L'incontro
di
Mickhelle
genere
gay
Eccoti, sull'uscio di casa. Per una frazione di secondo sento le ginocchia cedermi, solo un attimo, poi tu mi saluti, con la tua voce incerta, sento la tua timidezza e mi sostiene. Ti sorrido, ti faccio entrare. E' qualche mese oramai che ci conosciamo, che la nostra amicizia cresce. Prima le chat cazzeggianti, poi i pensieri, poi le confidenze, poi quel caffè al bar, anonimi tra il rumore degli avventori, i sorrisi, le chiacchiere, protetti dal via vai del luogo pubblico. Ma quello era il gioco, ora si fa sul serio.
Ti accomodi sul divano fiorito al centro della stanza, ti guardi intorno, ti piace. Mi piace che ti piace.
"Prendi il caffè?" "Si grazie". Vado in cucina, la moka è già pronta, accendo il fornello, prendo dei biscottini li metto in un recipiente di plastica colorata, ti raggiungo, tu sorridi. Rimaniamo di fronte a guardarci, con in mezzo il vassoio giallo dei biscotti sul tavolino basso, ne prendi uno, lo mangi, affondato nel divano mi guardi senza parlare. Il ribollio della moka interrompe il silenzio, mi alzo e torno in cucina. Prendo dalla credenza tazzine, cucchiaini, zuccheriera ed un vassoio su cui poggio tutto, verso il caffè e torno in sala in fretta. Ti passo davanti, un po' impacciato dal vassoio ed il suo contenuto fumante nell'attraversare il corridoio stretto tra le tue ginocchia ed il tavolino. Tu non ti scosti, hai un'aria maliziosa, io sorrido scuotendo la testa, infine poggio vassoio sul tavolo e mi siedo accanto a te. "Zucchero?" "Dolce" rispondi allusivo. Mi piace l'intesa che sento. Metto lo zucchero,ti passo la tazzina, prendo la mia, mi accomodo anche io, sorseggiamo il nostro caffè silenziosi, ammiccanti. Siamo praticamente incollati, sento attraverso i pantaloni il calore della tua coscia sinistra contro la mia destra. Ora ho voglia di te, sì ora sento distintamente che ho voglia di te. Poggio la mia mano sulla tua coscia, percorro con una carezza i tuoi pantaloni a costa di velluto, mi fermo sul ginocchio spigoloso, tu mi lasci fare ancora con la tazzina in mano. Ritorno a palparti la coscia muscolosa ora dall'interno, la sento vigorosa, divento intraprendente, la mia mano percorre la tua vita e ti accarezzo la schiena, tiro fuori la camicia dai pantaloni così da poter inserire la mano e sentire la pelle. Hai la pelle liscia, fredda e che si fa tonda sul rilievo dei muscoli, percorro il solco delle tue vertebre, lo seguo fin dove posso quasi alle scapole, tu ti sporgi verso il tavolino per poggiare la tazzina e mi permetti di inserirmi. Passo la mia gamba e mi sistemo tra te e lo schienale del divano e ti tengo così abbracciato da dietro tra le mie gambe e libero di guardare e carezzare tutta la schiena ampia. "E' un'aggressione ?"- dici ridendo - "Si, ora non scappi" - dico io, con la voce un po' rotta". Le mie mani ora ti percorrono, ti circondano, accarezzo la tua pancia, sento la tenue peluria, ti sbottono uno ad uno i bottoni della camicia. Tu te la lasci sfilare e assapori le mie carezze. Guardo la pelle della tua schiena leggermente brunita, la percorro con le dita, gioco con un foruncoletto sulla scapola destra. Mi piace il tuo odore di maschio pulito, fresco ma intenso, appoggio la bocca tra le scapole, un bacetto che diventa un morsetto mentre le mie mani giocano con il cespuglietto sul tuo petto, ti sfioro i capezzoli. Ti sento fremere, sento un sospiro basso. Poi ti alzi in piedi, ti giri e sei di fronte a me, mi accarezzi la testa, la avvicini debolmente alla tua pancia nuda. E' il tuo modo di chiedere, discreto, mi piace. Ti infilo la punta della lingua nell'ombelico e intanto ti slaccio la cintura, poi il bottone, tiro