancora più lungo. Alessandra venne in un orgasmo che la fece tremare tutta, e piegare le gambe, mentre emetteva dei getti di liquido, spinto dalle contrazioni interne della sua figa. Non era pipì, era la sua figa talmente piena di succhi che la faceva venire quasi fosse un uomo! Venne per altre due volte, e la cosa durò qualche minuto, con lei in piedi tremante, le gambe allargate ed un po’ piegate, che si masturbava come un ragazzino, ed ogni volta dei getti di liquido uscivano. Poi si fermò, sempre in piedi, a guardarmi, con il suo cazzetto eretto. Toccava a me! Ero eccitata some una vacca, volevo farle vedere in due minuti di cosa ero capace. Mi infilai quattro dita nella figa, e con l’altra mano andai sotto e mi infilai un dito nel buco del culo, già abbondantemente lubrificato. Venni quasi subito, con delle convulsioni che non avevo mai avuto. Mentre venivo, vidi che Alessandra godeva un’altra volta senza toccarsi, e produceva un altro piccolo getto, ma tremava e si contorceva più di prima. Cadde sul lettino tremante, e si rannicchiò come un bambino, mentre io spargevo i miei succhi sulla pancia e sulle tette, cadendo assopita. Quando mi svegliai era già andata. Rientrai in casa per una doccia.
Alex arrivò a casa con una cena pronta dal ristorante cinese. Mangiammo ed andai a letto presto, ero esausta. Alex non disse niente, ed io ero ancora troppo sconvolta e imbarazzata per quello che avevo fatto per avere il coraggio di chiedergli qualcosa.
Mercoledì, Giovedì e Venerdì furono fantastici, sempre con la stessa routine. Noi godevamo come delle troie, la sera ero stanchissima, e mio marito arrivava a casa tardi, portando una sera un pollo arrosto, una sera la pizza, e venerdì uscimmo a cena.
Lunedì si tenne le mutandine, ma le scostò quando venne, per farmi vedere gli spruzzi, che erano sempre più copiosi. Sembrava che diventasse ogni giorno sempre più eccitata, sempre più calda, se mai era ancora possibile. Quando si rimise a posto le mutandine si vedeva chiaramente la sua oscena erezione. Io mi masturbavo come una pazza, e godevo come non mai. Ormai davanti a lei facevo di tutto, mi mettevo in tutte le posizioni, m’infilavo le dita dappertutto, e quando godevo bagnavo tutto il lettino.
Martedì decise di osare ancora di più: dopo avere goduto in piedi stavolta senza mutandine, sempre con il suo cazzetto eretto, aprì le ginocchia e piegò un po’ le gambe, e lasciò andare un getto di pipì lungo due metri. Venni immediatamente, mi sentivo portata ad essere sempre più vacca. Mi alzai in piedi e feci lo stesso, mentre lei mi osservava con le dita che lavoravano velocissime sul suo clitoride, incollate al getto che usciva dalla mia figa.
Mercoledì fu ancora peggio. Arrivò con una borsa da basket, e dopo le solite cose ne estrasse un cazzo finto lungo 30 cm e grosso almeno otto! Spalancai gli occhi, perché non pensavo che sarebbe riuscita ad infilarselo. I miei occhi erano incollati su quell’arnese, sulle sue dita che lavoravano velocissime per preparare e bagnare la figa, sulla punta enorme che simulava un glande. Pian piano entrarono 15 cm, poi si alzò con il cazzo finto ancora dentro, si accucciò e si sedette sopra, per infilarselo al massimo, mentre si faceva una sega al clitoride! Che troia! Anche allora venni subito, con delle convulsioni del bacino e delle gambe che rischiarono di farmi cadere dal lettino. Quando mi ripresi lei era già andata, come al solito. Il cazzone enorme mi tornò in mente, e mi eccitai di nuovo al pensiero di provarlo. Volevo provarlo, volevo provarlo davanti a lei, volevo farle vedere che vacca potevo essere, volevo vedere le sua dita velocissime sul suo cazzetto, le sue convulsioni, mentre io mi infilavo quel cazzone di 30 cm!
