Vita di una Concubina Imperiale (PT 2.5)
di
Baccante
genere
pissing
Pissie :-
Ricordo quel passato giugno come si ricorda il primo ostacolo di un cammino, per la prima volta incontrai difficoltà nel mio Apprendistato, per la prima volta conobbi il pissing.
Era un pigro dopo pranzo quando mamma entro nella stanza da bagno.
Al solito ero quasi nuda.
Mi carezzò delicatamente un fianco.
" ti prepari per il bagno. ?" Mi chiese.
Le risposi di si, lei disse di aspettare, che doveva parlarmi.
Ci sedemmo sul bordo della vasca
" Cosa devi dirmi, mamma?"
"Vedi, tesoro, finora il tuo Apprendistato è stato facile e piacevole ma non potrà essere sempre così.
Dovrai fare cose che non ti piaceranno, che non capirai, ma che dovrai sempre mostrare di gradire.
E penso sia giunto il momento di educarti in una pratica particolare."
"Di cosa si tratta?"
Mamma mi baciò sulle labbra e mi condusse nel secondo bagno, quello meno usato, e mi fece entrare nella vasca.
Si spogliò nuda ed entrò con me.
"Siediti sul bordo, nell'angolo"
Obbedii e lei si mise in ginocchio sul fondo.
Mi chiese se mi scappasse la pipì.
"Che sta succedendo?"
"La pratica di cui ti parlo si chiama pissing o pioggia dorata. Consiste nel fare pipì sul proprio partner o nel ricevere la sua.
Si può fare come pratica di dominazione o come gesto di complicità, dipende dalle situazioni.
Alcuni Amanti potrebbero chiedetelo."
Ero sconvolta, mai avrei pensato ad una cosa simile.
"Quindi un mio Amante potrebbe decidere di farmi la pipì addosso? Che schifo"
" Può anche non piacerti ma dovrai accettare lo stesso"
"E tu mi hai chiesto se mi scappasse la pipì perché?"
"Perché penso che prima sia meglio imparare come sia farlo da attivi"
"Devo urinarti addosso? Ma non ti fa schifo? "
"No tesoro. Fa parte dei miei doveri di insegnante e non mi schifo certo di mia figlia o della sua bella fighettina"
Sorridendo la accarezzò con la mano e mi disse di provare.
Chiusi gli occhi e mi concentrai.
Nulla.
Dopo diversi minuti fu palese che non ci sarei mai riuscita.
Mamma sorrise dolcemente e disse che non importava.
" forse ho iniziato troppo velocemente. Prova a far pipì nel water restando sollevata."
Così funzionò, feci pipì mentre lei mi osservava.
Delicatamente mamma mi asciugò la figa e stabilì che per i primi tempi avremmo fatto così.
Non provavo più imbarazzo a farmi vedere in bagno e, tempo dopo, mamma decise di riprovare.
Quando però fummo di nuovo nella vasca mi bloccai ancora.
"Ma guarda tu questa fighettina che oggi fa i capricci.Forse con qualche coccola farà la brava"
Mamma inziò a baciarla e poi a leccarla delicatamente.
Leccò e succhiò il clitoride e leccò a lungo la fessura bagnata penetrandola con la lingua.
In breve iniziai a colare umori ma nemmeno le coccole più dolci la convinsero a smettere con i capricci.
"Forse, mamma, significa che non sono in grado di essere una Concubina."
"Oh, non dire sciocchezze. Riuscirai di certo,anche se ora fai un poco di fatica."
Continuò a leccarmi finché non venni.
Eppure quel giorno mi segnò per diverso tempo.
La convinzione di non essere in grado minava certezze ed impegno.
Mamma mi consolava in ogni modo possibile: regali, pensierini, assecondando ogni mia voglia, facemmo sesso sul tavolo da pranzo,sul pavimento,mi fece un ditalino di nascosto mentre eravamo a pranzo con dei suoi amici; e Consuelo, la domestica, non si arrabbiò più per i cuscini. (Vedi Cap 2).
Ricordo il giorno in cui le cose cambiarono.
Era pomeriggio, il sole era caldo e stavo leggendo un libro in salotto.
Mamma prendeva il sole sdraiata sul balcone, nuda.
Chiusi il libro e la raggiunsi.
"Ciao cucciola. "
"Ciao mamma."
