Andree

di
genere
gay

Ero solo e annoiato quel giorno, era una settimana in cui girava tutto storto. Appuntamenti saltati, malintesi era come se avessi un fluido negativo che sembrava gli altri potessero scorgere. Ero incazzato.
Cercavo qualcosa di carino da fare per evitare una serata mediocre e mi capitò tra le mani un programma di un cinema estivo all’aperto con un film che avrei voluto vedere.
Arrivai al cinema con un po’ di anticipo giusto il tempo per qualcosa da bere al bar interno.
Appena in coda per lo scontrino mi accorsi che avanti a me c’era una vicina di casa che mi attraeva un sacco ma che aveva sempre ignorato le mie timide advances.
Le sfiorai la spalla e lei mi salutò cordialmente, era particolarmente attraente quella sera. Aveva intorno ai sessanta anni, capelli bianchissimi ed una carnagione dorata indossava un Caffetano bianco trasparente che faceva intravedere le sue belle forme e la sua lingerie.
Anche se aveva più anni di me facevo ripetuti pensieri su di lei e mi tirava un sacco.
Dopo i convenevoli si avvicinò ad un ragazzo giovanissimo e me lo presentò. Si chiamava Andrè era francese aveva un’età indefinibile tra i 16 e i 25 anni, era bruno ma sul suo viso non vi era alcun segno di barba e gli occhi erano di un verde profondo. Mi strinse la mano con timidezza.
Immaginai porcate su come se la spassassero lui e la mia vicina ma non ebbi il tempo di mettere completamente a fuoco quei pensieri che Giovanna mi spiegò che Andrè era il figlio di una sua amica francese e che era suo ospite.
Quella sera alla multisala avrebbero visto film differenti e Andrè voleva vedere lo stesso mio film.
Non so perchè lo feci, forse per Giovanna, dissi ad Andrè che ero solo e dato che avremmo visto lo stesso film se gli andava avremmo potuto sederci insieme.
Accettò senza alcun entusiasmo, Giovanna mi ringraziò e ci avviammo alla nostra sala.
Andrè era circa un metro e ottanta e aveva un fisico asciutto ma ben definito non passava inosservato agli occhi delle donne.
Pensavo che questo incontro rendesse ancora più visibile agli altri, sopra tutto alle donne, la sfiga di quella settimana e mi maledicevo per non aver taciuto al momento opportuno.
Dopo qualche movimento riuscimmo a sederci e di fianco ad Andrè si sedette una ragazza bellissima che non gli levava gli occhi da dosso. Ma che cazzo, pensai.
Iniziò il film e con la coda dell’occhio osservavo cosa succedeva di fianco a me. Ero incredulo lui era immobile a guardare il film e scorgevo la mano della ragazza che “distrattamente” sfiorava la sua patta. Non capivo nulla del film proiettato ma il pensiero di Giovanna prima, la “manualità” della ragazza dopo mi produssero una esaltante ma allo stesso tempo imbarazzante erezione.
Erano pochi secondi prima della fine del primo tempo ed iniziato l’intervallo schizzai di corsa al bagno per provvedere alla fine del mio imbarazzo. Il bagno aveva una sola cabina ed era occupata. Dovetti aspettare. Il mio sesso era ancora duro e non dava segni di cambiare il suo stato ed era anche abbastanza evidente ad un occhio attento.
Mentre aspettavo Andrè entrò in bagno, ero imbarazzato ma feci finta di nulla, un paio di battute poi la porta si aprì ed io entrai. Mi tirai giù i jeans e i boxer ed il mio cazzo saltò fuori a molla, mi doleva.
Fermai il pensiero sulle tette di Giovanna e iniziai a masturbarmi velocemente e furiosamente. Iniziai a sentire dei rumori nel bagno ma ero “concentratissimo” sollevai gli occhi e vidi Andrè che mi spiava dall’alto della porta del bagno. Cercai di coprirmi rapidamente alla meglio. Mi bussò alla porta e mi disse con una voce soffocata “fammi entrare”.
Senza pensarci tanto feci scattare il chiavistello e Andrè entrò.
Non sapevo che pensare ma Andrè senza dire nulla mi portò di nuovo giù boxer e pantataloni e di nuovo il mio cazzo venne fuori e con mia sorpresa ancora più in tiro di prima.
La sua mano prima lo accarezzò poi lo cinse e iniziò a masturbarmi lentamente, lo spazio era poco in quel bagno e fece aderire il suo corpo al mio.
Continuò a masturbarmi con lentezza e sentii anche il suo corpo eccitarsi contro la mia schiena.
Mi sembrò un tempo lunghissimo, ed alla fine vennì copiosamente come mi era raramente capitato.