Giovedì era brutto tempo, ed allora riuscii a convincere Alex a restare a casa, a scopare tutto il giorno. Me lo feci infilare dappertutto, anche nel culo, e mentre godevo urlavo come una troia. Pensavo sempre però a quel cazzone! Lo volevo!
Venerdì era di nuovo bel tempo. Tutto come al solito, ma Alessandra poi si mise a quattro zampe sul lettino, mostrandomi il culo, e si infilò il cazzone finto da dietro, dall’alto in basso. Era una scena incredibile! Lei con il culo all’aria, ed il cazzone dentro di lei, incurvato verso l’alto, mentre con l’altra mano si prendeva tra le dita il clitoride!
Sabato pioveva, ed Alex uscì presto per andare a pescare. Alle due, mentre ero appena uscita da un bagno bollente ed ero in accappatoio, qualcuno bussò alla porta. Era lei, Alessandra! Non dicemmo niente, ci salutammo con una parola e le feci strada in salotto. Lei si sedette sul divano a gambe larghe, quella vacca non aveva le mutandine sotto la gonna corta. Estrasse il cazzone enorme dalla borsa che aveva con sé e me lo porse. Io lo presi in mano, con due mani: era grosso come il braccio di un uomo! Lasciai che l’accappatoio si aprisse e mostrasse le tette coi capezzoli eretti, la pancia, la figa depilata già gonfia per l’eccitazione. Mi passai quel cazzo enorme sui capezzoli, sulla pancia, mentre Alessandra spalancava le gambe a mi faceva vedere il suo clitoride, come se lo toccava. Quando me lo ficcai dentro lei si distese sul divano e cominciò un ditalino velocissimo. Il cazzo entrò subito per 20 cm, la mia figona era più grande della sua, e cominciai a pompare. Mi sembrava di scopare con un cavallo. Con le dita dell’altra mano mi sditalinavo. Il cazzo ormai era dentro per 25 cm.
Lei si girò mostrandomi il culo, aprendoselo con due mani. Io mi alzai e mi sedetti ai piedi del divano con la faccia rivolta verso il suo enorme clitoride, leccandoglielo.
Venni con convulsioni, che scatenarono anche in Alessandra un orgasmo incredibile!
Rimase immobile per 30 secondi, poi diedi una sculacciata a quel suo bel culo, mentre mi sfilavo dalla figa il cazzone finto più grande che avessi mai visto!
Sento che non potrò fare a meno di questi giochetti e di quel bel cazzone.
Non ho il coraggio di dire nulla ad Alex, ma allo stesso tempo ho il timore di non riuscire a nasconderglielo a lungo, che farà/farò se se ne accorgesse?
I nostri nuovi vicini erano piuttosto riservati ed erano spesso fuori casa, perciò non diventammo mai amici: ci salutavamo solo quando ci s’incontrava per caso, tanto per far vedere che ci si accorgeva della loro presenza. Rapidamente diventarono parte del paesaggio.
Un giorno d’estate appena iniziata, due mesi dopo il loro arrivo, vidi Alessandra che prendeva il sole sul terrazzo sul retro. Alessandra era molto carina, con i capelli biondo scuro, alta e con una bellissima figura, proprio come una ragazza della sua età. Non ci vedevo nulla di strano, perciò mi cosparsi di crema solare, mi sdraiai nel mio nuovo lettino, ed iniziai la stagione dell’abbronzatura. Era la prima bella giornata di sole dell’anno. I nostri due terrazzi sul retro sono completamente privati e nascosti alla vista di chiunque, tranne che uno dall’altro. Infatti gli alberi ed il giardino sono fatti in modo che pur schermando bene i terrazzi dall’esterno, sarebbe costoso e forse inutile costruire un riparo per proteggersi dalla vista dall’altro terrazzo. E così, io vedevo lei, lei vedeva me, ma il resto del mondo non esisteva.