Parlammo un poco, poi mi alzai il vestitino mostrando le mutandine rosa.
"Mamma, mi dai un bacio sulla figa?"
"Certo che la bacio tutta, vieni qui"
Mi misi a cavalcioni sul suo viso e lei posò tanti bacini sulla stoffa, spostandola e facendola aderire contro le labbra.
Quando fui soddisfatta mi spostai appena.
"Penso tu ti stia per scottare, hai la pelle arrossata."
"Hai ragione, mi passi lo spruzzino?"
"Conosco un rimedio migliore. Osserva. "
Misi le gambe ai lati della sdraio, all'atezza della sua vita.
Tirai su ben bene il vestito ma lasciai le mutandine.
Mamma alzò di poco il busto poggiandosi sui gomiti.
Le sorrisi.
Il primo getto di pipì le arrivò sull'ombelico per poi bagnarle tutto il pancino e colarle sulla figa.
Gemette.
Bloccai il flusso (gli esercizi con le palline cinesi erano serviti) mi spostai più in basso e continuai ad innaffiarle la figa.
"Ah, brava tesoro, è bellissimo."
Inziò a toccarsi, il getto continuava seppur in modo molto più flebile.
"L'hai fatta tutta?" Mi chiese mamma quando finii.
"Tutta."
"Devi aver bevuto molto, per farne così tanta.
Sei stata brava, bambina."
Le sorrisi.
"Sai,non è così imbarazzante come pensavo. È bello. "
"Ed è ancora più bello farsela asciugare. "
Portai la mia figa sopra il suo viso e lei iniziò a leccarla tutta, ripulendola.
"Mhhh mamma, sto per venire."
"Vieni pure, te lo sei meritato"
Leccava,succhiava, mi penetrava con le dita, ed infine mi liberai in un copioso orgasmo, di cui bevve ogni singola goccia.
Dopo un poco rientrammo in casa e fui io ad occuparmi di lei, lavandole a lungo la fighetta col doccino della vasca.
^*^*^
Spero che questo capitolo vi piaccia più del precedente, che nessuno ha commentato sebbene abbia più di 2000 letture.
Troppo lungo o noioso? Ditemi se devo continuare oppure no.^*^*^
Ricordo quel passato giugno come si ricorda il primo ostacolo di un cammino, per la prima volta incontrai difficoltà nel mio Apprendistato, per la prima volta conobbi il pissing.
Era un pigro dopo pranzo quando mamma entro nella stanza da bagno.
Al solito ero quasi nuda.
Mi carezzò delicatamente un fianco.
" ti prepari per il bagno. ?" Mi chiese.
Le risposi di si, lei disse di aspettare, che doveva parlarmi.
Ci sedemmo sul bordo della vasca
" Cosa devi dirmi, mamma?"
"Vedi, tesoro, finora il tuo Apprendistato è stato facile e piacevole ma non potrà essere sempre così.
Dovrai fare cose che non ti piaceranno, che non capirai, ma che dovrai sempre mostrare di gradire.
E penso sia giunto il momento di educarti in una pratica particolare."
"Di cosa si tratta?"
Mamma mi baciò sulle labbra e mi condusse nel secondo bagno, quello meno usato, e mi fece entrare nella vasca.
Si spogliò nuda ed entrò con me.
"Siediti sul bordo, nell'angolo"
Obbedii e lei si mise in ginocchio sul fondo.
Mi chiese se mi scappasse la pipì.
"Che sta succedendo?"
"La pratica di cui ti parlo si chiama pissing o pioggia dorata. Consiste nel fare pipì sul proprio partner o nel ricevere la sua.
Si può fare come pratica di dominazione o come gesto di complicità, dipende dalle situazioni.
Alcuni Amanti potrebbero chiedetelo."
Ero sconvolta, mai avrei pensato ad una cosa simile.
"Quindi un mio Amante potrebbe decidere di farmi la pipì addosso? Che schifo"
" Può anche non piacerti ma dovrai accettare lo stesso"
"E tu mi hai chiesto se mi scappasse la pipì perché?"
"Perché penso che prima sia meglio imparare come sia farlo da attivi"
"Devo urinarti addosso? Ma non ti fa schifo? "
"No tesoro. Fa parte dei miei doveri di insegnante e non mi schifo certo di mia figlia o della sua bella fighettina"
Sorridendo la accarezzò con la mano e mi disse di provare.
