La casa degli orgasmi

di
genere
dominazione

Non volevo essere la sua puttana. Pensavo che non sarebbe riuscito a intaccare la mia castità. Non era giusto, non era possibile. Ma ci riuscì.
Avevo solo 18 quando i "man in black" della rinomata Casa degli orgasmi vennero a prendermi. Ogni anno rapivano una ventina di ragazze, soprattutto ragazze cresciute come me in un ambiente chiuso e religioso. Quella splendida villa era il luogo dove chi ne aveva voglia veniva a farsi una ragazza. Li le donne vivevano tutte come concubine del ricco padrone.
Io ero cresciuta tra le colline, a istruzione chiusa e religiosa e non sapevo niente della Casa degli orgasmi. Ero indifesa e piccola.
Quando arrivai mi sembrava che nulla avesse un senso e mi sentì ancor di più una bambina. A forza, venni portata in un grande salone dove stavano tutte le ragazzine della mia età. Da un lato c'erano tutti i letti e gli armadi stracolmi di bellissimi oggetti e veli di seta semitrasparente e dall'altro c'erano strumenti musicali, pennelli e colori, libri, una grossa vasca da bagno e tutto il necessario per passare il tempo. Le ragazze stavano tutte li. Tutte vestite solo di gioielli e veli che lasciavano intravedere i seni prosperosi e le fighe larghe. Realizzai con spavento che, quando non venivano chiamate in una delle camere da letto per venir usate, stavano SEMPRE nel salone.
Quando entrai 3 ragazze mi strapparono di dosso i vestiti, mi truccarono, mi spazzolarono i capelli e mi fecero indossare un velo bianco-trasparente e un paio di grossi orecchini d'oro.
disse una. . Io piansi molto, per tutta la notte, finché una ragazza non venne nel mio letto ad accarezzarmi i capelli e quietarmi.
chiese. Io annui.
Io piansi ancora di più.
Verso mezzanotte entrarono degli uomini. La ragazza gentile mi spiegò che uno era il padrone e gli altri gli acquirenti. Ebbi davvero paura quando il mio nuovo padrone disse< Ecco le più giovani, scegliete quelle che volete e portatevele in camera> la ragazza gentile venne presa in malo modo da un quarantenne e portata via insieme a tante altre; per un attimo pensai che nessuno mi avrebbe scelta. Poi il padrone, poco più che ventenne, mi prese per i capelli e disse< cammina! Troia> io cercai con tutte le mie forze di liberarmi ma, in un modo o nell'altro, lui mi portò in camera sua. Poi mi spinse contro il muro e mi strinse la gola.
disse, alitandomi sul viso. Mi sorpresi di restare inebriata dal suo alito; sapeva di fumo e alcool.
risposi in un sussurro stremanto delle sue mani sul mio collo.
scritto il
2015-07-29
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