Quando mi alzai per andare a preparare la cena, lei era già andata via.
L’indomani andai a fare shopping. Il giorno dopo pioveva. Il giorno successivo ritornarono il sole ed il caldo, perciò mi infilai nel mio microbikini che tenevo ormai solo per prendere il sole in terrazzo, dove nessuno poteva vedermi. Infatti era qualcosa praticamente impossibile da indossare in pubblico: aveva due minuscoli triangoli che coprivano i capezzoli, senza sostenere le tette, ed il triangolo in basso era poco più grande. Dovevo depilarmi sotto quasi completamente per indossarlo senza sembrare una scimmia, e di solito quando lo facevo mi depilavo del tutto, già che c’ero. L’avevo comprato per corrispondenza dal famoso sito web australiano di vendita di minibikini, un giorno che volevo fare una sorpresa a mio marito (e la sorpresa era riuscita, eccome!). La stoffa era studiata in modo che diventasse completamente trasparente una volta bagnato. E pensare che ci sono ragazze che li indossano in spiaggia!
Alessandra era lì come al solito a prendere il sole, e leggeva una rivista. La salutai con la mano, e lei mi rispose. Mi sentii un po’ fuori posto svestita in quel modo, ma pensai che con una ragazza alla pari non dovevo farmi problemi. Mi spalmai la crema solare e mi distesi ad arrostire al sole. Un’ora dopo guardai verso di lei. Era ancora lì, ma era sdraiata sulla pancia, sempre leggendo la rivista. Mi sembrò di vedere qualcosa di strano, perciò guardai meglio. Si era slacciata il reggiseno. C’era ancora qualcosa che non riuscivo a capire, per cui alzai la testa per vedere meglio. Poi guardai ancora, ormai paonazza per l’imbarazzo! Si stava toccando! Non c’era dubbio! Potevo vedere chiaramente lo spacco tra le sue gambe, e vedevo chiaramente un movimento veloce sotto il costume.
Corsi in casa e mi rifugiai in cucina, mi sedetti e provai a recuperare la calma. Ero accaldata, paonazza ed ansimavo. I capezzoli erano ritti come delle antenne di due centimetri, e potevo sentire il clitoride che premeva sul bikini. Era la cosa più sconcia che avessi mai visto! Si masturbava là fuori all’aperto, sul terrazzo al sole! Mio Dio! L’immagine restò con me per il resto della giornata. Quando mio marito rientrò in casa lo assalii con violenza, lo spogliai e lo distesi sul tappeto del salotto. Era nudo, ed io lo cavalcavo come una folle senza neanche avergli dato il tempo di salutarci. Lo inzuppai tutto con i miei liquidi.
Più tardi mi chiese cosa mi aveva preso, e gli dissi solo che avevo visto qualcosa di molto eccitante durante la giornata. Non chiese nient’altro, ma sembrava piuttosto soddisfatto, visto il sorriso con cui andò a dormire.
Il giorno dopo, nonostante fosse una bellissima giornata, rimasi in casa. Il ricordo di quello che era successo ed un sacco di fantasie correlate mi fecero rimanere eccitata e bagnata per tutto il giorno. Anche dopo essermi masturbata tre volte, scopai di brutto Alex appena entrò in casa.
Sabato e Domenica eravamo occupati. Lunedì non ce la facevo più ad aspettare. Uscii sul terrazzo presto, mi spalmai la crema, mi misi gli occhiali da sole ed iniziai a leggere un libro, in attesa. Uscì verso le due con un micro bikini simile al mio, forse più piccolo. Le areole dei suoi seni uscivano dal top, da che erano larghe, e non si era depilata del tutto: dei peli scuri uscivano appena ai lati della mutandine, anche se erano stati chiaramente accorciati. Accorciati ma non tagliati del tutto. Ci salutammo con la mano, ed io cercavo di leggere.