giù la zip, ti calo velocemente i pantaloni e rimango di fronte al tuo slip bianco e gonfio. Indugio, ti accarezzo i fianchi, percorro con un dito il bordo degli slip e infine li tiro giù. Finalmente libero il tuo cazzo ondeggia nell'aria ritto e bruno puntato contro la mia faccia, lo guardo, poggio le mani aperte alla base, accarezzo il pube folto di riccioli neri, delicatamente sorreggo in una carezza le palle ovali nascoste dalla peluria dello scroto e intanto fisso il tuo coso a pochi centimetri dalla mia bocca. Ora con l'indice ne percorro la lunghezza dalla testa ricoperta verso la base, è duro ed elastico, seguo con lo sguardo il rilievo delle vene grosse e bluastre sotto la pelle bruna. Lo tengo tra l'indice ed il pollice e basta un leggero movimento per scoprire una meravigliosa cappella liscia ed allungata. Ci gioco con la punta della lingua, ad ogni mio tocco ha un sussulto come a sfuggirmi, rido, mi riavvicino e lo ghermisco con un bacio. Ha un buon sapore, lo stringo tra le labbra e lo umetto ben bene con la saliva, poi con le labbra incollate all'asta spingo la testa in avanti e ce l'ho tutto in bocca. Mi eccita molto tenerlo così ed inizio ad andare giù e su a stantuffo, prima piano poi sempre più veloce. Ti sento fremere, sento il sapore dolciastro di una goccia preliminare, voglio farti godere adesso e continuo nel mio bacio a pompa, lo sento muoversi nella mia bocca, è vicino all'attimo. Ma tu mi fermi, mi sposti e mi tiri fuori il cazzo dalla bocca, rimango un po' confuso, la bocca semiaperta, una striscia di saliva spezzata tra la mia bocca ed il tuo cazzo. Alzo la testa a cercare il tuo sguardo, tu mi sorridi, mi prendi per mano, mi tiri su e mi sussurri: "Mettiamoci a letto". Così ti conduco nella mia stanza da letto, mi avvicino al letto, rimaniamo in piedi, io remissivo ancora tengo la tua mano, non so che fare. Tu sei completamente nudo mentre io indosso la mia tuta comoda, ti avvicini, mi alzi le braccia e mi fai sfilare la maglietta, poi mi cali il pantalone, le mutande. Allontani con il piede pantaloni e slip sul pavimento che ti impediscono di avvicinarti di più a me completamente nudo ed inerme in piedi di fronte a te. Poni le tue mani sui miei fianchi, mi avvicini a te, hai movimenti dolci ma decisi come di danza, mi piace. Mi tieni le mani sulle natiche e siamo ventre contro ventre, i nostri cazzi si toccano, grassoccio e bianco il mio, bruno e più sottile il tuo. Danza lentamente il tuo bacino e strofini il tuo cazzo dritto contro il mio girandogli attorno. Mi ecciti, metto le mie mani sui tuoi pettorali, li accarezzo mentre i nostri fiori si ghermiscono come cagnolini che si annusano. Tu mi guidi nella tua danza, stringi le mie natiche ed infili il tuo coso tra le mie gambe, poi mi spingi verso il letto, io mi aggrappo a te e cadiamo abbracciati tra le lenzuola. Sei su di me e giochi col mio corpo ed io mi lascio accarezzare, sei preso da una furia fanciullesca coinvolgente, mi percorri, mi stringi, mi mordi dovunque, ed intanto il tuo coso mi saltella sul ventre. Con energica dolcezza mi giri a pancia in giù, mi accarezzi la schiena poi i fianchi, dove inizia la rotondità del culo, lo palpi, me lo massaggi, poi con un dito delicatamente inizi a percorrere il solco tra le natiche, le apri. Mi imbarazza questa tua ispezione, mi da i brividi. Ora ti tiri su, vedo un lampo nel tuo sguardo, sei in ginocchio sul letto, mi afferri alla vita e delicatamente mi tiri su e mi sistemi carponi. Sei dietro di me, mi tieni in vita e sento il tuo ventre caldo contro le mie natiche. Il tuo cazzo si muove tra le mie gambe, raggiunge i miei testicoli poi si ritrae e preme più