Io e due muratori
di
Erika crossdresser
genere
gay
Sono un uomo di 28 anni, alto, ben messo fisicamente, con un culo bello liscio sodo e accogliente. Ho una particolare attrazione animalesca per gli uomini maturi, specialmente quelli molto maschili e rozzi, maschioni insomma! A tal proposito, l’altro pomeriggio è capitata una cosa bellissima e inaspettata. Scendo da casa per andare in palestra, metto il casco e accendo la moto. Dopo 100 metri, mi fermo al bar-tabacchi per comprare le sigarette, esco e noto che di fronte stanno ristrutturando una palazzina. I muratori sono tutti e tre fuori (poi verificherò che non c’era nessun altro) a bere una birra fresca: la loro meritata pausa. Mi si presenta uno spettacolo mozzafiato: sono tutti e tre sopra la cinquantina. Il primo è alto, brizzolato, una montagna, con una bella pancia prominente; gli altri due un po’ più bassi, ma sullo stesso genere. “Non posso perdere l’occasione”, pensa la mia testolina da gran troia, “devo trovare una scusa per avvicinarli…. Le sigarette!”. Mi avvicino: “Scusate, avete da accendere”. –“Certo mi risponde il più alto di loro. Non posso fare a meno di notare quant’è bono: brizzolato con i capelli corti, barbetta incolta, anch’essa brizzolata, occhi verdi ed emana un odore di maschio che quasi svengo. Sono sporchi di lavoro, la qual cosa mi eccita di più. Hanno le mani grandi, grosse e callose: “mmmm, chissà che bello sentirle mentre mi sculacciano e accarezzano le mie chiappe liscie, o magari mentre mi infilano le dita nel culo per preparare il buchetto ad essere sfondato”, penso tra me e me, mentre un brivido corre lungo la mia schiena. Comincio ad attaccare bottone. Mi offrono un po’ di birra dalla loro bottiglia, non usavano bicchieri. Accetto e, nel farlo, mi attacco al collo della bottiglia come se stessi facendo un pompino, lo notano. Uno di loro si accarezza impercettibilmente la patta. Lo guardo e sorrido. “Io abito qua vicino. Stanno venendo bene qui le ristrutturazioni, state ultimando i lavori?”, chiedo. Quello che presumo essere il capo, il bonazzone che mi ha fatto accendere, mi dice: -“Noi siamo di paese, è tardi e stiamo per chiudere il cantiere per tornare dalle nostre famiglie, ma se vuoi ti faccio dare un’occhiata due minuti per vedere come stanno venendo bene i lavori”. “Ok, vi seguo”. –“Metti la catena nella moto, magari perdiamo tempo….”, mi dice il capo, e nel dirlo sento che sta per accadere qualcosa. Assicuro la moto con la catena ed entro nel portoncino, lo chiudono e li seguo al primo piano. Passano 10 minuti a sentire le spiegazioni sulle camere, i bagni, l’impianto elettrico, ecc. ecc. A un certo punto, uno dei tre dice, rivolgendosi al capo: -“Carmelo, ho bevuto troppa birra, vado al cesso a pisciare!”. –“Totò, lo sai che non ci sono ancora gli allacci alla fognatura, perché non sei andato al bar”. Quello che ancora non aveva parlato, Antonio, se ne esce con una battuta: -“Forse il nostro nuovo amico può darci una mano, anche io devo pisciare e al bar si lamentano se andiamo al cesso continuamente”. “Non ci sono problemi”, rispondo, “potete salire a casa mia, è proprio a due passi”. Carmelo, il capo, risponde: -“Forse non hai capito! Lo sappiamo che vuoi essere trattato come una troia da 3 bei maschioni come noi. Adesso apri la boccuccia e ti fai pisciare in bocca da tutti e tre! E se ne perdi una sola goccia ti mandiamo via a calci nel culo senza darti le nostre minchie nel culo! Spogliati nuda troia”. Si spogliano anche loro, io mi inginocchio. Sono pelosissimi e con tre cazzi da paura, superano tutti e tre i 20 cm e sono molto grossi e scappellati. Prendo in bocca il primo cazzo ancora moscio di Totò, sa di maschio. –“Dai troia bevi il mio piscio”. Mi spara in bocca un fiume di piscio che, come una brava troia comincio a ingoiare. Gli lecco anche le goccioline della cappella. –“Brava la troia! E il cazzo di Totò nel culo te lo sei conquistato!”, dice Antonio infilandomi il suo cazzone già in tiro e pisciandomi direttamente in gola. Finito con lui, vado verso Carmelo, lui è il capo, prendo il suo cazzo in bocca e dico: “Fammi bere, padrone”. Non ha ancora il cazzo completamente duro, ma è enorme già così. Lo prendo in bocca e mi scarica almeno mezzo litro di piscio schiumoso in bocca, che bevo tutto. Sento la pancia piena di piscio! Mi lasciano in ginocchio e cominciò a spompinarli, ho due cazzi enormi e puzzolenti che si alternano nella mia bocca. Carmelo è dietro di me che comincia a lavorarmi il culetto sputandosi sulle dita e infilandomele nel culo: -“Ragazzi, questo non è un buco di culo, è una fighetta calda e bagnata. Troia, la vuoi la mia minchia nel culo?”