Per un po’ rimase distesa sulla schiena, sfogliando la rivista, mentre ogni tanto si passava le dita leggerissime sulla pancia, sul collo, sui fianchi, ed ovunque ci fosse della pelle nuda. Poi si girò e si slacciò il reggiseno. Per un po’ rimase immobile, ma poi vidi che un braccio che s’infilava lentamente sotto il suo corpo. Dopo un altro po’ di tempo si iniziarono a vedere i movimenti sotto la stoffa delle sue mutandine. Lo stava facendo ancora!
La scena era così eccitante che quasi esplosi! I miei capezzoli erano diventati enormi, le tette si erano gonfiate, il clitoride era tutto infiammato, ed ansimavo. La guardai per un po’, mentre il liquido mi bagnava le mutandine e scendeva giù, fino al sedere.
Poi si girò! Era lì, senza reggiseno, distesa sul lettino, con una mano che vagava sulle tette e pizzicava i capezzoli eretti, e l’altra dentro le mutandine, con le dita che si muovevano velocissime. Cercai di calmarmi, e riuscii a smettere di ansimare. Ma non ce la facevo più! Corsi in casa, e non riuscii neanche ad arrivare in bagno, in camera da letto, in salotto. Appena dentro la porta mi buttai a terra con la gambe spalancate, tutte e due le mani nella figa, e mi sditalinai con una mano mentre l’altra vagava sul corpo, sulle tette ed ogni tanto si infilava dentro. Ebbi un orgasmo fortissimo, ma non riuscivo a fermarmi! Venni ancora altre due volte di seguito, per la prima volta in vita mia, ed ogni volta l’orgasmo era più forte ed ero più bagnata. Vedevo nella mente ogni piccolo movimento delle sue dita, i peletti corti che uscivano dai lati, i tremiti del su bacino e della sua pancia, le gocce di sudore che scendevano sulle sue tette. I suoi gemiti, tutta la sua immagine erano solo per me, per farmi impazzire di desiderio. A malapena riuscii a rimettermi in ordine per la cena. Scopai Alex di nuovo appena arrivò a casa. Pensai che era vero che il sesso al di fuori del matrimonio fa bene al matrimonio. Non avevo mai avuto così tanta voglia di scopare e di farmi scopare da mio marito!
Martedì, Mercoledì e Giovedì piovve. Venerdì iniziò nuvoloso, ma presto si schiarì ed uscì il sole. Appena possibile uscii, come al solito, già ansimando leggermente per l’emozione dell’attesa. Come al solito, uscì alle due. Era già senza top, con le tette nude! Mi salutò con la mano, ed io risposi, cercando di essere sciolta. Ero già con la figa completamente fradicia quando finì di spalmarsi la crema solare. “Muoviti, toccati!” urlai nella mia mente, impaziente di vederla agire. Era una pazzia, lo sapevo, ma non potevo resistere. Volevo vedere quella ragazzina godere davanti a me disperatamente. Guardavo la sua mano libera, quella che non teneva la rivista, vagare sul suo corpo seminudo. Ogni volta che si avvicinava al pube tremavo il cuore accelerava ed ansimavo più forte.
Poi appoggiò la mano piatta sulla pancia, con le dita che si infilavano sotto il costume. “Sììì!” urlai in silenzio. “No!” urlai due secondi dopo, quando ritirò le dita. La sua mano vagò ancora per qualche minuto, e poi le dita si infilarono sotto di nuovo, stavolta un po’ più giù.
Il mio sguardo era incollato al suo pube coperto dal costume: vedevo i piccoli movimenti circolari delle sue dita. Non mi accorsi di quando posò la rivista, non mi accorsi di quando iniziò a toccarsi le tette. Staccai gli occhi dalla sua figa solo quando la mano che usava per masturbarsi si fermò, uscì dal costume e puntò verso di me con il dito teso. Feci un balzo dallo spavento! Gli occhiali da sole! Avevo addosso gli occhiali da sole! Non poteva vedere che la stavo guardando! Mi rilassai con un sospiro.