su, contro il mio buco. Dico: "No, mi fai male dai ..." ma rimango immobile. Tu hai notato un vasetto di crema Nivea sul comodino, lo recuperi e intingendoci un dito ne recuperi un tocchetto e ritorni verso di me. Io son rimato come mi hai lasciato, carponi, la testa bassa ed il culo all'aria. Ho un po' paura ma inarco la schiena per collaborare, poggio le mani sul letto stendendomi un po' in avanti. Mi massaggi l'ano col dito bagnato di crema, sento i miei muscoli rilassarsi sotto il tuo massaggio circolare. Ora sei di nuovo su di me, sento il tuo cazzo premermi sul buco prepotente ed è un attimo, come un tuffo, mi manca il respiro, apro la bocca senza emettere suono, sei completamente dentro di me, una sensazione stranissima. Mi copri, ora capisco perché si dice così, mi stai dentro e mi stai sopra, dentro alle mie viscere sento il tuo piacere duro e caldo, sulla mia schiena il tuo torace pulsante. Mi sussurri in un orecchio: "Ti piace?". Ed io rispondo con un filo di voce: "Si, ma fai piano". Ed invece vorrei che tu facessi forte, che mi scopassi selvaggiamente a farmelo sentire tutto. E tu piano cominci a muoverti dentro di me, è bellissimo, il tuo stantuffo si muove fluido dentro, lo sento caldo e grosso che si sfila all'indietro e poi affonda di nuovo, ed ogni affondo vorrei gridare, sento lo schiaffo del tuo ventre contro il mio culo. Voglio sentirti godere dentro, sento il tuo respiro farsi più affannoso ed il ritmo dei tuoi affondi farsi più concitato e forte. Mi piace e vedo il mio cazzo duro ed eccitato come il tuo che sento dentro, tu continuando a scoparmi delicatamente lo prendi in una mano e con lo stesso ritmo che cresce con cui mi pompi mi masturbi. Chiudo gli occhi in estasi, punto le mani contro il letto e docile subisco i tuoi affondi che si fanno sempre più potenti. Un urlo basso emetti e sento il tuo piacere elettrico che mi schizza dentro, godo anche io del tuo piacere contro il lenzuolo immacolato. Ci abbandoniamo così come siamo, senza staccarci, attaccaticci, nel silenzio i nostri respiri affannosi che si fanno più fievoli.
Ti accomodi sul divano fiorito al centro della stanza, ti guardi intorno, ti piace. Mi piace che ti piace.
"Prendi il caffè?" "Si grazie". Vado in cucina, la moka è già pronta, accendo il fornello, prendo dei biscottini li metto in un recipiente di plastica colorata, ti raggiungo, tu sorridi. Rimaniamo di fronte a guardarci, con in mezzo il vassoio giallo dei biscotti sul tavolino basso, ne prendi uno, lo mangi, affondato nel divano mi guardi senza parlare. Il ribollio della moka interrompe il silenzio, mi alzo e torno in cucina. Prendo dalla credenza tazzine, cucchiaini, zuccheriera ed un vassoio su cui poggio tutto, verso il caffè e torno in sala in fretta. Ti passo davanti, un po' impacciato dal vassoio ed il suo contenuto fumante nell'attraversare il corridoio stretto tra le tue ginocchia ed il tavolino. Tu non ti scosti, hai un'aria maliziosa, io sorrido scuotendo la testa, infine poggio vassoio sul tavolo e mi siedo accanto a te. "Zucchero?" "Dolce" rispondi allusivo. Mi piace l'intesa che sento. Metto lo zucchero,ti passo la tazzina, prendo la mia, mi accomodo anche io, sorseggiamo il nostro caffè silenziosi, ammiccanti. Siamo praticamente incollati, sento attraverso i pantaloni il calore della tua coscia sinistra contro la mia destra. Ora ho voglia di te, sì ora sento distintamente che ho voglia di te. Poggio la mia mano sulla tua coscia, percorro con una carezza i tuoi pantaloni a costa di velluto, mi fermo sul ginocchio spigoloso, tu mi lasci fare ancora con la tazzina in mano. Ritorno a palparti la coscia muscolosa ora dall'interno, la sento