. “Siiiiiiiiiiii, scassami mio muratore padrone, voglio essere spaccata in due da voi tre maschioni”. Dalle dita, Carmelo è passato a sodomizzarmi con la bottiglia di birra vuota, me la lascia piantata nel culo, dalla parte del collo. –“Adesso cammina a 4 zampe sculettando per farci vedere quanto sei troia con un cazzo nel culo”. Non me lo faccio ripetere e mi pianto la bottiglia ancora più dentro sedendomici su. –“Minchia picciò, abbiamo trovato una vera troia, ora ci divertiamo”, dicono. Prendo due cazzi in mano e uno in bocca, passandomeli a turno, o a due a due in bocca. Li insalivo per bene. Carmelo viene dietro di me, toglie la bottiglia e mi trafigge letteralmente, piantandomi 25 cm di minchia, con una cappella imponente ed un diametro dell’asta non indifferente, tutta nel culo. Sento i suoi peli pubici sulle chiappe, ma soprattutto la sua bella pancia soda e pelosa sulla schiena. Comincia a scoparmi con violenza, è un toro infuriato, mi insulta, mi schiaffeggia le chiappe. Intanto io sto sbocchinando Antonio e Totò come una vera baldracca e mi incitano a succhiare. Si alternano a scoparmi il buco e la bocca come dei veri tori da monta. –“Adesso però, troia, devi soddisfarci bene tutti e tre. Ti infiliamo due minchie nel culo e l’altra ti scoperà la bocca! “No, vi prego, mi scassate così, per favore no!”. –“No? Noi dobbiamo scassarti!”. Carmelo mi prende come fossi un fuscello (peso 80 kg, tutto muscoli), si sdraia e mi fa impalare sul suo cazzo, Antonio si mette dietro e, facendomi curvare un po’ la schiena, mi infila il suo cazzo. Adesso ne ho due nel culo. Totò mi piazza il cazzo davanti al viso e non posso fare a meno di ingoiarlo tutto. I due che mi scopano dietro mi stanno scassando, ma godo come una troia, tant’è che Totò sente che il mio pompino è dovuto proprio all’ipereccitazione che mi pervade e dice: “Minchia, mi stai sucando il cervello, sto venendo, bevi troia, bevi la mia sborra!”. Comincia a sborrare nella mia bocca, ha un sapore stupendo, è calda, dolce, cremosa e abbondante. Intanto uno dei miei due inculatori esce dal culo e mi viene a sborrare prontamente in bocca. Bevo tutto anche in questo caso e dico: “Carmelo, voglio bere anche il tuo”. –“No, troia, prima ti sborro in culo e poi te la faccio bere”. Detto, fatto. Mi viene in culo, sento un fiume di sborra che mi inonda l’intestino. –“Antonio, piglia un bicchiere”, urla. Esce e viene subito a farmi ripulire il suo cazzo, ancora pieno di sborra calda, nella mia bocca. Lecco con gusto. Antonio mi porge il bicchiere dove ha raccolta la sborra colata dal mio culo. Cazzo, il bicchiere è pieno quasi a metà! –“Ora bevitela, rotta inculo”, dice Carmelo. Mando giù ansimando come una cagna. Cominciano a sculacciarmi, mi infilano i piedi in bocca, me li fanno odorare, vogliono che lecchi i loro corpi sporchi e puzzolenti di sudore. Mi sembra di impazzire, sto godendo da morire. Resto sdraiato a terra impassibile, quando, ad un certo punto, sento tre caldi fiotti di piscio che mi lavano completamente. Apro la bocca per poterne assaporare qualche goccia. Mi passano un asciugamano, ci ricomponiamo e ci rechiamo verso l’uscita. –“Allora, troia, noi passeremo qualche altro mese qui, sarai la nostra puttana?”. “Certo, sarò la vostra schiava”. Nei giorni successivi ci rivedemmo, divertendoci ancora di più, perché erano rientrati a lavorare con loro altri due operai, sempre loro coetanei e compaesani e soprattutto maschioni porci come loro.
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