Però Alessandra stava ancora chiamando la mia attenzione con la mano. Feci finta di notarlo solo allora, mi tolsi gli occhiali e la guardai negli occhi. Mi sorrise, e fece un movimento strano. Restai immobile, e allora si irrigidì, indicò verso di me con il dito, e ripeté il movimento. Voleva che mi togliessi il top! Rimasi ancora a guardarla immobile, ed allora lei si infilò le mani di nuovo dentro le mutande sditalinandosi, mentre io avevo ripreso ad ansimare. Poi si fermò, e ripeté il movimento. Quando io rimasi ancora immobile, si alzò e fece per andarsene. Stava per lasciarmi così, eccitata come una vacca, senza aver goduto!
Persi la testa del tutto e mi tolsi il top. Il sole colpiva i capezzoli eretti come non mai, la brezza mi dava i brividi. Mi eccitai ancora di più, se ancora era possibile. Si distese di nuovo e cominciò di nuovo a masturbarsi velocissima, più veloce di prima. Il bacino si muoveva su e giù, ormai le dita sollevavano le mutandine del tutto e si vedeva chiaramente la figa con i peletti tagliati corti, la pancia era contratta e la testa si muoveva a destra e sinistra. Si vedeva che voleva godere, ma qualcosa la frenava.
Con la mano liberà puntò il dito verso di me, e poi la infilò nelle mutande. I suoi occhi erano incollati sulla mia figa, appena coperta dal costumino. Ripetè il gesto. Mio Dio! Voleva che facessi lo stesso! Non potevo! Ripeté il gesto. Io ero paralizzata, non riuscivo a decidermi. Allora lei si fermò ancora, con il viso trasformato in una maschera di estasi e di agonia. Con grande sforzo tolse la mano e si alzò seduta, come per andarsene.
Senza capire quello che stavo facendo, senza pensarci, la mia mano destra si mosse e si appoggiò sulla pancia, appena sotto l’ombelico. Alessandra si fermò, guardandomi intensamente. I miei occhi e la mia attenzione erano divisi tra la sua mano e la mia, che iniziò un moto circolare che pian piann scendeva verso la figa tutta depilata. Alessandra si distese di nuovo. La mia mano cominciò ad infilare le dita nello spacco della figa, fradicia e sudata. Alessandra si morse le labbra e lanciò la testa all’indietro. Le mie dita trovarono quello che cercavano ed iniziarono un movimento circolare, sempre più veloce. Ero felice e sorridevo, ansimando e sentendomi una vacca. La mano di Alessandra iniziò ancora la sua danza, velocissima. Il suo bacino si agitava nell’aria, e pompava in avanti come se stesse chiavando un cazzo immobile. Stava godendo fortissimo, e vidi che quella troietta fece uscire un piccolo getto dei suoi succhi. Oppure era pipì? Quella puttana godeva così tanto che faceva pipì! La schiena mi si inarcò, la testa andò da una parte all’altra, le gambe mi tremarono. Stavo godendo, finalmente mi scaricavo. Ma la mia mano non si fermò, e venni altre due volte, come l’altro giorno sul pavimento di casa. Persi quasi la coscienza, restai sorda per un po’. Quando mi rialzai Alessandra non c’era più. Entrai in casa ancora senza top, e restai inebetita sul letto un’ora, prima di farmi una doccia. Poi preparai la cena. Alex arrivò tardi, ma non me ne accorsi quasi.
Lunedì lo facemmo ancora. Fu ancora più forte! Preparai la cena in ritardo. Anche se Alex lo notò, non disse nulla. Era calmo e pensieroso.