vigorosa, divento intraprendente, la mia mano percorre la tua vita e ti accarezzo la schiena, tiro fuori la camicia dai pantaloni così da poter inserire la mano e sentire la pelle. Hai la pelle liscia, fredda e che si fa tonda sul rilievo dei muscoli, percorro il solco delle tue vertebre, lo seguo fin dove posso quasi alle scapole, tu ti sporgi verso il tavolino per poggiare la tazzina e mi permetti di inserirmi. Passo la mia gamba e mi sistemo tra te e lo schienale del divano e ti tengo così abbracciato da dietro tra le mie gambe e libero di guardare e carezzare tutta la schiena ampia. "E' un'aggressione ?"- dici ridendo - "Si, ora non scappi" - dico io, con la voce un po' rotta". Le mie mani ora ti percorrono, ti circondano, accarezzo la tua pancia, sento la tenue peluria, ti sbottono uno ad uno i bottoni della camicia. Tu te la lasci sfilare e assapori le mie carezze. Guardo la pelle della tua schiena leggermente brunita, la percorro con le dita, gioco con un foruncoletto sulla scapola destra. Mi piace il tuo odore di maschio pulito, fresco ma intenso, appoggio la bocca tra le scapole, un bacetto che diventa un morsetto mentre le mie mani giocano con il cespuglietto sul tuo petto, ti sfioro i capezzoli. Ti sento fremere, sento un sospiro basso. Poi ti alzi in piedi, ti giri e sei di fronte a me, mi accarezzi la testa, la avvicini debolmente alla tua pancia nuda. E' il tuo modo di chiedere, discreto, mi piace. Ti infilo la punta della lingua nell'ombelico e intanto ti slaccio la cintura, poi il bottone, tiro giù la zip, ti calo velocemente i pantaloni e rimango di fronte al tuo slip bianco e gonfio. Indugio, ti accarezzo i fianchi, percorro con un dito il bordo degli slip e infine li tiro giù. Finalmente libero il tuo cazzo ondeggia nell'aria ritto e bruno puntato contro la mia faccia, lo guardo, poggio le mani aperte alla base, accarezzo il pube folto di riccioli neri, delicatamente sorreggo in una carezza le palle ovali nascoste dalla peluria dello scroto e intanto fisso il tuo coso a pochi centimetri dalla mia bocca. Ora con l'indice ne percorro la lunghezza dalla testa ricoperta verso la base, è duro ed elastico, seguo con lo sguardo il rilievo delle vene grosse e bluastre sotto la pelle bruna. Lo tengo tra l'indice ed il pollice e basta un leggero movimento per scoprire una meravigliosa cappella liscia ed allungata. Ci gioco con la punta della lingua, ad ogni mio tocco ha un sussulto come a sfuggirmi, rido, mi riavvicino e lo ghermisco con un bacio. Ha un buon sapore, lo stringo tra le labbra e lo umetto ben bene con la saliva, poi con le labbra incollate all'asta spingo la testa in avanti e ce l'ho tutto in bocca. Mi eccita molto tenerlo così ed inizio ad andare giù e su a stantuffo, prima piano poi sempre più veloce. Ti sento fremere, sento il sapore dolciastro di una goccia preliminare, voglio farti godere adesso e continuo nel mio bacio a pompa, lo sento muoversi nella mia bocca, è vicino all'attimo. Ma tu mi fermi, mi sposti e mi tiri fuori il cazzo dalla bocca, rimango un po' confuso, la bocca semiaperta, una striscia di saliva spezzata tra la mia bocca ed il tuo cazzo. Alzo la testa a cercare il tuo sguardo, tu mi sorridi, mi prendi per mano, mi tiri su e mi sussurri: "Mettiamoci a letto". Così ti conduco nella mia stanza da letto, mi avvicino al letto, rimaniamo in piedi, io remissivo ancora tengo la tua mano, non so che fare. Tu sei completamente nudo mentre io indosso la mia tuta comoda, ti avvicini, mi alzi le braccia e mi fai sfilare la maglietta, poi mi cali il pantalone, le mutande. Allontani con il piede pantaloni e slip sul pavimento che ti impediscono di avvicinarti di più a me