Non riuscivamo quasi a incrociare i nostri occhi per l’imbarazzo reciproco, ognuno pensò alle proprie necessità ed uscimmo velocemente dal bagno per ritornare in sala.
Non ci fu alcuna parola nè accenno all’accaduto e, usciti dalla sala, Giovanna ci chiese se il film ci fosse piaciuto. Rispondemmo entrambi di si con frasi senza senso.
Ci salutammo e Giovanna mi disse che Andrè si sarebbe trattenuto per altri tre giorni a casa sua e mi chiese, vista la timidezza del ragazzo, che poichè lei avrebbe lavorato se volevo fargli fare qualcosa di carino in città.
Il giorno dopo ero combattuto se sparire definitivamente o bussare alla porta di Giovanna. Vinse la seconda opzione, anche se ci misi almeno due minuti davanti alla porta prima di spingere l’indice sul campanello. Era mattino, Giovanna era al lavoro , Andrè aprì la porta e a stento gli uscì un ciao, testa bassa e mi fece entrare. Mi offrì un caffè e io tirai fuori la proposta per la mattina.
Ancora una volta aveva accettato senza mostrare alcun interesse, e disse di doversi preparare per uscire e necessitava di una doccia.
Mi si accese un desiderio volevo essere io a spiarlo questa volta e vedere che reazioni avevo. Andai alla porta del bagno il vetro satinato mostrava solo una sagoma sfumata del suo corpo e non mi produceva alcun effetto, come un bambino cercai di guardare dalla serratura, vedevo poco e male allora d’istinto tentai di aprire la porta, era aperta. Era davanti a me aveva un corpo armonioso una pelle olivastra liscia e non aveva un pelo addosso era di spalle ma sapeva che ero lì.
Nessuna reazione mi accadeva, poi Andrè si girò mostrandomi il viso bellissimo e la sua erezione.
Era un cazzo veramente piccolo ma bello con un glande gonfio e roseo vederlo così mi produsse un sussulto e di colpo mi si drizzò.
Non attesi nulla, mi spogliai buttando i vestiti dappertutto e entrai nella doccia. Era strettissimo tentò di baciarmi ma evitai le sue labbra, mentre ci fronteggiavamo i nostri cazzi si sfioravano e questo mi eccitò moltissimo, lo strinsi per i fianchi spingendogli il mio membro sulla pancia.
Scivolò lentamente verso il basso e una volta in ginocchio mi accolse nella sua bocca. Era rovente quella bocca sentivo il mio cazzo pulsare tra le sue labbra. Gli sollevai la testa per guardarlo negli occhi, adesso li vedevo erano bellissimi e pieni di desiderio. Riprese ad assaporarmi, e mentre lo faceva insinuò il suo pollice tra le mie natiche, lo lasciai fare; si avvicinò piano ci girò intorno e mentre la sua bocca mi accoglieva piano il suo pollice fu dentro di me. Mi piacque un sacco e Andrè se ne accorse mi fece ruotare piano il dito, poi lo sfilò e sostituì al pollice il suo indice ed il suo medio. Li accolsi con tanto piacere che vennì di botto nella sua bocca.
Ero al settimo cielo avevo goduto come non mai, uscimmo dalla doccia ed Andrè fino ad allora timido e remissivo mi cinse ai fianchi e con decisione mi fece girare, senza dir nulla mi disse di piegarmi e mi fece appoggiare le mani sul lavandino, e tirandomi dai fianchi mi avvicino al suo pube. Tremavo per la paura e l’eccitazione, mai avrei pensato ad una cosa simile, con le dita si creò l’invito eppoi sentii il suo glande rovente appoggiarsi. Non sentì dolore ma un enorme piacere mi assalì e quando sentii la sua pancia contro le mie natiche e capì che era tutto dentro me iniziai a spingere per accoglierlo al massimo. Il mio cazzo era duro allo spasimo liberai una mano e iniziai a masturbarmi.
Mi sentii liquido, Andrè era venuto e la sensazione di del suo sperma che mi colava era fastidiosa e piacevole insieme. Andrè sorrideva era felice ma io volevo ancora qualcosa il mio cazzo reclamava. Mi sedetti sul water e lo attirai a me per i fianchi lo girai in modo che mi mostrasse la schiena e gli allargai le natiche con le mani e gli iniziai a leccare il suo buchino si contorceva dal piacere. Si girò di scattò e mi fece colare della saliva sul mio glande. Mi alzai non fui molto gentile e a lui piacque e mi accolse con gioia. Lo sbattetti con forza e dalla sua bocca vennero fuori piccoli gridolini che mi invitavano ad andare più forte. Venni ancora dentro di lui. Andrè si segava, il bagno era un casino ma dovevamo andare.
Era stato solo sesso ma era stato bellissimo e la sfiga era passata.
di
scritto il
2016-05-17
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