Martedì mi sorprese. Mentre iniziavamo a scioglierci masturbandoci assieme, si alzò e si tolse le mutandine. Era nuda! Osservai la sua figa con i peletti perfettamente regolati e cortissimi, che lasciavano intravedere tutto. Ma il clitoride! Ce l’aveva grosso come un dito, sporgente come un cazzetto. Alessandra sembrava che volesse che io guardassi proprio quello, mentre se lo prendeva tra due dita scappellandoselo: che visione oscena, che eccitazione! La lingua mi uscì involontariamente dalla bocca, come per cercare di leccarlo. Era riuscita a farmi perdere il controllo ancora di più! Poi Alessandra mi fece cenno che dovevo anch’io togliermi le mutandine. Guardai le mie mani che agivano come al comando di un’altra, con gli occhi spalancati, mentre mi denudavo e lasciavo vedere ad Alessandra la mia figa depilata, con un clitoride più piccolo del suo, ma che usciva ben eretto tra le labbra. Intanto lei era lì in piedi con le dita che andavano su e giù sul suo clitoride, scappellandolo e facendolo diventare ancora più lungo. Alessandra venne in un orgasmo che la fece tremare tutta, e piegare le gambe, mentre emetteva dei getti di liquido, spinto dalle contrazioni interne della sua figa. Non era pipì, era la sua figa talmente piena di succhi che la faceva venire quasi fosse un uomo! Venne per altre due volte, e la cosa durò qualche minuto, con lei in piedi tremante, le gambe allargate ed un po’ piegate, che si masturbava come un ragazzino, ed ogni volta dei getti di liquido uscivano. Poi si fermò, sempre in piedi, a guardarmi, con il suo cazzetto eretto. Toccava a me! Ero eccitata some una vacca, volevo farle vedere in due minuti di cosa ero capace. Mi infilai quattro dita nella figa, e con l’altra mano andai sotto e mi infilai un dito nel buco del culo, già abbondantemente lubrificato. Venni quasi subito, con delle convulsioni che non avevo mai avuto. Mentre venivo, vidi che Alessandra godeva un’altra volta senza toccarsi, e produceva un altro piccolo getto, ma tremava e si contorceva più di prima. Cadde sul lettino tremante, e si rannicchiò come un bambino, mentre io spargevo i miei succhi sulla pancia e sulle tette, cadendo assopita. Quando mi svegliai era già andata. Rientrai in casa per una doccia.
Alex arrivò a casa con una cena pronta dal ristorante cinese. Mangiammo ed andai a letto presto, ero esausta. Alex non disse niente, ed io ero ancora troppo sconvolta e imbarazzata per quello che avevo fatto per avere il coraggio di chiedergli qualcosa.
Mercoledì, Giovedì e Venerdì furono fantastici, sempre con la stessa routine. Noi godevamo come delle troie, la sera ero stanchissima, e mio marito arrivava a casa tardi, portando una sera un pollo arrosto, una sera la pizza, e venerdì uscimmo a cena.
Lunedì si tenne le mutandine, ma le scostò quando venne, per farmi vedere gli spruzzi, che erano sempre più copiosi. Sembrava che diventasse ogni giorno sempre più eccitata, sempre più calda, se mai era ancora possibile. Quando si rimise a posto le mutandine si vedeva chiaramente la sua oscena erezione. Io mi masturbavo come una pazza, e godevo come non mai. Ormai davanti a lei facevo di tutto, mi mettevo in tutte le posizioni, m’infilavo le dita dappertutto, e quando godevo bagnavo tutto il lettino.
Martedì decise di osare ancora di più: dopo avere goduto in piedi stavolta senza mutandine, sempre con il suo cazzetto eretto, aprì le ginocchia e piegò un po’ le gambe, e lasciò andare un getto di pipì lungo due metri. Venni immediatamente, mi sentivo portata ad essere sempre più vacca. Mi alzai in piedi e feci lo stesso, mentre lei mi osservava con le dita che lavoravano velocissime sul suo clitoride, incollate al getto che usciva dalla mia figa.