completamente nudo ed inerme in piedi di fronte a te. Poni le tue mani sui miei fianchi, mi avvicini a te, hai movimenti dolci ma decisi come di danza, mi piace. Mi tieni le mani sulle natiche e siamo ventre contro ventre, i nostri cazzi si toccano, grassoccio e bianco il mio, bruno e più sottile il tuo. Danza lentamente il tuo bacino e strofini il tuo cazzo dritto contro il mio girandogli attorno. Mi ecciti, metto le mie mani sui tuoi pettorali, li accarezzo mentre i nostri fiori si ghermiscono come cagnolini che si annusano. Tu mi guidi nella tua danza, stringi le mie natiche ed infili il tuo coso tra le mie gambe, poi mi spingi verso il letto, io mi aggrappo a te e cadiamo abbracciati tra le lenzuola. Sei su di me e giochi col mio corpo ed io mi lascio accarezzare, sei preso da una furia fanciullesca coinvolgente, mi percorri, mi stringi, mi mordi dovunque, ed intanto il tuo coso mi saltella sul ventre. Con energica dolcezza mi giri a pancia in giù, mi accarezzi la schiena poi i fianchi, dove inizia la rotondità del culo, lo palpi, me lo massaggi, poi con un dito delicatamente inizi a percorrere il solco tra le natiche, le apri. Mi imbarazza questa tua ispezione, mi da i brividi. Ora ti tiri su, vedo un lampo nel tuo sguardo, sei in ginocchio sul letto, mi afferri alla vita e delicatamente mi tiri su e mi sistemi carponi. Sei dietro di me, mi tieni in vita e sento il tuo ventre caldo contro le mie natiche. Il tuo cazzo si muove tra le mie gambe, raggiunge i miei testicoli poi si ritrae e preme più su, contro il mio buco. Dico: "No, mi fai male dai ..." ma rimango immobile. Tu hai notato un vasetto di crema Nivea sul comodino, lo recuperi e intingendoci un dito ne recuperi un tocchetto e ritorni verso di me. Io son rimato come mi hai lasciato, carponi, la testa bassa ed il culo all'aria. Ho un po' paura ma inarco la schiena per collaborare, poggio le mani sul letto stendendomi un po' in avanti. Mi massaggi l'ano col dito bagnato di crema, sento i miei muscoli rilassarsi sotto il tuo massaggio circolare. Ora sei di nuovo su di me, sento il tuo cazzo premermi sul buco prepotente ed è un attimo, come un tuffo, mi manca il respiro, apro la bocca senza emettere suono, sei completamente dentro di me, una sensazione stranissima. Mi copri, ora capisco perché si dice così, mi stai dentro e mi stai sopra, dentro alle mie viscere sento il tuo piacere duro e caldo, sulla mia schiena il tuo torace pulsante. Mi sussurri in un orecchio: "Ti piace?". Ed io rispondo con un filo di voce: "Si, ma fai piano". Ed invece vorrei che tu facessi forte, che mi scopassi selvaggiamente a farmelo sentire tutto. E tu piano cominci a muoverti dentro di me, è bellissimo, il tuo stantuffo si muove fluido dentro, lo sento caldo e grosso che si sfila all'indietro e poi affonda di nuovo, ed ogni affondo vorrei gridare, sento lo schiaffo del tuo ventre contro il mio culo. Voglio sentirti godere dentro, sento il tuo respiro farsi più affannoso ed il ritmo dei tuoi affondi farsi più concitato e forte. Mi piace e vedo il mio cazzo duro ed eccitato come il tuo che sento dentro, tu continuando a scoparmi delicatamente lo prendi in una mano e con lo stesso ritmo che cresce con cui mi pompi mi masturbi. Chiudo gli occhi in estasi, punto le mani contro il letto e docile subisco i tuoi affondi che si fanno sempre più potenti. Un urlo basso emetti e sento il tuo piacere elettrico che mi schizza dentro, godo anche io del tuo piacere contro il lenzuolo immacolato. Ci abbandoniamo così come siamo, senza staccarci, attaccaticci, nel silenzio i nostri respiri affannosi che si fanno più fievoli.
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