Chiusi gli occhi e mi concentrai.
Nulla.
Dopo diversi minuti fu palese che non ci sarei mai riuscita.
Mamma sorrise dolcemente e disse che non importava.
" forse ho iniziato troppo velocemente. Prova a far pipì nel water restando sollevata."
Così funzionò, feci pipì mentre lei mi osservava.
Delicatamente mamma mi asciugò la figa e stabilì che per i primi tempi avremmo fatto così.
Non provavo più imbarazzo a farmi vedere in bagno e, tempo dopo, mamma decise di riprovare.
Quando però fummo di nuovo nella vasca mi bloccai ancora.
"Ma guarda tu questa fighettina che oggi fa i capricci.Forse con qualche coccola farà la brava"
Mamma inziò a baciarla e poi a leccarla delicatamente.
Leccò e succhiò il clitoride e leccò a lungo la fessura bagnata penetrandola con la lingua.
In breve iniziai a colare umori ma nemmeno le coccole più dolci la convinsero a smettere con i capricci.
"Forse, mamma, significa che non sono in grado di essere una Concubina."
"Oh, non dire sciocchezze. Riuscirai di certo,anche se ora fai un poco di fatica."
Continuò a leccarmi finché non venni.
Eppure quel giorno mi segnò per diverso tempo.
La convinzione di non essere in grado minava certezze ed impegno.
Mamma mi consolava in ogni modo possibile: regali, pensierini, assecondando ogni mia voglia, facemmo sesso sul tavolo da pranzo,sul pavimento,mi fece un ditalino di nascosto mentre eravamo a pranzo con dei suoi amici; e Consuelo, la domestica, non si arrabbiò più per i cuscini. (Vedi Cap 2).
Ricordo il giorno in cui le cose cambiarono.
Era pomeriggio, il sole era caldo e stavo leggendo un libro in salotto.
Mamma prendeva il sole sdraiata sul balcone, nuda.
Chiusi il libro e la raggiunsi.
"Ciao cucciola. "
"Ciao mamma."
Parlammo un poco, poi mi alzai il vestitino mostrando le mutandine rosa.
"Mamma, mi dai un bacio sulla figa?"
"Certo che la bacio tutta, vieni qui"
Mi misi a cavalcioni sul suo viso e lei posò tanti bacini sulla stoffa, spostandola e facendola aderire contro le labbra.
Quando fui soddisfatta mi spostai appena.
"Penso tu ti stia per scottare, hai la pelle arrossata."
"Hai ragione, mi passi lo spruzzino?"
"Conosco un rimedio migliore. Osserva. "
Misi le gambe ai lati della sdraio, all'atezza della sua vita.
Tirai su ben bene il vestito ma lasciai le mutandine.
Mamma alzò di poco il busto poggiandosi sui gomiti.
Le sorrisi.
Il primo getto di pipì le arrivò sull'ombelico per poi bagnarle tutto il pancino e colarle sulla figa.
Gemette.
Bloccai il flusso (gli esercizi con le palline cinesi erano serviti) mi spostai più in basso e continuai ad innaffiarle la figa.
"Ah, brava tesoro, è bellissimo."
Inziò a toccarsi, il getto continuava seppur in modo molto più flebile.
"L'hai fatta tutta?" Mi chiese mamma quando finii.
"Tutta."
"Devi aver bevuto molto, per farne così tanta.
Sei stata brava, bambina."
Le sorrisi.
"Sai,non è così imbarazzante come pensavo. È bello. "
"Ed è ancora più bello farsela asciugare. "
Portai la mia figa sopra il suo viso e lei iniziò a leccarla tutta, ripulendola.
"Mhhh mamma, sto per venire."
"Vieni pure, te lo sei meritato"
Leccava,succhiava, mi penetrava con le dita, ed infine mi liberai in un copioso orgasmo, di cui bevve ogni singola goccia.
Dopo un poco rientrammo in casa e fui io ad occuparmi di lei, lavandole a lungo la fighetta col doccino della vasca.
^*^*^
Spero che questo capitolo vi piaccia più del precedente, che nessuno ha commentato sebbene abbia più di 2000 letture.
Troppo lungo o noioso? Ditemi se devo continuare oppure no.^*^*^
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