Mercoledì fu ancora peggio. Arrivò con una borsa da basket, e dopo le solite cose ne estrasse un cazzo finto lungo 30 cm e grosso almeno otto! Spalancai gli occhi, perché non pensavo che sarebbe riuscita ad infilarselo. I miei occhi erano incollati su quell’arnese, sulle sue dita che lavoravano velocissime per preparare e bagnare la figa, sulla punta enorme che simulava un glande. Pian piano entrarono 15 cm, poi si alzò con il cazzo finto ancora dentro, si accucciò e si sedette sopra, per infilarselo al massimo, mentre si faceva una sega al clitoride! Che troia! Anche allora venni subito, con delle convulsioni del bacino e delle gambe che rischiarono di farmi cadere dal lettino. Quando mi ripresi lei era già andata, come al solito. Il cazzone enorme mi tornò in mente, e mi eccitai di nuovo al pensiero di provarlo. Volevo provarlo, volevo provarlo davanti a lei, volevo farle vedere che vacca potevo essere, volevo vedere le sua dita velocissime sul suo cazzetto, le sue convulsioni, mentre io mi infilavo quel cazzone di 30 cm!
Giovedì era brutto tempo, ed allora riuscii a convincere Alex a restare a casa, a scopare tutto il giorno. Me lo feci infilare dappertutto, anche nel culo, e mentre godevo urlavo come una troia. Pensavo sempre però a quel cazzone! Lo volevo!
Venerdì era di nuovo bel tempo. Tutto come al solito, ma Alessandra poi si mise a quattro zampe sul lettino, mostrandomi il culo, e si infilò il cazzone finto da dietro, dall’alto in basso. Era una scena incredibile! Lei con il culo all’aria, ed il cazzone dentro di lei, incurvato verso l’alto, mentre con l’altra mano si prendeva tra le dita il clitoride!
Sabato pioveva, ed Alex uscì presto per andare a pescare. Alle due, mentre ero appena uscita da un bagno bollente ed ero in accappatoio, qualcuno bussò alla porta. Era lei, Alessandra! Non dicemmo niente, ci salutammo con una parola e le feci strada in salotto. Lei si sedette sul divano a gambe larghe, quella vacca non aveva le mutandine sotto la gonna corta. Estrasse il cazzone enorme dalla borsa che aveva con sé e me lo porse. Io lo presi in mano, con due mani: era grosso come il braccio di un uomo! Lasciai che l’accappatoio si aprisse e mostrasse le tette coi capezzoli eretti, la pancia, la figa depilata già gonfia per l’eccitazione. Mi passai quel cazzo enorme sui capezzoli, sulla pancia, mentre Alessandra spalancava le gambe a mi faceva vedere il suo clitoride, come se lo toccava. Quando me lo ficcai dentro lei si distese sul divano e cominciò un ditalino velocissimo. Il cazzo entrò subito per 20 cm, la mia figona era più grande della sua, e cominciai a pompare. Mi sembrava di scopare con un cavallo. Con le dita dell’altra mano mi sditalinavo. Il cazzo ormai era dentro per 25 cm.
Lei si girò mostrandomi il culo, aprendoselo con due mani. Io mi alzai e mi sedetti ai piedi del divano con la faccia rivolta verso il suo enorme clitoride, leccandoglielo.
Venni con convulsioni, che scatenarono anche in Alessandra un orgasmo incredibile!
Rimase immobile per 30 secondi, poi diedi una sculacciata a quel suo bel culo, mentre mi sfilavo dalla figa il cazzone finto più grande che avessi mai visto!
Sento che non potrò fare a meno di questi giochetti e di quel bel cazzone.
Non ho il coraggio di dire nulla ad Alex, ma allo stesso tempo ho il timore di non riuscire a nasconderglielo a lungo, che farà/farò se se ne accorgesse?
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